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Diapositiva 1
L’Italia tra le due guerre:
l’architettura durante il fascismo
Giuseppe Sommaruga
Palazzo Castiglioni
Milano 1900-1903
Giuseppe Sommaruga
Palazzo Castiglioni
Milano 1900-1903
Victor Horta, Maison du Peuple, Bruxelles 1896-1899
Raimondo D’Aronco , Rotonda d’onore,
Esposizione Internazionale di Torino 1902
Raimondo D’Aronco ,
Rotonda d’onore,
Esposizione Internazionale
Torino 1902
Raimondo D’Aronco ,
Palazzo Comunale
Udine 1908-1929
Raimondo D’Aronco ,
Palazzo Comunale
Udine 1908-1929
Ulisse Stacchini, Stazione Centrale, Milano 1912-1931
Ulisse Stacchini, Stazione Centrale, Milano 1912-1931
Otto Wagner,
CasaPostsparkasse,
Wagner, Vienna 1905,
prima soluzione
Otto
Wagner,
Vienna
1903-12
Antonio Sant’Elia,
La Città Nuova:
Centrale Elettrica, 1912
Antonio Sant’Elia,
La Città Nuova:
Centrale Elettrica, 1912
Antonio Sant’Elia,
La Città Nuova:
Casa comunicante, 1914
Sentiamo di non essere più gli uomini delle cattedrali, dei palazzi,
degli arengari; ma dei grandi alberghi, delle stazioni ferroviarie, delle
strade immense, dei porti colossali, dei mercati coperti, delle
gallerie luminose, dei rettifili, degli sventramenti salutari.
«
Noi dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista simile ad un
immenso cantiere tumultuante, agile, mobile, dinamico in ogni sua
parte, [...] La casa di cemento, di vetro, di ferro deve essere sull'orlo
di un abisso tumultuante: la strada, la quale [...] sprofonderà nella
terra per parecchi piani che accoglieranno il traffico metropolitano,
e saranno congiunti, per i transiti necessari, da passerelle metalliche
e da velocissimi tapis roulant".
Il problema dell'architettura moderna non è un problema di
rimaneggiamento lineare[...]. Non si tratta di trovare nuove
marginature di finestre e di porte, ma di creare di sana pianta la casa
futurista [...] con ogni risorsa della tecnica, determinando nuove
forme, nuove linee.
L'architettura futurista deve essere nuova come è nuovo il nostro
stato d'animo. ».
Sant'Elia, L' architettura futurista, 11 Luglio 1916, Milano
Antonio Sant’Elia,
La Città Nuova:
Stazione d’aeroplani e treni, 1913-14
Antonio Sant’Elia,
La Città Nuova:
Stazione d’aeroplani e treni, 1913-14
Antonio Sant’Elia,
La Città Nuova:
Casa a gradinate, 1914
W. Gropius, A. Meyer, Officine Fagus, Alfeld an der Leine, 1911-1914.
Giovanni Muzio
Ca’ Brüta, Milano 1919-1922
Giovanni Muzio
Ca’ Brüta, Milano 1919-1922
Giovanni Muzio
Ca’ Brüta, Milano 1919-1922
Le Corbusier,
Immeubles Villas,
Paris 1922
Giovanni Muzio
Ca’ Brüta, Milano 1919-1922
Mario Sironi
L’architetto, 1922
Giorgio De Chirico,
Piazze d’Italia, 1913
Giovanni Muzio,
Angelicum, Milano 1939- 47
Giovanni Muzio, Angelicum, Milano
Gigiotti Zanini, Casa Economica, Affori 1926
Gigiotti Zanini
Casa Economica, retro, Affori 1926
Gigiotti Zanini
Palazzo per abitazioni in piazza Duse
Milano 1933-34
Gigiotti Zanini
Palazzo per abitazioni in piazza Duse
Milano 1933-34
Gigiotti Zanini
Città, 1922
De Finetti, Casa della Meridiana, Milano 1924-25
De Finetti
Casa della Meridiana,
Milano 1924-25
«La casa all’italiana [...] non discende dalle sole esigenze materiali del vivere, essa non è
soltanto una machine à habiter. Il cosiddetto “comfort” non è nella casa all’italiana solo nella
rispondenza delle cose alla necessità, ai bisogni, ai comodi della nostra vita e alla
organizzazione dei servizi. Codesto suo “comfort” è in qualcosa di superiore, esso è nel darci
con l’architettura una misura per i nostri stessi pensieri, nel darci con la sua semplicità una
salute per i nostri costumi, nel darci con la sua accoglienza il senso di una vita confidente e
numerosa»
Giuseppe Terragni, Monumento ai caduti, Erba Incino 1926-32
Giuseppe Terragni, Monumento ai caduti, Erba 1926-32
«Tra il passato nostro e il nostro presente non esiste incompatibilità.
Noi non vogliamo rompere con la tradizione: è la tradizione che si
trasforma, assume aspetti nuovi, sotto i quali pochi la riconoscono»
Gruppo 7 [Giuseppe Terragni, Ubaldo Castagnoli, Luigi Figini, Guido Frette,
Sebastiano Larco, Gino Pollini, Carlo Enrico Rava], Architettura, 1926
Giuseppe Terragni,
Progetto per un’Officina del gas, Como 1927
«La pietra ed il mattone hanno per tradizione secolare un’estetica loro, nata dalle
possibilità costruttive e divenuta ormai istintiva in noi. Il significato dell’architettura antica,
sta nello sforzo di vincere il valore di pesantezza del materiale, che lo farebbe tendere verso
terra. Dal superamento di questa difficoltà statica, nasceva il ritmo: l’occhio era appagato
da un elemento o da una composizione di elementi quando questo o questi apparivano,
per forma e collocamento, avere raggiunto il perfetto riposo statico. È chiaro, come dalla
ricerca di esso, siano nate le proporzioni, gli oggetti, le dimensioni, tradizionali. Ora, questa
scala di valori, col cemento armato perde ogni senso ed ogni ragione di essere: dalle sue
nuove possibilità (enormi aggetti; grandi aperture e conseguente intervento del vetro,
come valore di superficie; stratificazione orizzontale; pilastri sottili), esso deriva
necessariamente una nuova estetica, completamente diversa dalla tradizionale, e lo
scheletro generale della costruzione, la spartizione ritmica dei pieni e dei vuoti, assumono
forme del tutto nuove».
Gruppo 7, Architettura IV. Una nuova epoca arcaica, 1927
Giuseppe Terragni,
Progetto per un’Officina del gas, Como 1927
Giuseppe Terragni,
Progetto per un’Officina del gas, Como 1927
Giuseppe Terragni,
Progetto per un’Officina del gas, Como 1927
Giuseppe Terragni,
Progetto per un’Officina del gas, Como 1927
Giuseppe Terragni, Progetto per un’Officina del gas, Como 1927
G.Terragni, Edificio ad appartamenti Novocomum, Como 1927-28
Giuseppe Terragni, Casa del Fascio, Como 1932-1936
Giuseppe Terragni,
Casa del Fascio,
Como 1932-1936
Giuseppe Terragni, Casa del Fascio, Como 1932-1936
Giuseppe Terragni, Asilo Sant’Elia, Como 1936-37
Giuseppe Terragni, Asilo Sant’Elia, Como 1936-37
Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri, progetto del Danteum, 1938
Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri, progetto del Danteum, 1938
Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri, progetto del Danteum, 1938
Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri,
progetto del Danteum, 1938
Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri,
progetto del Danteum, Impero
Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri,
progetto del Danteum, Impero
Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri, progetto del Danteum, Paradiso
Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri, progetto del Danteum, Inferno
Giuseppe Terragni, Pietro Lingeri
Casa Rustici,
Milano 1933-36
Giuseppe Terragni, Pietro Lingeri
Casa Rustici,
Milano 1933-36
Giuseppe Terragni,
Pietro Lingeri
Casa Rustici,
Milano 1933-36
Pagano, Daneri, Casa a struttura di acciaio, V Triennale, Milano 1933
BBPR, Casa del sabato per gli sposi, V Triennale, Milano 1933
Figini e Pollini, Villa studio per artista, V Triennale, Milano 1933
Enrico Griffini, Piero Bottoni, Gruppo di elementi di case popolari, V Triennale, Milano 1933
Pier Maria Bardi, José Luis Sert, Siegfried Giedion, Piero Bottoni, Cornelis Van Esteren, Gino Pollini,
Motonave Patris II
IV CIAM 1933
Un programma di architettura, in “Quadrante” n. 1, 1933
Enrico Griffini, Piero Bottoni,
Gruppo di elementi di case popolari,
V Triennale, Milano 1933
Sironi,
Manifesto della VI Triennale,
Milano 1936
Piero Bottoni,
Studi per la lottizzazione razionale
e per la casa collettiva,
VI Triennale, Milano 1936
Piero Bottoni, Mario Pucci
Indagini sul problema delle abitazioni operaie
Milano 1936
Giuseppe Pagano, Guarniero Daniel, Funzionalità della casa rurale, VI Triennale, Milano 1936
«La conoscenza delle leggi di
funzionalità e il rispetto artistico
del nostro imponente e poco
conosciuto patrimonio di
architettura rurale sana e onesta,
ci preserverà forse dalle ricadute
accademiche, ci immunizzerà
contro la retorica ampollosa e e
soprattutto ci darà l’orgoglio di
conoscere la vera tradizione
autoctona dell’architettura
italiana: chiara, logica, lineare,
moralmente ed anche
formalmente vicinissima al gusto
contemporaneo».
(Pagano, Daniel, Architettura rurale italiana, 1936)
Pagano, Daniel, Funzionalità della casa rurale, VI Triennale, Milano 1936
Marcello Piacentini, Palazzo del rettorato, Città universitaria, Roma 1932-35
Foschini, I propilei della Città universitaria, Roma 1932-35
Piacentini con Rapisardi, Palazzo di Giustizia, Milano 1931-41
Marcello Piacentini
Piano regolatore dell’E42 (EUR)
Roma 1938
Adalberto Libera, Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, E42 (EUR), Roma 1903-63
Adalberto Libera, Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, E42 (EUR), Roma 1903-63
Adalberto Libera, Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, E42 (EUR), Roma 1903-63
Adalberto Libera, Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, E42 (EUR), Roma 1903-63
Giovanni Guerrini, Ernesto la Padula, Mario Romano,
Palazzo della Civiltà italiana,
E42 (EUR), Roma 1937-42
«Per noi il “razionalismo italiano” è morto.
Nato come bisogno artificioso di novità, o come
imitazione dell’estero, non ha mai avuto interesse se non
come documento di una inquietudine spirituale che non è
riuscita a stabilire con coerenza i termini del problema.
All’estero il “razionalismo” è stato un movimento fecondo
di idee e di esperienza, ed ha rinnovato le basi più
profonde del gusto europeo; in Italia, invece, si è disperso
nelle retorica delle polemiche, per cui alla resa dei conti,
non resta di tanta guerra se non il ricordo di qualche
scrittore brillante e di qualche proposito paradossale».
E. Persico, Gli architetti italiani, 1933