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VILLA LEONI. Strada Statale Regina, Ossuccio (CO).
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Pietro Lingeri nasce a Tremezzo (Como) nel 1894, nel 1906 si trasferisce a
Milano per studiare Scultura apresso l’Accademia di Brera. Qui collabora come
plasticista per Antonio Sant’Elia, il quale gli consiglierà di abbandonare la sua
passione per la scultura per dedicarsi esclusivamente all’architettura.
Dopo la 1° guerra mondiale si iscrive ai Corsi di Architettura tenuti presso
Brera, dove nel 1922 si diploma professore di disegno architettonico. Apre allora lo studio a Milano in Corso Vittorio Emanuele. Costituitasi in quegli anni a
Milano la facoltà di Architettura ottiene nel 1930, per concorso, la regolare
iscrizione all’albo.
A questo periodo risalgono le realizzazioni di numerosi negozi milanesi, tra i
quali il ristorante Cassè, il Principe di Galles, il salone di bellezza Biancardi, la ristrutturazione dell’hotel Manin e l’hotel Europa; inoltre, in questi stessi anni,
continua la sua attività sul lago di Como con la realizzazione di due Monumenti
ai Caduti con il pittore De Amicis, alcune edicole funerarie, varie sistemazioni
e ampliamenti di ville.
Nel 1927 progetta a Tremezzo la sede dell’A.M.I.L.A., descritta da Persico come
“..la più propria al suo scopo e la più adatta al luogo..”; l’anno dopo realizza la
Villa Silvestri a Porlezza.
Per la famiglia Ghiringhelli nel 1929 cura l’allestimento della Galleria del Milione,
che sotto la direzione artistica di Alberto Sartoris diventa un importante centro
di apertura e contatto con le correnti europee dell’arte d’avanguardia.
Pietro Lingeri introduce al Milione il gruppo comasco degli astrattisti e degli
architetti razionalisti, tra cui il giovane Giuseppe Terragni.
Dal 1930 è membro del C.I.A.M (congresso internazionale di architettura moderna). Nello stesso anno vince il premio della Triennale di Monza con la Sartoria Moderna. Nel ’32 è membro del Direttorio del Sindacato Architetti, ruolo
che ricoprirà anche dal ’35 al ’40.
Nel marzo del ’31 Lingeri col gruppo comasco partecipa alla 2° Esposizione di
Architettura Razionale, a Roma presso la Galleria Bardi, esponendo il progetto
della Galleria del Milione.
è tra i fondatori del gruppo comasco M.I.A.R. (movimento italiano architettura
razionale), con il quale firmerà, nel 1933, la “casa per artista sul lago” alla Quinta
Triennale, che gli varrà il gran premio per l’architettura.
Nello stesso anno è tra i fondatori della rivista “QUADRANTE”, primo autorevole portavoce dell’astrattismo e dell’architettura razionale in Italia, con P.M.
Bardi e M. Bontempelli e “VALORI PRIMORDIALI”; tra il 1933 e il 1937 chiama
a Milano Giuseppe Terragni a collaborare nella progettazione di cinque case
d’abitazione (casa Ghiringhelli, casa Toniello, casa Rusici, casa Lavezzari, casa Rustici-Comolli).
Nel 1932 Rino Valdameri, presidente dell’Accademia di Brera, lo incarica del
progetto delle case per artisti sull’Isola Comacina.
Nel 1934 è nel gruppo vincitore al concorso per il P.R.G. di Como.
Sempre nel 1934 realizza a Como la casa Cattaneo Alchieri e, con Cattaneo,
Origoni, Magnaghi e Terzaghi la sede dell’Unione Fascista Lavoratori dell’Industria (1938-44), poi Palazzo dei Sindacati.
Dal 1935 al 1946 presenta quattro soluzioni per la nuova sede della Reale Accademia di Belle Arti di Brera, sempre su incarico di Valdameri, di cui le prime
due in collaborazione.
Nel 1937 medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale di Parigi; nello stesso anno
partecipa al Concorso per la Biblioteca cantonale di Lugano con Terragni.
Nel 1938 vengono realizzate le tre case per artista sull’Isola Comacina, dello
stesso anno il concorso per la Nuova Fiera di Milano con Bottoni, Mucchi, Pucci
e Terragni.
Nel 1939 partecipa all’esposizione al Royal Institute of British Architects a Londra con il progetto della Villa Leoni realizzato a Ossuccio.
Nella stagione dei Concorsi romani partecipa in collaborazione a quello per il
Palazzo del Littorio (1°premio) e quello per il Palazzo dei Ricevimenti e Congressi all’E.42. (1°premio)
Nel 1938 ancora Rino Valdameri lo incarica del progetto del Danteum, tempio
in onore di Dante da erigersi sulla via dell’Impero a Roma, preogetto a cui collabora anche Terragni che non vede però mai la realizzazione.
Nel 1945 è membro della Commissione consutiva per il Nuovo P.R.G. di Milano. Fra le testimonianze del dopoguerra vanno ricordate la “casa alta” a 11
piani del Q.T.8 (1950), con Zuccoli, Gran Premio per l’Architettura alla nona
Triennale, l’edificio per uffici De Angeli-Frua in Via Paleocapa del 1949; le case
ad appartamenti in via Legnano e in via M. Gioia del 1950, tutte a Milano; i
quartieri Vialba 1°, Comasina e Forlanini Nuovo, sempre a Milano.
Viene nominato presidente del Collegio degli Architetti di Milano nel 1956 e
dell’Accademia di S. Luca nel 1958; nel 1967 riceve dal Presidente della Repubblica il Premio Nazionale d’Architettura.
Una delle sue ultime realizzazioni è la sede della Finanziaria La Centrale in
Piazza Bossi, a Milano, del 1960.
Muore nel 1968 a Tremezzo.
In un condominio realizzato alla fine degli anni Quaranta, a Milano in via Sacchi
12, Lingeri vi progetta all’ultimo piano la sua abitazione e la sede dello studio,
ed è oggi che qui si trova l'archivio a lui dedicato, ideato e creato dalla nipote,
l'architetto Elena Lingeri.