Pastore Maremmano Abruzzese

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Pastore Maremmano Abruzzese
spaziare ovunque. Con le pecore stabilisce un rapporto sorprendente, specialmente se, com’è solito, è nato e cresciuto in mezzo a loro; si confonde con
esse, non usa mai la forza, ma è paziente e ostinato anche se talvolta la loro
proverbiale testardaggine tende a scoraggiare le sue iniziative. Conosce le
loro fragilità e non ne approfitta, anche perché sa che il pastore non glielo
permetterebbe. E’ amorevole con gli agnelli, dei quali assiste la nascita e resta vicino alla partoriente, l’assiste a lungo. E’ filiale verso la nutrice e, al
tempo stesso, fraterno con il nato, forse perché alla sua memoria tornano i
primi giorni della sua vita; perché, probabilmente, da una pecora è stato allattato. E’ fraterno con l’agnello, in quanto, vede in lui un “fratello di latte”, con
il quale stabilisce un rapporto strettissimo, e sul quale fin dai primi giorni di
vita inizia la sua azione protettiva, che conserverà, istintivamente, per tutta
la vita. Aiuta la madre a insegnare i primi passi ai neonati e si attarda con essi
sino al ricongiungimento con il gruppo, che nel frattempo, pascolando si è
mosso avanti. E’ più che mai accorto in questi momenti, perché qualcuno non si
avvicini al punto da diventare un pericolo. Al calar della sera, quando il gregge
spontaneamente incomincia ad avvicinarsi allo stazzo, il cane fa del suo meglio
per favorire il rientro, ma ciò non rientra nelle sue mansioni principali di guardia e difesa. I pastori, ora, ridotti di numero, avrebbero bisogno anche di un
cane conduttore, ma questo non può chiederlo al nostro cane giacché non
rientra nelle sue mansioni di, lo ripetiamo, guardia e difesa del gregge.
Foto n° 3: Cane Pastore Maremmano Abruzzese a guardia del gregge
ITALCACCIA - ITALPESCA
PER LA SCUOLA
_____________________________________________________________
Il Cane da Pastore Maremmano Abruzzese
(P.M.A.)
Origini - Storia - Uso
Il cane da pastore maremmano abruzzese è una razza canina italiana, originaria del centro Italia. Appartiene al ceppo dei grandi cani bianchi del Centro
Europa, stirpe antichissima di guardiani del gregge, arrivato in Italia dal Medio Oriente. L'area di maggiore diffusione di questa razza è piuttosto vasta:
va, infatti, dalla Provincia di Grosseto, all'alto Lazio, passando per l'Umbria
del sud, l'Abruzzo, l'Appennino Campano, il litorale molisano e la Puglia del
nord. In questa zona dell'Italia Centrale-meridionale si è evoluto come razza
a sé ed è descritta già al tempo dei Romani molto simile a quella di oggi, sia
per quanto riguarda il carattere, sia per quanto concerne l’aspetto e l’uso
come strenuo difensore del gregge nei confronti del Lupo.
Foto n° 1: Cuccioli di P.M.A. con le pecore
(per gentile concessione della Dott.ssa Innocenti Sara).
Stampato e distribuito da Italcaccia-Italpesca Toscana nel marzo 2014
Il colore del suo mantello è stato a lungo apprezzato dai pastori perché im-
pediva che, in caso di assalto dei lupi al crepuscolo, fosse scambiato per uno
dei predatori. In epoca contemporanea il Maremmano Abruzzese è ancora
impiegato contro i lupi. Un progetto prevede, infatti, di assegnare agli allevatori dei soggetti ben addestrati per difenderli da eventuali attacchi del predatore ed evitare in questo modo una nuova caccia selvaggia a quest’animale
protetto dalla legge ma sempre a rischio di estinzione.
La coda è attaccata bassa e oltrepassa il garretto. Tenuta sempre pendente a
riposo, è invece portata eretta, sulla linea del dorso, quando il cane è in allerta o è eccitato. Il bianco uniforme è il colore che lo contraddistingue. Il mantello è molto abbondante, lungo, piuttosto ruvido al tatto. Il sottopelo è abbondante durante la stagione fredda. Gli occhi non sono grandi in relazione
alla taglia del cane. Il loro colore è ocra o marrone scuro. Le orecchie sono
attaccate molto alte, a "V", sono pendenti ma molto mobili. La testa è grande
e piatta, di forma conica. Ricorda la testa dell'orso bianco. Il cranio è largo.
Lo stop è poco accentuato.
Foto n° 2: Cane Pastore Maremmano Abruzzese (fonte WIKIPEDIA).
Il pastore maremmano abruzzese è un cane da guardia del gregge, a differenza del pastore tedesco che è un cane conduttore. Oggi, quest’antico cane
“lavora” ancora per difendere le pecore dai lupi e da altri predatori in tutti i
Paesi dove questi sono tuttora presenti (Italia, Canada, Australia, USA, ecc.).
Nelle nazioni dove i pastori maremmani abruzzesi, con grande attenzione e
devozione, difendono pecore, capre e altri animali domestici, i lupi possono
ancora sopravvivere. Il Pastore Maremmano Abruzzese ha un carattere fiero
e indipendente, connotato da grande coraggio e forte senso del dovere. La
vita dura e solitaria condotta per secoli l’hanno portato a sviluppare un modo
di comportarsi speciale. Il cane da Pastore Maremmano Abruzzese vuole vivere all’aperto sia d’estate sia d’inverno, in assoluta libertà e indipendenza. Se
posto alla custodia di una casa, sceglie come giaciglio, la soglia esterna
dell’ingresso. Se alla custodia del gregge o di una mandria, sceglie la posizione
più alta rispetto agli animali, per tenerli tutti sotto il suo sguardo e controllo,
sui poggi più esposti e ventilati, o sui crinali. E’ incurante della pioggia, che
gradisce perché lava il suo mantello. Ama la neve, con la quale gioca e su cui
volentieri scava il suo giaciglio. Si sottrae volentieri alla catena. Se legato,
infatti, può diventare scontroso e sospettoso. E’ umile e sottoposto al padrone severo ma giusto ed equilibrato. Sta spontaneamente vicino ai bambini e li
protegge, gioca con loro, purché non pretendano che esso diventi un giocattolo assurdo sempre disponibile. E’ generosissimo con loro, assolutamente incapace di fare del male con proposito o premeditazione. Non è mai aggressivo,
evita lo scontro, non è attaccabrighe con i suoi simili, piuttosto scoraggia con
il suo atteggiamento chi lo fosse. La femmina in calore mantiene un suo comportamento, si concede preferibilmente a cani della sua razza che già conosce. Svolge la guardia in maniera infallibile. Aggira l’intruso mettendolo rapidamente in difficoltà; lo costringe a fermarsi alla distanza che egli ritiene di
sicurezza o a una ritirata strategica senza attaccarlo, quindi per provocare
tragedie. Non insegue mai chi torna indietro. Non da confidenza agli estranei,
da cui solitamente non si lascia avvicinare. Se intuisce che l’estraneo tenta di
catturarlo, si allontana di più, e se non può farlo, mostra i denti ringhiando in
un atteggiamento deciso e risoluto. I pastori applicano al cane il vreccale, cioè un collare di ferro battuto con aculei appuntiti e diretti verso l’esterno a
protezione del collo in caso di attacco da parte di più cani o dei lupi. Nel gregge, il cane da pastore Maremmano-Abruzzese continua a fare il lavoro per il
quale si è distinto, e s’è conquistato una fama meritata di custode gelosissimo
degli animali e proprietà a lui affidate, sino all’estremo sacrificio della vita,
capace di proteggerli dalle numerose insidie dei predatori: lupi, altri cani specie se randagi e vaganti, orsi, uomini. Storico nemico del lupo, ma anche del
ladro di bestiame, nei territori in cui l’abigeato esiste e attenta alla proprietà. In questo suo lavoro è instancabile, resistente, capace di affrontare ogni
fatica e privazione, amico inseparabile del pastore con il quale stabilisce un
rapporto apparentemente alla pari, ma in realtà di dipendenza e di sottomissione. Immobile, sceglie le alture, in mezzo alla vasta radura, perché, anche
se all’apparenza sonnacchioso e distratto, possa vedere tutto intorno a sé;
preferisce i crinali perché nei due versanti possa il suo occhio vigile e attento

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