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Identificativo Company Identificativo e rev. Saipem 078505FGLB90300 405-LA-E-83019_04 Revision Index Stato di Rev. validità N° 022608 EX-DE Company: Eni SpA Div. E&P Settore: DIME Unità:TEME/PMB 04 Localizzazione: Onshore - Basilicata - Val D’Agri STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE Area Cluster “S.Elia1 - CF7 “ ALLEGATO 3 Studio Idrogeologico e Strutturale Foglio / di 1 / 43 settembre 2012 Studio associato TERRaqua INDICE 1. INTRODUZIONE 4 2. SCOPO DEL LAVORO 4 3. DOCUMENTAZIONE TECNICA DI RIFERIMENTO 5 4. STRUTTURAZIONE DELLO STUDIO 5 5. INQUADRAMENTO GENERALE DELL’AREA 6 6. INQUADRAMENTO FISIOGRAFICO 6 7. CARATTERISTICHE GEOLOGICO-STRUTTURALI 9 8. GEOLOGIA DEL SITO SPECIFICO 14 9. CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE 16 10. LINEAMENTI TETTONICO-STRUTTURALI 19 11. ANALISI IDROGEOLOGICA 22 11.1 CARATTERISTICHE DELL’ACQUIFERO E PERMEABILITÀ 22 12. RILIEVI GEOSTRUTTURALI 24 12.1 PREMESSA 24 12.2 MODALITA’ ESECUTIVE 24 12.3 LITOLOGIA 25 12.4 - CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG1 27 12.5 CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG2 28 12.6 CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG3 29 2 Studio associato TERRaqua 12.7 CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG4 29 12.8 CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG5 30 12.9 CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG6 31 - N° 24 Figure nel testo - N° 6 Tavole fuori testo 3 Studio associato TERRaqua 1. INTRODUZIONE L’Eni S.p.A. - Divisione AGIP è impegnata, ormai da qualche anno, nell’ambito del Progetto Sviluppo Val D’Agri - Concessione Volturino per la ricerca ed estrazione di idrocarburi nel territorio del comune di Marsico Vetere e Calvello (PZ), e nella realizzazione della rete di collegamento tra le postazioni di estrazione petrolifera, finalizzata al convogliamento e trasporto del greggio sino al centro di raccolta oli della Val D’Agri, situato ad Agro di Viggiano (PZ). 2. SCOPO DEL LAVORO La Saipem Spa ha conferito l’incarico allo studio associato Terraqua di eseguire un’analisi idrogeologica e strutturale nell’area della postazione del Pozzo S.Elia/CF7. La postazione è ubicata in Alta Val D’Agri, in provincia di Potenza, alla base del M. la Civita, sul versante sinistro della valle La Calura, ad una quota di circa 870 metri s.l.m. (Fig. 1 e TAV. 1) Il report in oggetto è propedeutico alla valutazione dei rischi idrogeologici e ambientali conseguenti alle attività di perforazione per la prevista realizzazione del Pozzo S.Elia/CF7. La presenza di numerose sorgenti ed emergenze idriche importanza ambientale, idropotabile, di localizzate rilevante ad a uso valle della postazione del pozzo, necessitano, preliminarmente all’avvio delle attività di Fig. 1 – Area Pozzo S.Elia1/CF7 perforazione, di una attenta verifica delle condizioni idrogeologiche dell’area, con particolare riguardo alla Sorgente la Peschiera di Pedale, di grande importanza a livello regionale per le notevoli portate. 4 Studio associato TERRaqua 3. DOCUMENTAZIONE TECNICA DI RIFERIMENTO Relativamente all’area in esame è stata eseguita una ricerca bibliografica, ampiamente riportata in calce alla presente relazione, per verificare la situazione geologico-strutturale, idrogeologica sito-specifica, la potenzialità produttiva delle formazioni idrogeologiche presenti e le modalità di circolazione idrica sotterranea. In particolare si è fatto specifico riferimento per gli aspetti prettamente geologici e idrogeologici al materiale tecnico seguente: Saverio Marrano (1992) - Le Risorse Idriche dell’Alta Val d’Agri; Università di Catania & Regione Basilicata (1991) - Carta Geologica del bacino del fiume Agri, scala 1:50000; AA.VV. (2003) - Carta Geologica dell’Alta Val D’Agri, scala 1:25000, Escursione GIGS. V. Cotecchia, G. Nuzzo, A. Salvemini, N. A. Ventrella (1988) – Studi idrogeologici sulla Sorgente “La Peschiera di Pedale” di Marsico Vetere (PZ – Italia meridionale) nell’alta Val d’Agri. Geol. Appl. e Idrog., Vol. XXIII, 117-174. Schiattarella M., Coviello M., D’Andrea E., Francioso R. (2003) – Le risorse idriche sotterranee dell’alta val d’Agri. Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata, Potenza. Inoltre, è stato visionato il materiale tecnico progettuale dell’opera in esame per il tratto ricadente nell’area di studio, messo a disposizione da ENI E&P, ed in particolare: AGIP – Progetto Sviluppo Val D’agri, Concessione di coltivazione idrocarburi “Volturino” – Studio di Impatto Ambientale”; ENI divisione AGIP: “Integrazione allo studio di impatto ambientale nuove postazioni pozzi Agri 1 e S. Elia 1 per la riubicazione del pozzo S. Elia 1”, DOC. N. SVAG/REPS 90/2001 ENI divisione AGIP: “Studio di impatto Ambientale nuove postazioni pozzi Agri 1 e S. Elia 1”, DOC. N. SVAG/REPS 90/2001 ENI S.p.A. Divisione E&P, Unità Geografica Italia, Postazione S. Elia 1 Marsico Vetere (PZ): “Rapporto di analisi dei rischi idrogeologici e ambientali conseguenti alle attività di perforazione”, doc. n. 05-523-H1, rev. 0, maggio 2005. 4. STRUTTURAZIONE DELLO STUDIO Il presente lavoro definisce un modello idrogeologico e strutturale, sulla base dei risultati delle attività di studio effettuate (analisi geologico-strutturale, geomorfologica e idrogeologica). 5 Studio associato TERRaqua Nei paragrafi seguenti viene presentato l’inquadramento generale dell’area (Cap. 5), l’assetto geologico/strutturale generale e del sito specifico (Cap.li 7, 8 e 10), l’inquadramento geomorfologico (Cap. 9), idrogeologico (Cap. 11) e l’analisi geostrutturale (Cap. 12). 5. INQUADRAMENTO GENERALE DELL’AREA L’area di studio è situata nell’Alta Val d’Agri ed è compresa nei Comuni di Marsico Nuovo e Marsico Vetere (PZ), il cui confine ricalca il corso del T. Molinara. Ha un’estensione di circa 6,0 Km2 e presenta una morfologia prevalentemente montuosa, con quote comprese tra circa 580 m (valle sinistra del F. Agri) e 1.727 metri s.l.m. (il Monte – Mad.na di Viggiano). L’area in esame è delimitata nella porzione occidentale dal T. Molinara, a nord dall’allineamento M. Farneta – M. Serritello - M. Augustella, ad est dalle pendici meridionali de il Monte e a sud dalla piana alluvionale del F. Agri. La postazione del pozzo S.Elia/CF7/Alli2 è ubicata tra le pendici nord-occidentali del monte la Civita e quelle meridionali di Monte Corno, ad una quota di circa 870 metri s.l.m., lungo un blando rilievo che digrada verso la piana del F. Agri, poco a sud dell’incisione del torrente La Calura, in sinistra idrografica. La TAV. 1 in allegato mostra la corografia dell’area di studio, estratta dalla cartografia IGM 1:25.000, con indicata l’ubicazione della postazione di perforazione. 6. INQUADRAMENTO FISIOGRAFICO Il bacino intermontano della Val d’Agri, rappresenta una delle maggiori depressioni di origine tettonica dell’Appennino meridionale (Figg. 2-3 e Tav.1), limitato ad oriente dal gruppo montuoso del Monte Calvelluzzo-Monte Volturino-Mad.na di Viggiano, mentre ad occidente la dorsale dei Monti della Maddalena lo separa dall’attiguo bacino intermontano del Vallo di Diano. 6 Studio associato TERRaqua Fig. 2 – Modello digitale dell’alta Val d’Agri (da Autorità Interr. di Bacino della Basilicata, 2003) Fig. 3 - Mappa dell'Appennino campano-lucano con indicazione della distribuzione dei bacini intermontani e delle principali faglie quaternarie: IRF - Irpinia sud Fault; CF - Caggiano Fault; PMF - Pergola-Melandro Fault; CFF - 7 Studio associato TERRaqua Castrovillari-Frascineto Fault; PF - Pollino Fault. Il riquadro centrale indica la Val d'Agri: EAFS - Eastern Agri Faults System; FMM- Fault System Maddalena Mountains (da Maschio et al., 2007) L’area di studio è compresa nella parte settentrionale del margine orientale della depressione tettonica della Val d’Agri ed è localizzata tra gli abitati di Galaino e Villa d’Agri. In particolare, l’area è costituita dai rilievi occidentali della dorsale della Mad.na di Viggiano, e di quelli meridionali di M. Corno e di M. Serritello, che digradano verso la piana alluvionale dl F. Agri. I rilievi, costituiti da litotipi appartenenti alle Unità della piattaforma carbonatica campanolucana e al Bacino lagonegrese (sensu Scandone, 1967), si sviluppano ad altezze variabili da poco più di 1000 m s.l.m. (Monte Farneta: 1047 m s.l.m.; Monte Corno: 1128 m s.l.m., Serritello: 1184 m s.l.m.) ai 1300 metri circa di Monte La Croce (1346 m s.l.m.) fino a quote superiori ai 1700 metri (il Monte: 1727 m s.l.m.). 8 Studio associato TERRaqua 7. CARATTERISTICHE GEOLOGICO-STRUTTURALI Il territorio in esame, costituisce parte del segmento campano-lucano dell’Arco Appenninico meridionale, che rappresenta un esteso orogene a pieghe e falde di ricoprimento, generatosi a partire dall’Oligocene superiore (circa 20 Ma). Esso è costituito da unità tettoniche derivate dalla deformazione dei domini deposizionali mesozoico-terziari del paleomargine della placca africano-adriatica e, in misura minore, da unità tettoniche derivanti dalla deformazione di domini oceanici tetidei (successioni pelagiche mesozoico-terziarie, localmente associate a gabbri, basalti, serpentiniti, gneiss, localizzate nel settore occidentale del territorio in esame). Fig. 4 - Schema geologico dell’alta Val d’Agri. X-X’ = Traccia della sezione di Fig. 5 (da Cello et alii, 2003) Come sopra accennato, l'alta valle del fiume Agri è un bacino intermontano, orientato WNWESE, situato nella zona assiale dell'Appennino meridionale. Qui, un sistema di faglie quaternarie disseca la struttura preesistente, data da un sistema di pieghe e sovrascorrimenti. Tale sistema è caratterizzato dalla sovrapposizione di unità tettoniche alloctone, completamente sradicate dal loro substrato originario, e traslate verso NE sulla zona antistante la successione della piattaforma pugliese (Mostardini & Merlini, 1986; Cello et alii, 1990; Carbone et alii, 1991; Cinque et alii, 1993). In superficie, la struttura del sistema di sovrascorrimenti è dominato dalla sovrapposizione di unità tettoniche di rocce calcaree di mare 9 Studio associato TERRaqua poco profondo e di rampa di età Mesozoico-Paleogene (unità della piattaforma carbonatica s.l.) sulla unità di bacino del Lagonegro (Fig. 5). Queste ultime sono prevalentemente coinvolte in un sistema a pieghe e sovrascorrimenti con assi da NW-SE a NS (Scandone, 1972; Carbone et alii, 1991). Fig. 5 - Sezione geologica interpretativa (per la traccia vedi Fig. 4). L’assetto strutturale delle unità mesozoico-terziarie costituisce, nell’insieme, un arco con convessità verso est, rappresentato da piccole brachianticlinali ad andamento meridiano (Scandone, 1967), la cui disposizione è strettamente legata alla tettogenesi appenninica la cui attività è iniziata nel Miocene inferiore (D’Argenio et alii, 1973 e 1975) e sarebbe continuata fino al Pleistocene inferiore lungo il margine orientale dell’appennino campano-lucano (Carbone et alii, 1991; Cinque et alii, 1993). Dal punto di vista formazionale, nell’area affiorano due unità principali che risultano composte da diverse Formazioni, di seguito dettagliatamente descritte (TAVV.2 - 3): - Unità del Bacino Lagonegrese Il complesso lagonegrese comprende unità stratigrafico-strutturali prodotte dalla deformazione di successioni meso-cenozoiche prevalentemente in facies di bacino, riferibili ad un originario “Dominio Lagonegrese”, interposto tra la piattaforma interna ed esterna (Scandone, 1972). Nell’area in esame, affiorano le successioni tipicamente bacinali (Unità Lagonegrese I di Scandone, 1967), con spessori complessivi di circa 1000 metri. Inoltre, sono state riconosciute, nell’area in esame, lembi di successioni lagonegresi in raddoppio tettonico. I depositi di riempimento del Bacino di Lagonegro sono costituiti da diverse unità litostratigrafiche che, a partire dal basso, possono essere così sintetizzate: 10 Studio associato TERRaqua - Formazione di Monte Facito: successione costituita da argilliti silicifere rossastre a giacitura caotica, diaspri policromi, arenarie di colore ocra. A vari orizzonti stratigrafici si intercalano olistoliti calcarei in facies recifale, anche di notevoli dimensioni (TRIASSICO MEDIO); questa formazione affiora esternamente all’area in esame. - Formazione dei Calcari con selce (Unità di San Nicola): successione continua di calcilutiti grigie, con selce bianca e nera in liste e noduli, in strati dello spessore variabile (Fig. 6). La parte sommitale della Formazione è caratterizzata da un’alternanza di calcilutiti grigie e marne, argilliti rossastre e radiolariti rossastre. Pochi metri al di sotto del passaggio con la sovrastante Formazione degli Scisti silicei, è presente un livello costituito da fogliettate. argilliti rossastre Spessore massimo 600 metri (TRIASSICO SUP.). Fig. 6 - Formazione dei Calcari con selce Formazione degli Scisti silicei (Unità di San Nicola): successione continua di radiolariti policrome in livelli di circa 15-20 cm di spessore (Fig. 7). Nella parte alta della successione, alle radiolariti sono intercalati livelli di calcari grigi fortemente silicizzati. Spessore 70-80 metri circa (GIURASSICO). Fig. 7 - Formazione degli Scisti silicei - Formazione dei Galestri: alternanza di argilliti foliettate grigio-brunastre e calcilutiti silicifere manganesifere di colore grigio. A luoghi, si rinvengono intercalazioni di livelli marnosi grigiastri. Spessore massimo 500 metri circa (CRETACEO). 11 Studio associato TERRaqua - Formazione del Flysch Rosso (Fig.8): marne subordinatamente grigie, alternate silicifere, rossastre e verdastre e ad calcilutiti argilliti grigie, calcareniti e calcilutiti in strati di spessore medio intorno a 20-30 cm (OLIGOCENE-CRETACEO). Fig. 8 - Formazione del Flysch rosso - Unità di Piattaforma carbonatica Il Complesso panormide (Piattaforma Campano-Lucana di D’Argenio et alii, 1973) è costituito da termini triassico-cretacei in facies di piattaforma carbonatica (cd. Unità AlburnoCervati e Unità dei Monti della Maddalena). Nell’area in esame (zona più orientale di affioramento), si assiste ad una progressiva elisione dei termini basali (Trias sup. – Lias) della successione, con conseguente appoggio, sui litotipi lagonegresi, dei livelli giurassici e cretacei. L’intera successione può raggiungere i 900-1000 metri di spessore (aree occidentali del fianco destro della Val d’Agri), mentre si rilevano spessori inferiori nelle aree orientali (500-600 metri). Le unità litostratigrafiche affioranti nell’area in esame, a partire dal basso, possono essere così sintetizzate: - Calcari di colore grigio-scuro e calcari biancastri (Fig. 9), in strati dello spessore variabile (GIURASSICO); - Calcari di colore grigio-scuro e calcari biancastri in strati dello spessore variabile. In prossimità del contatto tettonico con le sottostanti Unità lagonegresi, si notevolmente dolo INFERIORE); Fig. 9 - Calcari in strati massivi (Giurassico) 12 ritrovano mitizzati wackestones (CRETACEO Studio associato TERRaqua - Calcari biancastri e grigio-nocciola (Figg. 10 – 11), in strati dello spessore di alcune decine decimetri (CRETACEO SUPERIORE); Figg. 10 -11 - Affioramenti dei calcari grigi e bianchi (Cretaceo sup.). Loc. Acqua del Cursore - Formazione del Bifurto: arenarie calcaree grigiastre e brune, alternate a argilliti marnose grigio-brune e intercalazioni di livelli di calcareniti brune, siltiti giallastre e calcari marnosi (AQUITANIANO); Occorre precisare che le unità geologiche cartografate nello studio del Cotecchia (Cotecchia et alii, 1988) come dolomie e dolomie calcarifere altamente tettonizzate appartenenti all’Unità dei Monti della Maddalena e descritte come formazioni a permeabilità per sola fessurazione, presentano, al contrario, evidenti e ben sviluppati fenomeni di carsismo superficiale; inoltre, tali formazioni (affioranti in finestra tettonica, secondo Cotecchia et alii, 1988) sembrano non distinguibili dalle unità calcaree della formazione Alburno-Cervati, che le circondano. - Unità sinorogenica miocenica - Formazione di Gorgoglione: arenarie, in strati da centimetrici a metrici, alternate a peliti. La porzione mediana affiorante della successione è costituita in prevalenza da arenarie quarzoso-micaceo feldspatiche a cemento calcareo, in banchi di spessore variabile da metrici a decametrici. A luoghi, ai banchi arenacei sono intercalati livelli di microconglomerati con ciottoli di dimensioni variabili. Spessore affiorante massimo 1800 metri (TORTONIANO MEDIO-INFERIORE). Tutte le formazioni sopra definite, a luoghi, risultano obliterate dalla presenza di estese coperture continentali quaternarie costituite da depositi di varia origine ed età: depositi detritici stratificati di versante del Pleistocene inferiore e medio, a luoghi fortemente cementati e talvolta in contropendenza a seguito dell’attività tettonica; depositi fluvio-lacustri del Pleistocene medio13 Studio associato TERRaqua superiore; depositi detritici e falde detritiche del Pleistocene superiore; depositi alluvionali terrazzati, recenti ed attuali; corpi di frana. 8. GEOLOGIA DEL SITO SPECIFICO Nell’area del sito specifico, in particolare, affiorano i litotipi miocenici della Formazione di Gorgoglione, ricoperti da uno spessore variabile di coltre detritica ed eluvio-colluviale, tessituralmente e granulometricamente molto eterogenea, sciolta, costituita da elementi grossolani arenacei, calcarei e silicei, immersi in una matrice argilloso-limosa di colore brunorossastro. Tale copertura, piuttosto diffusa, si estende dalla base del versante occidentale di M. la Civita (a sud), sino a Valle la Calura, alla base del versante meridionale di M. Corno (a nord), rendendo problematica l’attribuzione dei litotipi, affioranti localmente in blocchi sconnessi (Fig.12, Formazione di Gorgoglione). . Fig. 12 - Blocco di arenaria quarzosa, grigio-bruna Questa formazione giace in discordanza sui calcari cretacei della piattaforma carbonatica, e il contatto tra le due unità è evidenziato, cambiamento sul terreno, morfologico da piuttosto repentino (Fig. 13). Fig. 13 - Contatto discordante calcari- flysch 14 un Studio associato TERRaqua Occorre precisare che, proprio nella zona della postazione del Pozzo S.Elia/CF7, a causa di una copertura pressoché continua e della scarsità di affioramenti significativi, le interpretazioni dei vari autori in letteratura sull’attribuzione dei litotipi ivi presenti a questa o quella formazione, risultano alquanto discordi: ad esempio, la Carta Geologica d’Italia, foglio 199 Potenza (Scandone, 1971) riporta per l’area del sito, la presenza della Formazione dei Galestri, così come la carta geologica allegata al lavoro di Cotecchia et alii, 1988; viceversa, la più recente Carta Geologica del Bacino del Fiume Agri (a cura di Carbone et alii, 1991, Regione Basilicata – Università di Catania) descrive per la stessa area, la presenza di una facies caotica del Flysch di Albidona, mentre la Carta Geologica dell’Alta val d’Agri in scala 1:25000, (Escursione GIGS, 2003), classifica tali litotipi come appartenenti alla Formazione di Gorgoglione (così come nel presente lavoro). In definitiva, proprio per l’area interessata dalla realizzazione del Pozzo S.Elia/CF7, esistono tuttora interpretazioni ed attribuzioni diverse da parte dei vari autori, sulla natura dei depositi silicoclastici, flyscioidi, in appoggio discordante sui sottostanti calcari della piattaforma carbonatica. La sezione geologica interpretativa X-X’ di TAV. 3 mostra la situazione ipotizzata al di sotto della postazione S. Elia/CF7. 15 Studio associato TERRaqua 9. CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE L’alta Val d’Agri è un bacino intermontano di origine tettonica ubicato lungo la zona assiale della catena sud appenninica (Fig. 2). I numerosi studi recenti hanno dimostrato che la genesi e l’evoluzione del bacino sono legate a strutture tettoniche complesse che si sono attivate, nel corso del pleistocene, con differenti cinematiche (Di Niro & Giano, 1995; Giano et alii, 1997; Schiattarella et alii, 1998; Cello et alii, 2000). Le forme del rilievo ed i caratteri morfostrutturali sono già stati studiati con dettaglio lungo l’intera fascia nord-orientale dell’alta valle, interessata in maniera vistosa dalle strutture della deformazione fragile quaternaria (Di Niro & Giano, 1995; Giano et alii, 1997; Giano et alii, 2000; Cello et alii, 2000). L’evoluzione tettonica del bordo nord-orientale è legata alla riattivazione mediopleistocenica, in regime estensionale, di faglie bordiere orientate in direzione all’incirca N120°, già attive nel pleistocene inferiore come strutture trascorrenti con senso di taglio sinistro. Tali faglie mostrano maggiore espressione morfologica lungo l’allineamento Galaino-Marsico Vetere-Viggiano (Fig.14). Fig. 14 - Schema delle faglie quaternarie dell’area della Val d’agri (modificato da Cello et alii, 2003). Lungo la stessa direttrice strutturale, brecce di versante infrapleistoceniche sono vistosamente coinvolte nei processi di fagliamento, così come evidenze di tettonica recente o attiva sono confermate da faglie che hanno dislocato corpi detritici di versante con paleosuoli, la cui datazione radiometrica ha fornito età comprese tra 40.000 e 20.000 anni (Di Niro & Giano, 1995; Giano et alii, 1997; Schiattarella et alii, 1998; Giano et alii, 2000). 16 Studio associato TERRaqua La ricostruzione morfo-evolutiva risulta caratterizzata da quattro stadi morfogenetici, legati a contesti climatici non dissimili tra loro, ed altrettanti eventi tettonici dal Pliocene superiorePleistocene inferiore alla parte iniziale del Pleistocene medio. L’analisi di campagna, il riconoscimento e l’interpretazione delle principali forme del rilievo e dei depositi ad esso associati, ha permesso di riconoscere che l’evoluzione geomorfologica quaternaria dell’area è stata fortemente condizionata dall’assetto tettonico-strutturale delle formazioni presenti e dalle variazioni climatiche quaternarie. Tale studio è stato intergrato dai dati provenienti dall’analisi ed interpretazione di foto aeree e dallo studio dei caratteri litostrutturali e dei depositi quaternari e del loro stato di deformazione. In particolare quest’ultima analisi, ha permesso, anche sulla base dei dati già riportati nell’ampia letteratura di cui alla bibliografia inserita alla fine del presente documento, la ricostruzione delle principali direttrici tettoniche che sembrano aver condizionato l’intera area (TAV. 3). Gli elementi tettonici, con orientazione N120°, vengono considerati i responsabili della strutturazione del bordo del bacino attivandosi durante più eventi deformativi; tali lineamenti sono anche quelli che hanno dislocato l’elemento morfologico più antico presente nell’area e costituito da una superficie a debole energia di rilievo i cui lembi sono ancora riconoscibili alla sommità dei rilievi principali (Di Niro & Giano, 1995). La presenza di altri lineamenti tettonici, con orientazioni NS, EW e antiappenniniche, sono testimoniate da faccette triangolari e trapezoidali riconoscibili a Monte Corno, Monte Serritello e a Monte La Civita o dalla particolare disposizione delle aste fluviali di ordine minore (Torrente Molinaro, Torrente Salicone), o dalla presenza di particolari elementi morfologici quali vallecole sospese ed allineamenti di creste e selle. Tutta l’area risulta interessata da processi legati all’azione delle acque correnti superficiali, con canali incisi e con solchi di approfondimento lineare e valli asimmetriche e dal profilo a V; depositi associati a tale processo sono anche le estese conoidi alluvionali presenti alla base del Torrente Molinaro e del torrente Acqua del Cursore. Quest’ultimo ha inciso fortemente i calcari, creando una tipica morfologia “a forra”, caratterizzata da piccole cascate (Fig. 15). Alla gravità sono invece collegati i corpi di frana (quiescenti e attivi) e le estese falde detritiche e depositi detritici stratificati presenti principalmente lungo la porzione inferiore dei versanti sudoccidentali di M. Serritello e della dorsale M. la Croce – M. Mad.na di Viggiano (Fig. 16). In alcuni casi tali depositi risultano, come precedentemente specificato, coinvolti in deformazioni legate alla tettonica quaternaria. 17 Studio associato TERRaqua Fig. 15 – Cascata lungo l’incisione del torrente Acqua del Cursore Fig. 16 – Detriti stratificati di versante che ricoprono le pendici occidentali di Monte Serritello. Molto sviluppata è la morfogenesi carsica, con varie forme tipologiche legate all’intensità dei processi di dissoluzione e alle caratteristiche tessiturali e mineralogiche dei calcari interessati (Figg. 17-18-19). Fig. 17 - Calcari notevolmente carsificati (campo di pietre), sul versante sudoccidentale di M. la Civita 18 Studio associato TERRaqua Figg. 18-19 - Fenomeni di dissoluzione carsica nei calcari cretacei di Monte la Civita 10. LINEAMENTI TETTONICO-STRUTTURALI Come accennato nei precedenti capitoli, l’assetto strutturale delle unità mesozoico - terziarie costituisce un arco con convessità orientale, rappresentato da piccole brachianticlinali ad andamento meridiano (Scandone, 1967), la cui disposizione è strettamente legata alla tettogenesi appenninica la cui attività è iniziata nel Miocene inferiore (D’Argenio et alii, 1973 e 1975) e sarebbe continuata fino al Pleistocene inferiore lungo il margine orientale dell’appennino campano-lucano (Carbone et alii, 1991; Cinque et alii, 1993). Gli elementi tettonici, con orientazione N120°, vengono considerati i responsabili della strutturazione del bordo del bacino attivandosi durante più eventi deformativi; la presenza di altri lineamenti tettonici, con orientazioni N-S, E-W e antiappenniniche, sono testimoniate da elementi geomorfologici e idrografici (faccette triangolari e trapezoidali, disposizione delle aste fluviali di ordine minore, allineamento vallecole sospese, creste e selle). Alla gravità sono invece collegate le estese falde detritiche ed i depositi detritici stratificati che, talora, risultano coinvolti in deformazioni legate alla tettonica quaternaria. La Fig. 20 riporta lo schema delle lineazioni tettoniche dell’area in esame: 19 Studio associato TERRaqua Fig. 20 - Schema tettonico - strutturale dell’area (per il significato dei simboli si rimanda alle TAVV. 2 e 3) L’assetto tettonico-strutturale dell’area risulta fortemente condizionato dalla presenza di faglie e sovrascorrimenti con direzioni appenniniche ed antiappenniniche, e subordinatamente da sistemi con direzioni circa NS ed EW; sono presenti inoltre ricoprimenti tettonici, discordanti, morfologicamente articolati, tra i flysch miocenici e le unità cretacee della piattaforma carbonatica (TAV. 2). In particolare possono essere effettuate le seguenti considerazioni: - lungo i contrafforti sud-occidentali de Il Monte e di La Civita, sono riconoscibili una serie di faglie dirette e transtensive, con direzione appenninica, che ribassano la struttura carbonatica, con un sistema a gradoni, verso la valle del F. Agri; sovente tali faglie sono caratterizzate da una ampia fascia cataclastica (Fig. 21); 20 Studio associato TERRaqua Fig. 21 - Cataclasite nei calcari di monte la Civita - tali faglie sono dislocate ortogonalmente da lineamenti tettonici minori che dissecano il versante e sui quali si impostano i tributari di sinistra del F. Agri; - lungo il fianco destro della valle del Torrente Molinara, sono riconoscibili alcuni ‘thrust’ che hanno portato alla sovrapposizione delle unità della successione lagonegrese; il Torrente Molinara stesso, che si imposta sulla Formazione dei Galestri, risulta delineato da linee tettoniche riconoscibili anche da foto aerea; - il sito della postazione del Pozzo è prossimo ad una lineazione tettonica minore ortogonale al versante, interpretabile dal contatto discordante tra i litotipi flyscioidi miocenici e i calcari cretacei di piattaforma. L’intenso grado di fratturazione lungo le fasce corrispondenti alle principali lineazioni tettoniche e l’elevato grado di carsismo riscontrato in numerosi affioramenti nei rilievi calcarei, condiziona fortemente la permeabilità dei litotipi che costituiscono l’acquifero principale, essendo tali litotipi caratterizzati da una permeabilità di tipo prevalentemente secondario (per fessurazione e carsismo). Anche l’analisi di dettaglio delle condizioni strutturali e geomeccaniche, eseguite in n° 6 stazioni di rilievo geostrutturale, ha evidenziato un notevole grado di fratturazione dei litotipi affioranti (Allegato 1). 21 Studio associato TERRaqua 11. ANALISI IDROGEOLOGICA L’assetto idrogeologico della zona in esame è stato definito attraverso una prima ricerca bibliografica, una successiva raccolta di informazioni presenti in letteratura ed un rilievo di campagna, mirando all’individuazione delle caratteristiche fondamentali degli acquiferi dell’area quali le caratteristiche di permeabilità, le principali zone di alimentazione, i contatti stratigrafici o tettonici rilevanti e le emergenze idriche correlate. L’idrografia superficiale è costituita essenzialmente dall’asta principale del Torrente Salicone Acqua del Cursore, Torrente Molinara e del Vallone La Calura, che solcano il bacino scorrendo rispettivamente con direzione da NE- SW e N-S, a monte della postazione del pozzo S.Elia/CF7/Alli2. 11.1 CARATTERISTICHE DELL’ACQUIFERO E PERMEABILITÀ La geologia dell’area evidenzia come il sottosuolo sia formato da formazioni rocciose appartenenti al complesso della piattaforma carbonatica campano-lucana e a quello della Successione Lagonegrese. Una suddivisione per classi dei terreni presenti, può essere sinteticamente così descritta: Classe 1: a)Terreni a permeabilità variabile, mediamente bassa; b)Terreni a permeabilità variabile, mediamente alta; Classe 2: Terreni a permeabilità bassa; Classe 3: Terreni a permeabilità medio-bassa; Classe 4: Terreni a permeabilità medio-alta. Classe 5: Terreni a permeabilità alta. Classe 1 In questa classe sono state inseriti i depositi alluvionali e fluvio-lacustri e le coltri colluviali prevalentemente limoso-argillose, con permeabilità mediamente bassa (sottoclasse a) Viceversa, la sottoclasse b, costituita da detriti di versante, brecce più o meno cementate e conoidi alluvionali, possiede una permeabilità variabile, mediamente alta. Quando la loro potenza ed estensione è rilevante, essi acquistano notevole importanza da un punto di vista idrogeologico, poiché sono sede di falde relativamente estese. Classe 2 All’interno della classe 2 sono stati inseriti i litotipi appartenenti alla Formazione dei Galestri, del Flysch Rosso e della Formazione di Gorgoglione. Queste formazioni presentano una 22 Studio associato TERRaqua permeabilità bassa per la presenza di prevalenti strati argilloso-marnosi, con spessori e continuità tali da impedire il deflusso delle acque. Localmente, in presenza di intercalazioni arenacee e di intensa fratturazione, può sussistere una modesta permeabilità. Classe 3 Questa classe è rappresentata dalla Formazione degli Scisti Silicei e dalla Formazione del Bifurto, caratterizzate da una permeabilità media e medio-bassa, in relazione alla prevalenza di litotipi silicei; localmente, in presenza di litofacies marcatamente calcaree, e/o fratturate, può instaurarsi una discreta circolazione ipogea. Classe 4 In questa classe rientrano i litotipi delle Formazioni dei Calcari con selce, i quali presentano una permeabilità secondaria medio-alta per fessure e canali. La circolazione avviene lungo faglie, diaclasi e giunti di stratificazione, che nel tempo tendono ad allargarsi ad opera dell’azione chimica di dissoluzione delle acque circolanti. Classe 5 In questa classe rientrano i litotipi delle Unità calcaree della piattaforma carbonatica, i quali sono caratterizzati da una permeabilità elevata, in relazione alla presenza di litofacies calcaree e, subordinatamente, dolomitiche. La permeabilità è essenzialmente di tipo secondario, per fessurazione e carsismo. La maggior parte dell’area è caratterizzata da una buona permeabilità legata essenzialmente alla presenza dei Calcari della Piattaforma Carbonatica s.l., che costituiscono la grande riserva idrica del bacino. Il rilevamento sul campo e l’analisi strutturale hanno confermato le caratteristiche di permeabilità desunte sul base litologica delle varie formazioni, mettendo però in evidenza come la fratturazione e il carsismo presente abbiano una notevole incidenza sul grado di permeabilità, che passa da una classe media-buona in calcare parzialmente fratturato ad una classe elevata in presenza di calcare intensamente fratturato e carsificato. Le principali direttrici di flusso idrico sotterraneo presentano un asse di drenaggio preferenziale verso la Sorgente Peschiera del Pedale, secondo le principali direttrici tettoniche distensive NNE-SSO. Le faglie ad andamento NO-SE cartografate possono analogamente giocare un ruolo non secondario nel guidare il flusso idrico sotterraneo dal settore perimetrale nord-occidentale del’idrostruttura carbonatica (dove verrà realizzata la postazione pozzo) verso la Sorgente Peschiera del Pedale. 23 Studio associato TERRaqua 12. RILIEVI GEOSTRUTTURALI 12.1 PREMESSA Sulla base del rilevamento geologico di dettaglio eseguito nell'area in esame, sono stati scelti i siti idonei per le analisi geostrutturali di dettaglio (RG), in corrispondenza di affioramenti rocciosi significativi delle formazioni presenti. La scelta delle stazioni di misura è stata condizionata dall’accessibilità dei luoghi, dalla presenza di estese coperture detritiche continentali quaternarie, di ampie fasce cataclasiche e/o carnificate, non geostrutturalmente rilevabili. Le stazioni di misura prescelte, ubicate come in TAV. 6, sono rappresentative dei litotipi affioranti e, in particolare, delle unità calcaree e silicee che costituiscono il locale substrato. Dei rilievi vengono fornite le rappresentazioni stereografiche delle giaciture delle discontinuità, e le analisi statistiche dei principali parametri dei giunti, quali: proiezione polare equiareale di Schmidt (poli e isodense), proiezione equatoriale equiangolare di Wulff (ciclografiche), nonché i certificati relativi ai parametri caratteristici delle famiglie di joints analizzate (tipologia, orientazione, rugosità, stima J.R.C. da profili di Barton, valutazione J.C.S. con Martello di Schmidt, stima R.Q.D., stima Volume roccioso unitario), al fine di una corretta classificazione dell'ammasso roccioso secondo Bieniawski (C.S.I.R. - RMR, 1989). L’esecuzione dei rilievi geomeccanici ha permesso di ricostruire con precisione la geometria degli ammassi rocciosi e la disposizione spaziale delle discontinuità presenti; ciò, unitamente alla valutazione qualitativa e quantitativa (anche su base statistica) dei parametri caratteristici dei giunti, ha consentito di classificare la roccia in esame secondo uno dei principali e riconosciuti sistemi di classificazione. I certificati completi dell'analisi geostrutturale, eseguita mediante programma Mecrocce ver. 2.3 della ProgramGeo, vengono riportati in appendice (Allegato 1). 12.2 MODALITA’ ESECUTIVE I rilievi geostrutturali, la cui esatta ubicazione è riportata in TAV. 6, sono stati eseguiti utilizzando uno stendimento orizzontale (scanline) di lunghezza variabile, compresa tra circa 5,0 e 8,0 metri . 24 Studio associato TERRaqua Le grandezze misurate sono quelle stabilite dalla normativa internazionale ISRM; i parametri di ingresso delle più importanti classificazioni usate nella pratica, di seguito elencati, riguardano la definizione qualitativa e quantitativa di alcune caratteristiche delle discontinuità, della matrice o dell’ammasso roccioso nel suo complesso: Tipo: indica il tipo di discontinuità attraverso uno specifico codice; Giacitura: viene espressa attraverso i valori di immersione ed inclinazione; Lunghezza (o persistenza) : lunghezza della traccia della discontinuità intersecata dallo stendimento; Spaziatura: viene inserita a fine rilievo, in sede di elaborazione dei dati, apportando una correzione matematica alla spaziatura apparente fra giunti della stessa famiglia; Apertura: è la distanza tra le pareti della discontinuità; Scabrezza: dei giunti, valutata mediante confronto visivo con i profili di Barton; Riempimento: natura e tipo di materiale di riempimento delle fratture aperte; Alterazione: valutazione del grado di alterazione delle superfici dei joints; Acqua: valutazione della presenza di acqua o grado di umidità delle discontinuità. Oltre ai parametri sopradescritti, per la roccia integra e per le principali famiglie di discontinuità rilevate, sono state eseguite misure sclerometriche (prove al Martello di Schmidt), che hanno fornito i valori di resistenza a compressione monoassiale dell’ammasso roccioso. Tali prove sono state effettuate, quando possibile, sia su superfici alterate sia su roccia “fresca”, allo scopo di ottenere indicazioni ulteriori sul grado di alterazione dei giunti analizzati. 12.3 LITOLOGIA I rilievi geostrutturali interessano i litotipi calcarei delle Unità della Piattaforma Carbonatica di età cretacica (rilievi RG1, RG5 e RG6), la Formazione dei Calcari con selce del Trias superiore (rilievi RG3 e RG4) e la Formazione degli Scisti silicei di età giurassica (rilievo RG2), di seguito dettagliatamente descritti. I parametri medi delle principali famiglie di discontinuità (stratificazione, giacitura spaziatura, persistenza, scabrezza, alterazione, apertura, riempimento, condizioni idrauliche, resistenza uniassiale, classificazione, ecc.) sono descritti nei tabulati di Allegato 1 in appendice. 25 Studio associato TERRaqua - Calcari biancastri e grigio-nocciola (UNITA’ DELLA PIATTAFORMA CARBONATICA s.l. - Cretaceo): calcari biancastri in strati di spessore molto variabile, a grana fine, calcari massivi biancastri, talora di aspetto brecciato e vacuolare (Fig. 22), a luoghi carsificato (Rilievi RG1, RG5 e RG6). Fig. 22 - Calcari biancastri di piattaforma - Formazione dei Calcari con selce del Trias superiore (rilievi RG3-RG4): successione continua di calcilutiti grigie, con selce bianca e nera in liste e noduli, in strati dello spessore variabile (Fig. 23). La parte sommitale della Formazione è caratterizzata da un’alternanza di calcilutiti grigie e marne, argilliti rossastre e radiolariti rossastre. Spessore massimo 600 metri. Fig. 23 - Strati sottili e medi della Formazione dei Calcari con selce 26 Studio associato TERRaqua - Formazione degli Scisti silicei (Giurassico): successione continua di radiolariti policrome e argilliti silicee rossastre, in livelli sottili e molto sottili (5-20 cm di spessore.). Nella parte alta della successione, alle radiolariti sono intercalati livelli di calcari grigi fortemente silicizzati. Spessore 80-150 metri circa (Fig. 24). Fig. 24 - Formazione degli Scisti silicei 12.4 - CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG1 - Litologia: Formazione dei Calcari biancastri e grigio-nocciola - Quota: 925 metri s.l.m. - Immersione/inclinazione giacitura: N75/40° - Immersione/inclinazione fronte: N250/40° - Direzione stendimento: N160 - Lunghezza stendimento: 6,0 m - CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE MEDIE DELL'AMMASSO ROCCIOSO - Peso di volume - = 25.0 kN/mc JCS medio roccia integra = 121.0 MPa - JCS medio roccia alterata = 94.0 MPa - Angolo di attrito di base = 38.0° gradi - Coesione c = 335 kPa - Volume roccioso unitario (Palmstrom, 1982) V = 0.54-1,85 mc - Rock Quality Designation Index RQD = 95 % 27 Studio associato TERRaqua - CLASSIFICAZIONE RMR - Rock Mass Rating (Bieniawski, 1989) La classificazione completa di Bieniawski (1989), detta Rock Mass Rating (RMR), si basa su un punteggio da assegnare alla roccia, ricavato dall’analisi di 5 parametri: resistenza a compressione (R1), RQD (R2), spaziatura dei giunti (R3), condizione dei giunti (R4) e condizioni idrauliche (R5). Di seguito vengono sintetizzati i risultati della classificazione: - Indice BRMR = 67 - Classe = II - Qualità dell’ammasso roccioso - Coesione = 335 (kPa) - Angolo di attrito = 38° (gradi) = Buona 12.5 CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG2 - Litologia: Formazione degli Scisti silicei - Quota: 780 metri s.l.m. - Immersione/inclinazione giacitura: N170/40° - Immersione/inclinazione fronte: N200/15° - Direzione stendimento: N75 - Lunghezza stendimento: 5,0 m - CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE MEDIE DELL'AMMASSO ROCCIOSO - Peso di volume - = 26.0 kN/mc JCS medio roccia integra = 91 MPa - JCS medio roccia alterata = 63 MPa - Angolo di attrito di base = 31.0° gradi - Coesione c = 260 kPa - Volume roccioso unitario (Palmstrom, 1982) V = 0.0003 mc - Rock Quality Designation Index RQD = 12 % - CLASSIFICAZIONE RMR - Rock Mass Rating (Bieniawski, 1989) Di seguito vengono sintetizzati i risultati della classificazione: - Indice BRMR = 52 - Classe = IV 28 Studio associato TERRaqua - Qualità dell’ammasso roccioso = Scadente - Coesione = 260 (kPa) - Angolo di attrito = 31° (gradi) 12.6 CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG3 - Litologia: Formazione dei Calcari con selce - Quota: 820 metri s.l.m. - Immersione/inclinazione giacitura: N230/40° - Immersione/inclinazione fronte: N220/35° - Direzione stendimento: N120 - Lunghezza stendimento: 5,0 m - CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE MEDIE DELL'AMMASSO ROCCIOSO - Peso di volume - = 25.5 kN/mc JCS medio roccia integra = 113 MPa - JCS medio roccia alterata = 84 MPa - Angolo di attrito di base = 36° gradi - Coesione c = 315 kPa - Volume roccioso unitario (Palmstrom, 1982) V = 0.02-0.14 mc - Rock Quality Designation Index RQD = 77 % - CLASSIFICAZIONE RMR - Rock Mass Rating (Bieniawski, 1989) Di seguito vengono sintetizzati i risultati della classificazione: - Indice BRMR = 63 - Classe = IV - Qualità dell’ammasso roccioso - Coesione = 315 (kPa) - Angolo di attrito = 36° (gradi) = Scadente 12.7 CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG4 - Litologia: Formazione dei Calcari con selce - Quota: 710 metri s.l.m. - Immersione/inclinazione giacitura: N340/50° - Immersione/inclinazione fronte: N30/50° 29 Studio associato TERRaqua - Direzione stendimento: N100 - Lunghezza stendimento: 4,0 m - CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE MEDIE DELL'AMMASSO ROCCIOSO - Peso di volume - = 25.5 kN/mc JCS medio roccia integra = 120 MPa - JCS medio roccia alterata = 90 MPa - Angolo di attrito di base = 37° gradi - Coesione c = 325 kPa - Volume roccioso unitario (Palmstrom, 1982) V = 0.0011-0.01 mc - Rock Quality Designation Index RQD = 74 % - CLASSIFICAZIONE RMR - Rock Mass Rating (Bieniawski, 1989) Di seguito vengono sintetizzati i risultati della classificazione: - Indice BRMR = 65 - Classe = IV - Qualità dell’ammasso roccioso - Coesione = 325 (kPa) - Angolo di attrito = 37° (gradi) = Scadente 12.8 CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG5 - Litologia: Formazione dei Calcari biancastri e grigio-nocciola, in strati spessi e molto spessi - Quota: 720 metri s.l.m. - Immersione/inclinazione giacitura: N305/50° - Immersione/inclinazione fronte: N170/70° - Direzione stendimento: N70 - Lunghezza stendimento: 8,0 m - CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE MEDIE DELL'AMMASSO ROCCIOSO - Peso di volume - = 25.0 kN/mc JCS medio roccia integra = 129 MPa - JCS medio roccia alterata = 114 MPa - Angolo di attrito di base = 38° gradi - Coesione c = 335 kPa - Volume roccioso unitario (Palmstrom, 1982) V = 2,91-21,08 mc 30 Studio associato TERRaqua Rock Quality Designation Index - RQD = 100 % - CLASSIFICAZIONE RMR - Rock Mass Rating (Bieniawski, 1989) Di seguito vengono sintetizzati i risultati della classificazione: - Indice BRMR = 67 - Classe = II - Qualità dell’ammasso roccioso - Coesione = 335 (kPa) - Angolo di attrito = 38° (gradi) = Buona 12.9 CARATTERISTICHE DELLA STAZIONE DI ANALISI GEOSTRUTTURALE RG6 - Litologia: Formazione dei Calcari biancastri e grigio-nocciola, in strati sottili e medi - Quota: 670 metri s.l.m. - Immersione/inclinazione giacitura: N60/55° - Immersione/inclinazione fronte: N240/30° - Direzione stendimento: N140 - Lunghezza stendimento: 8,0 m - CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE MEDIE DELL'AMMASSO ROCCIOSO - Peso di volume - = 25.0 kN/mc JCS medio roccia integra = 110 MPa - JCS medio roccia alterata = 95 MPa - Angolo di attrito di base = 37° gradi - Coesione c = 320 kPa - Volume roccioso unitario (Palmstrom, 1982) V = 0.016-0.12 mc - Rock Quality Designation Index RQD = 63 % - CLASSIFICAZIONE RMR - Rock Mass Rating (Bieniawski, 1989) Di seguito vengono sintetizzati i risultati della classificazione: - Indice BRMR = 64 - Classe = IV - Qualità dell’ammasso roccioso - Coesione = 320 (kPa) - Angolo di attrito = 37° (gradi) = 31 Scadente Studio associato TERRaqua I risultati dettagliati dei rilievi geostrutturali, completi di foto, grafici e tabelle, sono mostrati nell’Allegato 1 in appendice. Macerata, gennaio 2012 Prof. Piero Farabollini Dott. Geol. Marino Mentoni 32 Dott. Geol. Paolo Giacomelli Studio associato TERRaqua BIBLIOGRAFIA AA.VV. (2003) - Le risorse idriche sotterranee della Alta Val d’Agri. Collana editoriale di studi e ricerche, Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata, Potenza, 3, 1-495. BIENIAWSKI Z.T. (1976) – The Geomechanics Classification in rock engineering applications. Proc. 4th Int. Congr. Rock Mech., 2, 51-58. BERSEZIO R., FELLETTI F., GIUDICI M., MICELI M. & ZEMBO I. (2007) - Aquifer analogues to assist modeling of groundwater flow: the Pleistocene aquifer complex of the Agri Valley (Basilicata). Proceedings Italian National Workshop “Developments in Aquifer Sedimentology and Ground Water Flow Studies in Italy”. Memorie APAT, Roma. BIANCA M. & CAPUTO R. (2003) - Analisi morfotettonica ed evoluzione quaternaria della Val d’Agri, Appennino meridionale. Il Quaternario, 16(2), 158-170. 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ITC Journal 1983-4, 291-301. 35 Terraqua N Gruppo di lavoro: Consulenze geologiche Comune: Committente: SAIPEM S.p.A. S.Elia/CF7 Dott. Geol. Paolo Giacomelli (Responsabile) Prof. Geol. Piero Farabollini (Consulente scientifico) Dott. Geol. Marino Mentoni (analisi strutturale) Marsico Vetere (PZ) Sorg.te del Copone Oggetto: STUDIO IDROGEOLOGICO E STRUTTURALE POSTAZIONE POZZO S.Elia/CF7 Revisione n°1 Titolo: Elaborato: 1 Codice: Scala: 1:25.000 Area Pozzo S.Elia/CF7 INQUADRAMENTO TERRITORIALE Data: Idr010112/1 Gennaio 2012 20 Y’ X’ 35 30 65 20 60 Terraqua Gruppo di lavoro: 63 40 40 40 Consulenze geologiche 32 SAIPEM S.p.A. 15 30 Comune: Committente: S.Elia/CF7 40 20 Dott. Geol. Paolo Giacomelli (Responsabile) Prof. Geol. Piero Farabollini (Consulente scientifico) Dott. Geol. Marino Mentoni (analisi strutturale) Marsico Vetere (PZ) 40 45 50 Oggetto: 40 STUDIO IDROGEOLOGICO E STRUTTURALE POSTAZIONE POZZO S.Elia/CF7 Revisione n°1 45 30 55 15 Elaborato: 15 Titolo: 2 30 CARTA GEOLOGICA Codice: Scala: 1:25.000 Data: Idr010112/2 Gennaio 2012 LEGENDA DEPOSITI DELLA COPERTURA QUATERNARIA Detriti di versante, brecce cementate, accumuli di paleofrana (Olocene - Pleistocene medio) a b Depositi alluvionali attuali, recenti e antichi (a); conoidi (b) (Olocene - Pleistocene sup.) UNITA’ DEL SUBSTRATO Formazione di Gorgoglione Arenarie, in strati da centimetrici a metrici, alternate a peliti; a luoghi, sono intercalati livelli di conglomerati (Tortoniano medio-inf.) UNITA’ DELLA PIATTAFORMA CARBONATICA Formazione del Bifurto: arenarie calcaree grigiastre, alternate a argilliti marnose grigio-brune, con intercalazioni di livelli calcarenitici bruni, silititi giallastre e calcari marnosi (Aquitaniano) N 0 X Y Calcari biancastri e grigio-nocciola, in strati dello spessore variabile, in genere medi e spessi (Cretaceo sup.) Limite litologico Strati verticali 40 Faglia diretta (a tratti dove presunta) Strati rovesciati Faglia a cinematismo incerto (a tratti dove presunta) Calcari di colore grigio-scuro e biancastro in strati di spessore variabile; in prossimità del contatto tettonico con le sottostanti Unità lagonegresi, si ritrovano wackestones notevolmente dolomitizzati (Cretaceo inf.) x x’ UNITA’ DEL BACINO LAGONEGRESE Formazione del Flysch Rosso: marne rossastre, verdastre e grigie, alternate a argilliti silicifere, calcilutiti grigie e calcareniti in strati sottili (Oligocene-Cretaceo) Zona intensamente tettonizzata Formazione dei Galestri: alternanza di argilliti foliettate grigio-brunastre e calcilutiti silicifere manganesifere di colore grigio. A luoghi, si rinvengono intercalazioni di livelli marnosi grigiastri (Cretaceo) Zona intensamente carsificata Formazione degli Scisti silicei (Unità di San Nicola): successione continua di radiolariti policrome in livelli sottili, con intercalazioni di livelli calcarei grigi silicizzati (Giurassico) Sovrascorrimento Traccia di sezione geologica Ricoprimenti tettonici tra diversa unità Ubicazione Pozzo S. Elia/CF7 Giacitura degli strati (il n° indica l’inclinazione in gradi) 1km Calcari di colore grigio-scuro e calcari biancastri in strati di spessore molto variabile (Giurassico) LEGENDA 20 Scala 1:25.000 Formazione dei Calcari con selce (Unità di San Nicola): calcilutiti grigie, con selce bianca e nera in liste e noduli, marne, argilliti rossastre foliettate e radiolariti, in strati di spessore variabile (Triassico sup.) Oggetto: SEZIONE X-X’ SSE STUDIO IDROGEOLOGICO E STRUTTURALE POSTAZIONE POZZO S.Elia/CF7 Revisione n°1 NNW Titolo: Elaborato: 3 M. Corno (m 1128) m 1100 Codice: Scala: Data: Idr010112/3 1:10.000 Pozzo S.Elia/CF7 1000 SEZIONI GEOLOGICHE Gennaio 2012 1000 Valle la Calura Costa del Signore Arenara Sorgente Peschiera di Pedale (m 593) Valle F. Agri Fosso Acqua del Cursore ? m 588 ? 500 LEGENDA 500 ? ? DEPOSITI DELLA COPERTURA QUATERNARIA Detriti di versante, brecce cementate, accumuli di paleofrana (Olocene - Pleistocene medio) ? Depositi alluvionali attuali, recenti e antichi, conoidi (Olocene - Pleistocene sup.) UNITA’ DEL SUBSTRATO m 0,0 s.l.m, m 0,0 s.l.m. Formazione di Gorgoglione Arenarie, in strati da centimetrici a metrici, alternate a peliti; a luoghi, sono intercalati livelli di conglomerati (Tortoniano medio-inf.) UNITA’ DELLA PIATTAFORMA CARBONATICA Calcari di colore biancastro, nocciola e grigio-scuro, in strati di spessore molto variabile; in prossimità del contatto tettonico con le sottostanti Unità lagonegresi, si ritrovano wackestones notevolmente dolomitizzati (Giurassico - Cretaceo sup.) SEZIONE Y-Y’ SSW NNE M.te La Croce (m 1386) Coste Barone (m 1403) 1500 1500 Mass.a Bove Capo di Rupe UNITA’ DEL BACINO LAGONEGRESE Formazione del Flysch Rosso: marne rossastre, verdastre e grigie, alternate a argilliti silicifere, calcilutiti grigie e calcareniti in strati sottili (Oligocene-Cretaceo) Formazione dei Galestri: alternanza di argilliti foliettate grigio-brunastre e calcilutiti silicifere manganesifere di colore grigio. A luoghi, si rinvengono intercalazioni di livelli marnosi grigiastri (Cretaceo) Formazione degli Scisti silicei (Unità di San Nicola): successione continua di radiolariti policrome in livelli sottili, con intercalazioni di livelli calcarei grigi silicizzati (Giurassico) m 1325 Formazione dei Calcari con selce (Unità di San Nicola): calcilutiti grigie, con selce bianca e nera in liste e noduli, marne, argilliti rossastre foliettate e radiolariti, in strati di spessore variabile (Triassico sup.) S. Giovanni 1000 1000 Pozzo Faglia diretta ? Sovrascorrimento Sorgente Peschiera di Pedale (m 593) Valle F. Agri Formazione di Monte Facito: successione di arenarie e siltiti rossastre e verdognole, in strati di spessore compreso tra 20 cm ed 1 metro e livelli di argilliti silicifere rossastre. A vari orizzonti stratigrafici si intercalano olistoliti calcarei in facies recifale, anche di notevoli dimensioni (Triassico medio) Fosso Ricoprimenti tettonici m 588 ? Sorgente 500 500 ? ? m 0,0 s.l.m. ? m 0,0 s.l.m, 35 20 * 65 20 * 60 30 Terraqua Gruppo di lavoro: 63 40 40 * 32 * * 40 Consulenze geologiche S.Elia/CF7 * 50 30 Comune: Committente: 40 20 ** 15 40 ** SAIPEM S.p.A. * 45 40 45 30 55 * * * ** * 30 Marsico Vetere (PZ) Oggetto: STUDIO IDROGEOLOGICO E STRUTTURALE POSTAZIONE POZZO S.Elia/CF7 Revisione n° 1 15 15 Dott. Geol. Paolo Giacomelli (Responsabile) Prof. Geol. Piero Farabollini (Consulente scientifico) Dott. Geol. Marino Mentoni (analisi strutturale) Elaborato: Titolo: 4 CARTA GEOMORFOLOGICA Codice: Scala: 1:25.000 Data: Idr010112/4 Gennaio 2012 LEGENDA ELEMENTI GEOLOGICO-STRUTTURALI DEPOSITI DELLA COPERTURA CONTINENTALE QUATERNARIA Detriti di versante, brecce cementate Depositi alluvionali attuali, recenti e antichi LITOLOGIA DEL SUBSTRATO Rocce prevalentemente calcaree e dolomitiche Rocce prevalentemente silicee Rocce prevalentemente marnoso-pelitiche N Rocce costituite in prevalenza da alternanze arenitico-pelitiche Scala 1:25.000 0 1km TETTONICA Limite litologico LEGENDA FORME DI VERSANTE DOVUTE ALLA GRAVITÀ Quiescenti FORME CARSICHE Faglia diretta (a tratti dove presunta) Attive Pietraia carsica Faglia a cinematismo incerto (a tratti dove presunta) Nicchia di frana FORME STRUTTURALI Campo di doline Faccetta di scarpata tettonica Corpo di frana Orlo di scarpata ripida influenzata dalla struttura Falda di detrito Sella * Versante di faglia Ricoprimenti tettonici tra diversa unità FORME ANTROPICHE Lineazioni (da foto aeree) Cava FORME FLUVIALI, FLUVIO-GLACIALI E DI VERSANTE DOVUTE AL DILAVAMENTO Inattive Quiescenti Briglia, traversa 20 Attive Cascata Picco Sovrascorrimento Fosso in erosione concentrata Giacitura degli strati (il n° indica l’inclinazione in gradi) IDROGRAFIA Strati verticali Sorgente Vallecola a V Conoide alluvionale Ubicazione Pozzo S.Elia/CF7 40 Strati rovesciati 35 60 20 Terraqua 30 65 20 63 Gruppo di lavoro: 40 40 40 Consulenze geologiche 32 SAIPEM S.p.A. 15 30 Comune: Committente: S.Elia/CF7 40 20 Dott. Geol. Paolo Giacomelli (Responsabile) Prof. Geol. Piero Farabollini (Consulente scientifico) Dott. Geol. Marino Mentoni (analisi strutturale) Marsico Vetere (PZ) 40 45 50 Oggetto: 40 STUDIO IDROGEOLOGICO E STRUTTURALE POSTAZIONE POZZO S.Elia/CF7 Revisione n° 1 45 30 15 Elaborato: 55 Titolo: 5 15 30 CARTA IDROGEOLOGICA Codice: Scala: 1:25.000 Data: Gennaio 2012 Idr010112/5 LEGENDA Classi di permeabilità P - Permeabilità primaria S - Permeabilità secondaria Complessi CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5 idrogeologici permeabilità variabile, permeabilità permeabilità permeabilità permeabilità a-mediamente alta medio-bassa medio-alta bassa bassa Caratteristiche idrogeologiche b-mediamente alta Depositi alluvionali e fluvio-lacustri; coltri colluviali Detriti di versante, brecce cementate, conoidi N 0 Faglia diretta (a tratti dove presunta) Faglia a cinematismo incerto (a tratti dove presunta) Strati verticali 40 1km Presentano una permeabilità variabile, in genere bassa, in relazione al contenuto di terreni fini e medio-fini. b Questi terreni presentano una permeabilità variabile, in genere alta o medio-alta, in relazione al notevole contenuto di materiali grossolani e al locale grado di cementazione. P FORMAZIONI DEI GALESTRI, FLISCH ROSSO E GORGOGLIONE Queste formazioni presentano una permeabilità bassa per la presenza di prevalenti strati marnoso-argillosi con spessore e continuità tali da impedire il deflusso delle acque; localmente, in presenza di intercalazioni detritiche o di fratturazione elevata, può sussistere una modesta permeabilità. FORMAZIONE DEGLI SCISTI SILICEI E FORMAZIONE DEL BIFURTO Questi litotipi sono caratterizzati da una permeabilità medio-bassa, in relazione alla presenza di litotipi silicei o arenaceo-pelitici; localmente, in presenza di litofacies marcatamente calcaree e/o fratturate si può instaurare una discreta circolazione ipogea. S FORMAZIONE DEI CALCARI CON SELCE SIMBOLI GEOLOGICO-STRUTTURALI Limite idrogeologico Scala 1:25.000 a UNITA’ CALCAREE DELLA PIATTAFORMA CARBONATICA P S Strati rovesciati SIMBOLI IDROGEOLOGICI Sorgente perenne Zona intensamente carsificata Corso d'acqua perenne Ricoprimenti tettonici tra diversa unità Giacitura degli strati (il n° indica l’inclinazione in gradi) Queste unità sono caratterizzate da una elevata permeabilità, in relazione alla presenza di litofacies calcaree e dolomitiche. La permeabilità è essenzialmente di tipo secondario, per fessurazione e carsismo. Zona intensamente tettonizzata Sovrascorrimento 20 Questa Formazione è caratterizzata da una permeabilità medio-alta, in relazione alla presenza di litofacies prevalentemente calcaree. La permeabilità è principalmente di tipo secondario, per fessurazione. P S Corso d'acqua a regime stagionale Ubicazione Pozzo S. Elia/CF7 Direzione del flusso sotterraneo Terraqua Gruppo di lavoro: Rg3 Consulenze geologiche Dott. Geol. Paolo Giacomelli (Responsabile) Prof. Geol. Piero Farabollini (Consulente scientifico) Dott. Geol. Marino Mentoni (analisi strutturale) Comune: Committente: Marsico Vetere (PZ) SAIPEM S.p.A. Rg2 Rg4 S.Elia/CF7 Rg1 Sorg.te del Copone Oggetto: STUDIO IDROGEOLOGICO E STRUTTURALE POSTAZIONE POZZO S.Elia/CF7 Revisione n° 1 Titolo: Elaborato: Rg6 6 Rg5 UBICAZIONE RILIEVI GEOSTRUTTURALI Codice: Scala: 1:20.000 Data: Idr010112/6 Gennaio 2012 LEGENDA Rg5 Rilievo geostrutturale N Ubicazione Pozzo