Grazioli, civica e sordomuti insieme Trento traina la riforma delle rsa

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Grazioli, civica e sordomuti insieme Trento traina la riforma delle rsa
razioli, Civica e Sordomuti insieme
Trento traina la riforma delle Rsa
Le Apsp cittadine studiano consorzio o fusione. Zeni inizia il tour sui territori
TREI^T© Nell'ipotesi
più moderata si tratterà di un consorzio,
in quella più innovativa nascerà una sola azienda pubblica di
servizi alla persona (Apsp).
L'Apsp «Margherita Grazioli»
di Povo, l'Apsp «Civica» di
Trento e l'Apsp «Beato de
Tschiderer» non hanno avuto
bisogno di aspettare la riforma
dell'assistenza proposta dall'assessore Luca Zeni, dall'Upipa e dall'università Bocconi
per sedersi allo stesso tavolo e
programmare il proprio futuro. «Partiranno dal primo gennaio 2017», è la frase che circola tra gli addetti ai lavori di un
comparto in fibrillazione, in
cui già si parla di «fusione di
Trento» con una certa disinvoltura, finalizzata negli ambienti provinciali anche a
spingere la riforma Zeni. Se la
via è stata intrapresa, l'opzione
finale e la data di esordio del
nuovo soggetto non sono comunque ancora state fissate: il
processo potrà conoscere accelerazioni o rallentamenti in
base alle fortune della riforma
provinciale.
«Grazioli», «Civica» e «Beato de Tschiderer» sarebbero
intenzionate a sistematizzare
le collaborazioni oggi di natura più occasionale, a partire da
quelle su appalti e approvvigionamenti. Altri possibili sinergie potrebbero nascere per
quanto riguarda il personale.
La formula del consorzio consentirebbe ai tre enti di mantenere ciascuno il proprio consi-
glio di amministrazione. Con
la fusione, invece, si passerebbe da tre a un board. Alla discussione in corso non è estraneo nemmeno Palazzo Thun:
difficilmente un riassetto di
tale portata potrebbe andare
in porto senza il placet del Comune.
Via al confronti
Proprio Trento, venerdì, sarà una delle tappe della prima
giornata di confronto sui territori dell'assessore Luca Zeni,
che ha programmato nelle
prossime settimane una serie
di incontri sulla riforma dell'assistenza con Comuni, Comunità di valle, Apsp. Lo studio dell'università Bocconi ha
messo in luce proiezioni demografiche tali da suggerire
un adeguamento dell'offerta
di assistenza su scala provinciale, ma non dati economici
sui risparmi né proposte di soluzioni univoche. Il perno del
sistema, secondo la Provincia,
deve diventare in ogni comunità di valle il punto unico di
accesso (Pua), luogo della presa in carico iniziale dell'anziano e centro di indirizzo verso
la totalità dei servizi a lui dedicati, integrando anche quelli
del privato sociale. Il Pua do-
Cooperazione
Attorno a Castaido
si elabora la linea di
opposizione alla
proposta provinciale
vrebbe essere incardinato in
una Apsp per comunità di valle: l'unica, in caso di fusioni
obbligatorie con tutte le altre;
la capofila, se il piano provinciale consentisse alle altre di
sopravvivere.
Via Segantini
Il disegno trova la contrarietà del privato sociale. La Federazione della co operazione, finora esclusa dal processo di
_ elabora zinne, e confronto av-
Riassetto
viato dalla Provincia, sta mettendo a punto la propria linea.
Gli obiettivi sono chiari nelle
parole di Massimo Occello,
presidente della cooperativa
sociale Fai: «Vogliamo continuare a prendere in carico
l'anziano fin dall'inizio e non
ridurci a meri fornitori di servizi dopo che l'Apsp ha deciso
dove indirizzarlo. La riforma
ipotizzata dalla Provincia vorrebbe porci all'ultimo anello
della filiera. Inaccettabile».
Alessandro Papaf anniciis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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• L'assessore
provinciale
Luca Zeni (foto)
ha promosso
un'azione volta
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sistema
dell'assistenza
in Trentino
• La proposta
prevede una
regia unitaria in
ogni comunità
in capo a una
Apsp (unica o
capofila)
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• La
Federazione
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cooperazione
(nella foto la
reggente
Marina
Castaldo)
contesta la
proposta
provinciale
• Il nodo è il
ruolo
secondario
lamentato dal
Privato sociale
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