chimica, farmaceutica e biotech - 24 Ore System
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chimica, farmaceutica e biotech - 24 Ore System
E enti Settimanale - Anno 6 TERRITORIO | ISTITUZIONI | N° 42 Lunedì 8 luglio 2013 IMPRESE Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008 Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media ■ IL PUNTO / Secondo il BioInItaly 2013 realizzato da Assobiotech CHIMICA, FARMACEUTICA E BIOTECH Un settore che vive d’innovazione È il biotech italiano, con realtà medio-piccole molto dinamiche © Africa Studio - Fotolia.com U N L’Italia è terza in Europa el Vecchio Continente, l’Italia merita la terza posizione per numero di imprese pure biotech (248), che hanno cioè nelle biotecnologie il proprio core business, dopo Germania (397) e Regno Unito (282). Inoltre, queste realtà nella nostra Penisola aumentano (+2,5%), in netta controtendenza rispetto agli altri Paesi leader europei, che le vedono invece in calo. In compenso, quelle italiane sono aziende mediamente poco capitalizzate ed evidenziano spiccate difficoltà ad accedere al Venture capital (Vc) o capitale di rischio, da parte di intermediari finanziari specializzati. Per raggiungere, dunque, la massa critica necessaria in grado di generare innovazione e accrescere la propria competitività sul mercato, queste imprese sono fortemente orientate a raggiungere accordi di alleanza strategica tra loro o con altri partner industriali. n comparto giovane e dinamico, quello del biotech italiano, costituito da realtà diversificate: imprese dedicate (pure biotech), a capitale italiano e filiali di multinazionali, oltre che parchi scientifici e incubatori. E che, secondo il BioInItaly 2013 - il Rapporto sulle biotecnologie in Italia realizzato da Assobiotec (Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie) in partnership con Ernst & Young - continua a essere competitivo anche a livello europeo (vedi box). Spiccano le aziende dedicate alla cura della salute, ben 206 su 394 individuate. Per quanto riguarda gli altri settori di applicazione, 61 imprese operano nel segmento delle Gpta (genomica, proteomica e tecnologie abilitanti), 43 si dedicano in modo esclusivo alle green biotech, 34 sono attive nel white biotech (biotecnologie industriali), mentre 50 spaziano in più ambiti (multi core). Il fatturato dell’intero comparto, pari a 7 miliardi di euro, è in crescita del 4% rispetto al 2011. Gran parte di esso (il 73%) è riconducibile alle multinazionali con sede in Italia: quasi tutte attive nel red biotech (biotecnologie farmaceutiche), svolgono attività di ricerca nel nostro Paese e hanno un elevato numero di prodotti sul mercato. Le imprese a capitale italiano pesano, invece, sul giro d’affari per il 27%, divise tra pure biotech (19%), farmaceutiche (6%) e altre biotech (2%), entrambe italiane. L’incremento maggiore (+8%) si Nel 2012 il giro d’affari del comparto ammonta a 7 miliardi di euro con una crescita del 4%. A fatturare di più (73% del totale) le multinazionali con sede in Italia registra per le imprese pure biotech, il cui fatturato ammonta a 1,3 miliardi di euro. Localizzate prevalentemente al Centro Nord - in testa la Lombardia (129), seguita da Piemonte (43), Lazio (42), Emilia Romagna (36), Veneto (25), Toscana (24) e Sardegna (23) -, il 77% delle imprese del settore ha dimensioni micro (meno di 10 addetti) o piccole (meno di 50). La caratteristica più significativa? La capacità di innovare, come dimostrano i 319 prodotti a scopo terapeutico in sviluppo (dei quali 80 in fase preclinica, 43 in fase I, 98 in fase II e 98 in III). L’andamento è molto positivo (+35%) anche per quanto riguarda il numero di prodotti e lo stadio di sviluppo da questi raggiunto. Oncologia e neurologia si confermano le aree più presidiate. Buono, infine, il trend degli investimenti in R&S (pari a 1,8 miliardi di euro), con un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente, generati soprattutto da farmaceutiche italiane (36%), multinazionali con sede in Italia (36%), pure biotech (26%) e altre biotech italiane (2%). A conferma di questo andamento positivo, l’aumento degli addetti del settore, che raggiunge le 6.900 unità su un totale di oltre 52.000.