Scarica il testo

Transcript

Scarica il testo
Corso di Formazione per Catechisti
Anno Pastorale 2015 - 2016
I “PUNTI FERMI” PER TUTTI NELL’INIZIAZIONE CRISTIANA
di FANCIULLI E RAGAZZI
L’ORIZZONTE E I RIFERIMENTI MAGISTERIALI E PASTORALI
PER UN PROGETTO DI INIZIAZIONE CRISTIANA E DI EDUCAZIONE ALLA FEDE
In questo nostro nuovo riflettere sull' Iniziazione Cristiana di Fanciulli e Ragazzi, ci lasciamo
guidare dalla Nota pastorale del Consiglio Permanente della C.E.I. sull'iniziazione cristiana,
risalente al 23 maggio 1999.
Il testo per noi di riferimento faceva seguito alla prima parte, edita in data 30 marzo 1997 e dedicata agli
Orientamenti per il catecumenato degli adulti, e “proponeva un adattamento del Rito per l’iniziazione
cristiana degli adulti alle esigenze dei fanciulli e dei ragazzi, nel quadro della missione evangelizzatrice
della Chiesa e dell’inserimento del cammino di iniziazione nella pastorale ordinaria, offrendo criteri per
un’efficace azione di annuncio e catechesi, per una pertinente educazione alla testimonianza e per una
corretta celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione, chiedendo il coinvolgimento delle famiglie e della
comunità parrocchiale nelle scelte dei fanciulli e dei ragazzi” (cfr. premessa). Per i vescovi italiani “il
cammino così delineato e offerto alle comunità ecclesiali esige da esse una conversione pastorale che dia
il primato all’evangelizzazione e all’educazione della mentalità di fede. Esso si presenta anche come recupero delle radici più autentiche della tradizione cristiana per coniugarle con le domande dell’uomo di
oggi. La sua attuazione richiederà un impegno nuovo, ma potrà costituire, nel servizio ai più piccoli,
un’occasione di rinnovamento missionario di tutta la comunità.” (ibidem).
Nell'orizzonte: la Nota Pastorale del Consiglio Permanente della C.E.I. del 1999 nei temi seguenti:
* Il significato dell'Iniziaz. Cristiana nella Comunità (nn. 21-29)
* Gli elementi fondamentali dell'Iniziaz. Cristiana (nn. 30-37)
* I tempi e le tappe dell'Iniziaz. Cristiana (nn. 38-50)
Inoltre nell’orizzonte abbiamo
> La nota past. n° 4 del Vescovo “La carità del Vangelo” dell'ottobre 2008 (pag. 173 ss) come “ansia e
sogno di una Diaconia diffusa”.
> Il Sinodo Diocesano alle propp. 167 - 185
> Gli Orientamenti della CEI in “Incontriamo Gesù”. Punti nodali: Identità, vocazione, formazione dei Catechisti (in partic. sulla spiritualità e sulla condivisione del progetto pastorale), (pagg 100-120); “Gli
evangelizzatori nella comunità cristiana” (pagg 88-94); “Il ruolo dei genitori e dei PadriniAccompagnatori-Garanti” (pagg 95-99). Oltre a ciò ci confronteremo sui “tratti di personalità credente”
per ragazzi e giovani per cui lavorare in maniera lucida e decisa. Lo faremo nel 3° incontro di formazione, dopo aver visto un possibile “Impianto” di catechesi negli anni, nel 2° incontro.
I “PUNTI FERMI” - da considerarsi oramai “PUNTI DI NON RITORNO”
Premessa: In molti sentono il bisogno e fanno richiesta esplicita di caratterizzare i tanti modi di andare avanti con proposte condivise e “per tutti”. Il Vescovo nel 2008: “ricercate e sperimentate tutto,
purchè ci sia un miglioramento, tanto, peggio di così … ”. E’ tempo di tirare un po’ i conti e il Vescovo
stesso condivide questo tentativo.
1) Accettazione chiara del concetto e della prassi di Iniziazione Cristiana
“Per iniziazione cristiana si può intendere il processo globale attraverso il quale si diventa cristiani. Si
tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall’ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della
vita cristiana e si impegna a una scelta di fede e a vivere come figli di Dio, ed è assimilato, con il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia, al mistero pasquale di Cristo nella Chiesa”.
(FARE RIFERIMENTO ALLE ULTIME 2 PAGINE: Citazioni dalla Nota pastorale del Consiglio Permanente
sull'iniziazione cristiana, del 23 maggio 1999 e alla Nota per l’accoglienza dei Catechismi CEI del 1991)
2) La formazione cristiana dei fanciulli avviene nella famiglia e nella comunità
In questa educazione cristiana dei fanciulli e ragazzi rivive una parte non trascurabile dello spirito del
catecumenato antico: istruzione religiosa, formazione pratica alla vita morale, presenza determinante di
accompagnatori spirituali – genitori, padrini, maestri, sacerdoti –, ampio spazio dato alla preghiera personale e comunitaria, esercizio della carità e delle opere di misericordia, progressiva partecipazione alla
vita sacramentale, cultuale e religiosa della comunità cristiana.
3) La Chiesa, quindi, è soggetto e contesto dell’iniziazione cristiana
“Incontriamo Gesù” nn 64 e 73 (si potrebbero leggere alcune righe)
Secondo il RICA “l’iniziazione dei catecumeni si fa con una certa gradualità in seno alla comunità dei
fedeli” (RICA, 4), che in concreto si esprime nella famiglia, nei catechisti, padrini e accompagnatori, nel
gruppo. Perciò la comunità cristiana degli adulti è il contesto e l’esperienza portante della iniziazione dei
fanciulli e dei ragazzi.
E’ necessario quindi creare un ambiente adatto alla loro età, capace di accompagnarli nella loro progressiva crescita nella fede, in un autentico cammino di conversione personale e di adesione a Cristo. Questo
è possibile attraverso l’inserimento del fanciullo e del ragazzo in un gruppo “catecumenale”, con la
presenza di alcuni adulti (catechisti, accompagnatori, padrini), della famiglia e, almeno in alcuni momenti più significativi, della comunità tutta.
4) Il gruppo, luogo dell’incontro e di opportuna mediazione con la Chiesa
Il gruppo è l’ambiente umano in cui concretamente il fanciullo incontra e fa l’esperienza della Chiesa,
per tutti, sopratutto per I ragazzi che chiedono il Battesimo. “Poiché i fanciulli da iniziarsi sono spesso in
rapporto con qualche gruppo di compagni già battezzati, che si preparano con la catechesi alla Confermazione e all’Eucaristia, l’iniziazione è impartita gradatamente e si appoggia come su fondamento in
questo stesso gruppo catechistico” (RICA, 308).
La scelta può cadere su un gruppo catechistico esistente o su un altro appositamente formato. Qualunque sia il gruppo in cui il fanciullo catecumeno si inserisca, esso deve, per il fine che si propone, assumere una fisionomia particolare, essere cioè un gruppo ben caratterizzato ecclesialmente, accogliente, catecumenale, esperienziale. Questo gruppo deve essere capace di vera accoglienza, ecc ...
5) L’opera degli adulti e della comunità locale
Nel compiere il suo cammino di iniziazione il catecumeno, e anche chi è già stato battezzato, è accompagnato in modo particolare da alcuni adulti: il vescovo, il sacerdote, il catechista o animatore del gruppo
e i padrini. Sono persone che gli stanno accanto e interagiscono nei vari momenti dell’annuncio,
nell’esercizio della vita cristiana, nella celebrazione, rispettose del cammino del catecumeno e
dell’azione dello Spirito.
I padrini, che talora possono essere gli stessi catechisti e animatori, hanno il compito di accompagnare
da vicino il catecumeno nell’esercizio della vita cristiana e nell’inserimento nella comunità. Tutti poi –
vescovo, sacerdote, catechisti, animatori e padrini – non agiscono da soli. Si esige il coinvolgimento anche di tutta la comunità ecclesiale. Questo avvenimento può divenire l’occasione per risvegliare nella
comunità il senso delle sue origini, della necessità di una rinnovata riscoperta della propria fede.
Il ruolo della famiglia nell’iniziazione cristiana, è un ruolo tutto particolare. Spesso ci si trova in
presenza di situazioni familiari molto diverse tra loro, che esigono da parte della comunità ecclesiale e
dei suoi operatori un’assunzione di maggiore responsabilità e di ampia azione di accompagnamento.
Diversa infatti è la situazione di genitori che intraprendono con il figlio il cammino dell’iniziazione da
coloro che restano indifferenti e lasciano libero il figlio di fare la scelta cristiana.
Quali che siano le situazioni, è bene ricercare il coinvolgimento della famiglia o di alcuni suoi membri –
fratelli o sorelle, parenti... –, o di persone strettamente collegate alla famiglia.
La domanda di Battesimo per i fanciulli dovrà sempre essere accompagnata dal consenso dei genitori.
6) Elementi comuni ad ogni itinerario
Ogni itinerario di iniziazione cristiana è un tirocinio di vita cristiana. Esso deve prevedere tutti gli elementi che concorrono all’iniziazione: (cfr in calce il testo della NOTA CEI del 1999)
- l’annuncio-ascolto-accoglienza della Parola (Catechesi),
- l’esercizio della vita cristiana,
- la celebrazione liturgica e l’inserimento nella comunità cristiana.
7) I tempi e le tappe di un Cammino a carattere Catecumenale
Come per gli adulti, l’iniziazione di fanciulli e ragazzi “si protrae anche per più anni, se necessario, prima
che accedano ai sacramenti; si distingue in vari gradi e tempi, e comporta alcuni riti” (RICA, 307).
I tempi sono:
- l’evangelizzazione o precatecumenato,
- il catecumenato,
- la purificazione quaresimale,
- la mistagogia.
Le tappe o passaggi sono:
- l’ammissione al catecumenato,
- l’elezione o chiamata al Battesimo, (nel caso di battezzati, “elezione agli altri 2 sacramenti”)
- la celebrazione dei Sacramenti dell’iniziazione, cioè Battesimo, Confermazione e Eucaristia.
La prima tappa dell’itinerario è l’ammissione al catecumenato (RICA, 314-329), nella quale il fanciullo o ragazzo che vuole conoscere meglio Gesù Cristo e meglio amarlo, è accolto dalla Chiesa, con il segno della croce, ed è ammesso alla liturgia della parola.
Con questa tappa inizia il catecumenato, un tempo di vero tirocinio di vita cristiana, durante il quale il
fanciullo o ragazzo cresce nell’esperienza spirituale dell’amore di Dio e prende coscienza che è
chiamato a dare una risposta ai molti inviti del Signore.
Il tempo del catecumenato è ritmato da celebrazioni in stretta relazione con la catechesi che si va
sviluppando e secondo il metodo della traditio-redditio, come
- la “consegna” della Bibbia (storia della salvezza),
- del Simbolo della fede,
- del Padre nostro,
- delle Beatitudini, della Legge (comandamenti, precetto della carità, discorso della montagna).
Tali celebrazioni si pongono nella direzione delle tre componenti dell’itinerario catecumenale cioè:
inserire l’annuncio in una celebrazione della parola;
formare alla celebrazione con la celebrazione;
far acquisire i valori sottesi al cammino catecumenale attraverso apposite celebrazioni.
Il tempo della preparazione è ritmato anche da scrutini o celebrazioni penitenziali (RICA, 330-342).
Gli scrutini o celebrazioni penitenziali possono essere uno o più. In questo caso le formule si prepareranno sul modello di quelle del primo, ispirandosi agli scrutini degli adulti.
Se i sacramenti dell’iniziazione non si celebrano nelle solennità pasquali, gli scrutini vengono celebrati
nel tempo più opportuno (RICA, 333).
Nel tempo degli scrutini i fanciulli già battezzati che frequentano la catechesi possono celebrare il sacramento della Penitenza (RICA, 332).
La terza tappa è il vertice dell’iniziazione cristiana. Essa consiste nella celebrazione dei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia (RICA, 343-368).
In considerazione del legame con il mistero pasquale i sacramenti dell’iniziazione cristiana si celebrano
di norma nella Veglia pasquale, o in altra domenica durante il tempo pasquale (RICA, 343).
Per salvaguardare l’unità dell’iniziazione e la successione teologica dei sacramenti, “il Battesimo si celebra durante la Messa nella quale i neofiti per la prima volta partecipano all’Eucaristia.
La Confermazione viene conferita nel corso della stessa celebrazione o dal vescovo o dal sacerdote che
dà il Battesimo” (RICA, 344).
Prima della rinunzia a Satana e della professione di fede dei fanciulli catecumeni, il celebrante, secondo le
circostanze, invita alla professione di fede i genitori, i padrini e anche tutti i presenti, mediante il Simbolo
apostolico o quello niceno-costantinopolitano (RICA, 351).
Nella celebrazione il fanciullo catecumeno è accompagnato da padrino e/o madrina, rappresentante della Chiesa nel suo compito di madre, da lui scelto e approvato dal sacerdote (RICA, 346).
La data di celebrazione dei sacramenti sarà stabilita tenendo presente:
l’idoneità del fanciullo a condurre una vita cristiana proporzionata alla sua età;
lo sviluppo dell’itinerario catechistico, che deve potersi svolgere in modo ordinato, senza essere
condizionato da una data fissata precedentemente;
la necessità di prevedere dopo l’iniziazione cristiana un periodo sufficiente perché i neofiti facciano l’esperienza nella Chiesa della vita sacramentale; per questo è da sconsigliare la celebrazione dei
sacramenti dell’iniziazione a conclusione dell’anno scolastico;
l’opportunità di riunire insieme i fanciulli che devono ricevere l’iniziazione cristiana e i loro
compagni che devono completare l’iniziazione cristiana con il sacramento della Confermazione e con
quello dell’Eucaristia (RICA, 310).
Con la celebrazione del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia, non è terminato l’itinerario di
iniziazione cristiana. Inizia il tempo della mistagogia, per familiarizzarsi sempre di più con la vita cristiana e i suoi impegni di testimonianza (RICA, 369).
Con queste premesse si potrà decidere meglio anche sulla eventuale celebrazione di Cresima e Eucaristia insieme, come stanno facendo intorno agli 10-11 anni due parrocchie. Ma la questione, poi, non
sembra così rilevante, proprio per il numero delle parrocchie attualmente interessate, e perchè si vede
più importante ragionare insieme sull’ “impianto” di questo itinerario a carattere catecumenale.
Il calendario delle tappe dell’iniziaz. Cristiana quindi non potrebbe essere fissato a priori: ciascuna di esse deve corrispondere realmente al progresso nella fede del fanciullo e del gruppo, progresso
che dipende dall’iniziativa divina, ma anche dalla libera risposta dei ragazzi, dalla loro vita comunitaria e
dallo svolgimento della formazione catechistica. È compito dei responsabili del gruppo determinare in
base a questi criteri la durata dei tempi e il momento di ciascuna tappa.
Nel tempo della mistagogia i neofiti continuano la formazione penitenziale e si preparano a celebrare comunitariamente il sacramento della Penitenza, seconda tavola di salvezza dopo il Battesimo, ripresa e affinamento della corrispondenza alla grazia battesimale. Il neofita dovrà essere accompagnato dalla comunità – concretamente dal gruppo in seno al quale si è preparato – a fare proprio
l’impegno della celebrazione eucaristica domenicale e a continuare la sua formazione cristiana nell’età
della adolescenza e della giovinezza.
Non affrontiamo ora la proposta fatta da qualcuno di celebrare la Penitenza solo dopo la Cresima, come
“Nuovo Battesimo”, proponendo prima, invece, molte celebrazioni a carattere penitenziale, non ancora
sacramentali. Pensiamo sia opportuno lasciare la confessione prima della 1^ Eucaristia.
7) CONCLUSIONI: Alla ricerca dei nodi da sciogliere
Ogni Parrocchia è chiamata a scoprire al suo interno (tra i 6 punti precedenti) i nodi da sciogliere
e le cose da decidere.
Noi, riassumendo, pensiamo che per buona parte delle parrocchie possano essere i seguenti:
1) Iniziazione e non più Catechismo (o, peggio, Dottrina) che valorizzi le tre dimensioni espresse;
2) La decisa riscoperta del metodo Catecumenale (che esclude “interruzioni” nel catechismo)
3) Lavorare per una Chiesa che sia Madre e Maestra, realmente, in tutta la sua vita e proposta globale
4) I ruoli:
- Catechisti, che siano legati intimamente ai progetti, attese e speranze della comunità;
- Famiglia, che segua passo passo e assista;
- ricercare fin dall'inizio PADRINI che diventino realmente ACCOMPAGNATORI e GARANTI;
5) Istituzione delle Consegne, che nell'anno si potranno delineare anche come Tappe intermedie;
6) Le date o scadenze: non fissarle mai in anticipo, comprese 1^ Comunione e Cresima;
7) Capacità di lavorare insieme in ogni parrocchia o unità past. o vicaria per individuare I TRATTI DELLA PERSONALITA’ CREDENTE PER CUI TUTTI SI LAVORA E SI FA I CATECHISTI.
- In quest’ottica: Attenzione reale ai Progetti “di educazione alla fede” della Chiesa e di una comunità,
evitando di accontentarsi dei “sussidi” (cartacei o on-line) pre-fatti e “astratti” dalle reali situazioni.
CITAZIONI : Dalla Nota pastorale del Consiglio Permanente
sull'iniziazione cristiana, del 23 maggio 1999
Annuncio e accoglienza della Parola (catechesi)
31. - I fanciulli e i ragazzi che intraprendono l’itinerario di iniziazione cristiana solitamente
sono all’oscuro di tutto ciò che riguarda la fede cristiana. Essi hanno solo una iniziale conoscenza del cristianesimo. Chi li accoglie deve porsi a questo livello, senza dare nulla per scontato.
La finalità dell’annuncio non è tanto di trasmettere nozioni e regole di comportamento, ma di
contribuire a portare il catecumeno a:
- un incontro con Cristo vivo: i vari elementi dell’annuncio devono essere strutturati in modo
che al fanciullo risulti che Cristo oggi gli parla, lo invita alla conversione, lo chiama a condividere la sua avventura umana; da parte sua il fanciullo catecumeno accoglie questa Parola e vi
risponde con la fede, la preghiera e l’azione; si deve instaurare una vera comunicazione, un dialogo di salvezza;
- un incontro con una comunità, la Chiesa, che è in ascolto costante della parola di Cristo per seguirlo e vivere come lui;
- la scoperta che egli stesso fa parte della storia della salvezza: il fanciullo è guidato gradualmente a comprendere che è chiamato rivivere in sé la storia di Gesù e, più in generale, la storia della
salvezza in una comunità.
In questo modo egli diviene protagonista nella espressione della sua fede personale, nella partecipazione consapevole e creativa alla preghiera e alla liturgia della comunità,
nell’appartenenza responsabile e attiva alla vita ecclesiale, nella testimonianza serena e
coraggiosa negli ambienti pubblici.
32. - Il contenuto dell’annuncio ha come oggetto il racconto della storia della salvezza e in particolare della storia di Gesù. Tale storia viene raccontata non come qualcosa di lontano e ormai
concluso, ma come successione di eventi aperti, attuali, che attendono altri protagonisti.
L’anno liturgico risulta di fatto il contesto più opportuno per compiere questo annuncio narrativo e coinvolgente.
Solo successivamente sarà possibile organizzare l’annuncio attorno ad alcune verità fondamentali contenute nel Credo.
33. - Il modo migliore per arrivare all’incontro vivo con Cristo e con la Chiesa, è quello di far assumere al momento dell’annuncio una certa qual configurazione di liturgia della parola.
Il RICA sottolinea come “opportuna” quella catechesi che sia “disposta per gradi e presentata
integralmente, adattata all’anno liturgico e fondata sulle celebrazioni della parola”. Essa raggiunge due obiettivi: “porta i catecumeni non solo a una conveniente conoscenza dei dogmi e
dei precetti, ma anche all’intima conoscenza del mistero della salvezza” (RICA, 19, 1). In questo modo il momento dell’annuncio segue una dinamica propria della Chiesa antica, quella della
“traditio-redditio”.
34. - Il cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi ha trovato la sua giusta collocazione nel rinnovamento della catechesi promosso dalla Chiesa in Italia. La Conferenza Episcopale Italiana ha proposto una nuova catechesi con l’edizione, in quattro volumi, del Catechismo per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (1991). Esso è un invito per un rinnovato impegno nella pastorale catechistica, davanti alle sfide poste alla catechesi dal cambiamento culturale.
I catechismi Io sono con voi (6-8 anni), Venite con me (8-10 anni), Sarete miei testimoni (11-12
anni) e Vi ho chiamato amici (13-14 anni) costituiscono un autorevole punto di riferimento
per una pastorale che intenda affrontare la scristianizzazione sempre più estesa, che raggiunge i fanciulli e ragazzi battezzati. A volte essi, nei riguardi dei coetanei che chiedono il
Battesimo, si distinguono solo per il dono di grazia che portano in sé, ma di cui non hanno coscienza.
Questi catechismi sono un valido strumento per il gruppo di iniziazione cristiana, che raduna
insieme coloro che domandano l’iniziazione cristiana e coloro che devono completare
l’iniziazione cristiana con i sacramenti della Confermazione e dell’Eucaristia.
35. - “Coloro che rivestono un compito educativo dovranno concordemente ed efficacemente
adoperarsi perché i fanciulli, i quali hanno già innato un certo qual senso di Dio e delle cose
divine, facciano anche, secondo l’età e lo sviluppo raggiunto, l’esperienza concreta di quei valori umani che sono sottesi alla celebrazione eucaristica”. (SACRA CONGREGAZIONE PER IL CULTO
DIVINO, Direttorio per le messe con la partecipazione di fanciulli (1 novembre 1973), 9: EV 4,
2626.) Questa indicazione, proposta per la preparazione all’Eucaristia, è valida anche per tutta
l’iniziazione cristiana ed è, almeno in alcuni casi, il punto di partenza dell’annuncio.
Le celebrazioni liturgiche
36. - Componente fondamentale dell’itinerario dell’iniziazione, anche se non prima in ordine
cronologico, è quella liturgica, dove emerge chiaramente che l’iniziazione è opera di Dio, che
salva l’uomo, suscita e attende la sua collaborazione. La celebrazione non è collocata solo al
termine del percorso iniziatico, quale punto culminante costituito dai tre sacramenti
dell’iniziazione; essa accompagna tutto l’itinerario, diventando espressione della fede, accoglienza della grazia propria di ogni tappa, adesione progressiva al mistero della salvezza, fonte di
catechesi, impegno di carità, preparazione adeguata al passaggio finale.
La pratica della vita cristiana come testimonianza e missionarietà
37. - L’ascolto e l’accoglienza della Parola, come pure la celebrazione liturgica, contribuiscono a
quella conversione, a quella fede e a quello stile di vita cristiana verso cui converge tutto
l’itinerario catecumenale.
Coloro che accompagnano i catecumeni, pertanto, devono educarli a vivere la fede, assumendo
in base alla loro età gli atteggiamenti evangelici:
- l’ascolto della parola di Dio, mediante la lettura e il confronto con la Sacra Scrittura;
- la conversione, assumendo i valori e i comportamenti conformi al Vangelo: povertà di spirito,
mitezza, misericordia, purezza di cuore, fame e sete di giustizia, impegno a essere operatori
di pace, fortezza nelle avversità e nelle persecuzioni;
- la partecipazione alla liturgia della Chiesa e ai suoi gesti: stupore, adorazione, gratitudine e
rendimento di grazie per i doni di Dio, supplica e intercessione, offerta, preghiera comune con
i fratelli, canto;
- la collaborazione alle attività e ai servizi all’interno del gruppo e della comunità parrocchiale,
come la lettura e il canto nelle celebrazioni, l’attenzione delicata ai più piccoli e agli anziani, la
cura dei luoghi della preghiera;
- l’espressione pubblica della fede nelle concrete situazioni della vita: in famiglia, nella scuola,
con gli amici, nel tempo libero e nel gioco;
- l’annuncio e la testimonianza del Vangelo, rispondendo con dolcezza e rispetto a chiunque
chiede ragione della speranza che è in loro (1 Pt 3,15-16).