Introduzione alla Bibbia 1 - portale formazione cristiana

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Introduzione alla Bibbia 1 - portale formazione cristiana
Introduzione alla Bibbia 1
Modulo 4
Anno accademico: 2011/2012
Docente: Giovanni Traettino
5. ERMENEUTICA
5.1
LA MATERIA
5.1.1 Il termine
La parola ermeneutica deriva dal greco ermeneuo e significa interpretazione (cfr.
Ermes / Mercurio, il dio greco interprete dei messaggi degli altri dei).
5.1.2 Definizione:
Per ermeneutica intendiamo dunque la scienza che si occupa dell’interpretazione
della Bibbia.
5.1.3 Lo scopo
a. formulare le regole per interpretare correttamente le Scritture.
b. scoprire il significato del testo originale tenendo conto dei fattori linguistici,
culturali, di costume, geografici e storici contemporanei.
5.1.4 I presupposti
I presupposti da cui partiamo sono:
a. la necessità della rivelazione divina
b. l’ispirazione della Bibbia, rivelazione scritta di Dio
c. Autorità del Canone composto dai 66 libri dell’Antico e del Nuovo Testamento
- Esclusione degli Apocrifi.
d. la Bibbia come documento autorevole, esatto e perfettamente storico.
5.1.5 Divisione della materia
a. L’ermeneutica generale: le regole di interpretazione valide per tutta la Bibbia.
b. L’ermeneutica speciale: le regole valide solo per parabole, tipi, profezie, ecc.
5.2REQUISITI
1. Essere nati di nuovo (Giov. 3:3-5)
2. Avere un cuore umile e rotto davanti a Dio. AmarLo e riverirlo.
3. Bramare di conoscere il piano e la volontà di Dio, come è rivelato nelle
Scritture.
4. Dipendere in modo completo dallo Spirito Santo.
5. Accettare ed usare la Bibbia come regola suprema in materia di fede e di
morale.
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6. Considerare la Bibbia come il manuale del cammino cristiano personale e
comunitario.
7. Essere pronti e vigili nello spirito e nella coscienza (mente e sentimenti) per
riflettere, valutare, modificare le proprie posizioni.
8. Essere pronti ad ascoltare anche coloro che ci precedono nel Signore
(ministeri di Ef. 4).
9. Amare lo studio e l’istruzione.
5.3
STRUMENTI PER LO STUDIO
a.
b.
c.
d.
Bibbie
Dizionario biblico (è consigliato il Nuovo Dizionario Biblico – Edizioni GBU).
Chiave biblica e Concordanza
Introduzioni e Commentari (Guida alla Bibbia, Lion/Paoline; Parola del Signore I
e II)
e. Atlante
f. Vari libri di supporto: teologia, storia, archeologia, geografia, ecc.
5.4
LE SCUOLE DI ERMENEUTICA
In Neemia abbiamo il primo esempio di ermeneutica biblica: “Essi leggevano nel
libro della legge di Dio in modo comprensibile; ne davano il senso, per far capire
al popolo quello che leggevano” (Neemia 8:8 - sono i tempi di Esdra).
1. Scuola allegorica (greco allegorein = parlare intendendo un significato che
va oltre quello grammaticale - vedi anche la metafora, la parabola o
illustrazione, l’omologia, il tipo).
Questo metodo, già usato per l’esame dei miti greci, passa attraverso
l’ambiente giudaico di Alessandria d’Egitto e Filone, nell’interpretazione biblica.
Inizialmente nasce da un tentativo di lettura greca (e pagana) dell’Antico
Testamento.
Clemente di Alessandria propone quattro livelli di lettura (o di interpretazione)
della Scrittura: a) mistico b) morale e) profetico d) letterale.
Il senso letterale è il latte. Il senso allegorico è la carne.
Origene, partendo dalla divisione dell’uomo in corpo, anima e spirito,
teorizzava tre livelli di lettura: a) fisico (grammaticale) b) psichico (morale) c)
spirituale (mistico). Tutti i passi hanno certamente un senso mistico, ma non
tutti ne hanno uno letterale.
Medio Evo - Questo metodo avrebbe dominato l’orizzonte della predicazione e
dell’esegesi biblica per più di 15 secoli. Molta patristica e tutta la scolastica
furono profondamente condizionate da questa ermeneutica. La Chiesa Cattolica
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Romana sostiene ancora la validità di questo metodo. Questo metodo dà luogo
a molti abusi perché non c’è limite all’uso della fantasia e del soggettivismo.
“La piacevole arte dell’allegorizzare è dura a morire, e molti presunti
predicatori evangelici dei nostri giorni preferiscono dar spettacolo delle loro
facoltà inventive piuttosto che avanzare faticosamente lungo le vie non
spettacolari del coscienzioso lavoro svolto sui testi biblici”(La rivelazione e la
Bibbia, pag. 366).
Questo non significa che non ci siano allegorie nella Bibbia, o che non si possa
fare uso illustrativo di un passo della Scrittura. Bisogna chiarire: “un’allegoria è
un racconto composto allo scopo di istruire e deve essere perciò chiaramente
distinto dall’uso illustrativo di un avvenimento storico” (La Rivelazione e la
Bibbia, pag. 365).
2. La Scuola letterale - Il metodo letterale risale ai tempi di Esdra (Neemia 8:8)
e dell’esilio.
In ambiente cristiano, ad Alessandria d’Egitto si contrappose Antiochia. Qui
sorsero i più sani metodi di esegesi della Scrittura. I maestri più noti furono
Teodoro di Mopsuestia e Giovanni Crisostomo.
I Riformatori lo avrebbero ripreso in tutta la sua forza, anche come risultato del
risveglio dello studio delle lingue originali. Il possibile abuso di questo metodo
deriva dal rischio di attribuire più importanza alla lettera che allo spirito del
testo.
3. La Scuola pietistica
Scopo principale della lettura della Scrittura è edificare la vita spirituale del
credente. La Bibbia è un libro devozionale, e serve a spronare un’esperienza
mistica di Dio. Questo metodo nasce nel misticismo medievale e prende piede
tra i pietisti in epoca moderna. Si tratta di una reazione al rigoroso clima
teologico di Riforma e Controriforma. Esponenti maggiori: Bernardo di
Chiaravalle, Spener, Franke. Allegorismo esagerato e superficiale, dieta biblica
e teologica sono le debolezze di questa scuola.
4. Scuola liberale
Inizia alla metà del XIX secolo e segue principi di filosofia naturalistica.
Razionalismo e soggettivismo (vedi i capitoli sulla rivelazione e l’ispirazione).
• Solo gli insegnamenti che hanno valore etico/didattico hanno valore.
• Accettare tutto e solo quello che va d’accordo con “lo spirito di Gesù”.
• Sottovalutazione del soprannaturale.
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• La Bibbia è la storia della ricerca di Dio da parte dell’uomo.
• Certi atteggiamenti di Gesù e degli apostoli sono spiegabili solo come
ammissione di un concetto errato per comunicarne uno più importante.
5. La Scuola neo-ortodossa - (“teologia della crisi”, “esistenzialismo
religioso”). Pretende di essere un ritorno ai riformatori. Ha tra i suoi maggiori
esponenti Karl Barth ed Emil Brunner. Ma comprende diverse correnti.
Punti di riferimento per la loro ermeneutica:
• La scienza moderna come criterio di verità
• Accento sul rapporto personale tra Dio e l’uomo a discapito della dottrina
dell’ispirazione.
• Lettura della Scrittura in chiave esistenziale. Ad es.: Il dramma di Eva, il
sacrificio d’Isacco, ecc. Questa regola che pure ha un suo valore, rischia di
relativizzare altri passi storici, dottrinali, profetici...
• Importanza del paradosso
• Il cristianesimo è pieno di concetti assurdi.
6. Interpretazione biblica protestante
L’interpretazione classica della Bibbia in ambiente protestante si ispira a tre
criteri fondamentali:
a letterale
La maggior parte della Scrittura può essere letta e spiegata letteralmente.
b. culturale
Occorre tener conto della cultura (lingua, mentalità, costume, ecc.)
dell’autore per cogliere il senso letterale del testo per i lettori di quel tempo
e di quella cultura.
c. critico
È necessario giustificare con prove storiche, culturali, linguistiche ed
obiettive l’interpretazione che si dà ad un testo.
Applicazione
1. analisi delle parole - etimologia, analisi comparata, sinonimi;
2. analisi delle frasi - grammatica, espressioni idiomatiche, ecc.;
3. analisi del contesto - la parola e la frase illuminata dal contesto;
4. analisi di passi paralleli - esame delle dottrine e degli avvenimenti
con l’apporto di tutti i passi relativi. La Scrittura spiega la Scrittura.
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5.5
ERMENEUTICA GENERALE
5.5.1 Principi di interpretazione generale:
l.
Carattere antropomorfico delle Scritture
Dio utilizza la lingua delle sue creature per rivelare Se stesso ed il Suo
piano.
2. Carattere progressivo della rivelazione biblica
Nell’Antico Testamento la rivelazione è parziale; nel Nuovo è compiuta.
3. L’interpretazione della Bibbia ha per noi lo stesso significato che
aveva per i primi ascoltatori
4. Deporre pregiudizi e preconcetti
Non forzare l’interpretazione della Bibbia per farle dire quello che
noi vorremmo dimostrare.
5. Precedenza ad interpretazione chiara ed evidente
Il passo chiaro spiega quello oscuro.
6. Preferire l’interpretazione letterale
Dove non ci sono ragioni in contrario e lo impone il buon senso,
scegliere l’interpretazione letterale. Questo non significa che non
siano possibili altre applicazioni di quel passo alla vita cristiana.
7. Coerenza con altri passi biblici
Bisogna interpretare la Scrittura per mezzo della Scrittura. La
Scrittura non deve essere interpretata in modo che contraddica
un’altra parte della Scrittura. “Sta scritto... è altresì scritto” – Matt.
4:1-11.
8. Le verità essenziali sono chiaramente rivelate
Una dottrina basata su un solo versetto è debole.
9. Fondare le interpretazioni sulle lingue originali
Nascono equivoci dal trascurare gli originali.
10. Ammettere che ci sono passi difficili
Esempi: Luca 22:38; 1° Pietro 3:18-19; Ebrei 6:4-9; 1° Corinzi
15:29
11. Coerenza con la Scienza
Dio è uno. La verità è una. La vera scienza non è in contrasto con
la Bibbia.
12. Rapporto “omologico” tra Antico e Nuovo Testamento.
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“Per omologia intendiamo che tra due cose non vi è soltanto una
somiglianza, ma una corrispondenza reale e vitale... ; e sembra
ciò essere precisamente quello che espongono gli autori del Nuovo
Testamento” (W.J. Phythian-Adams, The Way of At-one-ment, pag.
10 e seg.).
Vale a dire che per gli autori del Nuovo Testamento “il modello dell’operato di Dio
sotto le due dispensazioni, è unico e medesimo” (A.G. Hebert, The Authority of
the Old Testament, pag. 219). “San Paolo non riandava all’Antico Testamento
soltanto per attingervi le figure retoriche appropriate: egli riandava ad esso, o
piuttosto viveva in esso, perché vi leggeva una storia di redenzione che si ripeteva
negli avvenimenti della Nuova Epoca di Cristo. Non si trattava per lui di semplice
analogia che vi fosse un nuovo Israele, ma una nuova liberazione dalla
schiavitù...” (W.J. Phythian-Adams, op. cit., pag. 10).
Un rapporto dunque di unità fondamentale, identità e corrispondenza, come per
una armonia prestabilita, tra Antico e Nuovo Testamento.
È perciò che il termine “omologia” è molto più adeguato e chiaro di termini come
“analogia”, “somiglianza” e “tipo”.
Esempi di omologia: “Il secondo Adamo”, “La progenie di Abramo”, “L’Israele di
Dio”, “Il Monte di Sion...La Gerusalemme celeste”, il materiale messianico, il
linguaggio figurato dell’Apocalisse (E.F. Kevan, La Rivelazione e la Bibbia, pag.
362).
Il principio omologico è il principio interpretativo unificatore della Bibbia. In base
ad esso noi definiamo tutta intera la Bibbia come un libro cristiano, e vediamo la
sua profonda armonia ed unità. Per esso noi vediamo che “la predisposizione
delle cose... in una dispensazione corrisponde a cose nell’altra” (E.F. Kevan, op.
cit., pag. 372). In virtù di questo principio noi comprendiamo anche che, pur
respingendo il metodo allegorico in quanto tale, consideriamo legittima la ricerca
di un significato più profondo e, per così dire, mistico della Parola di Dio, che va
oltre il senso letterale puro e semplice.
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ERMENEUTICA SPECIALE
a. Tipi e simboli
Tipo:
Per tipo si intende “la relazione preordinata e rappresentativa che
portano
certe
persone,
avvenimenti
ed
istituzioni
dell’Antico
Testamento a persone, avvenimenti ed istituzioni corrispondenti nel
Nuovo Testamento” (M.S. Terry, Biblical Hermeneutics, pag. 246).
Simbolo: È difficile distinguere il simbolo dal tipo, se non per il fatto che
mentre il tipo fa riferimento al futuro, il simbolo non ha nessuna
collocazione temporale.
Il tipo > riferimento al futuro.
Il simbolo > a-temporale.
Alcune regole:
1. Fare attenzione al punto principale e all’insegnamento principale.
2. Ogni dottrina si basi su esplicite dichiarazioni della Scrittura.
b. Profezie
L’interpretazione della profezia è il capitolo più difficile dell’ermeneutica.
I liberali negano l’elemento della predizione e conservano solo quello etico.
I conservatori li conservano ambedue.
Ci sono poi tre scuole d’interpretazione:
• la premilleniale, che segue un’ermeneutica prevalentemente letterale;
• la amilleniale, che segue una ermeneutica spirituale, quasi allegorica;
• la postmilleniale, con una posizione tra le prime due.
Alcuni principi:
1. Quando una profezia dell’Antico Testamento si trasmette nel Nuovo, la sua
forma è superata e la sua sostanza trasformata.
2. Esaminare contesto storico e circostanze in cui fu data la profezia per
distinguere quello che ha validità permanente da quello che ha valore solo
per un tempo.
3. L’adempimento della profezia non è necessariamente “meccanico”. Esso è
organico..
4. Se la profezia contiene una predizione, occorre determinare se è adempiuta,
inadempiuta o condizionata all’ubbidienza del popolo alla parola del profeta.
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5.7
TERMINOLOGIA UTILE PER LO STUDIO DELL’ERMENEUTICA
L’esegesi di un testo è la ricerca del significato originale del testo nel suo
contesto.
L’esposizione di un testo è la lettura, la comprensione e la spiegazione del testo
nel nostro contesto.
Il significato di un testo è quel che l’autore voleva che il testo dicesse. È sempre lo
stesso ed è oggettivo.
Il senso di un testo è il significato che il lettore di un testo coglie dall’interno del
suo contesto.
Il contesto originale di un testo è la situazione in cui quel testo fu prodotto e di
cui quel testo parla.
Il contesto moderno è l’insieme delle circostanze e/o della cultura che condiziona
la lettura e la comprensione del significato del testo in esame.
Ci sono vari tipi di contesto:
a. Contesto lessicale
Mira a comprendere le singole parole, le frasi ed i paragrafi alla luce dello
studio del lessico e della grammatica della lingua in cui il testo è redatto.
b. Contesto ideologico
Mira a comprendere il testo alla luce delle idee, del pensiero e della mentalità
dell’autore e del mondo nel quale viveva ed operava.
c. Situazione storica
Mira alla comprensione del quadro storico e delle circostanze in cui il testo
fu composto.
d. Forma letteraria
Mira alla comprensione della forma letteraria del materiale che leggiamo:
narrativa storica, legge, letteratura sapienziale, profezia, istruzione o altro.
Questo studio si chiama “critica della forma”.
e. Storia della composizione
Mira a conoscere
le
fasi
ed il processo
attraverso
cui
è
passata
l’elaborazione, la stesura e la definitiva composizione del testo.
Esempio: i profeti in un primo momento comunicarono oralmente le loro
profezie, che solo successivamente furono scritte. E ancora, gli avvenimenti
della vita di Gesù e le Sue parole furono prima trasmesse e ricordate
oralmente, solo successivamente scritte. Nell’accostarmi quindi ad un testo
può essere utile procedere in questo modo:
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1. Leggere il testo nel suo contesto
a. Quando fu scritto
b. Dove fu scritto
c. Per chi fu scritto
d. Perché fu scritto
Esempio: Esodo
Quando:poco dopo gli avvenimenti che narra
Dove:
sulla Terra promessa
Per chi: per il popolo d’Israele
Perché: perché fosse tramandato ai figli quello che Dio aveva fatto per
loro, e la Legge.
2. Cosa voleva dire l’autore?
3. Come l’avrebbero capito i primi lettori?
4. C’è un principio generale nel libro, nel capitolo, nel versetto?
5.8
GENERI LETTERARI
Diversi tipi di letteratura biblica e loro principi di interpretazione
I Salmi non vanno letti come le Epistole, perché sono poetici.
Un insegnamento deve essere interpretato in modo più letterale di una poesia.
1. Narrativa - Più di metà della Bibbia è storia. Dio agisce nella storia.
Domande che mi devo fare:
a. Quello che leggo m’insegna qualcosa su Dio? (carattere, principi, azioni,
ecc.).
b. Mi insegna qualcosa sull’uomo? (es.: gli uomini non sono mai visti come
perfetti).
c. Mi insegna qualcosa sul piano eterno di Dio? (es.: c’è lo sviluppo del
disegno eterno di Dio).
d. C’è qui un esempio da imitare?
e. Ci sono esempi da evitare? affinché non facciamo come fecero loro.
2.
Legge - (Esodo - Deuteronomio).
Non siamo sotto la Legge, ma sotto la Grazia.
Ci sono due categorie di leggi:
• Leggi morali: radicate nella natura eterna di Dio ed in quella radicale
dell’uomo.
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• Leggi cerimoniali: ad esempio su cibo - sacrifici - offerte che per noi non
sono valide. Furono date essenzialmente come prove dell’ubbidienza
dell’uomo.
Le prime possono avere un’applicazione diretta (es.: non
uccidere), oppure una da valutare in rapporto alle circostanze
attuali.
Le seconde: un’applicazione tipologica. Del tabernacolo è detto in
Ebrei 9:9 per es. che ha un significato simbolico (“una figura”).
•
Letteratura sapienziale – Occorre distinguere (specie per i
Proverbi) tra principi di sapienza divina (Prov. 3:5 segg.) e principi di
sapienza umana, consigli di prudenza (Prov 19:4 segg.).
L’Ecclesiaste contiene ad esempio osservazioni che danno il punto
di vista dell’uomo senza Dio. Due filoni dunque.
3.
Poesia:
a. linguaggio spesso figurativo. Da non prendere dunque come base letterale
per la definizione di dottrine.
b. molta ripetizione - Parallelismo - Le stesse cose considerate o descritte in
una luce di volta in volta diversa. Non commettere l’errore di una
interpretazione esclusivamente letterale.
c. Esperienze di vita - Il rapporto umano - Dio.
d. Elemento profetico (es.: Salmo 22 - E ancora: Pietro in Atti 2 cita Salmo
16:8-10
e
dice
che
Davide,
essendo
profeta,
parlò
di
Cristo.
I Salmi profetici hanno spesso più di uno strato di significato. Es.: Salmo
110. È il più citato nel Nuovo Testamento: “Il Signore disse al mio
Signore…”.
4.
Profezia
Lo spirito del profeta è sottomesso al profeta. Ma può capitare di profetizzare
senza rendersene conto. Ovviamente profetizzare non è solo predire il futuro.
Principio chiave: 1° Pt 1:10-12
a. Buona parte delle profezie era destinata a noi.
b. I profeti indagavano, facendo ricerche ed investigazioni.
Non tutta la visione era quindi chiara nell’Antico Testamento. Stiamo
dunque attenti con gli schemi. Anche nel Nuovo Testamento “in parte
profetizziamo”.
c. Possiamo dividere le profezie in 3 categorie:
• Storiche - adempiutesi durante la vita del profeta. Qui i principi di lettura
sono gli stessi della narrativa.
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•
•
Relative alla prima venuta di Cristo e alla Chiesa - sono una fonte
importante per capire meglio Gesù, la morte, la resurrezione, noi, ecc. (Es.:
Isaia 53 - Molte profezie che parlano di Gerusalemme, sono di fatto riferite
a noi).
Profezie escatologiche - Vale qui il principio degli adempimenti multipli:
adempimento spirituale, fisico, ecc.
Sovrapposizione.
• Le profezie della fine non sono date perché facciamo schemini.
• La profezia non è chiaroveggenza.
• Per il futuro si tratta di una dichiarazione di quello che Dio intende
fare.
•
Se facciamo degli schemi, corriamo il rischio dei farisei, che a
causa dei loro schemi non ricevettero Gesù. Queste profezie ci sono
date per darci i traguardi della visione in rapporto alle intenzioni di
Dio. L’uso dei tempi per i verbi è importante nelle profezie.
5.
Istruzione – Contesto
Come l’avrebbero capita.
Il nostro problema è di metterla in pratica.
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