conquiste - CISL Scuola Ravenna

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conquiste - CISL Scuola Ravenna
conquiste dellavoro
“I
l governo nazionale non ha fatto il possibile
per intervenire con determinazione sulla vertenza di Accenture, a questo punto i 262 lavoratori
riceveranno le lettere di licenziamento, nella crisi
che sta soffocando la città di Palermo, non possiamo tollerare la perdita anche di un solo posto di
lavoro”. Ad affermarlo Mimmo Milazzo, segretario
Cisl Palermo Trapani; e Francesco Assisi segretario
Fistel Cisl Palermo Trapani, dopo il tavolo al Mise
sulla vertenza relativa al call center palermitano.
ANCHE
ON LINE
T
ra Indesit e sindacati verifica ieri degli accorsi
siglati lo scorso 3 dicembre, precedente l’acquisizione da parte di Whirlpool. L’incontro era
stato chiesto da Fim, Fiom e Uilm. L’azienda ha
spiegato che dall’inizio dell’anno sono stati investiti 24 milioni di euro degli 83 milioni complessivi previsti nel piano triennale 2014-2016, per il
rinnovo quasi totale della gamma di prodotti a
più alto valore aggiunto realizzati in Italia, in termini sia di prestazioni che di competitività.
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Anno 66 - N. 226
MERCOLEDÌ 8 OTTOBRE 2014
Quotidiano della Cisl fondato nel 1948 da Giulio Pastore ---------- ISSN 0010-6348
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Accenture, Cisl e Fistel: Indesit, piano va avanti
palla al governo nazionale Già investiti 24 milioni
Questa mattina alle 10 a Roma presso l’Auditorium del Lavoro
il Consiglio Generale elegge il nuovo segretario generale della Cisl.
La riunione, aperta alla stampa, sarà trasmessa
in streaming da Labor Tv sul sito http://www.cisl.it
Come si cambia
Furlan: nuovo percorso
nei rapporti con il Governo
Renzi: con i sindacati
sorprendenti punti d’intesa
I
nizia forse un nuovo percorso nelle relazioni tra Governo e parti sociali. “Finalmente uno spiraglio per discutere di come ridare speranza al Paese”, ha detto il
segretariogeneraleaggiuntodella Cisl,AnnamariaFurlan, nellaconferenzastampaseguita al vertice di ieri mattina a Palazzo Chigi tra
il premier Renzi e i sindacati confederali. Già
previstinuoviincontriconilministrodell’Eco-
nomiaPadoaneconilministrodelLavoroPoletti. Furlan ha spiegato che la priorità per la
Cisl è trovare risorse per lo sviluppo attraverso tagli agli sprechi nella spesa pubblica e
unalottapiùdecisaall’evasionefiscale econtributiva. E alla fine Renzi riconosce: con i sindacati ci sono sorprendenti punti di intesa.
Gagliardi a pagina 4
Social Room
Vertenze in “in tre T”: il punto sul futuro
Sicurezza,
sblocco Renzi-sindacati di Ast Terni, Ilva Taranto e Termini Imerese
delle ”tre t”. Una sigla che riunisce tre delle principali vertenze aperte
retribuzioni dialogo difficile einemergenze
questo Paese: Acciaierie Speciali Terni, Ilva di Taranto e Termini Imerese. Autore
del neologismo è il presidente del Consiglio che ieri in occasione dell’incontro a
in manovra ma necessario Palazzo
Chigi con i vertici di Cgil Cisl Uil ha insistito sull’importanza di superare queste
L
I
l Governo mantiene la parola sulla sicurezza: nella
legge di Stabilità sarà inserito lo sblocco delle retribuzioni del comparto. Soddisfatti i sindacati, che aprono al confronto sulla riorganizzazione del settore.
Storti a pagina 4
S
arà anche vero che i
sondaggi
premiano
Renzi ma, in rete e nei social media, il clima è ben
diverso. E anche sul dialogo sociale l’atteggiamento del Premier non convince.
Benvenuti a pagina 8
Germania, male industria
e auto: rischio recessione
L
a locomotiva tedesca rischia di innestare la retromarcia. I segnali sono molteplici, a cominciare dalla frenata
“massiccia” della produzione industriale, scesa del 4% ad
agosto (a fronte di previsioni di -1,4%) che, secondo il capo economista per la Germania di Unicredit, Andreas Rees, mette seriamente “a rischio il rimbalzo del Pil nel terzo
trimestre”. Considerando che nel secondo periodo del
2014 il Pil tedesco aveva registrato un -0,2%, un nuovo
segno negativo porterebbe la Germania tecnicamente in
fase recessiva. A preoccupare gli analisti è soprattutto il
mercato auto. Ad agosto, la produzione in questo comparto è crollata del 25%: non succedeva dal giugno del 1984.
crisi vertenziali e non solo. Il punto nello speciale alle pagine interne.
Servizi alle pagine 2 e 3
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MERCOLEDÌ 8 OTTOBRE 2014
e emergenze delle ”tre T”. Una sigla che riunisce tre delVertenze oltre lo slogan. LSpeciali
le principali vertenze aperte in questo Paese: Acciaierie
Terni, Ilva di Taranto e Termini Imerese. Autore
Farina (Fim): del
neologismo è il presidente del Consiglio, Matteo Renzi,
ieri in occasione dell’incontro a Palazzo Chigi con i verti”Ilgoverno che
ci di Cgil Cisl Uil ha insistito sull’importanza di superare ”inqueste crisi vertenziali. Una consapevolezza che il
metta sui tavoli sieme”
sindacato ben accoglie e auspica venga seguita da fatti, cocommenta la categoria dei metalmeccanici cislini. ”Il
anche qualche me
presidente del Consiglio indubbiamente coglie tre delle
più gravi dell’industria italiana - commenta Giuprogetto in più emergenze
seppe Farina, segretario generale Fim Cisl -. Tavoli su cui
attivamente impegnati a trovare soluzioni e prospetdi politica industriale” siamo
tive solide, la nostra disponibilità c’è tutta”. Ma un cambio
di passo può avvenire solo se anche dall’Esecutivo arriva
un contributo più tangibile. ”Quello che emerge con chiarezza - aggiunge Farina - è che ognuna di queste vicende ha
bisogno di un ruolo del governo diverso che non ci ricordi
solo le emergenze ma che metta in campo delle politiche
che possano sostenere il rilancio dell’Ilva, il perfezionamento nelle prospettive dell’Ast di Terni e anche una soluzione industriale per Termini Imerese. Le possibilità ci sono, c’è però bisogno che il governo oltre a gestire i tavoli ci
metta pure qualche progetto in più in termini di politica
industriale e di sostegno a queste aziende”. A questo punto sono ben accetti contributi di qualunque tipo, purché
efficaci e rapidi: c’è un’enorme platea di lavoratori e di famiglie ridotte allo stremo che non può più attendere. E anche le lettere dell’alfabeto sono quasi finite.
Silvia Boschetti
Viaggio nella crisi. “Dobbiamo occuparcene insieme”, dice il premier Matteo Renzi. Termini Imerese, Ast di Terni
Ildeclinodell’industria
conquiste del lavoro
l'inchiesta
C
on i leader sindacali
ricevuti di prima mattina a Palazzo Chigi
Matteo Renzi non ha
nascosto la sua apprensione per le sorti dell’Ast. ”Sono molto preoccupato”, ha
detto a Furlan, Camusso e
Angeletti il premier, secondo cui è fondamentale che
il secondo forno ”resti acceso”, anche se ”gli accordi si
fanno in due”.
La prospettiva di un licenziamento di massa fa paura a
tutti. Non a caso Renzi, mai
tenero con i sindacati, stavolta si è prodotto in un appello allo spirito di squadra: “Su questo siamo tutti
dalla stessa parte: non possiamo accettarlo”.
Il problema è che ThyssenKrupp si è mossa finora
con un approccio ruvido, come lo stesso Renzi ha potuto verificare nella notte tra
venerdì e sabato scorsi,
quando il suo intervento,
sollecitato dal ministro dello Sviluppo Guidi e culminato in una telefonata dai toni
tesissimi con l’ad di Ast
Morselli, è stato determinante per evitare il ricorso
alla mobilità.
Il governo ha così guadagnato tempo, ma le posizioni
tra sindacati e azienda nel
frattempo non sembrano
essersi avvicinate. Così ieri
pomeriggio la trattativa è ripresa sulla stessa falsariga.
Prima la riunione plenaria,
con la presenza del governo e delle istituzioni locali,
poi la ”ristretta” tra Tk e le
sigle di categoria non hanno modificato sostanzialmente le posizioni di partenza (nel momento in cui
scriviamo la trattativa è ancora in corso). Tra l’altro
l’esecutivo, spiega il segretario nazionale Fim Sandro
Pasotti in una pausa dei lavori, non sembra in grado
di mettere sul tavolo ”una
mediazione forte”, vale a dire quel pacchetto di misure
- dal costo dell’energia alle
infrastrutture - di cui si parla da settimana come dell’unica variabile in grado di
modificare gli equilibri sul
campo.
Ast ha già fatto sapere la
settimana scorsa di essere
disponibile a riprendere i
negoziati ”nell'ambito di
una nuova procedura di mobilità dei dipendenti, che
prevederà una serie di incontri sindacali e ministeriali della durata di circa tre
mesi”.
Una formula ambigua che
certo non rassicura i sindacati. Anche perché nello
stesso documento non com-
pare alcun passo indietro
sul piano di efficientamento confezionato per il sito
ternano, piano che prevede
risparmi per 100 milioni di
euro, di cui 12 dal costo del
lavoro. Nulla si dice, inoltre, sulla riduzione dei volumi produttivi e sulla chiusura del secondo forno.
Da parte loro Fim, Fiom,
Uilm, Fismic e Ugl di Terni
hanno messo sul tavolo una
proposta dai contenuti ”immodificabili”. In sintesi: un
piano industriale che abbia
chiari gli obiettivi strategici, in particolare sui volumi
di produzione a caldo e a
freddo, che garantisca il
portafoglio ordini e che preveda investimenti sull'impiantistica dell'area a freddo, in grado di portare la capacità installata dalle attuali 520 tonnellate a 700.
Non basta. I sindacati chiedono risorse per la ricerca e
la sostenibilità ambientale
e risparmio su energia e acquisto materie prime, in
particolare rottame.
Quanto alla richiesta di ridurre il costo del lavoro, c’è
una disponibilità “ad aprire
una discussione affinché
non riguardi solo il taglio
del salario e perdita occupazionale”, mentre sul tema
della contrattazione di secondo livello, pur riconfermando l'indisponibilità a
cancellare maggiorazioni a
turno, presenza domenicale e premio di produzione,
la proposta è di “riformulare un nuovo premio variabile che ricomprenda l'insieme delle altre voci”. Infine,
sugli esuberi le sigle di categoria ribadiscono che “l’impatto non può prescindere
dal piano industriale”.
C.D’O.
La trattativa. Tensione al Mise, tra sindacati e Tk ancora muro contro muro
AstTerniall’ultimorespiro:
poicisonosoloilicenziamenti
e Ilva di Taranto sono le priorità del governo. Che ora chiede ai sindacati di dare una mano. Meglio tardi che mai
raccontatoin“treT”
Taranto. Cordata italo - indiana favorita. Cisl: avanti con l’Aia
Ilva,ArceloreMarcegaglia
scaldanoimotori
T
aranto(nostroservizio)-Inserendoilsiderurgico dell’Ilva di Taranto tra gli “stabilimenti da salvare urgentemente insieme”,il premier Matteo Renzi ha ribadito,
nel corso del confronto di ieri con i vertici confederali di Cgil Cisl e Uil, un impegno forte del suo
governo già anticipato a Taranto, in Prefettura,
meno di un mese fa.
Parlando, infatti, seppur per pochissime ore, ai
rappresentanti istituzionali e sociali del territorio, assicurò che entro il prossimo Natale sarebbetornatoperfareilpuntosullaprobabilevendita dello stesso stabilimento alla cordata ArcelorMittal-Marcegaglia,conlaqualelatrattativasarebbe in fase avanzata.
“Per quanto ci riguarda, salvare lo stabilimento
ionico vuol dire innanzitutto accelerare sull’ambientalizzazione di questo sistema produttivo a
ciclo integrale che è al servizio del Paese e tra i
piùgrandi d’Europa”,ha chiosatoDaniela Fumarola, segretario generale della Cisl Taranto Brindisi. “Perciò, considerando noi da sempre il driver ambientale un vettore di sviluppo di tutto il
territorio, al governo continuiamo a chiedere
l’adozione concreta di ogni modalità, comprese
quellefinanziarie,affinchél’interopacchettodegliinterventiprevistidall’Aiasiaattuato,neitempi stabiliti”.
Interventi che saranno radicali, stringenti, al costo di due miliardi, da realizzare in un perimetro
produttivo esteso due volte e mezza la città di
Tarantoedin unquadrodisofferenzaambientale e della sicurezza non più tollerabili da questo
territorio, in persistente emergenza anche sanitaria.
“IlPiano Aia non è affatto unprocesso utopico e,
anzi, con la sua graduale attuazione fino ad agosto 2016 esso diverrà vero e proprio modello di
interventoperambientalizzazioneintuttoilPaese - osserva Fumarola - anche per la particolarità
di contenere prescrizioni e procedure che la Ue
renderà stringenti solo a partire dal 2017”.
Quanto all’emergenza sanitaria esterna allo stabilimento “abbiamo già ricordato al premier che
l’assenza di un impianto strategico di misure sanitarie, dovrebbe essere compensata attuando
il decreto legge sulla Terra dei fuochi e realizzandooconsolidandopresidi sanitariesocio-sanitari che rafforzino la prevenzione, la sorveglianza
sanitaria, a partire dai luoghi di lavoro più esposti”, conclude Daniela Fumarola.
Lariproposizioneieridegliimpegni assunti, anome del governo, da Matteo Renzi è indicativa
della scelta, condivisa da tutto il sindacato, di attribuireprofilonazionale alle sorti prossimeefuture del siderurgico ionico.
“Auspichiamo la conclusione del processo di
vendita entro la fine di quest’anno, perché sono
coinvolti i destini di 11.200 dipendenti diretti, di
7milaoperantinell’appaltoedialmenomilledell’indotto”, sottolinea Mimmo Panarelli, segretario generale Fim Cisl Taranto Brindisi, “ritenendo, anche per questo, che per il nuovo acquirente dovrà impegnarsi al mantenimento delle capacità produttive ed occupazionali”.
Insomma “tutelare la salute di tutti, assicurare
l’occupazionedell’attualeforzalavoroerealizzarel’ambientalizzazione”,specificaPanarelli,“dovranno essere questi gli impegni prioritari dei
nuovi acquirenti e tutto questo deve vedere la
regia del governo.”
L’eco delle parole di Renzi ha avuto un impatto
positivo in fabbrica, tra i lavoratori. “Parole incoraggianti che egli aveva già anticipato nella sua
visita lampo in città”, dichiara a Conquiste Biagio
Prisciano, dell’esecutivo di fabbrica “e perché le
ha ribadite di fronte alle massime espressioni
confederali, autorizzando tutti ad un impegno
comune dopo le non poche polemiche sulla
mancata concertazione. Il premier sembra abbia compreso bene le tante sofferenze di quest’area e, tra qualchesettimana, spero possa dare persino qualche risposta in più”.
Massimo Caliandro
L’attesa. Con l’auto ibrida si può ripartire. Venerdì l’incontro
TerminiImerese,
lasperanzasichiamaGrifa
P
alermo (nostro servizio) - Quattro anni di
ansie, speranze e annunci andati a vuoto. Per
questo ora la cura a tutti i
mali sofferti dagli ex operai Fiat di Termini Imerese
è solo la parola “certezza”.
Il nuovo vertice al ministero dello Sviluppo Economico è fissato per venerdì,
quando dovrà essere analizzato nei dettagli il piano
industriale alla presenza
della società Grifa, che assorbirebbe 476 lavoratori
sui circa 1100 da collocare.
“Il piano non satura tutto
l'organico di Termini fra
Fiat e indotto, deve dunque essere approfondito,
ma l'obiettivo finale resta
quello di non perdere gli investimenti. Termini attende risposte da troppo tempo, è ora di far partire il ri-
lancio”, spiega Ludovico
Guercio segretario Fim Cisl
Palermo Trapani.
A dicembre scadrà la cassa
integrazione in deroga e
fra qualche giorno, in mancanza di certezze, partiranno le lettere di licenziamento. Il piano dell'auto
ibrida della Grifa Spa, Gruppo Italiano Fabbriche Automobili, dovrebbe partire
nel 2015, per occupare circa 476 lavoratori e produrre a regime 35mila vetture
l'anno, l'azienda si è detta
disponibile a coinvolgere
le ditte dell'indotto del territorio per la componentistica.
“Ma si faccia presto: a dicembre scadrà la cassa integrazione bisogna dare
certezze ai lavoratori che
attendono da troppo tempo”, commenta Mimmo
Milazzo, segretario Cisl Palermo Trapani, che sul nuovo intervento del premier
Renzi, aggiunge: “Apprezziamo l'intervento, speriamo però sia la volta buona,
che dalle parole cioè si passi ai fatti. È ora di dare risposte alla grave emergenza sociale vissuta dal territorio rendendo operativo
l'accordo di programma e
avviando la produzione”.
Richieste già presentate al
premier durante la sua visita di agosto nel paese del
palermitano. I punti da
chiarire sono tanti e fra
questi anche i piani delle altre ipotesi industriali. Restano infatti in attesa i progetti di Mossi e Ghisolfi,
azienda del settore dei biocarburanti, e di Landi che a
Termini avrebbe dovuto
trasformare i motori da
benzina a gpl.
I sindacati sollecitano le
istituzioni nazionali e regio-
nali, affinché si verifichi la
loro fattibilità. La Regione,
mesi fa, aveva annunciato
che per le due aziende erano stati individuati sia capannoni che i terreni nel
raggio di 35 chilometri dalla zona industriale, ma sui
piani industriali, mai mostrati ai sindacati, è calato
il silenzio.
L'annuncio del premier
Renzi non riesce così a placare le ansie dei lavoratori
che sperano da troppo
tempo, come spiega Michele Russotto, Rsu Fim Cisl Palermo Trapani, e operaio dell'indotto: “Lavoravo alla Bienne Sud, ero forte, pieno di speranze, oggi
dopo quattro anni di crisi
non riesco più ad affrontare il quotidiano. Viviamo
con 900 euro al mese che
presto finiranno, e quando
accompagno mio figlio a
scuola incontro i miei ex
colleghi che a malapena
riescono a comprare i libri.
Come possiamo reagire
agli annunci? Noi vogliamo solo fatti, certezze, Termini Imerese vive un'angoscia senza precedenti, la
crisi sta uccidendo il territorio“.
Il 15 ottobre per l'indotto
partiranno le lettere di licenziamento. “E questa è
l'unica certezza al momento, dato che l'indotto non
fa parte dei piani di reindustrializzazione al centro
dei tavoli del ministero dello Sviluppo. Non abbiamo
rassicurazioni sugli ammortizzatori che probabilmente non saranno rinnovati;
ogni annuncio che giunge
ci lascia l'amaro in bocca.
Renzi, stavolta, deve farsi
promotore di una vera
svolta nella vertenza”.
Angela Di Marzo
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SPARLAMENTO IL BLOG DI MASSIMILIANO LENZI
MERCOLEDÌ 8 OTTOBRE 2014
Pd, Renzi da rottamatore a liquidatore
D
a rottamatore a liquidatore, Matteo
Renzi sta provando a cambiare il Partito democratico. Ieri ha incontrato i sindacati, finendo male con la Cgil e un po’ meglio con Cisl e Uil. Ma il cuore della sua
battaglia politica è dentro il Pd. Si tratta di
una rivoluzione in quel che resta l'unico
partito sul modello novecentesco nel nostro Paese, dopo il periodo di Tangentopoli e la fine delle grandi formazioni politiche come Dc e Psi. Del Renzi rottamatore
conosciamo quasi tutto: una parola, la rot-
tamazione, che ha segnato l'ascesa a leader politico del sindaco di Firenze in concorrenza con il vecchio establishment e
contro la nomenclatura. Del liquidatore,
invece cominciamo ad intravedere in queste settimane l'azione politica. Liquidatore, nel senso di colui che sta riprendendo
la rivoluzione sognata da Walter Veltroni,
diversi anni fa: fare del Pd un partito liquido e maggioritario nel Paese, sul modello
dei democratici americani. In fondo guardando in queste ore le divisioni tra la posi-
zione di Renzi e quella dell'ala sinistra del
partito, Bersani, Fassina, D'Alema ed altri, si coglie una profonda differenza culturale. Renzi del calo delle tessere di iscritti
non si cura perché vorrebbe fare del Pd
un partito che prenda la maggioranza dei
voti degli italiani e non una chiesa politica, con tanto di conta degli iscritti. Quella
che Renzi sta provando a liquidare, ancora una volta, è l'idea di partito politico di
una volta, con sezioni, tessere, rapporti diretti coi sindacati, ed una sorta di centralismo democratico a tenere insieme tutto.
Era possibile tutto ciò nell'era delle ideologie ma non oggi, nel 2014, in tempi di
crisi della politica dove sono i leader ad
attrarre i consensi, e non le ideologie, crollate dal secolo scorso. I dati sulla partecipazione degli elettori al voto, sono sempre più bassi e segnano il sintomo di una
mutazione in atto in Italia. La sfida per
Renzi è oggi generazionale. Tra gli under
30, anche tra gli under 40, i tesserati sono
pochi ed il voto oggi si pratica per opinione e non per appartenenza. In fondo, Matteo Renzi non sta cercando altro che di
portare un po’ d'America nella politica italiana, anzi nella sinistra politica italiana.
Se ce la farà, questo è ancora da vedere.
Massimiliano Lenzi
L’incontro a Palazzo Chigi segna un’inversione di tendenza che potrebbe contribuire a creare il clima di fiducia auspicato
Lasvoltapossibile
traGovernoepartisociali
attualità
L’
incontro di ieri
tra Governo e
sindacati nella
sala Verde di Palazzo Chigi può rappresentare un momento ”di
svolta” nelle relazioni tra
Governo e parti sociali.
Ad affermarlo è il segretario generale aggiunto della Cisl, Annamaria Furlan, facendo riferimento
anche ai nuovi incontri
già previsti con il ministro dell'Economia, Pier
Carlo Padoan il 27 ottobre e con il ministro del
Lavoro, Giuliano Poletti
(in data da destinarsi) sulla legge di stabilità e sulla
riforma del Lavoro.
Riguardo alla prima questione, vale a dire la legge di bilancio, la priorità
per la Cisl, sottolinea Furlan, è ”trovare risorse
per lo sviluppo” attraverso tagli agli sprechi nella
spesa pubblica e una lotta più decisa all'evasione
fiscale e contributiva. Furlan ha chiesto chiarimenti al premier Matteo Renzi sulle intenzioni del Governo riguardo al Tfr ribadendo che per la Cisl
l'eventuale anticipo in busta paga deve essere a
”tasse zero” e che ci deve
essere la libera scelta del
lavoratore su questo utilizzo.
conquiste del lavoro
I
Mentre sul Jobs act, per be servire il confronto governi e alle maggioran- politica (forzata) di modela Cisl, il contratto a tute- con i sindacati, se non al- ze che li sostengono e li razione salariale. Così cole crescenti previsto dal- tro per evitare errori co- hanno sostenuti. Non è il me non lo si può accusala delega dovrebbe assor- me quelli in cui è incappa- caso di fare un elenco, re dei mancati investibire tutte le forme di ta la riforma Fornero cre- per ragioni di spazio, del- menti degli utili (quando
precarietà dai co.co.pro ando il problema degli le scelte politiche che c’erano e ci sono) in innoalle false partite Iva che esodati.
hanno prodotto l’impo- vazione e ricerca. Nè tannascondono un effettivo E se è vero che il Paese ha verimento del ceto me- tomeno del raddoppio
lavoro subordinato. E in bisogno di un clima di fi- dio e in particolare delle dei prezzi dei prodotti di
qualunque caso Furlan ducia, come pare abbia famiglie a reddito fisso di largo consumo, al moha ribadito la necessità detto il Premier rivolgen- lavoratori dipendenti e mento del change over lidi rivedere le politiche at- dosi ai sindacati, allora è pensionati. Ma basta di- ra euro, che ha limato di
tive sul lavoro dato che proprio facendo le cose re che questa crisi viene
oltre il 30% il
con i servizi atpotere d’acquituali sono in
sto di salari, stiIl premier Matteo Renzi ha riscontrato
pochi a trovapendi e pensio“sorprendenti
punti
di
intesa”
con
i
sindacati
re un'occupani. Non è per
su un’impostazione di fondo del Governo
zione.
rinfacciare le reche poggia su tre punti fondamentali: soldi
Il premier, dosponsabilità alagli ammortizzatori sociali, aiuto al ceto medio
po aver ascoltrui. Ma se si votato i sindacae centralità della questione lavoro.
gliono risolveti, pare abbia
Il prossimo incontro fissato per il 27 ottobre
re i problemi biscoperto ”sorsogna prima inprendenti punti di inte- giuste, privilegiando l’ap- da lontano, da prima del- dividuare con esattezza i
sa” su una impostazione profondimento per evita- la crisi finanziaria, e tra i nodi. Tutti.
di fondo ”innovativa” re gli errori dettati dalla responsabili ce ne sono Incontrando i rappresenche manco a dirlo è pro- fretta, che si può alimen- molti che siedono ancora tanti delle imprese, subiprio quella del governo: tare la fiducia.
in Parlamento. Anche tra to dopo i sindacati, Renzi
soldi agli ammortizzatori Renzi ha assicurato di i banchi della maggioranha assicurato che ”mansociali, aiuto al ceto me- non voler dividere i sinda- za.
dio e centralità della que- cati, ma ha sottolineato Certo, quando si è di fron- terremo il rispetto del
3% nel rapporto deficit/
stione lavoro. La sintesi
che in questa crisi ”vi so- te ad un disastro, le re- pil”; e ha ribadito che se
l’ha fatta il premier, in
chiusura dell’incontro no responsabilità anche sponsabilità non posso- non si tradurrà in un procon le organizzazioni sin- di chi rappresenta il mon- no che essere diffuse. blema per le piccole e medacali, sorvolando sul fat- do del lavoro”. Va detto Ma non si può certo accu- die imprese, ”ci piacerebto che queste sono esat- però che, anche nel caso sare il sindacato di aver be introdurre l'anticipo
tamente le richieste dei in cui ciò fosse vero, le re- contribuito ad impoveri- del Tfr” (un altro problesindacati. Il punto, però, sponsabilità vanno distin- re il lavoro dipendente ma, però è costituito dalè il come: vale a dire in te. Comprese quelle ri- per tenere basso il costo la previdenza compleche modo si pensa di con- guardanti le scelte di poli- del lavoro, utilizzando i mentare se si vuole evitacretizzare le intenzioni. tica economica che atten- mancati rinnovi contrat- re una valanga di futuri
Ed è a questo che dovreb- gono esclusivamente ai tuali come una sorta di pensionati poveri). Agli
l Governo mantiene la parola sulla sicurezza. Le retribuzioni dei lavoratori del comparto, ferme dal 2010, saranno sbloccate con un provvedimento inserito nella legge di
Stabilità, come più volte assicurato dai ministri Alfano e Pinotti. Si conclude positivamente,
dunque, l’incontro tra governo
e sindacati e Cocer del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso
Pubblico (in rappresentanza
del 94% dei circa 500mila addetti al settore). Come sottolinea il segretario generale della
Fns Cisl, Pompeo Mannone.
Un incontro positivo, spiega,
“perchè il Presidente del Consiglio ha assicurato che nella legge di Stabilità del prossimo 15
ottobre ci sarà lo sblocco del
tetto alle retribuzioni del comparto Polizia, Vigili del Fuoco,
Cocer”. “Successivamente - fa
sapere Mannone - ci sarà una
Fns Cisl: confronto positivo con governo, nel prossimo riorganizzazione corpi polizia
Sicurezza,sbloccoretribuzioni
saràinseritoinleggediStabilità
riunione con il Governo e le organizzazioni sindacali circa la
riorganizzazione dei corpi di
polizia”.
L’operazione di sblocco delle
retribuzioni, evidenzia il segretario della Fns, “scatterà dal primo gennaio 2015” ma il governo ha assunto l’impegno di verificare la possibilità di anticiparlo a dicembre di quest’anno.
“Per la riorganizzazione - aggiunge Mannone - ci sarà un tavolo di confronto. Verificheremo la possibilità di razionalizza-
re i corpi di polizia, per migliorare i servizi ai cittadini e anche per individuare risorse da
investire sulla sicurezza”.
In una nota unitaria, le sigle di
settore sottolineano che il positivo esito della vertenza è ascrivibile “al senso di responsabilità istituzionale, alla ricercata
compattezza ed alla determinazione che i sindacati e i Cocer hanno dimostrato di fronte
all’apertura al confronto da
parte del Governo ed alla sensibilità dell’Esecutivo che ha così
posto fine a quella che veniva
considerata come una autentica ingiustizia da parte di tutto il
personale in divisa”.
Al termine dell’incontro, ricordano i sindacati, quale manifestazione di riconoscimento alla specificità dei lavoratori di
questi Comparti, “ma anche di
vicinanza agli uomini e alle donne che ogni giorno si sacrificano al servizio del Paese, è stato
ribadito che l’Esecutivo sta lavorando per anticipare lo sblocco del tetto salariale già dalla
fine di quest’anno”. Tra gover-
imprenditori il premier
ha dato appuntamento
tra 2 o 3 settimane per
proseguire in confronto
su legge di stabilità e lavoro. Un buon segno anche
questo.
Ai sindacati di polizia e ai
Cocer (i rappresentanti
dei corpi militari) il premier ha detto che 5 forze
di polizia sono troppe,
che lo sciopero del settore sicurezza non è contemplato nelle regole della legalità, ma che p[/CAPO-4R]uò essere la legge
di stabilità lo strumento
per sbloccare i tetti salariali di forze di polizia e
militari.
Le aspettative, dunque,
sono abbondanti. E sembrano concentrarsi sulla
legge di bilanci. Ma altrettanto numerosi sono i
vincoli che ci vengono
puntualmente ricordati
dai partner europei. Per
questo, ora, tutti gli occhi sembrano puntati sul
vertice ”informale” di oggi a Milano. Ma anche in
questo caso non è utile
caricare l’evento di un eccesso di enfasi salvifica.
Per il semplice motivo
che lì non potranno essere prese decisioni che abbiano
il
carisma
dell’ufficialità.
Francesco Gagliardi
no e sindacati, dunque, torna il
dialogo. Non a caso, le organizzazioni sindacali evidenziano
piena “disponibilità ad aprire
un confronto presso il dipartimento della Funzione Pubblica
per tutte le altre tematiche
che riguardano i comparti, nell’interesse sia dell’efficientamento degli stessi che della giusta valorizzazione del personale”. Quanto ai contenuti della
riorganizzazione, la discussione nel merito appare per ora rimandata. Probabile che si proceda ad accorpamenti dei vari
corpi di polizia. Renzi continua
a ribadire l’obiettivo di razionalizzare le spese, ridurre le duplicazioni e anche il numero di figure apicali dei diversi comparti. Un progetto ambizioso, che
non potrà che essere oggetto
di trattativa a tutto campo con
i sindacati.
I. S.
MERCOLEDÌ 8 OTTOBRE 2014
Ntv.
Fit Cisl:
“Emerse
novità, ma
il sindacato
rimane
in allerta”
D
all'incontro tra Ntv e
sindacati sono emerse
alcune novità. “La manutenzione non sarà più fatta soltanto a Nola ma anche a Milano per consentire un'ottimizzazione dei
tempi e ci siamo detti favorevoli”, e “l'azienda ha anche chiesto che i macchinisti lavorino di più e anche
su questo punto abbiamo
detto di sì, ma a condizione che si resti nell'ambito
del contratto”. Lo spiega
in una nota Salvatore Pellecchia della segreteria nazionale della Fit-Cisl.
L'azienda, aggiunge il sindacalista, “non ha parlato
di esuberi tra i macchinisti
ma pare che voglia confrontarsi con le Rsa del personale di macchina per valutare i nuovi turni. Noi
continuiamo ad essere
preoccupati e a tenere alta l'attenzione finchè questo film non sarà finiti”.
Banche,
prorogato
il contratto
nazionale.
Fiba: ora
pensiamo
al rinnovo
“S
congiurato il pericolo di disdetta immediata del contratto e formalizzato con un accordo
il rispetto degli impegni assunti nel ccnl 12 gennaio
2012, ˘ora si può finalmente entrare nel vivo delle
trattative per il rinnovo".
Così il segretario generale
della Fiba Cisl Giulio Romani all’indomani dell'incontro con l’Abi. La discussione si è infatti chiusa con la
proroga del contratto nazionale al 31 dicembre
2014 e la previsione che˘l'
Edr (elemento distinto della retribuzione) verrà tabellizzato con decorrenza
1 gennaio 2014. "Da oggi
si potrà lavorare per un rinnovo contrattuale - aggiunge il segretario Fiba Cisl - che in tempi rapidi offra una risposta alle attese
dei lavoratori”. I prossimi
incontri sono fissati per i
giorni 20, 27 e 29 ottobre.
Il caso. Il braccio di ferro è tra esuberi e cassa integrazione. La Cisl della Gallura incalza: ”Con la cig garanzie per i dipendenti”
IlcielosopraMeridiana
O
TERRITORIO & IMPRESE
lbia (nostro servizio). Esuberi o cassa integrazione? L’unico vero brac-
cio di ferro al momento tra sindacati e Meridiana è tra queste due
possibili soluzioni da dare a una vertenza che si potrebbe concludersi,
subito o fra tre-cinque anni, con una forte riduzione del personale in
organico nella compagnia cara all’Aga Khan. Cassa integrazione dicono i sindacati ricompattatisi fino a costituire un
fronte unico. Esuberi secondo
l’azienda pronta a mandare a casa da giugno 2015
oltre 1.600
lavoratori. Una soluzione che
sta
molto stretta alla Cisl territoriale, pronta a
mettere sul tavolo una terza opzione.
“Se Meridiana non presenta un piano di rilancio e,
quindi, la cig per almeno altri due anni è inutile - dice Mirko Idili, segretario generale della Cisl Gallura - che conservi in regime di monopolio la gestione
dell’aeroporto Costa Smeralda. Mandare a casa 1.634 lavoratori, l’84 per cento del totale, significa ridursi a un piccolo cabotaggio aereo che non giustifica
assolutamente la conservazione del business aeroportuale”.
Ieri Meridiana si è presentata all’incontro in sede ministeriale per il terzo dei
rendez vous tecnici con i sindacati e tecnici ministeriali, concordati a metà
settembre quando sono intervenuti i ministri Poletti (Lavoro) e Lupi (Trasporti)
nel tentativo di salvare il salvabile della quasi serrata annunciata da Meridiana
con la proposta di mandare a casa per sempre 1.634 lavoratori.
Il sindacato punta ancora alla cassa integrazione. Infatti proprio la Cassa integrazione consente di conservare tecnici, piloti, hostess e steward comunque
entro il recinto aziendale e costringe Meridiana a presentare un piano di rilan-
conquiste del lavoro
R
oma (nostro servizio). Solo un’impresa "family
friendly" potrà garantire
un futuro più sostenibile, equo
e orientato verso una crescita
che sappia coniugare il benessere dei dipendenti con l’incremento della produttività. Partendo da questo principio, quindi, le politiche di conciliazione e
di sostegno alle pari opportunità sono sempre meno politiche
di genere e sempre più strumenti indispensabili al benessere della famiglia e, per estensione, all’azienda e alla società. Di
questi temi si è discusso durante il workshop "Conciliazione vita lavoro. Strumenti e prassi negoziali" organizzato nella sede
della Cisl nazionale a Roma, nell'
ambito del progetto di sistema
finanziato da Foon.Coop, che
vede collaborare sindacati confederali e Alleanza delle Cooperative per favorire la promozio-
cio e di investimenti. Troppa grazia, secondo la compagnia aerea intenzionata,
almeno in una fase iniziale, a ripartire ex novo: poco personale, stipendi da
quasi minimo contrattuale, rinnovamento tecnologico e ricerca di un partner
in grado di garantire un nuovo decollo aziendale anche lungo rotte internazionali fino a oggi poco battute, conservando, tra quelle nazionali, le più convenienti.
Molto difficile la cassa integrazione, resta, dunque, la possibilità della mobilità lunga.
In pratica l’azienda dovrà presentare per ciascun lavo-
ratore
un percorso di accompagnamento all’uscita da Meridiana:
quanti finiranno tra le braccia sicure della pensione,
quanti potranno essere oggettivamente reinseriti in altre attività,
quanti posti di lavoro potranno offrire le Regioni dove sono aperte basi Meridiana, cioè Sardegna, Lombardia, Veneto e Toscana. Esuberi sì, ma non nella
misura preventivata dalla compagnia, sembra questo il piano di riserva sindacale. Su poche decine di esuberi si può trattare, perchè i costi sociali sono
ridotti e le possibilità di soluzioni alternative non sono un miraggio. 1634 esuberi sarebbero un devastante terremoto insostenibile e inaccettabile per il
sindacato.
Mario Girau
Produttività e benessere. Ieri a Roma il workshop su conciliazione vita-lavoro
Contrattazionedisecondolivello
perun’impresa“familyfriendly”
ne e l'incentivazione dei percorsi di carriera, anche attraverso
il sostegno della contrattazione
decentrata. "La contrattazione
di II livello rappresenta sempre
di più una frontiera innovativa
e congeniale per le lavoratrici sottolinea Liliana Ocmin segretario confederale Cisl - anche
con misure innovative tese a
promuovere forme di welfare
aziendale e di conciliazione, misure che a loro volta incrementano produttività e benessere
organizzativo nei luoghi di lavo-
ro". Argomenti che trovano terreno fertile nel mondo cooperativo italiano dove le donne sono largamente presenti. Tanto
che Anna Manca, in rappresentanza degli organismi di parità
di Alleanza Cooperative, evidenzia come una delle sfide future sia l’adozione del tema della conciliazione come "argomento trasversale per istituzioni e competenze diverse quale
può essere il welfare, i trasporti
e lo sviluppo economico". Questo perché buone politiche di
conciliazione scaturiscono dall’intreccio di fattori molteplici,
non ultimo la capacità e la competenza di chi fa contrattazione
di saper “osservare e leggere
bene il territorio” come auspica Elena Vanelli, Coordinatrice
Donne della Fisascat, al pari della “capacità di entrare nel dettaglio” come suggerisce Fiorella
Morelli, Coordinatrice Donne
della Usr Lombardia. Il tutto irrobustito da una buona dose di
innovazione e fantasia per saper tagliare un accordo come
fosse un vestito a misura di
azienda o di territorio. Ha ragione quindi Uliano Stendardi,
esperto di politiche contrattuali, a dire che se "il welfare contrattuale è un elemento strategico delle politiche contrattuali, proprio il secondo livello si
presta a sostenere le politiche
di conciliazione e di welfare".
Riuscirà il governo a cogliere
questa sfida? Secondo Luigi
Sbarra, di ritorno da Palazzo
Chigi dove è avvenuto l’incontro con il premier Renzi, le premesse, almeno su questo tema, sono buone. “E’ positivo
che il premier abbia espresso la
volontà di estendere e qualificare la contrattazione di II livello spiega Sbarra -. Però se vuole
realmente incentivarla deve
rendere strutturale la detassazione del salario di produttività
e la decontribuzione".
Floriana Isi
7
MERCOLEDÌ 8 OTTOBRE 2014
ewlett-Packard cameggiorano le prospettincora nuovi tagli e liHewlett H
Fmi
taglia
Editoria,
bia pelle e si divide in
P
ve per l'economia italiaA
cenziamenti in vista al
due. Ha annunciato il prona, che subirà una flessioNew York Times, il giganPackard getto
le stime nein undelloquadro
Nyt tetunitense
di spezzare il grup0,2% quest'anno,
dell'informazione stapo originario in due divermeno roseo
e globale che
si divide seriverà
annuncia
entità. Di pari passo ar- per l’Italia: anche a livello internazioda anni, come tutta l'edianche un consinale. È quanto si legge nel
toria americana, fa i conti
in due stente
nel
2014
riduzioni
ridimensionamenWorld Economic Outlook,
con una profonda crisi.
to della forza lavoro, con
il rapporto sull'economia
L'editore, Arthur Sulzbere taglia il55.000
-0,2%,
di
100
taglio di un totale di
globale del Fondo monetager Jr, e il direttore esecuposti, 5-10.000
rio internazionale. Le stitivo, Mark Thompson,
di 55.000 unità
nel
2015
addetti
in
in più rispetto a
me per l’Italia sono state
hanno infatti annunciato
quanto previsto qualche
tagliate dello 0,5% rispetil taglio di 100 posti
unità mese fa.
+0,8% to allo scorso luglio.
redazione oggi
di lavoro in redazione.
global
B
ruxelles (nostro
servizio) - Altro
che low cost. La
tendenza degli ultimi mesi si sublima con i
tanti dubbi che pervadono la dirigenza Renault.
Conti alla mano, l’outsorcing nell’Est Europa non
è più così conveniente.
Almeno in Romania. Di
fatto, un matrimonio in
crisi, dopo il “sorpasso”
sulla Turchia. Conviene
ancora trasferire la produzione nell’ex blocco
sovietico? Probabilmente sì, ma qualcosa sta
cambiando anche al di là
del Danubio. I costi restano competitivi. Parlare
di low cost, tuttavia, può
cominciare a diventare
improprio. Nel 2013, fa
sapere Renault, il costo
salariale lordo medio di
un operaio nel sito di Pitesti (107chilometri a
sud est di Bucarest), dove si producono 340mila
esemplari all’anno dei
modelli Logan, Sandero
e Duster, è salito a 950
euro, contro i 925 euro
lordi guadagnati da un
operaio dello stabilimento di Bursa (Turchia), dove si producono 330mila
esemplari. Il sorpasso,
dunque,
imbarazza
l’azienda, non fosse altro perché i costi salariali in Romania sono aumentati in 4 anni del 26
per cento, e solo del 6 in
Turchia nello stesso periodo. Ma c’è di più, dal
2008 il costo dei lavoro
in Romania è aumentato
del 170 per cento. Il sito
di Pitesti costa comples-
Auto. I francesi ci ripensano: meglio la Turchia e il Marocco. A rischio il sito di Pitesti
Renault,laRomania
nonèpiùlowcost
sivamente quasi 3 volte
di più di quello di Tangeri (Marocco), dove un
operaio percepisce mediamente˘340 euro mensili lordi. Anzi, è il sito
che in questo momento
costa di più tra quelli in
attività a Est e a Sud. Detto di Tangeri e Bursa, va
poi aggiunto che in Russia, nello stabilimento di
Mosca (195mila esemplari prodotti nel 2013)
un operaio guadagna
920 euro, mentre in quello di Togliatti, dove produce il partner russo di
Renault, AvtoVAZ, il salario mediolordo è di 500
euro. L’aumento dei costi in Romania, riflette
quello dei livelli di vita,
dell’inflazione (più 30
per cento dal 2008) e anche dei buoni risultati
nella vendita della piccola berlina Entry, con la
gamma Dacia che ha più
che raddoppiato la sua
quota di mercato in Europa dal 2008 grazie ai modelli Duster e Sandero.
Tutto questo ha permesso ai sindacati di chiedere e ottenere rivendicazioni salariali, che hanno
allo stesso tempo spinto
la Renault a inaugurare
nel 2012 il sito di Tangeri, che ha iniziato con
una produzione di
100mila esemplari che
nel 2013 sono diventati
340mila: proprio come
in Romania, ma con un
costo salariale quasi tre
volte inferiore. Così, quegli stessi sindacati che
avevano ottenuto condizioni salariali per i lavoratori di Pitesti ora gridano
al dumping sociale e temono che la produzione
dello stabilimento romeno venga spostata altrove. Ma i vertici Renault
assicurano che in questo
momento va bene così:
“Non abbiamo bisogno
né di aumentare e né di
diminuire la nostra produzione in Romania”, dice al quotidiano economico Les Echos Arnaud
Deboeuf, responsabile
delle gamma Entry. Se
l’estate 2014, ha fatto registrare progressi a livello europeo, non è stata
invece memorabile per
il mercato dell’auto francese. Addirittura a lu-
20 mila i lavoratori subiscono continue intimidazioni da parte della dirigenza per tenere a distanza i sindacati
T-MobileUsa-DeutscheTelekom,
lastranamodadiripulirsil'immagine
conquiste del lavoro
S
e un cittadino americano
in cerca di lavoro volesse
inviare il proprio cv a un'
azienda caratterizzata da saldi
principi morali e da un'etica irreprensibile non avrebbe che
l'imbarazzo della scelta. Le
grandi imprese americane
amano infatti fregiarsi di titoli
altisonanti che certificano il loro amore per i dipendenti, il rispetto dei diritti e l'impegno
nei programmi di responsabilità sociale. Eppure, secondo i
sindacati americani, le stesse
imprese che collezionano riconoscimenti da sbandierare sui
propri siti internet presentano la medesima predisposizione a collezionare accuse e denunce dai loro stessi dipendenti. Una strana coincidenza che
ha portato l'Università del
Massachusetts a dedicare
uno studio a questo fenomeno apparentemente contrad-
dittorio. I risultati dello studio
non lasciano dubbi. Medaglie
e blasoni sono, in molti casi, fittizi o addirittura auto assegnati e il rating delle imprese cambia completamente quando a
condurre la valutazione sono
organismi indipendenti. Quello del ripulirsi l'immagine, piuttosto che la coscienza, è dunque un vizio piuttosto in voga
fra alcune delle più importanti
imprese americane. Fra queste primeggia la T-Mobile Usa,
di proprietà della tedesca Deutsche Telekom, che, a fronte
di una storia decennale di violazione dei diritti del lavoro,
vanta alcuni dei più prestigiosi
premi in materia di responsabilità sociale. “Miglior posto di
lavoro”, “Miglior datore dell'
anno”: sono solo alcuni dei riconoscimenti che la compagnia può vantare. Riconoscimenti che stridono con la real-
tà dei fatti. Le denunce contro
la T-Mobile si sono susseguite
nel corso degli anni da parte
dei sindacati americani dell’Afl-Cio, dei Communication
Workers of America (Cwa),
dei sindacati tedeschi dei Ver.
di, di quelli internazionali dell'
Ituc e di quelli globali dell’Uni:
sono circa 20 mila i lavoratori
dell'azienda americana che, a
differenza dei loro colleghi tedeschi, subiscono continue intimidazioni da parte della dirigenza con l'obiettivo di tenere
a distanza i sindacati. Negli
Usa è stata più volte denunciata la pratica dell’union busting, che consiste nell’arruolare consulenti esterni con lo
scopo di consigliare i managers sulle tecniche da adottare per evitare il “pericolo” della sindacalizzazione. Proprio
la T-Mobile sarebbe, secondo
l’Afl-Cio, fra le aziende che si
avvalgono di tali servizi.
Le accuse di lavoratori e sindacati trovano conferma nella
decisione del National Labor
Relations Board di avviare una
pratica contro la compagnia di
telecomunicazioni unendo le
denunce provenienti da tutto
il paese in un singolo procedimento. Il ripetersi degli episodi di violazione delle leggi del
lavoro negli ultimi dieci anni
porta infatti a sospettare che
non si tratti di fatti isolati ma
di una strategia aziendale mirata soprattutto a impedire ai
propri dipendenti di formare
o entrare a far parte di una rappresentanza sindacale. La preoccupazione della dirigenza
sembra, d'altra parte, giustificata dalle scadenti condizioni
di impiego denunciate dai dipendenti. La questione salariale è una delle principali, considerando che servirebbero 2
glio, il mercato transalpino è stato l’unico in calo:
meno 4,3 per cento delle immatricolazioni contro il +5,5 dell’Italia, il
+6,6 della Gran Bretagna, il + 6,8 della Germania e il + 11 della Spagna.
Ad agosto, le immatricolazioni in Francia hanno
fatto registrare una diminuzione del 2,6 per cento (mentre sono cresciute ancora Spagna e Gran
Bretagna, rispettivamente con il 13,7 e il 9,4 per
cento). Nel complesso, il
mercato automobilistico Ue ha marcato a luglio un aumento delle immatricolazioni del 5,6
per cento, e del 2,1 ad
agosto. Intanto, dopo
aver ottenuto la fiducia
dall’Assemblea Nazionale, tutt’altro però che
con un’ampia maggioranza (269 voti), almeno
non la stessa (306 sì) che
incassò ad aprile quando s’insediò a Matignon,
il premier Manuel Valls
sembra sempre più
orientato ad abolire nel
2015 la prima aliquota
dell'imposta sul reddito,
quella al 5,5 per cento
sui redditi più bassi (compresi tra 6.011 e 11.991
euro), mentre la seconda fascia sarà abbassata
da 11.991 a 9.691 euro
con un’aliquota al 14,
confermando dunque la
promessa di concedere
sgravi fiscali per 9 milioni di famiglie, di cui almeno 3 saranno totalmente esonerate dalle imposte sul reddito.
Pierpaolo Arzilla
mila lavoratori della T-Mobile
per guadagnare lo stipendio
annuale dell'ad dell'azienda
che ammonta a 29 milioni di
dollari. Il Cwa calcola che per
guadagnare la somma che l'ad
percepisce per un'ora del suo
operato, un dipendente deve
lavorare ben 580 ore.
Insomma, la T-Mobile non rappresenta propriamente il miglior datore di lavoro nel mondo. I ricercatori dell'Università
del Massachusetts hanno dimostrato come la maggior parte dei riconoscimenti sono stati assegnati all'azienda sulla
base di titoli auto prodotti e
grazie a commissioni tutt'altro che indipendenti. In alcuni
casi le agenzie che producono
le valutazioni lavorano come
consulenti della stessa azienda. Un sistema tutt'altro che
limpido, dunque, che ha suscitato l'indignazione dell'Associazione Nazionale dei Consumatori Americani (Ncl): “La denuncia di questi onnipresenti
riconoscimenti aziendali – si
legge nel comunicato del Ncl è un servizio importante per i
consumatori; il trattamento
dei lavoratori deve essere un
elemento chiave in ogni processo di valutazione”.
Manlio Masucci
8
MERCOLEDÌ 8 OTTOBRE 2014
Social Room
a cura di Andrea Benvenuti
Renzi-Sindacati,dialogo
difficile ma serve al Paese
tintese
tweet “Renzi: ‘Coi sindacati
sorprendenti’. Mi fa pensare
a una breve poesia di Pasolini:
pic.twitter.com/ZNnP2qacBV”.
Franco Fontana
tweet “Il Tfr è l'ultima assurdità
tdi Renzi,
salviamo lui con nostri sodi
“ Sindacati, Pd, Europa:
sono le tre partite di Renzi
alla prova da negoziatore”
“Fermate Renzi. Se non lo fate
ci sarà riduzione costo lavoro
sulle spalle dei lavoratori”
Ezio Mauro
@Mberto65
tweet “ Nella sfida tra Governotsindacati
c'è possibilità di una
“A sentire Renzi con i sindacati
c'è accordo. E l’art18? Sembra
non ne abbiano parlato”
“Ma sull’Articolo 18,
Renzi amplia a dismisura la
discrezionalità del giudice”
tsostegno
tweet “Da Berlino arriva il
al jobs-act. Ma questo non
Antonio Barone
Renato Brunetta
“Addio alle lunghe trattative?
Ma che trattativa, al massimo
si può parlare di informativa”
“Se non l’avete capito: riforma
lavoro sarà flop come la (non)
riforma Senato e province”
Massimo Gibelli
Stefano Gori
pensione”. Leonardo Metalli
buona battaglia dal finale aperto”.
Francesco Del Viscio
pone dubbi a chi voterà fiducia?”.
Patrizia Grilli
“Renzi incontra i sindacati,
tPdtweet
vota compatto sul jobs act. Due
social
buone notizie. Le spaccature non
servono a nessuno”. Raffaella Paita
conquiste del lavoro
Start Up
Made in Italy,
a NISO Biomed
il Premio Nazionale
per l’Innovazione
I
l Premio Nazionale per l’Innovazione, meglio conosciuto come “Premio dei Premi”, quest’anno è stato assegnato a "NISO Biomed". Questa startup del settore
medicale, incubata presso l’I3P del Politecnico di Torino, si è aggiudicata il premio dedicato all’innovazione strettamente Made in Italy ed istituito dal Governo
Italiano proprio per celebrare la Giornata Nazionale dell’Innovazione.
Il premio è stato conferito alla startup da parte della COTEC, la Fondazione per
l’Innovazione Tecnologica, e consegnato dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini al suo fondatore, Paul Muller, durante la cerimonia tenutasi presso l’Auditorio di Villa Farnesina a Roma.
Un riconoscimento, questo, che rappresenta il coronamento di un percorso di
successo già iniziato da diverso tempo: NISO Biomed, infatti, già nel 2013 si era
aggiudicata il premio “Startup dell’Anno”, conferito da PNICube, nonché il Premio
Leonardo per l’Innovazione, conquistato a febbraio 2014 e consegnato alla startup da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
NISO Biomed, fondata nel 2009, ha raggiunto il successo grazie a EndoFaster, un
dispositivo in grado di analizzare il succo gastrico prelevato con gli esami endoscopici e riconoscere la presenza dell’Helicobacter Pylori. La startup è riuscita a valorizzare la sua invenzione, ottenendo molte delle certificazioni necessarie al prodotto.
L’esperienza di NISO Biomed rappresenta un vero e proprio successo all’interno
dell’ecosistema italiano, un’eccellenza Made in Italy della quale andar fieri, e soprattutto, da cui prendere esempio.
Giulia Capaldi