Fallimento dei sistemi di controllo. Estensione all`ambito pubblico
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Fallimento dei sistemi di controllo. Estensione all`ambito pubblico
Esperienze innovative Fattori critici per i controlli Fallimento dei sistemi di controllo. Estensione all’ambito pubblico dei risultati di una ricerca intersettoriale Matteo Turri Dottore di ricerca e ricercatore di Economia Aziendale presso il Dipartimento di Scienze Economiche Aziendali e Statistiche dell’Università degli Studi di Milano Sommario: 1. Introduzione. 2. Metodologia di ricerca e raccolta dei dati. 3. Fattori all’origine del fallimento dei sistemi di controllo. 4. I risultati emersi dall’esame empirico sul fallimento dei controlli nel settore delle università italiane. 5. L’esame dei risultati emersi dalla somministrazione del questionario. 6. Rilevanza dei fattori critici per il fallimento dei sistemi di controllo in ambito pubblico. Lo scritto affronta il tema delle cause di fallimento dei sistemi di controllo. Nella prima parte si presentano gli esiti di un’ampia ricognizione della letteratura finalizzata a individuare quelli che emergono essere i fattori critici e ricorrenti di fallimento dei sistemi di controllo in relazione a imprese e pubbliche amministrazioni. In seguito si espongono i risultati di un’indagine empirica tesa a verificare come i fattori individuati abbiano rilevanza per comprendere il fallimento dei sistemi di controllo delle università italiane. This paper analyses the reasons for the failure of control systems. The first part presents the results of a wide overview of literature aimed at pinpointing the recurrent critical factors that are responsible for the failure of controls in firms and in public administration. The results of an empirical analysis verifying the significance of these factors in understanding the failure of controls in Italian universities are then put forward. L’articolo è una elaborazione del paper presentato al II Workshop Nazionale di Azienda Pubblica Teorie e qualità dell’amministrazione pubblica, Università degli Studi di Cagliari, maggio 2006. Si ringrazia il Ministero dell’università e la Fondazione Cariplo per il finanziamento accordato a sostegno delle attività di ricerca. L’autore è grato al responsabile nazionale del programma di ricerca, prof. Gianfranco Rebora, per aver costantemente incoraggiato e indirizzato gli sforzi di ricerca illustrati nel presente scritto. Parole chiave: controllo – fallimento sistemi di controllo – università 523 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli 1. Introduzione L’articolo propone una selezione dei primi risultati di un programma di ricerca riconosciuto dal Miur di rilevante interesse nazionale dal titolo “Il rischio di fallimento dei sistemi di controllo: imprese e istituzioni a confronto”. Il programma di ricerca vede la partecipazione di sei unità operative degli atenei di Milano Bicocca (2 unità), Milano Cattolica, Piemonte Orientale, Castellanza Cattaneo, Udine. Lo scritto fa riferimento ai risultati ottenuti dall’unità di ricerca dell’Università Cattaneo LIUC avente come specifico tema “Il rischio di fallimento dei sistemi di controllo e valutazione nelle aziende e nelle amministrazioni pubbliche”. Recentemente la letteratura ha posto al centro dell’attenzione, anche per le pubbliche amministrazioni, il tema del fallimento dei sistemi di controllo ovvero l’incapacità di tali sistemi di incidere concretamente sulle decisioni e la tendenza degli stessi a subire distorsioni. In particolare, i contributi mettono in luce fenomeni distorsivi causati dai sistemi di controllo: degenerazioni tipiche sono esaminate nelle opere di Smith (1995); Power (1997); Rebora (2003); Power (2003); Propper, Wilson (2003); Baker, Hayes (2004); Pidd (2005). Tuttavia, se la letteratura è attenta a descrivere ed identificare i fenomeni impropri e le degenerazioni legate ai sistemi di controllo, minor attenzione è dedicata a verificare i fattori critici per il fallimento dei sistemi di controllo. Si descrivono i fallimenti, ma si dice ancora poco su come essi si creano. Il contributo proposto nella prima parte dello scritto (§ 3) si pone l’obiettivo di approfondire il tema delle determinanti del fallimento dei sistemi di controllo. Adottando un approccio teorico-deduttivo, si illustrano quelli che la letteratura scientifica individua come i fattori critici per indurre o esporre un sistema di controllo a situazione di crisi, degenerazione o fallimento. I risultati ottenuti vanno considerati tenendo conto che l’esame sulla letteratura è stato condotto senza distinguere tra contributi riferiti a imprese e ad amministrazioni pubbliche. Illustrati i sei fattori critici, nella seconda parte dell’articolo (§§ 4 e 5) si espongono, limitatamente al settore delle università, gli esiti di una rilevazione empirica sperimentale sull’importanza attribuita ai sei fattori, condotta mediante un questionario chiuso intersettoriale. L’analisi dei risultati consente di effettuare una prima verifica sulla capacità dei sei fattori di cogliere gli elementi di fallimento dei sistemi di controllo in ambito pubblico. Gli obiettivi del presente articolo sono i seguenti: − illustrare i risultati di un esame della letteratura teso ad individuare i fattori ricorrenti di fallimento dei sistemi di controllo in istituzioni pubbliche e private; − verificare la rilevanza dei sei fattori per comprendere l’esposizione al fallimento dei sistemi di controllo in ambito pubblico; − discutere la validità dello strumento di rilevazione impiegato. Azienda Pubblica 3.2007 524 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli Prima di proseguire oltre è opportuno chiarire quale valenza si attribuisce nel presente testo al termine “controlli”. Con tale accezione si sono intese (Rebora, 2005) tutte le attività di controllo esterno. Per “esterno” tuttavia ci si riferisce non tanto ad una posizione non inclusa nell’ambito dei confini aziendali, quanto all’affidamento di una responsabilità di controllo, avente specifica formalizzazione, non direttamente riportata agli organi di governo e direzione, ma assegnata ad organi e soggetti dotati di una spiccata autonomia professionale e posti in una posizione di almeno relativa indipendenza. In relazione al settore universitario, di cui si presentano i risultati empirici, in base a tale definizione sono state prese in esame le attività di valutazione e controllo sviluppate dal nucleo di valutazione anche in base alle indicazioni provenienti dagli organi nazionali di valutazione CNVSU (Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario) e CIVR (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca). Il nucleo di valutazione è stato considerato come unità che, pur inclusa nei confini aziendali, possiede elementi di autonomia e di indipendenza propri. 2. Metodologia di ricerca e raccolta dei dati Due sono le modalità di ricerca adottate. Nella prima parte del lavoro ci si è avvalsi di un approccio teorico-deduttivo. Mediante una ricognizione della letteratura, si sono esaminate le aree di fallimento dei sistemi di controllo in istituzioni private e pubbliche. L’analisi della letteratura si è concentrata sull’esame di 42 riviste che è possibile, ai fini del presente lavoro, raggruppare per area tematica come segue: − area management (3 riviste); − area pubblica amministrazione (12 riviste); − area organizzativa (9 riviste); − area contabile (10 riviste); − area valutazione (1 rivista); − area higher education (7 riviste). Sono stati oggetto di esame 4820 articoli pubblicati nell’intervallo temporale compreso tra gennaio 2002 e dicembre 2004. La scelta delle riviste è stata funzione della generica attinenza ai temi oggetto della ricerca e della possibilità di accesso alle stesse. Il campione di riviste esaminato non è dunque rappresentativo di un universo, ma frutto di specifiche scelte. Tuttavia l’elevato numero di riviste prese in considerazione fa sì che l’analisi possa essere considerata significativa. L’individuazione degli articoli è avvenuta a cura di un selezionato gruppo di ricercatori dell’Università Cattaneo, mediante lettura dei titoli e degli abstract. In presenza di indizi che il contenuto dell’articolo potesse riguardare le tematiche oggetto della ricerca (controlli e fallimento dei sistemi di 525 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli controllo), l’articolo è stato acquisito in versione full text. Ugualmente ci si è comportati nel caso di articoli difficilmente classificabili a priori. Nella seconda parte del lavoro si è condotta una rilevazione empirica tramite questionario chiuso, tesa a verificare l’opinione di controllori e controllati in merito ai fattori individuati. La rilevazione, che nasce all’interno del programma di ricerca citato, ha una struttura intersettoriale e si rivolge a controllori e controllati di tutte le tipologie di aziende. Il questionario si articola come segue (1): − una prima sezione in cui sono stati formulati alcuni quesiti preliminari in merito alla rilevanza di ognuno dei sei fattori (considerati complessivamente) nel generare problemi per l’efficacia dei sistemi di controllo; − una seconda sezione dove si è esaminata la rilevanza di elementi costituenti i sei fattori nell’ indurre a fallimento i sistemi di controllo. Complessivamente le due sezioni sono composte da 31 quesiti; per ognuno di essi, all’intervistato è stata offerta la possibilità di graduare la propria opinione da 1 (elemento considerato di nessuna rilevanza) a 6 (elemento considerato determinante). Ai fini di verificare l’importanza per il settore pubblico dei sei fattori individuati dall’analisi della letteratura, di seguito si isoleranno ed esporranno i risultati del questionario esclusivamente in riferimento al settore delle università italiane. È tuttavia importante sottolineare che il questionario è lo stesso impiegato nell’ambito della ricerca generale per raccogliere l’opinione degli operatori dei controlli in altri settori pubblici e privati. Il settore pubblico esaminato è quello delle università poiché: − risulta dai dati emersi, nella presente ricerca e ai sensi di un precedente studio (Rebora, 1999a), quello (limitatamente al contesto nazionale) con esperienze più evolute in ambito di controllo; − rispetto ad esso si possiede, in materia di sistemi di controllo, una conoscenza di fondo, esito di precedenti attività di ricerca (Turri, 2005). Le opinioni degli esperti del sistema di controllo nelle università italiane sono state raccolte nella primavera 2006; il questionario è stato inviato, mediante posta elettronica, agli attori coinvolti nelle attività di controllo di 76 atenei italiani. In ognuno di essi, il questionario è stato inoltrato al presidente e ai componenti del nucleo di valutazione in veste di “controllori” e al rettore e al direttore amministrativo in veste di “rappresentanti dell’organizzazione sottoposta a controllo”. La percentuale di risposta al questionario (tavola 1) supera il 30%, dato certamente positivo anche in considerazione del carattere intersettoriale e della modalità di somministrazione. 1 Il questionario ha ulteriori sezioni i cui risultati saranno illustrati in futuri lavori. Azienda Pubblica 3.2007 526 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli RISPOSTE EFFETTIVE % RISPOSTE EFFETTIVE SU MAIL CONSEGNATE 1 73 25 4 21 28,8% 359 18 341 120 17 103 30,2% RETT. 76 76 0 76 20 0 20 26,3% DIR. 77 77 0 77 34 3 31 40,6% 643 586 567 199 24 175 30,9% 19 RISPOSTE SCARTATE 74 414 TOTALE RISPOSTE 76 C.N.V. MAIL RESPINTE P.N.V. TOTALE MAIL CONSEGNATE MAIL INIVIATE POPOLAZIONE CATEGORIA INTERVISTATO Tavola 1 – Criterio di campionamento e percentuale di risposta per categoria di intervistato P.N.V.: presidente nucleo di valutazione; C.N.V.: componente nucleo di valutazione; RETT.: rettore; DIR.: direttore amministrativo/generale 3. Fattori all’origine del fallimento dei sistemi di controllo Lo spoglio delle riviste illustrato nel precedente paragrafo ha permesso di individuare sei fattori considerati critici per determinare ed esporre al fallimento i sistemi di controllo: − aspetti tecnici delle attività di controllo e della regolazione; − caratteristiche individuali dei controllori; − organizzazione e politiche del personale di auditing; − sistemi di governance delle aziende sottoposte a controllo; − fattori di sistema e politiche pubbliche; − connessioni improprie o perverse. Aspetti tecnici delle attività di controllo e della regolazione Gli aspetti tecnici delle attività di controllo e di regolazione possono essere ritenuti un primo importante fattore all’origine del fallimento dei controlli. Infatti, il momento tecnico standardizzato del controllo, se assume valenze superiori a quelle che gli competono, finisce per soffocare il giudizio critico proprio dei sistemi di controllo (Baker, Hayes, 2004). In riferimento al caso di Enron, o’Connell (2004) e Baker e Hayes (2004) mettono in luce come l’insistenza su standard di controllo abbia limitato le componenti di giudizio dei controllori appiattendone le funzioni. La sopravvalutazione degli aspetti tecnici porta alla prevalenza del rispetto formale sulla sostanza dei comportamenti. Hoffman, Joe e Moser (2003) osservano a proposito che l’adozione di procedure formalizzate e standard finisce per depauperare l’attività degli auditor più esperti scoraggiando i contributi critici. L’aspetto chiave dell’attività di controllo, basilare per il suo successo, 527 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli è il giudizio professionale definibile non a priori tramite standard e regole ma piuttosto legato alle caratteristiche professionali dei controllori. In riferimento alla contabilità, se si vuole che essa rifletta adeguatamente la posizione economico-finanziaria delle imprese ed i risultati delle loro operazioni, è opportuno che gli standard contabili siano applicati non solo in modo fedele al linguaggio degli stessi standard, ma anche coerentemente con la sostanza economica sottostante le transazioni realizzate. Su questa linea Craig e Amernic (2004) parlano di “retorica della contabilità”, secondo la quale si guarda agli esercizi contabili come oggettivi e rilevanti per l’azienda di riferimento quando invece si tratta di elementi socialmente costituiti, capaci di proiettare solo una luminescenza della realtà. Power in due contributi fondamentali nel 1997 e nel 2003, facendo proprie alcune posizioni della scuola neoistituzionalista (Powell, DiMaggio, 1991), denuncia come alle attività di audit ci si rivolga sempre più per la loro capacità di soddisfare una diffusa richiesta di legittimità e trasparenza, che scaturiscono da ampi settori della società. A tal fine occorre che l’attività di controllo aderisca a standard che rendano in qualche modo oggettiva la sua essenza. In questo senso l’attività di controllo si trasforma in un codificato rituale per la produzione di legittimità, rigoroso nel richiedere l’adozione delle tecniche, ma in sostanza incapace di cogliere la situazione reale alla quale fa riferimento. In ambienti fortemente legalizzati si sviluppano strategie degli agenti tese ad evitare responsabilità e a tutelarli da rischi: in questi contesti le attività di misurazione-controllo assumono come principale funzione quella di conformità. Secondo Hayes e Winyard (2002), le pratiche di performance measurement contribuiscono alla creazione di moderne forme di burocrazia dove le antiche certezze, previste da norme ormai abolite, sono sostituite con la ricerca di automatismi valutativi oggettivanti, capaci di creare legittimità. Caratteristiche individuali dei controllori Le caratteristiche individuali dei controllori emergono come un importante e ricorrente fattore alla base del fallimento dei sistemi di controllo. McMillan (2004) individua nell’accumulazione di decenni di trascuratezza verso le dimensioni professionali delle attività di controllo, rispetto a quelle tecnico-esecutive, la ragione per cui i controllori appaiono uno dei motivi principali nel determinare il fallimento di tali sistemi. Si sono diffuse figure di controllori andersen android (il riferimento è alle grandi imprese di revisione e certificazione contabile): giovani privi di esperienza, fortemente competitivi, orientati ai meccanismi operativi (Grey, 2003), che hanno perso la dimensione professionale e morale del controllore legata ad una logica ormai anacronistica di valori personali (McMillan, 2004). Tuttavia la colpa non sta certo nei giovani, ma va piuttosto attribuita al contesto nel quale essi operano. Donnelly, Jeffrey e O’Bryan (2003) si Azienda Pubblica 3.2007 528 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli soffermano sui comportamenti disfunzionali che caratterizzano le condotte degli auditor, osservando come la percezione da parte di questi di un ambiente esterno ostile e l’elevata propensione al turnover favoriscano la diffusione di comportamenti impropri. Secondo Williams (2004a e 2004b) “look good, speak glibly, be clever, vote Republican and work relentlessly hard” sono diventate le virtù alla base di un buon curriculum di auditor nelle principali società di revisione contabile poiché, in parallelo a quanto evidenziato nel punto precedente con la valorizzazione delle attività tecniche, le dimensioni morali e professionali del controllore hanno registrato una progressiva perdita di rilevanza. Organizzazione e politiche del personale di auditing Quanto esaminato al punto precedente a livello personale è connesso fortemente con l’organizzazione e le politiche del personale delle istituzioni impegnate nell’attività di auditing, specie qualora abbiano dimensioni rilevanti. La letteratura sottolinea l’influenza che l’organizzazione e le politiche di gestione delle risorse umane nelle grandi imprese di revisione e certificazione di bilancio hanno nel favorire fenomeni di fallimento dei controlli. In particolare sono segnalate come critiche le seguenti politiche (O’Connell, 2004; Grey, 2003; Lee, 2002; Francis, 2004): −poca attenzione all’esperienza degli auditors; −organizzazione dei sistemi di carriera fortemente competitiva (logica up or out) e incentivo al turnover; −schemi retributivi impropri; −promozione di servizi non audit, capaci di generare maggiori margini e, proprio per questo, aventi profili di comportamento e di accettazione del rischio in contrasto con quelli legati alle attività audit. Se queste riflessioni sono valide per le grandi istituzioni di audit, risulta tuttavia opportuno considerare come la condotta di tali società influenzi i comportamenti di un gran numero di attori attivi nel sistema dei controlli. Una considerazione di ampio respiro viene proposta da McMillan (2004), che prende atto della tendenza ormai consolidata del controllo di regolare lo spazio professionale mediante attività di delimitazione dell’ingresso e di gestione delle regole, piuttosto che mediante l’impiego di tecniche di verifica dell’effettivo operato professionale. Una maggiore attenzione alla qualità dei comportamenti nello spazio professionale con attività rivolte a osservare, gerarchizzare e ricompensare i comportamenti e le pratiche professionali migliori, avrebbe rafforzato nel tempo un sistema di convinzioni diffuse ed un clima di fiducia. Invece la natura del controllo professionale di tipo enclosuse, basata sull’aderenza a meccanismi formali e standard, impoverisce l’attenzione sul contenuto dell’attività di controllo e agevola la deprofessionalizzazione dell’attività. 529 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli Sistemi di governance delle aziende sottoposte a controllo Il sistema di governance delle aziende sottoposte a controllo è un fattore centrale per la comprensione dei fenomeni di fallimento dei controlli e delle loro cause. Studi condotti sull’impatto dei sistemi di verifica, in riferimento all’università, permettono di appurare che gli effetti sono ugualmente connessi alle caratteristiche dei sistemi valutativi come agli assetti istituzionali ed organizzativi delle istituzioni controllate. In particolare, emerge il ruolo degli attori istituzionali ed organizzativi (Newton, 2002) nel valorizzare o depotenziare le valenze legate ai processi valutativi. In generale, il riferimento teoretico d’obbligo è rappresentato dalla “teoria dell’agenzia”, che parte dai problemi di asimmetria informativa e opportunismo degli agenti di fronte all’inabilità del principale a controllare (Arnold, de Lange, 2004). Ruolo centrale hanno in particolare i sistemi di compensazione. Nel caso dei grandi scandali finanziari, l’enfasi sul valore del titolo da parte degli azionisti, il suo legame con le retribuzioni del top management sono elementi che devono essere considerati attentamente poiché facilmente interessati da fenomeni di opportunità e di rischio di alterazione dei sistemi di controllo (Dikolli, McCracken, Walawsky, 2004; Froud, Johal, Papazian, Williams, 2004 ). Non a caso Stiglitz (2003) individua nel meccanismo incontrollato delle stock-options uno degli elementi che maggiormente hanno danneggiato l’economia negli ultimi anni. Il problema risiede nella superficialità di analisi dei risultati e nell’ottica di breve periodo. Fuerman (2004) afferma che occorre rendere più responsabili le compagnie di auditing verso consigli di amministrazione, audit committees, azionisti di lungo termine ed altri investitori, misurando e pubblicizzando il rischio dell’auditor. La letteratura sembra auspicare una ridefinizione del rapporto tra governance d’azienda e sistemi di controllo, puntando su una più consapevole concezione di risk management oltre il suo tradizionale profilo tecnico (Spira, Page, 2003). Tuttavia, nella realtà sembra prevalere una logica di utilizzo del risk management (e in generale della tematica del controllo) finalizzata ad evitare le accuse piuttosto che ad accrescere la responsabilità. Frequenti, a questo proposito, sono gli interventi volti a limitare le responsabilità spostandole verso i livelli inferiori gerarchici. Nelle piccole imprese la figura dominante del proprietario può esprimersi con valenze oscure e distruttive negoziando, in modo opportunistico con i controllori, i confini del fallimento/successo. Fattori di sistema e politiche pubbliche Vi è una difficoltà delle politiche pubbliche a contrastare fenomeni degenerativi in materia di controlli. La soluzione troppo spesso adottata è la previsione e l’adozione di ulteriori meccanismi di controllo, che alla lunga favoriscono l’elusione. Rebora (1999b) parla a proposito di “trappola della burocrazia”. Azienda Pubblica 3.2007 530 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli In merito alle vicende Sunbeam, Cendant, Waste Management, Enron e Wordcom emerge una diffusa corrente di critica sulla rivista Critical Perspectives on Accounting circa il provvedimento dell’amministrazione americana Sarbanes-Oxley Act, accusata di limitarsi ad effettuare interventi parziali e di non rimuovere la cause profonde del fallimento dei controlli (Cullinan, 2004). L’altro tema di grande attualità in letteratura è quello del ruolo – funzioni – indipendenza delle agenzie di vigilanza. Il riferimento per Enron è la SEC (Khademian, 2002; O’Connell, 2004), ma anche riguardo le pubbliche amministrazioni italiane la discussione è rilevante. In senso lato, in relazione alle dimensioni culturali, occorre considerare i contesti nei quali si attuano i meccanismi di controllo. L’approccio top-down, con l’imposizione per legge di modelli di controllo dall’esterno, è esposto a forti rischi di fallimento. L’osservazione è di particolare attualità per le istituzioni universitarie (Newton, 2002; Rebora, 2003; Turri, 2005), dove è essenziale che i dispositivi valutativi includano al loro interno i meccanismi alla base dell’attività professionale. Un ulteriore esempio su questa direttrice è offerto da Lodhia e Burrit (2004), che imputano il fallimento della Banca Nazionale delle Isole Figi all’adozione di meccanismi di controllo mutuati dall’esterno (su pressione della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale), in un contesto inadeguato dal punto di vista culturale. Su questa linea si innesca anche il dibattito sull’importazione, nel settore pubblico, di meccanismi di performance measurement sviluppati nel settore privato senza le dovute cautele ed aggiustamenti. Aree che si prestano più fortemente a mettere in evidenza gli elementi impropri di queste operazioni sono quelli con una maggiore connotazione professionale, università e sanità (Propper, Wilson, 2003; Adcroft, Willis, 2005; Pidd, 2005). Noordegraaf e Abma (2003) sottolineano in particolare l’importanza di evitare l’impiego di sistemi di controllo sviluppati in contesti routinari e in organizzazioni impegnate in ambienti connotati da ambiguità e mutevolezza. Un altro fattore di sistema che incide sul fallimento dei controlli è la troppo spesso tralasciata questione culturale e formativa. A questo proposito è necessario prendere coscienza della problematica del fallimento dei controlli superando la retorica delle “mele marce” (O’Connell, 2004). L’accademia deve trattare esplicitamente il tema del fallimento dei controlli ripartendo da valori e virtù alla base dell’attività professionale (Grey, 2003; Oliverio, 2004). Troppo spesso ci si limita a fornire conoscenze o estremamente teoriche o eccessivamente tecniche, in ogni caso asettiche, trascurando le competenze base e di connessione con la realtà. Inoltre, da più parti si sottolinea come il clima generale nella formazione dei manager nelle business school degli MBA sia amorale (Ghoshal, 2005; Mintzberg, 2004; Froud, Johal, Papazian, Williams, 2004). Secondo Williams, Enron è un problema morale e non tecnico, pertanto le soluzioni non riguardano la sfera tecnica ma quella deontologica. 531 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli Un’altra determinante questione culturale è legata alla confusione tra misurazione e valutazione, ovvero tra l’accertamento di realtà pienamente definite e la considerazione critica di fenomeni non definiti e sfuggevoli. Troppo spesso si inseguono modelli di audit che, basandosi su standard e numeri, pretendono di determinare certezze come accade nelle scienze esatte. Ma l’attività di valutazione (e nemmeno il management) non è una scienza esatta (Power, 2004). Williams (2004a, 2004b) sostiene che la ricerca di una rispettabilità scientifica ha distrutto la capacità della disciplina contabile di avere valori condivisi necessari per prevenire gli scandali. La ricerca di elementi positivisti nella scienza economica si è imposta come paradigma monolitico e ha depauperato la valenza etica dell’esercizio professionale. Connessioni improprie o perverse Uno dei fattori che maggiormente facilita il fallimento dei sistemi di controllo è la presenza di connessioni improprie o perverse tra controllore e controllato. In riferimento al caso Enron, la letteratura mette in luce le forti connessioni improprie tra management dell’impresa controllata ed il personale dell’istituzione incaricata del controllo (Froud, Johal, Papazian, Williams, 2004 – Hirsch, 2003 – Citron, 2003). In Enron, come in altri casi di grandi dissesti, solo la presenza di connessioni perverse ha permesso ai fenomeni di assumere dimensioni tanto rilevanti. Reinstein e McMillan (2004), riflettendo sulla fornitura contemporanea di consulenza e servizi di audit, affermano che nel 1991 il 31% delle entrate delle organizzazioni di auditing proveniva dalla consulenza, mentre nel 1999 la percentuale era salita fino al 51%. Sulla base di considerazioni simili, Power (2003) afferma come l’audit assuma i connotati di un business, con la conseguente introduzione di politiche per il controllo ed il contenimento dei costi delle attività di auditing anche a discapito della qualità delle prestazioni. L’audit come fonte di profitto rende evidentemente meno, salda la dimensione dell’indipendenza del giudizio professionale e favorisce lo scivolamento dell’attività di controllo verso dimensioni formali e burocratiche. Il fenomeno accresce di rilevanza (Iyer, Rama, 2004) quando i rapporti economici con il controllato sono rilevanti per il bilancio del controllore. Segal (2002), riflettendo su casi cronici di corruzione in ambito pubblico statunitense, individua connessioni perverse difficili da sradicare senza interventi radicali e continui nel tempo. Di fronte a culture devianti fortemente sedimentate, non sono tanto i meccanismi di controllo interno ed accountability ad avere rilievo, ma l’impegno diretto ed orientato su più linee di un management determinato, raggiungibile mediante il depotenziamento di interessi particolari e politiche aggressive di attribuzione di responsabilità. Azienda Pubblica 3.2007 532 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli 4. I risultati emersi dall’esame empirico sul fallimento dei controlli nel settore delle università italiane L’analisi condotta mette in luce quanto i sei fattori emersi come critici nel determinare ed esporre al fallimento i controlli siano individuati prevalentemente in relazione al mondo delle imprese. Da qui la volontà di verificare l’adeguatezza delle categorie di fallimento dei sistemi di controllo emerse in un ambito differente da quello privato. A tal fine un’indagine condotta nelle università italiane ha accertato l’importanza che controllori e controllati ritenevano di attribuire alle aree di crisi individuate dall’analisi della letteratura. Tavola 2 – Risposte sezione A questionario ASPETTI COMPORTANTI PROBLEMI PER L’EFFICACIA DELLE ATTIVITà DI CONTROLLO (medie dei valori assegnati per categoria intervistato) 1 2 3 4 Organizzazione e politiche Governance del personale aziendale degli organismi di controllo 5 6 Politiche pubbliche e fattori di sistema Connessioni improprie di interessi Aspetti tecnici dei controlli Caratteristiche individuali degli addetti ai controlli P.N.V. 3,19 3,76 3,62 4,24 2,81 2,81 C.N.V. 3,48 2,94 3,32 3,89 3,06 3,00 RETT. 3,85 3,30 3,60 3,55 3,70 4,10 DIR. 3,44 3,34 3,31 4,16 3,38 3,94 P.N.V.: presidente nucleo di valutazione; C.N.V.: componente nucleo di valutazione; RETT.: rettore; DIR.: direttore amministrativo/generale. Scala: punteggio da 1 a 6 dove 1 = nessun problema – 6 = fattore determinante di fallimento dei controlli L’opinione degli intervistati in merito ai fattori critici per il fallimento dei sistemi di controllo Il fattore di maggiore criticità individuato dall’insieme dei rispondenti (tavola 2) risulta essere quello dei sistemi di governo delle aziende sottoposte a controllo (governance). In particolare, presidenti, componenti dei nuclei di valutazione e direttori amministrativi hanno indicato questo fattore come il più critico per l’efficacia del sistema di controllo. Viceversa, i rettori ritengono che le connessioni improprie di interessi (e in tono minoritario gli aspetti tecnici dei controlli) assumano una rilevanza prioritaria nell’efficacia dei sistemi di controllo. La seconda sezione del questionario illustra l’opinione degli intervistati in merito alla rilevanza degli elementi costituenti i sei fattori critici per l’efficacia dell’attività di controllo. I valori assegnati da ciascuna categoria di intervistato sono riportate nella tavola 3. 533 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli Tavola 3 – I fattori critici ai fini dell’efficacia della attività di controllo. Medie dei valori assegnati per categoria di intervistati ELEMENTI CRITICI AI FINI DELL’EFFICACIA DELLE ATTIVITà DI CONTROLLO (medie dei valori assegnati per categoria intervistato) P.N.V. C.N.V. RETT. DIR. FATTORI CRITICI Metodologie e standard di controllo troppo dettagliati che sacrificano 2,19 2,76 2,70 2,53 l’autonomia e la capacità di giudizio del controllore/revisore Progressiva erosione e indebolimento degli standard di controllo in 2,90 3,06 3,30 3,22 una logica di accettazione di anomalie ritenute di minore entità Insufficiente e poco sistematica definizione di procedure e prassi 3,48 3,37 3,60 3,91 del controllo Insufficiente preparazione tecnica dei controllori 3,05 2,86 2,90 3,38 Insufficiente esperienza dei controllori 3,00 2,78 3,10 3,38 Carente impegno e motivazione del personale addetto ai controlli 2,90 2,80 3,30 2,94 Mancanza di deontologia dei controllori 2,05 2,21 2,55 3,06 Carico di lavoro eccessivo e troppo forte pressione gerarchica sul 2,90 2,73 2,85 2,78 personale addetto ai controlli Eccessivo turnover del personale addetto ai controlli e difficoltà a 2,29 2,57 2,90 2,44 trasferire le conoscenze tra controllori Tipo di incentivazione del personale di controllo in contrasto con gli 2,52 2,32 2,60 2,41 obiettivi istituzionali del controllo Retribuzione dei controllori sproporzionata rispetto al lavoro 3,05 2,83 3,15 2,56 necessario per un suo valido espletamento Insufficiente supporto interno operativo degli organi di controllo 3,67 3,31 3,45 3,09 Eccessivo orientamento “commerciale” di organi e società che 2,33 2,59 3,05 3,00 operano i controlli Indifferenza dei consigli di amministrazione (o degli altri organi di 3,38 3,86 3,15 3,97 governo) delle aziende verso le attività di controllo Insufficiente comunicazione e interazione tra i diversi soggetti attivi 3,29 3,37 3,55 3,59 nel controllo Ostacoli posti dal management alla circolazione di informazioni 3,24 3,11 3,20 3,22 rilevanti per il controllo Buchi nella normativa che favoriscono chi vuole nascondere i 2,67 2,79 3,45 3,22 problemi Eccessiva estensione degli aspetti da verificare 2,86 3,22 3,60 3,25 Declinante status sociale delle professioni inerenti il controllo che 2,05 2,29 2,70 2,59 induce un atteggiamento passivo Carenze nei percorsi formativi dei controllori sotto il profilo della 2,24 2,40 2,70 2,88 deontologia professionale Mancato sostegno ai controllori da parte degli organi di vigilanza generali o settoriali e da parte degli orientamenti della 2,52 2,68 3,30 2,84 giurisprudenza Conflitto di interessi e mancanza di indipendenza tra istituzioni 2,95 3,02 4,20 3,74 controllate e operatori del controllo (controllori) Connessione indebita tra attività di controllo, gestione e consulenza 2,62 2,73 3,40 3,56 nell’ambito delle stesse strutture e persone Appartenenza di controllori e controllati ai medesimi ambienti e 2,95 3,18 4,40 3,84 conseguente eccessiva familiarità Coinvolgimento dei controllori in sistemi di interessi e alleanze 2,52 2,85 4,15 3,63 egemonizzate dai controllati FR 1 1 1 2 2 2 2 3 3 3 3 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 6 6 6 6 P.N.V.: presidente nucleo di valutazione; C.N.V.: componente nucleo di valutazione; RETT.: rettore; DIR.: direttore amministrativo/generale. La colonna FR indica a quale fattore fa riferimento ogni domanda. Scala: punteggio da 1 a 6 dove 1= nessun problema – 6 = fattore determinante di fallimento dei controlli Azienda Pubblica 3.2007 534 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli Associando gli elementi costituenti ai fattori critici cui appartengono, la governance aziendale e le connessioni improprie di interessi emergono come i fattori più rilevanti fra le risposte degli intervistati. In particolare per l’ambito della governance aziendale risultano maggiormente ricorrenti i seguenti elementi: −indifferenza dei consigli di amministrazione (o degli altri organi di governo) delle aziende verso le attività di controllo; −insufficiente comunicazione e interazione tra i diversi soggetti attivi nel controllo; −insufficiente supporto interno operativo degli organi di controllo. Mentre per le connessioni improprie di interessi: −conflitto di interessi e mancanza di indipendenza tra istituzioni controllate e operatori del controllo (controllori); −appartenenza di controllori e controllati ai medesimi ambienti e conseguente eccessiva familiarità. È inoltre opportuno evidenziare l’interesse accordato all’elemento “insufficiente e poco sistematica definizione di procedure e prassi del controllo”, sebbene non appartenente alle due macro aree evidenziate, ma all’ambito “aspetti tecnici dei controlli”. 5. L’esame dei risultati emersi dalla somministrazione del questionario La lettura traversale dei risultati del questionario consente di soffermarsi su ognuna delle aree critiche individuate dall’esame della letteratura e di verificare l’opinione degli intervistati in proposito. Aspetti tecnici dei controlli Gli intervistati accordano all’area degli aspetti tecnici e metodologici una rilevanza marcata nell’indurre o esporre al fallimento i sistemi di controllo. Mentre, tuttavia, la letteratura segnala la criticità del fattore in ordine ad una eccessiva meccanizzazione e deresponsabilizzazione delle pratiche di controllo, la problematica segnalata dagli intervistati riguarda l’insufficiente e poco sistematica definizione di procedure e prassi del controllo. In un contesto quale quello nazionale, dove gli adempimenti di controllo hanno visto un coinvolgimento forte e diretto delle autorità nazionali per quanto attiene gli aspetti metodologici (spesso limitati all’accertamento di conformità e requisiti) con una conseguente ridotta responsabilizzazione diretta degli atenei, le risposte degli intervistati sembrano confermare le teorie di Power (1997, 2003) e di Hayes e Winyard (2002): tali teorie vedono 535 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli nella definizione di percorsi di controllo, più che un’esigenza reale valutativa, la possibilità di legittimare verso terzi l’operato degli atenei. In questo comportamento si legge il tentativo di spostare l’attenzione del controllo dall’esame degli output dell’attività accademica al rispetto di parametri e conformità propri di una concezione burocratica tradizionale del controllo (Bleiklie, 1998; Neave, 1998; Pollit, Bouckaret, 2000), che nei fatti non appare del tutto superata. Caratteristiche individuali degli addetti ai controlli Gli intervistati reputano le caratteristiche individuali degli addetti ai controlli tra le aree di minor criticità per l’efficacia delle attività di controllo. Anche l’analisi dei fattori costitutivi il fallimento conferma questa tendenza. Il dato, pur essendo consolidato tra tutte le categorie di intervistati, nel suo valore generale risente probabilmente dell’autodifesa dei componenti dei nuclei di valutazione, poco propensi ad individuare le proprie caratteristiche come problematiche. Significativo è, in questo senso, notare l’opinione più severa non solo dei rappresentanti delle istituzioni controllate (rettori e direttori amministrativi), ma anche dei presidenti dei nuclei di valutazione. Se qualche dubbio emerge sulla adeguatezza dei controlli, è comunque ferma opinione degli intervistati che sia da attribuire a scarsa esperienza e limitata preparazione, piuttosto che a mancanza di deontologia. Organizzazione e politiche del personale degli organismi di controllo Per quanto attiene questo fattore, le differenti categorie di intervistati sono concordi nell’attribuirne una scarsa rilevanza. In merito agli elementi critici nessuno di quelli proposti nel questionario risulta significativo, piuttosto gli intervistati ritengono che né il turnover né la retribuzione siano elementi problematici per il personale addetto al controllo. L’organizzazione dell’attività di controllo in nuclei di valutazione permette infatti di mantenere limitata la complessità relativa agli elementi organizzativi e di gestione del personale delle attività di controllo. Governance aziendale La rilevanza della governance delle istituzioni universitarie per lo svolgimento di un’efficace attività di controllo è ritenuta fondamentale dai presidenti, dai componenti dei nuclei di valutazione e dai direttori amministrativi. I risultati del questionario mettono in evidenza che l’attuale architettura di governo dell’università è ritenuta poco sensibile ai risultati dell’attività di controllo. Non stupisce in tale contesto la difesa “di bandiera” dei rettori che tendono a sottostimare la tematica della governance probabilmente perché in qualche modo richiede di mettere in discussione il ruolo da questi ricoperto. Particolarmente rilevanti gli elementi critici individuati dagli intervistati. Azienda Pubblica 3.2007 536 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli −Il limitato interesse riposto dai vertici accademici nei confronti degli esiti dell’attività di controllo. L’esperienza recente della valutazione triennale della ricerca promossa dal CIVR, che ha dato seguito ad un forte interesse, invita ad una riflessione sulla necessità di disporre di controlli, non solo rigorosi e metodologicamente ben realizzati, ma anche strutturati in vista dell’esigenza di dare seguito ad output espressivi e sintetici che si prestino ad essere comunicati ed impiegati. La dimensione della governance mette in evidenza come nelle università italiane si manifesti l’esigenza di spostare l’attenzione dall’offerta di metodologie di controllo alla domanda, creando le condizioni affinché questa si sviluppi. −Un secondo elemento, indicato come problematico dagli intervistati, riguarda l’interazione tra i soggetti attivi nel controllo. Il riferimento è al mancato coordinamento delle attività di controllo promosse dagli atenei mediante i nuclei di valutazione e delle iniziative nazionali sviluppate dai competenti organi nazionali che ha indotto non solo a perdere possibilità di sinergie tra i due livelli di controllo, ma anche a stimolare un appiattimento ed un soffocamento delle iniziative locali più originali. −Un ultimo elemento riguarda l’insufficiente supporto operativo degli organi di controllo che, da un lato, rafforza il dato relativo ad uno scarso interesse del vertice agli esiti del controllo e, dall’altro, mette in luce una resistenza organizzativa degli atenei alla diffusione delle attività stesse. Politiche pubbliche e fattori di sistema Le politiche pubbliche ed i fattori di sistema sono complessivamente l’ambito ritenuto meno critico dagli intervistati. Considerando in particolare il primo sottoinsieme, le politiche pubbliche, si tratta di un dato rilevante, specie se riferito ad un ambito, quale quello universitario italiano, sottoposto ad una intensa attività normativa. L’esame di dettaglio permette di appurare come le differenti tipologie di intervistati non concordino perfettamente sul tema. Mentre i presidenti dei nuclei di valutazione non esprimono per l’attuale impianto normativo riserve, viceversa i rettori sono più critici e denunciano un’eccessiva estensione dei compiti di controllo affidati, accompagnata da una mancanza di organicità della normativa e (almeno a tratti) da un mancato sostegno di organi esterni che dovrebbero migliorare nel loro operato di vigilanza. La cesura nelle risposte degli intervistati è probabilmente da mettere in relazione alla consapevolezza dei limiti del sistema di valutazione, specie in riferimento all’interazione ed alla coerenza tra livello nazionale e locale da parte dei rettori ed alla contemporanea consapevolezza dei presidenti dei nuclei di valutazione rispetto al testo di legge, non percepito come determinante per sviluppare un sistema di controllo effettivo. In riferimento ai fattori di sistema, né gli aspetti culturali e di formazione, né le carenze nei percorsi formativi dei controllori sotto il profilo della deontologia professionale, né il declinante status sociale delle professioni 537 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli inerenti il controllo sono considerati critici da parte degli intervistati. La poca rilevanza attribuita a questo fattore è probabilmente da mettere in relazione alla difficoltà di approfondire aspetti di questo tipo mediante un questionario chiuso a distanza. Infatti, la dimensione culturale dei controlli nell’università risulta in letteratura un ambito di grande interesse, dove è attuale il confronto tra una concezione razionalistica dei controlli improntata alla misurazione oggettiva ed una concezione valutativa più ampia e legata ad un giudizio di merito (Minelli, Rebora, Turri, 2005). Connessioni improprie di interessi I rispondenti accordano a questa tematica una moderata criticità ad eccezione dei rettori che nelle connessioni improprie di interessi individuano il fattore di maggior problematicità. La divaricazione nelle risposte, specie con i presidenti dei nuclei di valutazione, si accentua in merito agli elementi critici. I rettori denunciano la presenza di conflitti di interesse tra controllori e controllati, la loro eccessiva familiarità e la presenza di alleanze egemonizzanti. Si tratta di un’indicazione di peso e difficilmente controvertibile se si tiene conto che proprio i rettori sono chiamati a scegliere il presidente ed i componenti dei nuclei di valutazione. L’opinione differente di questi ultimi sembra poco difendibile. Così come i rettori con il fattore governance, la difesa dei presidenti dei nuclei di valutazione appare poco credibile. La presenza di conflitti di interesse e soprattutto l’appartenenza di controllori e controllati ai medesimi ambienti è un dato che emerge esaminando la composizione non solo dei nuclei stessi, ma anche degli organi nazionali di valutazione che spesso ospitano esponenti accademici con rilevanti responsabilità nei rispettivi atenei. Sistemi di valutazione evoluti e capaci di avere conseguenze rilevanti sugli atenei (per esempio in ordine ai trasferimenti di risorse economiche) risultano fortemente indeboliti dalla presenza di connessioni improprie di interessi o da circostanze che autorizzino dubbi e sospetti in proposito: la letteratura evidenzia questo come fattore determinante nel causare fenomeni di fallimento dei sistemi di controllo. I dati raccolti mostrano quanto non sia assente nelle università italiane e debba essere tenuto in adeguata considerazione. 6. Rilevanza dei fattori critici per il fallimento dei sistemi di controllo in ambito pubblico L’analisi della letteratura ha permesso di individuare sei fattori chiave per comprendere il tema della crisi e del fallimento dei sistemi di controllo. Aspetti tecnici, caratteristiche dei controllori, organizzazione e politiche del personale addetto al controllo, governance delle aziende sottoposte a controllo, fattori di sistema e politiche pubbliche, connessioni improprie di interessi emergono dall’esame della letteratura come i fattori critici su cui si innestano situazioni di fallimento dei controlli. Nel presente scritto si è Azienda Pubblica 3.2007 538 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli verificata la rilevanza dei sei fattori rilevati per descrivere l’esposizione al fallimento dei sistemi di controllo nelle pubbliche amministrazioni. In questo senso sono stati presi in considerazione le attività di controllo e valutazione nelle università italiane. Ancorare l’analisi ad elementi prefissati ha permesso all’osservazione di acquisire profondità ed efficacia. In una materia per sua natura opaca, poco trasparente ed oggetto di reticenze, lo sviluppo di indagini empiriche sulla base di una griglia preordinata di fattori permette di far emergere elementi che difficilmente affiorerebbero da un’analisi esplorativa non strutturata. L’adozione di questo metodo consente di procedere su binari definiti, permettendo una maggior efficacia dell’indagine ed evitando dispersioni nella generica acquisizione di informazioni. L’indagine ha rilevato che nelle università italiane i fattori considerati rivestono una criticità difforme. Nessuno tuttavia è risultato del tutto non pertinente rispetto all’ambito pubblico. Van Thiel e Leeuw (2002) constatano che la riflessione sul tema del fallimento dei sistemi di controllo, in riferimento alle pubbliche amministrazioni, debba essere inquadrata a fronte dell’assenza di meccanismi di bancarotta capaci di catalizzare l’attenzione del legislatore, degli osservatori e della comunità scientifica. In questo senso nel settore pubblico, ancor più che nel settore privato, vi è necessità di attenzione alle cause di fallimento del controllo: l’individuazione dei sei fattori offre un contributo in questa direzione. Per quanto attiene allo strumento di analisi adottato (questionario chiuso), i dati raccolti mostrano una forte disomogeneità nelle risposte delle differenti tipologie di intervistati; ciò sottolinea quanto la tematica risenta di sensibilità e di punti di vista diversi. Tuttavia, il questionario chiuso presenta anche una serie di limiti e in particolare non consente di valorizzare appieno l’opinione dei rispondenti in una materia complessa ed estremamente sensibile alle posizioni organizzative e professionali delle persone. Sono significative a questo proposito le rilevanti differenze nelle risposte dei presidenti/componenti dei nuclei di valutazione rispetto ai rettori. Si tratta di sensibilità diverse tra controllori e controllati che si manifestano proprio in ordine ai temi delle connessioni improprie di interessi e della governance, ovvero a quelle dimensioni che toccano più da vicino le due categorie di intervistati. Ognuna in sostanza tende a depotenziare, con comportamenti difensivi, i fattori che più da vicino e direttamente sono attribuibili e connessi al proprio ruolo. Questa elevata sensibilità conferma tuttavia la rilevanza dei fattori individuati e dimostra la bontà di seguire uno schema preordinato di analisi: in assenza di esso è certamente difficile evitare manipolazioni, distorsioni e parzialità nella raccolta dei dati. Un’ulteriore considerazione, emersa dall’esame empirico, attiene la necessità che le attività di analisi si fondino su una preliminare ed approfondita conoscenza dei sistemi di controllo e delle realtà aziendali in cui essi sono implementati. Solo con una piena cognizione del contesto è infatti possibile 539 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative Fattori critici per i controlli cogliere i segnali, per loro natura deboli e nascosti, che alla luce dei fattori individuati favoriscono l’emersione di criticità e problematiche. In conclusione, l’esperienza condotta certamente permette di individuare i sei fattori come significativi in merito allo studio del fallimento dei sistemi di controllo nel settore delle università ed in generale in ambito pubblico. Lo strumento di rilevazione impiegato è stato utile in una prima fase ricognitiva, ma si dimostra insufficiente per analisi più approfondite. Per future indagini dedicate a specifici settori si ritiene opportuno innestare su tale metodologia una seconda fase che impieghi strumenti di analisi qualitativi, capaci di scavare ulteriormente sulle motivazioni dei “buchi” che si aprono nel funzionamento delle attività di controllo. 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