INTRODUZIONE ALLA COMUNICAZIONE SVILUPPO DELLE
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INTRODUZIONE ALLA COMUNICAZIONE SVILUPPO DELLE
INTRODUZIONE ALLA COMUNICAZIONE SVILUPPO DELLE COMPETENZE COMUNICATIVE ( per diventare un bravo tecnico ) di Roberto Tasciotti Queste pagine hanno la pretesa di dare, a chi legge, alcuni consigli per essere un bravo comunicatore ed ottenere così una gradevole comunicazione. Ciò faciliterà l’apprendimento ai tuoi allievi. Il tuo impegno educativo-formativo ne trarrà giovamento e ti sentirai gratificato. Buona lettura. Non esistono comunicazioni corrette o sbagliate in assoluto, ma solo efficaci o inefficaci. La comunicazione è definita dal risultato che si ottiene La migliore tua capacità nella comunicazione, è la flessibilità, cioè la capacità di orientare il tuo comportamento verso il ricevente e di adattarlo alla situazione Il risultato di una comunicazione non sta nelle tue intenzioni , ma nella risposta che ottieni La comunicazione può essere vista dunque come il risultato di una negoziazione tra te e gli altri che entrano in relazione La comunicazione acquisisce una forma diversa a seconda del tipo di contenuto e del tipo di relazione preesistente tra te e gli altri che partecipano allo scambio comunicativo. Alcune riflessioni accademiche. Ogni tanto sono utili. Gli esseri umani comunicano sia in modo DIGITALE che ANALOGICO Analizziamo la comunicazione analogica che è un tipo di comunicazione in cui non esistono regole grammaticali circoscritte o definite o standard, è la comunicazione dei gesti, dell’espressione del volto; una comunicazione che può avere molte sfumature e interpretazioni, che acquisisce connotazioni diverse a seconda del contesto e della persona che comunica La comunicazione analogica è essenzialmente ogni tipo di comunicazione non verbale Si riferisce all’aspetto di relazione della comunicazione Si basa su una semantica precisa, ma è priva di una sintassi utile a definire la natura delle relazioni che propone Non solo il movimento del corpo (cinesica), ma anche i gesti, le espressioni del viso, le inflessioni della voce, la sequenza, il ritmo e la cadenza delle stesse parole, e ogni altra espressione non verbale di cui siamo capaci, come pure i segni di comunicazione immancabilmente presenti in ogni contesto comunicativo, costituiscono il campo della comunicazione analogica. . Non dimenticare mai che:non si può non comunicare”. Tutto ciò che fai (non solo ciò che dici), comunica qualcosa all’altro. Anche se stai in silenzio stai comunicando Alcune regole per una comunicazione Efficace Devi saper CONVINCERE, SUSCITARE INTERESSE, OTTENERE CONSENSO, APPASSIONARE, SUSCITARE EMOZIONI, ENTUSIASMARE. SAPER Se sei in grado di ottenere questo sei sulla strada giusta per ottenre anche ottimi risultati Non farti sopraffare dalle emozioni :cerca di avere il controllo di emozioni e impulsi negativi Sii carico di OTTIMISMO : considera il lato positivo degli eventi Componente essenziale della tua capacità comunicativa è L’ASSERTIVITÀ per avere delle certezze bisogna arrivarci: occorre passare attraverso il dubbio e l’ascolto Cura il tuo linguaggio del corpo e allenati ad una corporeità del tipo assertivo. Ti elenco la tipologia di una corporeità assertiva. Fanne tesoro. Postura eretta - rilassata – aperta. Espressione del volto coinvolta – interessata Occhi contatto oculare diretto Voce chiara - amichevole - calibrata - non forzata Gestualità aperta - mani che non superano l'altezza dei gomiti Per essere assertivo non dare giudizi sulle persone, valorizza gli aspetti positivi, porta il discorso sugli aspetti costruttivi, parla solo di fatti accaduti o di cose dette, spiega i motivi del disaccordo, Fai descrizioni e non interpretazioni, non attribuire agli altri intenzioni che non hanno manifestato Indica le possibili soluzioni ad un problema e le conseguenze Proponi soluzioni Cerca di calmare, manifestando a tua volta calma Non essere mai una persona aggressiva del tipo che cerchi di imporre le opinioni, esigenze, idee Non violare i diritti altrui per trarne vantaggio Non Imporre o scaricare le responsabilità Il linguaggio del corpo del tipo aggressivo si presenta così: postura Rigida - Pugni serrati - Denti stretti. Espressione del volto Mascelle serrate - Minacciosa Sguardi di traverso – Viso teso Occhi Fissi - Sporgenti – Vitrei Voce: Veloce e ad alto volume Tagliente - Tono acuto Gestualità: Accusatoria (puntare il dito) - Invadente lo spazio personale C’è chi scioccamente crede che con il piglio duro ed aggressivo si ottengono risultati: chi adotta uno stile aggressivo si vede probabilmente forte, ha la sensazione che il suo intervento abbia prodotto il risultato desiderato. Quindi ricorda i comportamenti da evitare. Attaccare. Colpevolizzare. Parlare troppo. Ironizzare. Esercitare pressione.Minacciare Mentre usa comportamenti come Ascoltare attivamente.Porre domande. Effettuare brevi sintesi Fornire informazioni Rispondere con calma ESERCITATI anche riprendendoti mentre svolgi una lezione e valutati Sulle critiche e le correzioni Le critiche formulate in modo corretto tendono a motivare la persona, a migliorarne le prestazioni future, a rendere più positivo il clima relazionale La critica va focalizzata sulla prestazione e non sulla persona, che va pienamente rispettata La critica è utile se permette di far identificare i punti sui quali l’interlocutore farebbe bene a riflettere e fornisce l’aiuto necessario a far sì che allievo o collaboratore non cadano in quello stesso tipo di errori nelle loro future prestazioni. Si sottolinea la continua disponibilità a fornire aiuto e suggerimenti per eventuali difficoltà future LA COMUNICAZIONE NON VERBALE Quando sentiamo parlare di comunicazione la nostra mente pensa al linguaggio tradizionale quale strumento comunicativo per eccellenza. In genere tendiamo a sottovalutare tutti gli altri strumenti che noi utilizziamo per trasmettere o dare più forza al nostro messaggio. Quali sono questi strumenti? 1. parole, ovviamente, 2. toni di voce, 3. linguaggio non verbale (L.N.V.), rappresentato dalla gestualità, posizione del corpo, mimica facciale, sorriso, contatto d’occhi, ecc., 4. supporti visivi. L’uomo, nella sua evoluzione linguistica, ha gradualmente abbandonato il L.N.V., per affidarsi alle sole parole. Si assiste pertanto ad un soffocamento degli strumenti tradizionali della comunicazione quotidiana, vale a dire le tonalità e la spontaneità del L.N.V. Andiamo a valutare l’efficacia comunicativa legata ai primi tre strumenti. Questa valutazione è resa possibile dai risultati degli studi sulla comunicazione, svolti negli anni ‘60 negli Stati Uniti, da uno scienziato: Albert Mehrabian. Egli osservò come, in una normale comunicazione, la ricezione del messaggio (efficacia comunicativa) è data solo per il 7% dalle parole, per il 38% dai toni di voce e per il 55% dal L.N.V. Se noi mettiamo sui piatti di un’ipotetica bilancia due pesi: il primo è rappresentato dal COSA DICO: vale a dire dal contenuto del messaggio; il secondo dal COME LO DICO: toni di voce e L.N.V. Il secondo piatto peserà 13 volte più del primo (93% verso 7% delle parole). Le conclusioni che possiamo trarre ci dicono che un educatore smorto ed imbalsamato, vale a dire privo di entusiasmi, e della carica agonistica che si trasmettono attraverso i toni di voce e bloccato nella sua gestualità e nei suoi movimenti, utilizza al minimo le proprie capacità comunicative, rendendo scarsamente efficace la comunicazione ATTENZIONE! In caso di incongruenza, tende a prevalere il messaggio comunicato dalla CNV Un messaggio è INCONGRUENTE quando le tre componenti (verbale, paraverbale, non verbale ) sono incoerenti, cioè sono in conflitto tra loro nell’esprimerlo Il miglior modo per favorire una buona prima impressione è quello di focalizzarci sugli altri, non su noi stessi!" LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE La mimica LA MIMICA FACCIALE Essa mostra il tuo stato emotivo con cui interagisci, per quantotu possa cercare di mascherarlo. La mimica facciale può costituire una METACOMUNICAZIONE, modificando o commentando ciò che in quel momento viene detto o fatto. L’USO DEGLI OCCHI La cinesica Lo studio della comunicazione mediante i gesti, le posture e i movimenti del corpo si chiama cinesica. La prossemica La prossemica studia i comportamenti spaziali degli individui, il modo, cioè, in cui nel rapporto interpersonale vengono a regolarsi spazi e distanze delle persone fra loro e in rapporto agli oggetti, e il loro valore linguistico. Fra le tipologie o classi di comportamento che si fanno riferimento al linguaggio prossemico, si possono menzionare: • • Il contatto fisico; Distanza o prossimità; • Intima (fino a 40 cm); • Personale (da 40 a 120 cm); • Sociale (da 120 a 360 cm); • Pubblica (da 360 cm in poi); ASCOLTO ATTIVO CAPACITA' DI ASCOLTARE CHI PARLA MOSTRANDO INTERESSE IN CIO' CHE VIENE DETTO E FACILITANDO LA RICEZIONE DEL MESSAGGIO Rammenta che le persone che comunicano efficacemente dedicano molto più tempo all'ascolto che a parlare Permetti all’altro di esprimere liberamente le proprie idee, senza alcuna forma d’intimidazione e derisione Lascia finire chi parla, anche se si fosse già capito cosa voglia dire Mostra interesse verso le idee degli altri, riflettendo prima di parlare, senza sfoderare subito una risposta scontata I livelli di ascolto Se sai ascoltare comunichi così Utilizza le parole degli altri per far loro comprendere che li hai ascoltati Riconosci gli stati d’animo altrui, enfatizzandone il valore, impegnandoti nel ridurne l’intensità o ad aumentarla in funzione delle situazioni Sai riassumere le opinioni altrui, evidenziandone il valore dei singoli contributi e/o di quello collettivo nel conseguimento degli obiettivi Utilizzi il linguaggio non-verbale in modo coerente con il contenuto del tuo messaggio, per cui guardi l’allievo o il gruppo e assumi una posizione del corpo rivolta verso di loro Vantaggi di un ascolto attivo Abbassa il livello emotivo, riduce stress e tensioni Fornisce più informazioni. Aumenta l’autostima Favorisce una maggiore produttività Riduce le incomprensioni, favorendo rapporti più profondi e soddisfacenti un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. Un buon ascoltatore è capace di autoironia Se invece NON ASCOLTI tendi a diventare impaziente quando ascolti gli allievi parlare. E pensi: Hanno sempre un motivo per lamentarsi, non li ascolto neanche più» I giovani di oggi non vogliono più sacrificarsi, parlare con loro è fiato sprecato» «Sono qui per studiare, allenarsi, e non per parlare. Ogni scusa è buona per mollare Devono fare quello che dico io e non di testa loro TECNICHE PER RAFFORZARE LA COMUNICAZIONE Sapersi presentare e creare dall'inizio una buona immagine positiva di sé è un requisito fondamentale nella formazione di un bravo insegnante Cerca inoltre di trasmettere negli altri una sensazione di uguaglianza (in contrapposizione al senso di superiorità o di sudditanza) Ricorda che si comunica anche tramite LA DISPOSIZIONE D'ANIMO che si ha in un determinato momento. Questa è in assoluto uno dei principi più importanti della comunicazione. Adesso ti sottolineo alcuni dettagli comportamentali che è bene che tu osservi per comunicare in modo efficace CONTATTO VISIVO: abilità nel cercare il contatto visivo con tutti i partecipanti. Evita lo sguardo nel vuoto o diretto solo su alcuni. Esprimi un contatto visivo sicuro. SORRISO APERTURA: trasmette una percezione di proiezione verso l’uditorio. GESTUALITA’: sii abile nel dare forza al messaggio con una gestualità spontanea e disinvolta. POSTURA E MOVIMENTI: esprimi sicurezza e padronanza attraverso una posizione eretta e con movimenti disinvolti. Evita le posizioni insicure di appoggio e i movimenti nervosi. VOLUME E TONO DI VOCE: abilità di usare un volume adeguato e tonalità variabili. Evita di parlare sottovoce e con tono monocorde. Lavora sui cinque elementi costitutivi della voce: volume, tono, tempo, ritmo e sorriso. che, insieme,contribuiscono a formare il 'colore', ovvero Ie emozioni che esprimiamo". Lavora sui contrasti: lento veloce. Alto basso Il suono è in grado di creare emozioni. Quindi crea uno stato di piacevolezza Come esempio di contrasto ed incongruenza guarda su youtube:” Yves Montand le telegramme Vediamo allora come potenziare e migliorare la qualità vocale, partendo dai singoli componenti della voce. Il tono C’è chi dice che «è il tono a fare la musica». In effetti assume grandissima importanza perché è alla base della prosodia, cioè la capacità di far capire il senso del discorso attraverso la modulazione di intonazioni diverse. A volte diventa più importante del contenuto stesso. La velocità È un importante indicatore sul piano del contenuto: è stato ampiamente dimostrato che le velocità maggiori vengano raggiunte quando il soggetto che parla conosce molto bene l’argomento trattato.. È il caso di quegli insegnanti che vanno in aula a sciorinare le proprie teorie, irritando gli allievi che sentendo le loro parole per la prima volta non riescono a seguirle con altrettanta velocità. Chi invece parla adagio, o rallenta il ritmo del discorso, sta riflettendo sulle informazioni che vi sta dando. I bravi tecnici quando espongono qualcosa al proprio uditorio lo fanno in modo lento e con calma, per concedere a esso la possibilità di riflettere sulle informazioni fornite. Le pause Se gestite sapientemente, diventano uno strumento preziosissimo nel processo comunicativo. Volendo per esempio sottolineare un concetto che ti sta a cuore, puoi fare una pausa subito prima della parola importante. Il volume Se il volume della voce si alza significa che probabilmente stai parlando di qualcosa che ti sta particolarmente a cuore; così come un volume di voce basso, caratterizzato da parole o frasi pronunciate in modo indistinto significa, probabilmente, che vi sono in gioco fattori emotivi molto intensi. Il timbro Il timbro è l’insieme delle caratteristiche individuali della voce: nasale, gutturale, soffocata; possiamo definirlo come il “colore della voce”. Esso dipende dalla parte o parti del corpo che fanno da cassa armonica, cioè che amplificano e migliorano (o peggiorano) il suono. Il timbro della voce può influire molto su noi stessi e sugli altri. Pensate solo al famoso modo di dire "fare la voce grossa"! Il tono è principalmente un indicatore dell’intenzione e del senso che si da alla comunicazione; può esprimere apprezzamento o disappunto, entusiasmo o apatia, interesse o noia, coinvolgimento o estraneazione. PERSONALITA’ - HUMOUR - ENTUSIASMO: sappi esprimere la tua personalità ed i tuoi punti di forza senza inibizioni, manifesta entusiasmo in ciò che dici. LINGUAGGIO - NON PAROLE - PAUSE: usare un linguaggio semplice, naturale, incisivo e sintetico. Ricorri ad aneddoti, esempi, analogie. Evita le “non parole”. Dai forza al discorso con le pause. GESTIONE STRESS: abilità nel gestire la propria emozione utilizzandola produttivamente Com’è la tua DIZIONE? Migliorare la pronuncia ed imparare ad esprimersi con accento standard può farti diventare in brevissimo tempo un comunicatore molto più carismatico ed efficace. Può sembrare un’esagerazione, ma ci sono decine di studi che confermano quello che ho appena detto. E’ quindi fondamentale imparare ad usare la voce in modo più professionale, utilizzando le pause, il ritmo, il tono ed il volume per conferire maggiore autorità e carisma alle proprie parole, e migliorare le credibilità agli occhi del proprio interlocutore. Sappi articolare le parole che è la capacità di scandire correttamente le sillabe di ogni parola soprattutto in condizioni di stress o quando la velocità di elocuzione è particolarmente elevata. E' un'abilità fondamentale per diventare un comunicatore efficace. .L’allenamento e gli insuccessi hanno un impatto sulle emozioni e, se l’allenatore ne perde il controllo, la fiducia degli atleti nei suoi confronti ne risentirà. Il clima organizzativo È fondamentale non trascurare l’importanza che il contesto ha per la comunicazione. Il clima è l’insieme delle qualità dell’ambiente relazionale percepite dai membri del gruppo Il clima del gruppo di lavoro è buono quando ci sono il giusto sostegno, il giusto calore, il riconoscimento dei ruoli, una comunicazione aperta che fornisce feedback chiari Non trascurare l’ambiente d’apprendimento che inizia da quando l’allievo entra in palestra. Come è accolto, come sono accolti i genitori. E’ importante da parte di tutti coloro che lavorano in un punto sport saper essere accoglienti. Far sentire tutti importanti. Ascoltarli con il sorriso. Risolvere i loro problemi. In poche parole non trascurarli mai. Farli sentire a casa. Questo è semplice marketing. Ricorda sempre che loro pagano una retta e quindi sono clienti prima di essere atleti. La palestra non è una caserma ma un luogo dove ci s’incontra per conoscere, comprendere e saper applicare le conoscenze. E’ quindi un luogo d’apprendimento-insegnamento in cui sono tutti coinvolti compreso chi ha compiti di segreteria o di pulizia. E’ il contesto che determina la coscienza del partecipante . NON DIMENTICARLO MAI. Oggi la competizione per accaparrarsi utenti è spietata ed è tipico che, c’è ch,i non sentendosi a proprio agio, abbandona quell’attività o per andare da un’altra parte, così tu hai perso un allievo, o peggio, abbandonando definitivamente la pratica sportiva. La sindrome del drop out purtroppo colpisce i giovani adulti, perché una volta maggiorenni, capaci di opporsi ai genitori ed ai loro sostituti (allenatori e dirigenti) conquistano la loro libertà abbandonando lo sport e in particolare il mondo agonistico Raccomandazioni pratiche Fai attenzione affinché l’atleta non venga MAI sfruttato come una macchina e poi gettato via (vedi il malcostume del doping),vorrebbe dire di non essere interessato alla persona. La prestazione è importante ma non determinante. I ritmi della vita sono stati accelerati La creazione continua di falsi bisogni crea realtà fittizie per mero scopo di mercato, così anche nelle relazioni. Non basta il buon senso per far crescere un ragazzo che si impegna in una disciplina sportiva e magari entra anche nel mondo dell’agonismo dove certi meccanismi obbligano ad una maggiore assiduità di allenamento a tutto discapito della parte ludica fondamentale per sentirsi giovani e divertirsi con l’attività fisica organizzata. Tu, nell’immaginario dell’allievo, rappresenti colui che sa trasmettere ed insegnare la tecnica, che impone le regole durante l’allenamento, durante le gare e spesso impone comportamenti anche fuori dalla palestra, Ricorda quello che hai letto prima sull’uso delle critiche che possono essere un ulteriore motivo di incomprensione e di rottura della relazione Stai sempre attento affinchè l’atleta –utente, appena entrato in palestra non perda ogni capacità decisionale per sottomettersi ai tuoi voleri Non inibire la creatività e il desiderio di crescere con i tempi propri dell’infanzia, dell’adolescenza o della giovane età. Non eccedere nelle frustrazioni, inibendo la libertà espressiva, la creatività, la parte ludica che è in ognuno di noi e che è necessaria per creare momenti piacevoli indispensabili per la qualità della vita. Se dai l’impressione di essere troppo “potente” ciò può indurre a dei comportamenti di insicurezza nell’atleta e danneggiare le sicurezze e la fiducia in se dell’atleta e ad abbassare l’autostima. Molti giovani fanno dello sport, anche a livello agonistico perché spinti dai genitori che convinti che l’attività sportiva sia educativa e che contribuisca positivamente alla formazione della personalità obbligano il figlio a rinunciare ad una parte della sua vita privata e a sottostare alle scelte degli altri E’ strategica L’alleanza tra genitori ed allenatore per non contribuire a creare un immagine illusoria delle caratteristiche atletiche del figlio, giustificare carenze e creare una visione distorta delle proprie qualità psico-fisiche Le alleanze genitori allenatore atleta vanno sempre incoraggiate. Forse è meglio dire l’alleanza tra il club sportivo e la famiglia, perché la responsabilità non può essere delegata totalmente al tecnico, ma egli fa parte di un’associazione con dirigenti ed altro. Il contesto lo determinano tutti i componenti. Approfondite questi concetti: l’insegnante e l’allievo spettatore. L’approccio all’ascolto e la voglia di essere in scena dell’allievo Per aiutarvi vi propongo un brano della letteratura. Pirandello , nei Sei personaggi in cerca d’autore, se lo permise: entrando in platea dal foyer, i personaggi attraversarono il corridoio fra le poltrone e poi con grande stupore di tutti i presenti salirono sul palco come infrangendo il cristallo di un acquario. Il mondo entrò con loro, per una volta, in teatro. Da troppo tempo ormai ne era stato chiuso fuori. La sera della prima romana al Teatro Valle, nel maggio del 1921, ciò non fu giustamente sopportato. Era davvero una pretesa eccessiva. Il mondo che chiede di essere rappresentato! Che chiede parola. Parziali conclusioni L’immaginazione è indispensabile per la professione insegnante, non solo per creare, ma anche per rinnovare ciò che è già stato creato. La fantasia deve essere attiva e deve essere costantemente allenata. Lo scopo è quello di diventare protagonisti di questa vita immaginaria. Anche l’attenzione e l’osservazione devono essere costantemente allenate, pure nella vita quotidiana; esse disciplinano la logica e la coerenza IL GIOCO DELLA COMUNICAZIONE. L’avvicinamento all’insegnamento avviene, quindi anche mediante lo studio e la pratica delle tecniche fondamentali della comunicazione: Creatività (improvvisazione). Gestualità (espressione corporea – rilassamento - concentrazione) Recitazione (colori, ritmo, tecniche di lettura e interpretazione di un testo) Vocalità (dizione, respirazione, educazione della voce) espressione del corpo e del movimento; l’improvvisazione e lo sviluppo della creatività; ricerca e sblocco delle proprie potenzialità espressive; Comunicazione efficace: come imparare a comunicare al meglio in ogni occasione Il motivo è semplice: una comunicazione efficace, assertiva e carismatica è un’abilità, né più né meno, ed in quanto tale può essere acquisita da chiunque. . Altre riflessioni sulle tecniche di Comunicazione: Quali Sono le Più Efficaci ed Immediate? Studi dimostrano che, nel corso dell’interazione comunicativa, il livello di attenzione diminuisce progressivamente per poi aumentare nuovamente verso la fine del messaggio. Non ostentare superiorità Anche se le tue conoscenze sono effettivamente maggiori rispetto a quelle del tuo interlocutore, non farglielo mai notare neanche inconsciamente. E’ molto facile, in caso contrario, attirare l’antipatia della persona che ci ascolta. Non dilungarti troppo Dilungarsi eccessivamente a parlare delle nostre esperienze personali, seppur legate all’argomento della conversazione, può essere deleterio ai nostri fini comunicativi. Non sminuire i problemi degli altri Questa cattiva abitudine non è altro che l’esatto contrario dell’empatia. Ci impedisce di comunicare in modo efficace, ed ha come conseguenza inevitabile l’allontanamento del nostro interlocutore. Non esporti prima del tempo Non offrire soluzioni prima di aver compreso adeguatamente la natura del problema, ed essere sicuro che non ci siano alternative migliori. Non interrompere Fornisci feedback verbali e non verbali Le regole della comunicazione applicate alla didattica in palestra Piuttosto che porre il problema della comunicazione entro la didattica della disciplina (e quindi ritenerla solo come un obiettivo specifico), proviamo a invertire i termini ponendo le questioni didattiche entro la cornice di riferimento della comunicazione. Gli spazi entro cui avviene la relazione educativa, i tempi che la scandiscono, i rapporti umani, uso delle risorse, rientrano entro un orizzonte comunicativo. Devi tener conto dei seguenti aspetti didattici legati alla dimensione dell’apprendimento. Attento adesso a quello che leggi La profezia che si autodetermina il potere delle convinzioni umane sulla costruzione della realtà Il bicchiere riempito a metà. L’infelice lo vede mezzo vuoto, il gaudente mezzo pieno. Hanno entrambi ragione ma il primo, profetizzando la scarsità, dopo aver bevuto avrà sete e biasimerà il bicchiere ormai vuoto; il secondo, sarà pago e fiducioso di riempirlo di nuovo Analizza adesso con la tua intelligenza ed attento a non creare il pregiudizio della profezia con i tuoi allievi Modello di lezione Guadagnatii l’attenzione degli allievi ( motivare ) Comunica gli obiettivi ( informare circa il tipo di prestazione ) Stimola il ricordo delle conoscenze già acquisite Presenta il materiale da apprendere Fai da guida all’apprendimento ( pilotare con suggerimenti, esempi ) Sollecita la manifestazione della conoscenza Fornisci il feedback ( controllo retroattivo ) Valuta la prestazione ( mettere l’allievo nella condizione di verificare la sua riuscita) La fase iniziale Facilita la messa in moto del processo di apprendimento, e quindi, attiva le energie personali, dirigile verso un obiettivo ben reso esplicito, opera un valido collegamento tra gli elementi fondamentali della lezione ed il bagaglio conoscitivo e operativo già posseduto dall’allievo. La fase centrale Porta all’incorporazione attiva e significativa del contenuto di apprendimento favorendo la strutturazione delle conoscenze, La fase conclusiva Triplice scopo Informa se sono stati raggiunti o meno gli obiettivi Consolida le conoscenze Favorisci la capacità di utilizzare quanto appreso in contesti diversi da quelli già affrontati (transfert) In conclusione, lavora molto sulla motivazione La motivazione è legata alle emozioni che noi proviamo quando impariamo a conoscere le coseE’ l’emozione che fissa la memoria nel ricettore Senza emozione non c’è il ricordo e non c’è la possibilità della corteccia frontale e pre- frontale adibita al pensiero critico di riflettere su ciò che ascoltato perché ritiene quello che è ascoltato particolarmente significativo per sé Quindi uno studente, un atleta che non si applica e perché ha di fronte a sé una materia, un’attività o un docente che fa in maniera tale che lui non capisca quanto è importante per lui quella materia o quell’attività Emerge un nuovo ruolo dell’insegnante- allenatore che diviene animatore e mediatore culturale con competenze metodologiche e didattiche affiancate a preparazione e competenze specifiche della disciplina. Egli deve essere in grado di superare la cultura del programma valutando non solo gli elementi prestativi di questo ma soprattutto le dinamiche psicologiche che coinvolgono gli alunni (aspetto emozionale-affettivo - relazionale). L’ attenzione si rivolge più al processo che ai prodotti. Stai pur tranquillo che i risultati verranno e saranno maggiori. Buona comunicazione. Roberto Tasciotti Continua, perché non finisce qui!