Eliminazione dei biocarburanti di prima generazione - Copa

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Eliminazione dei biocarburanti di prima generazione - Copa
BI(16)9769:3 – DDJ/mvs
Brussels, 15th November 2016
PHASING OUT FIRST GENERATION BIOFUELS:
WHAT IS AT STAKE?
Eliminazione dei biocarburanti di
#NobiofuelNofood
Key Facts1
prima generazione:
1) The EU’s share of biofuels in transport reached 4.9% in 2014. The total amount of biofuels
used in the European Union amounted to 14 Mtoe, which consisted of 11.4 Mtoe of
biodiesel (around 4% of all transport fuel) and 2.6 Mtoe of ethanol (around 0.9% of all
transport fuel).
qual è la posta in gioco?
2) In 2012, 79% of biodiesel and 71% of bioethanol consumed in the EU was produced within
the EU. Biodiesel imports came primarily from Argentina and Indonesia, however, in
2013, EU anti-dumping measures were imposed against these two countries. Bioethanol
imports mainly came from the United States and Brazil.
3) The development of first generation biofuels resulted in some 35 Mt of gross avoided CO2
emissions in 2013. The deployment #NobiofuelNofood
of renewable energies in transport lead to a 116 Mtoe
drop in EU demand for fossil fuels. More importantly for the EU’s security of supply, the
increased use of renewable energies led to savings of €30 billion per year thanks to
avoided imported fuel costs.
4) The total agricultural area required to produce feedstocks for biofuels consumed in the EU
amounted to 7.8 million hectares in 2012. This area was made up of 4.4 million hectares
within the EU (3% of total EU cropland) and 3.5 million hectares outside of the EU.
5) Today, first generation biofuels provide a market for European agricultural raw materials.
2 to 3% of the EU’s available cereals, 4 to 8% of its available sugar/isoglucose and 2/3 of
available rapeseed oil are used to produce EU first generation biofuels. 10 million tonnes
of cereals (wheat and maize), 13 million tonnes of sugar beet and 14 million tonnes of
rapeseeds are used to produce first generation biofuels in the EU. These market outlets for
EU agricultural raw materials must not be closed.
6) The Commission’s analysis has found that the grains used to produce bioethanol
constituted 3% of the total cereals used in 2010/2011. This is estimated to have a minor
effect on prices on the global cereals market (1 to 2%). EU biodiesel consumption is
greater and had an estimated 4% price effect on food oil crops (rapeseed, soybean, palm
oil) for 2008 and 2010. It also appears that biofuel demand is much more price sensitive
than demand on the food market, therefore demand declines more in response to rising
prices.
1
Based on biofuels barometer, Renewable Energy Progress Reports and Court of Auditors Special
Dat i ch iave 1
•
La quota di biocarburanti europei impiegati nel settore dei trasporti ha raggiunto
il 4,9% nel 2014. Il volume totale dei biocombustibili utilizzati nell’Unione
europea ha raggiunto 14 Mtep, di cui 11,4 Mtep di biodiesel (circa il 4% di tutti
i carburanti destinati ai trasporti) e 2,6 Mtep di etanolo (circa lo 0,9% di tutti i
carburanti destinati ai trasporti).
•
Nel 2012, il 79% del biodiesel e il 71% del bioetanolo consumati nell’UE sono
stati prodotti nell’Unione europea. Le importazioni di biodiesel sono pervenute
prevalentemente da Argentina e Indonesia, tuttavia, nel 2013, l’UE ha adottato
delle misure anti-dumping nei confronti di questi due paesi. Le importazioni di
bioetanolo sono giunte principalmente da Stati Uniti e Brasile.
•
Lo sviluppo dei biocarburanti di prima generazione ha permesso di evitare
circa 35 Mt di emissioni (lorde) di CO2 nel 2013. Lo sviluppo delle energie
rinnovabili nel settore dei trasporti ha portato a un calo della domanda UE di
combustibili fossili pari a 116 Mtep. Aspetto più importante, ai fini della sicurezza
dell’approvvigionamento europeo, è l’aumento del ricorso alle energie rinnovabili,
che ha portato al risparmio di 30 miliardi di euro annui, grazie al fatto di aver
evitato i costi dei carburanti di importazione.
•
La superficie agricola totale richiesta per la produzione di materie prime destinate
alla manifattura dei biocarburanti consumati nell’UE ha raggiunto i 7,8 milioni
di ettari nel 2012. Quest’area era costituita da 4,4 milioni di ettari all’interno
dell’UE (il 3% del totale dei terreni coltivati nell’UE) e da 3,5 milioni di ettari al
di fuori dell’UE.
•
Al momento, i biocarburanti di prima generazione forniscono un mercato per
le materie prime agricole europee. Per produrre biocarburanti europei di prima
generazione vengono impiegati fra il 2 e il 3% dei cereali, fra il 4 e l’8% dello
zucchero/isoglucosio e i 2/3 dell’olio di colza disponibili nell’UE. 10 milioni di
tonnellate di cereali (frumento e mais), 13 milioni di tonnellate di barbabietola
da zucchero e 14 milioni di tonnellate di colza vengono utilizzati per produrre
biocombustibili nell’UE. Questi sbocchi di mercato per le materie prime agricole
europee devono restare aperti.
•
L’analisi della Commissione ha riscontrato che i cereali impiegati per produrre
bioetanolo costituivano il 3% del totale dei cereali impiegati fra il 2010 e il 2011.
Si prevede che ciò abbia un effetto marginale sui prezzi nel mercato globale dei
cereali (fra l’1 e il 2%). Il consumo europeo di biodiesel è maggiore e ha avuto
un effetto stimato del 4% sui prezzi delle oleaginose alimentari (colza, soia, olio
di palma) nel 2008 e nel 2010. Sembra anche che la domanda di biocarburanti
sia molto più sensibile in relazione ai prezzi rispetto alla domanda del mercato
alimentare, per cui la domanda scende di più a fronte di prezzi in aumento.
•
Soltanto i biocarburanti certificati come sostenibili possono essere presi in
considerazione nell’obiettivo dell’UE. La sostenibilità della maggior parte dei
biocarburanti immessi sul mercato UE è certificata in base a regimi volontari che
vengono riconosciuti dalla Commissione.
•
La consultazione pubblica della Commissione sulla RED II (2016) ha rivelato che
due terzi degli intervistati era a favore di un aiuto pubblico per i biocarburanti di
prima generazione o non aveva alcuna opinione. Gli intervistati hanno sostenuto
gli obblighi di incorporazione come un modo per aumentare il ricorso alle energie
rinnovabili nei trasporti.
1
Fonti: barometro dei biocarburanti; relazione sui progressi nelle energie rinnovabili; relazione speciale della Corte dei Conti 18/2016.
La
Commissione
propone
un’eliminazione
biocarburanti di prima generazione.
Qual
progressiva
dei
è la posta in gioco?
♦♦ L’approvvigionamento di proteine vegetali
delocalizzazione dell’allevamento europeo
dell’UE
e
la
La dipendenza dell’UE dalle proteine vegetali importate continua a far
aumentare i prezzi dei mangimi. Inoltre, vi è un rischio di interruzione
dell’approvvigionamento a causa delle approvazioni asincrone degli
organismi geneticamente modificati (OGM). Il rischio di delocalizzazione
fuori dall’UE di alcune attività di allevamento potrebbe, dunque, aumentare
ulteriormente in futuro. La produzione di biocarburanti sostenibili a partire
da seminativi coltivati nell’UE contribuisce ampiamente alla riduzione di tale
deficit a vantaggio degli allevatori, dei produttori di seminativi, della bilancia
commerciale dell’UE e della sicurezza alimentare dei cittadini.
Da ti chiave
ˆˆ L
’UE importa il 70% del suo fabbisogno di proteine vegetali,
essenzialmente farine e panelli di soia per l’alimentazione animale
provenienti dal Sud America.
ˆˆ Il valore di queste importazioni, vale a dire circa 35 milioni di
tonnellate equivalenti panelli di soia, è passato da 9 a 12 miliardi
di euro tra il 2008 e il 2015.
ˆˆ L
’emergenza di nuovi clienti per i fornitori del Sud America, in
particolare la Cina, con esigenze minori rispetto all’UE in termini
di condizioni di produzione e una strategia di approvvigionamento
poco trasparente, può perturbare l’equilibrio dei mercati di
approvvigionamento dell’Unione.
ˆˆ P
articolarmente adatti alle condizioni pedoclimatiche dell’UE, i
cereali sono, anche grazie alla loro produttività e al loro tasso di
proteine, una principale fonte di proteine vegetali di prossimità.
ˆˆ L
a triturazione dei semi di colza per la produzione di biodiesel
nell’UE genera 12 milioni di tonnellate di panelli.
ˆˆ I co-prodotti derivanti dalla produzione dei bioetanolo convenzionale
generano 5 milioni di tonnellate di mangimi per gli allevamenti.
ˆˆ P
er ogni litro di bioetanolo prodotto nell’UE, vengono prodotti fra
1 e 1,2 kg di co-prodotti per l’alimentazione animale. Per ogni litro
di biodiesel, vengono prodotti più di 1,3 kg di co-prodotti ad alto
tenore proteico.
ˆˆ I biocarburanti di prima generazione prodotti a partire da
seminativi coltivati nell’UE sostituiscono fra 4 e 5 milioni di ettari di
soia, che verrebbe altrimenti importata da paesi terzi, soprattutto
dal Sud America. Ciò ha comportato una riduzione del rapporto
importazione/consumo dell’UE pari al 10% già dall’inizio del 2010.
♦♦ Stabilità sui mercati agricoli, i redditi degli agricoltori e la sicurezza
dell’approvvigionamento alimentare nell’UE
•
La questione non è di scegliere tra la produzione di derrate alimentari
o di biocarburanti convenzionali, ma di trarre il massimo profitto dalle
risorse a nostra disposizione, per produrre derrate alimentari ed
energie rinnovabili oltre ad altri prodotti, spesso a partire dalle stesse
colture. I biocarburanti convenzionali non sono automaticamente
sinonimo di conflitto tra mercati. Anzi, i biocarburanti convenzionali
facilitano la gestione dei mercati dei prodotti agricoli di base e
aiutano a stabilizzarne i prezzi, fornendo una maggiore sicurezza per
i consumatori e gli agricoltori.
•
Mercati agricoli stabili portano a un aumento degli investimenti e al
miglioramento della produttività, a beneficio dei settori sia alimentare
che dei biocarburanti.
D at i c h iave
ˆˆ L
a volatilità sui mercati agricoli è aumentata considerevolmente
in questi ultimi anni a causa di diversi fattori. Fra questi occorre
considerare le riforme delle politiche agricole avviate dopo
l’Uruguay Round, che hanno aperto maggiormente i mercati
agricoli dell’UE alle fluttuazioni mondiali, come per le altre
materie prime non agricole, alle condizioni climatiche eccessive
(inondazioni, siccità, tempeste dovute al cambiamento climatico),
ai divieti di esportazione e alla speculazione finanziaria.
ˆˆ S
i prevede che questa volatilità dei mercati continui in futuro.
Frattanto, è già noto che sarà necessario raddoppiare la produzione
alimentare mondiale entro il 2050 e che i costi dei fattori di
produzione aumentano.
ˆˆ Il prezzo di mercato dei cereali è calato del 40% negli ultimi 3
anni, in ragione dei livelli di produzione da record registrati in tutto
il mondo; cosa non particolarmente correlata alla produzione di
biocarburanti europei di prima generazione.
♦♦ Utilizzare appieno la capacità di produzione agricola dell’UE e la
crescita verde nelle zone rurali
La produzione di biocarburanti a partire da seminativi coltivati nell’UE ha
aperto nuovi mercati agli agricoltori europei per le materie prime agricole.
La produzione di biocarburanti ha incoraggiato gli investimenti nelle aziende
e nella ricerca agricola. Ciò ha permesso a sua volta di aumentare le rese,
grazie a migliori pratiche e nuove varietà vegetali. Tutto ciò a beneficio della
produzione di derrate alimentari, mangimi e biocarburanti.
•
La colza è un ottimo esempio di quanto una migliore comprensione
delle rotazioni colturali sia stata vantaggiosa per il settore agricolo:
i nuovi mercati hanno portato investimenti in questa coltura, poiché
la domanda è aumentata, così come la liquidità, in seno alla catena
di approvvigionamento, grazie al biodiesel. Impiegare la colza nella
rotazione cerealicola offre numerosi vantaggi agricoli: si tratta di
una coltura da rinnovo efficace, che permette di migliorare le rese
per le prime colture cerealicole, di controllare le erbacce resistenti
grazie a dei metodi di controllo alternativi, di avere una semina e un
raccolto precoci, nonché una ripartizione del lavoro e una riduzione
del capitale di investimento.
•
L’utilizzo del mais in monocoltura si rivela essere a volte il sistema
colturale più adatto a un determinato territorio, senza comportare
una degradazione del suolo. Inoltre, pochi sanno che i cereali sono
delle riserve di biodiversità, sia nel caso del frumento che del mais.
Quest’ultimo è un rifugio per numerose specie di insetti e di mammiferi
durante l’estate, poiché offre una vegetazione in pieno sviluppo, verde,
umida, fresca, che rappresenta allo stesso tempo una risorsa alimentare
e un riparo durante le giornate più calde. In inverno, le pannocchie o i
chicchi rimasti nel campo sono alimenti per gli uccelli migratori come le
gru. I suoli coperti da cereali a paglia offrono cibo e luoghi di riproduzione
per la piccola fauna delle pianure.
•
La barbabietola da zucchero rappresenta un modello di sostenibilità
ambientale. Grazie alla sua radice fittonante, essa migliora la struttura
del suolo e riduce la compattazione e l’erosione del suolo. Di norma,
concimi e pesticidi vengono applicati in piccole dosi. La resa energetica
della barbabietola da zucchero è estremamente favorevole: essa produce
una quantità di energia 15-16 volte superiore a quella necessaria alla
sua produzione.
I biocarburanti convenzionali prodotti a partire da semi oleosi, cereali e
barbabietole da zucchero stimoleranno lo sviluppo di tali colture, generando
un’offerta supplementare di residui di coltura disponibili per la fabbricazione di
biocarburanti avanzati.
Da ti chiave
ˆˆ D
a quando è stato abolito il set-aside obbligatorio nel 2009, nell’UE
sono stati lasciati incolti fra gli 1,5 e i 2 milioni di ettari di superfici
coltivabili.
ˆˆ L
e superfici di colza in avvicendamento sono passate da 2 a 6,7 milioni
di ettari dall’inizio degli anni duemila. I 6,5 milioni di tonnellate di olio
di colza impiegati per il biodiesel non creano una tensione eccessiva
sul mercato mondiale degli oli e dei grassi. Ciò si può confrontare con
l’aumento annuo della produzione, compreso fra i 5 e i 7 milioni di
tonnellate, registrato nel corso degli ultimi dieci anni. La produzione
nel 2010 ammontava a 175 milioni di tonnellate, rispetto ai 110 milioni
di tonnellate del 2000. In base alle previsioni, essa raggiungerà i 240
milioni di tonnellate nel 2020.
ˆˆ S
oltanto 10 milioni di tonnellate di cereali sui 335 milioni di tonnellate
prodotte nell’UE vengono utilizzati per la produzione di bioetanolo.
Questi 10 milioni di tonnellate andrebbero altrimenti a gonfiare i livelli
in ammasso, in quanto non avrebbero alcuno sbocco. L’UE genera
abbastanza eccedenti di cereali, che vengono esportati.
ˆˆ P
er quanto concerne la barbabietola da zucchero, si stima che 150.000
ettari vengano attualmente impiegati a scopi energetici (bioetanolo,
biogas).
ˆˆ L
a quantità di terra utilizzata per la produzione di biocarburanti
convenzionali equivale a circa il 2,5% dei terreni agricoli dell’UE
(SAU). Tuttavia, la misura inerente le aree di interesse ecologico
potrebbe escludere dalla produzione circa 5 milioni di ettari.
ˆˆ È
possibile incoraggiare la crescita verde con le nuove tecnologie
(genomica delle piante, agricoltura di precisione, gestione dell’acqua,
del suolo, ecc.).
Quali
sarebbero
le
ripercussioni
negative
dell’eliminazione
dei
biocarburanti di prima generazione?
♦♦ Mercati agricoli
ˆˆ O
ltre due terzi dell’olio di colza prodotto nell’UE (fra i 6 e i 7 milioni
di tonnellate) vengono impiegati nella produzione locale di biodiesel
FAME. È irrealistico pensare che l’UE possa aumentare le proprie
esportazioni di olio di colza verso i paesi terzi di venti volte, per andare
a sostituire il mercato interno di biodiesel FAME o per sostituire altri
oli e grassi sul mercato alimentare UE, nel caso in cui dovesse essere
eliminato. Gli agricoltori possono orientarsi verso altre colture, come il
grano tenero, in alternativa alla coltivazione della colza. L’abbandono
di 15 milioni di tonnellate di colza, con una resa media di 3,1 tonnellate
l’ettaro, libererebbe fino a 4,84 milioni di ettari di terreni coltivabili. Il
frumento tenero ha una resa media di 5,5 tonnellate l’ettaro. Se tutti
gli ettari non più impiegati per la coltivazione della colza destinata
alla produzione di biodiesel FAME fossero seminati a frumento tenero,
la disponibilità di tale frumento potrebbe impennarsi, raggiungendo
i 27 milioni di tonnellate, che equivalgono a oltre il 15% del volume
totale del grano tenero disponibile nell’UE. Ciò potrebbe generare
turbative di mercato nel settore dei cereali, nel caso in cui l’UE non
riuscisse a trovare nuovi mercati di esportazione.
ˆˆ G
iacché non vi saranno più le quote per lo zucchero dopo il 2017,
vi è il rischio che incertezza e volatilità peggiorino ulteriormente sui
mercati dello zucchero e dell’amido. Il settore della barbabietola da
zucchero non andrebbe privato del proprio sbocco per la produzione
di etanolo da carburante; uno sbocco che ricopre un ruolo importante
nell’equilibrare i prezzi dello zucchero in altre regioni del mondo,
come il Brasile.
♦♦ Agricoltori e posti di lavoro nelle zone rurali
ˆˆ M
ettere fine alle sovvenzioni europee per i biocarburanti convenzionali
significherebbe abbandonare la produzione di colza, giacché verrebbe
a mancare un mercato per l’olio di colza. La perdita economica che
ne risulterebbe non verrebbe compensata da un aumento del prezzo
dei panelli si colza. I produttori di colza subirebbero una perdita degli
utili di 300 euro l’ettaro.
ˆˆ I noltre, vi è il rischio che l’eliminazione degli aiuti per i biocarburanti
convenzionali limiti la libertà d’azione degli agricoltori nel rispettare
gli obblighi di diversificazione colturale.
ˆˆ L
’industria dei biocarburanti potrebbe altresì essere ristrutturata,
poiché la sua capacità di produzione non verrebbe utilizzata appieno.
Gli obbiettivi dell’UE in materia di energie rinnovabili e biocarburanti
hanno comportato investimenti per un totale di 16 miliardi di euro,
che hanno generato 220.000 posti di lavoro, adesso a rischio.
ˆˆ N
el campo delle energie rinnovabili nel settore dei trasporti, il
cambiamento costante di direzione adottato dalla Commissione ha
generato ulteriore incertezza da parte degli investitori. Sebbene
accogliamo con favore il chiaro supporto per i ‘biocarburanti avanzati’
nella sua comunicazione del 20 luglio su una mobilità a basse emissioni,
la visione proposta della Commissione di sviluppare un’industria
dei biocarburanti avanzati, sacrificando quella dei biocarburanti
convenzionali, di fatto danneggia la fiducia e la bancabilità degli
investitori, minando così la fiducia nel mercato dei biocarburanti in
generale; ciò si traduce in un impatto negativo sugli obiettivi dell’UE
per il 2030, in materia di clima ed energia.
♦♦ Ambiente
ˆˆ G
li ambiziosi obiettivi dell’UE in materia di riduzione dei gas a effetto
serra entro il 2030 saranno ancora più difficili da raggiungere, laddove
vengano utilizzati più carburanti fossili nel settore dei trasporti al
posto dei biocarburanti di prima generazione, nell’attesa di uno
sviluppo su più larga scala dell’elettromobilità.
ˆˆ R
imuovere l’opzione di ricorrere ai biocarburanti convenzionali,
una tecnologia comprovata e disponibile in scala per permettere
di decarbonizzare i combustibili utilizzati nei trasporti, andrebbe
a gravare ulteriormente sugli altri settori non ETS. Per cui, ciò
richiederebbe una ulteriore e sostanziale riduzione delle emissioni
in agricoltura, edilizia e nella gestione dei rifiuti. In questo modo si
metterebbe a rischio la capacità degli Stati membri di rispettare gli
obblighi legati alla condivisione degli sforzi.
ˆˆ L
e aree dell’UE investite a colture da copertura potrebbero essere
ridotte, producendo così un effetto negativo sulla biodiversità
colturale.
ˆˆ I n aggiunta, la disponibilità di olio esausto nell’UE sarà ben inferiore
a quanto necessario per sostituire tutto l’olio di colza impiegato per
produrre il biodiesel FAME; di conseguenza, l’UE dovrà importare più
rifiuti.
♦♦ Sicurezza energetica
ˆˆ L
a dipendenza dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili per i
trasporti aumenterebbe.
ˆˆ È
necessario, quanto meno, mantenere la capacità di produzione di
biocarburanti di prima generazione dell’UE in modo da affrontare
l’estrema volatilità del mercato dei combustibili fossili, che potrebbe
portare a un’instabilità geopolitica globale.
ˆˆ N
on è sempre possibile adottare i processi per la produzione di
biocarburanti avanzati nelle strutture di produzione dei biocarburanti
di prima generazione.
♦♦ Spreco di denaro pubblico
ˆˆ L
’industria dei biocarburanti di prima generazione si è sviluppata grazie
al set-aside non alimentare sostenuto dalla politica agricola comune,
dagli aiuti di Stato e con programmi di sgravio fiscale negli ultimi
25 anni. Eliminare gli aiuti per i biocarburanti di prima generazione
porterebbe a una ristrutturazione industriale e costituirebbe uno
spreco di denaro pubblico.
♦♦ La bioeconomia
ˆˆ I biocarburanti di prima generazione costituiscono uno dei settori
principali della bioeconomia. Sviluppare e distribuire biocarburanti
di prima generazione e avanzati può costituire un passo verso
l’affermazione di un’economia che dipende meno dai combustibili
fossili. La produzione in massa di biocarburanti è un prerequisito per
poter investire di più nella bioeconomia e nello sviluppo di soluzioni
nei settori agricolo, alimentare e silvicolo, al fine di mitigare il
cambiamento climatico.
Proposte
Ci opponiamo fermamente all’eliminazione degli aiuti UE per i biocarburanti convenzionali
dopo il 2020. Ci occorre una politica stabile e di lungo termine, nonché maggior coerenza
fra i vari campi della politica europea, compresi quelli inerenti a energia, clima, agricoltura,
industria e commercio, di modo che gli obiettivi ambiziosi della strategia per il clima e
l’energia possano essere di fatto raggiunti.
Ragion per cui, proponiamo quanto segue.
I biocarburanti di prima generazione, che generano mangimi e proteine per il mercato
europeo, devono essere una priorità. Ciò va riflesso in un obbiettivo UE appropriato
e vincolante per i biocarburanti di prima generazione prodotti a partire da seminativi
europei.
Occorrono delle disposizioni sulla miscelazione obbligatoria per i biocarburanti di
prima generazione e per i biocarburanti avanzati, prendendo in considerazione i
risultati della consultazione pubblica sulla RED II.
Il livello dell’obiettivo di miscelazione obbligatoria per i biocarburanti di prima
generazione non deve essere inferiore al 7% entro il 2030. Per mantenere l’attuale
capacità di produzione, il livello dell’obiettivo di miscelazione obbligatoria va aumentato
oltre il 7%, poiché lo sviluppo dell’elettromobilità porterà a una riduzione dei volumi
di carburante per il trasporto su strada.
Gli obbiettivi vincolanti dell’UE nelle direttive sulle fonti rinnovabili di energia (RED) e
sulla qualità dei carburanti (FQD) sono il modo più efficiente sotto il profilo dei costi
per garantire la riduzione dei gas a effetto serra in questo settore; pertanto vanno
prolungati oltre il 2020.
La rinazionalizzazione del mercato dei biocarburanti di prima generazione va fortemente
evitata, in quanto avrebbe un impatto negativo sul mercato interno dell’UE.
Il principio della neutralità tecnologica va mantenuto nella FQD.
Nel contempo, le concessioni fatte per le importazioni di etanolo e biodiesel provenienti
da paesi terzi, nell’ambito di accordi bilaterali o multilaterali, nonché di quelli basati sul
sistema di preferenze generalizzate (SPG), vanno eliminate. Inoltre, l’azione legale dell’UE,
nei confronti delle diverse imposte sulle esportazioni in Argentina e Indonesia, va mantenuta
e sostenuta sia dall’OMC che dalla Corte di Giustizia dell’UE.
BI(16)9769:3 – DDJ/mvs
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