ASI - Relazione Semestrale 30 06 2011

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ASI - Relazione Semestrale 30 06 2011
Relazione Semestrale di Gestione
al 30 giugno 2011
Fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso
Relazione Semestrale - 30 giugno 2011
Amundi Soluzione Immobiliare
Nota illustrativa della relazione semestrale
al 30 giugno 2011
“Amundi Soluzione Immobiliare”
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Il fondo comune d’investimento immobiliare chiuso Amundi Soluzione Immobiliare, promosso da
Amundi SGR e gestito da Amundi Real Estate Italia SGR, ha iniziato la propria operatività con
decorrenza 4 maggio 2011, scadenza del periodo prefissato per il richiamo degli impegni. Il Fondo,
caratterizzato da una durata di 7 anni, è stato sottoscritto da n. 705 investitori per un ammontare
complessivo di € 50.855.000 suddiviso in n. 10.171 quote del valore nominale di € 5.000 ciascuna.
Raccolta netta nel periodo di sottoscrizione
50.855.000
n. quote
Quote emesse
10.171
Valore di emissione
5.000
Valore al 30/06/2011
5.005,215
In seguito al richiamo degli impegni Amundi Real Estate Italia SGR ha intrapreso l’attività
d’investimento delle risorse raccolte, incominciando con l’acquisto di alcuni fondi immobiliari italiani
quotati. Temporaneamente il patrimonio del fondo è stato, in gran parte, impiegato in strumenti di
mercato monetario facilmente liquidabili. Tale scelta assicura, in ogni momento, la possibilità di
rendere disponibili le risorse finanziare necessarie per fare fronte all’eventuale investimento in blocchi,
fuori mercato, dei fondi target quotati sul secondario, oppure alla sottoscrizione di fondi non quotati
subordinatamente al favorevole esito dell’attività di due diligence, ivi inclusi, con riferimento ai fondi
esteri, i necessari approfondimenti legali e fiscali. Nella seconda metà dell’anno il gestore proseguirà
l’attività di costruzione del portafoglio acquistando ulteriori quote di fondi immobiliari italiani quotati,
fino al raggiungimento di un’esposizione complessiva pari a circa il 60% dell’attivo, e dedicando il
restante 40% del portafoglio ad investimenti in fondi esteri.
Scenario macro economico
Nel corso del primo semestre del 2011, la crescita economica globale è stata positiva, registrando un
riequilibrio della recente divergenza tra gli USA e l’Europa. L’area americana ha marginalmente
rallentato, mentre nell’Area Euro, nonostante dati parzialmente deludenti provenienti dalla Gran
Bretagna, la dinamica del PIL, trainata dalla Germania, è stata più che soddisfacente. La tragedia di
Fukushima, ha segnato l’economia nipponica, provocando una forte revisione al ribasso delle attese di
crescita per il corrente anno e la proiezione di una ripresa nel 2012. Il tasso di sviluppo dei paesi
emergenti si è confermato più che positivo, nonostante i rischi legati all’effetto delle politiche
monetarie restrittive in atto. La Cina ha mantenuto un elevato tasso di crescita, leggermente inferiore,
nei primi due trimestri dell’anno, al 10%. L’India e la Russia hanno registrato incrementi,
rispettivamente, dell’8% e del 4,5%. Il +4% del Brasile attesta un rallentamento rilevante rispetto alle
metriche dello scorso anno.
Contestualmente alla ripresa dell’economia globale, l’inflazione è salita nei paesi avanzati a causa,
soprattutto, della crescita dei prezzi petroliferi e delle materie prime, resta, tuttavia, sotto controllo
grazie all’assenza di pressioni salariali. Pur essendo avviato un inasprimento sul fronte dei tassi da
parte della BCE, le politiche monetarie rimangono sostanzialmente espansive nelle aree avanzate,
mentre, in gran parte delle economie emergenti, sono orientate verso una progressiva restrizione al
fine di raffreddare i maggiori rischi d’inflazione.
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Con finestre periodiche di apertura a partire dal 1 aprile 2012.
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Amundi Soluzione Immobiliare
Nel complesso, l’economia globale ha retto bene nonostante i fattori di freno che si sono materializzati
nel semestre: il forte aumento dei prezzi petroliferi e delle materie prime a seguito delle tensioni
politiche nordafricane, il coinvolgimento della Nato nel conflitto libico, la drammatica catastrofe
naturale giapponese con i suoi effetti sul commercio e sulla produzione globale, infine, i rinnovati
timori sul debito sovrano europeo.
Il PIL americano è cresciuto a un tasso dell’1,8% nel primo trimestre, in evidente rallentamento
rispetto al 3,1% del quarto trimestre 2010 e al 2,6% di quello precedente. A pesare sui consumi, in
particolare, è stato l’aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi, parzialmente rientrato nell’ultimo
scorcio del semestre, grazie alla correzione dai massimi di quelli all’origine sui mercati all’ingrosso e a
termine delle materie prime. Le attese per il secondo trimestre, con un +2,3%, indicano
un’accelerazione della crescita statunitense, sebbene al di sotto rispetto alla positiva dinamica
registrata nel 2010. Molti, compresa la banca centrale, attribuiscono un carattere temporaneo al
rallentamento dell’economia americana al quale si è assistito nel corso dell’ultimo semestre. Si
anticipa un’accelerazione, con tassi di crescita superiori al 3%, nella seconda parte dell’anno grazie al
venir meno di alcuni fattori temporanei di freno come la catastrofe nipponica che ha contribuito a
contenere le produzione industriale americana e l’aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi che ha
compresso i consumi domestici. La creazione di nuovi posti di lavoro è in aumento, se si considera
che nei primi soli cinque mesi dell’anno il saldo netto di assunzioni nel settore privato ha superato le
900.000 unità, rispetto alle 750.000 del secondo semestre del 2010 e alle sole 350.000 dello stesso
periodo dello scorso anno. Gli indicatori di fiducia delle imprese sono saliti a nuovi massimi nei primi
mesi dell’anno per poi rientrare nel secondo trimestre, seppur attestandosi su livelli elevati.
L’inflazione, pur risentendo del consistente aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti
petroliferi, è rimasta sotto controllo nella sua componente core, grazie alle ridotte pressioni provenienti
dai salari e dalla domanda aggregata. La Fed ha aumentato il flusso di liquidità, confermando un
atteggiamento fortemente espansivo (quantitative easing) attraverso l’acquisto di un considerevole
ammontare di titoli di stato, mantenendo al contempo i tassi ufficiali invariati.
Nell’Area Euro il ritorno su un sentiero di crescita sostenuto si qualifica come una tendenza
prevalentemente espressa dalle economie più importanti (core): Germania e, in misura inferiore,
seppur crescente, Francia sono i poli della ripresa europea in atto. La Grecia registra ancora
performance economiche deboli. Dall’area periferica sono giunti segnali marginalmente più
confortanti. La dinamica del Pil spagnolo è migliorata rispetto alla stagnazione dello scorso anno,
registrando una lenta, ma costante progressione: dalla crescita zero del secondo trimestre 2010 si è
passati a un +0,2% nel terzo, a uno +0,6% nel quarto, arrivando a un +0,8% nel primo trimestre 2011.
L’Italia, invece, ha registrato un parziale rallentamento dopo la non negativa performance dello scorso
anno. L’Area Euro, al contrario degli USA, dovrebbe segnare, sull’intero anno, un’accelerazione
rispetto al 2010, con attese degli analisti orientate verso un +1,9% (+1,7% nel 2010), in linea con le
previsioni rese pubbliche dalla BCE. Sul fronte della politica monetaria, a sorpresa, la BCE ha
intrapreso un primo rialzo dei tassi ad aprile, al quale ne seguiranno, probabilmente, altri due: il primo
già anticipato per il mese di luglio. La conduzione dei tassi ufficiali in direzione di livelli più vicini, in
termini reali, alle medie storiche di lungo periodo mira ad ancorare le attese d’inflazione e al contempo
a non mettere a repentaglio la crescita. I tassi reali restano, infatti, negativi e la liquidità messa a
disposizione del sistema bancario è ancora abbondante. Anche nell’Area Euro, come negli USA, si
registra un aumento dell’inflazione, sebbene, al momento, ciò non rappresenti una seria minaccia,
considerata l’assenza di forti pressioni provenienti dai salari e dal costo del lavoro. L’aumento dei
prezzi dei prodotti petroliferi, anche in Europa come negli USA, ha di fatto ridotto il potenziale di spesa
delle famiglie, limitando l’accelerazione della crescita. L’attenzione dei mercati si è nuovamente
concentrata sulla crisi del debito sovrano con il salvataggio del Portogallo e il ritorno dei timori
d’insolvenza della Grecia, negli ultimi mesi del semestre. Questa situazione ha generato nuove
pressioni al rialzo sui premi al rischio espressi dai titoli pubblici dei paesi periferici, con un connesso
aumento della volatilità dei mercati obbligazionari.
In Gran Bretagna prevalgono attese di una crescita economica contenuta e in linea con quella dello
scorso anno: il PIL dovrebbe aumentare dell’1,4% rispetto all’1,3% del 2010. L’inflazione, al pari di
quanto accaduto negli altri paesi sviluppati, ha registrato un aumento rispetto al già elevato 3,3% dello
scorso anno: l’ultimo dato tendenziale si attesta al 4,3%. Allo scopo di contenere i rischi d’inflazione la
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BOE potrebbe seguire l’esempio della BCE iniziando, nel corso dei prossimi trimestri, un’azione
restrittiva sul fronte dei tassi ufficiali.
Il primo semestre è stato caratterizzato da una notevole volatilità dei mercati finanziari. L’anno si è
aperto con un forte recupero delle attività finanziarie più rischiose e soprattutto dell’azionario, indotto
dalla positiva evoluzione dei dati macroeconomici e dei profitti aziendali, oltre che dall’abbondante
liquidità prodotta dall’espansione monetaria in atto (quantitative easing). Gli eventi geopolitici del
mediterraneo, il rialzo del prezzo delle materie prime e la tragedia nipponica hanno prodotto una
prima, temporanea, correzione, ma il recupero delle valutazioni azionarie è proseguito fino a quando
si sono affacciati nuovi timori di rallentamento economico negli USA e nuove incertezze sulla solvibilità
della Grecia. Questi fattori hanno pesato sulle tendenze dei listini che hanno perduto terreno negli
ultimi due mesi del semestre, riportando le quotazioni azionarie vicino a quelle d’inizio anno.
Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, il semestre ha registrato due fasi caratterizzate da
opposti andamenti dei rendimenti obbligazionari americani e della core Europe: nei primi mesi
dell’anno i rendimenti hanno proseguito la tendenza al rialzo già in atto dallo scorso anno, per poi
ricomprimersi, dal mese di aprile in poi, per effetto della combinazione dei deboli dati macroeconomici
statunitensi e del rinnovato timore sulla solvibilità del debito sovrano di emittenti periferici dell’Area
Euro. I corporate bonds hanno generato buone performance rispetto alle altre classi d’investimento,
con minori livelli di volatilità e buona capacità di resistere agli shock. Infine, i mercati dei cambi hanno
visto un forte deprezzamento del dollaro positivamente correlato con la tendenza al rialzo dei prezzi
delle materie prime. L’Euro si è pertanto apprezzato sensibilmente nei confronti del dollaro fino ad
aprile, rientrando parzialmente a seguito dell’aumento della volatilità degli spread delle obbligazioni
governative dei paesi periferici dell’area Euro rispetto al Bund.
L’interpretazione prevalente fra gli analisti delle dinamiche economiche globali giudica
complessivamente positivo il quadro dei fondamentali, caratterizzato da una liquidità globale sempre
abbondante, nonostante l’inizio del processo di normalizzazione dei tassi europei e il venir meno di
stimoli monetari aggiuntivi da parte della Fed e temporaneo, prodromico a un’accelerazione nel
secondo semestre, il rallentamento attuale dell’economia americana. Rileva che i paesi emergenti
hanno subito solo un raffreddamento della crescita, nonostante l’effetto delle manovre monetarie
restrittive di questi ultimi trimestri. Nelle aree sviluppate prospetta una fase di normalizzazione della
crescita, dopo il consistente rimbalzo del 2010, ponendo l’accento sul fatto che nel primo trimestre le
imprese hanno mantenuto una buona crescita di redditività, grazie a un miglioramento dei margini e
all’aumento del fatturato e che il tasso di crescita dei profitti, pur stabilizzatosi su livelli più contenuti
rispetto alla fase d’inversione del ciclo, rimarrà attraente. Giudica l’aumento dei prezzi delle materie
prime e la previsione di minor crescita giapponese come due fattori capaci di incidere negativamente,
senza però pregiudicare, uno scenario che esclude l’imminente ricaduta dell’economia globale in una
dinamica recessiva.
In coerenza con questo scenario le opportunità d’investimento più attraenti per il 2011, nonostante i
rischi descritti, continuano a essere giudicate quelle offerte dalle classi d’attivo più rischiose, come
l’azionario e i corporate bond, piuttosto che dai titoli obbligazionari governativi e dalla liquidità. Alla
base di ciò pesano certamente il non negativo quadro dei fondamentali economici sottostanti,
l’abbondante liquidità e le valutazioni, capaci di esprimere premi al rischio ancora elevati, offerti
soprattutto dall’azionario.
Ciò detto la probabilità di un rallentamento più consistente, rispetto a quanto oggi anticipato,
dell’economia americana non può essere escluso: i dati provenienti dal mercato del lavoro
statunitense nel secondo trimestre sono oggettivamente deboli e una simile dinamica mal si concilia
con una ripresa dei consumi domestici in una fase in cui il deleveraging delle famiglie americane è
ancora in atto. Allo stesso modo la contrazione fiscale intrapresa in tutti i principali paesi dell’Area
Euro e resa sempre più stringente dalle pressioni dei mercati finanziari sugli spread dei paesi periferici
non favorisce un quadro particolarmente espansivo dell’economia europea. Il double deep non è lo
scenario prevalente, ma la probabilità che possa verificarsi non è irrisoria.
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Andamento del mercato immobiliare
Nella prima metà del 2011 il mercato immobiliare europeo ha confermato la continuazione della
dinamica positiva iniziata, dopo lo shock indotto dalla crisi economico-finanziaria, nella seconda metà
del 2009. Sul mercato immobiliare domestico si è registrata una complessiva stabilità dei prezzi con il
settore residenziale in lieve ripresa soprattutto nell’alta gamma. Nel complesso l’indice Scenari
2
Immobiliari ha registrato un incremento sui primi 5 mesi dell’anno dell’1,43%, trainato dal positivo
andamento del comparto residenziale (+1,63%). Il maggiore dinamismo degli investitori italiani,
accompagnato da un incremento della domanda degli utilizzatori finali, dettata da esigenze di
miglioramento funzionale, ha prodotto un marginale progresso degli scambi e una tenuta delle
quotazioni del comparto direzionale (+0,89%). Anche il comparto commerciale ha registrato un
incremento dello 0,62% mentre l’unica variazione negativa è stata quella del settore
logistico/industriale che ha risentito maggiormente degli effetti della debolezza economica diffusa: il
declino dei valori immobiliari nei primi mesi del 2011 è stato del -0,41%.
Generale
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Maggio 2011
9.76%
15.03%
16.55%
18.72%
17.25%
10.67%
6.59%
-3.68%
3.12%
-0.47%
-4.27%
0.30%
1.43%
Non
Residenzale
2.16%
7.35%
6.94%
9.30%
6.02%
6.13%
4.49%
5.67%
6.91%
4.35%
-1.33%
-1.29%
0.48%
Uffici
Commerciale
Industriale
Residenziale
3.61%
6.87%
10.84%
9.96%
9.29%
5.40%
3.96%
4.54%
6.86%
5.53%
-0.17%
0.11%
0.89%
0.19%
6.21%
5.11%
5.91%
8.86%
11.38%
6.50%
6.16%
5.33%
3.24%
-1.10%
-1.39%
0.62%
2.29%
10.07%
5.08%
14.42%
-2.92%
-0.24%
2.06%
6.38%
9.58%
4.27%
-3.26%
-3.11%
-0.41%
11.57%
16.57%
18.63%
20.72%
19.67%
11.54%
7.00%
-5.38%
2.41%
-1.36%
-4.81%
0.58%
1.61%
Il segmento Uffici
I valori locativi, nel primo trimestre 2011, hanno seguito una dinamica prevalentemente positiva,
segnando un rialzo nel Regno Unito (+2,3%), in Francia (+4,9%) e in Germania (+1,6%).
L’assorbimento si è mosso invece sfavorevolmente, con poche eccezioni, in tutte le principali
metropoli europee. Conseguentemente la dinamica dei livelli di occupazione non è stata positiva; solo
a Londra, nel West End e a Midtown, si è registrata una riduzione non marginale del vacancy rate. I
rendimenti immediati richiesti dagli investitori sono leggermente diminuiti nella gran parte dei mercati.
Ancora debolezza, in generale, sulle principali piazze spagnole, con dati negativi nel primo trimestre di
tutte le principali metriche, a partire dai valori locativi in discesa del 2%.
In Gran Bretagna il mercato immobiliare fin dalla seconda metà del 2008 è stato severamente colpito,
rispetto a quanto accaduto nell’Europa Continentale, dagli effetti della crisi finanziaria. Dai minimi
toccati nel terzo trimestre del 2009 i valori locativi hanno evidenziato una ripresa del 14% al termine
del primo trimestre 2011. A Londra, nel primo trimestre 2011, i costi di occupazione degli spazi sono
aumentati nel West End (+6%), dove si sono assestati a 1.118 €/mq/a, mentre sono rimasti stabili
nella City a 665 €/mq/a. Nella City, la riduzione del 32% dell’assorbimento è stata accompagnata da
una compressione del tasso di sfitto al di sotto del 7%, un livello di quasi l’1% inferiore alla media degli
ultimi due anni. Il prime yield si è contratto ulteriormente, posizionandosi alla fine del primo trimestre al
5,25% (-0,10% la variazione trimestrale e -0,25% quella annuale).
In Francia, nel primo trimestre 2011, i canoni sono marginalmente cresciuti, in media del 5%.
Incrementi più rilevanti si sono verificati a Parigi La Defense (+9%) e a Lione (+19%), mentre nel CBD
parigino la crescita è stata inferiore (+3,75%). Il tasso di sfitto è fermo, in media, al 6,7%. La dinamica
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L’Indice Scenari Immobiliari è basato sulle transazioni realmente avvenute. I dati utilizzati sono i prezzi di scambio, i volumi
compravenduti e i canoni di locazione.
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Amundi Soluzione Immobiliare
dei rendimenti immediati è stata favorevole con una variazione di -16 bps. I prime yield, secondo le
ultime osservazioni disponibili, sono rimasti stabili, in media, al 5,78%, inferiori i valori nel CBD
parigino (4,75%) e a La Défense (5,75%).
In Germania il mercato locativo, dopo aver evidenziato un miglioramento nel 2010 ha risentito di un
nuovo rallentamento indotto da uno sfavorevole andamento dell’attività di occupazione nel primo
trimestre del 2011. A Francoforte e Berlino il take up, nel primo trimestre, è diminuito rispettivamente
del 26% e del 39%. Il tasso di sfitto è pari, in media, all’11,1% ed è superiore a quello prevalente in
tutti i principali paesi europei ad eccezione della Spagna. I dati più negativi sono quelli di Berlino e
Francoforte (rispettivamente 10% e 18%). I valori locativi non si sono sostanzialmente mossi in gran
parte delle principali città tedesche, un marginale incremento è stato registrato a Berlino (+4,76% nel
primo trimestre 2011) e Monaco (+1,69%). In media i rendimenti immediati si posizionano in
prossimità del 5,1%, leggermente inferiori rispetto ai valori prevalenti a fine primo trimestre 2010 (25bps).
Al termine del primo trimestre i prime yield, secondo le rilevazioni di CB Richard Ellis, si sono
marginalmente ridotti al 5,50% a Milano, un valore leggermente inferiore (29 bps) a quello della media
degli ultimi due anni, mentre sono rimasti stabili al 5,75% a Roma. Sul fronte dell’attività di
occupazione, a Milano nel primo trimestre del 2011 sono stati assorbiti circa 84.000 mq di spazi a uso
ufficio, in crescita del 48% rispetto al quarto trimestre 2010, dato comunque inferiore a quello del terzo
trimestre 2010 durante il quale si è registrato il maggior numero di lease transaction dell’ultimo anno.
Nel complesso, l’ultimo dato disponibile relativo all’assorbimento si posiziona oltre il 30% al di sopra
rispetto alla media degli ultimi due anni. La politica di razionalizzazione degli spazi da parte degli
utilizzatori giustifica circa il 30% del totale della superficie assorbita e rimane il principale driver della
domanda. I settori finanziari e quello pubblico rappresentano circa il 42% dei metri quadrati totali
occupati (rispettivamente il 22% e il 20%) seguiti dal 16% del settore dei servizi alle imprese. Il tasso
di sfitto, in deterioramento (+2,56% rispetto alla media degli ultimi due anni), si attesta al 9,3% con
circa 1,1 Mln mq di superfici inutilizzate. Anche a Roma nel primo trimestre la domanda di spazi è
stata sostenuta, con nuove richieste soprattutto nell’area dell’EUR e provenienti dal settore pubblico. Il
vacancy rate si è stabilizzato, nel corso del primo trimestre, in prossimità dell’8,3%, in linea con quello
medio degli ultimi due anni. Nel corso del primo trimestre i prime rent sono rimasti stabili sia a Milano
(520 €/mq/anno) sia a Roma (420 €/mq/anno). Il capital value è aumentato a Milano del 3,6% grazie
alla compressione dei rendimenti, mentre è rimasto stabile a Roma. La pressione negativa sui redditi
locativi, nella maggior parte dei casi, si è concretizzata con il riconoscimento di sostanziali incentivi da
parte della proprietà. Tale pressione è stata indotta dall’attitudine, sempre più pressante, dei
conduttori a ridurre i costi di occupazione attraverso la rinegoziazione dei contratti in essere oppure
l’identificazione di soluzioni alternative in localizzazioni meno pregiate di quelle attualmente adottate.
In Spagna l’attività d’occupazione nel primo trimestre 2011 è rimasta stabile ai livelli di fine 2010. Tale
risultato, però, è il prodotto di tendenze molto diverse: netto miglioramento a Barcellona (+33%) e un
consistente peggioramento a Madrid (-18%). A Barcellona si è verificato un incremento del tasso di
sfitto che si è attestato, a fine del primo trimestre 2011, al 15%. A Madrid il tasso di sfitto è rimasto
invece stabile al 12%. Nel corso del primo trimestre 2011 i costi di occupazione sono scesi in media
del 2%. Su entrambe le piazze, il livello dei rendimenti immediati richiesti dagli investitori è rimasto
stabile al 5,75%.
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Amundi Soluzione Immobiliare
Livello di sfitto nel settore uffici (prime properties)
14.0
12.0
UK
10.0
Francia
8.0
Germania
6.0
Italia
4.0
Spagna
2.0
0.0
Q1/11
Q2/10
Q3/09
Q4/08
Q1/08
Q2/07
Q3/06
Q4/05
Q1/05
Q2/04
Q3/03
Q4/02
Q1/02
Q2/01
Q3/00
Q4/99
Fonte: Elaborazioni Amundi RE Italia su dati CB Richard Ellis
Indice degli affitti del settore uffici (prime properties)
200
180
160
UK
Francia
140
Germania
120
Italia
Spagna
100
80
60
Q1/11
Q2/10
Q3/09
Q4/08
Q1/08
Q2/07
Q3/06
Q4/05
Q1/05
Q2/04
Q3/03
Q4/02
Q1/02
Q2/01
Q3/00
Q4/99
Fonte: Elaborazioni Amundi RE Italia su dati CB Richard Ellis
Il segmento Retail
Il segmento retail ha evidenziato i primi segnali di una ripresa dei volumi scambiati, in un mercato che
rimane tuttavia sottile. S’inizia comunque ad avere evidenza di un’inversione di tendenza rispetto agli
ultimi due anni. Nei primi tre mesi del 2011, secondo un recente studio di Jones Lang LaSalle, gli
investimenti diretti in immobili retail in Europa hanno raggiunto € 8.04 Mld, +48% rispetto allo stesso
periodo nel 2010 (€ 5,4 Mld). Il volume degli investimenti nel corso del primo trimestre dell’anno ha
superato anche il valore registrato nel quarto trimestre 2010. L’attività d’investimento si è concentrata
principalmente nel Regno Unito e in Germania, dove si è realizzato il 77% (€6,2 Mld) del volume totale
transato nel primo trimestre. Quello tedesco, sempre secondo Jones Lang LaSalle, continua ad
essere uno dei mercati più ricercati dagli investitori, con oltre 20 operazioni concluse.
Nel primo trimestre 2011, sul fronte degli high street shops, la dinamica dei valori locativi è stata
stabile. Stabilità dei canoni anche per il segmento shopping center ad eccezione di Parigi che ha
segnato, nel primo trimestre dell’anno, un incremento del 14%, tornando ai livelli di fine 2009. I
rendimenti immediati richiesti dagli investitori per il comparto high street shops sono rimasti stabili
nella maggior parte delle localizzazioni. Significativa invece la riduzione dei rendimenti per il comparto
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shopping center in alcune città: -15 bps nel trimestre a Londra (-60 bps nell’ultimo anno) e -25 bps nel
trimestre a Madrid (-75 bps nell’ultimo anno). Gli investitori continuano a guardare con interesse a
questo segmento, di cui è tradizionalmente apprezzata la bassa volatilità dei valori locativi.
Indice degli affitti del settore Retail (High Street Shops)
400
350
UK
300
Francia
250
Germania
200
Italia
150
Spagna
100
50
Q4/10
Q4/09
Q4/08
Q4/07
Q4/06
Q4/05
Q4/04
Q4/03
Q4/02
Q4/01
Q4/00
Q4/99
Fonte: Elaborazioni Amundi RE Italia su dati CB Richard Ellis
Segmento Industriale/Logistico
Stabilità dei canoni ed elevata redditività immediata offerta agli investitori sono state le due peculiarità
del segmento Industriale/Logistico prima della crisi economica finanziaria del 2008. I riflessi sul settore
manifatturiero della pesante recessione, ormai alle spalle, hanno condotto a un repricing di questa
tipologia immobiliare. In generale dai minimi del primo semestre 2008 i rendimenti immediati sono
significativamente saliti, invertendo solo marginalmente e con ritardo rispetto agli altri segmenti non
residenziali, nel 2010, questa tendenza. Germania e Gran Bretagna sono le due aree dove la
maggiore redditività richiesta dagli investitori ha indotto la riduzione dei prezzi immobiliari meno
pronunciata. La liquidità del mercato si è fortemente ridotta con una decisa contrazione dei volumi. La
dinamica dei canoni è stata particolarmente negativa in Spagna. Riduzioni meno importanti dei valori
locativi sono occorse sia in Italia sia in Gran Bretagna. A breve termine le prospettive del settore non
appaiono rosee. Più a medio lungo termine i pianificati investimenti infrastrutturali restano un driver
per la crescita del comparto lungo le nuove direttrici del commercio internazionale europeo.
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Amundi Soluzione Immobiliare
Indice degli affitti del settore Industrial
170
160
150
UK
140
Francia
130
Germania
120
Italia
110
Spagna
100
90
80
Q4/10
Q4/09
Q4/08
Q4/07
Q4/06
Q4/05
Q4/04
Q4/03
Q4/02
Q4/01
Q4/00
Q4/99
Fonte: Elaborazioni Amundi RE Italia su dati CB Richard Ellis
In un simile scenario, con molta probabilità, si assisterà nel secondo semestre 2011 a una sostanziale
stabilità dei valori locativi e a un incremento del tasso di sfitto. Al contrario le tendenze prospettiche
sul fronte dell’attività d’investimento rimangono positive. L’interesse degli operatori è principalmente
alimentato dalla promessa, tipica dell’investimento immobiliare, di una stabile generazione di reddito e
da una buona protezione dal rischio d’inflazione il cui timore è indotto, in una prospettiva di medio
lungo termine, dall’attuale assetto ancora estremamente lasco delle politiche monetarie. La
dimensione storicamente ancora elevata del differenziale tra redditività immobiliare e costo del debito /
remunerazione corrente delle asset class tradizionali a basso rischio (strumenti monetari e
obbligazionari) fanno il resto. In ogni caso, la situazione economica generale, molto incerta, e la
limitata propensione al rischio, prevalente in questa fase fra gli investitori, fanno presagire una
continuazione della tendenza, già in atto, a focalizzarsi su prodotti a reddito, di buona qualità
immobiliare, caratterizzati da un’attraente localizzazione (centro città per uffici e per negozi, centri
commerciali dominanti nel bacino di riferimento, centri logistici in posizioni strategiche) e occupati in
forza di contratti di lunga durata da conduttori finanziariamente solidi.
Andamento del mercato dei fondi immobiliari in Italia
Gli ultimi dati disponibili pubblicati da Assogestioni, relativi al secondo semestre 2010, confermano il
trend di crescita per il settore dei fondi immobiliari. Nel corso del secondo semestre dello scorso anno
è aumentato il numero di fondi operativi e sono cresciuti i valori del patrimonio netto e dell’attivo
gestito. La crescita su base annua è stata rispettivamente del 5,5% e del 4,6%.
Al 31 dicembre 2010 i 171 fondi immobiliari operativi censiti da Assogestioni/IPD vantano un
patrimonio netto pari a € 23,3 Mld, con un incremento, rispetto a giugno 2010, del 5,1% (+5,5% a un
anno e +22,4% a tre anni). Nel secondo semestre 2010 i flussi di raccolta si sono attestati a 814
milioni di euro, in aumento rispetto a quelli registrati nel semestre precedente. Considerando il numero
di fondi, l’86,5% si qualifica come riservato ad investitori qualificati e soltanto il 13,5% è destinato al
pubblico indistinto (retail).
Per quanto riguarda l’allocazione del portafoglio per destinazione d'uso si osserva che gli investimenti
tipici sono prevalentemente orientati sul segmento direzionale, che rappresenta, con € 19,2 Mld, oltre
il 53,3% degli impieghi. La destinazione d'uso commerciale esprime, con un attivo di oltre € 6,4 Mld, il
17,7% degli investimenti complessivi. Al terzo posto con il 10,1% si trova l’aggregato delle destinazioni
d’uso residuali (denominate Altro che includono caserme, centraline telefoniche, terreni, …).
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Relazione Semestrale - 30 giugno 2011
Amundi Soluzione Immobiliare
Dal punto di vista dell'allocazione geografica, il Nord Ovest, con € 16,7 Mld (46,3%), è l'area in cui è
concentrata la maggior parte degli investimenti. Il 32,4% degli impieghi, pari a € 11,7 Mld, è localizzato
al Centro. Seguono il Nord Est con € 3,8 Mld (10,6%) e il Sud e le Isole con € 3,2 Mld (8,8%). Restano
ancora poco consistenti gli investimenti all'estero con una percentuale pari all1’8% del totale,
equivalente a circa 666 milioni di Euro.
In merito alle performance l’Indice IPD dei fondi immobiliari italiani il 2010 si è chiuso con metriche
total return marginalmente positive: +1,5% nel corso del secondo semestre e +1,7% sull’intero anno.
Nei primi sei mesi del 2011, l'immobiliare quotato ha seguito una tendenza positiva: l'Indice BNP
Paribas REIM, che misura la performance complessiva dei fondi comuni di investimento immobiliare
chiusi quotati, ha guadagnato da inizio anno il +2,2%. Sempre secondo l’indice, lo scostamento tra il
prezzo della quota in Borsa e il valore del NAV (definito sconto), è invece leggermente aumentato
toccando a fine giugno il 32,57% rispetto il 31,10% registrato a fine dicembre 2010. Il dato risulta
comunque inferiore al massimo raggiunto a fine ottobre 2008, con uno sconto pari al 46,69%. I volumi
scambiati, per i fondi immobiliari quotati, rimangono sempre contenuti: il volume medio del mese di
giugno registrato dall’indice è stato pari a 14 milioni di euro a fronte di una capitalizzazione totale
dell’indice di € 3,1 miliardi.
Per quanto riguarda le società immobiliari quotate, l’indice FTSE Italia Beni Immobili registra nel primo
semestre 2011 una performance positiva del 4%. I titoli quotati legati al mercato immobiliare
domestico restano numericamente scarsi e a modesto flottante e, in alcuni casi, in seguito alla crisi
sono stati oggetto d’importanti operazioni di ricapitalizzazione / ristrutturazione finanziaria che hanno
contribuito ad aumentarne sensibilmente la volatilità.
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Relazione Semestrale - 30 giugno 2011
Amundi Soluzione Immobiliare
Strategie del Fondo
Amundi Soluzione Immobiliare è un fondo chiuso immobiliare che, grazie all’investimento in fondi
immobiliari, prevalentemente a distribuzione dei proventi, adotta una politica di gestione che favorisce
la crescita equilibrata e graduale nel tempo del valore reale degli investimenti.
La politica di gestione intrapresa dalla SGR è finalizzata all’ottimizzazione del profilo rischio
rendimento del Fondo in un orizzonte temporale di 7 anni, pari alla sua durata.
Il patrimonio del Fondo è investito in beni immobili, diritti reali immobiliari e partecipazioni in società
immobiliari, esclusivamente mediante l’acquisto o la partecipazione ad altri veicoli collettivi
d’investimento immobiliare, per esempio OICR immobiliari quotati e non quotati. Sul fronte settoriale,
la politica di gestione privilegia l’investimento nel settore uffici, diversificando però su altri segmenti
immobiliari non residenziali (in particolare retail, logistica-industriale ed hotels). Sul fronte della
diversificazione geografica la politica d’investimento è focalizzata prevalentemente sul mercato
domestico e per la restante parte del portafoglio su quelli europei più liquidi (Inglese, Francese e
Tedesco).
Al 30 giugno 2011, le griglie di allocazione che definiscono l’orientamento strategico del Fondo, sono
rappresentate nelle tabelle sottostanti.
Allocazione Geografica
Localizzazione
Banda Attuale (06/2011)
Italia
55 - 65
Gran Bretagna
5 - 15
Francia
10 - 20
Germania
0 - 10
Altro
0 - 10
Allocazione Settoriale
Tipologia
Banda Attuale (06/2011)
Uffici
60 - 100
Altro
0 - 40
Stile di Gestione
Tipologia
Banda Attuale (06/2011)
Core e Core-Plus
75 - 100
Value Added
0 - 25
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Relazione Semestrale - 30 giugno 2011
Amundi Soluzione Immobiliare
Gestione Immobiliare
Il valore complessivo al 30 giugno 2011 degli investimenti caratteristici del Fondo è di € 12.151.274
pari al 23,87% del totale dell’attivo e al 23,88% del capitale raccolto in fase di sottoscrizione (€
50.885.000).
Al 30 giugno 2011 il portafoglio tipico comprende 7 fondi immobiliari italiani valutati € 12.151.274, in
aumento dello 0,87% rispetto al costo di acquisto di € 12.046.791 ed esprime una plusvalenza
complessiva di circa € 104.483.
Fondo
Atlantic 1
Unicredito Immobiliare Uno
Olinda - Fondo Shops
Delta Immobiliare
Alpha Immobiliare
Investietico
Atlantic 2 - Berenice
ISIN
IT0004014707
IT0001358479
IT0003740039
IT0004105273
IT0003049605
IT0003089775
IT0003855696
SGR
Settore N. quote
First Atlantic Real Estate sgr
Torre sgr
Prelios sgr
Fimit sgr
Fimit sgr
Aedes Bpm Real estate SGR
First Atlantic Real Estate sgr
Uffici
Uffici
Retail
Uffici
Uffici
Uffici
Uffici
19,938
514
2,138
14,310
294
266
353
Prezzo medio Controvalore Prezzo di riferimento al Controvalore
Plus / Minus Plus / Minus %
di acquisto
acquisto
30/06/2011
al 30/06/2011
414.8261
8,270,802
418.9000
8,352,028
81,225.98
0.98%
1,977.3658
1,016,366
1,970.0000
1,012,580 3,786
-0.37%
349.9970
748,293
351.0000
750,438
2,145
0.29%
47.3170
677,106
48.0600
687,739
10,632
1.57%
2,226.3299
654,541
2,248.0000
660,912
6,371
0.97%
2,124.3007
565,064
2,135.0000
567,910
2,846
0.50%
324.6969
114,618
339.0000
119,667
5,049
4.41%
Totale fondi
12,046,791
12,151,274
104,483
Plus / Minus
% ponderate
0.67%
-0.03%
0.02%
0.09%
0.05%
0.02%
0.04%
0.87%
0.87%
Nel periodo di riferimento il fondo che ha maggiormente contribuito alla variazione positiva del valore
del portafoglio è Atlantic 1 (+0.67%), mentre Unicredito Immobiliare Uno ha fornito un contributo
negativo (-0,03%).
Descrizione dei fondi immobiliari in cui il fondo è investito:
Atlantic 1
Investimento:
€ 8.352.028 (14,4%)
Settore prevalente:
Uffici
NAV Complessivo
Capitalizzazione
Sconto
Redditività
Immediata
€ 333 Mln
€ 218 Mln
34,5%
7,34%
Il fondo Atlantic 1, gestito da First Atlantic Real Estate Società di Gestione del Risparmio S.p.A., è
un fondo ad apporto privato in cui sono confluiti beni immobili aventi una destinazione
prevalentemente direzionale o commerciale, ovvero immobili riconvertibili a tale uso, che sono
stati oggetto dell’apporto iniziale. Il fondo è investito in misura non inferiore al 70% del totale delle
sue attività in beni immobili, diritti reali immobiliari e in partecipazioni in società immobiliari,
prevalentemente domestici.
Volume medio mensile:
€ 1.576.294
Unicredito Immobiliare Uno
Investimento:
€ 1.02.580 (2,0%)
Settore prevalente:
Uffici
NAV Complessivo
Capitalizzazione
Sconto
Redditività
Immediata
€ 567 Mln
€ 315 Mln
44,4%
0,0%
Il fondo Unicredito Immobiliare Uno, gestito da Torre SGR S.p.A., investe in beni immobili e in
diritti reali di godimento su beni immobili, prevalentemente non residenziali, così come in
partecipazioni anche di controllo in società immobiliari non quotate, la cui attività prevalente
consista, in misura superiore al 50% del proprio patrimonio, nell’investimento in beni immobili e
diritti reali di godimento su beni immobili.
Volume medio mensile:
€ 2.785.670
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Relazione Semestrale - 30 giugno 2011
Amundi Soluzione Immobiliare
Olinda – Fondo Shops
Investimento:
€ 750.438 (1,5%)
Settore prevalente:
Retail
NAV Complessivo
Capitalizzazione
Sconto
Redditività
Immediata
€ 316 Mln
€ 183 Mln
42,0%
7,83%
Il fondo Olinda – Fondo Shops, gestito da Prelios SGR, investe in misura non inferiore ai tre quarti
del proprio portafoglio in beni immobili a prevalente o esclusiva destinazione commerciale (retail &
entertainment), ovvero in beni immobili riconvertibili a tali usi e in diritti reali immobiliari su beni
immobili aventi tali caratteristiche. Inoltre possiede proprietà localizzate in Italia per almeno il 75%
dell’attivo, mentre il portafoglio residuale può essere ripartito nell’ambito di paesi appartenenti
all’Unione Europea.
Volumi:
€ 1.680.649
Delta Immobiliare
Investimento:
€ 687.739 (1,4%)
Settore prevalente:
Hotel, Resort e Intrattenimento
Volume medio mensile:
€ 1.189.958
NAV Complessivo
Capitalizzazione
Sconto
Redditività
Immediata
€ 207 Mln
€ 101 Mln
51,1%
0,0%
Il fondo Delta Immobiliare, gestito da Società Fondi Immobiliari Italiani Società di Gestione del
Risparmio S.p.A., investe in beni immobili e diritti reali immobiliari con destinazione alberghiera,
direzionale, commerciale, logistica e industriale, con particolare riguardo a proprietà immobiliari
ricettive e turistico-ricreative in misura non inferiore ai due terzi del proprio valore complessivo. Il
patrimonio del fondo può essere investito anche in operazioni di sviluppo, valorizzazione
immobiliare di aree e in immobili da risanare, ristrutturare, riconvertire o restaurare, da concedere
in locazione o da cedere sul mercato con un significativo valore aggiunto in termini di plusvalenze
realizzabili.
Alpha Immobiliare
Investimento:
€ 660.912 (1,3%)
Settore prevalente:
Uffici
NAV Complessivo
Capitalizzazione
Sconto
Redditività
Immediata
€ 410 Mln
€ 234 Mln
43,1%
5,28%
Il fondo Alpha Immobiliare, gestito da Fondi Immobiliari Italiani Società di Gestione del Risparmio
S.p.A., investe in beni immobili di qualsiasi tipo o natura, prevalentemente in edifici con
destinazione sia direzionale sia commerciale, e in diritti reali di godimento su tale tipologia di beni
immobili. Le proprietà del fondo si trovano almeno per il 75% dell’attivo sul territorio italiano e, in
ogni caso, nell’ambito dei paesi appartenenti all’Unione Europea.
Volume medio mensile:
€ 1.250.328
Investietico
Investimento:
€ 567.910 (1,1%)
Settore prevalente:
Uffici / Sanitario
Volumi:
€ 1.207.557
NAV Complessivo
Capitalizzazione
Sconto
Redditività
Immediata
€ 182 Mln
€ 131 Mln
27,7%
8,24%
Il fondo Investietico, gestito da AEDES BPM Real Estate Società di Gestione del Risparmio
S.p.A., si caratterizza, per l’impegno della SGR ad investire il patrimonio in immobili e diritti reali di
godimento su beni immobili, destinati o da destinarsi ad attività ad alto contenuto sociale, nonché
ad utilizzo terziario sia direzionale sia commerciale. Gli immobili di proprietà del fondo sono
utilizzati per l’esercizio di attività mirate alla tutela, al rispetto e alla dignità dell'uomo, quali
ospedali, case di cura, residenze sanitarie assistenziali, case di riposo, strutture socioassistenziali, scolastiche, e per la gestione del tempo libero. Le proprietà si trovano in via
preferenziale all’interno dell’Area Monetaria Europea.
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Relazione Semestrale - 30 giugno 2011
Amundi Soluzione Immobiliare
Atlantic 2 - Berenice
Investimento:
€ 119.667 (0,2%)
Settore prevalente:
Uffici
NAV Complessivo
Capitalizzazione
Sconto
Redditività
Immediata
€ 275 Mln
€ 203 Mln
26,1%
5,68%
Il fondo Atlantic 2 – Berenice, gestito da First Atlantic Real Estate Società di Gestione del
Risparmio S.p.A., gestisce il portafoglio immobiliare conferito in sede di apporto e investe in beni
immobili e diritti reali immobiliari la cui destinazione è principalmente costituita da uffici e beni
immobili riconvertibili a tali usi. Gli immobili detenuti si trovano almeno per il 75% del totale
dell’attivo in Italia.
Volume medio mensile:
€ 102.241
Note: Lo sconto è calcolato come differenza fra il valore NAV ufficiale (al 31/12/2010) e la quotazione di borsa (al 30/06/2011)
rapportata al NAV ufficiale.
La redditività immediata è definita come rapporto tra il dividendo distribuito nel corso degli ultimi 12 mesi e la quotazione di
borsa al 30/06/2011. Si intende per dividendo il cash flow riconosciuto ai detentori delle quote al netto dei rimborsi anticipati di
capitale.
Valore e andamento della quota
Il valore patrimoniale netto della quota di Amundi RE Italia al 30 giugno 2011 è pari ad € 5.005,215,
con un incremento dello 0,10% rispetto al valore di sottoscrizione.
Eventi di particolare rilevanza
Non si segnalano eventi di particolare rilevanza.
Strategie future
Il gestore intende proseguire nella costruzione di un portafoglio immobiliare, prevalentemente non
residenziale, equilibrato e internazionalmente diversificato, privilegiando l’investimento in fondi
d’investimento caratterizzati da una strategia a rischio contenuto (core, core plus). Una componente
minoritaria del portafoglio sarà destinata ad investimenti in fondi più rischiosi (value added), si
esclude, in ogni caso, l’investimento in strumenti opportunistici o di sviluppo.
Sotto il profilo geografico l’obiettivo della strategia di gestione è quello di costruire, celermente, un
portafoglio immobiliare prevalentemente localizzato in Italia, in misura idealmente pari al 60%, tramite
l’acquisto, in prevalenza, di quote di fondi immobiliari chiusi quotati. Detti acquisti potranno avere
luogo o direttamente sul mercato secondario, oppure nel caso di blocchi, fuori mercato. La restante
parte del portafoglio sarà investita in OICR immobiliari con rilevanti esposizioni sul mercato francese,
britannico e tedesco. Con riferimento ai possibili investimenti value added, inteso in fondi caratterizzati
da una strategia d’investimento fondata sulla valorizzazione o il riposizionamento d’immobili non
residenziali, l’intenzione è quella di concentrarsi sul mercato britannico.
L’obiettivo del Team di Gestione è di giungere al pieno investimento delle risorse raccolte in sede di
collocamento entro il termine di un anno dalla data di richiamo degli impegni.
Finanziamento
La SGR non intende ricorrere direttamente alla leva finanziaria, pur essendo consentito a livello
regolamentare il suo utilizzo fino a un massimo del 20% del totale dell’attivo del Fondo. In ogni caso i
fondi target ricorrono ordinariamente all’uso della leva ed è cura della SGR limitare il rapporto LTV
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Relazione Semestrale - 30 giugno 2011
Amundi Soluzione Immobiliare
aggregato del Fondo al 60%, in linea con quanto previsto dalla normativa inerente i fondi immobiliari di
diritto italiano.
Rapporti con i collocatori
Nel corso dell’esercizio la Società di Gestione ha corrisposto ai collocatori del Fondo, in relazione ai
servizi di consulenza e assistenza offerti agli investitori successivamente alla fase di sottoscrizione ed
in costanza dell’investimento, € 44.320, pari al 44% delle commissioni di gestione di competenza
dell’esercizio di riferimento.
Gestione mobiliare
Nel corso dell’esercizio la liquidità non impegnata in investimenti immobiliari è stata investita in
depositi a breve termine.
Operazioni in conflitto d’interesse
Nel corso dell’esercizio non sono state compiute operazioni immobiliari che potessero configurare
conflitto di interessi. È cura della SGR, anche nel corso delle negoziazioni per l’acquisto e la cessione
degli strumenti finanziari immobiliari, verificare l’assenza di situazioni potenzialmente in grado di
configurare tale fattispecie.
Esperti Indipendenti
La SGR ha affidato l’incarico per la valutazione periodica del patrimonio tipico del Fondo alla società
Key to Real S.r.l. per il triennio da luglio 2010 a giugno 2013. La SGR tuttavia, non avendo effettuato
investimenti diretti in immobili o società immobiliari ma esclusivamente su fondi immobiliari quotati,
non è ricorsa all’utilizzo dei valutatori.
Eventi successivi alla chiusura dell’esercizio
La SGR ha proseguito nell’implementazione del portafoglio acquistando ulteriori quote di fondi italiani.
In data valuta 4 luglio 2011 la SGR ha iniziato a comprare quote del fondo immobiliare aperto tedesco
SEB ImmoInvest scambiato sui mercati tedeschi alle grida (Berlino, Francoforte, Amburgo e Colonia).
Il fondo SEB ImmoInvest, gestito da SEB Investment GmbH, investe a livello internazionale in
proprietà commerciali e ad uso ufficio a reddito stabile. Il fondo sfrutta le opportunità offerte dai diversi
mercati immobiliari, attraverso un’oculata diversificazione geografica degli investimenti. Un insieme
bilanciato di conduttori ed immobili serve ad ottimizzare il reddito e il rischio. Il concetto perseguito
consiste nell’assicurarsi rendite d’affitto stabili e positive, con la minore variabilità possibile.
Al 14/07/2011 sono state acquistate 63.300 quote per un controvalore alla stessa data pari a €
2.990.292.
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RENDICONTO AL 30/06/2011
( AMUNDI SOLUZIONE IMMOBILIARE - AMUNDI SGR S.p.a. )
SITUAZIONE PATRIMONIALE IN EURO
SITUAZIONE AL 30/06/2011
Valore complessivo
In % dell'attivo
SITUAZIONE AL 31/12/2010
Valore complessivo
In % dell'attivo
ATTIVITA'
A. STRUMENTI FINANZIARI
12.151.274
24
-
Strumenti finanziari non quotati
A1. Partecipazioni di controllo
A2. Partecipazioni non di controllo
A3. Altri titoli di capitale
A4.Titoli di debito
A5. Parti di O.I.C.R.
Strumenti finanziari quotati
A6. Titoli di capitale
A7. Titoli di debito
A8. Parti di O.I.C.R.
12.151.274
Strumenti finanziari derivati
A9.Margini presso organismi di compensazione e garanzia
A10. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
A11. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
B. IMMOBILE E DIRITTI REALI IMMOBILIARI
-
-
-
-
B1. Immobili dati in locazione
B2. Immobili dati in locazione finanziaria
B3. Altri immobili
B4. Diritti reali immobiliari
C. CREDITI
C1. Crediti acquistati per operazioni di cartolizzazione
C2. Altri
D. DEPOSITI BANCARI
34.000.000
67
-
D1. A vista
D2. Altri
E. ALTRI BENI
34.000.000
-
F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA'
4.730.689
F1. Liquidità disponibile
4.730.689
9
-
F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare
F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare
G. ALTRE ATTIVITA'
32.842
-
G1. Crediti per p.c.t. attivi ed operazioni assimilate
G2. Ratei e risconti attivi
32.842
G3. Risparmio di imposta
G4. Altre
TOTALE ATTIVITA'
50.914.805
100
PASSIVITA' E NETTO
H. FINANZIAMENTI RICEVUTI
-
-
-
-
-
-
H1. Finanziamenti ipotecari
H2. Pronti contro termine passivi e operazioni assimilate
H3. Altri
I. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
I1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati
I2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati
L. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI
L1. Proventi da distribuire
L2. Altri debiti verso i partecipanti
M1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati
-6.596
M2. Debiti di imposta
M3. Ratei e risconti passivi
-168
M4. Altre
TOTALE PASSIVITA'
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO
Numero delle quote in circolazione
Valore unitario delle quote
Rimborsi o proventi distribuiti per quota
-6.764
50.908.041
10.171
5.005,215
Relazione Semestrale - 30 giugno 2011
Amundi Soluzione Immobiliare
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