“Carezza” di Giovanni Boine LE RICETTE DEL “PALIO DELL`AVETO”

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“Carezza” di Giovanni Boine LE RICETTE DEL “PALIO DELL`AVETO”
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Il Giornale della Fontanabuona e dell’Aveto
L’ANGOLO DELLA POESIA
VISTA DAI GIOVANI
“Carezza” di Giovanni Boine
Foto tratta da: www.circospetto.net
Giovanni Boine (Finale marina 1887 – Porto Maurizio
1917) fu un noto letterato a
tutto tondo, infatti si occupò
di tutte le ramificazioni della
letteratura, dalla poesia alla
narrativa, passando anche
per la saggistica filosofica.
Ligure di nascita, studiò a
Milano dove trascorse il periodo scolare presso la Regia
A cca d emi a
Sci e nt i fi coLettereraria.
In seguito al suo periodo da
studente esordì come saggista, collaborando con impor-
tanti riviste del tempo come
“La Voce” e “La Riviera Ligure”. Già nel 1909 fu costretto
a curarsi dalla tisi e si stabilì
ad Imperia.
Nella poesia Boine ha la possibilità di essere libero di
inventare stilisticamente: i
suoi”Frantumi” (opera poetica da dove è stata tratta la
poesia che verrà riportata in
seguito) sono un esempio di
esperimento novecentesco
che la poetica stava subendo
proprio in quell’epoca. La
sua è più precisamente definita “poesia in prosa”, dalla
caratteristica frammentarietà e stilisticamente a metà
tra la poesia vera e propria e
la prosa. E' uno dei maggiori
esponenti dell'Espressionismo italiano.
Carezza (da Frammenti) – I
ripugnevoli tempi che lo sgretolo-frana degli abbandoni,
m'ha giù inerte varato per
l'immobile belletta del nero
disgusto - spente onde, giungono a volte le lente sere della malinconia, che vado zitto
per l'ombre e, tutto è scordato. - Quasi in dolcezza, dentro mi levano i radi gemiti
come il notturno canto del
Ottobre 2009
chiù. - M'allacci allora senza
parola, t'appoggi allora così
lievemente, che appena ti
sento, appena...vuoi dir che
ci sei? - Ma torno piano dalla
lontananza, ma tocco piano il
dolce viso, guardo i fedeli
occhi che guardano me. (I
tratteggi indicano la suddivisione in strofe del componimento).
Come in una fotografia l'autore immortala un momento
bello e delicato, profondo e
significativo: la carezza che
lui fa ad una donna di cui,
stando alla poesia, non sappiamo nulla. Nelle prime
due strofe Boine analizza la
solitudine di certi attimi che
causa tristezza, enfatizzata
dalle
parole
o
frasi
“abbandoni”, “nero disgusto”, “lente sere della malinconia”, ecc.
Dalla terza strofa si intuisce
una nota ottimistica, quasi
come se
qualcosa stesse
per cambiare nel buio monotono della sua vita: ma è
un gemito lontano, come “il
notturno canto del chiù”,
che bene esplica ciò che
l'autore vuole comunicarci.
Ecco nelle ultime due strofe
apparire lei, che si appoggia
al poeta, che ricambia con
dolcezza facendole una carezza, quasi per cercare di
controllare che la sua amata
sia vera e non un sogno ed
infine la guarda negli occhi,
ricambiato dallo sguardo di
lei.
Andrea Raffetto
RIMEDI ANTICHI
I MEDICAMENTI
DI NONNA CATERINA
“Occhi rossi”
Foto tratta da: http://www.reteimprese.it/
Avere gli occhi rossi non è
solo fastidioso dal punto di
vista estetico, infatti spesso
bruciano creando prurito. La
conseguenza è quella di un
costante aumento del rossore
degli occhi e del gonfiore delle
palpebre.
Ingredienti:
30 grammi di fiori essiccati di
Camomilla
40 grammi di Eufrasia
30 grammi di Fiordaliso
1 contenitore di vetro scuro
dischi di cotone idrofilo
Preparazione:
1) Create una miscela con i
fiori di camomilla, il fiordaliso
e l’eufrasia. 2) Fate bollire
due litri e mezzo di acqua ed
appena pronta versateci due
cucchiai e mezzo della miscela preparata in precedenza. 3)
Lasciate raffreddare sino a
portarlo a temperatura ambiente. 4 ) Filtrate con un
colino e versate in un contenitore di vetro scuro a chiusura ermetica. In alternativa
potete coprire il contenitore
con pellicola di alluminio se
non avete quello scuro. 5)
Mettete in frigorifero e appena freddo versatene circa ¼
in una ciotola. A questo punto immergete i dischi di cotone passate il liquido abbondantemente sugli occhi. Da
consumare al massimo entro
8 giorni. Innanzitutto bisogna
far bollire una tazza d’acqua
con un cucchiaio di fiordaliso, in seguito è necessario
lasciare riposare per 10 minuti. Dopo di che si devono
appoggiare sulle palpebre
delle garze inumidite. Effettuate come sempre una prova su una piccola zona del
corpo per testare eventuali
intolleranza a qualche componente. Ovviamente questi
rimedi non sostituiscono in
alcun modo il vostro oculista
per cui se avete qualsiasi tipo
di problema agli occhi rivolgetemi al vostro medico. Tutti
i prodotti sono reperibili in
erboristeria.
Consigli di nonna Caterina
LE RICETTE DEL “PALIO DELL’AVETO”
PREPRATA DALLA FRAZIONE CASALEGGIO DI REZZOAGLIO
La focaccia dolce di una volta di pasta frolla
con la frutta candita ed un poco di brandy
INGREDIENTI
Pasta frolla:
3 etti di farina
1 etto ½ di burro
1 etto di zucchero
2 tuorli
un poco di scorza di limone
un pizzico di sale.
Ripieno:
4 etti di ricotta, 3 uova
2 etti di zucchero semolato
1 cucchiaio frutta candita e di
pinoli, ½ etto di uvetta,
un poco di scorza di limone, 1
busta zucchero vanigliato
brandy, una noce di burro,
poca farina.
Impastare la pasta frolla e
farla riposare. Ammollare l’uvetta in un poco di acqua tiepida, fare macerare la frutta
candita tagliata a pezzetti in
poco brandy, mettere in una
terrina la ricotta e lavorarla
con cucchiaio di legno, unire
lo zucchero semolato, un uovo
intero e un tuorlo, la scorza
grattugiata, l’uvetta e la frutta
candita sgocciolati e asciugati
bene, i pinoli e mescolare bene
il tutto. Stendere la pasta frolla in un disco dallo spessore
di pochi millimetri, imburrare
e infarinare una tortiera, versare sulla pasta il composto di
ricotta livellandolo con una
spatola e guarnire con la pasta rimasta formando strisce o
formine. Pennellare la torta
con il rimanente uovo sbattuto
e cuocerla in forno per circa
40 minuti. Prima di servirla
cospargela con lo zucchero a
velo.
ANTICHI SISTEMI
PER PULIRE E
DISINFETTARE
Ai tempi dei nostri nonni per
pulire la casa, la biancheria,
gli oggetti domestici si procedeva con elementi naturali a
portata di tutti e i metodi ed Foto tratta da: www.lagabbianella.it
i sistemi si tramandavano per mantenere in buone conoralmente dalle mamme alle dizioni gli oggetti che ogni
figlie, non esistevano i pro- giorno si utilizzano per cucidotti i preparati chimici che nare. Accade spesso che le
oggi utilizziamo. Nonna Ca- pentole di alluminio si roviterina ci dà una mano a ri- nino prima del tempo. Infatti
scoprire i vecchi sistemi e molto spesso diventano nere
sperimentare quelli che ci e questo accade a causa delvanno meglio o che ci posso- la bollitura dell’acqua. Esiste
no essere più utili. Utilizza un rimedio antico per riuscimetodi e sistemi compatibili re ad evitare questo spiacecon la natura e l’ambiente è vole inconveniente. Come
cosa saggia e se si è costanti prima cosa occorre riempire
si avrà un buon risparmio la pentola d’acqua, poi vereconomico oltre che inquina- sare qualche goccia di limore meno. E’ un vantaggio per ne nell’acqua. Far bollire
il singolo che spende meno l’acqua a lungo risciacquare.
in prodotti per la pulizia, ma Dopo questo piccola proceanche per inquinare meno. I dura le pentole risulteranno
consigli in cucina sono tanti splendenti!
ma importanti sono quelli