Martin Kemp - La Bella Principessa

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Martin Kemp - La Bella Principessa
Martin Kemp
r assegna stampa
Monza, Villa Reale | 20 maggio | 30 settembre 2015
LA BELLA PRINCIPESSA
il giornale dell’arte
giugno 2015
LA BELLA PRINCIPESSA
Assoedilizia ed europasia
21 maggio 2015
Assoedilizia
Property Owners’ Association Italy
e
Istituto Europa Asia IEA
EuropAsia
Europe Asia Institute
Il ritratto, attribuito a Leonardo da Vinci, in mostra alla Villa Reale di Monza
LA BELLA PRINCIPESSA PERDUTA E RITROVATA
Benito Sicchiero
In principio c’era uno splendido ritratto femminile di profilo di centimetri 33x29,2 realizzato a inchiostro, matite colorate e biacca
su pergamena con supporto ligneo, acquistato nel 1998 da un collezionista, Peter Silverman, per 21.000 dollari in contanti, da un antiquario di New York e attribuito allora ad uno sconosciuto artista tedesco del 1800. Ma ricerche successive hanno portato numerosi
esperti a identificare nel vero autore nientemeno che Leonardo da Vinci e nel personaggio ritratto Bianca Sforza, figlia illegittima
poi riconosciuta dal Moro, mecenate di Leonardo.
Da ieri e fino al 30 settembre la “Bella Principessa” – questo il titolo dell’opera – viene ammirata negli appartamenti di Umberto
I e della regina Margherita nella quasi completamente restaurata Villa Reale di Monza. A salutarne l’arrivo la musica malinconica
suonata nelle corti del Quattrocento e del Cinquecento, le autorità – dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni al
sindaco Roberto Scanagatti – e un selezionato pubblico di invitati, tra i quali il presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia
Achille Colombo Clerici.
Se il ritratto parla al cuore del visitatore, “la storia della sua riscoperta – ha detto nella presentazione Vittorio Sgarbi, ambasciatore
per Expo delle Belle Arti – è più appassionante di un romanzo, come spesso capita alle cose preziose”. E la racconta, supportato dal
grande esperto di Leonardo Martin Kemp, in diretta video, e dagli studiosi Mina Gregori, Cristina Geddo, Elisabetta Gnignera. Le
loro convinzioni, unite ad un ampio materiale iconografico, sono contenute nel catalogo dell’esposizione edito da Scripta Maneant,
direttore Federico Ferrari.
L’opera era stata asportata dal volume conosciuto come «La Sforziade», imponente poema dell’umanista Giovanni Simonetta per
celebrare le gesta del suo signore Francesco Sforza, conservato nella Biblioteca nazionale polacca di Varsavia. Pubblicato a Milano
da Antonio Zarotto nel 1490, l’incunabolo (titolo originario «Commentarii rerum gestarum Francisci Sfortiae») era stato scritto
originariamente in latino con una versione italiana ordinata poi dal secondogenito Ludovico. L’esemplare di Varsavia era stato realizzato per il matrimonio di Bianca, la “Bella Principessa” appunto.
Secondo una versione, “La Sforziade” finì nelle mani di Luigi XII di Francia fino al 1518 quando il successore Francesco I ne fece
dono a Sigismondo I di Polonia per le sue nozze con la figlia di Gian Galeazzo, Bona Sforza. Nel primo quaderno di 4 fogli – spiega
ancora Sgarbi - manca un foglio intero, quattro pagine. Usando i fori della cucitura come una guida si possono far combaciare la pergamena del ritratto con quella del quaderno.
Dopo un oblio di secoli e le recenti vicende, il
ritratto viene preso in esame da Kemp che ne
sospetta subito l’autore, il Genio.
“Sicuramente l’opera è autentica – conclude
Sgarbi -. Se non è di Leonardo, vuol dire che
in quegli anni a Milano c’era un artista che era
meglio di lui”.
Per tornare alla cronaca di questo periodo
Expo, a Vittorio Sgarbi va riconosciuto il merito di avere allargato il perimetro culturale
dell’evento a Milano e all’intera Lombardia
trasformando in poli espositivi palazzi, chiese,
musei .
Foto archivio: Achille Colombo Clerici con Vittorio Sgarbi
LA BELLA PRINCIPESSA
IL GIORNO
••
IV
21 maggio 2015
MONZA E PROVINCIA
GIOVEDÌ 21 MAGGIO 2015
PROMOSSI
REGGIA E DUOMO
di MONICA GUZZI
– MONZA –
«È UNA STORIA più appassionante di un romanzo, come spesso capita alle cose preziose».
Così Vittorio Sgarbi, ambasciatore per Expo delle Belle Arti, descrive l’avventura che nei secoli
ha accompagnato il ritratto di
Bianca Sforza, la sfortunata principessa morta a 14 anni poco dopo le sue nozze.
Il ritratto di dama su pergamena,
asportato dal volume della fine
del Quattrocento conosciuto come «La Sforziade», e attribuito a
Leonardo da un grande stuolo di
studiosi, è arrivato ieri in Villa
Reale.
FINO AL 30 settembre appassionati, turisti e curiosi faranno la fila per ammirare l’opera, esposta
negli appartamenti di Umberto I
e della regina Margherita. Ad accompagnare l’arrivo a Monza della «Bella Principessa», come ha
battezzato l’opera un grandissimo
esperto di Leonardo come il professor Martin Kemp, la musica
malinconica suonata nelle corti
del Quattrocento e del Cinquecento sui brani di Josquin Desprez e
Joan Ambrosio Dalza, che raccontano storie di amori infelici.
Sipario musicale e grandi critici,
fra i quali in diretta video lo stesso Kemp, ad accompagnare Vittorio Sgarbi, il governatore Roberto
Maroni, l’assessore a Expo Fabrizio Sala e il sindaco di Monza Roberto Scanagatti alla presentazione di quella che è, oltre a un’opera
magica, il risultato di una ricerca
complessa che continua ad appassionare gli studiosi. Una ricerca
che è diventata anche un libro,
con le firme del professor Kemp,
di Mina Gregori, Cristina Geddo
e la storica del costume Elisabetta
Gnignera, introdotti dal curatore,
Vittorio Sgarbi.
Tutto parte da un ritratto battuto
all’asta da Christie’s a New York
circa vent’anni fa per poco più di
21mila dollari. Un collezionista,
ieri presente al Teatrino della Villa Reale, Peter Silverman, vede
l’opera e se ne innamora, ma non
l’acquista subito. La ritrova da un
antiquario, la vede: il prezzo resta
lo stesso e, per paura di perdere il
ritratto, il giorno dopo manda subito la moglie con i soldi in contanti.
Come ha spiegato ieri Sgarbi, «in
pochi anni l’opera ha fatto più
strada che in cinque secoli».
Come è stato infatti ricostruito, il
misterioso e delicato ritratto di dama su pergamena era stato asportato dal volume conosciuto come
«La Sforziade», un codice conservato nella Biblioteca nazionale polacca di Varsavia. Pubblicato a Milano da Antonio Zarotto nel 1490,
l’incunabolo (titolo originario
«Commentarii rerum gestarum
Francisci Sfortiae») era stato scritto originariamente in latino della
vita e delle opere di Francesco
Sforza, con una versione italiana
ordinata poi dal secondogenito
Ludovico. L’esemplare di Varsavia era stato realizzato per il matrimonio di Bianca, la sfortunata
principessa morta nel 1496, figlia
illegittima del duca di Milano Ludovico il Moro e di Bernadina de
Corradis, sposatasi quasi bambi-
Il grande evento
Debutta la Bella Principessa
Sgarbi: la sua storia
come quella di un romanzo
La mostra in Villa Reale fino al 30 settembre
RITRATTO
A sinistra, la Bella Principessa
Sotto, Vittorio Sgarbi
in Villa Reale
Sopra, la presentazione
dell’evento, con al centro
Roberto Maroni, fra il critico
e il sindaco di Monza Roberto
Scanagatti
na con Galeazzo Sanseverino, capitano delle forze di Ludovico.
Il dipinto a matita nera, matita
rossa e biacca su pergamena
(33x29,2 centimetri), sarebbe stato realizzato da Leonardo con la
mano sinistra. Con il palmo della
mano avrebbe sfumato i colori.
«Quest’opera fu attribuita all’inizio alla scuola tedesca dell’Ottocento», spiega Sgarbi, che l’aveva
portata a Urbino, dove è stata vista da 26mila visitatori. «In realtà
fu realizzata nel 1496, l’anno prima che Leonardo dipingesse il
l’Ultima Cena. Se non è di Leonardo, vuol dire che in quegli anni a Milano c’era un artista che
era meglio di lui. Quindi è più facile ritenere che sia di Leonardo».
«Sicuramente l’opera è autentica è la conclusione -. Ma la bellezza
parla per lei. Una bellezza che incanta». Un incanto che si trova
nell’occhio magnetico e trasparente, nel profilo eseguito a inchiostro con una perfezione minuziosa, nei toni dell’incarnato resi con
i gessetti bianco e rosso, nei capelli in morbide onde alla maniera tipica di Leonardo.
La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19, venerdì dalle 10 alle 22, chiuso il lunedì. Biglietto 13 euro, ridotto 8
euro.
[email protected]
Sì ai restauri
Maroni:
«Investiremo
ancora»
– MONZA –
È IL MOMENTO dei tesori al
di fuori del sito Expo. «Perché tutti pensavamoo che Expo fosse a
Milano, ma in realtà è a Pero, e la
gente che va in questo bellissimo
luna park magari poi non esce a
vedere il resto - spiega Vittorio
Sgarbi -. Così abbiamo pensato di
realizzare dei padiglioni nei luoghi che sono la periferia dell’Expo, ma il centro della cultura».
UNO DI QUESTI padiglioni
delle Belle arti è la Villa Reale di
Monza, ma, continua il critico
d’arte, non è la sola: «Tra le cose
più belle dell’Expo c’è la Cappella
di Teodolinda» nel Duomo, i cui
restauri del ciclo pittorico degli
Zavattari si è appena concluso.
Quanto alla Villa Reale, l’ambasciatore delle Belle Arti di Expo,
più volte in visita alla Reggia fin
dai tempi della sua presidenza della commissione Cultura della Camera dei deputati, promuove i restauri e ribadisce un’idea già sostenuta per dare più spinta alla residenza estiva degli Asburgo e dei
Savoia: la necessità che la Villa
Reale di Monza cominci a funzionare i abbinamento con Palazzo
Reale a Milano.
«Ero disperato che in Villa Reale
si potesse arrivare alla fine dei lavori - confessa -. Nella mia mente
lo Stato aveva fatto funzionare solo Venaria. Invece qui ho trovato
un restauro lodevole, realizzato in
gran parte dalla Regione».
RESTAURI che, promette il governatore Roberto Maroni, continueranno. «Manca l’ala nord e
poi c’è tutto il discorso su Parco e
Autodromo, sul quale stiamo discutendo col Governo - dice Maroni -. Quello che stiamo facendo
qui dimostra quanto teniamo alla
Reggia, e anche se siamo in un periodo di tagli i soldi dobbiamo trovarli. Questo infatti è un buon investimento che certamente faremo».
Un tema sostenuto dal sindaco
Roberto Scanagatti, presidente
del consorzio che gestisce Villa
Reale e Parco.
«Da settembre, con la riapertura
dopo i restauri, sono partiti eventi
e mostre che oggi collocano la Villa Reale tra i poli espositivi di valore lombardo e nazionale. La cultura è un elemento di sviluppo e
di competitività per il nostro territorio e forse noi per un po’ ce ne
siamo dimenticati - conclude il
sidnaco -. Ma il tempo perduto è
servito a darci consapevolezza».
M.Guz.
LA BELLA PRINCIPESSA
corriere della sera
20 maggio 2015
LA BELLA PRINCIPESSA
la repubblica ED. Locale Milano
20 maggio 2015
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LA BELLA PRINCIPESSA
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il giorno
Tiratura: n.d.
Diffusione 12/2012:
Lettori
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7.587
42.000
Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati
14 maggio 2015
14-MAG-2015
Dir. Resp.: Giancarlo Mazzuca
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CULTURE, IDENTITA` E AUTONOMIE
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LA BELLA PRINCIPESSA
IL GIORNO
14 maggio 2015
MONZA E PROVINCIA
GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015
IL COMMENTO
di GUIDO BANDERA
IL MODELLO
FUNZIONA
RACCONTIAMO su queste pagine
tanti paradossi, tante, troppe
storie di insuccesso: aziende
pubbliche gestite come meglio
non si poteva, patrimoni
comunali, statali, lasciati
andare in malora, anche
nell’ordinata e virtuosa
Lombardia. Non è il caso della
Villa Reale, della quale oggi
anche chi era turbato dal
progetto e lo osteggiava, oggi è
pienamente soddisfatto. Ogni
settimana, a seconda degli
eventi organizzati, migliaia di
persone sfilano fra le sale della
Reggia, che fino a pochi anni fa
erano preda dell’abbandono,
della polvere e dei ratti. Un
intervento condotto in porto con
il denaro dei privati e l’attenta
supervisione delle istituzioni ha
regalato a tutti (non solo ai
privati) spazi di grandissimo
valore storico, architettonico e
turistico. Ma anche economico.
Qualcuno saprà, fra qualche
tempo, misurare l’indotto
economico generato dai lavori di
restauro e dalla riapertura di
questo gioiello. E forse questa
storia di successo, che ancora
deve perfettamente compiersi,
sarà di ispirazione ad altri
complessi lavori di restauro,
non solo in Brianza.
E pazienza, se qualcuno si
lamenta di quanto costa
organizzare un evento in
Reggia. Quei soldi saranno
senza dubbio ben spesi.
di MONICA GUZZI
••
brata la più bella - racconta Sgarbi con la sua consueta verve -. Attribuire un’opera a Leonardo è
un’avventura, attribuirgli un’opera brutta è peggio. In questo caso
abbiamo un’opera bella... Una volta accertata la sua provenienza dalla Sforziade, le altre verifiche hanno portato ad un vasto consenso,
incrinato solo da qualche dubbio
espresso a mezza bocca di qualche
deficiente».
– MONZA –
LA BELLA Principessa di Leonardo è pronta a stregare i visitatori della Villa Reale di Monza, che
fra una settimana si metterano in
fila per ammirarne il profilo misterioso e delicato, quello di Bianca Sforza, ritratta poco prima della sua morte a soli 14 anni.
Un incontro, quello fra la sfortunata principessa, figlia illegittima
del duca di Milano Ludovico il
Moro, e la Reggia di Monza, favorito da Vittorio Sgarbi.
IL CRITICO, ambasciatore per
le Belle Arti di Expo 2015, oltre
ad essere il curatore della mostra,
conosce benissimo anche la Villa,
visitata la prima volta oltre
vent’anni fa con la commissione
Cultura della Camera.
Da allora ad oggi ci sono stati altri
sopralluoghi a Monza, fra i quali
la tappa alla Cappella di Teodolinda in Duomo, con quella che definisce «la meraviglia» del ciclo pittorico degli Zavattari. In questi
anni Sgarbi ha visto la reggia uscire dall’abbandono. Ora è pronta
ad accogliere il piccolo capolavoro di Leonardo, che sarà visibile
nella sala del trono degli appartamenti di Umberto I e della regina
Margherita.
«Mi sono stupito che fossero arrivati alla fine dei lavori - ammette
Sgarbi -. Sembrava la fabbrica di
San Pietro, con lavori che non finivano mai. Da una parte abbiamo avuto il recupero di Venaria,
dall’altro la Villa di Monza, che
pareva sempre in alto mare».
Ora però tutto è pronto: dopo
l’ala sud a cura dei Beni culturali,
Regione, Comune e privati hanno
recuperato anche il corpo centrale. Il più è fatto, ma manca ancora
l’ala nord, oltre a tutte le pertinenze.
L’arrivo della Bella Principessa è
una grande opportunità per la
Reggia, che dalla sua riapertura a
settembre ad oggi ha contato decine di migliaia di visitatori alle diverse mostre ospitate, con Caravaggio e de Chirico, fino al boom
d Steve mcCurry.
«Tra le sedi immaginate in un primo tempo per la mostra c’era Palazzo Bagatti Valsecchi a Milano,
III
PROFILO
Il ritratto
di Bianca
Sforza
è un’opera
su
pergamena
asportata
dal volume
«La
Sforziade»
Sotto
Vittorio
Sgarbi
in Villa Reale
LEONARDO A MONZA IN MOSTRA DAL 20
Sgarbi promuove la Villa
«La Bella Principessa
farà bene alla Reggia»
che avrebbe però ospitato Antonello da Messina. Quindi abbiamo dirottato la mostra sulla Villa
Reale di Monza, che è un luogo
importantissimo per la Regione.
La mostra sarà infatti un grande
catalizzatore d’attenzione nella sede della Villa Reale», spiega l’ambasciatore per le Belle Arti di Expo.
A Monza il ritratto che pareva essere venuto dal nulla, battuto
all’asta da Christie’s a New York
per poco più di 21mila dollari, e
dopo mille vicissitudini attribuito a Leonardo da Vinci, rimarrà
dal 20 maggio al 30 settembre (biglietto a 13 euro, ingresso alla mostra dalla Cavallerizza).
«È un’opportunità nata dai rapporti con il proprietario dell’opera, che conosco bene. Mi è sem-
GIÀ, perché «La bella principessa di Leonardo», dipinto a gesso e
inchiostro, matita nera, matita
rossa e biacca su pergamena
(33x29,2 centimetri), voluto a
Monza direttamente dal governatore Maroni con la collaborazione
di Scripta Maneant e il Consorzio
Villa Reale, ha una storia molto
avventurosa. Si tratta di un’opera
su pergamena asportata, come è
stato poi ricostruito, dal volume
conosciuto come «La Sforziade»,
un codice conservato nella Biblioteca nazionale polacca di Varsavia. Pubblicato a Milano da Antonio Zarotto nel 1490, l’incunabolo (titolo originario «Commentarii rerum gestarum Francisci Sfortiae») era stato scritto originariamente in latino come resoconto
encomiastico della vita e delle opere di Francesco Sforza, con una
versione italiana ordinata poi dal
secondogenito Ludovico. L’esemplare di Varsavia era stato realizzato per il matrimonio di Bianca, la
principessa morta nel 1496, sposatasi quasi bambina con Galeazzo
Sanseverino, l’aristocratico capitano delle forze di Ludovico.
La ragazza, dall’aspetto delicato,
viene ritratta di profilo in un atteggiamento riservato, con i capelli elegantemente acconciati e raccolti indietro in una reticella dalla quale esce una coda legata stretta. Le analisi scientifiche hanno
messo in evidenza alcuni aspetti
dell’esecuzione tipici di Leonardo, come l’uso del palmo della mano destra per modellare l’incarnato e sfumarne i colori, mentre il
profilo è eseguito a inchiostro con
una perfezione minuziosa e i capelli sono resi in morbide onde alla maniera tipica di Leonardo.
Dopo Lugano e Urbino, ora l’opera arriva a Monza.
[email protected]
LA BELLA PRINCIPESSA
arte.com
14 maggio 2015
LA BELLA PRINCIPESSA
IL GIORNO
••
XII
3 maggio 2015
ATTUALITA’
DOMENICA 3 MAGGIO 2015
Nel segno del GENIO
La fiaba triste della Bella Principessa
pronta a stregare i visitatori di Monza
Arriva in Villa Reale il ritratto di Bianca Sforza attribuito a Leonardo
acconciati e raccolti indietro in
una reticella dalla quale esce una
coda legata stretta.
Le analisi scientifiche hanno messo i evidenza alcuni aspetti
dell’esecuzione tipici di Leonardo, come l’uso del palmo della mano destra per modellare l’incarnato e sfumarne i colori. Il profilo è
eseguito a inchiostro con una perfezione minuziosa, i toni dell’incarnato sono stati resi con i gessetti bianco e rosso, i capelli sono resi in morbide onde alla maniera tipica di Leonardo.
Dopo Lugano e Urbino, ora l’opera arriva a Monza.
di MONICA GUZZI
– MONZA –
LA BELLA PRINCIPESSA arriva alla Villa Reale. Il ritratto che
pareva essere venuto dal nulla,
battuto all’asta da Christie’s a
New York per poco più di 21mila
dollari, e poi dopo mille vicissitudini attribuito a Leonardo da Vinci, sarà in mostra nella sala del trono degli appartamenti di Umberto I e della regina Margherita a
partire dal 20 maggio. Vi rimarrà
fino al 30 settembre. Ingresso dedicato dalla Cavallerizza.
SARÀ un grande evento, collegato alle altre iniziative leonardesche che portano il marchio di Expo. «La bella principessa di Leonardo», dipinto a gesso e inchiostro, matita nera, matita rossa e
biacca su pergamena (33x29,2 centimetri), darà vita infatti a uno dei
padiglioni delle Belle Arti, evento
culturale della Regione Lombardia voluto direttamente dal presidente Maroni e curato dall’ambasciatore per le Belle Arti di Expo
2015, il critico Vittorio Sgarbi, oltre che da Scripta Maneant con il
Consorzio Villa Reale.
I visitatori si imbatteranno in un
misterioso e delicato ritratto di dama. Un’opera su pergamena
asportato, come è stato poi ricostruito, dal volume conosciuto come «La Sforziade», un codice conservato nella Biblioteca nazionale
polacca di Varsavia. Pubblicato a
Milano da Antonio Zarotto nel
1490, l’incunabolo (titolo originario «Commentarii rerum gestarum Francisci Sfortiae») era stato
scritto originariamente in latino
SFORTUNATA
Bianca Sforza morì a soli 14 anni
come resoconto encomiastico della vita e delle opere di Francesco
Sforza, con una versione italiana
ordinata poi dal secondogenito
Ludovico. L’esemplare di Varsavia era stato realizzato per il matrimonio di Bianca, la sfortunata
principessa morta nel 1496 all’età
di 14 anni, figlia illegittima del
duca di Milano Ludovico il Moro
e di Bernadina de Corradis, sposatasi quasi bambina con Galeazzo
Sanseverino, l’aristocratico capitano delle forze di Ludovico.
Una giovane donna, dall’aspetto
delicato, viene ritratta di profilo a
ionchiostro, matite colorate e
biacca, in un atteggiamento riservato, con i capelli elegantemente
«UNA STORIA più appassionante di un romanzo, come spesso capita alle cose preziose, quella della Sorziade di Varsavia», riassume
Vittorio Sgarbi nella sua introduzione al catalogo della Bella Principessa, dove, confrontando quest’opera con altre attribuite in maniera che definisce ingenua a Leonardo, il critico conclude: «La serietà della storia della Sforziade di
Varsavia e della Bella Principessa
è tutt’altra pasta rispetto alla barzelletta di quel gorgo di cialtronate. Si potrà ancora discutere sulla
paternità anagrafica e artistica della Principessa, ma solo l’endemica, fisiologica superficialità dei
mass media potrebbe trattarla alla
stessa stregua delle altre croste. Fidatevi, se no possedete sufficienti
strumenti per capirlo da soli».
A corredo della mostra ci sarà una
manifestazione musicale che immergerà il visitatore al momento
dell’inaugurazione nel tempo di
Leonardo. Protagonista la musica
dell’autore più significativo, el
tempo,
Josquin
Desprez
(1450-1521), contemporaneo di
Leonardo da Vinci (è morto, come lui, in Francia, due anni dopo), definito nel sedicesimo secolo «il Michelangelo della musica».
Recenti ricerche hanno ipotizzato che proprio Josquin possa essere il soggetto del quadro di Leonardo «Ritratto di musico», in precedenza riconosciuto in Franchino Gaffurio.
Nato verso il 1450, probabilmente nei dintorni di Saint-Quentin,
in Piccardia, tra il 1483 e il 1484
entrò a servizio della corte milanese degli Sforza: al seguito del cardinale Ascanio Sforza, fu probabilmente a Roma nel 1484-85 e a
Parigi nel 1489. Formalmente, il
compositore era cantore ducale,
cioè al servizio del giovane duca
Gian Galeazzo Sforza, ma di fatto
il governo del ducato era fermamente nelle mani di Ludovico il
Moro, fratello maggiore del duca
e reale patrono di Josquin.
Alle musiche di Josquin verranno
affiancate composizioni di altri
compositori dello stesso periodo
eseguite dalla cantante Ilaria Geroldi e dal liutista Diego Cantalupi, cremonesi e specialisti della
musica antica.
Il programma dell’inaugurazione
prevede proprio l’esecuzione delle opere del periodo: Joan Ambrosio Dalza, «Recercare»; Josquin
Desprez , «Mille Regrets», «El
grillo è bon cantore»; Bartolomeo
Tromboncino «Che debbo far,
che mi conseglia amore»; Francesco da Milano «Fantasia VI»; Bartolomeo Tromboncino, «Vergine
bella che di sol vestita».
[email protected]
Versailles brianzola, 5 secoli
– MONZA –
PICASSO
Nu couché (4 aprile 1932)
olio su tela
dal Musée national
Picasso di Parigi
in mostra al secondo
piano nobile
LE FOTOGRAFIE del giapponese Kazuyoshi Nomachi al Serrone della Villa Reale, l’«Ultima
cena» di Aldo Buttini alla Cappella, la mostra di Bob Krieger alle
Cucine, e al secondo piano nobile
l’evento dedicato al fascino e al
mito dell’Italia dal Cinquecento
ai giorni nostri.
Sono le tante iniziative che arricchiranno l’offerta della Versailles
brianzola, sede di rappresentanza
di Expo della Regione Lombar-
dia, in questi sei mesi sotto i riflettori mondiali dell’esposizione universale.
La mostra «Il Fascino e il Mito
dell’Italia» , 86 opere dai musei di
tutto il mondo che celebrano il
bel paese nei secoli attraverso gli
occhi di Correggio e Picasso, Tiziano e Matisse, è partita da una
decina di giorni con una media di
300 visitatori al giorno, con picchi di duemila persone nel primo
weekend e un migliaio il 1° maggio. Numeri più modesti da quelli
richiamati dalle fotografie di Ste-
d’arte e g
ve McCurry, che con
stra «Oltre lo sguardo»
a Monza oltre centom
ri. Ma sono comunque
prezzabili per la reggia
settembre dopo una ca
restauri costata 24 mil
ro.
Dopo la mostra sul S
sco di Caravaggio, v
20mila persone, il Serr
rà il 29 maggio con la
McCurry del paesaggio
nese Kazuyochi Nom
grafo documentarista
LA BELLA PRINCIPESSA
il corriere della sera
Tiratura: n.d.
Diffusione 12/2012: 97.645
Lettori
II 2014: 480.000
Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati
21 aprile 2015
21-APR-2015
Dir. Resp.: Ferruccio de Bortoli
da pag. 3
PRESIDENZA E GIUNTA
Pag: 2
LA BELLA PRINCIPESSA
la repubblica
Tiratura: n.d.
Diffusione 12/2012: 27.750
Lettori
II 2014: 192.000
Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati
21 aprile 2015
21-APR-2015
da pag. 2
Dir. Resp.: Ezio Mauro
PRESIDENZA E GIUNTA
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LA BELLA PRINCIPESSA
Il giornale
Tiratura: n.d.
Diffusione 12/2012: 16.901
Lettori
II 2014: 57.000
Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati
21 aprile 2015
21-APR-2015
Dir. Resp.: Alessandro Sallusti
da pag. 6
PRESIDENZA E GIUNTA
Pag: 4
pag. 1/2
LA BELLA PRINCIPESSA
Il giornale
Tiratura: n.d.
Diffusione 12/2012: 16.901
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II 2014: 57.000
Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati
21 aprile 2015
21-APR-2015
Dir. Resp.: Alessandro Sallusti
da pag. 6
PRESIDENZA E GIUNTA
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pag. 2/2
LA BELLA PRINCIPESSA
avvenire
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