Strasburgo, lí 11 giugno 2013 L`ON. SERGIO BERLATO RISPONDE

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Strasburgo, lí 11 giugno 2013 L`ON. SERGIO BERLATO RISPONDE
Strasburgo, lí 11 giugno 2013
L'ON. SERGIO BERLATO RISPONDE AD ANDREA ZANONI
L'on. Andrea Zanoni, diventato parlamentare europeo grazie alle dimissioni dall'Europarlamento
dell'on. de Magistris perchè eletto sindaco di Napoli, nonostante la grave crisi economica ed
occupazionale che sta attraversando il nostro Paese, non trova di meglio da fare che sollecitare le
istituzioni alla protezione di qualche uccellino o di qualche insetto, o distinguendosi in ogni
occasione nel tentativo di speculare su ogni fatto di cronaca in cui venga usato impropriamente
un'arma da caccia.
L'on. Andrea Zanoni non perde occasione per tentare di dipingere i cacciatori come potenziali
delinquenti, pericolosi per se stessi e per la collettività solo per il fatto che posseggono legalmente
delle armi.
Eppure è facilmente dimostrabile che la caccia è una fra le attività più sicure che si svolgono nel
nostro Paese, sia in termini relativi sia in termini assoluti.
Riportiamo alcuni dati oggettivi recentemente pubblicati su alcuni mezzi di informazione: Rispetto a
una media di una ventina di incidenti mortali a stagione, sempre troppi, ma meno che fisiologici, i
morti per cause traumatiche in Italia si aggirano intorno ai venticinquemila l'anno. Ultimo dato
ufficiale Istat (2009): 24.642, uno su 2.500 abitanti, pari allo 0,04 della popolazione italiana. Ovvero,
per ogni italiano che muore a causa di incidente, l'incidenza della variabile "caccia" è 0,0012. Cioè,
un incidente mortale classificabile come "venatorio" ogni milleduecento incidenti. Pur considerando
che il rapporto fra numero dei cacciatori e totalità della popolazione non raggiunge il centesimo:
1//85. In altre parole, i numeri non ingannano, nel nostro Paese la caccia è almeno dieci volte meno
pericolosa della media delle altre attività umane.
A ben guardare, anzi, se si entra nei dati e nello specifico, verso ben altri pericoli dovrebbero essere
orientate le attenzioni dell'on. Zanoni se, cifre alla mano, si scopre che il maggior numero di
incidenti mortali si registra entro le mura domestiche, con una media di 8.000 decessi all'anno (15 al
giorno), fonte INAIL (altre fonti raddoppiano il dato). Mentre i decessi a causa di incidenti stradali
nel 2011 (Istituto Eurispes) purtroppo sono stati ben 3.860, seguiti disgraziatamente da 1.180 morti
per cause di lavoro (Osservatorio Indipendente di Bologna Morti sul Lavoro). Fra i lavoratori, una
delle categorie che paga un grande tributo è quella dei pescatori professionali, che hanno
un'incidenza di decessi pari a 129 ogni 100.000. Ovvero: fare il pescatore è più di quaranta volte più
pericoloso che andare a caccia.
Ma non si salvano neanche le attività del tempo libero considerate fra le più innocue. In montagna,
fra escursionisti e sciatori, nel 2011 sono morte 500 persone (più 494 feriti in imminente pericolo di
vita; fonte Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico). E nel 2010, in 50 giorni sono morti 43
cercatori di funghi; e in bicicletta, in Italia muoiono 300 persone all'anno (dal 2005 al 2010= 1514
morti).
Anche le spiagge, il mare, le piscine chiedono un alto tributo. Sono una media di 390 all'anno, i
vacanzieri che annegano. Con un'altissima percentuale di bambini: 5.000 bambini in Europa,
175.000 bambini nel mondo (soprattutto in piscina).
La caccia, invece, che da tempo si sta imponendo regole di sicurezza sempre più stringenti, fa
segnalare fra i propri appassionati cultori, ormai intorno alle settecentomila unità, una esigua
incidenza. Meno dello 0,0030%, che corrisponde a una disgrazia irreparabile ogni 30-35.000 utenti,
mentre per tutte le altre attività il bilancio è come abbiamo visto almeno dieci volte più pesante.
Ne consegue che l'on. Andrea Zanoni, prendendo a pretesto il recente caso del ragazzo che è andato
a scuola con il fucile sottratto alla custodia del padre, sta ancora una volta invocando l'emanazione di
normative più restrittive per i coloro che detengono legalmente delle armi da caccia, ignorando che
la maggior parte dei decessi per armi riguardano le armi da difesa ed i più banali coltelli da cucina
usati in modo improprio.
Va ricordato all'on. Zanoni che in Italia esistono già delle norme molto rigide per il possesso e la
detenzione delle armi da caccia.
Ricordiamo altresí all'on. Zanoni che in Italia, chi possiede un'arma da caccia è persona che possiede
delle specifiche autorizzazioni dopo essersi sottoposto ad accurate visite mediche che ne attestano
l'idoneità psicofisica.
A molti di noi viene spontaneo chiedersi quanti degli anticaccia saprebbero conseguire le stesse
abilitazioni se fossero sottoposti agli stessi esami a cui sono sottoposti i cacciatori.
on. Sergio Berlato
Deputato cacciatore al Parlamento europeo