Una raccomandata con ricevuta di ritorno digitale

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Una raccomandata con ricevuta di ritorno digitale
La Newsletter di Vega - aprile 2010
Una raccomandata con ricevuta
di ritorno digitale
Da un progetto e secondo specifiche tutte italiane nasce uno strumento che
si prefigge di garantire alle comunicazioni digitali standard di autorevolezza
fino ad oggi posseduti dalla sola corrispondenza tradizionale.
Per le sue caratteristiche di semplicità ed immediatezza, la posta
elettronica ha acquisito un’ampissima diffusione e frequenza d’uso,
divenendo lo strumento privilegiato
di scambio d’informazioni in moltissime situazioni.
Tuttavia, gli standard sui quali si
basa la rendono inadatta nel caso di
rapporti formali o, ancor più, a valore
legale: mancano, infatti, riscontri
certi di invio e consegna di un messaggio, garanzie sulla paternità e
sull’autenticità dei contenuti.
Per cercare di ovviare a questi
inconvenienti, ottenendo uno strumento di comunicazione immediato
e flessibile e, al contempo, certo
ed affidabile è stato promosso nel
nostro Paese lo sviluppo e la conse-
guente definizione della cosiddetta
posta elettronica certificata, nota
con l’acronimo di PEC.
Il suo iter normativo, avviato alcuni
anni orsono, ha portato a regolamentare in modo puntuale il nuovo
strumento secondo criteri che lo
configurano come una sorta di raccomandata digitale.
Senza entrare nel dettaglio delle specifiche tecniche che lo definiscono,
un messaggio di posta elettronica
certificata può essere trasmesso solo
attraverso gestori autorizzati da un
organo del Ministero per le Riforme
e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione.
I gestori autorizzati, una volta ricevuto un messaggio da un proprio
utente chiaramente identificato, lo
inseriscono in un involucro digiQui a fianco è riportato un messaggio tale che ne garantisce contenuto
di posta elettronica certificata ricevu- e mittente; se il destinatario del
to da un indirizzo PEC concesso da messaggio si avvale anch’esso di
Federfarma, come appare all’interno un indirizzo di posta elettronica
dell’applicativo webmail fornito da certificata, il gestore è in grado
di rilasciare al mittente una
Poste Italiane, provider del servizio.
ricevuta di consegna a valore
Ogni possessore di un indirizzo Fe- legale.
derfarma può avvalersi del servizio La presenza di una ricevuta di
collegandosi con il proprio browser consegna rafforza l’analogia con
Internet all’indirizzo https://pec. la già citata raccomandata con
poste.it/ e validandosi con le proprie ricevuta di ritorno, dalla quale,
credenziali.
tuttavia, la posta elettronica
Nell’illustrazione appare l’involucro in certificata si differenzia per un
cui viene racchiuso dal gestore della importante vantaggio: oltre a
propria casella PEC il messaggio ori- garantire la consegna del mesginale, con la funzione di certificarne saggio, il gestore della PEC ne
il contenuto e garantire l’identità del certifica anche il contenuto.
A ciò si aggiunga che, rispetto
mittente.
alla raccomandata, la PEC è inIl messaggio vero e proprio è presente
finitamente più veloce, semplice
al suo interno sotto forma di allegato
ed economica.
con il nome postacert.eml; un doppio
Tuttavia, accanto agli aspetclic sul suo link ne determina l’aperti positivi, questo strumento
tura e consente di visionarlo.
presenta anche alcune con-
troindicazioni abbastanza rilevanti:
la principale è che, diversamente
dalla raccomandata, la ricevuta non
attesta la presa in consegna ma
solo il recapito del messaggio nella
casella PEC.
Sembra una differenza di poco conto,
ma nella pratica è come se il postino,
invece di richiedere la firma sulla
cartolina di ricevuta, si limitasse ad
inserire la raccomandata insieme alla
posta ordinaria nella casella postale
del destinatario. Ovviamente, il rischio che la raccomandata passasse
inosservata sarebbe elevato.
Rischio aumentato qualora la casella
postale destinata alle raccomandate
fosse diversa da quella per la posta
ordinaria: per la grande maggioranza
degli utenti l’eventualità di ricevere
raccomandate è sufficientemente
remota da fare dimenticare l’esistenza stessa di una casella ad esse
destinata.
È, purtroppo, il pericolo che si corre
con la posta elettronica certificata:
ben difficilmente un utente rinuncerà
ad utilizzare il consueto indirizzo di
posta elettronica per convogliare
tutta la corrispondenza verso il proprio indirizzo PEC che, poco o per
nulla utilizzato, andrà probabilmente
incontro ad uno scarso presidio.
Se in questa casella venisse recapitata una comunicazione di elevata
importanza, il destinatario si potrebbe avvedere della sua esistenza
con settimane o mesi di ritardo, con
conseguenti possibili inadempienze
ad obblighi o prescrizioni.
R. Benucci