La Newsletter di Vega
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I.P. La Newsletter di Vega anno VIII - numero 1 aprile 2010 “Newsletter di Vega” è un periodico di informazione edito da Vega s.p.a. - Via Vigentina angolo via Pollak - 27100 Pavia - Tel. 0382.560028 - Direttore responsabile: Roberto Benucci - Stampa: Arti Grafiche Jolly’s s.r.l. - Via San Francesco 324/E3 - 20047 Brugherio (MI) - Tel. 039880000 R.i. 288736 - R.E.A. 1296128 - Registrazione Tribunale di Pavia n.580 del 31 marzo 2003 - Spedizione in A.P. 70% - DC PAVIA Una via percorribile per la sanità di domani L’aumento costante della spesa farmaceutica ospedaliera aveva suscitato allarme già tempo addietro; i primi consuntivi riguardanti il 2009 rilanciano la preoccupazione trasformandola in emergenza. A fronte di una spesa farmaceutica territoriale da alcuni anni costante, se non in lieve flessione, il continuo incremento degli oneri derivanti dal capitolo ospedaliero comprime gli spazi di manovra delle Regioni e induce i responsabili locali a prendere in considerazione misure di contenimento il cui bersaglio finale è la filiera distributiva tradizionale. Per il 2010 già si prevede un fabbisogno di quasi tre miliardi di euro in più rispetto al budget destinato nel suo complesso alla spesa farmaceutica e si affollano ipotesi su possibili tagli alle quote di spettanza della distribuzione intermedia, aste per la definizione del prezzo dei generici, revisione dei prezzi dei farmaci innovativi. Il progressivo trasferimento dell’assistenza sanitaria dall’ospedale al territorio potrebbe essere la soluzione strutturale ai problemi della sanità pubblica: oltre a contenere la crescita di un comparto ospedaliero che, nel suo complesso, assorbe oltre il 50 per cento del budget sanitario, avrebbe importanti risvolti sulla qualità di vita dei malati e delle loro famiglie, consentendo una degenza assistita tra le mura domestiche. In quest’ambito, laddove i tentativi fino ad oggi avviati non hanno ottenuto i risultati sperati, il decreto legislativo 153 sui nuovi servizi in farmacia potrebbe dimostrare appieno la sua reale importanza, fornendo alle farmacie gli strumenti per divenire il punto di riferimento nella gestione territoriale dell’assistenza domiciliare integrata. Proprio all’assistenza domiciliare è dedicato il capitolo più importante della nuova normativa sui servizi, che prevede una diretta partecipazione delle farmacie alle attività di supporto al paziente allettato, con compiti che spaziano dalla consegna a domicilio di farmaci e presidi, alla fornitura di operatori sanitari, fino all’allestimento di miscele nutrizionali. Quest’evoluzione deve essere necessariamente accompagnata da un’inversione della tendenza che ha visto, in questi ultimi anni, riservare alle strutture ospedaliere l’erogazione esclusiva di tutti i farmaci innovativi, sottraendo al territorio ogni opportunità di aggiornamento culturale e ogni beneficio economico derivante dalle nuove scoperte in campo farmaceutico. Al di là di ogni altra considerazione, l’esperienza insegna che la dispensazione attraverso le farmacie dei farmaci oggi erogati dagli ospedali determinerebbe immediati benefici in termini di controllo della spesa e contenimento degli sprechi. R. Benucci La Newsletter di Vega - aprile 2010 Un indirizzo PEC per ogni professionista Il progetto di semplificazione dei rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadini, avviato dal Governo, pone grande enfasi sull’utilizzo della posta elettronica certificata. Il 29 novembre dello scorso anno scadeva il termine ultimo per ottemperare all’obbligo, rivolto a tutti i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato, di comunicare «ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata». L’origine dell’obbligo risaliva ad un anno prima e, più precisamente, al cosiddetto decreto “anticrisi” promulgato dal Ministro Brunetta e successivamente convertito nella legge 2/2009, al fine di rendere più agevoli le comunicazioni tra Stato e mondo del lavoro, sostituendo le tradizionali raccomandate con ricevuta di ritorno. Una volta trasmessi ai propri Ordini di appartenenza, gli indirizzi di posta elettronica certificata dovrebbero infatti confluire, insieme ai dati identificativi dei loro possessori, all’interno di elenchi riservati. A questi elenchi la pubblica amministrazione dovrebbe attingere quando avesse la necessità di comunicare formalmente con un cittadino avvalendosi della posta elettronica. Così, oltre due milioni di professionisti hanno dovuto confrontarsi con questo nuovo strumento, ai più sconosciuto, e dotarsi di un indirizzo PEC funzionante. Molti Ordini professionali, a questo riguardo, hanno provveduto a garantire ai propri iscritti caselle certificate con procedure facilitate e costi contenuti. Nel caso dei farmacisti, due iniziative complementari sono intervenute per consentire loro di soddisfare le richieste di legge senza oneri particolari. Federfarma aveva già avviato, negli anni scorsi, un progetto volto a dotare ogni farmacia associata di due indirizzi di posta certificata, uno destinato ad attività inerenti la raccolta dei dati delle ricette, l’altro utilizzabile per le comunicazioni. Dopo una fase sperimentale, nella quale lo strumento è stato testato in un numero ristretto di regioni, proprio in concomitanza con l’entrata in vigore dell’obbligo Federfarma è stata in grado trasmettere per posta ordinaria a tutte le farmacie la procedura di attivazione del cosiddetto indirizzo “pec1”, destinato alle comunicazioni, che i titolari o direttori di farmacia hanno potuto fare proprio come indirizzo PEC personale e comunicare all’Ordine adempiendo alle prescrizioni di legge. Per tutti gli altri farmacisti iscritti all’Ordine, soggetti comunque all’obbligo, è stata la FOFI stessa a farsi parte attiva mettendo a disposizione gratuitamente un indirizzo PEC per tutti i propri iscritti che ne facessero richiesta. Nonostante questo percorso facilitato, l’adesione della categoria è ancora lontana dall’essere completa: l’assenza di sanzioni e la comprensibile inerzia corrispondente, l’eterogeneità delle situazioni personali, una scarsa comprensione del disposto hanno probabilmente contributo al risultato attuale. R. Borsato La Newsletter di Vega - aprile 2010 Una raccomandata con ricevuta di ritorno digitale Da un progetto e secondo specifiche tutte italiane nasce uno strumento che si prefigge di garantire alle comunicazioni digitali standard di autorevolezza fino ad oggi posseduti dalla sola corrispondenza tradizionale. Per le sue caratteristiche di semplicità ed immediatezza, la posta elettronica ha acquisito un’ampissima diffusione e frequenza d’uso, divenendo lo strumento privilegiato di scambio d’informazioni in moltissime situazioni. Tuttavia, gli standard sui quali si basa la rendono inadatta nel caso di rapporti formali o, ancor più, a valore legale: mancano, infatti, riscontri certi di invio e consegna di un messaggio, garanzie sulla paternità e sull’autenticità dei contenuti. Per cercare di ovviare a questi inconvenienti, ottenendo uno strumento di comunicazione immediato e flessibile e, al contempo, certo ed affidabile è stato promosso nel nostro Paese lo sviluppo e la conse- guente definizione della cosiddetta posta elettronica certificata, nota con l’acronimo di PEC. Il suo iter normativo, avviato alcuni anni orsono, ha portato a regolamentare in modo puntuale il nuovo strumento secondo criteri che lo configurano come una sorta di raccomandata digitale. Senza entrare nel dettaglio delle specifiche tecniche che lo definiscono, un messaggio di posta elettronica certificata può essere trasmesso solo attraverso gestori autorizzati da un organo del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione. I gestori autorizzati, una volta ricevuto un messaggio da un proprio utente chiaramente identificato, lo inseriscono in un involucro digiQui a fianco è riportato un messaggio tale che ne garantisce contenuto di posta elettronica certificata ricevu- e mittente; se il destinatario del to da un indirizzo PEC concesso da messaggio si avvale anch’esso di Federfarma, come appare all’interno un indirizzo di posta elettronica dell’applicativo webmail fornito da certificata, il gestore è in grado di rilasciare al mittente una Poste Italiane, provider del servizio. ricevuta di consegna a valore Ogni possessore di un indirizzo Fe- legale. derfarma può avvalersi del servizio La presenza di una ricevuta di collegandosi con il proprio browser consegna rafforza l’analogia con Internet all’indirizzo https://pec. la già citata raccomandata con poste.it/ e validandosi con le proprie ricevuta di ritorno, dalla quale, credenziali. tuttavia, la posta elettronica Nell’illustrazione appare l’involucro in certificata si differenzia per un cui viene racchiuso dal gestore della importante vantaggio: oltre a propria casella PEC il messaggio ori- garantire la consegna del mesginale, con la funzione di certificarne saggio, il gestore della PEC ne il contenuto e garantire l’identità del certifica anche il contenuto. A ciò si aggiunga che, rispetto mittente. alla raccomandata, la PEC è inIl messaggio vero e proprio è presente finitamente più veloce, semplice al suo interno sotto forma di allegato ed economica. con il nome postacert.eml; un doppio Tuttavia, accanto agli aspetclic sul suo link ne determina l’aperti positivi, questo strumento tura e consente di visionarlo. presenta anche alcune con- troindicazioni abbastanza rilevanti: la principale è che, diversamente dalla raccomandata, la ricevuta non attesta la presa in consegna ma solo il recapito del messaggio nella casella PEC. Sembra una differenza di poco conto, ma nella pratica è come se il postino, invece di richiedere la firma sulla cartolina di ricevuta, si limitasse ad inserire la raccomandata insieme alla posta ordinaria nella casella postale del destinatario. Ovviamente, il rischio che la raccomandata passasse inosservata sarebbe elevato. Rischio aumentato qualora la casella postale destinata alle raccomandate fosse diversa da quella per la posta ordinaria: per la grande maggioranza degli utenti l’eventualità di ricevere raccomandate è sufficientemente remota da fare dimenticare l’esistenza stessa di una casella ad esse destinata. È, purtroppo, il pericolo che si corre con la posta elettronica certificata: ben difficilmente un utente rinuncerà ad utilizzare il consueto indirizzo di posta elettronica per convogliare tutta la corrispondenza verso il proprio indirizzo PEC che, poco o per nulla utilizzato, andrà probabilmente incontro ad uno scarso presidio. Se in questa casella venisse recapitata una comunicazione di elevata importanza, il destinatario si potrebbe avvedere della sua esistenza con settimane o mesi di ritardo, con conseguenti possibili inadempienze ad obblighi o prescrizioni. R. Benucci La Newsletter di Vega - aprile 2010 Un supporto autorevole nella determinazione dei prezzi La corretta definizione del prezzo di vendita dei farmaci di autocura e di un crescente numero di parafarmaceutici è, da qualche anno a questa parte, un’incombenza di non facile attuazione per tutte le farmacie. I valori della Banca Dati Prezzi Medi possono essere confrontati con i prezzi praticati dalla farmacia mediante una funzione presente nel menu Utilità di Wingesfar. Il risultato del confronto, che è possibile filtrare secondo numerosi criteri ed ordinare opportunamente, viene reso ancor più esplicito mediante smile che rappresentano graficamente l’entità dello scostamento percentuale rispetto al prezzo medio di mercato. Mediante pochi e semplici passaggi, dalla funzione è consentito selezionare i prodotti da importare nel Monitor dei costi per allineare i propri prezzi di vendita a quelli di mercato. IMS, azienda leader nella rilevazione dei dati di mercato in campo farmaceutico, ha recentemente reso disponibile la propria Banca Dati Prezzi Medi (BPM) per l’utilizzo da parte delle farmacie. La Banca Dati, distribuita ed aggiornata attraverso i consueti canali da Farmadati, consente al farmacista di conoscere con precisione il prezzo medio praticato per medicinali di autocura e parafarmaceutici all’interno della propria realtà geografica dai tre canali di vendita: farmacie, parafar- macie e corner della distribuzione organizzata (GDO). Il prezzo medio del canale farmacia viene determinato da IMS per ogni singolo prodotto in tutte le provincie e nelle quattro grandi aree metropolitane di Milano, Torino, Roma e Napoli attraverso l’analisi dei dati di vendita forniti da una rete di oltre 2500 farmacie, tenendo conto dei reali volumi di vendita delle farmacie campione. Per quanto riguarda parafarmacie e GDO il prezzo medio viene determi- nato con le stesse metodiche ma per aree più vaste, ovvero per le quattro macroregioni di Nord Est, Nord Ovest, Centro e Sud, in ragione della minor diffusione dei punti vendita costituenti i due altri canali. L’informazione viene trasmessa al gestionale di farmacia mediante aggiornamenti mensili all’interno del normale flusso di aggiornamenti della Banca Dati del farmaco e può essere consultata in Wingesfar durante l’utilizzo di tutte le funzioni che richiedono la conoscenza del prezzo dei prodotti. Per citare solo alcuni degli ambiti nei quali l’informazione sui prezzi medi è disponibile a schermo segnaliamo la vendita a banco, la scheda di banca dati, le funzioni di elaborazione degli ordini, oltre a tutte le funzioni di supporto nella gestione del prezzo di farmacia. Un’altra interessante opportunità di utilizzo delle informazioni fornite da IMS consiste nel confronto tra i prezzi praticati dalla propria farmacia e i prezzi medi nei tre canali gestiti dalla Banca Dati Prezzi Medi. La procedura è disponibile in Wingesfar all’interno del menu Utilità e consente di avere rapidamente un’indicazione sul posizionamento della propria offerta merceologica rispetto al mercato di riferimento. Numerosi filtri consentono di restringere la ricerca ai prodotti che presentano particolari caratteristiche e una funzione di stampa permette di ottenere un report su carta. Inoltre, Wingesfar rende possibile allineare i prezzi farmacia di una selezione dei prodotti visualizzati ai prezzi medi attuali. M. Ghigini