La Newsletter di Vega

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La Newsletter di Vega
I.P.
La Newsletter
di Vega
anno VIII - numero 1
aprile 2010
“Newsletter di Vega” è un periodico di informazione edito da Vega s.p.a. - Via Vigentina angolo via Pollak - 27100 Pavia - Tel. 0382.560028 - Direttore responsabile: Roberto Benucci - Stampa: Arti Grafiche Jolly’s s.r.l. - Via San Francesco 324/E3 - 20047 Brugherio (MI) - Tel. 039880000 R.i. 288736 - R.E.A. 1296128
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Una via percorribile per la
sanità di domani
L’aumento costante della spesa
farmaceutica ospedaliera aveva suscitato allarme già tempo addietro;
i primi consuntivi riguardanti il 2009
rilanciano la preoccupazione trasformandola in emergenza.
A fronte di una spesa farmaceutica
territoriale da alcuni anni costante,
se non in lieve flessione, il continuo
incremento degli oneri derivanti dal
capitolo ospedaliero comprime gli
spazi di manovra delle Regioni e induce i responsabili locali a prendere
in considerazione misure di contenimento il cui bersaglio finale è la
filiera distributiva tradizionale.
Per il 2010 già si prevede un fabbisogno di quasi tre miliardi di euro in
più rispetto al budget destinato nel
suo complesso alla spesa farmaceutica e si affollano ipotesi su possibili
tagli alle quote di spettanza della
distribuzione intermedia, aste per
la definizione del prezzo dei generici, revisione dei prezzi dei farmaci
innovativi.
Il progressivo trasferimento dell’assistenza sanitaria dall’ospedale al territorio potrebbe essere la soluzione
strutturale ai problemi della sanità
pubblica: oltre a contenere la crescita
di un comparto ospedaliero che, nel
suo complesso, assorbe oltre il 50 per
cento del budget sanitario, avrebbe
importanti risvolti sulla qualità di
vita dei malati e delle loro famiglie,
consentendo una degenza assistita
tra le mura domestiche.
In quest’ambito, laddove i tentativi
fino ad oggi avviati non hanno ottenuto i risultati sperati, il decreto
legislativo 153 sui nuovi servizi in
farmacia potrebbe dimostrare appieno la sua reale importanza, fornendo
alle farmacie gli strumenti per divenire il punto di riferimento nella
gestione territoriale dell’assistenza
domiciliare integrata.
Proprio all’assistenza domiciliare è
dedicato il capitolo più importante
della nuova normativa sui servizi,
che prevede una diretta partecipazione delle farmacie alle attività di
supporto al paziente allettato, con
compiti che spaziano dalla consegna
a domicilio di farmaci e presidi, alla
fornitura di operatori sanitari, fino
all’allestimento di miscele nutrizionali.
Quest’evoluzione deve essere necessariamente accompagnata da
un’inversione della tendenza che ha
visto, in questi ultimi anni, riservare
alle strutture ospedaliere l’erogazione esclusiva di tutti i farmaci
innovativi, sottraendo al territorio
ogni opportunità di aggiornamento
culturale e ogni beneficio economico
derivante dalle nuove scoperte in
campo farmaceutico.
Al di là di ogni altra considerazione,
l’esperienza insegna che la dispensazione attraverso le farmacie dei
farmaci oggi erogati dagli ospedali
determinerebbe immediati benefici
in termini di controllo della spesa e
contenimento degli sprechi.
R. Benucci
La Newsletter di Vega - aprile 2010
Un indirizzo PEC per ogni
professionista
Il progetto di semplificazione dei rapporti tra Pubblica Amministrazione e
cittadini, avviato dal Governo, pone grande enfasi sull’utilizzo della posta
elettronica certificata.
Il 29 novembre dello scorso anno
scadeva il termine ultimo per ottemperare all’obbligo, rivolto a tutti
i professionisti iscritti in albi ed
elenchi istituiti con legge dello Stato, di comunicare «ai rispettivi ordini
o collegi il proprio indirizzo di posta
elettronica certificata».
L’origine dell’obbligo risaliva ad un
anno prima e, più precisamente,
al cosiddetto decreto “anticrisi”
promulgato dal Ministro Brunetta
e successivamente convertito nella
legge 2/2009, al fine di rendere più
agevoli le comunicazioni tra Stato
e mondo del lavoro, sostituendo le
tradizionali raccomandate con ricevuta di ritorno.
Una volta trasmessi ai propri Ordini
di appartenenza, gli indirizzi di posta
elettronica certificata dovrebbero
infatti confluire, insieme ai dati
identificativi dei loro possessori,
all’interno di elenchi riservati.
A questi elenchi la pubblica amministrazione dovrebbe attingere quando
avesse la necessità di comunicare
formalmente con un cittadino avvalendosi della posta elettronica.
Così, oltre due milioni di professionisti hanno dovuto confrontarsi
con questo nuovo strumento, ai più
sconosciuto, e dotarsi di un indirizzo
PEC funzionante.
Molti Ordini professionali, a questo riguardo, hanno provveduto a
garantire ai propri iscritti caselle
certificate con procedure facilitate
e costi contenuti.
Nel caso dei farmacisti, due iniziative complementari sono intervenute
per consentire loro di soddisfare
le richieste di legge senza oneri
particolari.
Federfarma aveva già avviato, negli
anni scorsi, un progetto volto a
dotare ogni farmacia associata di
due indirizzi di posta certificata,
uno destinato ad attività inerenti la
raccolta dei dati delle ricette, l’altro
utilizzabile per le comunicazioni.
Dopo una fase sperimentale, nella
quale lo strumento è stato testato
in un numero ristretto di regioni,
proprio in concomitanza con l’entrata
in vigore dell’obbligo Federfarma è
stata in grado trasmettere per posta
ordinaria a tutte le farmacie la procedura di attivazione del cosiddetto
indirizzo “pec1”, destinato alle comunicazioni, che i titolari o direttori
di farmacia hanno potuto fare proprio
come indirizzo PEC personale e comunicare all’Ordine adempiendo alle
prescrizioni di legge.
Per tutti gli altri farmacisti iscritti
all’Ordine, soggetti comunque all’obbligo, è stata la FOFI stessa a farsi
parte attiva mettendo a disposizione
gratuitamente un indirizzo PEC per
tutti i propri iscritti che ne facessero
richiesta.
Nonostante questo percorso facilitato, l’adesione della categoria è ancora lontana dall’essere completa: l’assenza di sanzioni e la comprensibile
inerzia corrispondente, l’eterogeneità
delle situazioni personali, una scarsa
comprensione del disposto hanno
probabilmente contributo al risultato
attuale.
R. Borsato
La Newsletter di Vega - aprile 2010
Una raccomandata con ricevuta
di ritorno digitale
Da un progetto e secondo specifiche tutte italiane nasce uno strumento che
si prefigge di garantire alle comunicazioni digitali standard di autorevolezza
fino ad oggi posseduti dalla sola corrispondenza tradizionale.
Per le sue caratteristiche di semplicità ed immediatezza, la posta
elettronica ha acquisito un’ampissima diffusione e frequenza d’uso,
divenendo lo strumento privilegiato
di scambio d’informazioni in moltissime situazioni.
Tuttavia, gli standard sui quali si
basa la rendono inadatta nel caso di
rapporti formali o, ancor più, a valore
legale: mancano, infatti, riscontri
certi di invio e consegna di un messaggio, garanzie sulla paternità e
sull’autenticità dei contenuti.
Per cercare di ovviare a questi
inconvenienti, ottenendo uno strumento di comunicazione immediato
e flessibile e, al contempo, certo
ed affidabile è stato promosso nel
nostro Paese lo sviluppo e la conse-
guente definizione della cosiddetta
posta elettronica certificata, nota
con l’acronimo di PEC.
Il suo iter normativo, avviato alcuni
anni orsono, ha portato a regolamentare in modo puntuale il nuovo
strumento secondo criteri che lo
configurano come una sorta di raccomandata digitale.
Senza entrare nel dettaglio delle specifiche tecniche che lo definiscono,
un messaggio di posta elettronica
certificata può essere trasmesso solo
attraverso gestori autorizzati da un
organo del Ministero per le Riforme
e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione.
I gestori autorizzati, una volta ricevuto un messaggio da un proprio
utente chiaramente identificato, lo
inseriscono in un involucro digiQui a fianco è riportato un messaggio tale che ne garantisce contenuto
di posta elettronica certificata ricevu- e mittente; se il destinatario del
to da un indirizzo PEC concesso da messaggio si avvale anch’esso di
Federfarma, come appare all’interno un indirizzo di posta elettronica
dell’applicativo webmail fornito da certificata, il gestore è in grado
di rilasciare al mittente una
Poste Italiane, provider del servizio.
ricevuta di consegna a valore
Ogni possessore di un indirizzo Fe- legale.
derfarma può avvalersi del servizio La presenza di una ricevuta di
collegandosi con il proprio browser consegna rafforza l’analogia con
Internet all’indirizzo https://pec. la già citata raccomandata con
poste.it/ e validandosi con le proprie ricevuta di ritorno, dalla quale,
credenziali.
tuttavia, la posta elettronica
Nell’illustrazione appare l’involucro in certificata si differenzia per un
cui viene racchiuso dal gestore della importante vantaggio: oltre a
propria casella PEC il messaggio ori- garantire la consegna del mesginale, con la funzione di certificarne saggio, il gestore della PEC ne
il contenuto e garantire l’identità del certifica anche il contenuto.
A ciò si aggiunga che, rispetto
mittente.
alla raccomandata, la PEC è inIl messaggio vero e proprio è presente
finitamente più veloce, semplice
al suo interno sotto forma di allegato
ed economica.
con il nome postacert.eml; un doppio
Tuttavia, accanto agli aspetclic sul suo link ne determina l’aperti positivi, questo strumento
tura e consente di visionarlo.
presenta anche alcune con-
troindicazioni abbastanza rilevanti:
la principale è che, diversamente
dalla raccomandata, la ricevuta non
attesta la presa in consegna ma
solo il recapito del messaggio nella
casella PEC.
Sembra una differenza di poco conto,
ma nella pratica è come se il postino,
invece di richiedere la firma sulla
cartolina di ricevuta, si limitasse ad
inserire la raccomandata insieme alla
posta ordinaria nella casella postale
del destinatario. Ovviamente, il rischio che la raccomandata passasse
inosservata sarebbe elevato.
Rischio aumentato qualora la casella
postale destinata alle raccomandate
fosse diversa da quella per la posta
ordinaria: per la grande maggioranza
degli utenti l’eventualità di ricevere
raccomandate è sufficientemente
remota da fare dimenticare l’esistenza stessa di una casella ad esse
destinata.
È, purtroppo, il pericolo che si corre
con la posta elettronica certificata:
ben difficilmente un utente rinuncerà
ad utilizzare il consueto indirizzo di
posta elettronica per convogliare
tutta la corrispondenza verso il proprio indirizzo PEC che, poco o per
nulla utilizzato, andrà probabilmente
incontro ad uno scarso presidio.
Se in questa casella venisse recapitata una comunicazione di elevata
importanza, il destinatario si potrebbe avvedere della sua esistenza
con settimane o mesi di ritardo, con
conseguenti possibili inadempienze
ad obblighi o prescrizioni.
R. Benucci
La Newsletter di Vega - aprile 2010
Un supporto autorevole nella
determinazione dei prezzi
La corretta definizione del prezzo di vendita dei farmaci di autocura e di un
crescente numero di parafarmaceutici è, da qualche anno a questa parte,
un’incombenza di non facile attuazione per tutte le farmacie.
I valori della Banca Dati Prezzi Medi possono essere confrontati con
i prezzi praticati dalla farmacia mediante una funzione presente nel
menu Utilità di Wingesfar.
Il risultato del confronto, che è possibile filtrare secondo numerosi
criteri ed ordinare opportunamente, viene reso ancor più esplicito
mediante smile che rappresentano graficamente l’entità dello scostamento percentuale rispetto al prezzo medio di mercato.
Mediante pochi e semplici passaggi, dalla funzione è consentito selezionare i prodotti da importare nel Monitor dei costi per allineare i
propri prezzi di vendita a quelli di mercato.
IMS, azienda leader nella rilevazione dei dati di mercato in campo
farmaceutico, ha recentemente reso
disponibile la propria Banca Dati
Prezzi Medi (BPM) per l’utilizzo da
parte delle farmacie.
La Banca Dati, distribuita ed aggiornata attraverso i consueti canali da
Farmadati, consente al farmacista di
conoscere con precisione il prezzo
medio praticato per medicinali di autocura e parafarmaceutici all’interno
della propria realtà geografica dai tre
canali di vendita: farmacie, parafar-
macie e corner della distribuzione
organizzata (GDO).
Il prezzo medio del canale farmacia
viene determinato da IMS per ogni
singolo prodotto in tutte le provincie
e nelle quattro grandi aree metropolitane di Milano, Torino, Roma e
Napoli attraverso l’analisi dei dati di
vendita forniti da una rete di oltre
2500 farmacie, tenendo conto dei
reali volumi di vendita delle farmacie
campione.
Per quanto riguarda parafarmacie e
GDO il prezzo medio viene determi-
nato con le stesse metodiche ma per
aree più vaste, ovvero per le quattro
macroregioni di Nord Est, Nord Ovest,
Centro e Sud, in ragione della minor
diffusione dei punti vendita costituenti i due altri canali.
L’informazione viene trasmessa al
gestionale di farmacia mediante
aggiornamenti mensili all’interno
del normale flusso di aggiornamenti
della Banca Dati del farmaco e può
essere consultata in Wingesfar durante l’utilizzo di tutte le funzioni che
richiedono la conoscenza del prezzo
dei prodotti.
Per citare solo alcuni degli ambiti nei
quali l’informazione sui prezzi medi è
disponibile a schermo segnaliamo la
vendita a banco, la scheda di banca
dati, le funzioni di elaborazione degli
ordini, oltre a tutte le funzioni di
supporto nella gestione del prezzo
di farmacia.
Un’altra interessante opportunità di
utilizzo delle informazioni fornite da
IMS consiste nel confronto tra i prezzi praticati dalla propria farmacia e i
prezzi medi nei tre canali gestiti dalla
Banca Dati Prezzi Medi. La procedura
è disponibile in Wingesfar all’interno
del menu Utilità e consente di avere
rapidamente un’indicazione sul posizionamento della propria offerta
merceologica rispetto al mercato di
riferimento.
Numerosi filtri consentono di restringere la ricerca ai prodotti che
presentano particolari caratteristiche
e una funzione di stampa permette di
ottenere un report su carta. Inoltre,
Wingesfar rende possibile allineare i
prezzi farmacia di una selezione dei
prodotti visualizzati ai prezzi medi
attuali.
M. Ghigini