Erasmus a Barcellona

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Erasmus a Barcellona
 Erasmus a Barcellona Da gennaio 2011 alla fine di luglio dello stesso anno sono stato studente Erasmus presso l’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona. Non credo sia semplice raccontare in poche righe quello che ha significato per me quest’esperienza: in questo articolo vorrei però dare alcuni consigli su come muoversi a Barcellona. Prima di partire La Catalogna è una regione bilingue: il castigliano (quello che noi comunemente chiamiamo “spagnolo”) e il catalano sono entrambe lingue ufficiali. Entrambe le lingue sono parlate in tutta la città, però ad esempio le insegne e le pubblicità sono quasi tutte in catalano e i locali in genere preferiscono parlare la propria lingua piuttosto che lo spagnolo. In più all’università alcuni corsi sono tenuti in catalano, e non sempre i professori sono così gentili da cambiare la lingua in cui sono abituati ad insegnare. Consiglio di studiare almeno un po’ lo spagnolo prima di arrivare, in modo da non dover imparare due lingue contemporaneamente. L’Universitat Pompeu Fabra organizza presso il PEI (Programa d’Ensenyament d’Idiomes) corsi di entrambe le lingue a prezzi molto bassi. Anche presso la facoltà di lingue dell’università stessa ci sono corsi di spagnolo per stranieri, però se si viene da un’altra facoltà bisogna fare domanda perché i posti sono limitati. Al di fuori dell’ambito universitario il CPNL (Consorci per a la Normalització Lingüística) organizza corsi di catalano gratuiti (tranne per i libri di testo) in diverse sedi e il portale web parla.cat è uno spazio virtuale per l’apprendimento interattivo della lingua. Prima di partire consiglio anche di cominciare a prendere contatti per la ricerca di un appartamento, nel caso in cui l’Università non vi fornisca un alloggio. I siti più utilizzati sono loquo.com e idealista.com. Oltre a cercare gli appartamenti è utile anche pubblicare un annuncio in cui si spiega un po’ quello che si sta cercando. Gli annunci possono essere pubblicati più di una volta, per cui consiglio di ripubblicarli ogni uno o due giorni, in modo che siano sempre visibili. Appena arrivati L’Università Pompeu Fabra richiede agli studenti Erasmus di parteciapare ad una giornata di accoglienza per gli studenti, molto utile per capire come muoversi i primi giorni. In questa occasione ci è stata presentata l’associazione ESN (Erasmus Student Network), che organizza escursioni e serate di vario tipo con l’intento di far conoscere tra loro i vari studenti Erasmus. Partecipare a queste serate mi ha dato modo di conoscere i primi “compagni di Erasmus”. Un’altra associazione che organizza attività molto interessanti è il Voluntariat Linguistic: chi lo desidera può trovarsi un compagno locale con cui dialogare in una lingua prescelta, in genere spagnolo o catalano. Le conversazioni però non avvengono in un contesto banale: spesso l’associazione si tratta di gite in luoghi inconsueti della città o in paesi vicini. Durante la giornata di accoglienza abbiamo ricevuto anche alcune informazioni sui documenti necessari durante il soggiorno: per brevi periodi è sufficiente la carta d’identità italiana, mentre se ci si ferma per più di 3 mesi è obbligatorio ottenere il NIE (Número de Identidad de Extranjero). Informazioni più dettagliate su come ottenere questo documento si possono trovare in questa pagina del sito web SpaghettiBCN (che consiglio anche per altre informazioni sulla città). I corsi Prima di partire ho scoperto che non c’è alcuna convenzione tra l’Università di Udine e l’Universitat Pompeu Fabra (UPF) per quanto riguarda i master (lì non esistono ancora i corsi di laurea magistrale o specialistica). Si possono frequentare solo i corsi di Comunicació Audiovisual e di Publicitat i Relacions Publiques (entrambi triennali). Agli studenti di STM vengono assegnati di default i corsi di Comunicació Audiovisual, che però non sono tutti a libero accesso. I corsi più interessanti sono infatti i cosiddetti taller (laboratori), che per gli studenti Erasmus sono a numero chiuso, e vengono assegnati tramite estrazione. Ecco cosa succede in pratica: durante la prima settimana del trimestre (i corsi alla UPF sono divisi in tre trimestri) si possono frequentare tutti i corsi, dopodiché si consegna un foglio con i corsi che si desidera frequentare. Se i corsi sono di un’altra facoltà bisogna chiedere al docente e verificare la disponibilità dei posti ma in genere non ci sono problemi. Se invece i corsi sono laboratori di Comunicació Audiovisual bisogna partecipare a un’estrazione. I risultati dell’estrazione sono completamente aleatori, per cui può essere che a uno studente venga permesso di frequentare tutti i corsi che desidera e a un altro nessuno. Un’altra cosa a cui bisogna fare attenzione è la lingua in cui è tenuto il corso. Se non si conosce bene il catalano è bene evitare di seguire corsi in questa lingua. Io ho frequentato un corso di catalano i primi mesi in modo da essere più libero nella scelta dei corsi nel trimestre successivo. In ogni caso non sempre si sa con sufficiente anticipo in che lingua saranno tenuti i corsi quindi è meglio frequentare qualche corso in più durante la prima settimana in modo da non trovarsi spiazzati all’ultimo momento. Per quanto riguarda i corsi di lingue è bene sapere che ce ne sono anche di interni all’Università (quelli della facoltà di lingue), però bisogna iscriversi con largo anticipo perché vogliono parteciparvi in molti. In generale i corsi in Spagna sono molto più orientati alla pratica rispetto all’Italia. Qualsiasi corso, non solo i laboratori, prevede la consegna di vari lavori e spesso sono richieste presentazioni davanti ai compagni. Anche le lezioni prevedono una partecipazione attiva degli studenti, che intervengono spesso e vengono coinvolti dagli insegnanti. Molti corsi prevedono la preparazione di lavori di gruppo, e questo aiuta sicuramente a creare rapporti con i propri compagni. Quasi tutti i miei compagni parlavano tra loro in catalano, ma non hanno avuto alcun problema a parlare con gli stranieri in castigliano. Video di una presentazione per “Marketing Diretto e Promozionale” La città Barcellona è una città che offre molto: non solo divertimento, ma anche cultura, architettura, paesaggi naturali e mille altre cose. Per informarmi sulle attività più interessanti mi è stato molto utile il sito internet LE COOL. Questo sito propone un’attività diversa per ogni giorno: possono essere concerti, mostre, esposizioni temporanee o festival. A Barcellona ci sono così tante cose da fare che spesso neanche la gente del luogo le conosce tutte, quindi uno strumento del genere diventa indispensabile. Per chi ha voglia di leggere in catalano invece consiglio la rivista Timeout Barcelona, un mensile che racconta la vita culturale della città (soprattutto cinema musica e teatro). Dall’anno scorso è stato introdotto un servizio di bike-­‐sharing chiamato Bicing: con una spesa di trenta euro all’anno è possibile muoversi per la città in bicicletta per un tempo massimo di trenta minuti alla volta. Il centro della città non è molto grande per cui è possibile fare quasi ogni spostamento in meno di mezz’ora. Per quanto riguarda la scelta della zona in cui vivere, ogni quartiere ha la sua personalità quindi consiglio di vedere varie zone del centro prima di decidere. L’unica cosa che mi sento di consigliare è di evitare almeno all’inizio di vivere con italiani, e possibilmente cercare casa con gente che parla spagnolo, in modo da non trovarsi a parlare inglese o appunto italiano. Anche per quanto riguarda la ricerca di un appartamento nel sito SpaghettiBCN si possono trovare alcuni articoli interessanti (ad esempio questo). Al Parco della Ciutadella, con compagni di Erasmus e non Barcellona è piena di locali e centri culturali interessanti, e sono sicuro che ognuno potrà trovare i propri luoghi e i propri modi di vivere la città. Ce ne sono però alcuni che non avrei mai scoperto se non mi ci avesse portato un amico e che mi sento in qualche modo di consigliare: il Pastis, vicino alla fermata metro di Drassanes, è un locale molto piccolo ma accogliente, in cui ci sono concerti ogni sera e in cui si respira un’atmosfera familiare; il Freedonia è un centro culturale nel cuore del Raval, in cui si possono trovare spettacoli teatrali, performance e feste di ogni tipo, a volte anche in contemporanea; infine il RAI, nel Gòtic, è un altro centro in cui oltre a concerti e feste si organizzano corsi di formazione. Infine se vi dovesse prendere la nostalgia dell’Italia c’è una trasmissione radio chiamata Zibaldone condotta da ragazzi italiani emigrati a Barcellona, disponibile anche in streaming. È in italiano ma fornisce notizie utili sulla città. Giorgio Tempesta