Una mostra racconta gli amori del conte Chigi

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Una mostra racconta gli amori del conte Chigi
FOTOGRAFIE E DIPINTI
OGGETTI QUOTIDIANI
E L'AMATO PIANOFORTE
«VOGLIAMO RENDERE
ACCESSIBILE A TUTTI
LA FIGURA DEL CONTE»
Una mostra racconta gli amori del conte Chigi
di ORLANDO PACCHIANI
«I
NON SONO, purtroppo,
che uno sviscerato innamorato, e
basta, dell'Arte». È la frase che
campeggia all'ingresso della mostra sul conte Guido Chigi Saracini, allestita in occasione dei cinquanta anni dalla morte nello
splendido palazzo di via di Città.
Una frase bella e simbolica, quasi
conclusiva nella sua essenzialità
di stampo romantico, ma non del
tutto vera. Perché in realtà il conte fu innamorato anche di altro,
in testa di Siena e delle contrade
(di tutte e della sua, l'Istrice, in
particolare).
«LA NOSTRA ambizione - spiega la curatrice Laura Bonelli - è
rendere accessibile a tutti la figura del conte, per aiutare a capire
quanto un personaggio del genere
abbia influenzato la città».
Per l'occasione sono stati recuperati, restaurati ed esposti per la
prima volta al pubblico numerosi
oggetti che hanno accompagnato
il conte nella sua vita. Dalle foto
dei familiari ai bozzetti di Arturo
Viligiardi per il piano regolatore
del 1933, dai dipinti della sua personale galleria dell'arte novecentesca (tra gli altri Dario Neri, Zani,
Montagnani, Corsini) al bozzetto
originale di Vico Consorti per la
porta della riconoscenza in Duomo, dagli scatti frutto della sua
grande passione per la fotografia
alla suggestiva stanza finale dedicata a quadri e sculture che lo ritraggono.
Lui, «le roi de Sienna», come da
definizione della regina madre
Elisabetta del Belgio ospitata a palazzo. O ancora, i rimandi ai suoi
luoghi del cuore, villa Chigi a Castelnuovo Berardenga e la tenuta
di Palazzo al piano.
«Nel quadro di celebrazioni molto variegate - aggiunge Bonelli abbiamo deciso di seguire la traccia di un gentiluomo erudito senese del secolo scorso che tanto ha
dato, in termini di idee ma anche
economici, alla nostra comunità.
Basterebbe pensare alla filosofia
che ha consegnato al mondo del
Palio, ricordando in continuazione alle contrade che rappresentavano la massima espressione della
città, con modalità e intenti completamente diversi dalle rievocazioni storiche che già allora si affacciavano in ogni parte d'Italia».
C'È OVVIAMENTE spazio anche per la musica, con il suo strumento più amato, il pianoforte, sistemato nella prima stanza della
mostra e curiosità come la sua bacchetta da direttore d'orchestra, gli
spartiti d'epoca delle sue composizioni, la sciarpa con un lungo pentagramma. Ma questa è in ogni caso la parte più conosciuta del conte, quella che si sovrappone alla figura di mecenate e fondatore di
un'Accademia riconosciuta in tutto il mondo. Ciò che premeva a
chi ha allestito la mostra, e che
emerge dall'itinerario nella sale
che d'estate ospitano i corsi di perfezionamento,
era
mostrare
l'aspetto privato e i gusti di un uomo che ha segnato in maniera indelebile la Siena del novecento.
.
Ricco carnet
di cetebrazioni
Si È APERTA ieri a palazzo
Chigi Saracini la mostra «Ricordanze. Il conte Guido Chigi Saracini e te arti» (ingresso gratuito), il primo dei tanti appuntamenti predisposti
datt'Accademia in occasione del cinquantesimo anniversario detta morte del
suo fondatore. Il titolo detta
mostra, «Ricordanze», è
dettato datt'omonimo volumetto pubblicato dal conte
nel 1958, facente parte della
collana
«Quaderni
dett'Accademia Chigiana».
Il ricco calendario prevede
il prossimo appuntamento
(e primo musicate) per il 7
novembre atte 18.15 a palazzo Chigi con «Suoni dat Giappone. Musiche sul Koto detta collezione Chigi Saracini». Da ricordare, tra gli altri, la messa in suffragio
che sarà cetebrata sabato
21 novembre atte 21 in Duomo, con Cesare Mancini
att'organo. Le celebrazioni
si chiuderanno il 26 maggio.