Report Commissione
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Report Commissione
TITOLO LUOGO E DATA ORGANIZZATORE Riunione della Commissione IMCO 10 e 11 ottobre 2012 Sala: Altiero Spinelli (3G-3) Parlamento Europeo, 1040 Bruxelles Commissione IMCO RELAZIONE La Commissione parlamentare per il mercato interno e la protezione dei consumatori ha presentato e discusso i seguenti punti: ‘Scambio di opinioni con David Vladeck, direttore dell'Ufficio per la protezione dei consumatori della commissione federale per il commercio statunitense’ Il relatore Vladeck ha ringraziato per l’assidua collaborazione tra l’ufficio per la protezione dei consumatori della Commissione Federale Statunitense (FTC) e la Commissione europea, nonché la commissione IMCO. L’FTC è la struttura determinante per la lotta anti-frode e per tutela del consumatore in Internet per gli USA. Investe risorse per la protezione del consumatore nel settore commerciale (pagamenti on-line), tramite policy e azioni di rinforzo. Risulta necessaria in questo settore la collaborazione internazionale tra i sistemi di controllo, per consentire la protezione dei dati dei consumatori in rete. Nell’esporre la relazione, Vladeck ha fatto notare come i recenti documenti rilasciati in materia dagli USA e dall’UE convergano sugli stessi obiettivi: la tutela del copyright, la trasparenza, la sicurezza nei data access (strutture di raccolta dati). Lo stesso ufficio dell’FTC ha rilasciato un documento sulla privacy del consumatore che fornisce tre consigli alle imprese ICT riguardo alla gestione di dati sensibili: incorporare da principio il diritto di proprietà dei prodotti (privacy by design), fornire spiegazioni sul trattamento dei dati e infine garantire trasparenza. Tra gli strumenti per raggiungere tali principi le compagnie sono invitate a utilizzare il meccanismo del do not track, che permette agli utenti di decidere quali e quante informazioni private possano circolare in rete; oppure semplici regole per l’utilizzo di dati da parte di chi produce apps per gli smart devices. Tali temi negli USA sono oggetto di nuove pressioni affinché il Congresso lavori su una compatta legislazione. La collaborazione tra enti di controllo e tutela del consumatore resta la risorsa individuata dallo stesso FCT per risolvere la questione del traffico internazionale di dati. Il fine della collaborazione sta nel trovare una regolamentazione compatta contro la capacità di un sistema informatico di identificare e determinare il comportamento di un singolo utente. Diverse compagnie private per la tutela agiscono già in collaborazione con gli enti pubblici nel tema della tutela della privacy tra USA e l’Asia Pacifica. Il regolamento vigente assicura sicurezza nel trattamento dati, tramite la certificazione emessa da diversi enti. Ad oggi, il network di collaborazione tra UE e USA chiamato ‘Porto sicuro’, fornisce un altro esempio di certificazione per la privacy dei dati elettronici. L’operato dell’FTC passa anche attraverso la collaborazione attiva in ogni pratica di violazione, raccogliendo tutte le richieste degli utenti. Tra quelle più note i casi contro Google e Facebook, che insieme coprono un miliardo di utenti. Solo considerando queste due compagnie appare urgente una maggior definizione dei regolamenti transfrontalieri. Ad agosto, grazie all’azione coordinata delle autorità di controllo con l’FTC, Google ha perso un’importante causa civile del valore di 22,5 milioni di dollari, per aver tracciato cookies degli utenti di Safari, pubblicando loro annunci pubblicitari mirati. I risultati dell’indagine hanno giovato dell’operazione di accountability network ‘Porto sicuro’. A proposito della conferenza che si terrà a Novembre per esporre le best practices nella partecipazione transcontinentale tra enti, un problema che traspare è la mancanza di enti eleggibili per una partnership intercontinentale sulla tutela della privacy, situazione che fa sì che al momento non ci sia una vera e propria collaborazione con gli enti degli USA, in quanto la collaborazione consisterebbe nello scambio di dati sensibili tra compagnie fidate. Nonostante tutto FTC e DG SANCO hanno collaborato per molti anni per arrivare ad una regolamentazione comune. Si auspica pertanto una riapertura dei negoziati che da quest’anno sono stati sospesi. La cooperazione tra enti contro la pirateria informatica infatti permette già di bloccare centinaia di compagnie nella loro azione contro la privacy. Uno dei target più recenti da monitorare riguarda le apps per mobile, nuovo vettore di scambio illecito d’informazioni dei consumatori, tra le quali la geolocalizzazione di minori. In risposta a diversi quesiti della commissione IMCO, Vladeck ha fornito ulteriori elementi. È stata rimarcata l’importanza di una collaborazione rispetto al regolamento sul diritto all’oblio digitale per l’Europa, portando ad esempio la causa mossa dall’FCT a Facebook, che non chiariva il trattamento delle informazioni personali una volta cancellati i profili degli utenti. L’ingresso nell’era del cloud computing (servizi basati sulla rete), ha cresciuto la potenzialità di spartire informazioni, alla quale bisogna affiancare una maggiore sicurezza. In tema d’istruzione e tutela dei minori è stato precisato che la legge in USA non tiene conto degli utenti con più di tredici anni. Alla legiferazione sono affiancate attività di divulgazione provvedendo con pubblicazioni, con l’istruzione istituzionale e non. AD esempio, l’FTC ha pubblicato un libro di successo (8 milioni di copie) in materia. Per quanto riguarda l’empowerment dei cittadini è stata menzionata la cospicua quantità di siti che forniscono strumenti utili a livello legislativo e di semplice condotta per gli utenti. La stessa possibilità di posizione dominante del mercato è da imputare in parte ai diversi usi e all’istruzione degli utenti. Il caso di Google in Europa (più del 90% di utenti rispetto al 60% in USA) è un esempio. Un campo che desta particolari preoccupazioni soprattutto per la scarsa preparazione media in materia è il profiling (tracciamento dell’utente in base ai cookies). Per affrontare efficientemente questi temi è caldeggiata una maggiore devoluzione di potere alle istituzioni competenti, in quanto al momento è facile aggirare le imposizioni legislative nazionali. ‘Modifica della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali e del regolamento relativo alla cooperazione amministrativa tramite il sistema d'informazione del mercato interno’ La relatrice del parere, l’on. Bernadette Vergnaud (S&D), ha presentato gli emendamenti al testo sui diversi temi. I relatori ombra hanno concordato sull’importanza delle tematiche e sulla probabilità di ottimi compromessi sulla base del draft. I seguenti temi sono trattati con i commenti dei relatori ombra di seguito. L’accesso parziale è il primo tema trattato. Molti relatori convengono nel lasciare agli Stati membri la scelta del riconoscimento del titolo per le categorie lavorative sensibili, tutelando però la mobilità professionale europea. Lo stesso riconoscimento delle qualifiche linguistiche potrebbe avvenire sotto il controllo di autorità nazionali con lo stesso accorgimento. La Commissione europea ha ribadito che il riconoscimento tacito possa rimanere una semplificazione, ma che non ci si possa affidare sistematicamente a questo. Per quanto riguarda il caso specifico della categoria degli infermieri, si discute la proposta di far passare da 10 a 12 anni la formazione di base. Gli accorgimenti riguardano il periodo di transizione per il recepimento della riforma (nel quale sussisterebbero due sistemi paralleli e professionalmente diseguali), nonché l’impostazione di questa, che non deve riferirsi esclusivamente alla sfera educazionale, ma anche quella dei periodi di pratica. Inoltre, bisogna tenere in considerazione il messaggio politico positivo che la riforma fornisce ai pazienti e agli stessi infermieri europei. Lo stesso caso della professione notarile va trattato più specificamente, per fornire al settore la certezza giuridica tramite la direttiva. Le proposte dello sportello unico e del tesserino professionale presentano le stesse insidie nel porsi come sistema oneroso e ridondante. Tuttavia bisogna lavorare per incrementare la mobilità professionale interna e lo strumento del tesserino, secondo la Commissione europea, se implementato potrebbe facilitarla. ‘Migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti’ Il relatore del parere, l’on. Chatzimarkakis (ALDE), ha esordito sottolineando la rilevanza del settore delle PMI, il cui peso è di 24 milioni di unità e che rappresentano l’80% dei nuovi impiegati in Europa. La loro difficoltà nell’accedere ai finanziamenti trova solo in parte ascolto nella politica europea. Tuttavia, stando ai risultati per contrastare la crisi, lo sforzo è ancora insufficiente. Pertanto la Commissione europea ha presentato un piano d’azione, sul quale il presente parere si basa. Finanziare imprese innovative ha un costo che altre realtà (vedi l’Asia o l’America) hanno da tempo sottoscritto. Qui i finanziatori rischiano di più rispetto all’EU. Nel 2012 in Europa quello che si è fatto è stato mettere a disposizione, da parte della BEI, diversi strumenti per il finanziamento, che puntano a diversificare e suddividere i rischi. La varietà dei fondi esistenti a favore delle PMI confermano l’interesse dell’EU per il tema. Ma non è ancora sufficiente. Innanzitutto è fondamentale potersi basare su di un sistema bancario sano. Secondo il relatore, una soluzione per far affrontare la crisi alle PMI potrebbe essere l’esportazione del modello tedesco delle banche di investimento, create appositamente per favorire le PMI. La BEI, soprattutto nei paesi affetti dalla crisi, potrebbe promuovere questo tipo di banche. Altro punto cruciale del parere ha riguardato l’alleggerimento della burocrazia. La Commissione europea è chiamata a far pressione sugli Stati membri affinché provvedano ad una semplificazione in questo senso. Ulteriore tema connesso alla crisi è la riflessione sulla politica della troika in questi stati. Spagna, Portogallo e Grecia stanno infatti scontando un inasprimento fiscale, che strozzando l’economia porta alla recessione. Questi sono gli effetti contrari a quelli voluti. Gli strumenti per favorire le PMI non devono essere esclusivamente finanziari. Un tema su cui lavorare è l’implementazione dell’informazione nei loro confronti. Infatti proprio a causa della mancanza di informazione gran parte del lavoro svolto per aiutare le PMI risulta vano. L’on. Correja De Campos (S&D) ha espresso perplessità sulla concretezza del documento presentato dalla Commissione. Essendo le PMI estremamente diversificate tra loro, la strategia da attuare dovrebbe tenerne conto, per poter meglio corrispondere alle loro esigenze. Ulteriore punto da prendere in esame sono i provvedimenti da attuare nei ritardi dei pagamenti. Secondo tutti i relatori non esiste alternativa all’applicazione della direttiva da parte degli Stati membri. Una personale esperienza riguardante il Portogallo dà credito allo strumento del one stop shop per la creazione di imprese (sportello unico per pratiche di attivazione d’impresa). Concordando con l’on. Correja, l’on. Harbour (ECR) sottolinea l’enorme complessità del settore nel fornire il sostegno adeguato. La figura del business angel si sta rivelando spesso l’unico sostegno per le PMI nella fase di start-up, in quanto fornisce know-how, e si espone direttamente ai rischi. Per rinforzare la catena del finanziamento è necessario far capire soprattutto alle banche la logica degli appalti pubblici innovativi, in quanto costituire partenariati con PMI risulta spesso meno rischioso di tanti altri casi. La Commissione europea, in risposta al parere sul piano d’azione ha confermato l’impegno nell’informare le PMI sugli strumenti messi a disposizione. Tale funzione sarà ricoperta dallo strumento del one stop shop. Verrà inoltre lanciato un portale unico per l’accesso a tutti i finanziamenti, dai CIP ai fondi strutturali agli altri strumenti della BEI. LINKS Ordine del giorno: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=%2f%2fEP%2f%2fNONSGML%2bCOMPARL%2bIMCO-OJ-201210101%2b01%2bDOC%2bPDF%2bV0%2f%2fIT Eseguito da: Francesco Peretti UNIONCAMERE DEL VENETO Delegazione di Bruxelles Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles Tel. +32 2 5510490 Fax +32 2 5510499 e-mail: [email protected]