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udinese vs sp. braga udinese vs sp. braga
numero 1
udinese
rivista ufficiale dell’udinese calcio
magazine
martedì 28 agosto, ore 20.45 - Stadio Friuli
udinese vs sp. braga
IL PUNTO
DELLA SITUAZIONE
La nostra notte
di Mattia Pertoldi
U
dine, stadio “Friuli”, martedì 28 agosto dell’anno di grazia 2012. Una terra intera
aspetta, ormai dalla magica serata di Catania dello scorso maggio, questa partita.
Non una partita qualsiasi. Non l’ennesima notte europea a cui questa piccola, grande,
magica, realtà ci ha abituati da tanti anni a questa parte. Ma la partita. Quella con la “P”
maiuscola da cui tanto, tantissimo, dipende per il prosieguo della stagione bianconera.
Un match, quello di stasera, che vale l’accesso alla Champions League, dopo il buon
1-1 dell’andata in terra di Portogallo, dalla porta principale. Un ingresso alla fase finale,
quella dei gironi, che garantirebbe ai friulani di issarsi di diritto, e con pieno merito, nel
novero delle migliori 32 formazioni europee e – particolare fondamentale – di coronare
come meglio non si potrebbe due stagioni straordinarie, forse irripetibili, con “mastro”
Francesco Guidolin alla guida.
Ma quello di stasera è anche il punto cardine di una formazione che suda e fatica
insieme dallo scorso 4 luglio, dalla data del preraduno di Udine, che è passata per le
tre settimane di ritiro ad Arta Terme, e le amichevoli estive con avversari di caratura
internazionale come Schalke 04 e Southampton per farsi trovare al posto giusto – e al
momento giusto – con la giusta carica di amalgama e coesione. L’adrenalina no, perché
per quella – fidatevi di noi – non c’è bisogno di nessun incentivo. È già a mille da almeno
una settimana. Se non da molto più tempo. E basta guardare negli occhi i vari Di Natale,
Pinzi e Domizzi per accorgersene.
Guai, però, a sottovalutare l’avversario. Josè Peseiro – vecchia conoscenza da queste
parti visto che sette anni fa guidava quello Sporting Lisbona “fatto fuori” proprio
dall’Udinese nel preliminare del 2005/2006 – che ha costruito la tipica formazione di
stile portoghese. Molto brava nel palleggio, con i terzini che spingono a mille come da
tradizione lusitana, e che negli ultimi anni ha scalato le gerarchie del proprio paese e
delle competizioni europee toccando il suo apice massimo nella finale di UEFA Europa
League due stagioni or sono.
Rispetto e attenzione, dunque, ma carica tarata sul massimo. Lo vuole la storia, lo vuole
il Friuli, lo vogliono tutti, ma proprio tutti, i ragazzi di un Francesco Guidolin che ripete
come un mantra da una settimana a questa parte il suo chiodo fisso: servirà una grande
prestazione. E grande prestazione, allora, sia. Perché il 28 agosto deve essere la notte
di tutti i friulani. La nostra notte.
Direttore responsabile: Mattia Pertoldi
Impaginazione e stampa: Ivan Battaglia - Graphart Printing
Foto di: Photo-life, Fox Sport, Foto Boemo, Foro Renzo Udali.
udinesemagazine | pag 3
Seguici su:
Il protagonista
di Gabriele Bruni
A lezione di storia
Docente:
Zeljko Brkic
A
vederlo così sembra un
gigante buono: una montagna
alta 196 cm per 95 kg di peso,
sguardo pensieroso e un modo di
fare taciturno ma gentile. Guidolin ha
puntato sui guanti di Zeljko Brkic per
difendere la propria porta nell’anno
della Champions League. Una
scommessa, come lo erano state in
passato quelle su Morgan De Sanctis
e Samir Handanovic. Al tempo chi
avrebbe creduto in un futuro radioso
per i semi-sconosciuti predecessori
del portiere serbo? Eppure sappiamo
come è andata a finire. L’Udinese
non ha mai avuto paura di rischiare e
così ha deciso di fare “all in” un’altra
volta… e il ruolo più delicato è stato
affidato a Brkic che debutta al Friuli
proprio nella gara regina dell’anno,
una responsabilità mica da poco. “Il
peso di questo doppio incontro contro
lo Sporting Braga si fa sentire, lo
respiriamo e lo tocchiamo con mano
– racconta il numero uno serbo -, è
una tensione positiva che pervade lo
spogliatoio dal primo giorno di ritiro.
Probabilmente
è
l’appuntamento
decisivo della stagione per tutti:
tecnico, staff e giocatori. Per me, poi,
questa sfida è ancora più importante
perché devo guadagnarmi la fiducia
del mio nuovo pubblico e perché devo
infondere ai compagni e ai tifosi quella
sicurezza che sapeva offrire il mio
predecessore Samir Handanovic”.
Già,
un’eredità
difficile
da
rilevare?
“Senza dubbio. Reputo il nazionale
sloveno tra i migliori nel mondo nel
nostro mestiere. Ho avuto il piacere di
conoscere Samir quando sono venuto
in Friuli per firmare il contratto che
mi avrebbe legato all’Udinese. Tra di
noi è nato subito un bel rapporto e ci
sentiamo ancora spesso”.
Ti aspettavi questo impatto con la
Champions League?
“Nella gara di andata lo Sporting Braga
ha dimostrato tutto il suo potenziale
giocando 95 minuti con grande
intensità. Adesso ci attende il secondo
round, ma non scenderemo in campo
per difendere l’1-1 di partenza. I lusitani
hanno nelle corde il tiro da lontano e
proprio grazie a questa abilità hanno
udinesemagazine | pag 5
Il protagonista
trovato il gol del pareggio”.
A Ruben Micael, però, non è
andata bene come a Ismaily. Ti
sei reso conto della difficoltà
dell’intervento che ha salvato il
risultato?
“Sull’azione del gol non c’è stato niente
da fare: Ismaily ha mirato l’incrocio
dei pali e l’ha trovato, ma sull’azione
successiva ho visto il pallone lasciare il
piede del centrocampista portoghese e
in tuffo sono riuscito a deviare la sfera
in calcio d’angolo”.
Ti ha detto qualcosa mister
Guidolin dopo i 90 minuti?
“No, ha parlato con tutti ribadendo il
concetto che non possiamo adagiarci
sul
piccolo
vantaggio
ottenuto
nell’affrontare la gara di ritorno. Ci sono
50 possibilità su 100 di qualificazione”.
Quanto ti è servito l’anno di
apprendistato a Siena?
“Sicuramente ho conosciuto le
caratteristiche del calcio italiano.
Tatticamente parlando non è poi molto
diverso da quello serbo perché si tratta
sempre del ceppo europeo, ma quello
di Serie A ha una qualità molto più alta
in tutti i settori del campo”.
“
Sporting Braga:
appuntamento
decisivo
”
Di sicuro non dev’essere facile
per un attaccante fare gol a un
portiere della tua stazza. Hai mai
pensato di giocare a basket?
“No, è uno sport che non mi ha mai
attirato particolarmente, tuttalpiù ho
fatto un pensiero alla pallavolo e alla
pallamano. Da ragazzino non ero
particolarmente alto, poi, tra i 16 e i 17
anni sono improvvisamente cresciuto.
Meglio così, ma l’altezza non è tutto nel
mio ruolo, è una componente naturale
che può favorire il mio lavoro. Inoltre
contano agilità, senso della posizione,
tempo di reazione, elasticità… tutte doti
che bisogna allenare quotidianamente
e in cui si può sempre migliorare”.
Sei sempre tifoso del Vojvodina?
“Certamente! E’ la squadra della mia
città, Novi Sad, ed è il club dove sono
calcisticamente cresciuto. Mi sarebbe
piaciuto vincere qualcosa con la maglia
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biancorossa, ma il gap con Partizan e
Stella Rossa si sente ancora. Le due
squadre di Belgrado dispongono dei
migliori budget economici della Serbia,
però negli ultimi anni il Vojvodina ha
accorciato le distanze e si è stabilito
quasi sullo stesso livello”.
Hai
avuto
un
modello
di
riferimento?
“Mi sono piaciuti molti portieri:
Taffarel, Sabastiano Rossi, Peter
Schmeichel, Buffon. Tutti numero uno
padroni dell’area di rigore. Credo che
la perfezione sia stata raggiunta da
Dida tra il 2003 e il 2005. L’ex portiere
del Milan ha vissuto un biennio in cui
sembrava imbattibile”.
A Udine hai trovato anche un
compagno di Nazionale: Dusan
Basta.
“Mi ha aiutato molto fin dal primo
giorno e grazie a lui mi sono inserito
nel nuovo ambiente con estrema
facilità”.
Come ti sembra il girone di
qualificazione della Serbia a
Brasile 2014?
“E’ un gruppo molto equilibrato, tutte
le compagini sono sullo stesso livello e
non ci sono squadre materasso. Non è
facile strappare punti in Scozia, Galles
e Macedonia, tanto meno in Croazia e
Belgio. Sarà una battaglia sportiva su
tutti i campi”.
Hai un portafortuna?
“No, non credo in queste cose. Sono
molto più pragmatico”.
Ti piace anche studiare da quanto
abbiamo capito…
“Sto per laurearmi in storia
all’Università di Novi Sad. Mi manca
solo la tesi e poi sarò dottore”.
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Sp.Braga-udinese
s 2012
Braga, “Estadio Municipal
de Braga”
ia22nagosto
Will
sp.braga-udinese
Basta
Braga, “Estadio Municipal de Braga” 22 agosto 2012
Udine, Stadio “Friuli”
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avversari
avversari
Mission from Braga:
di Ivan Battaglia
Portoghesi all’attacco
U
na provinciale tra i giganti, una
realtà costruita con tanto lavoro e
seria progettazione, la terza forza del
campionato nonostante gli sfavori del
pronostico. Udinese? No, questa volta
parliamo dello Sporting Braga, degna
alternativa portoghese al club bianconero.
Nata nel 1921, dopo una storia ricca di alti
e bassi è riuscita a raggiungere scenari
importanti e, con costanza, proporsi sui
palcoscenici più ambiti del calcio europeo.
La storia recente racconta di un club
capace di qualificarsi all’Europa League e
raggiungere la finale di Dublino facendo
fuori, nell’ordine, Liverpool e Benfica.
L’avversario di giornata, dunque, non è
l’ultimo arrivato.
Aneddoti - Nonostante sia la prima volta
che Udinese e Sporting Braga si affrontano,
la squadra portoghese è motivo di molte
suggestioni per il club bianconero.
A partire dal soprannome “Arsenal di
Minho”, nato negli anni ’30 a causa di
una folgorazione che colpì il tecnico Jose
Szabo di ritorno da “Highbury” quando, a
seguito della visione di una partita del club
londinese, convinse la società a cambiare
i colori della maglia dal verde al biancorosso. Una scelta che, a distanza di quasi
un secolo, diventa motivo di scaramanzia
per i tifosi bianconeri.
Un tabù ancor più duro da sfatare sarà
quello riguardante i precedenti contro
club italiani che vedono lo Sporting Braga
sempre qualificato. Vittime sacrificali,
nella Coppa Uefa 2006/2007, furono
rispettivamente al primo turno e ai
sedicesimi il Chievo Verona e il Parma.
Campionato - In continuo processo di
crescita, anche nella stagione 2011-2012
il Braga è riuscito nell’impresa di piazzarsi
al terzo posto della Primeira Liga e
qualificarsi per i preliminari di Champions
League.
Compattezza difensiva e coralità di squadra
hanno permesso al club portoghese di
trovare la continuità necessaria per non
perdere il treno delle prime e scrivere un
altro pezzo di storia.
Successivamente al cambio di tecnico,
José Peseiro chiamato a sostituire
Leonardo Jardim, e in seguito ad alcune
cessioni, il Braga non ha cominciato al
meglio la stagione 2012/2013, perdendo
gran parte delle amichevoli estive. Ma
quando i più iniziavano a parlare di
smantellamento o addirittura crollo, ecco
che i biancorossi hanno dimostrato di
essere ancora vivi e competitivi ai massimi
livelli: esordio scintillante in casa del
udinesemagazine | pag 12
Benfica (2-2) e vittoria interna contro il
Beira-Mar (3-1), il tutto mostrando sempre
un gioco piacevole e votato all’attacco. Il
campionato è ancora lungo, le sensazioni
più che positive.
In panchina - Chiamato a sostituire
Leonardo Jardim a fine campionato, José
Peseiro ha potuto riabbracciare il calcio
portoghese dopo l’avventura conclusasi
nel 2000 quando, alla guida dello Sporting
Lisbona, ebbe la sfortuna di incontrare
nei preliminari di Champions League
l’Udinese di Serse Cosmi che con un 1-0
in Portogallo e un 3-2 casalingo si impose
con decisione e destabilizzò la solidità della
panchina del tecnico. Da quel momento
in poi fu un susseguirsi di insuccessi e
delusioni per il promettente allenatore
che, suo malgrado, conobbe la popolarità
José Peseiro
in quanto collega Isef di José Mourinho
più che per i risultati sportivi: Al Hilal,
Panathinaikos, Rapid Bucarest e Arabia
Saudita, una lunga serie di esoneri e una
mancata qualificazione, clamorosa, ai
mondiali 2010. Poi, inaspettata, la grande
occasione allo Sporting Braga. Il fato ha
voluto rendergli una seconda chances.
Modulo - Uno dei maggiori motivi degli
insuccessi estivi è stato sicuramente il
cambio di modulo ottenuto dal passaggio
di consegne tra Jardim e Peseiro e il
conseguente adattamento. Dal 4-2-31 a un 4-4-2 più pragmatico ma non per
questo meno offensivo. La peculiarità
della squadra è la continua ricerca della
manovra, un possesso palla rapido, delle
volte sterile, ma certamente insidioso.
Sicuramente, fattibile unicamente grazie
all’alto tasso tecnico dei giocatori a
disposizione di Peseiro.
La Stella - Se Lima è il bomber, il
finalizzatore spietato, il fuoriclasse della
squadra è senza dubbio Hugo Viana.
Tecnica sopraffina, mancino chirurgico
e tanta esperienza internazionale: senza
dubbio il numero 45 è l’accentratore di
ogni manovra e principale pericolo per la
squadra di Guidolin.
Già campione della Primeira Liga con lo
Sporting Lisbona nel 2002 e leader del
Portogallo ai mondiali del 2006, durante i
quali indossò la prestigiosa maglia numero
10, il ventinovenne di Barcelos può giocare
a centrocampo o a ridosso delle punte.
Non c’è da star tranquilli, dunque, anche
perché l’imprevedibilità è il suo forte e
le sue conclusioni dalla distanza letali.
L’Udinese è avvertita.
udinesemagazine | pag 13
Udinese-ARTA CEDARCHIS
ArtaSantina,
Terme, “Paolo
Zuliani”
Villa
“Campo
dei Pini”
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25
19luglio
luglio2012
2012
Udinese-portogruaro
Villa Santina, “Campo dei Pini”
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25 luglio 2012
UDINESE
77
Maicosuel
amarcord
amarcord
“ Udinese un
modello per
tutta Europa
Surjak:
di Gabriele Bruni
“A Udine un anno indimenticabile”
A
Spalato è ancora considerato
un eroe, anche se il termine
leggenda
probabilmente
descrive
meglio il soggetto. Ivica Surjac, bandiera
dell’Hajduk negli anni 70 e capitano della
nazionale della Jugoslavia, di cui ha
vestito la maglia in 54 partite, ha deliziato
con i suoi colpi anche il pubblico friulano.
Una sola stagione sportiva, quella a
cavallo dell’82 e dell’83, ha lasciato il
segno nel cuore del giocatore croato che
segue ancora con passione le vicende
del club di via Candolini e che torna in
Friuli appena gli impegni lavorativi glielo
permettono. “L’ultima volta è stato in
occasione di Udinese-Lazio 2-0 con
il “famoso” gol di Pereyra – racconta
orgoglioso il mancino più temibile della
Dalmazia -. Sebbene abbia vissuto a
Udine solo un anno, ho bellissimi ricordi
dei friulani, peccato che la mia avventura
in bianconero sia durata così poco, ma
allora in Italia potevano giocare solo due
calciatori stranieri per squadra e l’arrivo
di Zico unitamente alla presenza di
Edinho resero inevitabile la mia cessione.
Si trattava di due grandi giocatori”.
Ala sinistra carismatica e di personalità,
forte di testa e devastante nelle
accelerazioni: questo era Ivica Surjak
e se gli chiedete qual è il ricordo più
bello che ha conservato nel cassetto
della memoria vi risponderà “La rete
realizzata alla Roma in campionato allo
Stadio Friuli. Mancavano dieci minuti
alla fine e, con i giallorossi in vantaggio,
riuscii di testa ad anticipare Tancredi in
uscita e a scavalcarlo. Il boato dei 40
mila presenti fu liberatorio: si trattava
del mio primo gol in bianconero. L’Italia
stava vivendo un momento d’oro, veniva
dalla vittoria del Mondiale in Spagna
nell’estate dell’82 e gli stadi erano pieni
di gente. La Serie A era il campionato
ambito da tutti i giocatori del mondo
e l’Udinese cominciava a ritagliarsi il
udinesemagazine | pag 18
”
proprio spazio sgomitando tra le grandi.
Chiuse la stagione al sesto posto in
classifica mostrando un calcio vivace e
intelligente. Per me fu un anno bellissimo
non solo dal punto di vista professionale,
ma anche da quello personale perché mi
sposai con Renata”.
Al vertice di quella società c’era
il Presidente Lamberto Mazza,
spentosi la settimana scorsa. Che
ricordo hai del dirigente che ti portò
a Udine?
“Era una buona persona che mi è sempre
rimasta nel cuore. Mi è dispiaciuto
tantissimo apprendere la notizia della
sua scomparsa”.
Come iniziò la tua storia con
l’Udinese?
“All’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi.
Era il 30 aprile 1982, giocavo per il Paris
Saint German ed era l’ultimo giorno utile
per depositare i contratti in Italia. Dal Cin
mi fece firmare per il club bianconero
in aeroporto prima di tornare subito
Milano. Pochi giorni dopo scesi in campo
nella finale di Coppa di Francia contro il
Saint’Etienne di Platini”.
Capitano
della
Nazionale
a
Spagna’82 e condottiero di una
squadra fortissima. Come mai
la Jugoslavia non è riuscita ad
affermarsi sui grandi palcoscenici?
“Posso parlare per il periodo che
mi riguarda. Nel mondiale del 74
uscimmo dalla competizione iridata
perdendo contro la Germania Ovest,
padrona di casa, e nel 77 una brutta
sconfitta a Belgrado contro la Spagna
ci estromise dalla fase finale di Messico
’78. L’esperienza iberica fu quella più
dolorosa perché l’eliminazione arrivò
in differita. Il pareggio a reti bianche e
senza tiri in porta tra Spagna e Irlanda del
Nord ci condannò e promosse entrambi i
nostri avversari, rendendo vana la nostra
vittoria contro l’Honduras”.
Come giudichi ora il sistema calcio
in Croazia?
“La mia è una valutazione lusinghiera. Un
paese con poco più di 4 milioni di abitanti
che qualifica con costanza e regolarità
la propria selezione alle maggiori
competizioni calcistiche internazionali
dev’essere orgoglioso”.
Appese le scarpe al chiodo è iniziata
udinesemagazine | pag 19
amarcord
Southampton-udinese
s 2012
Willian11 agosto
Southampton, “St. Mary’s Stadium”
udinesemagazine | pag 20
la carriera dirigenziale proprio in
quell’Hajduk Spalato che ti aveva
adottato e di cui eri diventato il
portabandiera.
“A lungo ho svolto il ruolo di direttore
sportivo e mi sono tolto molte
soddisfazioni anche dietro la scrivania. Il
calcio ad alti livelli, però, a lungo andare
logora in qualsiasi settore ed è meglio
fermarsi ogni tanto. Per quanto riguarda
la Spalato calcistica negli ultimi anni ha
capitolato nello scontro contro la Dinamo
Zagabria, dotata certamente di maggiori
risorse economiche, ma il vento può
cambiare direzione in fretta. La politica
dell’Hajduk è basata sui giovani e ce ne
sono molti, di bianco vestiti, davvero
promettenti. Purtroppo l’esuberanza paga
dazio all’esperienza come si è visto nel
recente doppio incontro di Europa League
contro l’Inter. Vincere a San Siro con due
gol di scarto ed essere eliminati è un caso
più unico che raro. Spalato è una città
innamorata del calcio e ricca di tradizione
sportiva in generale, come testimoniano
i nomi di Toni Kukoc, Blanka Vlasic, Dino
Rada e Goran Ivanisevic”.
Con
l’ingresso
della
Croazia
nell’Unione Europea vedremo più
giocatori croati in Italia?
“Prevedo proprio di sì. La Slovenia l’anno
scorso vantava 22 giocatori tra Serie A e
B, mentre il trasferimento dei calciatori
croati è tuttora limitato dallo status di
extracomunitari. Caduto questo vincolo
tanti giovani talenti potranno crescere
e affermarsi nelle più
importanti
squadre
d’Europa”.
Cosa impensabile ai
tuoi tempi…
“Si trattava di un altro
tipo di calcio. Addirittura
i giocatori jugoslavi
non potevano lasciare
il proprio campionato
prima di aver compiuto
udinesemagazine | pag 21
amarcord
il 28° anno di età”.
Pensi sia ipotizzabile un ritorno
a un torneo unico con le
federazioni calcistiche dell’exJugoslavia unite in un solo
campionato sul modello della
Lega Adriatica di basket?
“Non credo, non in tempi brevi
almeno. Le ferite della guerra che
ha infiammato i Balcani negli anni 90
stanno cominciando a rimarginarsi
solo adesso e sarà un processo lungo.
Le partite di calcio ad alto livello in questi
territori mobilitano decine di migliaia
di persone e basta un fiammifero in
uno stadio di calcio per accendere un
incendio. Il rischio sarebbe troppo alto”.
Qual è il segreto dell’Udinese del
ciclo Pozzo?
“L’organizzazione. Ci sono tanti club in
Italia come Fiorentina, Genoa, Lazio,
Torino con grandi disponibilità economiche
che negli ultimi anni non sono riusciti
a raggiungere o pareggiare i successi
dei bianconeri. Le qualità manageriali
di Gino Pozzo e quelle imprenditoriali
della Famiglia hanno creato un sistema
perfetto. Un ruolo importante è svolto
dalla figura dell’allenatore, molto capace
e bravo a far crescere i giovani. Così i
bianconeri non subiscono minimamente
il contraccolpo di cessioni importanti.
Negli anni a Udine si sono alternati grandi
campioni: Iaquinta, Sanchez, Inler e
Asamoah, tanto per citarne alcuni. E chi
li rimpiange se i risultati sono di anno in
anno sempre migliori? Adesso l’Udinese
è vista come un modello non solo in Italia,
ma in tutta Europa e molti club si ispirano
al sistema nato e sviluppato in Friuli”.
Hai visto la gara di andata dei playoff di Champions League?
“L’Udinese ha buonissime possibilità
di passare il turno. Ha un organico di
maggior qualità di quello dello Sporting
Braga e parte da un risultato favorevole.
Il pallone è rotondo, non bisogna mai
sottovalutare nessuno, ma sono sicuro
che i bianconeri giocheranno per
vincere”.
udinesemagazine | pag 23
Udinese-RAPPESENTATIVA FVG
Basta
Imponzo,
Udine,
Stadio
Stadio
“Sergio
“Friuli”
Pittoni” 25 aprile
22 luglio
20122012
udinesemagazine | pag 24
Udinese-Antalyaspor
Willians
Villa Santina, “Campo dei Pini” 01 agosto 2012
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ALLENATORE
la rosa
1 Zeljko Brkic
93 Wojciech Pawlowski
22 Romo Rafael
8 Basta Dusan
17 Benatia Medhi El
Mouttaqui
16 Coda Andrea
11 Domizzi Maurizio
75 Thomas Heurtaux
5 Larangeira Danilo
26 Pasquale Giovanni
27 Armero Pablo Estifer
7 Badu Emmanuel Agyemang
41 Baldassin Luca
18 Cristian Battocchio
88 Willians Domingos
Fernandes
6 Marco Davide Faraoni
3 Marques Loureiro Allan
37 Pereyra Roberto
Maximiliano
66 Pinzi Giampiero
42 Piscopo Marco
10 Di Natale Antonio
31 Fabbrini Diego
43 Marsura Davide
24 Muriel Fruto Luis
Fernando
77 Reginaldo de Matos
Maicosuel
ATTACCANTI
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Guidolin Francesco
udinesemagazine | pag 27
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Peseiro José
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prodotti e servizi informatici
ALLENATORE
la rosa
1 Quim
33 Beto
23 Cristiano Pereira
71 Bruno Martins
15 Baiano
44 Douglão
20 Elderson
21 Ismaily
26 Paulo Vinicius
4 Coelho Nuno André
76 Figueiredo Afonso
80 Capela Anibal
79 Eduardo Carlos
50 Nuno Valente
27 Custodio
22 Djamal
45 Hugo Viana
25 Salino Leandro
8 Mossorò
14 Rúben Micael
5 Rúben Amorim
30 Alan
40 Guilherme
83 Carlão
9 Paulo César
17 Éder
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2012/2013
Udinese-RAPPESENTATIVA
FVG
chievo verona-udinese
Basta
Mogliano
Udine,
Veneto,
Stadio
Stadio
“Friuli”
“Comunale”
25 aprile
14 agosto
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Maribor SLO
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Žilina SVK-Ironi Shmona ISR
BATE Borisov BLS
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Shamrock Rovers IRL
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Ekranas LIT
Flora Tallin EST
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Basilea SUI
The New Saints WAL
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Helsingborg SWE
HJK Helsinki FIN
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KR ISL
Molde NOR
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Dudelange LUX
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Red Bull Salis. AUT
Slovan Liberec CZE
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Saxtr Karagandy KAZ
Ludogorec BUL
-
Dinamo Zagabria CRO
Neftçi Baku AZB
-
Zest’aponi GEO
Ulisses ARM-Sheriff Tiraspol MOL
Valletta MLT-Partizan SRB
Budunost MON
-
Slask Wrocław POL
3st Qualificazioni(01/08 - 07-08/08)
Maribor SLO
-
Dudelange LUX
BATE Borisov BLS -
Debrecen HUN
CFR Cluj ROM
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Slovan Liberec CZE
Anderlecht BEL
-
Ekranas LIT
Slask Wrocław POL
-
Helsingborg SWE
Sheriff Tiraspol MOL
-
Dinamo Zagabria CRO
Celtic Glasgow SCO
-
HJK Helsinki FIN
Molde NOR-Basilea SUI
Ironi Kiryat Shmona ISR
-
Neftçi Baku AZB
AEL Limassol CYP
-
Partizan SRB
Fenerbahçe TUR
- Vaslui ROM
Motherwell SCO
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Panathinaikos GRE
Copenhagen DEN
-
Club Bruges BEL
Dinamo Kiev UKR
-
Feyenoord NED
Playoff (21-22/08 - 28-29/08)
Basilea SUI
Helsingborg SWE
BATE Borisov
AEL Limassol CYP
Dinamo Zagabria CRO
Sporting Braga POR
Spartak Mosca RUS
Málaga ESP Borussia Mönchengladbach GER
Copenaghen DEN
udinesemagazine | pag 30
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CFR Cluj ROM
Celtic Glasgow SCO
Ironi Kiryat Shmona ISR
Anderlecht BEL
Maribor SLO
Udinese ITA
Fenerbahçe TUR
Panathinaikos GRE
Dinamo KievUKR
LOSC Lille FRA
udinesemagazine | pag 31
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1992_2012