col dazio se ne va un po` di vecchio mondo

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col dazio se ne va un po` di vecchio mondo
Pagina 4
La Provincia
Mercoledì
27 dicembre 1972
CRONACHE CREMONESI
CON IL 31 DICEMBRE SCOMPARE LA PIÙ' ANTICA FORMA DI IMPOSTA CHE MAI SIA STATA ISTITUITA IN ITALIA
COL DAZIO SE NE VA UN PO' DI VECCHIO MONDO
A Cremona era già stato abolito nel 1908, ma aveva dovuto essere ripristinato pochi anni dopo - Una storia che s'intreccia con quella della città - Dalle statistiche
delle imposte di consumo si desume che ogni cremonese, all'anno, mangia 41 chili di carne fresca, 11 di pollo e 9 di dolciumi, beve 150 litri di vino e 63 di bevande gassate
tutto imbacuccato nel manCon la fine del 1972, cioè
tra pochi giorni, scomparitello, veniva subito fermato
rà la più antica imposta che
e invitato " in ufficio ". che
si conosca: l'imposta di coneia poi costituito da quelle
sumo, meglio conosciuta co
stanzette • che a Porta Po si
me « dazio ».
vedevano ancora fino a poLa prima volta che il « dachissimi anni la. e che ora
zio » tu organicamente regohanno lasciato il posto a molato risale al 297 dopo Criderni edifìci. « Quelle stansto, quando l'imperatore Ga/
ore
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zette ove, durante l'epidemia
io Valerio Aurelio Diocleziano, istituzionalizzò ed estese
di colera dell' '82 tutti coloro
liOLLKlTA
ISOLLKTIA DI DAZI II
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a tutta l'Italia l'imposta. I
che entravano in città dovevari regimi che vennero poi,
vano passare Avevano spardai goti ai longobardi, per
so in terra della crcolina e
lnij i h.
giungere ai bizantini, ai copensavano che gli eri Invi di
Ha tonala . « p f y z f , &polliti!
muni medievali ed alle signoquel disinfettante fosse suffirie rinascimentali per giunI.irr | V
ciente' all'eccidio di tutti i
gere, attraverso i tempi, si" bacilli virgola " che i vianno ai nostri giorni, accolsero il « dazio » nel loro ordidanti potevano pollar con
namento modificandolo più
loro ».
nella forma che nella sostanza alle mutate esigenze dei
> Le donne di campagna.
tempi.
specialmente, erano le più
osservate dagli agenti, i quaAll'epoca carolingia, ad
li ben sapevano di tasche miesempio, il dazio doveva essteriose celate nelle sottane
sere pagato dal commerciane nelle cui profondità venivate che intendeva entrare nel
no nascosti: bottiglie di vino,
territorio del feudatario. Il
o polli, o gustosi salami caricavo era spesso destinato
salinghi ». Certo, l'epoca delad opere pubbliche (strade,
le minigonne era a n c o » lon
ponti, ecc.) ma non di rado
tana.
andava ad aumentare i fon
0.'J
di per l'equipaggiamento dei
E a questo punto Levi riesoldati.
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•
Esatto L e
voca alcuni dei « trucchi »
Durante il fiorire dei libepiù clamorosi sventati dai
Ci.Il
ri comuni ebbe largo uso
dazieri a danno dei « conl'appalto del dazio: il comutrabbandieri ». « Come quelVare pel destini/ ha me?
ne cioè, « vendeva » il diritla volta che le guardie ferto di riscuotere l'imposta a
marono un carro funebre reprivati, ricevendone in camduce da un seppellimento in
bio una congrua somma.
qualche Comune del forese:
Erano poi questi stessi pril'urna nella quale veniva devati a doversi preoccupare di
I n a vecchia bolletta « fin de siede », rilasciata per un posto il feretro era piena...
recuperare il « bargello ». E
carico di legname entrato in citta attraverso Porta Romana di bottiglie di vino. Un'altra
poiché questa entrata era di
la mattina del 19 luglio 1894
i volra costrinsero il conducenfondamentale importanza per
, te di un furgone postale che
le piccole autonomie locali,
I tutti i giorni, e chissà da
si spiega benissimo come an- avrebbe potuto essere indot- porla loro assegnata, ove da- quanto tempo, passava tranche col progredire dei tem- t i nella tentazione di procu- vano il cambio ai colleglli quillo e sicuro ad una depi fino a giungere ai grandi rai si qualche « e x t r a » a dan- che erano montati in servizio terminata ora. ad aprire le
Stati unitari, essa sia stata no del Comune: era il pieno il giorno precedente. E quan- imposte del suo carro: era
conservata, come fonte di I trionfo delle teorie di Ada- do cominciava a farsi buio, pieno di sacchi di zucchero
autofinanziamento per gli en- ' ino Smith, quello della «Ric- d'estate e d'inverno, ovatta- e di caffè ••>.
ti dalla nebbia o intirizziti
' chezza delle nazioni ».
ti locali.
dal gelo, camminavano lungo
« Un bel giorno, prove•
Era
tutt'altro
che
facile
Questi dazi, originariameni bastioni che chiudevano la niente da Sesto, giunge date, in Italia colpivano so — annotava ancora Levi — il citta in un cerchio di pietra vanti a Porta San Luca una
prattutlo i generi che oggi ; servizio che dovevano svolge- e vigilavano affinchè i con- di quelle "ambulanze" trainadefiniremmo
« voluttuari », re quelle guardie; le quali, trabbandieri non facessero
te da un bolso cavallino che
arche se di largo consumo: malgrado per le loro man- passare merce di frodo ».
in tanti ancora ricorderanliquori, vino, sidro. Ma già sioni non godessero le più
« Era un servizio estenuan- no e che, quando le autolettiverso il 1300 il Comune di Fi- fervide simpatie della cittarenze allargava l'imposta al- dinanza, erano ben viste. Si te. E' vero che, ogni tanto, ghe erano sconosciute, trale carni, ai cereali, al sale: comprende che il loro com- c'era una garritta nella qua- sportavano gli ammalati dal
e ne otteneva un benefìcio di pito precipuo era quello di le l'agente di guardia poteva torese all'ospedale. Il malato
oltre 90 mila fiorini d'oro al- vigilare affinchè nulla di ricoverarsi; è vero che, al- era sul lettino; al suo fianquanto era soggetto a dazio l'inverno,
l'amministrazione co una donna si scioglieva
l'anno.
potesse sfuggire all'imposta; comunale faceva disporre dei in lacrime. La guardia di serI dazi erano estremamente naturalmente dalla parte op- b r a c a i pieni di carbonella vizio si commuove: "Ma è
variati da paese a paese: an- posta, quella dei contribuen- ardente, proprio come si ve- tanto grave?". La donna non
davano dal l'I, 5° fi al 6°n sul ti, vi era il desiderio di "far- de nel terzo atto della "Bo- risponde. E la guardia, imvtlorc della merce nella re- la franca" ad ogni costo; e heme"; ma di dicembre e di pietosita, sale sul furgone e
pubblica di Venezia e nei molti tentavano il colpo non gennaio ci voleva ben altro scopre il malato che e tutto
porti orientali (Costantinopo- già per risparmiare qualche col nostro clima. Eppoi, ad avvolto nelle lenzuola. E non
li, Smirne, Alcppo), ma in soldo, ma per la discutibile ogni guardia era affidato u n può trattenere una esclamaPortogallo arrivavano al 18°ó soddisfazione di poter dire tratto troppo lungo da sor- zione di stupore: è un maiae al Cairo ed Alessandria d'essere riusciti a vincere in vegliare. Bisognava per lo le di chi sa quanti chili che
d'Egitto al 20°o.
La prima legge italiana dopo il compimento dell'unità
porta la data del 3 luglio
1864. In base ad essa veniva riservata al governo l'applicazione del dazio sulle bevande e sulla carni. Ai comuni spettava solo il diritto di applicare su tale
dazio un'addizionale e, qualora questo non tosse stato
sufficiente al mantenimento
delle finanze locali, di imporre dazi su generi non colpiti da quello governativo.
Col passar dei tempi, però, questa caratteristica <• governativa » dell'imposta di
consumo va sbiadendo, e il
dazio riprende sempre più il
suo aspetto di gabella locale.
Cremona, inserita saldamente, data la sua posizione, sia nel contesto romano
prima, europeo poi. italiano
infine, ha seguito, sul cammino del dazio, la via che
noi abbiamo poco sopra abbozzato.
Riportiamo, in questa stessa pagina, una bolletta daziaria dei primi decenni dell'unità italiana: è stata rilasciata alle 8 del mattino dall'ufficio di Porta Romana, e
riguarda la riscossione dell'imposta su un carico di 69
quintali e mezzo di legna da
L'antico frontone di Porta Po, con ai lati i portichetti (che sono rimasti intatti sino a
fuoco portata in città il 19 lu- pochissimi anni fa) che servivano come uffici daziari. In una delle camerette, il cui paglio 1894. L'imposta era di
vimento era abbondantemente sparso di creolina, venivano « disinfettati » coloro che
lire 20,85, alle quali andavaentravano in città durante l'epidemia di colera del 1882. Sullo sfondo, gli alberi del viale.
no aggiunti i 5 centesimi del
La foto è stata scattata nel 1903 da Novaresi
bollo. La bolletta, avverte
una noticina in basso « vale pel destino fra mezz'ora »: astuzia le guardie; le quali meno raddoppiare il numero tentavano di far passare di
che vuol dire che alle 8,30 svolgevano un servizio inin- degli agenti; ma per ragioni frodo ».
il carico doveva essere a terrotto dì ventiquattro ore, di economia... ».
La storia del dazio di t r e
destinazione,
diversamente e ad ogni giornata lavorativa
Economia; spendere poco; mona, a partire dai primi anavrebbe corso il rischio di seguiva un intero giorno di risparmiare; impossibilità di ni del secolo e per un ceresser sospettata di introdu- vacanza. Si era lontani, allo- assumere iniziative... quanto io periodo, corse parallelazione illegale. La legna, si sa, ra, dalla settimana di qua- moderne sono queste parole, mente a quella delle mura.
non ha nome e cognome, e n t i t à ore ».
a j un secolo circa di distan- Per entrambi tu ordinata la
soppressione; il dazio, però,
la prudenza non è mai tropVa detto che a quell'epo- za da quei giorni!
pa... non erano pochi coloro ca Cremona era ancora inte« Questa mal compresa eco- pcte risorgere; le gloriose
che cercavano di evitare gli ramente circondata da mura, nomia — osserva Levi — si mura, invece, una volta atagenti daziari portando in e per entrare nell'abitato si risolveva in una perdita in- terrate rimasero solo un pio
città la merce senza farsi co- dovevo necessariamente pas- gente da parte del Comune; r.cordo.
gliere sul fatto.
La decisione di radere al
sare da Porta Po, Porta Mi- perche coloro che macellavaA questo punto lasciamo la lano, Porla Venezia o Por- no clandestinamente la carne suolo le vecchie mura e, conparola al compianto diretto- ta Romana I trasgressori, in campagna riuscivano in temporaneamente, di abolire
re del nostro giornale Mario dunque, o ricorrevano ad in- tutti i modi a farla passare: la cinta daziaria, venne assempre
avviene, i sunta dal consiglio comunaLivi, che nel suo libro « Vec- ciedibili machiavelli (che in come
chia Cremona », edito da parte vedremo più avanti) contrabbandieri conoscevano le nel 1906. Per lare scompaperfettamente
i
punti
debo- rire bastioni e baluardi, si
oppure,
nottetempo,
dovevaPizzorni nel 1956, ha tracciato una brillante rievocazione no scalare le mura introdu- li della cinta daziaria e, si dovettero impiegare molti
dei dazieri e del dazio nella eendosi così con la loro mer- può dire, non trascorreva muratori per oltre due anni.
ce in città. L'abbattimento notte senza che della merce Alti lino a sei metri, profonnostra città.
di fino a due, i muri resistemura, avvenuto nei pri- passasse a ufo ».
« Nel 1864 — scrive Levi — delle
mi anni del '900 (e salutato
Complessivamente, il ri- vano accanitamente all'opera
anche dal Municipio cremo- come una « liberazione » per
demolitrice dell'uomo; e si
nese venne formato un cor- un malinte-so senso urbani- tratto che Levi ta degli agen- dovette ricorrere alla dinati
daziari
è
estremamente
popo militarizzato composto da stico: e pensare che adesso
mite che risolse la questione
cinquanta elementi, ai quali si sta lottando per salvare sitivo e carico di simpatia: abbastanza in fretta.
venne attribuito il titolo di l'ultimo angolino esistente, e non poteva essere diversanei confronti di genL'abolizione ufficiale del daGuardie del dazio Avevano quello di Porta Mosa!), por- mente,
te che lavorava ventiquattro zio avvenne durante la sela loro caserma in "Pisacan", to ad un certo punto, ad- ore
di fila (per un totale di duta del consiglio comunale
che è l'attuale via Voltur- dirittura all'abolizione del 84 ore settimanali.) e rinun10 gennaio 1908 La prono; vestivano in panno ne- dazio in Cremona; l'imposta, ciava a sposarsi in cambio elei
era partita dall'asscsro, con mostrine verdi, non però, si dimostrò insostitui- di uno stipendio non molto posta
s(;re alla Finanze, avv. Luigi
potevano ammogliarsi se non bile, e venne fretlolosamen- grande. « Onesti, diligenti, si Marenghi, il quale, narra anquando, raggiunto un certo t-- ripristinala pochi anni do- lacevano perdonate quel po' cora Levi « caldeggiava una
grado o una determinata an
po Ma anche di questo par- di sussiego con il quale di- ampia proposta studiata dal
zianità (vale a dire, quando leremo più oltre.
simpegnavano le loro man- rag. Guindani, capo della ra
guadagnavano uno stipendio
sioni. " Niente dazio? " era gioneria municipale; il sin« Alle 17,45 di ogni giorno la domanda rituale, seguila daco, avv. Dario Ferrari, e
sufficiente ad affrontare le
spese di famiglia) ne otte- — prosegue il racconto di Le- da un'occhiata scrutatrice. ta maggioranza del consiglio
nevano il permesso dal Sin- vi — quattro gruppi compo- Avevano ormai tatto l'occhio (tutti radicali e socialisti)
st' da cinque uomini e un clinico e difficilmente si po- erano con lui Contro, si erdaco »•
Dovendo mantenere moglie graduato, tutti armati di teva loro sfuggire. Se qualcu- geva la minoranza, capeggia
e figli, insomma, e guada- moschetto, uscivano dalla ca- no passavi frettolosamente, Ita dalling. Fortunato Foniagnando
poco, il daziere serma e si dirigevano alla
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Una storica foto scattata da Novaresi nel 1907, pochi mesi prima che la cinta muraria
fosse completamente annientata da una discutibile politica urbanistica: e Porta Romana,
col suo scultoreo fastigio che (relitto di tanta gloria) si può ammirare ora sotto I portici
della Loggia dei Militi. Era uno dei quattro « passaggi obbligati » (gli altri erano Porta Po.
Porta Milano, Porta Venezia) attraverso i quali si poteva entrare in citta: un varco attraverso il quale i dazieri potevano sorvegliare abbastanza agevolmente il traffico delle merci
na, paladino del gruppo elei mi; il piu palese è quello | più antiche e tradizionali delI consci valori, spalleggiato dal della progressiva scomparsa l'oidi nainento daziario.
I quotidiano che si pubblicava delle tipiche ea-eite grigie
Ma quale era. negli ultimi
che erano amiate a tonna- anni, l'effettiva portata del
in quel tempo a Cremona
Nel pieno della polemica vi re la nuova cinta daziaria • gettilo alle casse comunali
fu un rapido scambio di bat- 'eli,pò il ripristino dcH'unpo- I dell'imposta
di consumo?
tute, due delle quali basta- , st; di consumo, nel l'»24. Su- Possediamo dati che arriva:
no a lumeggiare non soltan- ' b to dopo la guerra ce n'era no Imo al 1<>7I). e the abbiato la situa/ione ma, addirit- un po' dappertutto: a Porta mo desunto da una tesina
tura, i punti di vista opposti Po. a Porla Milano, in via presentata all'Università di
dai quali maggioranza e mi- Bergamo, in via Brescia, in Panna dal doti. Renato Manoranza partivano ».
via Persico, presso la sla/io- mi.
« Avv. Marenghi: "La fi- ne in via Giuseppina, in via
Nel I9d0 la cifra introitata
nanza, cari signori della mi- S. ROCCO alcuni di questi era slata di circa 611 milionoranza, e l'arte di fare dei tipici edifici (che tra l'altro, ni: nel '61 di circa 609 milioelebiti ". Ing. Fontana (scat- pur vetusti, erano progetta- i ni; nel '62 ^83 milioni; nei '63
landò: " No. signori della ti eoo un interno estrema 651 milioni; nel 'o4 693 miliomaggioranza; la finanza e mente razionale ed abitabile) ' ni' nei '63 747 milioni; nei '66
l'arte di meritare il credu- continuano il loro onorato S60 milioni; nel '67 si superalo " ».
sct\ I/IO con altri compiti: va per la prima volta la so• Si sa come vanno a fini- quello eli via Giuseppina, ad glia dei miliardo (1113 miliore queste cose. Le minoran- esempio, trasforma*», ospi- ni); nei '68 1 miliardo 123 mize possono esporre concetti ta adesso l'ufficio postale; e lioni: nel '69 1 miliardo 220
pieni di buon senso; ma tut- quello di via S. Rocco, into- milioni; nel '70 1 miliardo
ti i loro discorsi non posso- nacato ed abbellito, è diven- 281 milioni.
In particolare il gettito delno andare al di la del sem- tato addirittura una civetl'imposta sulle bevande era
plice ragionamento quando tuola villetta.
la maggioranza e compatta.
Uri altro sintomo della di- passata dai 130 milioni del
E cosi l'abolizione dei dazio minuita funzione del dazio 60 ai 120 milioni nel 70 (si
deve considerare che le bevenne decisa ».
ere venuta alla fine dei 1961, vande
vinose, abolite, come
Ai mancati introiti daziari quando il Consiglio comuna- s'è detto, dal 1" gennaio 1%2
le
aveva
stabilito
che
dal
avrebbe dovuto supplire la
davano da sole un gettito di
nuova • tassa dei fuocatieo », 1 gennaio dell'anno succes- circa 80 milioni); le carni da
imposta alle famiglie abbien- sivo sarebbe stata abolita 117 milioni (sempre nei '60)
ti della città; ma, come si è l'imposta sul vino, una delle a 205 milioni (nel '70); altri
detto, il risultato fu talmente scarso che il 20 settembre
del 1924 l'assessore alle Finanze, avv. Bellini (che poi
sarebbe d iventato Podestà eli
Cremona), riuscì, col consenso unanime dell'amministrazione Mandeili a ristabilire
dazio e cinta daziaria, e a
mantenere nei contempo l'imposta di famiglia.
Intanto, però, nel 1908 il
corpo delle guareiic daziarie
era stato scioto. Molti agenti e impiegati vennero collocati in pensione anticipata;
i più giovani, invece, furono
trasferiti negli uffici municipali a fare gli impiegati o i
salariati; quattro rimasero
alle porte per accudire al
servizio della pesa pubblica.
E, anche qui. niente di
nuovo sotto il sole: perche il
problema del personale si ripropone in questi giorni negli esatti stessi termini di
64 anni fa. Secondo la legge
gli uffici delle Imposte di
Consumo verranno completamente aboliti, salvo la formazione di un apposito ufficio
stralcio per le imposte maturate entro il 31 dicembre.
Il personale che abbia maturato almeno 15 anni di servizio, in base all'art. 23 del
DPR 649 del 26 ottobre 1972,
può chiedere l'esodo volontarie col beneficio di 10 anni
da valere ai fini dell'anzianità, sugli scatti di stipendio
e della liquidazione. I meno
giovani degli attuali 62 dipendenti delle Imposte di
consumo sembrano orientati su questa soluzione (si dic- che verrebbe adottata da
34 dipendenti). Tuttavia la
legge lascia facoltà all'Amministrazione comunale, su domanda degli interessati, di
assorbire personale per le
pioprie incombeiize dr istituto. Il Comune di Cremona ha
già preso chiari impegni in
sede di Giunta e di Consiglio; e sarebbero 26 coloro
che vorrebbero passare alle
dipendenze comunali. Di questi 26 diversi sono già stati
inseriti, per ora a titolo provvisorio (dal 1" gennaio dovrebbe essere definitivo) in altri
servizi comunali.
Infine la legge garantisce a
eh' non voglia o non possa
usufruire di queste due soluzioni il mantenimento dei
posto di lavoro mediante la
assunzione da parte degli uffici finanziari (che con l'introduzione dcll'IVA hanno
bisogno di personale): ma
soltanto due dipendenti delle Imposte
di Consumo
MI ebbero scelto questa terza strada.
Quelli che desiderano andare in pensione stanno ora interessandosi per sapere se i
10 anni di berrelìcio
iano
cumulabili eoi benefìci di
guerra (7 anni); in questo caso è evidente che praticamente lutti coloro che nanne, ora 15 anni di anzianità
sarebbero indotti ad andare
in pensione senza pensarci
due volte
Che il dazio fosse da tempo in d e "lenza lo si poto
va notare da divo si tinto
preneri commestibili da 67 mi- elaborati tenendo pi esente la
lioni a 100 milioni: commestime, anno per anno,
bili diversi da ls milk)
della popola/.one residente.
16 milioni; i combustibili da
Iella nostra
128 milioni a 383 milioni; i e ita, nel l"6l. consumava
materiali da costruzione ila
i di vino all'anno (poi.
26 milioni a 237 milioni Ima come si e dello, il dj/ o SU
I,'. punta mass-uà eia stata questo genere di bevande fu
raggiunta nei '67 con 2^ miNelle altre bevande
lioni): generi diversi d,\ (iì
he si e passai; dai 3.8
ini a 109 milioni; altri ne
• t-,4 del 70. Inneri tassabili Ja P6 milioni credibile l'aumento delle bea 110 milioni.
vande gassate (evidentemente
l'acqua del
liventa
E veniamo alla quan:
di merce sottoposta .\d im- sempre più imbevibile): da
posta di consumo nel perio- 19 litri nei '60 ai 63 litri nel
d o '60-70. Le bevande vinose | ."
giungono tino al '61. e si tratLe i.:
le sono pastava di oltre 11" mila ettoli- sate dai 27 chili pi
tri. Le altre bevande alcooli- del '60 ai 41 e mezzo del 70.
, che erano
le ila 2800 Il pollame
nel '60
. ettolitri nei '60; 10% nel '61; a 11.1 nel 78 I! pesce e reWW nel '62: 426^ nel '63: '770 c e d i l o iì.t olite 4 i rtltì a pernel '64; 3797 nel 'P5: 3961 nel
! HI a poco più di
M\ 4420 nel '67, 48-0 nel '68;
• mezzo nel ,0. I doli 5173 nei W; 52*5 nel 70.
siinni e gelati sono passati
I n veto « boom » hanno CO- da 5 chili nel '60 a quasi 9
nosciuto le bevande gassate, nei 70.
passale dai 14 mila et"
Pie
condel '60 ai 35 mila del h4 pei
Ida 9.5
' arrivate ai 32 mila de! 78 sumo di formacelo
1
nel
i Notevole anche l'aumento del- chili ne' H t
'jO) e d: bui i
i le carni fresche: 19 mila ...
'da 4 chili nel '60 a 4.1 nel
' tali nel '60, 22 nei '63, 29
la nel '68. 34 mila nel 70.
Buono in percentuale, ina
v omp ess i .unente abb
modestissimo in assolti'.
'questo quadro
'cntaincremento delle carni conservate: 4 mila quintali nel medio: in,
car'Mi. I nula nel 7 1
ne fresia, 11 chili d: pollame,
quasi 11 i h li di :
Più o meno stesso anda- IO chili di cani
mento te quasi identiche ci- 9 chi.
timi e _:
fre) pei il pollame: 4 mila 4 chili d
! chili di
quintali nel '60, 9 mila nel pesce; beve ISO litri di vino,
70 (cifra sia/ onaria dal
63 litri di bei
-ate.
Addirittura in diminuziot
di bevande
pesce 3010 erano siati : quin('mente va tenuto contali assoggettati ad imposta to che in questa statisi ^ a sonel M 0 , ma già dall'anno dobambini
po erano
sotto i in t e i
s' può pcr] urla. Addirittura nel 't* e tanto
• un uomo
nel '68 erano scesi a meno
io vagore
di 2 mila quintali, tacendo del le sue forze consumi più
comunque registrare 2124 nel o meno il doppio dei dati
1970.
esposti.
Raddoppiato appai e. dai
E adesso non resta che sadati che stiamo esponendo, lutare coti un po' di noi
il consumo di dolciumi e ge- già line-'' i I 1 I h o amico che
lato: Ja 3747 quintali nel '60 pei oh; e 1600 anni ha aecoma 7232 nel 70: il che vuol eli- paenaio la
Finanze
re che si mangia Ire volte locali italiane; né possiamo
più roba dolce che pcs^e
gioire pensando
atta
Lenta l'ascesa dei formag- di un gravame abol
li: da 6945 quintali n c | 'od a
benissimo che verrà sos
8837 nel 70. Quasi identica
ta altri tipi di impili ilioquella del burro e dei sur- ni. non certo meno pes,rogali: da 2931 quintali nel In un certo senso, scompare
'60 a .3408 nel 70.
un alito segno di un'epoca
Interessantissimo appare, passata. Ammesso che scornda questo quadro tornilo, àsd-f ki.tia: perohè, sL». verrà ripctule I m p a t t i di ct>nsiiim>'"ictie " >
'
-- - •'
'fspedunque, mediante rilevamenti i lenza cremoB
"itimi
statistici Berve in un certo decermi di questo secolo, non
senso a tracciare una patte
della storia sociale e di co- anno prima dei 2000 lo veslume della nostra città) il diamo tornare irionfalmenbl
consumo medio pro-capite dei sulla scena dei nostri cocremonesi. I dati sono stati muni.