col dazio se ne va un po` di vecchio mondo
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col dazio se ne va un po` di vecchio mondo
Pagina 4 La Provincia Mercoledì 27 dicembre 1972 CRONACHE CREMONESI CON IL 31 DICEMBRE SCOMPARE LA PIÙ' ANTICA FORMA DI IMPOSTA CHE MAI SIA STATA ISTITUITA IN ITALIA COL DAZIO SE NE VA UN PO' DI VECCHIO MONDO A Cremona era già stato abolito nel 1908, ma aveva dovuto essere ripristinato pochi anni dopo - Una storia che s'intreccia con quella della città - Dalle statistiche delle imposte di consumo si desume che ogni cremonese, all'anno, mangia 41 chili di carne fresca, 11 di pollo e 9 di dolciumi, beve 150 litri di vino e 63 di bevande gassate tutto imbacuccato nel manCon la fine del 1972, cioè tra pochi giorni, scomparitello, veniva subito fermato rà la più antica imposta che e invitato " in ufficio ". che si conosca: l'imposta di coneia poi costituito da quelle sumo, meglio conosciuta co stanzette • che a Porta Po si me « dazio ». vedevano ancora fino a poLa prima volta che il « dachissimi anni la. e che ora zio » tu organicamente regohanno lasciato il posto a molato risale al 297 dopo Criderni edifìci. « Quelle stansto, quando l'imperatore Ga/ ore / ^ /[/ zette ove, durante l'epidemia io Valerio Aurelio Diocleziano, istituzionalizzò ed estese di colera dell' '82 tutti coloro liOLLKlTA ISOLLKTIA DI DAZI II [ ^ a tutta l'Italia l'imposta. I che entravano in città dovevari regimi che vennero poi, vano passare Avevano spardai goti ai longobardi, per so in terra della crcolina e lnij i h. giungere ai bizantini, ai copensavano che gli eri Invi di Ha tonala . « p f y z f , &polliti! muni medievali ed alle signoquel disinfettante fosse suffirie rinascimentali per giunI.irr | V ciente' all'eccidio di tutti i gere, attraverso i tempi, si" bacilli virgola " che i vianno ai nostri giorni, accolsero il « dazio » nel loro ordidanti potevano pollar con namento modificandolo più loro ». nella forma che nella sostanza alle mutate esigenze dei > Le donne di campagna. tempi. specialmente, erano le più osservate dagli agenti, i quaAll'epoca carolingia, ad li ben sapevano di tasche miesempio, il dazio doveva essteriose celate nelle sottane sere pagato dal commerciane nelle cui profondità venivate che intendeva entrare nel no nascosti: bottiglie di vino, territorio del feudatario. Il o polli, o gustosi salami caricavo era spesso destinato salinghi ». Certo, l'epoca delad opere pubbliche (strade, le minigonne era a n c o » lon ponti, ecc.) ma non di rado tana. andava ad aumentare i fon 0.'J di per l'equipaggiamento dei E a questo punto Levi riesoldati. ^S**/? • Esatto L e voca alcuni dei « trucchi » Durante il fiorire dei libepiù clamorosi sventati dai Ci.Il ri comuni ebbe largo uso dazieri a danno dei « conl'appalto del dazio: il comutrabbandieri ». « Come quelVare pel destini/ ha me? ne cioè, « vendeva » il diritla volta che le guardie ferto di riscuotere l'imposta a marono un carro funebre reprivati, ricevendone in camduce da un seppellimento in bio una congrua somma. qualche Comune del forese: Erano poi questi stessi pril'urna nella quale veniva devati a doversi preoccupare di I n a vecchia bolletta « fin de siede », rilasciata per un posto il feretro era piena... recuperare il « bargello ». E carico di legname entrato in citta attraverso Porta Romana di bottiglie di vino. Un'altra poiché questa entrata era di la mattina del 19 luglio 1894 i volra costrinsero il conducenfondamentale importanza per , te di un furgone postale che le piccole autonomie locali, I tutti i giorni, e chissà da si spiega benissimo come an- avrebbe potuto essere indot- porla loro assegnata, ove da- quanto tempo, passava tranche col progredire dei tem- t i nella tentazione di procu- vano il cambio ai colleglli quillo e sicuro ad una depi fino a giungere ai grandi rai si qualche « e x t r a » a dan- che erano montati in servizio terminata ora. ad aprire le Stati unitari, essa sia stata no del Comune: era il pieno il giorno precedente. E quan- imposte del suo carro: era conservata, come fonte di I trionfo delle teorie di Ada- do cominciava a farsi buio, pieno di sacchi di zucchero autofinanziamento per gli en- ' ino Smith, quello della «Ric- d'estate e d'inverno, ovatta- e di caffè ••>. ti dalla nebbia o intirizziti ' chezza delle nazioni ». ti locali. dal gelo, camminavano lungo « Un bel giorno, prove• Era tutt'altro che facile Questi dazi, originariameni bastioni che chiudevano la niente da Sesto, giunge date, in Italia colpivano so — annotava ancora Levi — il citta in un cerchio di pietra vanti a Porta San Luca una prattutlo i generi che oggi ; servizio che dovevano svolge- e vigilavano affinchè i con- di quelle "ambulanze" trainadefiniremmo « voluttuari », re quelle guardie; le quali, trabbandieri non facessero te da un bolso cavallino che arche se di largo consumo: malgrado per le loro man- passare merce di frodo ». in tanti ancora ricorderanliquori, vino, sidro. Ma già sioni non godessero le più « Era un servizio estenuan- no e che, quando le autolettiverso il 1300 il Comune di Fi- fervide simpatie della cittarenze allargava l'imposta al- dinanza, erano ben viste. Si te. E' vero che, ogni tanto, ghe erano sconosciute, trale carni, ai cereali, al sale: comprende che il loro com- c'era una garritta nella qua- sportavano gli ammalati dal e ne otteneva un benefìcio di pito precipuo era quello di le l'agente di guardia poteva torese all'ospedale. Il malato oltre 90 mila fiorini d'oro al- vigilare affinchè nulla di ricoverarsi; è vero che, al- era sul lettino; al suo fianquanto era soggetto a dazio l'inverno, l'amministrazione co una donna si scioglieva l'anno. potesse sfuggire all'imposta; comunale faceva disporre dei in lacrime. La guardia di serI dazi erano estremamente naturalmente dalla parte op- b r a c a i pieni di carbonella vizio si commuove: "Ma è variati da paese a paese: an- posta, quella dei contribuen- ardente, proprio come si ve- tanto grave?". La donna non davano dal l'I, 5° fi al 6°n sul ti, vi era il desiderio di "far- de nel terzo atto della "Bo- risponde. E la guardia, imvtlorc della merce nella re- la franca" ad ogni costo; e heme"; ma di dicembre e di pietosita, sale sul furgone e pubblica di Venezia e nei molti tentavano il colpo non gennaio ci voleva ben altro scopre il malato che e tutto porti orientali (Costantinopo- già per risparmiare qualche col nostro clima. Eppoi, ad avvolto nelle lenzuola. E non li, Smirne, Alcppo), ma in soldo, ma per la discutibile ogni guardia era affidato u n può trattenere una esclamaPortogallo arrivavano al 18°ó soddisfazione di poter dire tratto troppo lungo da sor- zione di stupore: è un maiae al Cairo ed Alessandria d'essere riusciti a vincere in vegliare. Bisognava per lo le di chi sa quanti chili che d'Egitto al 20°o. La prima legge italiana dopo il compimento dell'unità porta la data del 3 luglio 1864. In base ad essa veniva riservata al governo l'applicazione del dazio sulle bevande e sulla carni. Ai comuni spettava solo il diritto di applicare su tale dazio un'addizionale e, qualora questo non tosse stato sufficiente al mantenimento delle finanze locali, di imporre dazi su generi non colpiti da quello governativo. Col passar dei tempi, però, questa caratteristica <• governativa » dell'imposta di consumo va sbiadendo, e il dazio riprende sempre più il suo aspetto di gabella locale. Cremona, inserita saldamente, data la sua posizione, sia nel contesto romano prima, europeo poi. italiano infine, ha seguito, sul cammino del dazio, la via che noi abbiamo poco sopra abbozzato. Riportiamo, in questa stessa pagina, una bolletta daziaria dei primi decenni dell'unità italiana: è stata rilasciata alle 8 del mattino dall'ufficio di Porta Romana, e riguarda la riscossione dell'imposta su un carico di 69 quintali e mezzo di legna da L'antico frontone di Porta Po, con ai lati i portichetti (che sono rimasti intatti sino a fuoco portata in città il 19 lu- pochissimi anni fa) che servivano come uffici daziari. In una delle camerette, il cui paglio 1894. L'imposta era di vimento era abbondantemente sparso di creolina, venivano « disinfettati » coloro che lire 20,85, alle quali andavaentravano in città durante l'epidemia di colera del 1882. Sullo sfondo, gli alberi del viale. no aggiunti i 5 centesimi del La foto è stata scattata nel 1903 da Novaresi bollo. La bolletta, avverte una noticina in basso « vale pel destino fra mezz'ora »: astuzia le guardie; le quali meno raddoppiare il numero tentavano di far passare di che vuol dire che alle 8,30 svolgevano un servizio inin- degli agenti; ma per ragioni frodo ». il carico doveva essere a terrotto dì ventiquattro ore, di economia... ». La storia del dazio di t r e destinazione, diversamente e ad ogni giornata lavorativa Economia; spendere poco; mona, a partire dai primi anavrebbe corso il rischio di seguiva un intero giorno di risparmiare; impossibilità di ni del secolo e per un ceresser sospettata di introdu- vacanza. Si era lontani, allo- assumere iniziative... quanto io periodo, corse parallelazione illegale. La legna, si sa, ra, dalla settimana di qua- moderne sono queste parole, mente a quella delle mura. non ha nome e cognome, e n t i t à ore ». a j un secolo circa di distan- Per entrambi tu ordinata la soppressione; il dazio, però, la prudenza non è mai tropVa detto che a quell'epo- za da quei giorni! pa... non erano pochi coloro ca Cremona era ancora inte« Questa mal compresa eco- pcte risorgere; le gloriose che cercavano di evitare gli ramente circondata da mura, nomia — osserva Levi — si mura, invece, una volta atagenti daziari portando in e per entrare nell'abitato si risolveva in una perdita in- terrate rimasero solo un pio città la merce senza farsi co- dovevo necessariamente pas- gente da parte del Comune; r.cordo. gliere sul fatto. La decisione di radere al sare da Porta Po, Porta Mi- perche coloro che macellavaA questo punto lasciamo la lano, Porla Venezia o Por- no clandestinamente la carne suolo le vecchie mura e, conparola al compianto diretto- ta Romana I trasgressori, in campagna riuscivano in temporaneamente, di abolire re del nostro giornale Mario dunque, o ricorrevano ad in- tutti i modi a farla passare: la cinta daziaria, venne assempre avviene, i sunta dal consiglio comunaLivi, che nel suo libro « Vec- ciedibili machiavelli (che in come chia Cremona », edito da parte vedremo più avanti) contrabbandieri conoscevano le nel 1906. Per lare scompaperfettamente i punti debo- rire bastioni e baluardi, si oppure, nottetempo, dovevaPizzorni nel 1956, ha tracciato una brillante rievocazione no scalare le mura introdu- li della cinta daziaria e, si dovettero impiegare molti dei dazieri e del dazio nella eendosi così con la loro mer- può dire, non trascorreva muratori per oltre due anni. ce in città. L'abbattimento notte senza che della merce Alti lino a sei metri, profonnostra città. di fino a due, i muri resistemura, avvenuto nei pri- passasse a ufo ». « Nel 1864 — scrive Levi — delle mi anni del '900 (e salutato Complessivamente, il ri- vano accanitamente all'opera anche dal Municipio cremo- come una « liberazione » per demolitrice dell'uomo; e si nese venne formato un cor- un malinte-so senso urbani- tratto che Levi ta degli agen- dovette ricorrere alla dinati daziari è estremamente popo militarizzato composto da stico: e pensare che adesso mite che risolse la questione cinquanta elementi, ai quali si sta lottando per salvare sitivo e carico di simpatia: abbastanza in fretta. venne attribuito il titolo di l'ultimo angolino esistente, e non poteva essere diversanei confronti di genL'abolizione ufficiale del daGuardie del dazio Avevano quello di Porta Mosa!), por- mente, te che lavorava ventiquattro zio avvenne durante la sela loro caserma in "Pisacan", to ad un certo punto, ad- ore di fila (per un totale di duta del consiglio comunale che è l'attuale via Voltur- dirittura all'abolizione del 84 ore settimanali.) e rinun10 gennaio 1908 La prono; vestivano in panno ne- dazio in Cremona; l'imposta, ciava a sposarsi in cambio elei era partita dall'asscsro, con mostrine verdi, non però, si dimostrò insostitui- di uno stipendio non molto posta s(;re alla Finanze, avv. Luigi potevano ammogliarsi se non bile, e venne fretlolosamen- grande. « Onesti, diligenti, si Marenghi, il quale, narra anquando, raggiunto un certo t-- ripristinala pochi anni do- lacevano perdonate quel po' cora Levi « caldeggiava una grado o una determinata an po Ma anche di questo par- di sussiego con il quale di- ampia proposta studiata dal zianità (vale a dire, quando leremo più oltre. simpegnavano le loro man- rag. Guindani, capo della ra guadagnavano uno stipendio sioni. " Niente dazio? " era gioneria municipale; il sin« Alle 17,45 di ogni giorno la domanda rituale, seguila daco, avv. Dario Ferrari, e sufficiente ad affrontare le spese di famiglia) ne otte- — prosegue il racconto di Le- da un'occhiata scrutatrice. ta maggioranza del consiglio nevano il permesso dal Sin- vi — quattro gruppi compo- Avevano ormai tatto l'occhio (tutti radicali e socialisti) st' da cinque uomini e un clinico e difficilmente si po- erano con lui Contro, si erdaco »• Dovendo mantenere moglie graduato, tutti armati di teva loro sfuggire. Se qualcu- geva la minoranza, capeggia e figli, insomma, e guada- moschetto, uscivano dalla ca- no passavi frettolosamente, Ita dalling. Fortunato Foniagnando poco, il daziere serma e si dirigevano alla f&tj.Zr* **Uf**"f**'f 0§00Slfo <fy**+. S*-S^*<« *S* 2* ff Una storica foto scattata da Novaresi nel 1907, pochi mesi prima che la cinta muraria fosse completamente annientata da una discutibile politica urbanistica: e Porta Romana, col suo scultoreo fastigio che (relitto di tanta gloria) si può ammirare ora sotto I portici della Loggia dei Militi. Era uno dei quattro « passaggi obbligati » (gli altri erano Porta Po. Porta Milano, Porta Venezia) attraverso i quali si poteva entrare in citta: un varco attraverso il quale i dazieri potevano sorvegliare abbastanza agevolmente il traffico delle merci na, paladino del gruppo elei mi; il piu palese è quello | più antiche e tradizionali delI consci valori, spalleggiato dal della progressiva scomparsa l'oidi nainento daziario. I quotidiano che si pubblicava delle tipiche ea-eite grigie Ma quale era. negli ultimi che erano amiate a tonna- anni, l'effettiva portata del in quel tempo a Cremona Nel pieno della polemica vi re la nuova cinta daziaria • gettilo alle casse comunali fu un rapido scambio di bat- 'eli,pò il ripristino dcH'unpo- I dell'imposta di consumo? tute, due delle quali basta- , st; di consumo, nel l'»24. Su- Possediamo dati che arriva: no a lumeggiare non soltan- ' b to dopo la guerra ce n'era no Imo al 1<>7I). e the abbiato la situa/ione ma, addirit- un po' dappertutto: a Porta mo desunto da una tesina tura, i punti di vista opposti Po. a Porla Milano, in via presentata all'Università di dai quali maggioranza e mi- Bergamo, in via Brescia, in Panna dal doti. Renato Manoranza partivano ». via Persico, presso la sla/io- mi. « Avv. Marenghi: "La fi- ne in via Giuseppina, in via Nel I9d0 la cifra introitata nanza, cari signori della mi- S. ROCCO alcuni di questi era slata di circa 611 milionoranza, e l'arte di fare dei tipici edifici (che tra l'altro, ni: nel '61 di circa 609 milioelebiti ". Ing. Fontana (scat- pur vetusti, erano progetta- i ni; nel '62 ^83 milioni; nei '63 landò: " No. signori della ti eoo un interno estrema 651 milioni; nel 'o4 693 miliomaggioranza; la finanza e mente razionale ed abitabile) ' ni' nei '63 747 milioni; nei '66 l'arte di meritare il credu- continuano il loro onorato S60 milioni; nel '67 si superalo " ». sct\ I/IO con altri compiti: va per la prima volta la so• Si sa come vanno a fini- quello eli via Giuseppina, ad glia dei miliardo (1113 miliore queste cose. Le minoran- esempio, trasforma*», ospi- ni); nei '68 1 miliardo 123 mize possono esporre concetti ta adesso l'ufficio postale; e lioni: nel '69 1 miliardo 220 pieni di buon senso; ma tut- quello di via S. Rocco, into- milioni; nel '70 1 miliardo ti i loro discorsi non posso- nacato ed abbellito, è diven- 281 milioni. In particolare il gettito delno andare al di la del sem- tato addirittura una civetl'imposta sulle bevande era plice ragionamento quando tuola villetta. la maggioranza e compatta. Uri altro sintomo della di- passata dai 130 milioni del E cosi l'abolizione dei dazio minuita funzione del dazio 60 ai 120 milioni nel 70 (si deve considerare che le bevenne decisa ». ere venuta alla fine dei 1961, vande vinose, abolite, come Ai mancati introiti daziari quando il Consiglio comuna- s'è detto, dal 1" gennaio 1%2 le aveva stabilito che dal avrebbe dovuto supplire la davano da sole un gettito di nuova • tassa dei fuocatieo », 1 gennaio dell'anno succes- circa 80 milioni); le carni da imposta alle famiglie abbien- sivo sarebbe stata abolita 117 milioni (sempre nei '60) ti della città; ma, come si è l'imposta sul vino, una delle a 205 milioni (nel '70); altri detto, il risultato fu talmente scarso che il 20 settembre del 1924 l'assessore alle Finanze, avv. Bellini (che poi sarebbe d iventato Podestà eli Cremona), riuscì, col consenso unanime dell'amministrazione Mandeili a ristabilire dazio e cinta daziaria, e a mantenere nei contempo l'imposta di famiglia. Intanto, però, nel 1908 il corpo delle guareiic daziarie era stato scioto. Molti agenti e impiegati vennero collocati in pensione anticipata; i più giovani, invece, furono trasferiti negli uffici municipali a fare gli impiegati o i salariati; quattro rimasero alle porte per accudire al servizio della pesa pubblica. E, anche qui. niente di nuovo sotto il sole: perche il problema del personale si ripropone in questi giorni negli esatti stessi termini di 64 anni fa. Secondo la legge gli uffici delle Imposte di Consumo verranno completamente aboliti, salvo la formazione di un apposito ufficio stralcio per le imposte maturate entro il 31 dicembre. Il personale che abbia maturato almeno 15 anni di servizio, in base all'art. 23 del DPR 649 del 26 ottobre 1972, può chiedere l'esodo volontarie col beneficio di 10 anni da valere ai fini dell'anzianità, sugli scatti di stipendio e della liquidazione. I meno giovani degli attuali 62 dipendenti delle Imposte di consumo sembrano orientati su questa soluzione (si dic- che verrebbe adottata da 34 dipendenti). Tuttavia la legge lascia facoltà all'Amministrazione comunale, su domanda degli interessati, di assorbire personale per le pioprie incombeiize dr istituto. Il Comune di Cremona ha già preso chiari impegni in sede di Giunta e di Consiglio; e sarebbero 26 coloro che vorrebbero passare alle dipendenze comunali. Di questi 26 diversi sono già stati inseriti, per ora a titolo provvisorio (dal 1" gennaio dovrebbe essere definitivo) in altri servizi comunali. Infine la legge garantisce a eh' non voglia o non possa usufruire di queste due soluzioni il mantenimento dei posto di lavoro mediante la assunzione da parte degli uffici finanziari (che con l'introduzione dcll'IVA hanno bisogno di personale): ma soltanto due dipendenti delle Imposte di Consumo MI ebbero scelto questa terza strada. Quelli che desiderano andare in pensione stanno ora interessandosi per sapere se i 10 anni di berrelìcio iano cumulabili eoi benefìci di guerra (7 anni); in questo caso è evidente che praticamente lutti coloro che nanne, ora 15 anni di anzianità sarebbero indotti ad andare in pensione senza pensarci due volte Che il dazio fosse da tempo in d e "lenza lo si poto va notare da divo si tinto preneri commestibili da 67 mi- elaborati tenendo pi esente la lioni a 100 milioni: commestime, anno per anno, bili diversi da ls milk) della popola/.one residente. 16 milioni; i combustibili da Iella nostra 128 milioni a 383 milioni; i e ita, nel l"6l. consumava materiali da costruzione ila i di vino all'anno (poi. 26 milioni a 237 milioni Ima come si e dello, il dj/ o SU I,'. punta mass-uà eia stata questo genere di bevande fu raggiunta nei '67 con 2^ miNelle altre bevande lioni): generi diversi d,\ (iì he si e passai; dai 3.8 ini a 109 milioni; altri ne • t-,4 del 70. Inneri tassabili Ja P6 milioni credibile l'aumento delle bea 110 milioni. vande gassate (evidentemente l'acqua del liventa E veniamo alla quan: di merce sottoposta .\d im- sempre più imbevibile): da posta di consumo nel perio- 19 litri nei '60 ai 63 litri nel d o '60-70. Le bevande vinose | ." giungono tino al '61. e si tratLe i.: le sono pastava di oltre 11" mila ettoli- sate dai 27 chili pi tri. Le altre bevande alcooli- del '60 ai 41 e mezzo del 70. , che erano le ila 2800 Il pollame nel '60 . ettolitri nei '60; 10% nel '61; a 11.1 nel 78 I! pesce e reWW nel '62: 426^ nel '63: '770 c e d i l o iì.t olite 4 i rtltì a pernel '64; 3797 nel 'P5: 3961 nel ! HI a poco più di M\ 4420 nel '67, 48-0 nel '68; • mezzo nel ,0. I doli 5173 nei W; 52*5 nel 70. siinni e gelati sono passati I n veto « boom » hanno CO- da 5 chili nel '60 a quasi 9 nosciuto le bevande gassate, nei 70. passale dai 14 mila et" Pie condel '60 ai 35 mila del h4 pei Ida 9.5 ' arrivate ai 32 mila de! 78 sumo di formacelo 1 nel i Notevole anche l'aumento del- chili ne' H t 'jO) e d: bui i i le carni fresche: 19 mila ... 'da 4 chili nel '60 a 4.1 nel ' tali nel '60, 22 nei '63, 29 la nel '68. 34 mila nel 70. Buono in percentuale, ina v omp ess i .unente abb modestissimo in assolti'. 'questo quadro 'cntaincremento delle carni conservate: 4 mila quintali nel medio: in, car'Mi. I nula nel 7 1 ne fresia, 11 chili d: pollame, quasi 11 i h li di : Più o meno stesso anda- IO chili di cani mento te quasi identiche ci- 9 chi. timi e _: fre) pei il pollame: 4 mila 4 chili d ! chili di quintali nel '60, 9 mila nel pesce; beve ISO litri di vino, 70 (cifra sia/ onaria dal 63 litri di bei -ate. Addirittura in diminuziot di bevande pesce 3010 erano siati : quin('mente va tenuto contali assoggettati ad imposta to che in questa statisi ^ a sonel M 0 , ma già dall'anno dobambini po erano sotto i in t e i s' può pcr] urla. Addirittura nel 't* e tanto • un uomo nel '68 erano scesi a meno io vagore di 2 mila quintali, tacendo del le sue forze consumi più comunque registrare 2124 nel o meno il doppio dei dati 1970. esposti. Raddoppiato appai e. dai E adesso non resta che sadati che stiamo esponendo, lutare coti un po' di noi il consumo di dolciumi e ge- già line-'' i I 1 I h o amico che lato: Ja 3747 quintali nel '60 pei oh; e 1600 anni ha aecoma 7232 nel 70: il che vuol eli- paenaio la Finanze re che si mangia Ire volte locali italiane; né possiamo più roba dolce che pcs^e gioire pensando atta Lenta l'ascesa dei formag- di un gravame abol li: da 6945 quintali n c | 'od a benissimo che verrà sos 8837 nel 70. Quasi identica ta altri tipi di impili ilioquella del burro e dei sur- ni. non certo meno pes,rogali: da 2931 quintali nel In un certo senso, scompare '60 a .3408 nel 70. un alito segno di un'epoca Interessantissimo appare, passata. Ammesso che scornda questo quadro tornilo, àsd-f ki.tia: perohè, sL». verrà ripctule I m p a t t i di ct>nsiiim>'"ictie " > ' -- - •' 'fspedunque, mediante rilevamenti i lenza cremoB "itimi statistici Berve in un certo decermi di questo secolo, non senso a tracciare una patte della storia sociale e di co- anno prima dei 2000 lo veslume della nostra città) il diamo tornare irionfalmenbl consumo medio pro-capite dei sulla scena dei nostri cocremonesi. I dati sono stati muni.