La visita medico-sportiva
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La visita medico-sportiva
- Articolo tratto da:”In sella senza doping” di Andrea Ferella – Supplemento ‘Il Ciclismo Udace’ edizione 21 ottobre 2011 La visita medico-sportiva D urante la pratica sportiva, il fisico è sottoposto a grande stress. Per questo motivo, il nostro corpo deve essere in perfette condizioni di salute. Sottoporsi a visita medica prima di iniziare un'attività sportiva o, comunque, periodicamente come controllo, significa abbattere le probabilità di insorgenza di patologie nocive al nostro organismo ed escluderne altre che rendano controindicata l'attività sportiva stessa. Possiamo dividere in due tipologie le visite eseguite: • Visita per la certificazione di idoneità sportiva agonistica (D.M. 18/ 02/1982) Gli atleti sottoposti a questo tipo di visita sono tutti quelli che praticano sport in società affiliate alle Federazioni ed agli Enti Sportivi riconosciuti dal CONI. La commissione medica di ogni Federazione o Ente stabilisce i limiti di età entro i quali gli atleti delle rispettive discipline sono considerati agonisti. Solo i medici specialisti in Medicina dello Sport possono certificare questo tipo di idoneità. • Visita per la certificazione di idoneità sportiva non agonistica ( D M . 24/02/1983) Sono sottoposti a questo tipo di visita gli atleti al di fuori dei limiti di età previsti per l'attività agonistica. In questi casi, l'idoneità può essere certificata dal Medico di Medicina Generale, dal Pediatra di Famiglia o da un altro medico di fiducia dell'atleta. Il certificato di idoneità agonistica può essere rilasciato solo da medici specialisti in Medicina dello Sport che operano nei servizi pubblici di medicina dello sport, nei centri e studi privati autorizzati. Gli sport sono classificati dalla normativa nazionale in due gruppi, a seconda dell'impegno fisico richiesto (tabella A e tabella B): A con impegno fisico lieve-moderato; B con impegno fisico elevato. Per i primi, l'idoneità ha la durata di due anni, per i secondi un anno. Il ciclismo fa parte della tabella B. Per ogni tipo di sport, a seconda della tabella di appartenenza, è stabilito l'insieme degli esami specialistici integrativi da effettuare, oltre alla visita medica. Parlare di prevenzione in ambito sportivo e soprattutto nel ciclismo, significa avere ben chiaro quali possono essere i rischi per la salute per colui che pratica tale attività. È a partire da questa consapevolezza, rafforzata dai dati sulla distribuzione delle cause di morte improvvisa nell'atleta, che la visita medico sportiva ha acquisito un ruolo primario soprattutto nel nostro paese. Avere "obbligato" chi pratica sport alla visita annuale per l'idoneità agonistica, ha consentito l'identificazione precoce degli atleti che risultano affetti, senza magari saperlo, di malattie cardiache quali la cardiomiopatia ipertrofica. 1 La cardiomiopatia ipertrofica, considerata causa principale di morte improvvisa dell'atleta negli Stati Uniti, risulta invece causa rara di arresto cardiaco durante o subito dopo attività sportiva in Italia, ove la prevalenza è di tre volte maggiore nei giovani non atleti rispetto agli atleti. In un recente progetto di ricerca sanitaria della Regione Veneto dal titolo "Morte improvvisa Giovanile", la morte improvvisa cardiovascolare è risultata responsabile dell'81,5% dei casi, seguita da quella cerebrale (7,5%) e respiratoria (5%). Avere, dunque, ben chiaro il significato preventivo ed insostituibile di una buona visita medico-sportiva, deve essere il fondamento imprescindibile di ogni ciclista, soprattutto amatoriale. Troppo spesso, tale atto medico preventivo viene vissuto male da chi lo deve subire, dimenticando, invece, quanto possa essere utile, oltre che per la prevenzione di eventi gravi, anche per altre patologie sottese. Infatti, la visita di idoneità prevede obbligatoriamente anamnesi, esame clinico generale, elettrocardiogramma a 12 deviazioni, test sottomassimale di sforzo e spirometria. È data completa facoltà al medico certificatore richiedere, ai fini dell'idoneità, esami suppletivi sulla base di un motivato sospetto clinico. Opportuno è fare eseguire agli atleti maschi over 40 anni e alle femmine over 50 un test da sforzo massimale su cicloergometro o nastro trasportatore per una migliore valutazione dei parametri cardiovascolari durante sforzo. Al di là della sua obbligatorietà per il ciclismo agonistico, la visita dovrebbe essere presa come l'occasione per fare il punto della situazione del proprio stato di forma fisica da parte di tutti i ciclisti amatoriali, anche da coloro che non necessariamente si cimentino in gare o raids di vario tipo. Sapere quali sono i miei battiti a minuto, monitorare come risponde il mio apparato cardiocircolatorio sotto sforzo, avere consapevolezza di quali sono i miei limiti reali, deve scaturire da un attento e scrupoloso controllo dello stato di salute, in cui il medico ha personalizzato l'effettuazione degli esami. Spesso si ritiene erroneamente che il cosiddetto "sport amatoriale" sia quello meno pericoloso in quanto coinvolge bassi livelli di agonismo mentre, invece, venendo praticato il più delle volte saltuariamente, senza la possibilità o la voglia di sottoporsi a visite mediche ed in molti casi in età mediamente avanzata, è sicuramente molto più a rischio dello sport di vertice dove gli atleti possono quasi sempre contare su qualificate équipe di medici specialisti. Anche la legislazione vigente può essere migliorata fornendo alla massa dei praticanti maggiori possibilità per l'effettuazione delle visite mediche ed a costi più ridotti, ma è comunque certo che una vera prevenzione e tutela sanitaria nello sport potrà essere concretizzata partendo dalla consapevolezza e responsabilità di ogni atleta e di tutte le figure, professionali e non, che ruotano all'interno del mondo del ciclismo. Vediamo allora in sintesi quali accertamenti vengono fatti e le metodiche usate. La spirometrìa -1 volumi polmonari richiesti per legge sono la capacità vitale lenta (VC) o forzata (FCV), il volume espiratorio massimo/sec (VEMS o FEV1), la massima ventilazione volontaria (MW). La capacità vitale è il massimo volume d'aria che può essere espulso da una espirazione massimale preceduta da una inspirazione massimale. Il volume espiratorio massimo/sec è il massimo volume d'aria che il soggetto riesce a espirare nel primo secondo di un'espirazione forzata. Si definisce poi l'indice di Tiffenau 2 (VEMS/CV) che, in un soggetto sano, è attorno all'80%: il significato dell'indice è che nel primo secondo di un'espirazione forzata si dovrebbe espirare l'80% di tutta l'aria espirata. Dall'esame dei flussi polmonari si desumono poi ulteriori informazioni sulla funzionalità delle vie aeree. L'ECG dopo sforzo - Per l'ECG a riposo, rimandiamo all'articolo corrispondente. Quello sotto sforzo, di solito, si esegue usando un cubo (metodo Montoye) adattato al sesso e all'altezza (da 30 a 50 cm). Il soggetto deve salire per 30 volte al minuto per 3 minuti. Alla fine della prova viene registrato l'ECG dopo sforzo con la misura della frequenza cardiaca da 60" a 90" dalla fine dell'esercizio. Ciò consente di calcolare TIRI (indice rapido di idoneità) che dà una grossolana stima della funzionalità cardiovascolare del soggetto (più basso è il valore della frequenza, migliore è l'efficienza perché si è recuperato prima). In genere, la visita o l'ECG possono indurre lo specialista a richiedere esami integrativi per fugare ogni dubbio sull'idoneità dell'atleta. Vediamoli in dettaglio. Test da sforzo massimale - Gli ergometri più utilizzati sono il cicloergometro e il nastro trasportatore. In genere, il carico viene incrementato ad intervalli di tempo fissi sino ad arrivare a esaurimento muscolare o alla massima frequenza cardiaca teorica. Nel cicloer-gometro, si utilizzano fasi di 2-3' con incrementi dai 25 ai 50 watt per ottenere i quali si aumenta la resistenza alla pedalata con una frequenza della stessa intorno alle 60-70/min. Se si impiega il tapis rou-lant, in genere, non si usano protocolli come quello a sette stadi di Bruce che aumentano progressivamente la pendenza (fino al 22%!) perché la corsa diventa troppo innaturale. Si preferisce aumentare la velocità di corsa con pendenze del'12%. Oltre all'ECG completo, si misura la pressione arteriosa immediatamente prima del termine di ogni step. Ecocardiografia - L'ecografia cardiaca consente di avere informazioni su dimensioni, volumi, spessori delle cavità e pareti atriali, ventricolari e aortiche, delle valvole cardiache (di cui è possibile valutare anche l'efficienza) e sulla direzione e l'entità dei flussi cardiaci. Si basa sul principio per cui gli ultrasuoni emessi da una sonda penetrano i tessuti biologici e sono da questi assorbiti o riflessi in base alle caratteristiche del tessuto stesso. Elettrocardiografia dinamica (Holter) - Praticamente si tratta di un elettrocardiogramma eseguito per 24 ore (o 48) con un sistema portatile di registrazione. Il soggetto lo porta durante la normale attività giornaliera, attività sportiva inclusa. L'Holter consente di rilevare aritmie, disturbi della conduzione atrio-ventricolare o intraventricolare, della ripolarizzazione ventricolare ecc. 3