Che fare se la paziente è in gravidanza o in allattamento?
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Che fare se la paziente è in gravidanza o in allattamento?
Endoscopy is rarely required during pregnancy. The potential risk of endoscopy includes: fetal hypoxia due to sedative drugs and exposure to radiation. There should be a strong indication for the procedure which should be deferred, when it’s possible, to the second trimester. The existing studies (almost all retrospectives series) concluded that endoscopy during pregnancy is generally safe but the procedures should be performed without any sedation or radiation or with the lowest doses possible. Parole chiave: endoscopia, gravidanza, allattamento Key words: endoscopy, pregnancy, breastfeeding IF Rita Conigliaro Elvira De Martinis Patrizia Neri Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense U.O. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Baggiovara Modena Introduzione La maggior parte degli studi esistenti è basata su piccole serie retrospettive, ma i rischi paiono comunque essere più teorici che reali (1). Da studi americani si stima che circa 20.000 donne gravide per anno siano sottoposte a procedure endoscopiche (2). Data la particolare condizione, prima della decisione l’ostetrico e l’endoscopista devono tenere presenti tutte le implicazioni: per il feto, per la madre, la situazione clinica d’urgenza, il ruolo di eventuali strategie alternative. Il maggior potenziale rischio è legato alla somministrazione della sedazione o di altri farmaci necessari all'intervento endoscopico e all’eventuale esposizione alle radiazioni per cui, quando è possibile, è assolutamente necessario posticipare la procedura almeno al secondo trimestre. Giorn Ital End Dig 2009;32:45-50 L’Endoscopia Digestiva (ED) è raramente necessaria in gravidanza. I rischi potenziali dell’ED includono l'ipossia fetale, l’effetto dannoso dei farmaci per la sedazione e quello dovuto all’esposizione alle radiazioni per la madre e per il feto. Per l’indagine deve valere una forte indicazione e, quando possibile, è assolutamente consigliato differire la procedura al secondo trimestre. Gli studi esistenti (quasi tutti retrospettivi) ribadiscono che si tratta di una metodica sicura, ma le procedure dovrebbero essere eseguite senza, oppure con livelli di sedazione e di radiazioni, i più bassi possibile. Iniziative Formative > Che fare se...? Che fare se la paziente è in gravidanza o in allattamento? 45 IF Iniziative Formative > Che fare se...? Le Linee Guida dell’American Society for Gastrointestinal Endoscopy (ASGE) (3) propongono alcuni principi generali per la gestione degli esami endoscopici in gravidanza: Forte indicazione alla procedura: • Severo persistente sanguinamento gastrointestinale; 1. A vere una forte indicazione all’esame, in particolare nelle gravidanze a rischio; • Vomito non responsivo ai comuni trattamenti dell’iperemesi gravidica; 2. D ifferire la procedura al secondo trimestre, quando possibile; • Disfagia. 3. U sare il più basso dosaggio indicato di farmaci sedativi; 4. S e possibile usare i farmaci “consentiti” in gravidanza; 5. R idurre al minimo il tempo di esecuzione dell’esame; 6. P osizionare la paziente inclinata a sinistra, o in decubito laterale sinistro, per evitare la compressione sulla vena cava; 7. C ontrollare il battito fetale prima e dopo la procedura endoscopica; 8. D ovrebbe essere disponibile il supporto dell’ostetrico nel caso di complicanze correlate alla gravidanza; 9. L ’endoscopia non si deve eseguire in corso di controindicazioni ostetriche quali: distacco di placenta, parto imminente, rottura di membrane, pre-eclampsia. Chiariti e valutati questi principi generali, è dunque necessario analizzare le diverse procedure endoscopiche e i relativi rischi connessi. Endoscopia in gravidanza: procedure Rita Conigliaro et al > Endoscopia in gravidanza 46 Raccomandazioni Esofagogastroduodenoscopia (EGDS) L’EGDS è la procedura endoscopica eseguita più frequentemente in gravidanza; sintomi come nausea e vomito con associata importante epigastralgia sono presenti nel 90% delle donne gravide (4). Quando questi sintomi diventano severi e refrattari alla terapia medica o compaiono disfagia e/o segni di emorragia gastrointestinale, una EGDS può diventare appropriata per escludere una patologia organica (ulcera peptica, esofagite importante fino alla Mallory Weiss, un’ostruzione dell’outlet gastrico) o per intervenire per uno stop emorragico. Il maggior guadagno diagnostico si ha nel sanguinamento gastrointestinale piuttosto che nella nausea e nel vomito. In ogni caso, studi caso-controllo, anche più datati, hanno già dimostrato che - dopo la gastroscopia - non si sono verificati né parti prematuri né malformazioni congenite fetali (5). Mantenere la paziente in posizione laterale sinistra; Consulto ostetrico per il monitoraggio del feto, in relazione allo stato gravidico; Eventuale consulenza anestesiologica per prescrizione di farmaci sedativo-ipnotici. Sigmoidoscopia-Colonscopia La sigmoidoscopia può essere eseguita in gravidanza con sicurezza (6) poiché non vi sono segnalazioni su parti prematuri o anormalità fetali secondari alla procedura (1,6). Indicazione più frequente è l’ematochezia con sospetto di patologia anorettale o del sigma: una massa distale (per esempio un’endometriosi sconosciuta), un’ischemia (anche cocaino-indotta), una patologia infiammatoria (come la Rettocolite ulcerosa, distale in particolare) o un’inspiegabile diarrea. In caso di sigmoidoscopia potrebbero essere sufficienti una preparazione intestinale con enteroclisi a bassa pressione di almeno 1 litro o clismi rettali da 100 ml. La colonscopia, procedura molto più invasiva, deve essere invece riservata ai casi di enterorragia massiva, o quando la causa del sintomo presente non sia stato identificato con la sigmoidoscopia (7). Nel porre le indicazioni all’esame tramite la consultazione fra i vari specialisti coinvolti (ostetrico, endoscopista, radiologo) è sempre utile prendere in considerazione le strategie alternative all'endoscopia. Tuttavia l'esposizione alle radiazioni conseguenti ad un Clisma opaco potrebbero non essere più sicure di un esame endoscopico. Analogo discorso per la TAC, anche nel caso si utilizzi la tecnica a rapida sequenza con esposizione a radiazioni per il feto (meno di 5 rad)(1). Infine, la Risonanza Magnetica (MRI) e la Colonscopia Virtuale non sono sufficientemente validate con queste indicazioni, soprattutto in gravidanza. Raccomandazioni Tecnica dell’esame: soprattutto nell’ultimo trimestre di gravidanza, evitare il decubito prono e le compressioni addominali esterne (se necessarie devono essere ridotte al minimo per evitare di comprimere fortemente l’utero). Preparazione intestinale: il Polietilene Glicole non è stato studiato in gravidanza e appartiene ai farmaci di categoria C (vedi oltre), come pure di categoria C è la soluzione di sodio-fosfato che può causare disturbi elettrolitici: per questo, probabilmente, sarebbe da IF Iniziative Formative > Che fare se...? fig. 1: algoritmo per pazienti gravide con coliche biliari e/o pancreatite acuta verosimilmente biliare Ecografia di superficie (US): CALCOLOSI VIA BILIARE PRINCIPALE? Positiva ERCP Positiva Negativa o dubbia EUS Negativa 19 (alto VPN * ) Paziente con colecisti Colecistectomia Paziente senza colecisti Terapia Medica * VPN = Valore Predittivo Negativo Colangiopancreatografia retrograda (CPRE=ERCP) ed Ecoendoscopia (EUS) La gravidanza causa alterazioni della composizione della bile aumentando il rischio di “sabbia biliare” e di formazione di calcoli (9): è pertanto associata a un maggior rischio di colecistolitiasi, coledoco-litiasi e pancreatite (10). Il trattamento della colelitiasi non complicata si pospone al periodo post-partum, altrimenti si raccomanda di eseguire la colecistectomia, anche in casi urgenti, in laparoscopia, con ormai un basso rischio riportato sia per la madre sia per il feto (10). Quando invece il problema sono i calcoli del coledoco, la procedura raccomandata deve essere la ERCP. Ci sono attualmente molti lavori in letteratura (11-16) e tutti quelli citati nella review di Menees del 2006 i quali dimostrano che, in mani esperte, la ERCP in gravidanza è sufficientemente sicura per la madre e per il feto. L’aspetto più critico però è poter prendere una decisione giusta quando si ha un quadro clinico importante in presenza di una diagnostica ecografica non dirimente per patologia litiasica. La metodica più accreditata e accurata nella diagnosi della microlitiasi del coledoco anche non dilatato, è oggi l’Ecoendoscopia (17,18) in particolare quando viene confrontata con l’ecografia di superficie (US) (19). Inoltre, l’EUS potrebbe anche evidenziare altre cause della sintomatologia (17) se pur meno frequenti in gravidanza. Pertanto nelle pazienti gravide con coliche biliari e/o pancreatite acuta con sospetta litiasi del coledoco l’algoritmo proposto viene riassunto in figura 1. Raccomandazioni Esecuzione tecnica: la procedura deve essere affidata solo a endoscopisti esperti (1,8,13): • Per avere la maggior possibilità di successo; • Perché la procedura possa durare il minor tempo possibile; • Perché sia il meno traumatica possibile; • Perché non siano necessarie troppe variazioni di decubito. Anche in questo caso il decubito non deve essere prono o semiprono, soprattutto se la paziente è oltre il primo trimestre. Rischio radiazioni: necessaria la minor esposizione possibile alle radiazioni soprattutto nel caso di esame eseguito obbligatoriamente nei primi mesi di gravidanza (durante l'organogenesi). Utile l’incannulamento con filo guida e non sotto iniezione di mdc (16). In un recente lavoro pubblicato nel 2004 (16) si propo- Giorn Ital End Dig 2009;32:45-50 evitare in gravidanza. Se possibile preferire enteroclismi e digiuno. Un’inusuale indicazione in gravidanza o in puerperio è la Sindrome di Ogilvie, ovvero una pseudo-ostruzione intestinale acuta, che però è stata descritta (8) e trattata con successo mediante sigmoidoscopia decompressiva. 47 IF Iniziative Formative > Che fare se...? ne di eseguire tutto l’esame senza l’uso di radiazioni, atteggiamento possibile soprattutto se la tecnica di imaging US o EUS è stata accurata e ha ben evidenziato i calcoli, il loro numero e la morfologia della via biliare. Nel dubbio, e soprattutto nel caso in cui fossero necessari ripetuti controlli Rx o nei casi di litiasi multipla o complicata, è sempre possibile effettuare la sfinterotomia, posizionare una protesi coledocale in plastica e differire il completamento dell’esame nel periodo post-partum (20). È necessario ricordarsi di porre una protezione piombata ulteriore sull’addome della gravida in corrispondenza del lato più esposto alle radiazioni. Sedazione: deve essere la più blanda possibile; cosa migliore, prima di sedare la paziente, è il consulto con l’ostetrico e con l’anestesista che - possibilmente abbia esperienza in procedure in pazienti gravide. Gastrostomia Endoscopica (PEG) La PEG è raramente richiesta come supporto nutrizionale: può comportare il rischio di una puntura uterina, soprattutto nella seconda parte della gravidanza (1). Esiste comunque un caso segnalato in letteratura dove è stata proposta una PEG con allungo digiunale per una severa iperemesi gravidica (21). Videocapsula Può rappresentare una metodica priva di rischi e, in alcuni casi, alternativa all’endoscopia, ma la sua sicurezza in gravidanza è sconosciuta. Elettrocoagulazione ed emostasi Raccomandazioni Rita Conigliaro et al > Endoscopia in gravidanza 48 Corrente elettrica: attraverso il liquido amniotico viene trasmessa al feto (1,7,14) e pertanto il suo impiego deve essere riservato alla sfinterotomia (vedi paragrafo precedente) o a qualche procedura emostatica salvavita urgente. In certi casi (presenza di polipi o altre lesioni) è necessario differire il trattamento a dopo il parto. • Preferire la corrente bipolare; • Posizionare la piastra lontano dall’utero. Emostasi: l’adrenalina, generalmente utilizzata in procedure di stop emorragico, è un farmaco in categoria C (vedi oltre) e può causare una diminuzione importante del flusso uterino, inoltre, il suo uso sulla gravida non è studiato. Pertanto preferire: • Metodiche termiche (Argon Plasma Coagulation, Heather probe); e/o • Metodiche meccaniche con iniezione di soluzione fisiologica senza aggiunta di adrenalina e/o mediante applicazione di clips. Endoscopia in allattamento L'endoscopia in allattamento non presenta ovviamente più alcun rischio per il neonato se non per l’assunzione di farmaci o altre sostanze che passano nel latte con effetti a volte indesiderati. Farmaci Uso dei sedativi e altri farmaci comunemente usati in endoscopia: implicazioni durante la gravidanza e l'allattamento (1,3,7) Non ci sono adeguati studi controllati in tale materia. Tuttavia, la US Food and Drug Administration (FDA) ha definito 5 categorie (tabella 1) per classificare la sicurezza dei farmaci in gravidanza. Sedativi. Benzodiazepine e Flumazenil raccomadazioni Midazolam (benzodiazepina di categoria D): è il sedativo più usato in endoscopia e quello più sicuro, infatti non ci sono segnalazioni di anormalità fetali come per il Diazepam. Quando la donna è in allattamento bisogna considerare che, a 4 ore dalla somministrazione, il Midazolam non si ritrova più nel latte materno. Tuttavia quando la mamma riprende ad allattare deve, per ulteriore precauzione, aspirare con un tiralatte il primo latte e buttarlo. Flumazenil (categoria C): si è visto che i ratti esposti possono sviluppare modifiche comportamentali, usarlo solo in caso di vera necessità. Non ci sono dati sulla sicurezza del Flumazenil durante l’allattamento. Propofol (categoria B): è considerato relativamente sicuro in gravidanza, non ci sono sufficienti dati sul suo uso nel primo trimestre (22). In allattamento bisogna cercare di riprendere l’alimentazione al seno dopo che i metaboliti sono stati eliminati, questo farmaco raggiunge il picco massimo di concentrazione dopo 4-5 ore. Comunque non è raccomandato continuare l’allattamento dopo la somministrazione del farmaco, è opportuno attendere almeno 5-6 ore prima di allattare. Oppiacei e Naloxone raccomandazioni Petidina (categoria B): più studi, anche numerosi, non hanno riportato teratogenicità e, per l’allattamento, anche l’American Academy of Pediatrics (AAP) ha suggerito che l’assunzione potrebbe essere compatibile (23), anche se la Petidina si ritrova nel latte per 24 ore. Se IF Iniziative Formative > Che fare se...? tab. 1: categorie di farmaci usati in gravidanza secondo l’FDA Categoria B C D X Sicurezza degli antibiotici in gravidanza (B) secondo l’FDA Sicuri Da evitare sempre Penicilline Cefalosporine Eritromicina (salvo estolato) Clindamicina Chinolonici Streptomicina Tetracicline possibile, la madre potrebbe stoccare il proprio latte prima dell’endoscopia in elezione quindi estrarre con tiralatte e buttare il latte delle successive 24 ore. Fentanyl (categoria C): appare sicuro se usato in basse dosi in gravidanza anche se è stato visto essere embrionicida nei ratti. L’esperienza clinica nella donna gravida è simile a quella della petidina. In allattamento bisogna considerare che la concentrazione nel latte materno è molto bassa e dura solo 10 ore, pertanto l’AAP ha suggerito che possa essere compatibile con l’allattamento materno. Naloxone (categoria B): attraversa la placenta in 2 minuti dopo la somministrazione endovenosa, non pare essere teratogenico. Non ci sono dati sulla sicurezza durante l’allattamento. Da evitare nel primo trimestre Metronidazolo Da evitare nel terzo trimestre Sulfamidici Nitrofurantoina Sicurezza degli antibiotici durante l’allattamento (C) secondo l’FDA Sicuri Penicilline Cefalosporine Eritromicina Nitrofurantoina (salvo nei bimbi con deficit di G6PD) Da evitare Sulfamidici Chinolonici Metronidazolo Altri farmaci controindicano in modo assoluto l’uso in gravidanza. Atropina (categoria B): può essere utilizzata sia in gravidanza sia in allattamento. raccomandazioni Antibiotici Lidocaina Topica (categoria C): è frequentemente usata nell’EGDS e il suo uso pare essere sicuro. Glucagone (categoria B): usato come antispastico durante l’ERCP, è sicuro in gravidanza. Butilscopolamina (categoria B): la lunga esperienza priva di effetti embriotossici e le molte segnalazioni innocue dell’uso della sostanza dopo il primo trimestre non raccomandazioni Le cefalosporine di terza generazione (categoria B) e la penicillina (categoria B) sono sicure in gravidanza come pure nell’allattamento. Valutare bene il dosaggio. Evitare: tetracicline, chinolonici e streptomicina sia in gravidanza sia in allattamento. Giorn Ital End Dig 2009;32:45-50 A Descrizione Adeguato, studi controllati in donne gravide non hanno mostrato un aumento del rischio materno-fetale Studi animali non hanno rivelato danno fetale, ma non esistono adeguati studi nella donna gravida Studi animali hanno dimostrato un evento avverso e non ci sono adeguati studi nella donna gravida oppure non ci sono studi animali Studi nella donna gravida hanno dimostrato rischio per il feto, tuttavia i benefici della terapia possono essere maggiori dei rischi Studi negli animali e nella donna hanno dimostrato danni fetali; l’uso del prodotto è controindicato nella donna che è, o potrebbe essere, gravida 49 IF Iniziative Formative > Che fare se...? Conclusioni L’esecuzione dell’endoscopia in gravidanza non ha controindicazioni assolute ma deve avere sempre una forte indicazione, essere frutto di una decisione multidisciplinare ed essere afferita ad un centro e ad un operatore di ottimo livello. Corrispondenza Rita Conigliaro U.O. di Gastroenterologia Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense Via Giardini 1355 - 41100 Baggiovara Modena Tel. + 39 059 3961752 Fax + 39 059 3961216 e-mail: [email protected] Bibliografia Rita Conigliaro et al > Endoscopia in gravidanza 50 1.Gilinsky NH, Muthunayagam N. Gastrointestinal Endoscopy in Pregnant and Lactating Women: Emerging Standard of Care to Guide Decision-Making Obstetrical and Gynecological Survey 2006;12:791-99. 2.Cappel MS. The fetal safety and clinical efficacy of gastrointestinal endoscopy during pregnancy. Gastroenterol Clin N Am 2003;32:123-79. 3.ASGE Guideline: guidelines for endoscopy in pregnant and lactating women: Gastrointest Endosc 2005;61:357-62. 4.Koch KL, Frissora CL. Nausea and vomiting during pregnancy. 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