STORIA DI LENDINARA 2° parte
Transcript
STORIA DI LENDINARA 2° parte
2° PARTE A cura di Carmen Lucchiari 1 ADIGETTO a Lendinara Ebbe origine nel 950 circa con la rotta dell’Adige, avvenuta nei pressi di Badia Polesine. Si ebbero due rami: uno proseguì per Ca’ Morosini e Lusia e fu chiamato fiume nuovo e l’altro Adigetto o fiume vecchio. I due rami si riuniscono a Loreo. Nel 1100 venne arginato ed era navigabile. Le barche cariche di verdura provenienti dal Basso Polesine facevano scalo nella piazzetta antistante il teatro Ballarin dove c’era un piccolo porto (si vede ancora la gradinata). Fu tratto ai primi del 1800 dal vasto edificio che gli Estensi avevano eretto nel XV secolo a custodia delle vettovaglie (provviste di viveri) ammassate per la popolazione e che veniva detto “el granaron”. Nel 1800 fu trasformato in teatro su progetto dell’architetto Foschini. E’ stato di recente ristrutturato. Alberto Mario piazza Alberto Mario con monumento di Ettore Ferrari 2 Casa di Alberto Mario Alberto Mario fu un’importante figura storica del Risorgimento Italiano. Egli combatté per la libertà e l’indipendenza dell’Italia e fu con Garibaldi in Sicilia e sul Volturno. Aveva sposato una giornalista inglese che condivideva e appoggiava le sue idee: Jessie White. In via Santuario, al numero 4, c’è la casa dove visse e morì Alberto Mario e dove fu ospite Giosuè Carducci, suo grande amico. Alla morte del patriota, la moglie donò una parte del terreno perché fossero costruite case per il popolo. A testimonianza della sua generosità è stata posta una lapide con un medaglione di bronzo che la ricorda. monumento a Garibaldi, grande amico di Alberto Mario 3 PALAZZO MALMIGNATI Isolato e maestoso, in riva all’Adigetto, c’è l’imponente palazzo Malignati (una nobile famiglia di Ferrara), costruito agli inizi del 1700 su progetto dell’architetto ferrarese Santini Palazzo Perolari Palazzo Perolari fu costruito nel 1500 e ristrutturato nel 1700. ora si trova in uno stato alquanto fatiscente e avrebbe bisogno di lavori di restauro. 4 I fratelli Baccari Casa Baccari : dimora natale dei fratelli Giacomo, Francesco e Gaetano Baccari, risalente al 1700 I fratelli Baccari erano tutti e tre sacerdoti. Giacomo e Francesco erano illustri architetti: a Giacomo si devono i progetti della cattedrale di Adria, della chiesa di San Barnaba a Saguedo, della chiesa di San Biagio a Lendinara e l’ampliamento e restauro del Santuario della B.V. del Pilastrello; Francesco Antonio effettuò il progetto del campanile del duomo di S. Sofia e di altre chiese di Lendinara ed eseguì il disegno per la ricostruzione della chiesetta di San Giuseppe. Il terzo fratello don Gaetano Baccari, uomo di grande cultura, donò al municipio di Lendinara la sua libreria (circa 1700 volumi) perché fosse arricchita la Biblioteca Civica. Per questo ne fu considerato il fondatore ed oggi la Biblioteca della nostra città è intitolata al suo nome. Curò con il fratello Francesco il restauro della chiesetta di San Giuseppe. scorcio di Lendinara 5 Il Santuario della Madonna del Pilastrello La storia della venerazione della Madonna del Pilastrello iniziò nel 1509. Un certo Giovanni Borezzo, per speciale devozione, fece eseguire, in legno d’olivo, una piccola statua della Madonna con Bambino, alta 30 cm. La pose in una nicchia, sulla facciata della propria casa che sorgeva lungo la via che, da Lendinara, porta a Cavazzana. La notte del 9 maggio 1509 un impetuoso vento travolse la statuetta e la portò sulle tenere punte di una vicina siepe, dove la mattina la ritrovarono i passanti, con grande meraviglia, “dritta al di sopra e oltre le stesse tenere punte di quella siepe, come se fosse trattenuta dagli angeli”. Sparsasi la voce del fatto, accorse molta gente ed il dott. Malmignati volle, a proprie spese, erigere un Capitello con altare, dove fu posta la Prodigiosa Immagine. In questa chiesetta rimase dal 1509 al 1579, sempre visitata dal popolo. Col passare del tempo il Capitello si deteriorò per cui Ludovico Borezzo, nella primavera del 1576, pensò di ripararlo. Iniziarono i lavori, ma mentre i muratori attingevano acqua da una vicina sorgente, questa si fece di color sanguigno. Si diffuse subito la fama del fatto prodigioso e ciò fece accorrere una straordinaria moltitudine di popolo. Questa sorgente diventò una vera piscina miracolosa poiché moltissimi infermi, bagnandosi in essa ottennero la salute. Ogni giorno cresceva il numero di pellegrini che giungevano anche da paesi lontani e i miracoli si moltiplicavano. 6 Aumentando l’afflusso dei pellegrini, si costruì, intorno alla sorgente, un pozzo e con un canaletto, si portò l’acqua dalla fonte ad un “bagno”, il tutto fu cinto da mura e il luogo fu chiamato il “Bagno della Madonna”. I fedeli offrivano doni e offerte in denaro e il vescovo ordinò alla comunità di Lendinara di costruire un tempio in onore della Vergine Santissima. Acquistato il terreno, si costruì il Santuario e il 16 maggio 1579 la Madonnina fu trasportata nel nuovo tempio, su un artistico marmo bianco. A ricordo di quell’evento, ogni anno, si usa fare una solenne processione a cui partecipano ben 12 parrocchie, il 16 maggio, chiamata proprio il Trasporto. Il Consiglio Civico, nel 1595 consacrò la città di Lendinara alla Madonna e ordinò che nello stemma cittadino ne fosse collocata l’immagine. Nel 1695 la statuetta fu solennemente incoronata. Immagine della Madonna del Pilastrello venerata dai Lendinaresi. Purtroppo la statuetta originale fu rubata nel 1981 e sostituita da una copia simile all’originale 7 Duomo di S. Sofia La chiesa dedicata a Santa Sofia (l’attuale duomo) fu edificata nel 1070 circa per volontà dei Cattaneo sui resti di un tempio pagano dedicato a Giunone. Nel secolo XVIII la chiesa fu ampliata e restaurata; la facciata fu rifatta nel 1910. Due lapidi romane trovate nell’area della chiesa sono murate su di una parete esterna del tempio. Il campanile, che sorge a lato della chiesa e ne è staccato, fu iniziato alla fine del 1700 su disegno del lendinarese Francesco Antonio Baccari e condotto a termine nel 1857. su di esso si libra un angelo dorato dalle ali spiegate. L’interno della chiesa è a tre navate, ricco di affreschi del veronese Giorgio Anselmi e di tele di famosi scrittori. E’ conservata una pittura di grande valore artistico: la Madonna in trono con Bambino (secolo XVI) di Domenico Mancini. 8 Chiesetta di san Giuseppe La chiesetta di San Giuseppe, di origine cinquecentesca, che sorge a poca distanza dal Duomo, ne costituiva il Battistero e custodisce alcune buone pitture del 1600 e reliquie di corpi Santi delle catacombe romane. Durante l’occupazione francese, alla fine del 1700, la chiesetta fu usata come fienile, poi nel 1822 fu riaperta al culto da Francesco Antonio Baccari Chiesa di San Biagio La chiesa di San Biagio esisteva già nel XIII secolo e agli inizi dell’800 fu riedificata in forme neoclassiche dall’architetto lendinarese Giacomo Baccari. La facciata è caratterizzata da quattro colonne che sostengono il frontone, decorato ai vertici da statue. Da una parte si erge il campanile seicentesco. 9 Chiesa di San Francesco Ora la chiesa dedicata a San Francesco e il convento ospitano i frati Cappuccini, ma un tempo era dedicata a Sant’Agata ed apparteneva alle monache benedettine. Nell’altare maggiore si trova il dipinto Maria Vergine con il Bambino e San Francesco, opera del pittore lendinarese Giovanni Baccari. Di fronte alla chiesa, al centro del piazzale, è collocata una statua in bronzo dedicata al poverello d’Assisi. Chiesa e “alboron di San Rocco” Se da Lendinara prendiamo la strada per Rasa, troviamo sulla destra un altissimo e rigoglioso platano detto “l’alboron de San Rocco” che fu piantato nel 1800. all’ombra dell’albero c’è la piccola chiesa di San Rocco che fu eretta nel 1500 come ringraziamento al santo per aver protetto Lendinara dalla peste. La chiesina fu ristrutturata nel 1927 e consacrata come monumento-ossario dei caduti nella prima guerra mondiale, con annesso Parco della Rimembranza. 10 Chiesetta di Sant’Anna Fu fatta costruire nel 1434 da Anna Bollato in Falconetti che incaricò un sacerdote di insegnare gratuitamente ai giovani. Nacque qui la prima scuola pubblica. La chiesa fu restaurata più volte; nel 1813 fu trasformata in caserma e magazzino austriaco, poi ribenedetta e riaperta al culto. Il dipinto dell’altare maggiore (1800) è del pittore lendinarese Giovanni Baccari e rappresenta Maria Vergine che porge il Bambino a Sant’Anna, la madre di Maria. 11