sturzonews - I.t.c. Sturzo

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sturzonews - I.t.c. Sturzo
MENSILE
D'INFORMAZIONE
I.T.C.
"Don LUIGI STURZO”
Edizione riservata
ai Docenti, agli Studenti, al Pers. ATA
Anno VIII - N° 7 MARZO 2009
STURZONEWS
EDITORIALE
di Salvatore Provenzani
INDICE
Editoriale
Pag. 1
Le Emozioni… Pag. 2
Marangoni a
Pag. 3
VALUTARE: AMBIZIONE O UTOPIA?
Da moltissimo tempo ormai, più di trenta certamente, il mondo della scuola ha
scoperto la valutazione. Moltissimi Docenti, praticamente tutti, avvertono il limite
Bagheria
della vecchia “misurazione” delle prestazioni degli studenti. In fondo, però,
Una mattinata
Pag. 4
soprattutto nelle superiori, nonostante si parli della valutazione, i Docenti continuano
con il magistrato
tranquillamente a misurare. D'altra parte la stessa struttura della pagella induce a
Diritto d’autore Pag. 5
misurare. Che cosa può fare un docente di italiano, matematica o lingua straniera che
Darwin:chi era Pag. 6-7
costui
deve assegnare due voti uno nello scritto ed un altro nell'orale?Quasi sempre misura i
Agrodolce
Pag. 8
compiti e fa la media. Poi prende in considerazione le verifiche orali effettuate e fa la
Gemellaggio
Pag. 9
media. Spesso in questi ultimissimi anni l'impresa della verifica si è fatta molto
Palermo Scienza Pag. 10
difficile, spesso impossibile ed allora la dizione IEG (insussistenza di elementi di
Ali spiegate
Pag. 11
giudizio) fioccano. Fioccano anche i 2 perchè il Docente non vuole che il Preside gli
Statistiche
Pag. 12
dica che è impossibile non avere alcun elemento di giudizio dopo 4 mesi di lezione. Il 2
scrutini
maschera il nulla, ma non vuol dire nulla! Dunque valutare è cosa ardua, in pratica
spesso impossibile.
Ipocritamente un po' tutti parliamo di valutazione perchè affermare di misurare è fuori
Direttore: Salvatore
moda, datato. Personalmente credo che valutare secondo le regole della docimologia
Provenzani
accreditata non è cosa facile che si possa improvvisare solo perchè si deve fare.
Direttore Responsabile:
Concetta Giamporcaro
Occorre studiare, organizzare, sperimentare e soprattutto occorrerebbe avere a
Comitato di Redazione:
disposizione un'organizzazione scolastica che consentisse una simile didattica. In
Giovanni Dioguardi, Fina
Speciale (Docenti) –
sostanza le regole del gioco sono rimaste quelle della riforma Gentiliana che si
Gabriella Romeo, Alessandro
limitava a pesare ciò che si sapeva e con le stesse regole di allora, oggi, si vuole fare
D’Ugo (V F), Rosalia
qualcosa di assolutamente diverso. Valutare significa chiamare in causa la cosiddetta
Battaglia, M. Concetta La
Franca, Marianna Stagno (IV metacognizione. Significa impiantare sulla base conoscitiva dello studente le
F), Giuseppe Castello (IV A),
osservazioni sistematiche che non hanno nulla a che vedere con ciò che si sa, ma molto
Salvatore Buttitta (V A)
con ciò che si è. Capire gli stili di apprendimento perchè ciò che si è condiziona ciò
EDITO dall’ I.T.C. “Don che si sa non è facile e non deve essere basato su pregiudizi o impressioni. Rilevare le
Luigi Sturzo”
caratteristiche personali delle sfere emotive ed affettive che interagiscono con la sfera
Via Sant’Ignazio di
meramente cognitiva comporta una continua modificazione degli stili di insegnamento,
Loyola, 7 –
cosa che comporta una continua sperimentazione mai definita e stabile. Le comuni
90011 Bagheria (PA)
tecniche di insegnamento sono assolutamente omologanti e sono l'antitesi della
Tel. 091931656 – Fax
valutazione, ma la sostanza della misurazione. Viviamo dunque questo pericoloso
091900010 –
dilemma senza saperlo superare. Forse sarebbe utile fare ciò che si può e che si sa. Se
[email protected]
come spero, si dovesse ritenere la pratica della valutazione un elemento
www.itcsturzo.it
indispensabile, allora i professionisti dell'educazione, i Docenti, dovrebbero applicarsi
un po' di più e tentare di modificarsi.
Martedì 24 Marzo ’09 alle ore 15,30, si riunirà il Comitato di Redazione di
STURZONEWS, sono invitati tutti coloro che intendono collaborare
Le EMOZIONI, …. queste sconosciute
da questo mese ospiteremo una serie di articoli sulle EMOZIONI, curati dalla Prof.ssa Pina
Ricontati
1 - LE EMOZIONI CHE CI AIUTANO A VIVERE
Antonio è un allievo che frequenta la terza media. È un ragazzo studioso e consapevole
che si deve preparare bene per affrontare gli esami di licenza media, ma ai genitori che
chiedono notizie sull’andamento scolastico del figlio i docenti rispondono che, spesso, è
impreparato e al momento dell’interrogazione non riesce a rispondere alle domande.
Antonio cerca di giustificarsi dicendo che, durante l’interrogazione, nella sua mente si
forma un vuoto ma che poi, quando ritorna al suo posto, tutto gli ritorna in mente,
purtroppo tardi!
Come può venire a crearsi una situazione del genere? Antonio
deve studiare di più?
Assolutamente no!
La “ colpa” è delle emozioni, molto spesso sottovalutate o
dimenticate.
La struttura del nostro cervello può essere suddivisa,
schematicamente, in due parti fondamentali: la corteccia
cerebrale dove avvengono i processi cognitivi superiori e il
sistema limbico che contiene le strutture più antiche,
responsabili delle emozioni deputate ad un compito fondamentale per la sopravvivenza
delle specie umana (paura, collera, desiderio, tristezza..) .
Quest’ultima parte del nostro cervello, per esempio, se attivata da una situazione
percepita come pericolosa, è in grado di bloccare il funzionamento della parte razionale
trasmettendo all’individuo una reazione di attacco, immobilizzazione o fuga, prima ancora
che la corteccia cerebrale abbia il tempo di comprendere cosa stia accadendo.
Volendo semplificare la situazione, cosa può essere, quindi, accaduto ad Antonio durante
le interrogazioni? Sicuramente il sistema limbico ha avvertito come minaccioso questo
momento e la reazione emotigena attivata ha provocato un blocco nella memoria, inoltre
un elevato livello di ansia, conseguente alla situazione emozionale che si è venuta a creare,
ha bloccato la prestazione di Antonio. Il voto negativo ottenuto, a sua volta, ha
incrementato l’ansia nei confronti delle future interrogazioni e ha dato origine a un circolo
vizioso. Esaminiamo, ora, un altro caso:
Francesco è un alunno di 15 anni, frequenta il primo anno di un istituto superiore, alla fine
del primo quadrimestre la sua pagella riporta voti sufficienti, ma i docenti lamentano una
mancanza di motivazione, di indifferenza nei confronti delle attività che vengono
organizzate, di disinteresse per le amicizie con i compagni.
Al contrario di quanto detto per Antonio, in Francesco si può ipotizzare una mancanza di
emozioni, cioè un’incapacità a identificarle, a distinguere tra emozioni e sensazioni, una
limitata capacità immaginativa. Queste difficoltà si ripercuotono sul comportamento e
sulle relazioni interpersonali, infatti Francesco si mostra insensibile sia ai rimproveri che
alle gratificazioni, in situazioni particolari potrebbe mostrare comportamenti problematici
caratterizzati da disimpegno morale.
Come aiutare Antonio e Francesco ad uscire da questa situazione disfunzionale?
(continua)
Aula Magna Istituto d’Arte
Alessandro Marangoni a Bagheria
Per il Questore della provincia di Palermo “La legalità è il corretto vivere quotidiano”.
Bagheria, 19/02/2009
“In fondo al tunnel c’è la luce”. Così il Questore Marangoni insediato da pochi mesi a Palermo e
provincia vede il lungo percorso intrapreso delle forze dell’Ordine e specialmente dalla Polizia di
Stato per sconfiggere la mafia e le altre organizzazioni consociate.
Nella sua bella parlata friulana ha definito l’affollato incontro presso l’Aula Magna dell’Istituto
d’Arte di Bagheria come una bella gita scolastica. In prima fila i secchioni e nelle ultime file i
casinisti. Buon per noi che eravamo seduti proprio sotto il suo naso.
Precisando subito che non avremmo assistito ad una lezione, ha tenuto a specificare che la sua
nomina a questore di Palermo ha un gran significato ed una valenza di particolare importanza, la
stessa di un attento giardiniere che cura gli alberi della memoria per tanti caduti, tra civili e forze
dell’ordine, nella lotta contro la mafia.
Gli applausi sono stati numerosi e spontanee specie quando ha rilevato e confermato che il
cammino intrapreso è pieno di grandi speranze. Queste positive attese sono identificabili nella
numerosa presenza dei giovani e nella libertà di parlare di temi che sino a qualche anno addietro
erano impronunziabili. Il fenomeno mafia non esisteva per definizione. Oggi possiamo ben dire
“cosa loro” e non più “nostra”.
Anche il concetto di legalità in astratto è stato affrontato portando degli esempi concreti. Vivere la
legalità è vivere l’ordinario quotidiano. Significa rispettare le regole e comportasi in modo tale che
la spada di Damocle della delinquenza non possa colpirci. “La legalità allora è uno scudo o una
maschera?” ha domandato. E’ uno scudo quando si adempie quotidianamente il proprio dovere
ovunque ci si trovi. E’ il rispetto di se stessi e degli altri.
Con semplicità ha conquistato l’attenzione ed il consenso di noi tutti creando anche un unanime
consenso attorno alle forze della Polizia di Stato per l’opera di salvaguardia della sicurezza
individuale e collettiva svolta in loco dal dirigente Salvemini di recente insediamento.
Prima che prendesse la parola il Questore dott. Alessandro Marangoni, l’incontro è stato
presentato dal prof. N. Mannino presidente del Centro Studi Parlamento della Legalità ed affabile
anfitrione presso l’Istituto d’Arte che con il Comune di Bagheria ha ospitato gli alunni delle scuole
“I.T.C. Luigi Sturzo, Istituto comprensivo Tommaso Aiello, Scuola media Ciro Scianna e una folta
rappresentanza dell’Istituto d’Arte.
Hanno preso inoltre la parola l’assessore alle attività antiraket ed antiusura dott. Rizzo, l’Ass. alle
attività scolastiche Passatello, ed ha moderato il dibattito l’addetto stampa del Comune Marina
Galioto.
Walter Tomasello e Giuseppe Villafranca, V H
Al Termine della conferenza il dott. Marangoni s’intrattiene
simpaticamente con gli alunni della V H dell’I.T.C. “Luigi
Sturzo”, che hanno esposto alcune curiosità alle quali il
gentilissimo dott. Marangoni ha risposto in maniera
esauriente, con la piena ammirazione ed attenzione dei
ragazzi.
UNA MATTINATA CON IL MAGISTRATO
“Voi giovani dovete pretendere di essere informati pienamente sulla mafia. Dovete pretendere che si parli di
mafia e di essere informati correttamente su questo fenomeno. La mafia prospera nel silenzio.” Questo
invito è stato rivolto dal magistrato Nino Di Matteo agli alunni bagheresi presenti il 18 febbraio al confronto
svoltosi presso il Liceo Classico F. Scaduto in tema di legalità.
“Un incontro come quello di oggi vent’anni fa era impensabile. Era impensabile anche solo che si parlasse
di mafia tra ragazzi.”- ha commentato Di Matteo – “Oggi voi potete fare più di noi magistrati nella lotta alla
mafia, combattendo giorno dopo giorno la mentalità mafiosa che purtroppo si fa strada anche fra le persone
che NON sono mafiose, ma comuni e onesti cittadini. Basti pensare alle raccomandazioni, ai favori, al
servilismo. Spesso la politica viene intesa come favore agli amici: voti in cambio di favori.”
Rispondendo alle varie domande poste dai ragazzi il magistrato ha più volte sottolineato l’estrema
pericolosità insita nell’entrare in rapporti di qualsiasi genere con cosa nostra: “Nel momento in cui si entra
in contatto con il mafioso si perde la propria libertà.”
“Bagheria – ha raccontato il p.m. – vive un momento storico. Appena pochi anni fa questa città è stata la
roccaforte di Bernardo Provenzano, molti ricchi imprenditori erano prestanome del boss e nei corsi
principali i mafiosi venivano riveriti. E in questa situazione le persone per bene tacevano per paura di fare
una brutta fine.”
“Oggi dopo grandi sforzi la maggior parte dei boss sono in carcere. La mafia non è più forte come prima. I
magistrati e le forze dell’ordine hanno fatto tanto e ora tocca ai cittadini dare la spallata finale alla mafia.”
Durante il confronto è stato inevitabilmente toccato l’argomento “omertà”, su cui il magistrato si è così
espresso: “Se non si denuncia non ci si libererà mai di questo giogo fatto di soprusi e prepotenze. E dopo gli
svariati arresti degli ultimi anni la mafia è stata indebolita tantissimo e ciò oggi ci permette di dire che
questo è il momento migliore per trovare il coraggio di denunciare. La paura rischia di diventare un alibi.
E non credete a quelli che dicono che le cose non cambieranno mai, perché le cose sono già cambiate
molto.”
“Al nord – ha dichiarato Di Matteo – spesso ci etichettano come mafiosi per il semplice fatto che siamo
siciliani. Io invece penso che noi del sud abbiamo sempre avuto una marcia in più rispetto al nord. La
reazione che è maturata negli ultimi anni in Sicilia è una reazione storica, fatta di tanto coraggio e, a volte,
anche di sprezzo della morte”.
Come ben noto uno dei maggiori problemi causati dal fenomeno mafioso è l’estorsione che avviene ai danni
di moltissimi commercianti tramite la “richiesta” del pizzo. Il Magistrato Di Matteo si è espresso anche
riguardo a questo tema, affermando che “l’estorsione non è solo un modo per sottrarre denaro, ma è
soprattutto un modo per schiavizzare le persone. L’estorsione è una mortificazione della libertà.
L’estorsione calpesta la dignità ed è inoltre un modo per controllare il territorio.”
Sul rapporto mafia-politica, il magistrato, che si è anche occupato del processo all’onorevole Totò Cuffaro,
preferisce tralasciare il caso specifico e offre una risposta generica: “se cosa nostra non avesse contatti nella
politica sarebbe un’associazione facilmente debellabile. Il politico deve rifiutare la mafia o non riusciremo
mai a colpire al cuore il problema.”
“Molti sottovalutano il fenomeno e vogliono far credere che quello della mafia sia solo un problema di
estorsioni o di bassa macelleria criminale, ma non è affatto così.”
“Un politico – ha poi detto - è quasi sempre in grado di capire se qualche suo collega è invischiato con la
mafia. Tutto ciò ch’egli deve fare è trovare il coraggio di denunciare e non delegare sempre l’azione alla
magistratura come fa qualcuno.” Poi prende ad esempio uno dei politici più agguerriti nella lotta a cosa
nostra: “Pio La Torre andava in giro per le piazze a denunciare la mafia, facendo nomi e cognomi.”
Un altro importante argomento trattato dal magistrato durante il confronto è quello riguardante
l’attualissima e tanto discussa riforma della giustizia che prevede molte modifiche nel campo delle
intercettazioni: non sarà più possibile intercettare senza prove concrete di reato, tranne nei casi di mafia,
droga e terrorismo purchè non si superi il limite massimo di due anni. In questo ambito Di Matteo ha
affermato che “se non fosse stato possibile utilizzare le intercettazioni come strumento di indagine,
Provenzano sarebbe ancora latitante. Trovo doveroso sottolineare l’importanza vitale delle intercettazioni e i
rischi che si corrono limitandone l’uso. Due strumenti sono stati essenziali per realizzare gli ultimi successi
della giustizia: le intercettazioni e i collaboratori di giustizia.”
Nella mattinata è stata trattata anche l’incidenza del fenomeno mafioso nell’economia locale e da quanto detto
dal magistrato è emerso che molti siciliani spesso rinunciano ad investire in Sicilia per paura di incappare in
qualche brutta esperienza come la richiesta del pizzo. I giovani intraprendenti si trovano a dover fare i conti con
la contraffazione mafiosa. Non può, dunque, esserci sviluppo senza legalità.
Alessandro D’Ugo, V F
DIRITTO D’AUTORE: VANTAGGI DA SCOPRIRE
Il 20 febbraio 2009, nell’auditorium dell’Istituto Tecnico
Commerciale “Don Luigi Sturzo” di Bagheria ha avuto luogo
una conferenza sul diritto di autore, al quale hanno partecipato
componenti della S.I.A.E. e della L.A.B., i quali ci hanno
spiegato cos’è e perché nasce questo diritto.
Esso nasce nel momento in cui si realizza un’opera d’ingegno
(libri, opere d’arte, musica, ecc…) e comprende due aspetti: il
diritto morale, con il quale si acquisisce la paternità esclusiva
dell’opera ed è incedibile e imprescrittibile (cioè non ha una
scadenza); il diritto patrimoniale, cioè il diritto di sfruttare
economicamente la propria opera, ed è cedibile. Dopo la morte
dell’autore, infatti, è gestito dai suoi eredi fino a 70 anni dalla
scomparsa. Oltre questo termine gli eredi possono vendere a un altro soggetto il diritto
patrimoniale dell’opera, ma non quello morale.
Nonostante esista questo diritto, però, sono sempre esistite persone disoneste che si appropriano
delle opere d’ingegno di altri, o che le copiano, facendo credere che siano frutto del proprio lavoro.
Nascono quindi delle società per tutelare gli autori da plagi o appropriazioni indebite. In Italia
prende il nome di S.I.A.E. (Società Italiana degli Autori ed Editori).
L’attività che essa svolge è quella di intermediazione per la gestione dei diritti. Ciò significa che
ogni volta che in DJ fa ascoltare un brano musicale alla radio o in una festa privata o pubblica, e in
tutte le manifestazioni pubblicizzate all’esterno (anche se gratuite) e in tutte le esibizioni pubbliche
(cioè quelle al di fuori dell’ambito familiare, scolastico o dei centri di recupero) occorre versare i
contributi alla S.I.A.E. Essa poi li verserà a sua volta all’autore.
Con l’avvento di internet, però, questo lavoro si è fatto via via sempre più difficile: basta collegarsi
a siti come EMULE o YOUTUBE per poter scaricare CD musicali, film o libri gratis.
Chi al giorno d’oggi non possiede CD o film pirata? Anche se tutti sappiamo che questo
comportamento è un reato, a nessuno importa nulla: “Perché pagare prezzi così esosi, quando
basta un click con il mouse per poter avere tutto quello che voglio senza dover pagare nulla? E poi
chi se ne dovrebbe accorgere?” Tutto questo perché consideriamo i contributi da versare alla
S.I.A.E. una tassa, quando invece è soltanto il compenso che spetta a chi ha realizzato quel
determinato film o CD musicale. Ogni lavoratore ha la propria retribuzione. Perché loro non
devono averla? Anche se devo ammettere che la maggior parte delle volte queste retribuzioni sono
troppo elevate (così come tante altre del resto).
Sono rimasta particolarmente colpita quando poi hanno parlato di una manifestazione, chiamata
“ROCK 10 E LODE” , organizzata dalla S.I.A.E. e dalla L.A.B. , un’altra società che si occupa
della tutela dei diritti d’autore. Tale manifestazione si svolge ogni anno il 5 maggio, giornata
mondiale della musica a scuola. Questo evento permette a giovani che ancora frequentano la
scuola, ma che sono già animati dalla passione per la musica, di esibirsi e farsi conoscere in
pubblico. Una commissione, infatti, seleziona 13 band che eseguiranno i loro brani in una gara, che
si svolge in un teatro importante (quest’anno sarà il Politeama), per essere giudicati da una giuria
competente, la quale determinerà il vincitore della gara. Gli unici requisiti richiesti sono i seguenti:
almeno metà dei componenti della band deve frequentare la scuola superiore e i brani presentati
devono essere inediti.
Alla fine della conferenza si sono esibite tre band: i “King’ s men” , i “Kolimbetra”, e i “No end”.
Sono molto contenta di aver potuto assistere a questo evento a scuola, perché ho imparato una
lezione molto importante: l’atteggiamento superficiale di qualcuno ha sempre delle profonde
conseguenze negative su qualcun’altro.
Giammanco Roberta, VG
600 gli eventi culturali, in 48 paesi del mondo, che celebrano la nascita del grande naturalista
inglese
Darwin: chi era costui?
La classe V H prende parte al seminario “Un pensiero scomodo: Darwin, il suo
tempo e il nostro tempo”, presso il Liceo “Palmeri” di Termini Imerese
Darwin nasce il 12 febbraio 1809 a Shrewsbury, il quinto di sette figli, da Robert Darwin e
Susanne Wegwood, della famosa famiglia delle porcellane.
Dai nove ai sedici anni studia senza successo presso le scuole del luogo, dopo di che si reca ad
Edimburgo per seguire medicina ed infine a Cambridge, per intraprendere un’improbabile carriera
ecclesiastica, e contribuire così all’onore della famiglia. Il padre, che non sembrava apprezzare
l’interesse del ragazzo per la natura, non nutriva molte speranze sul suo futuro.
A ventidue anni Charles Darwin concorre al posto di naturalista per il
viaggio di ricerche scientifiche intorno al mondo sulla nave Beagle. Era
un’occasione impedibile per il giovane appassionato ricercatore. Il Beagle
era un brigantino vecchio e Darwin soffriva di disturbi gastrici e di mal di
mare ma, nonostante ciò, egli definisce il viaggio “l’evento più importante
della mia vita”, che segna profondamente la formazione del naturalista.
Il viaggio dura al 27 dicembre 1831 al 2 ottobre 1836.
Estremamente importante fu la tappa alle isole Galapagos, ancora oggi
definite “ laboratorio dell’evoluzione”.
Nel 1839 sposa la cugina, dalla quale ebbe quattro figli, quindi si trasferisce a Londra e, dopo un
breve periodo, va a vivere a Down, nel Kent, dove rimase tutta la vita.
La raccolta e la catalogazione di un’infinità di dati, e l’osservazione sul campo, gli fornirono
importanti spunti di riflessione, che ebbe modo di confrontare, attraverso una fitta corrispondenza
scientifica, con Alfred Wallace che
contemporaneamente lavorava nelle isole
del Pacifico Meridionale.
Le ricerche, corroborate da una stretta
collaborazione con agricoltori e allevatori
della campagna inglese, e gli studi di tutta la
vita, gli furono permessi dalla condizioni
agiate della sua famiglia.
Nel 1859 viene pubblicato “L’origine delle
specie”, “o la preservazione delle razze
privilegiate nella lotta per la vita”, John Murray editore: le 1250 copie della prima edizione
vennero esaurite in due giorni.
Il viaggio gli era servito per raccogliere preziosi materiali e informazioni intorno alle geologia, alla
palentologia, la zoologia e la botanica. Le idee fondamentali dell’opera sono principalmente tre: la
modifica lenta delle specie, la selezione per effetto della competizione e come tutto ciò influisca
sull’evoluzione.
Il concetto principale è che le
specie
che
vengono
selezionate sono le più adatte
(non le migliori) all’ambiente
in cui vivono e destinate a
sopravvivere ed evolversi.
In sostanza Darwin riteneva
che, al contrario delle tesi
creazioniste, secondo le quali
in sei giorni Dio aveva creato
la terra e gli essere viventi, le
singole specie non sono state
create separatamente, ma “al
pari delle varietà, discese da
altre specie”.
In base a ciò la selezione
naturale
provoca
“quasi
inevitabilmente l’estinzione
delle forme di vita meno
perfette, ed induce le altre ad un processo di trasformazione, perfezionamento e dunque
evoluzione”.
“Il primo studioso le cui argomentazione in materia hanno destato molto interesse è
stato Lamarck. Egli sostiene la dottrina secondo cui le specie, non escluso l’uomo, discendono da
altre specie. Egli per primo ha sentito il bisogno di richiamare l’ attenzione degli studiosi. Tutti i
mutamenti osservati nel mondo organico e anche quello inorganico dipendono da una legge di
natura e non da un miracolo”.
“Tra i vari tipi di uomini prodotti da cause accidentali, che vissero, sparsi in piccolo numero, nelle
regioni dell’Africa centrale, ve ne saranno stati alcuni più idonei degli altri a sopportare le malattie
proprie di quella terra. Di conseguenza, i rappresentanti di questa razza si saranno moltiplicati,
mentre le altre razze si saranno ridotte di numero, non solo perché incapaci di resistere agli attacchi
della malattia, ma anche per l’impossibilità di tener testa ai più vigorosi vicini.”
“Gli individui, di una sola specie, che nascono, sono molto più numerosi di quanti ne possano
sopravvivere e quindi la lotta per l’esistenza si ripete di frequente. Ne consegue che qualsiasi
vivente, che sia variato sia pure di poco, ma in un senso a lui favorevole nell’ambito delle
condizioni di vita, avrà maggiori possibilità di sopravvivere e quindi sarà selezionato
naturalmente”
È la fine dell’antropocentrismo, ossia dell’idea di una scala di perfezione, alla cui sommità si trova
l’uomo, accomunato alle altre specie naturalmente selezionate, ma tra queste non privilegiato.
Il successo dell’opera di Darwin, come abbiamo detto, fu immediato, come furono immediate le
polemiche che suscitò, e che tennero impegnati per molto tempo in tutto il mondo scienziati e
teologi.
Nel corso della polemica Darwin si tenne in disparte, nè mai si occupo delle possibili implicazioni
politiche della propria teoria, ma numerosi furono i suoi difensori che sostennero la legittimità
delle sue tesi.
Tuttora la dottrina darwiniana continua ad essere oggetto di dibattito e talvolta si è tentato di
vietarne l’insegnamento, come in America, dove rimase illegale fino al 1967.
Solamente negli ultimi anni la Chiesa anglicana ha chiesto scusa al più grande naturalista della
nostra storia.
Classe V H
AGRODOLCE: LA SICILIA IN TV
Ha debuttato lo scorso 8 settembre 2008 la
nuova fiction di rai tre “Agrodolce” in
onda tutti i giorni, dal lunedì al venerdì,
dalle 20:10 alle 20:35 e che continua
tutt’oggi la sua scalata verso il successo.
Hollywood si trasferisce direttamente in
Sicilia, o meglio, a Termini Imerese e a
Porticello, luoghi in cui hanno trovato sede
anche altre fictions e un film di Giuseppe
Tornatore che sarà trasmesso in tutte le
sale cinematografiche proprio in questo
mese. Una nuova sfida ideata, voluta e
lanciata da Giovanni Minoli, prodotta da Rai Fiction e Rai Educational in collaborazione con la
regione Sicilia. Una fiction, questa, che oltre a voler mostrare all’intera Italia gli angoli nascosti del
paradiso naturale siciliano si pone come obiettivo quello di trattare in maniera coinvolgente temi di
estrema attualità come: l’emigrazione, il lavoro, la criminalità, l’istruzione, l’integrazione sociale e
religiosa, la mafia e tante altre tematiche. Ambientato soprattutto nel comune di S.Flavia (nella
finzione chiamata Lumera), la fiction è un racconto che attira l’attenzione di tutti quei siciliani
orgogliosi di vedere una parte della loro terra su rai tre. Le vicende di sei famiglie e di tanti
personaggi si intrecciano per raccontare al migliore dei modi la realtà siciliana. La vicenda si snoda
intorno a Lucia Serio, un medico che ha studiato a Londra e che , tornando nella sua terra di origine
dove risiede la famiglia, si scontra con una realtà diversa da quella a cui era abituata, e Lena Cutò,
una docente di lettere che vive il suo
lavoro come una missione cercando di
capire i disagi dei suoi alunni che vivono
ai margini della società. Le loro storie
saranno il pretesto per raccontare la
società siciliana: dai nobili decaduti agli
imprenditori arricchiti, dai pescatori ai
poliziotti e ai mafiosi. Per riportare tutto
ciò in scena occorre il duro lavoro di
1352 persone di cui: 19 attori principali,
77 in ruoli secondari, oltre 1000
comparse, 6 registi e 250 fra tecnici e
organizzatori. Tra gli attori principali,
inoltre, vanno ricordate le sei famiglie:
Serio, Cutò, Ruffo D’Altavilla, Granata, Martorana, Randazzo e poi il giovane poliziotto ancora
single che ha dichiarato il suo amore alla giovane Rosy, Rashid. Un set a cielo aperto è la nostra bella,
calorosa e telegenica terra. Una fiction firmata Rai Tre che vedrà crescere sicuramente il suo numero
di telespettatori.
Emanuele Lo Balbo, IV A
IMPORTANTE: nella seconda metà di Marzo inizieranno i Corsi di Recupero e i Corsi del
Piano Integrato. Si raccomanda, a tutti gli studenti individuati, di partecipare assiduamente
alle attività previste.
Gemellaggio
Ah, la France. Raffinata culla di grandi pensatori contemporanei
e affascinante terra di innovazioni culturali e tecnologiche...
Quale momento migliore per gustare in tutto il suo splendore la
sua delicata fragranza di libertà, fraternità e uguaglianza? Ogni
attimo dedicato alla profonda conoscenza di codesta nazione
non è affatto da considerare sprecato, dal momento che già da
un paio di mesi il nostro istituto scambia delle informazioni riguardo il nostro
territorio con una scuola secondaria francese di Parigi.
Si tratta di un vero e proprio traffico di dati informativi (sottoforma di posta
elettronica), scambiando continuamente notizie sui propri costumi, tradizioni, modi di
vivere differenti e trasmettendo anche le proprie impressioni su questo progetto di
gemellaggio virtuale ai nostri corrispondenti
francesi.
Il progetto (per quanto riguarda la mia classe),
capitanato dalla prof.ssa di francese R.A.Favatella,
sta lentamente acquistando vitalità grazie alla
trasmissione dei primi messaggi di presentazione di
noi stessi e della nostra scuola, e anche alle
relative risposte dei nostri coetanei stranieri, i
quali appaiono abbastanza entusiasti di ricevere
notizie sui nostri costumi e sul nostro Paese, in
generale.
Ci si scambia veramente di tutto... dalle presentazioni alle ricette culinarie, dai propri
usi e costumi alle tradizioni tramandate dai nostri padri. A mio parere, questo
gemellaggio sembra essere un'ottima occasione per conoscere meglio i nostri fratelli
europei, che pur abitando in un territorio limitrofo,
presentano delle caratteristiche leggermente diverse
da quelle nostre. La mia unica speranza è, quindi, che
quest'esperienza perduri fino all'esaurimento completo
di codesto progetto, in modo tale che io e le persone
che mi stanno accanto in particolare assimilino al
meglio le informazioni contenute nei messaggi virtuali,
avvicinandoci sempre più al mondo esterno e a
costruire un futuro migliore per tutti noi.
Claudio Monteleone, 2 A
PALERMO SCIENZA
Si è appena conclusa “La settimana della scienza” presso il Polo
didattico del campus universitario di Palermo, che ha visto partecipi
più di una trentina di scuole, tra le quali anche la nostra. In mostra una
cinquantina di strumenti scientifici antichi, restaurati da alcuni tra gli
stessi istituti partecipanti. Esperimenti di ogni genere in campo
scientifico: osservazioni stellari, percorsi galileani, esperimenti
chimici di ogni tipo. Ogni scuola disponeva di uno o più tavoli, sui
quali erano posti i propri materiali. La nostra scuola illustrava attraverso dei semplici e simpatici
esperimenti: il principio di Archimede, il funzionamento del dinamometro, cartine di tornasole per
individuare elementi acidi o basici. Persone di ogni età, adulti, giovani, bambini, si avvicinavano
per osservare i nostri esperimenti e per scoprire poi la spiegazione scientifica, illustrata da noi
stessi. Aperti al pubblico anche molti laboratori dedicati alla scienza in cucina e alla scienza
applicata alle indagini giudiziare. La settimana ha previsto anche molti convegni e seminari su temi
di storia delle scienze e delle tecniche, riflessioni e sperimentazioni sui sempre più vasti campi di
applicazione delle nuove tecnologie. È stata dunque una settimana ricca di cultura e scienza
dedicata soprattutto a noi giovani, che oltre ad apprendere cose interessanti, abbiamo anche
allacciato rapporti d’amicizia con gli alunni delle altre scuola. Lo scopo fondamentale è quello di
mobilitare tutte le competenze del Paese, per favorire una più vasta diffusione di cultura tecnicoscientifica attraverso canali di comunicazione e di scambio tra la società civile ed il complesso
sistema della ricerca. Per noi è stata una bellissima esperienza, che ci ha dato la possibilità di
apprendere ed affrontare temi a noi ancora sconosciuti, facendoci capire che è possibile soprattutto
imparare qualcosa di importante in qualsiasi modo, non solo studiando sui libri, ma anche così,
lavorando in gruppo e confrontandoci in modo simpatico gli uni con gli altri.
Emanuela Pennino, II G
Nei giorni 21-26-28 Febbraio la classe 2G si è recata, accompagnata dal
prof. Carubia, all’Università di Palermo per partecipare al progetto
“PALERMO SCIENZA”. Il nostro compito era quello di presentare degli
esperimenti, in particolare ci siamo occupati: di acidi, basi e ph; del
diavoletto di Cartesio; del dinamometro; del principio di Archimede.
Gli esperimenti sono stati apprezzati soprattutto dai bambini che si
avvicinavano incuriositi al nostro tavolo e che si divertivano a provarli, ma
sono stati apprezzati anche dai ragazzi delle varie scuole partecipanti e
dagli adulti.
L’esperimento più apprezzato è stato quello
del “DIAVOLETTO DI CARTESIO” che
consisteva nell’esercitare sulla bottiglia una
lieve pressione e il diavoletto scendeva in profondità, invece se si
rilasciava il diavoletto risaliva. Questo esperimento ha incuriosito molto i
bambini perchè cercavano di capire quale fosse la causa che faceva salire
e scendere il diavoletto divertendosi molto.
La partecipazione a questa attività è stata molto interessante perché abbiamo imparato cose nuove,
divertente perché abbiamo conosciuto tanta gente simpatica, ma soprattutto abbiamo trascorso delle
giornate diverse dal solito, ”facendo scuola” in maniera diversa.
Rotino Rita Valentina, II G
ALI SPIEGATE
Infinità d’azzurro, eternità di tempo,
fra le ali spiegate della mia fantasia.
Cerchi di luce aurei e nuvole sorelle,
eteree forme segnano coi pastelli del cielo,
che gli occhi muti, osservano nelle notti di luglio,
quando la brezza docile, mi accarezza la pelle.
Il cuore anela intrepido, di varcare la soglia,
di quella linea che argina l’orizzonte,
dove novella Venere, l’auror fulgida, emerge,
e con le ciocche e i veli, il mar tutto colora;
riverberi d’arancio, celeste, rosa e verde,
si spargono preziosi, su quella azzurra tela.
Io, cigno, con il cuore, d’amore mi tramuto,
contemplo l’universo e spiro l’infinito.
Al senso mi abbandono e ascolto muta l’eco,
dei miei sospiri e affanni, del patimento ascoso,
e il cuore colmo, immenso, di sentimento puro,
spargendo d’emozioni, l’effluvio delicato.
Armoniche cadenze, l’amore suona in petto,
arpeggio sono i moti, che un flauto accompagna.
I versi del mio cuore compongono lamenti,
perché, solo, esso coglie, rapito il sentimento.
La melodia, il dolore, la gioia, lo stordimento;
profezia di un amore, senza limiti e tempo.
Nato un giorno, a dicembre, per destino e magia;
rintoccato nel cuore, come il suon di campane,
e dischiuso come un fiore, nell’aiuola dei sensi.
Un romantico amore, un disegno divino;
poesia e gran dolore che emozioni ha donate,
al calor del suo sole, che ogni giorno più avvampa.
Pur se mesta ora colgo disincanto e sconforto,
io d’amor spiego l’ali e, ogni notte, m’involo,
e intravedo le amene scogliere del cielo,
e i gabbiani a ridosso delle bianche colline.
Sento un palpito forte e un sussulto nel cuore,
scorgo lui, colgo amore e mi spengo al suo abbraccio.
Angela Aprile
Statistiche scrutini
Ormai è risaputo, le statistiche riescono ad essere assolutamente veritiere e nello stesso tempo del tutto
false. Se gli antichi sofisti ne avessero avuto il possesso come scienza, sarebbero stati incondizionatamente
felici. Avrebbero potuto sostenere con dati di fatto ciò che, tuttavia genialmente, intuirono: che potesse
essere vero “a” ed il suo contrario. Questo riferimento, abbastanza scontato, per cercare di capire
qualcosa sui dati relativi al primo quadrimestre delle scuole secondarie in Italia. Tutti i giornali hanno
avuto modo di esprimere meraviglia per risultati che veramente autorizzano molta, molta preoccupazione
per cercare di capire come è la scuola e dove va. I dati, sono sicuramente contraddittori e consentono di
dire che tutta la scuola è in crisi o che solo una sua parte (gli istituti professionali e tecnici) soffre. I licei
sembrano essere esenti dalla crisi, ma nello stesso tempo ci si rende conto che anche i liceali accusano
diverse insufficienze e molta difficoltà nell'andare avanti. D'altra parte la crisi di apprendimento delle
lingue straniere superiore alla matematica, investe tutte le tipologie di secondaria. La possibilità di una
valutazione a metà percorso bivalente non aiuta le lettura del sistema e, se possibile, ne rimanda la
soluzione. La nuova abitudine ministeriale di monitorare i risultati di metà percorso si presta a pensare che
gli ultimi provvedimenti governativi possano essere risolutivi del problema del sistema formativo. La
pubblicizzazione dei risultati veramente disarmanti autorizza a sostenere la necessità di provvedimenti di
assoluta emergenza e questo porta alla conclusione che “forse” i decreti sono la terapia migliore. La mia
molto modesta esperienza di addetto ai lavori mi porta a pensare che per ridurre la scuola nelle condizioni
nelle quali si trova sono stati necessari circa 50 anni. Si è registrato un lento, progressivo, inarrestabile
processo di destrutturazione dell'edificio gentiliano senza riuscire mai a contrapporre all'edificio in
demolizione un progetto di nuovo corso. Si sono soltanto adottati provvedimenti- tampone che hanno reso
del tutto disomogeneo il percorso formativo e lo hanno reso segmentato e contraddittorio. Questa
considerazione porta a pensare che per avviare un processo virtuoso di ricostruzione occorre iniziare
subito individuando le linee progettuali che potranno realizzarsi almeno fra 30 anni. Non si demolisce in un
giorno, non si ricostruisce in un giorno. Avviare un processo positivo aiuterebbe e molto. I risultati del
primo quadrimestre dimostrano inequivocabilmente che non solo non è iniziato il processo virtuoso, ma
anzi che il degrado continua. I risultati dimostrano che nelle scuole italiane non si studia a sufficienza.
Sotto certi aspetti, e le statistiche lo dicono, non si studia affatto. Lo si deduce dal numero esagerato di
assenze, dalle occasioni di vacanza più o meno autorizzate o concesse. Dall'abitudine di non lavorare per
tutto il primo quadrimestre e di fare qualcosa alla fine dell'anno. Tutto ciò accade da moltissimi anni senza
che siano stati assunti provvedimenti organici e condivisi. Per molti anni la polvere è stata messa sotto il
tappeto e nessuno ha avuto modo di considerare i dati pubblicamente. Il grave degrado della scuola è
rimasto un problema interno reso noto solo in occasione delle graduatorie europee dei sistemi scolastici. Si
è compiuto un grande sforzo per centrare la diagnosi, ma quasi nulla per la terapia si è realmente fatto. Gli
ultimi provvedimenti del governo dimostrano, senza dubbio, la mancanza di una prospettiva, dimostrano
pericolosi salti all'indietro. Il ritorno ai voti nell'elementare e media, la scelta di misurare e di non
valutare, la politica dei tagli, il voto in condotta che boccia, sono segnali di ammiccamenti ad un passato
che non può tornare e questo implicito tentativo di retromarcia,di fatto, ritarda la possibilità di una ripresa
reale del progresso.
Ma le statistiche dicono anche qualcosa che veramente mi ha impressionato. Ben 34.000 alunni in Italia
hanno avuto il 5 in condotta! A me pare una cifra considerevole ed irreale. Mi chiedo se è possibile che
effettivamente 34.000 ragazzi hanno avuto 16 giorni di sospensione e se dunque i consigli di classe abbiano
seguito le procedure garantiste pensate del Governo. Ho invece l'impressione che i Consigli di classe
abbiano forzato la norma ed abbiano preso per buono l'annuncio che il Ministro ha fatto, informalmente, di
liberare l'assegnazione del 5 dai vincoli definiti nel decreto. Non entro nel merito di questa ipotesi. Si
commenta da sé. In effetti molti hanno inteso l'autonomia come un vero e proprio potere di fare ciò che si
vuole e non ciò che si deve. Mi preoccupo del fatto che veramente il Ministro liberalizzi il 5. La punizione
per frustrazione è la cosa peggiore della giustizia. Non ci si può vendicare attraverso la severità nelle pene.
Consentire ciò sarebbe gravissimo soprattutto per una comunità educante. Questi dati statistici pubblicati
con grande enfasi debbono invece indurre a una riflessione meditata e serena da parte dei Docenti che in
nessun modo debbono abdicare alla componente educativa della funzione. I Docenti non possono cadere
nella lusinga di affermare il principio di autorità nella tolleranza “zero”. Nella scuola l'unica forma
possibile di autorità è quella che promana dalla cultura!
Salvatore Provenzani