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AZIONE CATTOLICA GIOVANI
don Massimo Gaia
UNA VITA …
IN EQUILIBRIO!!!
PER UNA SERENITÀ DI FONDO,
PER UNA CRESCITA
DELLA PROPRIA PERSONA
Campo “Fede&Vita” 2003
Azione
Azione Cattolica
Cattolica Giovani
Giovani
Casella postale 138
CH - 6932 Breganzona
( 091 968 26 92
6 091 968 28 32
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Calendario Clandestino:
( 091 968 28 33
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36
Camperio, Casa “La Montanina”, 24–27 aprile 2003
QUADERNI DI ACG NR. 9
1
by Dodo
INDICE
1. Introduzione
pg. 3
2. Una vita... in equilibrio!
pg. 7
3. 1ª tappa: Lo spirito umano:
tra natura e grazia
pg. 9
4. 2ª tappa: Il corpo umano:
tra libertà e responsabilità
pg. 14
5. 3ª tappa: La psiche umana:
tra razionalità ed affettività
6. 4ª tappa: Essere e rimanere
in Equilibrio personale
Una check–list ed alcuni segni
pg. 26
pg. 30
GB & DW #1 + #2
L’Intelligenza Emotiva in ca. 5’ minuti
pg. 19
pg. 21
2
35
4.
5.
6.
7.
rito) ed ho davanti a me ciò che vedo
e devo fare (corpo); al mio fianco
(affettività e razionalità) ho ciò che
mi aiuta nel gestirmi.
L’immagine della macchina fotografica: il diaframma (psiche) permette il
passaggio della luce tra l’esterno
(corpo) e l’interno (spirito).
La serie dei simboli del Campo F&V:
la fenice (divino–umano); le tavole
della legge (libertà–responsabilità); lo stetoscopio
(affettività–razionalità); la bilancia ed il cuore con le due
mani (equilibrio).
La tridimensionalità: alto e basso = divino e umano; sinistra e destra = libertà e responsabilità; avanti ed indietro
= affettività e razionalità.
La frase sintesi: Dio e io insieme, metto in gioco la libertà
responsabilmente, con idee forti e sentimenti adeguati.
INTRODUZIONE
Ø
o È un Campo, con delle finalità anche formative, per
“formarsi”, cioè, in vista di affrontare in modo più adeguato
la nostra vita. A differenza di altri incontri, questo avrà una
risonanza forte in voi, perché tocca voi e le vostre persone,
e non tanto delle tematiche, più o meno astratte, attorno
alle quali è importante sapere come “pensarla” (cfr. p. es.
la tematica dell’aborto), oppure sapere “come si fa” (cfr. p.
es. la spiritualità o le tecniche di animazione).
Ø
CAMPO…
o La vita insieme è importante per crescere bene nella fede. E
allora qui siamo invitati tutti a divenire corresponsabili della
riuscita del campo, una corresponsabilità certamente più determinante che in altre esperienze (Campeggio, CorsoFormazione, CampoSci, ecc.), ed è affidata a tutti nello stesso modo. Siamo qui, dunque, tutti per gli stessi scopi: 1) lo stare
insieme con Gesù e 2) per la formazione.
o Non aver paura di domandare: non ci sono domande stupide,
solo risposte stolte. Occorre aiutarsi a tirar fuori queste cose
che si hanno dentro, perché non è scontato trovare un contesto, nel quale si possano trovare delle risposte alle domande che ci portiamo dietro.
o Per questo occorre aiutarsi reciprocamente a vivere questo
momento, rinsaldando le amicizie ed abbattendo le barriere.
Ø
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IL CAMPO “FEDE & VITA”
…FEDE & VITA:
o C’è il rischio continuo della “dicotomia”, della “separazione” senza alcun contatto, quasi una sorta di “schizo–
frenia”, tra la vita di fede e la vita concreta. La nostra vita
concreta e la nostra vita di fede rischiano di procedere su
due binari diversi e paralleli senza incontrarsi mai e senza
nessun contatto. È un po’ un’opinione comune, che Dio, in
3
VITA
FISICA
vita del
nostro CORPO
vita concreta
Tendo a dormire troppo poco?
Sono spesso in conflitto con gli altri?
Sono sicuro di me stesso? Mi apprezzo?
Sono pigro?
Sono fedele al luogo di crescita nella fede (comunità,
gruppo, associazione, movimento)?
Sono capace di riflettere sulle cose che mi capitano?
Sono attivista, e devo sempre fare qualcosa?
So applicarmi nello studio ed a scuola?
Riesco ad impegnarmi anche in cose che non apprezzo tanto?
Riesco ad essere me stesso in ogni circostanza?
Riesco a prendere e portare a fondo le mie decisioni, senza lasciarmi condizionare dagli altri?
Riesco a testimoniare agli altri che sono credente?
Riesco a cambiare i miei stati d’animo?
Quanto sono fedele ai sacramenti (Euc-Pen)?
Quanto sono capace di ascoltarmi dentro?
Pratico delle attività sportive?
Muto opinione secondo le persone con cui sono?
Mi ricordo di entrare in relazione con Dio?
Mi prendo abbastanza tempo per il riposo?
vita del nostro
rapporto con
Dio
Mi accorgo, mi rendo conto dei miei stati d’animo?
vita del
nostro SPIRITO
Mantengo orari irregolari nella mia giornata?
VITA DI
FEDE
Schema 1
„SEPARAZIONE“
Leggo ogni tanto qualche passaggio della Bibbia?
4
tante cose non centri per niente:
“Ma come?!? Voi cristiani venite
ad insegnarmi che Dio c’entra
anche con il mio andare a sciare?
Ma siamo matti?!?” (affermazione
di una giovane che si preparava
alla cresima).
Manca un “anello di congiunzione” tra la “fede” e la “vita”, tra
la vita spirituale e la vita concreta. Crediamo di individuare questo anello di congiunzione nella
nostra vita interiore, ossia ciò
che si muove dentro di me, in
quanto pensieri ed emozioni. Cfr.
lo Schema 1 e lo Schema 2). Tra i
tre, anzi, i quattro tipi diversi di
“vita” si viene a creare un legame profondo ed un’interazione
armoniosa: tra vita fisica, la vita
interiore, la vita spirituale che
sono destinate a diventare sempre più la “vita eterna”, cioè la
vita stessa di Dio.
o I quattro tipi di “vita”, vita fisica, vita interiore, vita spirituale,
vita eterna, sono come le parti di
un fiore (cfr. Schema 4). Il gambo e le foglie, che sostengono
tutto il resto, sono come la vita
fisica, che è la condizione per gli
altri tipi di vita; i sepali che circondano il fiore sono ciò che sostengono la corolla, ossia la parte
più bella del fiore (la vita spirituale), un sostegno paragonabile
alla vita interiore (psicologica).
33
Da cor
quilibrato reggere
Non e
FISICA
vita del
nostro CORPO
Valutazione
vita concreta
VITA
INTERIORE
INTERIORITÀ
(PSICHE) nella sua
interezza
Schema 2
La poltrona ed il letto sono i miei oggetti preferiti.
Ho la capacità di avere amicizie durature?
Ho delle attività culturali, religiose, sociali?
Faccio spesso “notti in bianco” o “orari piccoli”.
E quando sono stanco, so “staccare la spina”?
Dormo troppo?
Curo il mio aspetto fisico, il mio look?
Con i/le ragazzi/e sono una/un “farfallona/e”?
Cerco di essere coerente nelle azioni con la mia fede?
Cambio atteggiamento secondo il luogo in cui sono?
Appena posso, rimando le cose da fare a più tardi.
Appena posso, mi ritiro da solo in camera mia.
vita della nostra
Attenzione particolare
Per ognuno degli ambiti e per ogni attenzione particolare, date una valutazione (con un “ü ”a partire
dall’osservazione della vostra vita quotidiana: “-3” è: troppo poco; “0” è: sufficiente; 3 è: troppo.
Check-List per l’equilibrio personale
32
VITA
VITA DI
FEDE
vita del
nostro SPIRITO
vita del nostro
rapporto con Dio
Ma lo scopo di tutto è la vita eterna (il pistillo, al centro del fiore),
già iniziata qui come vita da risorti
e che continuerà per sempre
nell’aldilà, faccia a faccia con Dio.
o Una riprova dell’importanza della
vita interiore quale anello di mediazione tra spiritualità e vissuto è
data dal fatto che è questo il
“luogo” delle risonanze, che qui
convergono e si incontrano (cfr.
Schema 3). Un’esperienza intensa
di preghiera lascia in noi pensieri e
sensazioni emotive di consolazione
oppure di desolazione (S. Ignazio).
Un’esperienza sensoriale (tocco
qualcosa) o un incontro–avvenimento mi porta ad avere pensieri e risonanze emotive datemi dalla vita
concreta. Nella vita interiore convergono le risonanze affettive e
razionali della vita spirituale e concreta: nell’interiorità è possibile
gestire l’incontro tra fede e vissuto, proprio nella gestione delle risonanze (pensieri ed emozioni).
o La nostra vita interiore è sempre
stata il grande problema di ogni
tempo ed è oggi più trascurata che
mai. Questa separazione, tra fede
e vita, si è ancora di più accentuata con la grande “sbandata” a partire da Cartesio (1596–1650) e nei
secoli seguenti, per cui solo il pensiero è decisivo per la conoscenza
della realtà: “Cogito, ergo sum!”
(“Penso, dunque sono!”).
5
Schema 3
VITA FISICA:
o
le azioni e gli
avvenimenti
lasciano in noi
una
„risonanza“
VITA
INTERIORE
punto d’incontro
tra le „risonanze“
VITA DI
FEDE:
le attività
spirituali lasciano
in noi una
„risonanza“
Quattro sono le tematiche
che vengono toccate in
questi Campi “Fede&Vita”.
Si tratta di tematiche analoghe che si intrecciano
l’una con l’altra, toccando
degli aspetti importanti
per la vita interiore e per
la vita spirituale e di fede.
Si tratta dell’Affettività,
dell’Intelligenza emotiva,
dell’Autostima; dell’Equilibrio personale.
o
Adolescenza: il tempo dei
“Giovanissimi” è il tempo
della crescita e dell’apertura verso la vita. Ma si
tratta di un’apertura che può essere un’occasione (con la
possibilità del successo) oppure una tentazione (con la possibilità del fallimento). È importante ricevere ora certi stru-
Schema 4
Pistillo: La vita da risorti (oggi);
La vita eterna (nell’aldilà)
Corolla: La vita spirituale
Petali: La vocazione particolare
Sepali: La vita interiore Schema 8
(sentire, pensare, volere)
Gambo, Foglie: La vita fisica
6
by Dodo
31
Devo inoltre porre le giuste priorità: prima
viene lo spirito (come la fonte, la sorgente),
poi viene il corpo (come lo strumento in vista
dell’interazione con Dio, me stesso, gli altri,
le cose e gli avvenimenti), da ultimo viene la
psiche, come luogo della gestione della mia
persona, soprattutto al momento in cui si manifesta qualsiasi accenno di conflitto, di difficoltà (cfr. Schema 18).
menti per vivere bene la vita fisica, interiore e spirituale e
per integrarle, per passare indenni attraverso un periodo affascinante ma difficile.
o Partecipanti: il Campo Fede&Vita è soprattutto rivolto ai
Giovanissimi, ma anche ai Giovani. Siamo magari in pochi,
ma dobbiamo far morire gli altri d’invidia. E tanto peggio
per chi non è venuto…
•
UNA
•
Riportiamo nelle pagine seguenti (pg. 32–33) una possibile
check–list per verificare il proprio equilibrio personale. Occorre procedere come segue:
•
In un momento di calma, rispondere attentamente alle
domande, dando un voto come risposta: 0 se equilibrato;
da –1 a –3 se “troppo poco”; da 1 a 3 se “troppo”.
•
Segnalare nella penultima colonna a destra quali dei fattori sono veramente squilibrati.
•
Scegliere nell’ultima colonna a destra un solo fattore, che
nei prossimi tempi si decide di cercare di equilibrare maggiormente.
SCELTA E L’AIUTO DI UN SEGNO
•
Mi sembra molto importante che ognuno di noi scelga un simbolo, un segno che lo aiuti a ricordare, con pochissime idee e
parole, tutto quanto è stato detto in questi giorni. Ve ne propongo alcuni:
1. L’immagine del rubinetto, perché è la valvola (psiche)
che permette lo scorrere del divino (acqua —> spirito)
nell’umano e nel concreto (recipiente —> corpo).
2. L’immagine dell’uovo in equilibrio in cima ad una montagna, perché, se rotola lungo uno dei versanti, si rompe e
fa “frittata”… Cfr. Schema 18.
3. L’immagine del tappeto volante: perché siedo al centro
(psiche) e ho alle spalle le premesse che non vedo (lo spi-
UNA VITA… IN EQUILIBRIO !
o La nostra ricerca di questi giorni è la ricerca di un equilibrio
personale. Si dice anche istintivamente di questa o di quella
persona: “È equilibrata” oppure “Non è molto equilibrata…”.
Ma cosa significa e cosa si intende con ciò?
o Tre gli obiettivi principali di questo Campo Fede&Vita:
• scoprire quali sono le parti in gioco per l’equilibrio;
• scoprire tra “che cosa” e “che cosa” va posto e ricercato l’equilibrio;
• come raggiungerlo e/o mantenerlo?
CHECK –LIST
LA
30
Ø
Ø
LA PERSONA TRIPARTITA ALLA RICERCA DI UN EQUILIBRIO
o La persona, considerata come essere composto (tripartito, a
tre dimensioni) di corpo, anima (psiche) e spirito (pneuma),
è alla continua ricerca di un equilibrio fra queste sue tre
parti: in questo senso si possono stabilire dei parallelismi:
• corpo, anima e spirito;
• azione, mediazione, valore;
• vita fisica, vita interiore, vita spirituale;
• fede, speranza, carità.
o Da una parte, dunque, le varie componenti della persona
cercano un loro equilibrio; ma, d’altra parte, anche le singole componenti cercano un loro equilibrio (cfr. Schema 5):
• corpo: equilibrio tra libertà & responsabilità; nel grafico sull’asse sinistra–destra;
• anima (psiche): equilibrio tra affettività & razionalità;
nel grafico sull’asse avanti–indietro;
• spirito: equilibrio tra natura & grazia; nel grafico
sull’asse alto–basso.
7
8
Piano della vita spirituale
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GRAZIA
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SA
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SPO
RE
AFFETTIVITÀ
RAZIONALITÀ
TÀ
ER
LIB
NATURA
Piano della vita concreta
o Infine abbiamo guardato uno spezzone di
film, che ci ha permesso di gustare ciò
che desideriamo studiare e che, ultimamente, ricerchiamo
per ciascuno di noi.
Si tratta della Regina
Elisabetta nelle sequenze finali (ca. 15’)
del film “Shakespeare in love”.
Schema 5
o Abbiamo poi osservato una vecchia bilancia a pesi, ed abbiamo fatto alcune osservazioni interessanti:
• l’equilibrio è difficile da raggiungere;
• l’equilibrio è da conquistare in una ricerca continua;
• la differenza tra equilibrio statico e dinamico è significativa: equilibrio non significa “piattume”, monotonia
(equilibrio statico), perché un equilibrio è possibile anche (ma non solo) attraverso un ponderato bilanciamento tra i due estremi;
• è difficile fare equilibrio con due elementi (p. es. A,
B), è più facile ottenerlo con tre elementi (A e B)!
Piano della vita interiore
o
Ma che cosa si intende con equilibrio? Esso può essere inteso in due modi, essenzialmente: come una stasi tra le due componenti
da equilibrare (come i due bracci di una bilancia/stadera: EQUILIBRIO STATICO), oppure come
un’alternanza continua tra le due componenti
(come il pendolo: EQUILIBRIO DINAMICO ). In una
correlazione tra due elementi A e B, l’equilibrio consiste nel
il tenere insieme A e B, in modo tale che nessuno dei due
prevalga sull’altro; semmai la sottolineatura particolare viene posta sull’“e” che congiunge e tiene insieme A e B più
che solamente su A o su B.
„L IB
E
RTÀ
“
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B
A
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P
S
E
“
Schema 18
29
MANTENERE UN EQUILIBRIO?
L’equilibrio è il frutto di un cammino:
nessuno nasce “equilibrato” e nessuno passa
attraverso le diverse fasi della vita senza dover riaggiustare continuamente i propri equilibri. In questo senso l’equilibrio è sempre un
dono di Dio ed una conquista dell’uomo, come
frutto di un buon incontro tra Dio e l’uomo,
tra la grazia e la natura.
L’equilibrio è affidato alla nostra responsabilità: non possiamo pensare di vivere qualunque cosa (“Tutto mi è lecito”) e
poi di poter essere equilibrati: le azioni che compio con il mio
corpo, di fatto, hanno le loro conseguenze anche sull’equilibrio della mia persona (cfr. peccato originale). Ecco alcune
delle coordinate essenziali (cfr. Schema 17) per il conseguimento ed mantenimento dell’equilibrio personale!
Per raggiungere e mantenere l’equilibrio devo prendermi cura
di ognuno dei 9 ambiti di equilibrio, e devo vegliare che ad
ogni ambito venga dato lo spazio appropriato (non troppo e
non troppo poco).
•
•
•
VITA
ESSERE DELLA P ERSONA
A GIRE DELLA P ERSONA
Vita concreta
CORPO
Riposo, cura di sé,
dei propri ritmi, dei
propri limiti
Fare delle cose, attività
per sé, per gli altri,
per Dio
Vita interiore
PSICHE
Ascolto delle proprie
emozioni e dei propri
pensieri, ricupero delle
energie interiori
Mettere pensieri ed
emozioni al servizio mio,
degli altri, di Dio (lavoro
intellettuale, amore)
Vita spirituale
SPIRITO
Cura del proprio
spirito, con l’ascolto
della Parola di Dio,
la frequenza ai Sacramenti, con la preghiera
e la comunione fraterna
Mettere tutto se stesso
a favore della crescita
del regno di Dio in ogni
ambito della vita: famiglia, scuola, lavoro,
comunità cristiana
Schema 17
28
LO
•
SPIRITO UMANO: TRA NATURA E GRAZIA
Approccio cinematografico: Harry Potter e
la Camera dei segreti. In modo particolare il
combattimento di Harry contro il serpente
con l’aiuto della fenice. L’intervento del divino (la fenice) a favore dell’umano (Harry)
nella lotta contro il Male (serpente–basilisco;
Tom Riddle). Il simbolo di questa tappa del
nostro percorso è la fenice, simbolo del divino e dell’umano.
UMANO E DIVINO
•
•
•
Abbiamo cercato di definire in modo intuitivo le due parole
“umano” e “divino”, ma non è facile. Abbiamo tutti un’idea
alquanto chiara ed intuitiva, ma che difficilmente riusciamo a
esprimere con parole. In modo semplice possiamo dire che il
“divino” è ciò che è proprio di Dio, “l’umano” ciò che è proprio e tipico dell’uomo.
Il divino e l’umano (le parole tecniche sono “grazia” e “natura”) sono l’uno per l’altro: Dio può certamente esistere senza
di noi, ma noi senza Dio non siamo nulla e non possiamo fare
nulla (cfr. Gv 15,5: “Senza di me non potete far nulla!”).
Abbiamo in noi il desiderio d’infinito (GB & DW #3); cfr. anche gli antichi greci e tutte le civiltà che hanno una propria
religiosità. Anche con l’aiuto della nostra ragione possiamo
GB & DW #3
COME
9
•
comprendere che qualcuno ci ha pensati, amati e voluti (GB & DW #4). Cfr. S. Paolo che dice
come con la nostra intelligenza è possibile scoprire l’esistenza di Dio stesso come pure alcune delle caratteristiche divine (cfr Rm 1,20:
“Dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate
con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità”).
Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza (cfr. Gen 1,27:
“Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò”). Per certi versi, in quanto uomini
(cioè maschi e femmine), portiamo la sua immagine divina in
noi. Cfr. S. Agostino che parla nei suoi trattati della “piccola
trinità” in noi, piccola trinità composta da affettività, ragione
e volontà, creata ad immagine della “grande” Trinità, cioè
quella composta da Padre, Figlio e Spirito Santo (Schema 8).
•
dall’aggancio con il divino per mezzo del
nostro spirito all’intervento sull’umano e
sul creato per mezzo del nostro corpo.
Cfr. al riguardo lo Schema 3 a pg. 4; come
pure lo Schema riassuntivo no. 16.
Schema 16
PSICHE
MEDIAZIONE
E CONTROLLO
(VALUTAZIONE E SCELTA)
GB & DW #4
SPIRITO
CORPO
VALORE E
GRAZIA
AZIONE
RESPONSABILE
„D IO“
10
10
„GLI ALTRI“
„ME STESSO“ 27
E RIMANERE IN
EQUILIBRIO
PERSONALE
Approccio cinematografico: parte conclusiva del film “Forrest Gump”. Il protagonista
prende coscienza del percorso della sua vita,
dei suoi limiti e delle sue potenzialità,
dell’intervento provvidenziale di Dio, dei suoi
sentimenti e della sua lotta interiore: un momento estremamente sintetico del film, ma
anche per vedere come nella vita di ciascuno
di noi i tre piani (spirituale, psicologico e
concreto) sono presenti e interrelati. Il simbolo di questo momento sintetico del nostro percorso è il
cuore con le due mani.
•
•
COME
•
•
26
•
LA
•
RAGGIUNGERE UN EQUILIBRIO?
L’equilibrio è una faccenda complessa. Come abbiamo visto in
questi nostri incontri, si tratta di equilibrare ciascuna delle
tre sfere della persona umana: lo spirito tra divino ed umano;
il corpo tra libertà e responsabilità; la psiche tra razionalità
ed affettività. Inoltre l’equilibrio va stabilito pure tra le tre
sfere tra di loro: lo spirito umano è la fonte della vita e
dell’equilibrio; il corpo umano ci permette di incarnare i nostri valori spirituali ed umani; la psiche umana ci permette di
esercitare un controllo sul rapporto tra spirito e corpo, quasi
come una valvola di controllo.
Questo si verifica in quanto la psiche è il luogo delle risonanze
razionali ed emotive di tutte le esperienze spirituali (incontro
con Dio e la sua grazia), e di tutte le esperienze concrete (con
me stesso, con gli altri, con le cose e gli avvenimenti). Tutte
queste risonanze si incontrano nella nostra interiorità (psiche)
e suscitano le reazioni delle nostre due voci, la mente ed il
cuore. Esercitando un controllo, un coordinamento tra queste
due voci, tra mente e cuore, abbiamo la possibilità di gestire
al meglio il passaggio della grazia di Dio e del suo Amore
D’altra parte fra noi e Dio c’è pure una differenza abissale ed incolmabile: Lui è Dio
(creatore e redentore), mentre noi siamo
sue creature, deboli, fragili, insufficienti a
noi stessi.
Siamo però stati creati “capaci” di entrare
in relazione con la divinità; l’incontro è
possibile perché Dio si è chinato su di noi, sulla nostra creaturalità. Il luogo d’incontro tra Dio e l’uomo è lo spirito umano,
nel quale dimora lo Spirito Santo (di Dio).
•
•
DIVINO–UMANO
C’è una bipolarità, composta dai poli “divino” ed “umano”,
che va equilibrata:
se infatti prevalesse la nostra “natura” umana, la nostra umanità, saremmo delle creature che cercherebbero di vivere come se Dio non ci fosse/esistesse, come se potessimo riuscire
(“salvarci”) con le sole nostre forze; cfr. Gv 15: “Senza di me
non potete far nulla”; cfr. anche i Salmi 9,25–27; 13; 52/53.
se lasciassimo prevalere la presenza di Dio in noi (grazia), delegandole del tutto la riuscita della nostra persona e del nostro agire, saremmo persone immobili, sempre in attesa di un
miracolo che può anche non avvenire, perché assumiamo un
atteggiamento tale per cui non siamo disponibili a lasciare
che questo avvenga.
IL
•
BIPOLARITÀ
VITA
PUNTO DI EQUILIBRIO
FISICA
Come avviene l’equilibrio? Cfr. At 3,1–
10; oppure anche 2Cor 11–12.
Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo,
storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni
giorno presso la porta del tempio detta
“Bella” a chiedere l’elemosina a coloro che
entravano nel tempio. Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel
tempio, domandò loro l’elemosina. Allora
Schema 6
ESSERE
VITA
INTERIORE
VITA
DI
GRAZIA O
„D IVINO“
FEDE
NATURA O
„U MANO“
11
Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e
disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse verso di
loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. Ma Pietro
gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello
che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno,
cammina!». E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di
colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato
in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era quello che sedeva a
chiedere l'elemosina alla porta Bella del tempio ed erano meravigliati e
stupiti per quello che gli era accaduto (Atti 3,1–10).
•
•
Ciò che Pietro e Giovanni compiono non è certo per opera umana; è infatti impossibile all’umano concedere una guarigione miracolosa a questo modo: è chiaramente un’opera divina.
Eppure se Pietro e Giovanni non si fossero prestati al servizio
di questo paralitico, probabilmente la sua guarigione non sarebbe avvenuta, non perché Dio non potesse o non volesse
compiere il miracolo, bensì perché nessuno avrebbe accettato
di farsi strumento di Dio e della sua grazia.
Anche un proverbio popolare esprime bene questo senso di
equilibrio: Aiutati, che Dio ti aiuta!
IN
•
Il punto di equilibrio lo si raggiunge (ma è un lungo cammino
spirituale) cercando di rendersi (in quanto “natura”, in quanto uomini e donne creati) disponibile all’aiuto (“grazia”) che
Dio intende donarci. Se la nostra persona (spirito, anima e
corpo) riconosce la propria fragilità; invoca e si apre all’aiuto
che Dio può darci, ecco che allora
GRAZIA O „DIVINO“
siamo posti nella condizione di
“riuscire”: l’azione compiuta sarà
del tutto opera di Dio e del tutto
opera dell’uomo. E questo è il perfetto equilibrio spirituale.
Modello nell’essere, nel dire e nel
fare di questo equilibrio fra divino
ed umano, fra grazia e natura, è
Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo.
Schema 7
•
SINTESI
12
NATURA O „UMANO“
“Laura, non so cosa pretendi con questo, però continuano ad essere 50
Euro. Certo che lo prenderò se me lo dai”. Laura spiegò il biglietto, lo
gettò al suolo e lo stropicciò ulteriormente con il piede, riprendendolo
quindi sporco e segnato. “Continui a volerlo?”, gli chiese. “Ascolta, Laura,
continuo a non capire dove vuoi arrivare, però è un biglietto da 50 Euro, e
finché non lo rompi, conserva il suo valore!”.
“Paolo, devi sapere che anche se a volte qualcosa non esce come vuoi,
anche se la vita ti piega o accartoccia, continui a essere tanto importante
come lo sei stato sempre. Quello che devi chiederti è quanto vali in realtà, e non quanto puoi essere abbattuto in un particolare momento”.
Paolo si paralizzò guardando Laura senza dire una parola, mentre
l’impatto del messaggio entrava profondamente nella sua testa. Laura
mise il biglietto spiegazzato di fianco a lui, sul tavolo, e con un sorriso
complice disse: “Prendilo e tienilo, perché ti ricordi di questo momento
quando ti senti male. Però mi devi un biglietto nuovo da 50 Euro per poterlo usare con il prossimo amico che ne abbia bisogno”.
Gli diede un bacio sulla guancia e si allontanò verso la porta. Paolo tornò
a guardare il biglietto, sorrise, lo guardò e con una nuova energia chiamò
il cameriere per pagare il conto.
IL
•
RAPPORTO TRA SPIRITO , CORPO E PSICHE UMANI
In che rapporto stanno spirito umano, psiche umana e corpo
umano? Possiamo vedere la psiche come una sorta di diaframma: se essa riesce a coordinarsi (mente e cuore) permette alla
grazia (aiuto di Dio!) di passare dallo spirito al corpo, dai valori all’azione, dalle intenzioni al fatto (cfr. Schema 15).
Schema 15
MEDIAZIONE
PSICHE
E CONTROLLO
(VALUTAZIONE E SCELTA )
SPIRITO
CORPO
VALORE E
GRAZIA
AZIONE
RESPONSABILE
25
•
L’educazione oggi purtroppo troppo raramente si prende cura dell’educazione emotiva
delle persone. Essa si limita a riempire la mente pensante e ad elaborare le capacità razionali della persona; non si insegna però ad applicare la razionalità per generare il passaggio
dalle emozioni istintive alle emozioni adeguate (Intelligenza emotiva). La società oggi, anzi, non solo non
educa emotivamente ma continua ad annunciare il messaggio che si può vivere istintivamente! “Just feel…”.
• L’IE è una capacità che va sviluppata dentro un cammino che
può durare anche per sempre, ma che progressivamente ci
fa maturare. Il cammino ci viene proposto in CINQUE CRITERI di
comprensione della nostra realtà interiore ed esteriore:
O
CONOSCERE
O
CONTROLLARLA
O
GESTIRLA – FARLA CRESCERE
O
CONOSCERE
O
•
GESTIRE
PADRE
SPIRITO SANTO
FIGLIO
E RICONOSCERE LA PROPRIA VITA INTERIORE
E RICONOSCERE LA VITA INTERIORE DEGLI ALTRI
LE RELAZIONI
L’uomo – piccola trinità – non può
raggiungere Dio – la Grande Trinità – con le proprie forze...
… Dio – Grande Trinità – è raggiungibile
dall’uomo – piccola trinità – per il fatto che
Dio–Padre con le sue due mani – il Figlio e
lo Spirito Santo – si è chinato su di lui!
Qui di seguito un bell’esempio di IE applicata alla vita quotidiana. Paolo, con la faccia triste e abbattuta, si ritrova con la sua amica
Laura in un bar per prendere un caffè. Depresso, scaricò su di lei tutte le
sue preoccupazioni... e il lavoro... e i soldi... e i rapporti con la sua ragazza... e la sua vocazione... Tutto sembrava andar male nella sua vita.
Laura introdusse la mano nella borsa, prese un biglietto da 50 Euro e gli
disse: “Vuoi questo biglietto?”. Paolo, inizialmente un po’ confuso, le rispose: “Certo Laura... Sono 50 Euro, chi non li vorrebbe?”. Allora Laura
prese il biglietto in una mano, lo strinse forte fino a farlo diventare una
piccola pallina. Mostrando la pallina accartocciata a Paolo, gli chiese un'altra volta: “E adesso, lo vuoi ancora?”.
24
Schema 8
La „Grande“ Trinità
AFFETTIVITÀ VOLONTÀ R AGIONE
La „piccola“ trinità
13
Il principio dell’
GB & DW #5
VOLERE EMOTIVO
REAZIONE EMOTIVA
AZIONE IMPULSIVA
RAZIONALE
AZIONE DELIBERATA
DELLA RAGIONE
MEDIAZIONE
ADEGUATE
EMOZIONI
...
NE
O
I
AZ
RE
14
14
VOLERE RAZIONALE
REAZIONE
ISTINTIVE ED
IMPULSIVE
EMOZIONI
!!!
INTELLIGENZA
EMOTIVA (IE)
OGGETTO
Approccio cinematografico: Harry Potter e la
Camera dei segreti. In modo particolare il conflitto (sia all’inizio sia verso la metà del film)
di Dobby, l’elfo domestico, combattuto tra la
legge del non poter rivelare l’autore del complotto ad Hogwarts e il desiderio di mettere
Harry Potter in salvo dalle possibili conseguenze di questo complotto. Quando egli sbaglia
deve autopunirsi; cerca tutti gli stratagemmi per riuscire ad andare oltre il conflitto, obbedendo contemporaneamente alla legge
ed al suo desiderio. Il simbolo di questo momento del nostro percorso è il Decalogo, la legge data da Dio a Mosè ed al popolo di
Israele per vivere in amicizia con Dio ed in armonia tra i popoli.
Schema 14:
IM
OL
O
CORPO UMANO: TRA LIBERTÀ E RESPONSABILITÀ
ST
IL
23
con la mediazione della ragione, un volere razionale. Emozioni istintive e volere emotivo
spingono ad una reazione ed azione emotiva,
alquanto superficiale e spesso inadeguata; con
la mediazione della ragione è invece possibile
giungere ad una reazione ed azione deliberata
(ossia voluta e scelta con consapevolezza e
consenso). Cfr. lo Schema 14.
• L’IE è una capacità fondamentale dell’essere umano. Egli è
già fisiologicamente disposto (nella struttura del cervello):
o per bloccare o limitare un volere emotivo (che spinge verso azioni impulsive) e…
o con la mediazione e l’intervento della ragione…
o per pervenire ad un volere razionale (che spinge verso azioni deliberate) con la produzione di emozioni più adeguate alla situazione che si sta vivendo.
• Il “clou” della faccenda è il passaggio: dall’emotività (con
molte probabilità) inadeguata verso un’emotività certamente (più) adeguata. In questo modo sono ben disposto a fare
in modo che la mia fede in Cristo e l’aiuto della sua grazia
siano per me efficaci e si incarnino nella concretezza degli
eventi di tutti i giorni.
• Un esempio: un uomo racconta che un giorno, mentre era in
vacanza in Inghilterra, stava facendo colazione in un caffè
sulla riva di un canale. Finito di mangiare, mentre faceva
quattro passi verso la riva, vide improvvisamente una ragazzina che fissava l’acqua con il volto paralizzato in una smorfia di terrore. Senza sapere perché (reazione istintiva), si
gettò nel canale con cappotto, cravatta e tutto il resto. Solo
dopo essersi tuffato si rese conto (intervento ritardato della
ragione) che la ragazzina stava fissando scioccata un bimbetto di un paio d’anni caduto in acqua, che egli riuscì a
portare in salvo (azione deliberata). Gli è andata bene: poteva farsi molto male ed anche rischiare di gettarsi in acqua
per niente. Era meglio bloccare le proprie emozioni istintive
ed in seguito valutare la situazione ed infine reagire con
22 consapevolezza e consenso.
LIBERTÀ
•
•
•
E RESPONSABILITÀ
Con il mio corpo posso interagire con il
mondo: da una parte con me stesso,
dall’altra con le altre persone e con le cose/avvenimenti.
Sembrerebbe, almeno in apparenza, che io
sia libero di fare tutto ciò che io voglio:
scopro in me tante possibilità e mi vengono date delle opportunità, per cui sono libero di mettermi in gioco come meglio
credo e secondo i miei bisogni e desideri.
D’altra parte faccio anche l’esperienza del fatto che, oltre ai
limiti fisici e strutturali (p. es. anche se voglio non posso volare con le mie mani), ci sono altre limitazioni: ci sono leggi,
comandamenti, ordini che non sempre mi permettono di fare
ciò che voglio. Quando sono in questa situazione, ossia in un
confronto tra un mio desiderio (che vorrei realizzare nella mia
GB & DW #6
15
15
libertà) ed una legge (che mi viene imposta
dall’esterno), entro in un conflitto.
•
Posso fare con il mio corpo tutto ciò che
voglio, ma devo essere consapevole che di tutto questo o avrò frutti di bene o frutti di male:
in questo senso sono responsabile del bene/male che compio! Di fatto, allora, faccio
l’esperienza che di ogni scelta libera che compio, devo
“sopportare” le conseguenze: se agisco per il bene, ricevo
frutti di gioia e di pace; se agisco per il male, sono invischiato
in una serie di conseguenze negative, di pasticci, a causa dei
quali, ultimamente, soffriamo tutti: io, gli altri, gli avvenimenti. Anche il mio rapporto con Dio ne risente. Allora non è
vero che posso fare tutto! Come dice S. Paolo: “Tutto mi è
lecito, ma non tutto serve, non tutto giova” (1Cor 5–6). Cfr.
anche GB & DW #5 e #6).
Esempi pratici: fumo/droga/alcol; affettività/sessualità; denaro e affari ad ogni costo; divertimento sfrenato vs volontariato/servizio; applicazione/diligenza/disponibilità vs egoismo/interessi personali; ecc.
Un esempio biblico: il re Davide. Il peccato di Davide (2Sam
capitolo 11; qui riportiamo i vv. 2–5; 14–17): Dall'alto della terraz-
•
•
Schema 9
za Davide vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella di
aspetto. Davide mandò a informarsi chi fosse la donna. Gli fu detto: «È
Betsabea figlia di Eliàm, moglie di Uria l'Hittita». Allora Davide mandò
messaggeri a prenderla. Essa andò da lui ed egli
giacque con lei, che si era appena purificata
VITA
dalla immondezza. Poi essa tornò a casa. La
donna concepì e fece sapere a Davide: «Sono
LIBERTÀ
R
ESPONSABILITÀ
FISICA
incinta». La mattina dopo, Davide scrisse una
lettera a Ioab e gliela mandò per mano di Uria.
Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Uria in
VITA
prima fila, dove più ferve la mischia; poi ritiraINTEtevi da lui perché resti colpito e muoia». Allora
RIORE
Ioab, che assediava la città, pose Uria nel luogo
dove sapeva che il nemico aveva uomini valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e
VITA
attaccarono Ioab; parecchi della truppa e fra gli
DI
ufficiali di Davide caddero, e perì anche Uria
FEDE
l'Hittita.
16
L’INTELLIGENZA EMOTIVA (IE) IN CA… 5 MINUTI!
•
•
•
La nostra vita interiore è costituita da una
“trinità” di elementi, di facoltà umane: il
pensare, il sentire, il volere. Esse costituiscono tre voci, o meglio due voci ed una
presenza muta dentro di noi. Il pensare,
con la sua capacità di collegare, distinguere
e calcolare le cose, è una voce che ci proietta fuori di noi
stessi incontro alla realtà che ci sta di fronte (possiamo avvicinarci ad una conoscenza della “realtà in sé”). Il sentire, con
la sua capacità estremamente sottile e complessa di dispiegare un arcobaleno di sensazioni, emozioni e sentimenti, è una
voce che ci proietta all’interno di noi stessi incontro al significato che la realtà (“in sé”) significa “per me”. La volontà è
una sorta di “voce” muta, atematica che funge, dentro di noi,
come una sorta di motore instancabile verso il “di più”, la realizzazione di noi stessi, la gioia, la felicità. Queste tre sfere
della vita interiore hanno una relativa autonomia, ma sono
chiamate, in vista dell’azione, a cooperare l’una con l’altra.
Se la volontà è una sorta di motore instancabile; se la ragione
ha il suo processo in qualche modo lucido e distaccato di guardare la realtà; il cuore (sede delle emozioni e dei sentimenti)
è una sfera molto più complessa ed articolata. Tutte le tre
sfere sono sempre presenti, ma la nostra consapevolezza può
concentrarsi solo su una di esse in ogni momento.
Qualsiasi stimolo, anche il più insignificante, fa reagire la nostra sfera emotiva immediatamente: istantaneamente si sviluppano emozioni istintive ed impulsive, che possono essere
anche molto violente (p. es. la paura) ma che sono il risultato
di un giudizio provvisorio e superficiale; con la mediazione
della ragione, che interviene con un certo ritardo e dopo un
po’ di tempo, è possibile pervenire a nuove emozioni più adeguate alla situazione. Considerando il processo al livello della
volontà, essa si sposta dalla parte di chi “parla” per primo o
più forte: dentro di noi viene generato dapprima un volere
emotivo, dettato dalle emozioni istintive, cui può far seguito,
21
posso lasciar prevalere mia affettività,
ossia tutto ciò che è importante per me, se ascolto le mie emozioni ed i miei sentimenti;
così facendo mi allontano e mi estraneo dalla
realtà;
•
posso lasciar prevalere la mia ragione, ossia
lascio emergere la conoscenza della realtà così
come essa mi si presenta, dimenticando però me stesso ed al
limite anche gli altri; di fatto mi estraneo da me stesso e dagli
altri (in una parola dal progetto uomo), per cui entro in una
prospettiva “teorica” che di reale non ha nulla.
•
IL
PUNTO DI EQUILIBRIO
•
•
Il punto di equilibrio è conseguibile con un bilanciamento tra
ragione e cuore (ma è un cammino interiore molto lungo):
questi due elementi del mio mondo interiore devono dialogare tra loro, permettendo di conciliare le esigenze di ciò che è
fuori di me con ciò che sta dentro di me. Solo così posso veramente conoscere la realtà.
In particolare va generato un mondo emotivo adeguato alla
situazione attuale, passando, con la mediazione della ragione,
da una risposta emotiva istintiva ad una risposta emotiva deliberata. Un aiuto considerevole in questa direzione ci viene
dalla capacità umana dell’ Intelligenza Emotiva (IE).
FISICA
A FFETTIVITÀ
Schema 12
20
VITA
RAZIONALITÀ
INTERIORE
RAZIONALITÀ
VITA
DI
FEDE
La virtù di Davide (1Sam capitolo 24; riportiamo qui i vv. 4-13; 17): Saul entrò nella caverna per un bisogno naturale, mentre Davide e i suoi
uomini se ne stavano nascosti in fondo alla caverna.
Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il giorno in cui
il Signore ti dice: Vedi, metto nelle tue mani il tuo
nemico, trattalo come vuoi». Davide si alzò e tagliò
un lembo del mantello di Saul, senza farsene accorgere. Ma ecco, dopo aver fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per
aver tagliato un lembo del mantello di Saul. Poi disse ai suoi uomini: «Mi
guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al consacrato del Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato del Signore». Davide dissuase con parole severe i suoi uomini e non permise che si
avventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e tornò sulla via. Dopo
questo fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e gridò a Saul: «O re, mio
signore»; Saul si voltò indietro e Davide si inginocchiò con la faccia a terra
e si prostrò. Davide continuò rivolgendosi a Saul: «Perché ascolti la voce di
chi dice: Ecco Davide cerca la tua rovina? Ecco, in questo giorno i tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie mani nella caverna. Mi fu suggerito di ucciderti, ma io ho avuto pietà di te e ho detto:
Non stenderò la mano sul mio signore, perché egli è il consacrato del Signore. Guarda, padre mio, il lembo del tuo mantello nella mia mano:
quando ho staccato questo lembo dal tuo mantello nella caverna, vedi che
non ti ho ucciso. Riconosci dunque e vedi che non c'è in me alcun disegno
iniquo né ribellione, né ho peccato contro di te; invece tu vai insidiando la
mia vita per sopprimerla. Sia giudice il Signore tra me e te e mi faccia giustizia il Signore nei tuoi confronti, poiché la mia mano non si stenderà su
di te. Quando Davide ebbe finito di pronunziare verso Saul queste parole,
Saul disse: «È questa la tua voce, Davide figlio mio?». Saul alzò la voce e
pianse.
LA BIPOLARITÀ
LIBERTÀ–
RESPONSABILITÀ
VITA
AFFETTIVITÀ
•
Schema 13
C’è anche qui,
a livello di libertà
e di responsabilità,
una bipolarità, che
va bilanciata ed
equilibrata tra i
due poli/estremi:
ITÀ
BIL
SA
N
SPO
RE
À
ERT
LIB
Schema 10
17
posso lasciar prevalere la mia “libertà”,
indipendentemente dalle conseguenze: non
cercherò, però, sempre il mio vero bene ed il
bene degli altri (bene comune); farò piuttosto
ciò che mi piace, che mi soddisfa, che mi torna
comodo;
• posso lasciar prevalere il senso di responsabilità, quasi una sorta di senso del “dovere”, per cui faccio
sempre e solo ciò che va bene agli altri, dimenticando e sacrificando me stesso.
•
IL
PUNTO DI EQUILIBRIO
Il punto di equilibrio lo si raggiunge (ma è un lungo cammino umano ed esistenziale) cercando di coniugare la mia libertà con la
responsabilità, che ho nei miei confronti e nei confronti altrui,
nel ricercare sia il mio vero bene sia il vero bene comune. In questo senso io e gli altri siamo due piatti della bilancia, ed entrambi vanno rispettati!
IL
LA PSICHE
•
Simbolo di questa parte del nostro itinerario è lo stetoscopio: esso ci ricorda che, per
sapere ciò che si muove dentro di noi, è importante mettersi all’ascolto di ciò che parla dentro di noi, in particolare mettersi
all’ascolto di entrambe le voci che parlano
in noi.
LE
DUE VOCI INTERIORI
•
Dentro di noi, nella nostra psiche (“anima”) è situata la
“piccola trinità”, ad immagine della Trinità divina. Essa è costituita dalla volontà (una sorta di motore della persona, che
la spinge all’azione), e da due voci distinte (quanto a messaggi, a linguaggio ed a localizzazione): esse sono la nostra mente
pensante (la ragione) e il nostro cuore (l’affettività, sede dei
sentimenti e delle emozioni). Si tratta di due “universi” davvero distinti: da una parte la ragione ci aiuta a conoscere ed a
comprendere la realtà così com’è; dall’altra il cuore ci aiuta a
comprendere ciò che la realtà, con cui siamo a contatto, dice
a noi e di noi.
LA
BIPOLARITÀ
RAPPORTO TRA SPIRITO UMANO E CORPO UMANO
In che rapporto stanno lo spirito umano ed il corpo umano? Il
rapporto consiste nel realizzare con il corpo ciò che è il nostro
rapporto con Dio (natura e grazia): ciò che è l’aiuto di Dio per il
nostro agire – ricevuto nello spirito umano – è chiamato ad
“incarnarsi” in ciò che è il nostro agire, ossia gesti concreti che
noi facciamo con il nostro corpo in ordine alla volontà di Dio ed in
obbedienza ai suoi comandamenti (cfr. Schema 11).
UMANA: TRA RAZIONALITÀ E AFFETTIVITÀ
RAZIONALITÀ–AFFETTIVITÀ
C’è qui, tra razionalità ed affettività, una terza bipolarità,
che va equilibrata:
Schema 11
18
SPIRITO
CORPO
VALORE E
GRAZIA
AZIONE
RESPONSABILE
GB & DW #7
19
19