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AZIONE CATTOLICA GIOVANI don Massimo Gaia UNA VITA … IN EQUILIBRIO!!! PER UNA SERENITÀ DI FONDO, PER UNA CRESCITA DELLA PROPRIA PERSONA Campo “Fede&Vita” 2003 Azione Azione Cattolica Cattolica Giovani Giovani Casella postale 138 CH - 6932 Breganzona ( 091 968 26 92 6 091 968 28 32 š [email protected] Calendario Clandestino: ( 091 968 28 33 š [email protected] 36 Camperio, Casa “La Montanina”, 24–27 aprile 2003 QUADERNI DI ACG NR. 9 1 by Dodo INDICE 1. Introduzione pg. 3 2. Una vita... in equilibrio! pg. 7 3. 1ª tappa: Lo spirito umano: tra natura e grazia pg. 9 4. 2ª tappa: Il corpo umano: tra libertà e responsabilità pg. 14 5. 3ª tappa: La psiche umana: tra razionalità ed affettività 6. 4ª tappa: Essere e rimanere in Equilibrio personale Una check–list ed alcuni segni pg. 26 pg. 30 GB & DW #1 + #2 L’Intelligenza Emotiva in ca. 5’ minuti pg. 19 pg. 21 2 35 4. 5. 6. 7. rito) ed ho davanti a me ciò che vedo e devo fare (corpo); al mio fianco (affettività e razionalità) ho ciò che mi aiuta nel gestirmi. L’immagine della macchina fotografica: il diaframma (psiche) permette il passaggio della luce tra l’esterno (corpo) e l’interno (spirito). La serie dei simboli del Campo F&V: la fenice (divino–umano); le tavole della legge (libertà–responsabilità); lo stetoscopio (affettività–razionalità); la bilancia ed il cuore con le due mani (equilibrio). La tridimensionalità: alto e basso = divino e umano; sinistra e destra = libertà e responsabilità; avanti ed indietro = affettività e razionalità. La frase sintesi: Dio e io insieme, metto in gioco la libertà responsabilmente, con idee forti e sentimenti adeguati. INTRODUZIONE Ø o È un Campo, con delle finalità anche formative, per “formarsi”, cioè, in vista di affrontare in modo più adeguato la nostra vita. A differenza di altri incontri, questo avrà una risonanza forte in voi, perché tocca voi e le vostre persone, e non tanto delle tematiche, più o meno astratte, attorno alle quali è importante sapere come “pensarla” (cfr. p. es. la tematica dell’aborto), oppure sapere “come si fa” (cfr. p. es. la spiritualità o le tecniche di animazione). Ø CAMPO… o La vita insieme è importante per crescere bene nella fede. E allora qui siamo invitati tutti a divenire corresponsabili della riuscita del campo, una corresponsabilità certamente più determinante che in altre esperienze (Campeggio, CorsoFormazione, CampoSci, ecc.), ed è affidata a tutti nello stesso modo. Siamo qui, dunque, tutti per gli stessi scopi: 1) lo stare insieme con Gesù e 2) per la formazione. o Non aver paura di domandare: non ci sono domande stupide, solo risposte stolte. Occorre aiutarsi a tirar fuori queste cose che si hanno dentro, perché non è scontato trovare un contesto, nel quale si possano trovare delle risposte alle domande che ci portiamo dietro. o Per questo occorre aiutarsi reciprocamente a vivere questo momento, rinsaldando le amicizie ed abbattendo le barriere. Ø 34 IL CAMPO “FEDE & VITA” …FEDE & VITA: o C’è il rischio continuo della “dicotomia”, della “separazione” senza alcun contatto, quasi una sorta di “schizo– frenia”, tra la vita di fede e la vita concreta. La nostra vita concreta e la nostra vita di fede rischiano di procedere su due binari diversi e paralleli senza incontrarsi mai e senza nessun contatto. È un po’ un’opinione comune, che Dio, in 3 VITA FISICA vita del nostro CORPO vita concreta Tendo a dormire troppo poco? Sono spesso in conflitto con gli altri? Sono sicuro di me stesso? Mi apprezzo? Sono pigro? Sono fedele al luogo di crescita nella fede (comunità, gruppo, associazione, movimento)? Sono capace di riflettere sulle cose che mi capitano? Sono attivista, e devo sempre fare qualcosa? So applicarmi nello studio ed a scuola? Riesco ad impegnarmi anche in cose che non apprezzo tanto? Riesco ad essere me stesso in ogni circostanza? Riesco a prendere e portare a fondo le mie decisioni, senza lasciarmi condizionare dagli altri? Riesco a testimoniare agli altri che sono credente? Riesco a cambiare i miei stati d’animo? Quanto sono fedele ai sacramenti (Euc-Pen)? Quanto sono capace di ascoltarmi dentro? Pratico delle attività sportive? Muto opinione secondo le persone con cui sono? Mi ricordo di entrare in relazione con Dio? Mi prendo abbastanza tempo per il riposo? vita del nostro rapporto con Dio Mi accorgo, mi rendo conto dei miei stati d’animo? vita del nostro SPIRITO Mantengo orari irregolari nella mia giornata? VITA DI FEDE Schema 1 „SEPARAZIONE“ Leggo ogni tanto qualche passaggio della Bibbia? 4 tante cose non centri per niente: “Ma come?!? Voi cristiani venite ad insegnarmi che Dio c’entra anche con il mio andare a sciare? Ma siamo matti?!?” (affermazione di una giovane che si preparava alla cresima). Manca un “anello di congiunzione” tra la “fede” e la “vita”, tra la vita spirituale e la vita concreta. Crediamo di individuare questo anello di congiunzione nella nostra vita interiore, ossia ciò che si muove dentro di me, in quanto pensieri ed emozioni. Cfr. lo Schema 1 e lo Schema 2). Tra i tre, anzi, i quattro tipi diversi di “vita” si viene a creare un legame profondo ed un’interazione armoniosa: tra vita fisica, la vita interiore, la vita spirituale che sono destinate a diventare sempre più la “vita eterna”, cioè la vita stessa di Dio. o I quattro tipi di “vita”, vita fisica, vita interiore, vita spirituale, vita eterna, sono come le parti di un fiore (cfr. Schema 4). Il gambo e le foglie, che sostengono tutto il resto, sono come la vita fisica, che è la condizione per gli altri tipi di vita; i sepali che circondano il fiore sono ciò che sostengono la corolla, ossia la parte più bella del fiore (la vita spirituale), un sostegno paragonabile alla vita interiore (psicologica). 33 Da cor quilibrato reggere Non e FISICA vita del nostro CORPO Valutazione vita concreta VITA INTERIORE INTERIORITÀ (PSICHE) nella sua interezza Schema 2 La poltrona ed il letto sono i miei oggetti preferiti. Ho la capacità di avere amicizie durature? Ho delle attività culturali, religiose, sociali? Faccio spesso “notti in bianco” o “orari piccoli”. E quando sono stanco, so “staccare la spina”? Dormo troppo? Curo il mio aspetto fisico, il mio look? Con i/le ragazzi/e sono una/un “farfallona/e”? Cerco di essere coerente nelle azioni con la mia fede? Cambio atteggiamento secondo il luogo in cui sono? Appena posso, rimando le cose da fare a più tardi. Appena posso, mi ritiro da solo in camera mia. vita della nostra Attenzione particolare Per ognuno degli ambiti e per ogni attenzione particolare, date una valutazione (con un “ü ”a partire dall’osservazione della vostra vita quotidiana: “-3” è: troppo poco; “0” è: sufficiente; 3 è: troppo. Check-List per l’equilibrio personale 32 VITA VITA DI FEDE vita del nostro SPIRITO vita del nostro rapporto con Dio Ma lo scopo di tutto è la vita eterna (il pistillo, al centro del fiore), già iniziata qui come vita da risorti e che continuerà per sempre nell’aldilà, faccia a faccia con Dio. o Una riprova dell’importanza della vita interiore quale anello di mediazione tra spiritualità e vissuto è data dal fatto che è questo il “luogo” delle risonanze, che qui convergono e si incontrano (cfr. Schema 3). Un’esperienza intensa di preghiera lascia in noi pensieri e sensazioni emotive di consolazione oppure di desolazione (S. Ignazio). Un’esperienza sensoriale (tocco qualcosa) o un incontro–avvenimento mi porta ad avere pensieri e risonanze emotive datemi dalla vita concreta. Nella vita interiore convergono le risonanze affettive e razionali della vita spirituale e concreta: nell’interiorità è possibile gestire l’incontro tra fede e vissuto, proprio nella gestione delle risonanze (pensieri ed emozioni). o La nostra vita interiore è sempre stata il grande problema di ogni tempo ed è oggi più trascurata che mai. Questa separazione, tra fede e vita, si è ancora di più accentuata con la grande “sbandata” a partire da Cartesio (1596–1650) e nei secoli seguenti, per cui solo il pensiero è decisivo per la conoscenza della realtà: “Cogito, ergo sum!” (“Penso, dunque sono!”). 5 Schema 3 VITA FISICA: o le azioni e gli avvenimenti lasciano in noi una „risonanza“ VITA INTERIORE punto d’incontro tra le „risonanze“ VITA DI FEDE: le attività spirituali lasciano in noi una „risonanza“ Quattro sono le tematiche che vengono toccate in questi Campi “Fede&Vita”. Si tratta di tematiche analoghe che si intrecciano l’una con l’altra, toccando degli aspetti importanti per la vita interiore e per la vita spirituale e di fede. Si tratta dell’Affettività, dell’Intelligenza emotiva, dell’Autostima; dell’Equilibrio personale. o Adolescenza: il tempo dei “Giovanissimi” è il tempo della crescita e dell’apertura verso la vita. Ma si tratta di un’apertura che può essere un’occasione (con la possibilità del successo) oppure una tentazione (con la possibilità del fallimento). È importante ricevere ora certi stru- Schema 4 Pistillo: La vita da risorti (oggi); La vita eterna (nell’aldilà) Corolla: La vita spirituale Petali: La vocazione particolare Sepali: La vita interiore Schema 8 (sentire, pensare, volere) Gambo, Foglie: La vita fisica 6 by Dodo 31 Devo inoltre porre le giuste priorità: prima viene lo spirito (come la fonte, la sorgente), poi viene il corpo (come lo strumento in vista dell’interazione con Dio, me stesso, gli altri, le cose e gli avvenimenti), da ultimo viene la psiche, come luogo della gestione della mia persona, soprattutto al momento in cui si manifesta qualsiasi accenno di conflitto, di difficoltà (cfr. Schema 18). menti per vivere bene la vita fisica, interiore e spirituale e per integrarle, per passare indenni attraverso un periodo affascinante ma difficile. o Partecipanti: il Campo Fede&Vita è soprattutto rivolto ai Giovanissimi, ma anche ai Giovani. Siamo magari in pochi, ma dobbiamo far morire gli altri d’invidia. E tanto peggio per chi non è venuto… • UNA • Riportiamo nelle pagine seguenti (pg. 32–33) una possibile check–list per verificare il proprio equilibrio personale. Occorre procedere come segue: • In un momento di calma, rispondere attentamente alle domande, dando un voto come risposta: 0 se equilibrato; da –1 a –3 se “troppo poco”; da 1 a 3 se “troppo”. • Segnalare nella penultima colonna a destra quali dei fattori sono veramente squilibrati. • Scegliere nell’ultima colonna a destra un solo fattore, che nei prossimi tempi si decide di cercare di equilibrare maggiormente. SCELTA E L’AIUTO DI UN SEGNO • Mi sembra molto importante che ognuno di noi scelga un simbolo, un segno che lo aiuti a ricordare, con pochissime idee e parole, tutto quanto è stato detto in questi giorni. Ve ne propongo alcuni: 1. L’immagine del rubinetto, perché è la valvola (psiche) che permette lo scorrere del divino (acqua —> spirito) nell’umano e nel concreto (recipiente —> corpo). 2. L’immagine dell’uovo in equilibrio in cima ad una montagna, perché, se rotola lungo uno dei versanti, si rompe e fa “frittata”… Cfr. Schema 18. 3. L’immagine del tappeto volante: perché siedo al centro (psiche) e ho alle spalle le premesse che non vedo (lo spi- UNA VITA… IN EQUILIBRIO ! o La nostra ricerca di questi giorni è la ricerca di un equilibrio personale. Si dice anche istintivamente di questa o di quella persona: “È equilibrata” oppure “Non è molto equilibrata…”. Ma cosa significa e cosa si intende con ciò? o Tre gli obiettivi principali di questo Campo Fede&Vita: • scoprire quali sono le parti in gioco per l’equilibrio; • scoprire tra “che cosa” e “che cosa” va posto e ricercato l’equilibrio; • come raggiungerlo e/o mantenerlo? CHECK –LIST LA 30 Ø Ø LA PERSONA TRIPARTITA ALLA RICERCA DI UN EQUILIBRIO o La persona, considerata come essere composto (tripartito, a tre dimensioni) di corpo, anima (psiche) e spirito (pneuma), è alla continua ricerca di un equilibrio fra queste sue tre parti: in questo senso si possono stabilire dei parallelismi: • corpo, anima e spirito; • azione, mediazione, valore; • vita fisica, vita interiore, vita spirituale; • fede, speranza, carità. o Da una parte, dunque, le varie componenti della persona cercano un loro equilibrio; ma, d’altra parte, anche le singole componenti cercano un loro equilibrio (cfr. Schema 5): • corpo: equilibrio tra libertà & responsabilità; nel grafico sull’asse sinistra–destra; • anima (psiche): equilibrio tra affettività & razionalità; nel grafico sull’asse avanti–indietro; • spirito: equilibrio tra natura & grazia; nel grafico sull’asse alto–basso. 7 8 Piano della vita spirituale „ IA “ Z A GR „C U ORE “ „N A TUR A“ „ET ... E T“ „ “ NTE E M GRAZIA ITÀ BIL SA N SPO RE AFFETTIVITÀ RAZIONALITÀ TÀ ER LIB NATURA Piano della vita concreta o Infine abbiamo guardato uno spezzone di film, che ci ha permesso di gustare ciò che desideriamo studiare e che, ultimamente, ricerchiamo per ciascuno di noi. Si tratta della Regina Elisabetta nelle sequenze finali (ca. 15’) del film “Shakespeare in love”. Schema 5 o Abbiamo poi osservato una vecchia bilancia a pesi, ed abbiamo fatto alcune osservazioni interessanti: • l’equilibrio è difficile da raggiungere; • l’equilibrio è da conquistare in una ricerca continua; • la differenza tra equilibrio statico e dinamico è significativa: equilibrio non significa “piattume”, monotonia (equilibrio statico), perché un equilibrio è possibile anche (ma non solo) attraverso un ponderato bilanciamento tra i due estremi; • è difficile fare equilibrio con due elementi (p. es. A, B), è più facile ottenerlo con tre elementi (A e B)! Piano della vita interiore o Ma che cosa si intende con equilibrio? Esso può essere inteso in due modi, essenzialmente: come una stasi tra le due componenti da equilibrare (come i due bracci di una bilancia/stadera: EQUILIBRIO STATICO), oppure come un’alternanza continua tra le due componenti (come il pendolo: EQUILIBRIO DINAMICO ). In una correlazione tra due elementi A e B, l’equilibrio consiste nel il tenere insieme A e B, in modo tale che nessuno dei due prevalga sull’altro; semmai la sottolineatura particolare viene posta sull’“e” che congiunge e tiene insieme A e B più che solamente su A o su B. „L IB E RTÀ “ „R LITÀ I B A ONS P S E “ Schema 18 29 MANTENERE UN EQUILIBRIO? L’equilibrio è il frutto di un cammino: nessuno nasce “equilibrato” e nessuno passa attraverso le diverse fasi della vita senza dover riaggiustare continuamente i propri equilibri. In questo senso l’equilibrio è sempre un dono di Dio ed una conquista dell’uomo, come frutto di un buon incontro tra Dio e l’uomo, tra la grazia e la natura. L’equilibrio è affidato alla nostra responsabilità: non possiamo pensare di vivere qualunque cosa (“Tutto mi è lecito”) e poi di poter essere equilibrati: le azioni che compio con il mio corpo, di fatto, hanno le loro conseguenze anche sull’equilibrio della mia persona (cfr. peccato originale). Ecco alcune delle coordinate essenziali (cfr. Schema 17) per il conseguimento ed mantenimento dell’equilibrio personale! Per raggiungere e mantenere l’equilibrio devo prendermi cura di ognuno dei 9 ambiti di equilibrio, e devo vegliare che ad ogni ambito venga dato lo spazio appropriato (non troppo e non troppo poco). • • • VITA ESSERE DELLA P ERSONA A GIRE DELLA P ERSONA Vita concreta CORPO Riposo, cura di sé, dei propri ritmi, dei propri limiti Fare delle cose, attività per sé, per gli altri, per Dio Vita interiore PSICHE Ascolto delle proprie emozioni e dei propri pensieri, ricupero delle energie interiori Mettere pensieri ed emozioni al servizio mio, degli altri, di Dio (lavoro intellettuale, amore) Vita spirituale SPIRITO Cura del proprio spirito, con l’ascolto della Parola di Dio, la frequenza ai Sacramenti, con la preghiera e la comunione fraterna Mettere tutto se stesso a favore della crescita del regno di Dio in ogni ambito della vita: famiglia, scuola, lavoro, comunità cristiana Schema 17 28 LO • SPIRITO UMANO: TRA NATURA E GRAZIA Approccio cinematografico: Harry Potter e la Camera dei segreti. In modo particolare il combattimento di Harry contro il serpente con l’aiuto della fenice. L’intervento del divino (la fenice) a favore dell’umano (Harry) nella lotta contro il Male (serpente–basilisco; Tom Riddle). Il simbolo di questa tappa del nostro percorso è la fenice, simbolo del divino e dell’umano. UMANO E DIVINO • • • Abbiamo cercato di definire in modo intuitivo le due parole “umano” e “divino”, ma non è facile. Abbiamo tutti un’idea alquanto chiara ed intuitiva, ma che difficilmente riusciamo a esprimere con parole. In modo semplice possiamo dire che il “divino” è ciò che è proprio di Dio, “l’umano” ciò che è proprio e tipico dell’uomo. Il divino e l’umano (le parole tecniche sono “grazia” e “natura”) sono l’uno per l’altro: Dio può certamente esistere senza di noi, ma noi senza Dio non siamo nulla e non possiamo fare nulla (cfr. Gv 15,5: “Senza di me non potete far nulla!”). Abbiamo in noi il desiderio d’infinito (GB & DW #3); cfr. anche gli antichi greci e tutte le civiltà che hanno una propria religiosità. Anche con l’aiuto della nostra ragione possiamo GB & DW #3 COME 9 • comprendere che qualcuno ci ha pensati, amati e voluti (GB & DW #4). Cfr. S. Paolo che dice come con la nostra intelligenza è possibile scoprire l’esistenza di Dio stesso come pure alcune delle caratteristiche divine (cfr Rm 1,20: “Dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità”). Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza (cfr. Gen 1,27: “Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”). Per certi versi, in quanto uomini (cioè maschi e femmine), portiamo la sua immagine divina in noi. Cfr. S. Agostino che parla nei suoi trattati della “piccola trinità” in noi, piccola trinità composta da affettività, ragione e volontà, creata ad immagine della “grande” Trinità, cioè quella composta da Padre, Figlio e Spirito Santo (Schema 8). • dall’aggancio con il divino per mezzo del nostro spirito all’intervento sull’umano e sul creato per mezzo del nostro corpo. Cfr. al riguardo lo Schema 3 a pg. 4; come pure lo Schema riassuntivo no. 16. Schema 16 PSICHE MEDIAZIONE E CONTROLLO (VALUTAZIONE E SCELTA) GB & DW #4 SPIRITO CORPO VALORE E GRAZIA AZIONE RESPONSABILE „D IO“ 10 10 „GLI ALTRI“ „ME STESSO“ 27 E RIMANERE IN EQUILIBRIO PERSONALE Approccio cinematografico: parte conclusiva del film “Forrest Gump”. Il protagonista prende coscienza del percorso della sua vita, dei suoi limiti e delle sue potenzialità, dell’intervento provvidenziale di Dio, dei suoi sentimenti e della sua lotta interiore: un momento estremamente sintetico del film, ma anche per vedere come nella vita di ciascuno di noi i tre piani (spirituale, psicologico e concreto) sono presenti e interrelati. Il simbolo di questo momento sintetico del nostro percorso è il cuore con le due mani. • • COME • • 26 • LA • RAGGIUNGERE UN EQUILIBRIO? L’equilibrio è una faccenda complessa. Come abbiamo visto in questi nostri incontri, si tratta di equilibrare ciascuna delle tre sfere della persona umana: lo spirito tra divino ed umano; il corpo tra libertà e responsabilità; la psiche tra razionalità ed affettività. Inoltre l’equilibrio va stabilito pure tra le tre sfere tra di loro: lo spirito umano è la fonte della vita e dell’equilibrio; il corpo umano ci permette di incarnare i nostri valori spirituali ed umani; la psiche umana ci permette di esercitare un controllo sul rapporto tra spirito e corpo, quasi come una valvola di controllo. Questo si verifica in quanto la psiche è il luogo delle risonanze razionali ed emotive di tutte le esperienze spirituali (incontro con Dio e la sua grazia), e di tutte le esperienze concrete (con me stesso, con gli altri, con le cose e gli avvenimenti). Tutte queste risonanze si incontrano nella nostra interiorità (psiche) e suscitano le reazioni delle nostre due voci, la mente ed il cuore. Esercitando un controllo, un coordinamento tra queste due voci, tra mente e cuore, abbiamo la possibilità di gestire al meglio il passaggio della grazia di Dio e del suo Amore D’altra parte fra noi e Dio c’è pure una differenza abissale ed incolmabile: Lui è Dio (creatore e redentore), mentre noi siamo sue creature, deboli, fragili, insufficienti a noi stessi. Siamo però stati creati “capaci” di entrare in relazione con la divinità; l’incontro è possibile perché Dio si è chinato su di noi, sulla nostra creaturalità. Il luogo d’incontro tra Dio e l’uomo è lo spirito umano, nel quale dimora lo Spirito Santo (di Dio). • • DIVINO–UMANO C’è una bipolarità, composta dai poli “divino” ed “umano”, che va equilibrata: se infatti prevalesse la nostra “natura” umana, la nostra umanità, saremmo delle creature che cercherebbero di vivere come se Dio non ci fosse/esistesse, come se potessimo riuscire (“salvarci”) con le sole nostre forze; cfr. Gv 15: “Senza di me non potete far nulla”; cfr. anche i Salmi 9,25–27; 13; 52/53. se lasciassimo prevalere la presenza di Dio in noi (grazia), delegandole del tutto la riuscita della nostra persona e del nostro agire, saremmo persone immobili, sempre in attesa di un miracolo che può anche non avvenire, perché assumiamo un atteggiamento tale per cui non siamo disponibili a lasciare che questo avvenga. IL • BIPOLARITÀ VITA PUNTO DI EQUILIBRIO FISICA Come avviene l’equilibrio? Cfr. At 3,1– 10; oppure anche 2Cor 11–12. Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta “Bella” a chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l’elemosina. Allora Schema 6 ESSERE VITA INTERIORE VITA DI GRAZIA O „D IVINO“ FEDE NATURA O „U MANO“ 11 Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. Ma Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l'elemosina alla porta Bella del tempio ed erano meravigliati e stupiti per quello che gli era accaduto (Atti 3,1–10). • • Ciò che Pietro e Giovanni compiono non è certo per opera umana; è infatti impossibile all’umano concedere una guarigione miracolosa a questo modo: è chiaramente un’opera divina. Eppure se Pietro e Giovanni non si fossero prestati al servizio di questo paralitico, probabilmente la sua guarigione non sarebbe avvenuta, non perché Dio non potesse o non volesse compiere il miracolo, bensì perché nessuno avrebbe accettato di farsi strumento di Dio e della sua grazia. Anche un proverbio popolare esprime bene questo senso di equilibrio: Aiutati, che Dio ti aiuta! IN • Il punto di equilibrio lo si raggiunge (ma è un lungo cammino spirituale) cercando di rendersi (in quanto “natura”, in quanto uomini e donne creati) disponibile all’aiuto (“grazia”) che Dio intende donarci. Se la nostra persona (spirito, anima e corpo) riconosce la propria fragilità; invoca e si apre all’aiuto che Dio può darci, ecco che allora GRAZIA O „DIVINO“ siamo posti nella condizione di “riuscire”: l’azione compiuta sarà del tutto opera di Dio e del tutto opera dell’uomo. E questo è il perfetto equilibrio spirituale. Modello nell’essere, nel dire e nel fare di questo equilibrio fra divino ed umano, fra grazia e natura, è Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. Schema 7 • SINTESI 12 NATURA O „UMANO“ “Laura, non so cosa pretendi con questo, però continuano ad essere 50 Euro. Certo che lo prenderò se me lo dai”. Laura spiegò il biglietto, lo gettò al suolo e lo stropicciò ulteriormente con il piede, riprendendolo quindi sporco e segnato. “Continui a volerlo?”, gli chiese. “Ascolta, Laura, continuo a non capire dove vuoi arrivare, però è un biglietto da 50 Euro, e finché non lo rompi, conserva il suo valore!”. “Paolo, devi sapere che anche se a volte qualcosa non esce come vuoi, anche se la vita ti piega o accartoccia, continui a essere tanto importante come lo sei stato sempre. Quello che devi chiederti è quanto vali in realtà, e non quanto puoi essere abbattuto in un particolare momento”. Paolo si paralizzò guardando Laura senza dire una parola, mentre l’impatto del messaggio entrava profondamente nella sua testa. Laura mise il biglietto spiegazzato di fianco a lui, sul tavolo, e con un sorriso complice disse: “Prendilo e tienilo, perché ti ricordi di questo momento quando ti senti male. Però mi devi un biglietto nuovo da 50 Euro per poterlo usare con il prossimo amico che ne abbia bisogno”. Gli diede un bacio sulla guancia e si allontanò verso la porta. Paolo tornò a guardare il biglietto, sorrise, lo guardò e con una nuova energia chiamò il cameriere per pagare il conto. IL • RAPPORTO TRA SPIRITO , CORPO E PSICHE UMANI In che rapporto stanno spirito umano, psiche umana e corpo umano? Possiamo vedere la psiche come una sorta di diaframma: se essa riesce a coordinarsi (mente e cuore) permette alla grazia (aiuto di Dio!) di passare dallo spirito al corpo, dai valori all’azione, dalle intenzioni al fatto (cfr. Schema 15). Schema 15 MEDIAZIONE PSICHE E CONTROLLO (VALUTAZIONE E SCELTA ) SPIRITO CORPO VALORE E GRAZIA AZIONE RESPONSABILE 25 • L’educazione oggi purtroppo troppo raramente si prende cura dell’educazione emotiva delle persone. Essa si limita a riempire la mente pensante e ad elaborare le capacità razionali della persona; non si insegna però ad applicare la razionalità per generare il passaggio dalle emozioni istintive alle emozioni adeguate (Intelligenza emotiva). La società oggi, anzi, non solo non educa emotivamente ma continua ad annunciare il messaggio che si può vivere istintivamente! “Just feel…”. • L’IE è una capacità che va sviluppata dentro un cammino che può durare anche per sempre, ma che progressivamente ci fa maturare. Il cammino ci viene proposto in CINQUE CRITERI di comprensione della nostra realtà interiore ed esteriore: O CONOSCERE O CONTROLLARLA O GESTIRLA – FARLA CRESCERE O CONOSCERE O • GESTIRE PADRE SPIRITO SANTO FIGLIO E RICONOSCERE LA PROPRIA VITA INTERIORE E RICONOSCERE LA VITA INTERIORE DEGLI ALTRI LE RELAZIONI L’uomo – piccola trinità – non può raggiungere Dio – la Grande Trinità – con le proprie forze... … Dio – Grande Trinità – è raggiungibile dall’uomo – piccola trinità – per il fatto che Dio–Padre con le sue due mani – il Figlio e lo Spirito Santo – si è chinato su di lui! Qui di seguito un bell’esempio di IE applicata alla vita quotidiana. Paolo, con la faccia triste e abbattuta, si ritrova con la sua amica Laura in un bar per prendere un caffè. Depresso, scaricò su di lei tutte le sue preoccupazioni... e il lavoro... e i soldi... e i rapporti con la sua ragazza... e la sua vocazione... Tutto sembrava andar male nella sua vita. Laura introdusse la mano nella borsa, prese un biglietto da 50 Euro e gli disse: “Vuoi questo biglietto?”. Paolo, inizialmente un po’ confuso, le rispose: “Certo Laura... Sono 50 Euro, chi non li vorrebbe?”. Allora Laura prese il biglietto in una mano, lo strinse forte fino a farlo diventare una piccola pallina. Mostrando la pallina accartocciata a Paolo, gli chiese un'altra volta: “E adesso, lo vuoi ancora?”. 24 Schema 8 La „Grande“ Trinità AFFETTIVITÀ VOLONTÀ R AGIONE La „piccola“ trinità 13 Il principio dell’ GB & DW #5 VOLERE EMOTIVO REAZIONE EMOTIVA AZIONE IMPULSIVA RAZIONALE AZIONE DELIBERATA DELLA RAGIONE MEDIAZIONE ADEGUATE EMOZIONI ... NE O I AZ RE 14 14 VOLERE RAZIONALE REAZIONE ISTINTIVE ED IMPULSIVE EMOZIONI !!! INTELLIGENZA EMOTIVA (IE) OGGETTO Approccio cinematografico: Harry Potter e la Camera dei segreti. In modo particolare il conflitto (sia all’inizio sia verso la metà del film) di Dobby, l’elfo domestico, combattuto tra la legge del non poter rivelare l’autore del complotto ad Hogwarts e il desiderio di mettere Harry Potter in salvo dalle possibili conseguenze di questo complotto. Quando egli sbaglia deve autopunirsi; cerca tutti gli stratagemmi per riuscire ad andare oltre il conflitto, obbedendo contemporaneamente alla legge ed al suo desiderio. Il simbolo di questo momento del nostro percorso è il Decalogo, la legge data da Dio a Mosè ed al popolo di Israele per vivere in amicizia con Dio ed in armonia tra i popoli. Schema 14: IM OL O CORPO UMANO: TRA LIBERTÀ E RESPONSABILITÀ ST IL 23 con la mediazione della ragione, un volere razionale. Emozioni istintive e volere emotivo spingono ad una reazione ed azione emotiva, alquanto superficiale e spesso inadeguata; con la mediazione della ragione è invece possibile giungere ad una reazione ed azione deliberata (ossia voluta e scelta con consapevolezza e consenso). Cfr. lo Schema 14. • L’IE è una capacità fondamentale dell’essere umano. Egli è già fisiologicamente disposto (nella struttura del cervello): o per bloccare o limitare un volere emotivo (che spinge verso azioni impulsive) e… o con la mediazione e l’intervento della ragione… o per pervenire ad un volere razionale (che spinge verso azioni deliberate) con la produzione di emozioni più adeguate alla situazione che si sta vivendo. • Il “clou” della faccenda è il passaggio: dall’emotività (con molte probabilità) inadeguata verso un’emotività certamente (più) adeguata. In questo modo sono ben disposto a fare in modo che la mia fede in Cristo e l’aiuto della sua grazia siano per me efficaci e si incarnino nella concretezza degli eventi di tutti i giorni. • Un esempio: un uomo racconta che un giorno, mentre era in vacanza in Inghilterra, stava facendo colazione in un caffè sulla riva di un canale. Finito di mangiare, mentre faceva quattro passi verso la riva, vide improvvisamente una ragazzina che fissava l’acqua con il volto paralizzato in una smorfia di terrore. Senza sapere perché (reazione istintiva), si gettò nel canale con cappotto, cravatta e tutto il resto. Solo dopo essersi tuffato si rese conto (intervento ritardato della ragione) che la ragazzina stava fissando scioccata un bimbetto di un paio d’anni caduto in acqua, che egli riuscì a portare in salvo (azione deliberata). Gli è andata bene: poteva farsi molto male ed anche rischiare di gettarsi in acqua per niente. Era meglio bloccare le proprie emozioni istintive ed in seguito valutare la situazione ed infine reagire con 22 consapevolezza e consenso. LIBERTÀ • • • E RESPONSABILITÀ Con il mio corpo posso interagire con il mondo: da una parte con me stesso, dall’altra con le altre persone e con le cose/avvenimenti. Sembrerebbe, almeno in apparenza, che io sia libero di fare tutto ciò che io voglio: scopro in me tante possibilità e mi vengono date delle opportunità, per cui sono libero di mettermi in gioco come meglio credo e secondo i miei bisogni e desideri. D’altra parte faccio anche l’esperienza del fatto che, oltre ai limiti fisici e strutturali (p. es. anche se voglio non posso volare con le mie mani), ci sono altre limitazioni: ci sono leggi, comandamenti, ordini che non sempre mi permettono di fare ciò che voglio. Quando sono in questa situazione, ossia in un confronto tra un mio desiderio (che vorrei realizzare nella mia GB & DW #6 15 15 libertà) ed una legge (che mi viene imposta dall’esterno), entro in un conflitto. • Posso fare con il mio corpo tutto ciò che voglio, ma devo essere consapevole che di tutto questo o avrò frutti di bene o frutti di male: in questo senso sono responsabile del bene/male che compio! Di fatto, allora, faccio l’esperienza che di ogni scelta libera che compio, devo “sopportare” le conseguenze: se agisco per il bene, ricevo frutti di gioia e di pace; se agisco per il male, sono invischiato in una serie di conseguenze negative, di pasticci, a causa dei quali, ultimamente, soffriamo tutti: io, gli altri, gli avvenimenti. Anche il mio rapporto con Dio ne risente. Allora non è vero che posso fare tutto! Come dice S. Paolo: “Tutto mi è lecito, ma non tutto serve, non tutto giova” (1Cor 5–6). Cfr. anche GB & DW #5 e #6). Esempi pratici: fumo/droga/alcol; affettività/sessualità; denaro e affari ad ogni costo; divertimento sfrenato vs volontariato/servizio; applicazione/diligenza/disponibilità vs egoismo/interessi personali; ecc. Un esempio biblico: il re Davide. Il peccato di Davide (2Sam capitolo 11; qui riportiamo i vv. 2–5; 14–17): Dall'alto della terraz- • • Schema 9 za Davide vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella di aspetto. Davide mandò a informarsi chi fosse la donna. Gli fu detto: «È Betsabea figlia di Eliàm, moglie di Uria l'Hittita». Allora Davide mandò messaggeri a prenderla. Essa andò da lui ed egli giacque con lei, che si era appena purificata VITA dalla immondezza. Poi essa tornò a casa. La donna concepì e fece sapere a Davide: «Sono LIBERTÀ R ESPONSABILITÀ FISICA incinta». La mattina dopo, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mano di Uria. Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Uria in VITA prima fila, dove più ferve la mischia; poi ritiraINTEtevi da lui perché resti colpito e muoia». Allora RIORE Ioab, che assediava la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che il nemico aveva uomini valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e VITA attaccarono Ioab; parecchi della truppa e fra gli DI ufficiali di Davide caddero, e perì anche Uria FEDE l'Hittita. 16 L’INTELLIGENZA EMOTIVA (IE) IN CA… 5 MINUTI! • • • La nostra vita interiore è costituita da una “trinità” di elementi, di facoltà umane: il pensare, il sentire, il volere. Esse costituiscono tre voci, o meglio due voci ed una presenza muta dentro di noi. Il pensare, con la sua capacità di collegare, distinguere e calcolare le cose, è una voce che ci proietta fuori di noi stessi incontro alla realtà che ci sta di fronte (possiamo avvicinarci ad una conoscenza della “realtà in sé”). Il sentire, con la sua capacità estremamente sottile e complessa di dispiegare un arcobaleno di sensazioni, emozioni e sentimenti, è una voce che ci proietta all’interno di noi stessi incontro al significato che la realtà (“in sé”) significa “per me”. La volontà è una sorta di “voce” muta, atematica che funge, dentro di noi, come una sorta di motore instancabile verso il “di più”, la realizzazione di noi stessi, la gioia, la felicità. Queste tre sfere della vita interiore hanno una relativa autonomia, ma sono chiamate, in vista dell’azione, a cooperare l’una con l’altra. Se la volontà è una sorta di motore instancabile; se la ragione ha il suo processo in qualche modo lucido e distaccato di guardare la realtà; il cuore (sede delle emozioni e dei sentimenti) è una sfera molto più complessa ed articolata. Tutte le tre sfere sono sempre presenti, ma la nostra consapevolezza può concentrarsi solo su una di esse in ogni momento. Qualsiasi stimolo, anche il più insignificante, fa reagire la nostra sfera emotiva immediatamente: istantaneamente si sviluppano emozioni istintive ed impulsive, che possono essere anche molto violente (p. es. la paura) ma che sono il risultato di un giudizio provvisorio e superficiale; con la mediazione della ragione, che interviene con un certo ritardo e dopo un po’ di tempo, è possibile pervenire a nuove emozioni più adeguate alla situazione. Considerando il processo al livello della volontà, essa si sposta dalla parte di chi “parla” per primo o più forte: dentro di noi viene generato dapprima un volere emotivo, dettato dalle emozioni istintive, cui può far seguito, 21 posso lasciar prevalere mia affettività, ossia tutto ciò che è importante per me, se ascolto le mie emozioni ed i miei sentimenti; così facendo mi allontano e mi estraneo dalla realtà; • posso lasciar prevalere la mia ragione, ossia lascio emergere la conoscenza della realtà così come essa mi si presenta, dimenticando però me stesso ed al limite anche gli altri; di fatto mi estraneo da me stesso e dagli altri (in una parola dal progetto uomo), per cui entro in una prospettiva “teorica” che di reale non ha nulla. • IL PUNTO DI EQUILIBRIO • • Il punto di equilibrio è conseguibile con un bilanciamento tra ragione e cuore (ma è un cammino interiore molto lungo): questi due elementi del mio mondo interiore devono dialogare tra loro, permettendo di conciliare le esigenze di ciò che è fuori di me con ciò che sta dentro di me. Solo così posso veramente conoscere la realtà. In particolare va generato un mondo emotivo adeguato alla situazione attuale, passando, con la mediazione della ragione, da una risposta emotiva istintiva ad una risposta emotiva deliberata. Un aiuto considerevole in questa direzione ci viene dalla capacità umana dell’ Intelligenza Emotiva (IE). FISICA A FFETTIVITÀ Schema 12 20 VITA RAZIONALITÀ INTERIORE RAZIONALITÀ VITA DI FEDE La virtù di Davide (1Sam capitolo 24; riportiamo qui i vv. 4-13; 17): Saul entrò nella caverna per un bisogno naturale, mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano nascosti in fondo alla caverna. Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il giorno in cui il Signore ti dice: Vedi, metto nelle tue mani il tuo nemico, trattalo come vuoi». Davide si alzò e tagliò un lembo del mantello di Saul, senza farsene accorgere. Ma ecco, dopo aver fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per aver tagliato un lembo del mantello di Saul. Poi disse ai suoi uomini: «Mi guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al consacrato del Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato del Signore». Davide dissuase con parole severe i suoi uomini e non permise che si avventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e tornò sulla via. Dopo questo fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e gridò a Saul: «O re, mio signore»; Saul si voltò indietro e Davide si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. Davide continuò rivolgendosi a Saul: «Perché ascolti la voce di chi dice: Ecco Davide cerca la tua rovina? Ecco, in questo giorno i tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie mani nella caverna. Mi fu suggerito di ucciderti, ma io ho avuto pietà di te e ho detto: Non stenderò la mano sul mio signore, perché egli è il consacrato del Signore. Guarda, padre mio, il lembo del tuo mantello nella mia mano: quando ho staccato questo lembo dal tuo mantello nella caverna, vedi che non ti ho ucciso. Riconosci dunque e vedi che non c'è in me alcun disegno iniquo né ribellione, né ho peccato contro di te; invece tu vai insidiando la mia vita per sopprimerla. Sia giudice il Signore tra me e te e mi faccia giustizia il Signore nei tuoi confronti, poiché la mia mano non si stenderà su di te. Quando Davide ebbe finito di pronunziare verso Saul queste parole, Saul disse: «È questa la tua voce, Davide figlio mio?». Saul alzò la voce e pianse. LA BIPOLARITÀ LIBERTÀ– RESPONSABILITÀ VITA AFFETTIVITÀ • Schema 13 C’è anche qui, a livello di libertà e di responsabilità, una bipolarità, che va bilanciata ed equilibrata tra i due poli/estremi: ITÀ BIL SA N SPO RE À ERT LIB Schema 10 17 posso lasciar prevalere la mia “libertà”, indipendentemente dalle conseguenze: non cercherò, però, sempre il mio vero bene ed il bene degli altri (bene comune); farò piuttosto ciò che mi piace, che mi soddisfa, che mi torna comodo; • posso lasciar prevalere il senso di responsabilità, quasi una sorta di senso del “dovere”, per cui faccio sempre e solo ciò che va bene agli altri, dimenticando e sacrificando me stesso. • IL PUNTO DI EQUILIBRIO Il punto di equilibrio lo si raggiunge (ma è un lungo cammino umano ed esistenziale) cercando di coniugare la mia libertà con la responsabilità, che ho nei miei confronti e nei confronti altrui, nel ricercare sia il mio vero bene sia il vero bene comune. In questo senso io e gli altri siamo due piatti della bilancia, ed entrambi vanno rispettati! IL LA PSICHE • Simbolo di questa parte del nostro itinerario è lo stetoscopio: esso ci ricorda che, per sapere ciò che si muove dentro di noi, è importante mettersi all’ascolto di ciò che parla dentro di noi, in particolare mettersi all’ascolto di entrambe le voci che parlano in noi. LE DUE VOCI INTERIORI • Dentro di noi, nella nostra psiche (“anima”) è situata la “piccola trinità”, ad immagine della Trinità divina. Essa è costituita dalla volontà (una sorta di motore della persona, che la spinge all’azione), e da due voci distinte (quanto a messaggi, a linguaggio ed a localizzazione): esse sono la nostra mente pensante (la ragione) e il nostro cuore (l’affettività, sede dei sentimenti e delle emozioni). Si tratta di due “universi” davvero distinti: da una parte la ragione ci aiuta a conoscere ed a comprendere la realtà così com’è; dall’altra il cuore ci aiuta a comprendere ciò che la realtà, con cui siamo a contatto, dice a noi e di noi. LA BIPOLARITÀ RAPPORTO TRA SPIRITO UMANO E CORPO UMANO In che rapporto stanno lo spirito umano ed il corpo umano? Il rapporto consiste nel realizzare con il corpo ciò che è il nostro rapporto con Dio (natura e grazia): ciò che è l’aiuto di Dio per il nostro agire – ricevuto nello spirito umano – è chiamato ad “incarnarsi” in ciò che è il nostro agire, ossia gesti concreti che noi facciamo con il nostro corpo in ordine alla volontà di Dio ed in obbedienza ai suoi comandamenti (cfr. Schema 11). UMANA: TRA RAZIONALITÀ E AFFETTIVITÀ RAZIONALITÀ–AFFETTIVITÀ C’è qui, tra razionalità ed affettività, una terza bipolarità, che va equilibrata: Schema 11 18 SPIRITO CORPO VALORE E GRAZIA AZIONE RESPONSABILE GB & DW #7 19 19