SI Audio 6C33/I Cult di Paolo di Marcoberardino

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SI Audio 6C33/I Cult di Paolo di Marcoberardino
 SI Audio 6C33/I Cult di Paolo di Marcoberardino Già nel numero 9 della rivista l’amico Pampanoni si era occupato di recensire l’integrato 509/60, che oggi viene prodotto con potenza incrementata a 100 watt contro i 60 dell’epoca, ed ora ci occupiamo del frutto delle ultime implementazioni che l’Ing. Fulvio Chiappetta ha apportato ai suoi progetti OTL, nel caso specifico al suo integrato che utilizza i triodi russi 6C33. In tale prodotto hanno visto concretizzarsi alcuni miglioramenti sia circuitali che nella componentistica utilizzata, in parte mutuati dal nuovo integrato denominato “Magico”, che ho recentemente recensito per la rivista Fedeltà del Suono. In effetti la versione di cui ci accingiamo ad occuparci è quella top denominata “cult”, che vede crescere la potenza di uscita ora attestatasi sui 75 watt e presenta delle novità del circuito, ora OCL anche in tale modello, ossia che non prevede l’uso di condensatori in uscita, caratteristica che garantisce prestazioni musicali superiori e costituisce di fatto la “logica” scelta filosofica di un OTL di pregio. Vengono inoltre in tale versione montati dei condensatori speciali della BHC sullo stadio di alimentazione, di estrema qualità oltre che di considerevoli prestazioni elettriche. Questo per dire che se la versione base di tale integrato ha un prezzo d’attacco di 2.900 euro, questa costa esattamente 1000 euro di più, avvicinandosi sostanzialmente al costo dell’integrato “Magico”, che però non dimentichiamo prevede l’uso di tubi diversi sullo stadio di potenza, che ne determinano prestazioni musicali dal carattere un po’ differente. Parlare di OTL è sempre molto stimolante, perché sono di fatto delle “strane creature” che quasi vanno contro quelli che sono i principi della letteratura classica, se vogliamo anche un pò consuetudinaria, che vuole gli amplificatori a tubi sempre accoppiati al diffusore mediante trasformatori d’uscita. Immagino che tutti sappiano quale sia la funzione di tale trasformatore, cosi come che il suo impiego, peraltro obbligato con la quasi totalità dei tubi di potenza, sia anche l’aspetto più critico di un amplificatore valvolare. Qualcuno dunque disse, ormai diversi decenni fa: bene, allora eliminiamolo. Mica facile però, ci si accorse subito che si evitavano non pochi problemi, ma se ne creavano altri. A mio parere, cosi come a parere di molti che hanno potuto ascoltare le elettroniche SI Audio, tali problemi in questi prodotti sono stati sostanzialmente risolti o, perlomeno, aggirati. Innanzi tutto, con il conseguimento di una sicurezza d’uso ed affidabilità, vero tallone d’Achille storico degli OTL, veramente degne di nota; l’amplificatore sfrutta un circuito di stabilizzazione che consente, senza alcun trauma per i malcapitati altoparlanti, ad una o più valvole di uscita di smettere di funzionare, il tutto con una conseguente semplice perdita di potenza, senza alcuna scarica o corto circuito. Per quanto concerne poi le capacità di pilotaggio, incognita negli OTL che vedono diminuire la potenza erogabile di pari passo con il modulo d’impedenza del diffusore, bisogna chiarire che tale possibile limite viene aggirato sostanzialmente in due modi: surdimensionamento dell’alimentazione, che nei prodotti SI Audio viene sempre posta su un telaio separato da quello dell’apparecchio, facente uso di trasformatori di grande qualità e considerevole valore elettrico, e doti dinamiche eccellenti, anche con carichi particolarmente ostici, con una sensazione di potenza erogata sempre molto spinta. Vi è da dire in proposito che il dato di targa dichiarato della potenza di uscita è piuttosto (anzi molto) conservativo, potendo l’amplificatore vantare soprattutto in regime dinamico e con distorsioni accettabilmente limitate molti più watt erogabili di quelli dichiarati. In questo, gli amplificatori SI Audio mi ricordano quelli progettati da un grande nome dell’elettronica italiana, ossia Bartolomeo Aloia, i cui stadi finali risultano sempre ben più potenti nei dati elettrici effettivi e nella sensazione di ascolto di quanto dichiarato. Come si può evincere dalla foto, l’integrato si presenta in una nuova livrea del frontale, illuminato con una tenue luce azzurrina; l’utilizzatore dovrà prestare molta attenzione al notevole calore emesso, nonché al fatto che il telaio dell’alimentatore, decisamente pesante, non è proprio piccolo. Lo stadio di preamplificazione è attivo e prevede l’uso di una ECC 83 per canale, il circuito è lineare ed al tempo stesso molto ben studiato, con uno stadio di pilotaggio con delle E88CC seguito da un buffer con due tubi ECC82. Il costruttore tende ad utilizzare ove può tubi di segnale NOS (nell’esemplare che ho provato vi erano delle americane GE e delle Philips), ma consente al cliente di poter scegliere valvole di altri marchi, sempre di produzione NOS, al fine di personalizzare la resa finale particolarmente per quanto attiene all’aspetto timbrico. Qualche menzione sulle 6C33 finali. Sono dei triodi a riscaldamento indiretto, costruiti solo in Russia e progettati per usi militari, essendo utilizzati all’epoca in particolare su sistemi di alimentazione dell’elettronica dei MIG 25 (un tubo volante, insomma); è una valvola piuttosto energica, con bassa resistenza di placca e dalla grande erogazione di corrente (caratteristiche adattissime ad una configurazione OTL), con una placca molto robusta e silenziosa. Essa ha nella sostanza solo un paio di difetti utilizzativi: risulta carente di omogeneità nella produzione, e pertanto per selezionarne un ottetto bisogna acquistarne un congruo numero (ma questo alla bisogna sarà un problema del costruttore), inoltre essendo il catodo riscaldato non direttamente ma da un filamento esterno ad esso, necessita per poter esprimere tutte le sue qualità di un tempo piuttosto lungo di preriscaldamento. Ed infatti si sente, poiché questo integrato è il classico valvolare che se intendiamo utilizzare al meglio sarà necessario chiamare casa un paio di orette prima per chiedere ad un volenteroso parente di accenderlo: la differenza è molto marcata, a prova di sordo. Il Bias di tali valvole di potenza viene dal costruttore tarato in laboratorio una prima volta, dopodiché un circuito apposito provvederà a farle lavorare in modo ideale, anche in presenza di intervenute variazioni elettriche delle stesse. Un amplificatore e la pasta scotta “Paolo, vai a sentire se la pasta è cotta per favore”. “Si un momento soltanto”. Sto lì, un attimo solo, sul divano, a sentire con questo amplificatore un brano di Lou Reed, “Walk On The Wild Side”. “Un attimo e arrivo !”. Entrano le voci femminili che si sovrappongono alla voce particolarissima dell’artista newyorkese, e rimango allibito, nel sentire la trasparenza e la definizione di queste voci, che provengono da un punto immaginario, ben preciso, che si trova dietro la parete di fondo un po’ lateralmente al mio diffusore destro, sostanzialmente dove il mio comprensivo vicino di casa sta scorazzando per la cucina (la sua …).
“Un attimo che vado a vedere …”. Le parole sono scontornate in maniera eccellente, si scorge il movimento delle labbra di Reed, il giro di basso è teso, vibrante, vivo, ed il sassofono muove l’aria come ogni sassofono fa, con tutto il riverbero messo dal tecnico del suono, ne più ne meno. Sono incollato al divano. Poi parte “Make Up”, me la godo per un minutino, ma una voce sconsolata dietro mi dice: “Paolo, ma la pasta si è scotta …”. “Lo so, ma io non c’entro, è colpa di quel maledetto di Lou Reed”. Un OTL è sempre una creatura strana Debitamente scaldato, questo amplificatore è in grado in alcuni parametri di rivelarsi un vero fuoriclasse. Lo paragonerei a quei signori inglesi un po’ ruspanti ma in tweed, che scorazzano con il cavallo per la campagna, elegantissimi e un po’ sporchi di fango. Il pregio maggiore, come in tutti gli OTL di Fulvio Chiappetta, è insito nella macrodinamica e nelle capacità di pilotaggio, nell’energia e vitalità che mette dentro ai diffusori. Ha persino “stappato” con una certa sicurezza due Thiel 2.2 del tempo che fu, un po’ ottuse e introverse con la maggior parte degli amplificatori di ieri e di oggi. Questa macrodinamica è perfettamente idonea a rappresentare qualsiasi programma musicale, anche il più complesso, senza denunciare all’ascoltatore fiato corto o impastamento alcuno, sempre ovviamente se non si intenda insonorizzare un palazzetto dello sport. Secondo aspetto prioritariamente da segnalare, è una trasparenza notevolissima per un prodotto di cotanto prezzo, ed eccellente in assoluto. D’altronde, è un OTL. Una trasparenza che ci consente di riconoscere facilmente in una trama sonora pienamente descritta tutti gli elementi musicali che la compongono, come per esempio in un coro ben registrato, dove si perde quella sorta di omogeneità un po’ irreale, per essere invece rappresentato come unione di singole voci distinte ma armoniche nel loro insieme. Un vero coro, insomma. Il dettaglio è anche esso molto spinto, anche qui siamo ben al di sopra della classe di prezzo, ma è accompagnato da un certo avanzamento della gamma media, via via lievemente meno accentuato con il passare delle ore di funzionamento, dopo le quali la stessa diviene anche più fluida e musicale. Quindi non vi è alcun piacevole (a volte, per qualcuno) arretramento delle voci e degli strumenti, che invece sono presentati sempre con un certo effetto monitor; sostanzialmente con questo amplificatore non ci si sente molto spettatori da decima fila, quanto quasi dentro al palco. La velocità di attacco e rilascio è molto elevata, al pari e meglio di molti stato solido (provate a misurare lo slew rate di un OTL ben progettato), ma viene per fortuna ben esposto un quadro armonico ricco ed ammaliante, a testimonianza comunque che stiamo parlando di un amplificatore che utilizza esclusivamente triodi sul segnale. La nettezza dei singoli impulsi è perentoria, ed il loro susseguirsi non viene mai confuso per eccesso di piaggioneria o limiti velocistici, cosi come non si rischia mai di smarrire il bandolo in situazioni nelle quali la complessità dell’incedere musicale provoca in alcuni casi la perdita di armonicità per trasformarsi in confusa iperbole di suoni. Qui non succede mai, fino agli elevati limiti di pilotaggio, oltre i quali, se riuscite a raggiungerli, si presenta solo un lieve arrotondamento dei picchi ed un irruvidimento generale senza individuare un clipping repentino. Gli estremi gamma, non essendoci i limiti insiti nell’uso di un trasformatore di uscita, godono di completezza ed estensione, ma anche di vigore dinamico, particolarmente sul versante delle alte frequenze, molto ricche e solide il giusto, prive di grana evidente; il basso è molto armonico, piacevole, solidissimo ed articolato, correttamente allineato ad una gamma medio bassa piuttosto lontana da un certo modo di espressione tipica dei finali a tubi, qui invece asciutta e dettagliata. E’ importante comprendere come la trasparenza della trama musicale ed il dettaglio dei suoi elementi che questo amplificatore è in grado di rappresentare, non siano limitati ad alcuni range di frequenze, bensì estesi pienamente ad ogni strumento, sia esso un contrabbasso come un rullante di batteria o le note più alte di un violino. Quindi coerenza. Anche la microdinamica è di pari passo molto esplicita e fluida, potendo leggere sempre con estrema facilità le variazioni di passo, di intonazione e di impulso che il musicista imprime alle singole note, in un quadro sempre molto stabile e facilmente leggibile. Il tutto, lo ribadisco in quanto peculiarmente nel DNA di tale amplificazione, con una presentazione molto vivace e presente, mai arretrata, invece quasi ravvicinata, “dentro la musica”. Tra i dischi che più mi hanno colpito, alcune incisioni di musica operistica, dove il cantato risulta sempre pienamente intellegibile (laddove l’incisione lo consente) e ben in primo piano; anche la sinfonica è a tratti spettacolare, per dinamica e pienezza, con degli strumenti a fiato sempre perentori.
Il rock beneficia di una energia considerevole, pulita ma anche priva di quel perfezionismo un po’ esteta di certe amplificazioni di oggi; le voci sono sempre molto realistiche, ma direi ancora di più coinvolgenti, ascoltare per esempio “The Wall” con questo amplificatore è stata una esperienza molto emozionante, più “Live” che da studio, con un impatto in alcuni brani devastante. Per finire, la ricostruzione scenica è precisa, piuttosto ampia ed anche profonda ma, come dicevo prima, il tutto è riferito ad un lieve ma evidente avanzamento in avanti dei soggetti sonori, e dunque chi ama rappresentazioni molto dilatate in profondità stile “tunnel autostradale” potrebbe essere deluso da tale caratteristica propria dell’amplificatore. Un ultimo cenno ad un confronto con il modello “Magico”, che è acquistabile con un incremento di spesa piuttosto modesto in luogo di questo 6C33/I. Molti parametri sono sostanzialmente sovrapponibili, quali la trasparenza ed il dettaglio, cosi come la macrodinamica che però nel modello in prova può apparire un pelo più pronunciata ed esplosiva. Il “Magico” presenta una raffinatezza in gamma media un po’ superiore (il nome rende l’idea), su livelli davvero elevati, e tendenzialmente venata da una nota calda piacevolissima, che il 6C33/I solo approssima dopo un paio di ore di funzionamento; inoltre il modello superiore presenta un quadro sonoro maggiormente arretrato e tridimensionale, seppure di poco. A mio parere, però, con alcuni generi musicali il 6C33/I può dare una sensazione di impatto e potenza superiori, con un facile coinvolgimento emotivo. Di sicuro, stiamo parlando di un amplificatore di quelli che possono offrire in alcuni, importanti parametri, veramente molto, quasi il massimo, e ciò lo candida a divenire una amplificazione anche definitiva, nei limiti concettuali del termine. Per qualsiasi chiarimento o confronto di impressioni sono a disposizione ovviamente sul forum o sul mio indirizzo di posta. Il tutto è molto gradito poiché ritengo che un “recensore” debba tarare le proprie orecchie prima di tutto con la musica dal vivo, ma anche con il resto del mondo. © 2009 VIDEOHIFI.COM http://www.videohifi.com/32/siaudio.shtml