Dichiarazione comune sull`8 marzo" - CGIL Emilia

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Dichiarazione comune sull`8 marzo" - CGIL Emilia
CCOO UGT CGIL CISL UIL CGT DGB OPZZ Solidarnosc
Dichiarazione comune
La crisi economica e sociale sta avendo un impatto più violento sulla
condizione delle donne, sia per quanto riguarda l’occupazione che la vita
quotidiana, un impatto accresciuto dalle misure “anti-crisi” e di austerità.
Le Organizzazioni sindacali delle 5 regioni europee unite in partenariato vogliono attirare
l'attenzione su questa realtà.
Le organizzazioni CC.OO e UGT del Pais Valenciano in Spagna, CGIL-CISL e UIL
della Regione Emilia- Romagna in Italia, la CGT dell'Aquitaine in Francia, la DGB
dell'Assia in Germania, OPZZ e Solidarnosc in Polonia, unite insieme in un partenariato
europeo, hanno sottoscritto sin dal 2008 il Progetto comune denominato “ARIADNA”,
riguardante l'eguaglianza tra donne e uomini, predisponendo un Osservatorio
sull'eguaglianza di genere in ciascuna delle cinque regioni del partenariato.
Questo spazio permette di:
• Vigilare sull'evoluzione dell'occupazione femminile così come sugli accordi collettivi
e le leggi nazionali e regionali.
• Produrre analisi comparative sul lavoro femminile e maschile sia dal punto di vista
quantitativo che delle condizioni di lavoro (orari, tipologie lavorative, salari, misure
di conciliazione)
• Individuare le barriere che alimentano ineguaglianze e discriminazioni
• Organizzare azioni sindacali comuni che favoriscano l'eguaglianza tra i generi con
particolare riguardo agli effettivi trattamenti e alle opportunità per uomini e donne
nel mercato del lavoro e, di conseguenza, nella vita di tutti i giorni.
Le nostre organizzazioni sindacali, consapevoli che la crisi economica
colpisce in maniera molto dura tutti i lavoratori europei – anche nei paesi che
stanno sperimentando una leggera crescita il numero dei lavoratori poveri è in
aumento – ritengono che una attenzione speciale vada posta alle conseguenze
particolarmente dannose che si vanno determinando verso le donne. A tal fine, tutte
le informazioni raccolte durante il Progetto ARIADNA necessitano di essere
aggiornate.
Le disparità tra uomini e donne già esistenti nella società e le ineguaglianze sul
lavoro, così come nella vita quotidiana, rinforzano gli effetti determinati dalla crisi ed
aumentano la vulnerabilità e la marginalizzazione delle donne.
Negli anni 2008/2009 gli uomini sono stati i primi a risentire degli effetti della crisi a
causa dei piani di ristrutturazione nei settori metalmeccanico e delle costruzioni. Sin dal
2010, il livello di disoccupazione è diventato più alto tra le donne, a causa delle politiche
restrittive nei settori dei servizi, pubblici e privati, dove le donne sono la maggioranza.
L'ILO, il Parlamento Europeo, l'OCSE sottolineano l'andamento incrementale della
componente di genere nello sviluppo della disoccupazione e, specialmente della
“disoccupazione part-time” inteso come aumento del part-time involontario.
A causa della recessione si registrano:
• Un aumento del lavoro part-time imposto in maniera massiva alle donne
• Un incremento dell'incidenza dei lavori precari tra le donne come dimostrato
dalla risoluzione del Parlamento Europeo “Sulle lavoratrici precarie”
(n.2018/2010) che sottolinea la natura di genere del lavoro precario.
• Orari di lavoro ridotti e atipici, con basse paghe, che sono in tutto il mondo
tipiche caratteristiche del lavoro delle donne.
Le riforme delle pensioni in tutti i nostri Paesi hanno effetti penalizzanti sulle donne
a causa delle interruzioni presenti nelle loro carriere professionali. La precarietà porta
sempre più donne a rinunciare alle cure mediche, alle visite e agli esami di prevenzione,
fatti che favoriscono il deterioramento della loro salute.
Il numero delle madri sole che si rivolgono alle mense dei poveri è sempre in
aumento.
La mancanza di lavoro porta i giovani a tornare dai genitori; la riduzione del reddito
familiare costringe le famiglie a tenere anziani non più autosufficienti a casa. I fardelli
domestici aumentano e le donne ne vengono caricate.
La recessione porta ondate di migrazioni di massa: le donne sono in particolare
indirizzate al lavoro informale, spesso a carichi domestici, baby-sitting, compiti di cura.
Le difficoltà nel pagare l’affitto conduce le giovani donne allo “scambio di servizi”
con I proprietari. L'aumento della povertà genera l'aumento delle reti di prostituzione.
Le misure messe in atto per contrastare la crisi stanno aumentando
l'ineguaglianza di condizione tra uomini e donne.
Gli Stati, cui è richiesto di ridurre i propri debiti, sono costretti a ridurre i loro servizi
pubblici, con una conseguente drastica riduzione dell’occupazione. E le donne sono la
maggioranza di questi lavoratori.
Essendo ridotti I servizi alle famiglie offerti dalle autorità pubbliche, questi sono
conferiti alle donne, in base al loro ruolo tradizionale e così rinforzano la loro esclusione.
Le riforme del mercato del lavoro proposte dai datori di lavoro raccomandano un
aumento dei lavori instabili, una diminuzione dei salari e una riduzione della durata
dell’orario di lavoro e la traduzione in impieghi part-time: tutte misure che aumentano le
ineguale situazione delle donne.
La crisi economica, finanziaria, culturale distrugge il valore dell'eguaglianza di
genere e riporta le donne indietro nella società a causa di un'idea reazionaria: quella per la
quale il luogo per le donne è la casa!
La perdita di capacità da parte degli uomini di raggiungere una posizione sociale
attraverso il lavoro li porta a comportarsi a casa in modo maschilista; il numero delle
violenze in famiglia verso le donne è in aumento in molti dei nostri Paesi.
Le nostre Organizzazioni sindacali non intendono arrendersi. Attraverso il
Partenariato, I nostri militanti si muoveranno e combatteranno per un trattamento
eguale tra uomini e donne, in qualunque situazione. E cosi le nostre Organizzazioni
sindacali si impegnano a:
Controllare regolarmente il livello dell'occupazione femminile in ciascuna delle nostre
Regioni;
• prendere le misure idonee nelle nostre organizzazioni per promuovere il
coinvolgimento delle donne e la puntuale ricognizione dei loro bisogni e delle loro
richieste;
• procedere in ogni progetto alla comparazione delle condizioni tra uomini e donne
attraverso il metodo del mainstreaming;
Richiedere alle Autorità locali delle Regioni di riferimento di:
• rendere più accessibile la conoscenza dei dati relativi all'occupazione e alla
formazione delle donne attraverso la predisposizione di statistiche di genere che
devono mostrare i dati divisi tra uomini e donne
• controllare che le misure rivolte all'eguaglianza di genere esistenti sul piano legale
siano realmente rinforzate
• incoraggiare e favorire politiche di orientamento, di formazione professionale e di
acquisizione di consapevolezza che possano permettere dei cambiamenti nelle
attitudini e nei comportamenti legati ai clichès riguardanti i ruoli sociali tradizionali di
uomini e donne;
• creare e sviluppare servizi pubblici di supporto: asili-nido, scuole pre-primarie;
assistenza e cura per le persone dipendenti e non autosufficienti;
• sanzionare le immagini che mostrano le donne nei ruoli tradizionali o trattate come
oggetti;
• applicare misure per pervenire, combattere e contrastare lo sfruttamento sessuale e
la tratta di esseri umani;
Richiedere alle Organizzazioni datoriali delle nostre Regioni di:
• combattere contro le molestie e la violenza a sfondo sessuale nei luoghi di lavoro
• assicurare l'incremento negli accordi collettivi, sottoscrittti da datori di lavoro ed
organizzazioni sindacali, delle misure che trattano della parità di genere, partendo
dalla rilevazione dei salari e delle qualifiche professionali di uomini e donne;
• mettere fine all'uso massivo del part-time e/o dei lavori instabili-precari, nonchè alle
diminuzioni salariali imputate alla crisi-economica
• Prendere misure per prevenire, trattare e sradicare le molestie sessuali sul luogo di
lavoro.
Le nostre Organizzazione sindacali si mobiliteranno affinché non sia solo chi
lavora a pagare gli effetti della crisi e le donne non debbano essere le prime a
pagare gli effetti delle discriminazioni di genere.
Le nostre Organizzazioni sindacali si impegnano a dare lettura di questa
dichiarazione comune in tutte le iniziative che si terranno in occasione ed in vista
delle celebrazioni dell'8 Marzo – giornata internazionale delle donne.