articolo completo in pdf - Giornale Italiano di Diabetologia e

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articolo completo in pdf - Giornale Italiano di Diabetologia e
CASO CLINICO
Effetti dell’attività fisica in un soggetto sedentario
dismetabolico, affetto da sindrome di Turner
Passalia A1, Biancalana V1, Sudano M2, Turchi F2, Fedrighelli G2, Andreani M2, Stocchi V1
1
Dipartimento di Scienze Biomolecolari, Scuola di Scienze Motorie, Sezione Scienze Motorie e della Salute, Urbino (PU);
Servizio Integrato Territoriale (SIT) Struttura Dipartimentale Complessa di Endocrinologia e Diabetologia, Area Vasta n. 1,
Urbino (PU)
2
Storia clinica
La paziente (G.B.), affetta da sindrome di Turner è stata
reclutata presso il SIT di Diabetologia-Endocrinologia dell’Area Vasta 1 – regione Marche, dove è attivo un servizio di counseling dell’esercizio fisico. La diagnosi da
sindrome di Turner al 60% le è stata diagnosticata all’età
di 5 anni. Al momento dello studio, la paziente aveva
24 anni. La giovane donna afferiva al SIT di Diabetologia
in quanto da qualche anno presentava i parametri caratteristici della sindrome metabolica (SM). Nelle donne con
sindrome di Turner, spesso si evidenziano elevati livelli di
colesterolo e ipertrigliceridemia. Nel 10-34% dei casi è
presente un’alterata tolleranza glucidica. Inoltre, in età
adulta, in più della metà delle donne si evidenzia insulino-resistenza e propensione a sviluppare diabete mellito di tipo 2.
Clinicamente, la sindrome è caratterizzata da alterazioni
funzionali che interessano vari organi e da un insieme di
caratteristiche fisiche e disfunzioni che dipendono dall’assenza totale o parziale (aploX o mosaicismo) della seconda X, o da alterazioni strutturali di essa(1,2). Nella
paziente le anomalie riscontrate non erano tali da comprometterne il trattamento educativo verso l’esercizio
fisico. Arrivata al SIT di Diabetologia G.B., è stata sottoposta a una serie di esami ematochimici e antropometrici: glicemia a digiuno, colesterolo, colesterolo HDL,
trigliceridi, TSH, emocromo + F, peso, altezza, circonferenza vita-fianchi. Al fine di valutare il livello di attività fisica, alla paziente è stato chiesto di indossare per una
settimana il SenseWear® Body Monitoring System e di
sottoporsi alla somministrazione volontaria del questionario 7 Day Physical Activity Recall (7-DR)(3).. L’intervento
educativo, finalizzato a un processo di cambiamento
dello stile di vita, basato su un aumento dell’attività fisica, è durato 18 mesi. L’obiettivo di questo studio è stato
quello di valutare gli effetti dell’attività fisica in un soggetto dismetabolico, sedentario, affetto da sindrome di
Turner. Gli esami ematochimici, antropometrici e la
somministrazione del questionario sono stati effettuati all’inizio e alla fine dello studio. Il SenseWear® Body
Monitoring System, è stato indossato per una settimana
al momento dello studio, e successivamente per un’altra
settimana alla fine della raccolta dati.
Dal punto di vista emotivo/relazionale, la paziente era in
grado di gestire in maniera più o meno autonoma la propria vita. G.B. al momento dello studio frequentava il
2° anno di Scienze della Formazione, percorso che ha
concluso positivamente nei due anni successivi con la discussione della tesi di laurea. Le sedute di counseling dell’esercizio fisico sono state effettuate con scadenza
mensile per un periodo complessivo di 18 mesi.
Durante le sedute di counseling, venivano affrontati i
principali fattori di ostacolo che impedivano uno stile di
vita più attivo, oltre a essere fornite indicazioni specifiche sulla tipologia dell’attività fisica e/o esercizio da eseguire. Nel corso delle sedute di counseling, G.B. veniva
accompagnata dalla madre.
All’inizio dello studio la paziente era ben disposta a
cambiare le sue abitudini quotidiane e ha dimostrato
un certo interesse nei confronti dell’attività fisica e/o
esercizio fisico, soprattutto in relazione all’acquisizione
di una maggiore autonomia nonché benessere. Ma il
percorso non è stato lineare, ci sono state delle ricadute
seguite da momenti di abbandono. Cambiare stile di
vita da inattivo ad attivo non è semplice, ma neanche
Corrispondenza: dott.ssa Annunziata Passalia, c/o Dipartimento di Scienze Biomolecolari, Scuola di Scienze Motorie, Sezione Scienze
Motorie e della Salute, via I Maggetti 26, 61029 Urbino (PU) – e-mail: [email protected]
Pervenuto il 19-05-2015 • Revisione del 06-11-2015• Accettato il 16-12-2015
Parole chiave: Sindrome di Turner, livello di attività fisica, sindrome metabolica • Key words: Turner’s syndrome, physical activity level,
metabolic syndrome
Abbreviazioni: ACSM, American College of Sports Medicine; BMI, body mass index, indice di massa corporea; DBS, diastolic blood pressure, pressione diastolica; 7-DR, 7 Day Physical Activity Recall; IDF, International Diabetes Federation; MET, metabolic equivalent, unità
di consumo metabolico-equivalente; PA, pressione arteriosa; SBP, systolic blood pressure, pressione sistolica; SM, sindrome metabolica.
G It Diabetol Metab 2016;36:37-40
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Passalia A et al.
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Glicemia a digiuno
120
100
80
60
40
20
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set-13
lug-13
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0
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Analizzando la storia di G.B. si decide in accordo con il
team di diabetologia di intraprendere un percorso educativo adatto alla particolare situazione della paziente.
Considerando il quadro clinico, aggravato da uno stile
di vita scorretto, ci si è posti degli obiettivi da raggiungere a breve e a lungo termine. È importante precisare
che la paziente, per quanto disponibile verso un cambiamento dello stile di vita, era ipocinetica e poco incline al movimento. Per cui, attraverso lo sportello di
counseling all’esercizio fisico, che ha come obiettivo
quello di motivare i soggetti affetti da disturbi metabolici del SIT di Diabetologia-Endocrinologia verso uno
stile di vita più attivo, si è cercato di educare la paziente
verso un mutamento dello stile di vita basato appunto
su una maggiore attività fisica e/o esercizio fisico. G.B.,
non presentando alterazioni tali da comprometterne il
movimento, è stata trattata come un soggetto dismetabolico, per cui, le indicazioni riguardo all’attività fisica e/o esercizio fisico sono state effettuate nel rispetto
delle linee guida sia dell’American College of Sports
Medicine (ACSM) sia dell’International Diabetes Fede-
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Strategia diagnostico-terapeutica
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Alla prima visita ambulatoriale G.B. pesa 73,5 kg, ha un
BMI di 28,7 kg/m2; PA 140/85 mmHg; glicemia a digiuno
104 mg/dl; livello attività fisica sedentario (< 150 min/
settimana), valutato attraverso il 7-DR e il SenseWear®
Body Monitoring System (Tab. 1).
Osservando il percorso di G.B. a 18 mesi, si denota un
andamento positivo rispetto al basale, sia per quanto
concerne i parametri ematochimici e antropometrici sia
per quanto riguarda il livello di attività fisica.
Nello specifico, come illustrato nei grafici riportati (Figg. 1,
2 e 3), si evince un significativo miglioramento della glicemia a digiuno, del peso corporeo, del BMI e dei valori
pressori. Inoltre, tramite il SenseWear® armband è stato
possibile riscontrare un aumento dell’intensità dell’esercizio fisico, espresso attraverso i MET; esattamente si è
passati da una media di 3,5 MET, a una media di 6 MET
a settimana(9).
Dall’analisi del questionario si è potuto rilevare un trend
positivo del livello di attività fisica: > 150 min/settimana
vs < di 150 min/settimana, che secondo l’American Diabetes Association sono i minuti indicati per mantenere
un buono stato di salute(10).
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Esame obiettivo, esami di laboratorio
e strumentali
Risultati
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impossibile; attraverso lo sportello di counseling all’esercizio è stato possibile seguire G.B. in questo difficile percorso. Al termine dello studio, sono stati rilevati
sia un incremento del livello di attività fisica sia un miglioramento dei parametri ematochimici e antropometrici.
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Baseline si riferisce alle variabili misurate al primo giorno di counseling dell’esercizio.
BMI: body mass index, determinato dal rapporto tra il peso corporeo e l’altezza al
quadrato (kg/m2).
c
7-DR: 7-Day Physical Activity Recall.
b
mag-12
a
ration (IDF), tenendo comunque in considerazione
le attitudini personali della paziente (4,5). Il modello
di counseling utilizzato per raggiungere il nostro
obiettivo è stato: “il modello teorico di cambiamento”
(transtheoretical model of behaviour change), dove il processo di cambiamento avviene attraverso specifici
stadi(6).
Dalla letteratura si evince come il counseling per l’esercizio fisico sia al momento una strategia di approccio riconosciuta utile nell’indirizzare la popolazione dismetabolica, e non solo, verso l’effettuazione dell’attività
fisica(7,8). Il modello teorico di cambiamento oltretutto
viene utilizzato dall’ACSM nel promuovere e/o mantenere l’attività fisica nelle persone affette da disturbi metabolici.
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Tabella 1 Andamento delle variabili prese in considerazione prima
e dopo 18 mesi di intervento.
Variabili
Baselinea
18 mesi
Glicemia a digiuno
104
70
Peso
73,5
65
BMIb
28,7
25
Valori pressori
Sistolica Diastolica Sistolica Diastolica
140 mmHg 85 mmHg 120 mmHg 80 mmHg
Livello attività fisica
Sedentario
Attivo
(7-DR)c
< 150 min/settimana
> 150 min/settimana
(mg/dl)
Figura 1 Glicemia a digiuno analizzata all’inizio e alla fine
dello studio.
Effetti dell’attività fisica in un soggetto sedentario dismetabolico, affetto da sindrome di Turner
Peso corporeo/BMI
Flow-chart diagnostico-terapeutica
80
Donna di 24 anni affetta da sindrome di Turner al 60%,
diagnosticata dall’età di 5 anni
70
60
Anamnesi
Sindrome di Turner al 60%
Sindrome metabolica
Scompenso tiroideo
Ipertensione arteriosa
Ipocinesia
Esame
obiettivo
Peso: 73,5 kg
BMI: 28,7 kg/m2
PA: 140/85 mmHg
Glicemia a digiuno: 104 mg/dl
Sedentaria: < 150 min/settimana
50
40
30
20
10
Peso corporeo (kg)
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BMI (kg/m2)
Figura 2 Peso corporeo e BMI analizzati all’inizio e alla fine
dello studio.
Esami
di laboratorio
e strumentali
Valori pressori
160
Esami ematochimici/antropometrici
Glicemia a digiuno
Colesterolo totale, C-HDL, TG, TSH
Emocromo + F
Peso, altezza, circonferenza,
vita/fianchi
SenseWear® Body Monitoring System
7-DS
140
120
Strategia
terapeutica
100
Counseling dell’esercizio fisico
80
60
40
20
gen-14
nov-13
set-13
lug-13
mag-13
mar-13
nov-12
SBP (mmHg)
gen-13
set-12
lug-12
mag-12
mar-12
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0
DBS (mmHg)
Figura 3 Valori pressori analizzati all’inizio e alla fine dello
studio.
Discussione
L’obiettivo del nostro caso clinico è stato quello di valutare come un incremento dell’attività fisica possa influire
sulla condizione metabolica di una paziente sedentaria
affetta da sindrome di Turner.
Le pazienti affette da sindrome di Turner hanno bisogno
di un approccio multidisciplinare, al fine di migliorare la
loro condizione clinica. Il protocollo di follow-up deve
seguire un percorso ben delineato e prefiggersi determinati obiettivi, che sono differenti in base alle diverse fasi
di crescita del soggetto o delle patologie associate eventualmente presenti.
Come già accennato, il percorso di G.B. è stato altalenante. Per un tempo limitato la paziente ha saltato le
sedute di counseling con momentaneo abbandono dell’attività motoria. Il ritorno è stato volontario e nel giro di
qualche mese si sono rivisti i primi benefici. Nonostante
le raccomandazioni fornite dalle varie organizzazioni del
settore(10,11) sull’importanza dell’attività fisica nel mantenimento e/o miglioramento dello stato di salute, non
sempre è fattibile, e comunque non è facile, incoraggiare
un soggetto a praticare attività fisica, soprattutto se il
soggetto in questione presenta delle problematiche inerenti la salute. I risultati ottenuti dal presente lavoro sono
in linea con quanto avvalora la letteratura, dimostrando
come l’esercizio fisico effettuato con assiduità determini
nel tempo un miglioramento dello stato di benessere generale; arrivare a motivare un soggetto dismetabolico sedentario con sindrome di Turner a effettuare attività fisica
costantemente per almeno 150 minuti a settimana, ha
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Passalia A et al.
portato a un notevole miglioramento per quanto riguarda sia gli esami ematochimici sia quelli antropometrici. L’incremento dell’attività fisica ha determinato una
diminuzione dei valori pressori che sono frequentemente
elevati nelle pazienti con sindrome di Turner. È importante sottolineare che, attraverso i controlli della paziente
(ogni 6 mesi), riusciamo a monitorare i risultati ottenuti
e attestare che questi sono rimasti costanti anche dopo
il trattamento.
Negli ultimi anni, la ricerca ha fatto notevoli passi avanti
sulla sindrome di Turner. Gli studi in merito hanno permesso di ampliare le conoscenze e conseguentemente
migliorare le prospettive di vita per le donne affette da
tale sindrome. È opportuno però precisare come al momento ci siano pochi lavori sui benefici indotti dall’esercizio fisico nelle pazienti con sindrome di Turner.
Pertanto, anche se ulteriori studi e approfondimenti saranno necessari a riguardo, i nostri dati ci permettono di
suggerire che una buona educazione al movimento potrà
sicuramente migliorare la vita delle ragazze affette da
sindrome di Turner.
Ringraziamenti
Si ringrazia la prof.ssa Elena Barbieri per il suo prezioso
contributo.
40
Bibliografia
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clinical treatment. Br Med Bull 2008;86:77-93.
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3. Sallis JF, Haskell WL, Wood PD, Fortmann SP, Rogers T, Blair SN
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4. ACSM’s Guidelines for Exercise Testing and Prescription. 8th ed. Baltimore (MD): Lippincott Williams & Wilkins 2010.
5. International Diabetes Federation. The IDF consensus worldwide
definition of the metabolic syndrome. April 14, 2005: http://
www.idf.org/webdata/
6. Hillsdon M, Foster C, Thorogood M. Interventions for promoting
physical activity (rev). Cochrane Database Sys Rev 2005;
CD003180.
7. Moyer VA; U.S. Preventive Services Task Force. Behavioral counseling interventions to promote a healthful diet and physical activity for cardiovascular disease prevention in adults: U.S. Preventive
Services Task Force recommendation statement. Ann Intern Med
2012;157:367-71.
8. Peterson JA. Get moving! Physical activity counseling in primary
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9. Mansoubi M, Pearson N, Clemes SA, Biddle SJ, Bodicoat DH,
Tolfrey K et al. Energy expenditure during common sitting and
standing tasks: examining the 1.5 MET definition of sedentary behaviour. BMC Public Health 2015;15:516.
10. American Diabetes Association. Standards of medical care in
diabetes - 2013. Diabetes Care 2013;36(suppl. 1):S11-66.
11. World Health Organization. Global recommendations on physical
activity for health. Geneva: WHO, 2010.