Giornata Internazionale Tolleranza Zero MGF.

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Giornata Internazionale Tolleranza Zero MGF.
Giornata Internazionale Tolleranza Zero MGF.
Giovedì 13 Febbraio 2014 00:00
Giornata Internazionale Tolleranza Zero MGF.
Un'occasione per riflettere su un tema che viene da lontano ma che riguarda anche il nostro
territorio e i professionisti della Sanità che si trovano a dover fare i conti con problematiche
sempre più globali.
Per MGF si intende l'incisone o l'asportazione parziale o totale dei
genitali esterni femminili. Parte di un sistema di alcune tradizioni africane, questa pratica, non
ha fondamento religoso ne culturale. Le mutilazioni erano già presenti prima dell'avvento delle
grandi religioni monoteiste e quindi si possono trovare in alcune comunità islamiche, cristiane
ed ebraiche.
Milioni di donne in Africa sono vittime delle MGF. Un
fenomeno che interessa anche il nostro paese e di cui si è parlato il 5 febbraio scorso nella Sala
Quadri della Provincia di Firenze nell'ambito del convegno "MGF – Obiettivo tolleranza
zero entro il 2015: azione globale e azione locale", insieme all'associazione Nosotras e a
Fondazione L'Albero della Vita onlus in occasione del Festival della Cooperazione.
Per avere un quadro del rischio Mutilazioni genitali femminili anche in Toscana, sono state
incrociate diverse “banche dati”, avendo come punto di partenza i cittadini che provengono dai
28 Paesi dove questa pratica è maggiormente in uso. Secondo l'Agenzia regionale per la Sanità
(dati 2012) in Toscana sono oltre 27mila (il 7,8% del totale degli immigrati in Toscana cioè
350.761), 8.481 le donne (2,41%): si va dalle 2.761 dell'Asl 10 Firenze alle 207 dell'Azienda
sanitaria di Viareggio. Il 20% è nella fascia da zero a cinque anni, il 35% in quella da zero a
diciotto. Un'analisi effettuata dal dottor Alberto Silva del Dipartimento della prevenzione dell'Asl
11 di Empoli, utilizzando l'Anagrafe degli iscritti al Servizio sanitario nazionale, stabilisce che i
residenti stranieri sono 31.333 e quelli provenienti da Stati a rischio sono 2.447 (l'8.6%, dato
superiore alla media regionale) di cui 757 donne. 260 da zero a 18 anni, 180 bambine fino a sei
anni. Ulteriori specifiche, ancora, si possono trovare entrando nell'archivio dei Cap (Certificato
di assistenza al parto), per rilevare i dati dei genitori: nel 2012 sono 59 i bambini nati da madre
e padre (entrambi o almeno uno) provenienti da Paesi a rischio Mgf, di cui 33 femmine, o dalle
schede di dismissione ospedaliera. Si tratta di “fonti” utili se non fondamentali per pianificare
interventi di sensibilizzazione e prevenzione. Salute, lotta all'HIV, educazione, agricoltura, pace, integrazione. Sono le parole d'ordine per
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estirpare la pratica delle mutilazioni. In questa direzione si è mossa l'Ass.Nosotras con la quale
IPASVIFi ha stipulato un accordo di collaborazione, dando il via al progetto ExEx (ex
exciseuses) http://www.nosotras.it/, una campagna di raccolta fondi per il sostegno a distanza
di progetti per la creazione di un nuovo reddito rivolto al sostegno di donne ex mutilatrici in
Guinea e in Niger. Grazie a Nosotras tante donne hanno già abbandonato i coltelli con il
benestare della comunità. Una pratica che si faceva anche per non indurre la donna a relazioni
extra.
Laila Abi Ahmed, presidente di Nosotras è una testimone storica delle MGF. "Il nostro
impegno non si è fermato – ha dichiarato - A livello internazionale ci si era dati l'impegno di
arrivare all'azzeramento del fenomeno entro il 2010. Ci siamo dovuti fermare e rilanciare al
2015 ma l'obiettivo è ancora lontano. Si deve osare di più. Per questo una campagna che vada
a insistere non solo sulla formazione e sensibilizzazione ma anche sull'abbattimento della
povertà è fondamentale. Si deve poter dare una chance di reddito alternativo per rendere
concrete le parole".
C'è ancora molto da fare anche nel nostro paese, è di dicembre 2012 l'accordo Stato/Regione
per prevenire e contrastare le MGF, ma i tempi di attuazione sono lunghi. Occorre lavorare per
far sì che ci sia più consapevolezza. Lanciare progetti con il personale sanitario che può fare
prevenzione. Combattere la povertà. La pratica delle MGF è presente nella nostra realtà perciò
anche il personale sanitario deve avere le competenze per affrontare le problematiche ad essa
legate nell'ottica di una sanità sempre più globale. Le MGF compromettono la salute delle bambine: rischio di morte, sterilità, infezioni e disturbi
psicologici.
Sono una violazione dei diritti umani, dei minori e delle donne: artt. 3 e 5 della Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Uomo, Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo, Protoccollo di
Maputo.
Sono reato per la legge italiana (L.7, 9 gennaio 2006). Le MGF sono già illegali in: Benin,
Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Ciad, Costa d'Avorio, Gibuti, Egitto, Eritrea, Etiopia
(Codice Penale), Ghana, Guinea Conakry, Kenya, Niger, Senegal, Somalia, Sudan, Tanzania,
Togo.
Il Collegio IPASVI Firenze rilevata la necessità di sensibilizzare la collettività professionale sul
problema, ha in progetto una serie d'iniziative specifiche che si svolgeranno in collaborazione
con l'ass.multietnica di cittadini e professionisti. Tutte le informazioni saranno pubblicate sul sito
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www.ipasvifi.it bella sezione formazione.
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