- Karabakh.it

Transcript

- Karabakh.it
INIZIATIVA ITALIANA PER IL KARABAKH
DOCUMENTI DI STUDIO
Analisi storica
Il massacro di Maragha
La storia degli armeni in Azerbaigian è purtroppo caratterizzata da numerosissimi massacri che essi dovettero subire ad opera degli azeri: dalla
distruzione totale del quartiere armeno di Shushi nel 1920 (diecimila tra morti e sfollati), ai più recenti pogrom a Sumgait, Baku e Kirovabad.
Anche durante il periodo pre-bellico e bellico non mancarono azioni a danno della comunità armena locale come accaduto a Maragha.
Qui vennero barbaramente assassinati, anche decapitati, alcune decine di civili armeni.
Storie, tragiche storie, di guerra potrà dire qualcuno.
Ma il riconoscimento di “Eroe nazionale dell’Azerbaigian” al comandante azero che guidò il massacro rappresenta il punto più alto fra i tanti
orrori che si consumarono in quegli anni. E segna una linea di demarcazione morale netta tra armeni ed azeri.
I FATTI DI MARAGHA (10 APR 1992)
La guerra che l’Azerbaigian ha innescato a fine gennaio in risposta alla dichiarazione di sovranità popolare del Nagorno
Karabakh, divampa violentissima.
In Azerbaigian comanda in quel periodo il Fronte Popolare, islamico e filo iraniano, mentre la neonata piccola repubblica
del Nagorno Karabakh- Artsakh cerca di difendere disperatamente la propria indipendenza. I combattimenti lungo la linea
di confine orientale sono violentissimi. La città di Askeran, capoluogo regionale, viene conquistata dagli azeri per poi
essere ripresa dagli armeni e difesa con i denti sotto i bombardamenti nemici; a loro volta mitragliamenti colpiscono
Agdam.
La nuova escalation bellica spinge la diplomazia internazionale a cercare una soluzione pacifica. Una tregua entra in
vigore il 20 marzo con il contributo determinante dell’Iran, mentre l’Onu spedisce l’inviato Cyrus Vance già negoziatore
nel conflitto jugoslavo. La Turchia chiede agli Stati Uniti di intervenire ma il Presidente Bush si limita ad un generico
appello affinché cessi lo spargimento di sangue.
L’accoglienza a Vance nel Karabakh è alquanto turbolenta. Pochi istanti prima del suo arrivo a Stepanakert cinque colpi
di mortaio vengono sparati dall’artiglieria azera di stanza a Shushi; gli armeni, in ossequio al cessate il fuoco, non
rispondono. Qualche giorno dopo ad Helsinki delegati delle due repubbliche si incontrano ed accettano l’organizzazione
di una conferenza internazionale di pace sotto il patrocinio del CSCE (Conferenza sulla Sicurezza e Cooperazione in
Europa).
Nella regione, nonostante i buoni propositi internazionali, continua a infuriare la guerra.
Un altro gravissimo episodio avviene il giorno 10 aprile nel villaggio armeno di Maragha dove forze azere fanno
irruzione all’alba, decapitano una cinquantina di abitanti, danno fuoco alle costruzioni e rapiscono un centinaio tra
donne e bambini. A differenza di quanto avvenuto a Khojali un paio di mesi prima la versione dei fatti è univoca e non
è mai stata smentita dall’Azerbaigian che anzi ha esaltato l’eccidio conferendo un’onorificenza al comandante della
milizia azera.
Le forze speciali azere (OMON) entrano nel villaggio armeno di Maragha (Maraga) ubicato sulla linea del fronte alle
prime luci dell’alba spalleggiate, come riferiscono testimoni oculari, da carri armati guidati da soldati russi. Le forze di
resistenza sono numericamente inferiori e la richiesta di soccorso viene lanciata troppo tardi. Dopo alcune ore di
combattimento gli armeni, grazie ai rinforzi nel frattempo sopraggiunti, riescono a rioccupare il villaggio ma si trovano di
fronte ad una carneficina con decine di cadaveri decapitati e mutilati. Alla conclusione del conflitto Maragha si ritroverà in
territorio azero appena oltre la linea di confine.
Shanin Talib Tagiyev, comandante del battaglione azero “Gurtulush” responsabile dell’eccidio, fu insignito il 23 giugno
1992 del titolo di “eroe nazionale” dell’Azerbaigian.
Pagina 1
INIZIATIVA ITALIANA PER IL KARABAKH
Il massacro di Maragha
MARAGHA (O MARAGHAR, MARAGA)
il villaggio di Maragha si trova sul lembo nord orientale del Nagorno Karabakh. Ora è sotto controllo azero, appena oltre
la linea di demarcazione.
La carneficina di Maragha, borgo privo di qualsiasi interesse militare, è annoverata fra le più crudeli commesse dalle
forze azere durante il conflitto che pure vide altre pulizie etniche a Getashen, Mrtunashen, Buzluh, Erkey ed in altri
insediamenti soprattutto nella parte nord della regione.
Secondo Human Right Watch di Helsinki, che raccolse le testimonianze dei sopravvissuti, parte della popolazione del
villaggio aveva abbandonato le proprie case avendo avuto sentore di un possibile attacco nemico. Rimasero solo coloro
che non volevano o potevano muoversi, e coloro deputati alla difesa delle case.
Molti abitanti furono catturati e di loro non si è saputo più nulla. “Amnesty International” riferisce di quarantacinque
civili assassinati.
DICHIARAZIONE DEL PRESIDIUM DEL CONSIGLIO SUPREMO
DELLA REPUBBLICA DEL NAGORNO-KARABAKH
12 APRILE 1992
“l 10 aprile, mentre i rappresentanti della Federazione russa e della Repubblica islamica di Iran erano nella
repubblica del Nagorno-Karabakh in una missione di mediazione, l'Esercito Nazionale dell'Azerbaigian dopo un
incessante lancio di razzi ed un bombardamento di artiglieria ha sferrato un massiccio attacco
con il supporto delle forze corazzate ed occupato una parte del villaggio armeno di Maraga, nella regione
di Martakert. Il nemico è stato respinto da Maraga e oltre il confine del NKR a seguito di una controffensiva
attuata da parte delle Forze di Difesa NKR.
Tutti gli abitanti della parte occupata del paese sono stati brutalmente uccisi, e le loro case saccheggiate e
bruciate. Fino ad oggi, 45 cadaveri, per lo più vecchi e donne sono state identificati.
La leadership azera, motivata da ambizioni politiche, continua operazioni armate su larga scala contro la
Repubblica del Nagorno Karabakh solo per favorire il processo di competizione elettorale.
La pacifica popolazione del villaggio di Maraga è stata barbaramente uccisa, anche se non vi era alcuna
necessità militare per un tale evento. Questo crimine non deve rimanere impunito, e la
leadership della Repubblica dell’Azerbaigian ha la piena responsabilità per le conseguenze di queste azioni.”
“ ERA VERAMENTE COME UN MODERNO GOLGOTA, RIPETUTO TANTE VOLTE”
Questo paradiso è diventato inferno nel 1991. In lotta con l'Armenia per il controllo di questa enclave, l'Azerbaigian ha
iniziato una politica di pulizia etnica degli armeni del Karabakh, e 150.000 armeni furono costretti a combattere per il
diritto di vivere nella loro patria storica. E 'stata una guerra contro ostacoli impossibili: un Azerbaigian forte di sette milioni
di abitanti, aiutato dalla Turchia e, ad un certo punto, da diverse migliaia di mercenari mujaheddin.
Il 10 aprile 1992, le forze provenienti dall’Azerbaigian hanno attaccato il villaggio armeno di Maragha nel nord-est
Karabakh. Gli abitanti del villaggio si svegliarono alle 7 del mattino al suono di pesanti bombardamenti, poi carri armati,
seguiti dalla fanteria, e poi da civili con pick-up per portare a casa i guadagni del saccheggio che sapevano avrebbero
seguito lo sfratto degli abitanti del villaggio.
Soldati azeri tagliarono le teste di quarantacinque abitanti del villaggio, bruciarono altri, presero cento donne ed i
bambini portati via lontani come ostaggi, saccheggiarono e diedero fuoco a tutte le case, e poi se ne andarono con tutti i
guadagni dal saccheggio.
Io, insieme con la mia squadra di Christian Solidarity Worldwide, arrivammo in poche ore e trovammo una casa ancora
fumante, cadaveri decapitati, resti carbonizzati di un uomo, e sopravvissuti in stato di shock. Questo è stato davvero come
un contemporaneo Golgota ripetuto molte volte.
Pagina 2
INIZIATIVA ITALIANA PER IL KARABAKH
Il massacro di Maragha
Ho visitato il vicino ospedale e ho incontrato l'infermiera capo. Alcune ore prima, aveva visto tagliata la testa di suo figlio
fuori, e aveva perso quattordici membri della sua famiglia allargata. Ho pianto con lei: non ci potevano essere parole.
Con il fragile cessate-il-fuoco che ha avuto inizio nel maggio 1994, abbiamo potuto visitare i sopravvissuti della strage di
Maraghar. Impossibilitati a tornare al loro villaggio, che è ancora nelle mani degli azeri, stanno costruendo "New
Maraghar" tra le rovine di un altro paese devastato. Le loro "case" sono gusci vuoti, senza tetti, porte o finestre, ma la loro
priorità era la costruzione di un monumento a coloro che sono morti nel massacro.
Siamo stati accolti con la cerimonia tradizionale armena dei doni del pane e del sale. Poi una dignitosa signora anziana ha
tenuto un discorso di cortese accoglienza, senza alcuna traccia di riferimento alla sofferenza personale. Sembrava così
sereno, che ho pensato che era stata via da quel terribile giorno del massacro. Lei rispose: "Come hai chiesto, ti dirò che i
miei quattro figli sono stati uccisi quella mattina, cercando di difendere noi - ma cosaavrebbero potuto fare con fucili da
caccia contro i carri armati e poi abbiamo visto cose che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: teste che erano
troppo lontani dai loro corpi, le persone squartate in quarti come maiali, ho perso anche mia figlia e suo marito, abbiamo
trovato solo il suo berretto insanguinato Ancora non so cosa sia successo a loro; io ora allevo i loro figli. Ma hanno
dimenticato il sapore del latte, poiché gli azeri presero tutte le nostre mucche".
Come si può rispondere a tale sofferenza e dignità del genere? Dal momento del cessate-il-fuoco, abbiamo intrapreso un
programma di approvvigionamento mucche. Nella nostra ultima visita, abbiamo incontrato questa nonna, e, sorridendo,
disse: "Grazie I nostri figli ora conoscono il sapore del latte.."
Il Nagorno-Karabakh è un luogo dove abbiamo trovato miracoli di grazia. Il giorno del massacro ho chiesto all'infermiera
capo, il cui figlio era stato decapitato, se le avrebbe fatto piacere darmi un messaggio da portare al resto del mondo. Lei
annuì, ed io ho tirato fuori il mio quaderno.
Con grande dignità, ha detto: "Voglio dire, 'Grazie'. Io sono un’ infermiera. Ho visto come i medicinali che hanno portato
hanno salvato molte vite e alleviato molte sofferenze. Voglio solo dire: 'Grazie' a tutti coloro che non ci hanno dimenticato
in questi giorni bui ".
Baronessa Caroline Cox (UK)
la mappa (www.maragha.org)
mostra la collocazione del
villaggio di Maragha che ora si
trova in territorio occupato dagli
azeri. All’interno dei confini della
Repubblica dell’Artsakh è stato
fondato dopo la guerra il
villaggio di Nuova Maragha.
Per saperne di più:
www.maragha.nk.am
www.maragha.org
Pagina 3