Vedomosti http://www.vedomosti.ru/ Pagina 1/3 – Vladimir Putin

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Vedomosti http://www.vedomosti.ru/ Pagina 1/3 – Vladimir Putin
Ambasciata d’Italia a Mosca
Rassegna della stampa russa - Traduzioni
25 giugno 2014
Vedomosti
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Pagina 1/3 – Vladimir Putin come simbolo di tregua
Sommario: La richiesta del Presidente Putin di privarlo del diritto di usare l’esercito in
Ucraina può essere una risposta all’Occidente, che lo minaccia con nuove sanzioni. In
realtà di questo diritto non si priverà
Il Presidente Putin ha inviato la lettera in cui propone di abolire la disposizione del 1 marzo
circa l’impiego dell’Esercito russo in Ucraina al Presidente del Consiglio federale Valentina
Matvienko al fine di normalizzare l’atmosfera e sistemare la situazione nelle regioni
orientali dell’Ucraina nonché alla luce dell’inizio di colloqui trilaterali, ha fatto sapere il
portavoce del Presidente Dmitry Peskov.
Alle trattative con partecipazione ucraina e dell’OSCE la Russia è rappresentata
dall’Ambasciatore a Kiev Mikhail Zurabov, lunedì dopo le consultazioni con i
rappresentanti delle repubbliche autoproclamate di Lugansk e Donetsk nonché con il
leader del movimento Scelta ucraina Viktor Medvedchuk i separatisti hanno annunciato la
cessazione temporanea del fuoco. I militari ucraini hanno proclamato la tregua dal 20 al 27
giugno su ordine del Presidente Petro Poroshenko.
In marzo i senatori avevano considerato la presenza di una minaccia per i russi che si
trovavano nel territorio della Crimea e Sebastopoli, ha detto a Interfax il presidente del
comitato per la Difesa del Consiglio federale Viktor Ozerov, ora questa minaccia non c’è
più. I senatori esamineranno oggi la proposta del Presidente e la sosterranno, poiché in
Ucraina si sono svolte le elezioni presidenziali ed è scattato il processo di trattative, ha
detto il membro del Consiglio federale Andrey Klimov.
Il Presidente Poroshenko, ha fatto sapere il suo servizio stampa, ha valutato l’appello di
Putin come il primo passo pratico nella sistemazione della situazione – dopo che ha
ufficialmente appoggiato il piano pacifico.
Erano stati i politici occidentali a chiedere a Putin di appoggiare il piano pacifico e fare
immediatamente dei passi concreti.
Lunedì nel primo colloquio telefonico da aprile a questa parte con Putin il Presidente
americano Barack Obama ha avvertito che se la Russia non farà pressione sui separatisti
costringendoli a riconoscere e a osservare il regime del cessare il fuoco e non fermerà le
forniture di armi e di mezzi attraverso il confine, gli USA e i loro alleati introdurranno
sanzioni aggiuntive.
La Cancelliera della Germania, Angela Merkel, lo stesso giorno ha dichiarato che la
Russia potrebbe affrontare ampie sanzioni economiche già dopo il vertice dell’Unione
Europea che avrà luogo giovedì e venerdì, ha fatto sapere Bloomberg. Il nuovo pacchetto
di sanzioni sarebbe stato molto più ampio di quelle vigenti che hanno interessato soltanto
alcuni funzionari, hanno detto a Vedomosti i rappresentanti dell’Ue.
Sabato Putin ha espresso il sostegno al piano del Presidente ucraino invitando tutte le
parti a iniziare le trattative. Il Presidente non ha consultato il blocco economico del
Governo prendendo la decisione del possibile intervento armato, e non lo ha consultato
prendendo la decisione sulla de-escalation del conflitto, spiega un collaboratore
dell’apparato del Governo. Difficilmente si può parlare di un qualche serio effetto
economico dell’appello al Consiglio federale per non intervenire con le truppe, ritiene
l’interlocutore di Vedomosti: è probabile un piccolo rafforzamento del rublo e una crescita
poco significativa del mercato fondiario. I problemi strutturali però, che sono poi quelli che
fermano la crescita economica russa, sono sempre lì, rileva lui.
È ancora presto per dire se la decisione di Putin diminuisce o meno la probabilità di
introduzione di nuove sanzioni, ha detto a Vedomosti un funzionario europeo: dalla Russia
ci si aspetta un sostegno pratico del piano pacifico di Poroshenko, che ha 15 punti e come
uno di quelli cruciali ha la cessazione del passaggio attraverso il confine di militari e degli
spostamenti di armi.
È molto probabile che la decisione di Putin abbia più di un motivo, le minacce di leader
europei è uno di questi, non è la prima volta che la parte russa fa manovre mirate a evitare
sanzioni, dice l’esperto del Centro Carnegie Maria Lipman. Stavolta Putin ha fatto un
passo forte e simbolico, più forte per esempio dell’appello di maggio in cui chiedeva di
rinviare il referendum, ritiene lei, però questa decisione non significa l’inizio della
pacificazione e dell’uscita dal conflitto: è una questione troppo seria per l’Europa.
Nell’ultimo mese Putin ha fatto diversi passi mirati a diminuire la tensione in Ucraina,
ricorda il politologo Aleksey Makarkin: ha invitato i separatisti a rinviare il referendum,
definito le elezioni presidenziali in Ucraina un passo nella direzione giusta, a un giorno
dall’inaugurazione Poroshenko lo ha incontrato in Normandia, e per partecipare alla
cerimonia ha riportato l’Ambasciatore russo a Kiev. L’economia ha avuto un peso minimo
nella decisione che Putin ha preso ieri, ritiene lui: ha pesato il fatto che nei territori
separatisti il livello di sostegno all’idea dello stacco dall’Ucraina sta diminuendo. È
indicativa la calma dei media ufficiali russi con cui hanno reagito al ripristino del controllo
dei militari ucraini su Mariupol, fa notare Makarkin.
La decisione di Putin di rinunciare al diritto di intervenire con le truppe è giusta, contribuirà
alla diminuzione del grado di tensione, la Repubblica di Donetsk ha formato il proprio
esercito ed è in grado di difendersi da sola, dalla Russia urge l’aiuto di carattere non tanto
militare quanto tecnologico e di mediazione, si dice nei commenti del “primo vice premier”
della repubblica autopromossa di Donetsk Andrey Purgin. Il presidente del parlamento
della repubblica autopromossa di Donetsk, Aleksey Karyakin, ha espresso il proprio
rammarico per la decisione di Putin dichiarando che la repubblica ce la farà da sola.
I rappresentanti del Ministero della Difesa russo non hanno commentato la notizia della
revoca della disposizione. Stando al colonnello in pensione Viktor Murakhovky, è una
decisione politica, che deve stimolare il processo di sistemazione politica, però
difficilmente possa portare al ritiro delle truppe russe dal confine ucraino. Se i
combattimenti in Ucraina prenderanno un carattere pericoloso, niente impedirà di
riapprovare la disposizione del Consiglio federale circa il permesso all’utilizzo di truppe,
dice l’esperto. Secondo una persona vicina al Ministero della Difesa, lo spostamento di
reparti verso il confine è quasi cessato, eccezion fatta per alcuni reparti di
approvvigionamento. Non ci sono state però disposizioni di riportare indietro le truppe.
Pure se la richiesta di Putin sarà soddisfatta dal Consiglio federale, ciò non toglierà al
Presidente il diritto di intervenire con le truppe in Ucraina: nel dicembre 2009 l’allora
Presidente Dmitry Medvedev ha ottenuto dal Consiglio il diritto a tempo indeterminato di
utilizzare le forze armate all’estero.
Quel permesso non è stato abolito formalmente ma la sua abolizione non era necessaria,
dice il vice presidente del comitato del Consiglio federale per la legislazione costituzionale
e l’edificazione dello Stato Konstantin Dobrynin, ora la situazione è principalmente diversa.
La Costituzione russa non prevede una procedura speciale per abolire la decisione che dà
al Presidente il diritto di introdurre l’esercito in altri Paesi, l’unico significato possibile
dell’abolizione di tale permesso è l’eliminazione delle condizioni che avevano contribuito
alla sua approvazione: finalmente sta partendo il tanto atteso processo di dialogo in
Ucraina, spiega Dobrynin: la disposizione del Consiglio federale ha estinto la propria
risorsa di diritto e va abolita pubblicamente.
Secondo una persona vicina al Ministero della Difesa, il permesso di utilizzo operativo di
truppe, avuto da Medvedev nel 2009, continua indubbiamente a vigere. Era stato
approvato affinché l’ordine di utilizzare l'esercito potesse essere dato nelle condizioni, per
esempio, di un attacco missilistico-nucleare alla Russia, quando è impossibile avere una
sanzione del Parlamento. Quel permesso sarà attivo anche nel caso i combattimenti
nell’Ucraina Orientale dovessero passare sul territorio russo o minacciare la vita dei civili
da entrambe le parti del confine, ritiene l’interlocutore di Vedomosti.
Autore: P. Khimshiashvili, A. Nikolsky, A. Kornya, M. Tovkaylo
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Traduzione: Lev Kats
Kommersant
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Pagina 3 – La sicurezza nazionale garantita dalla proprieta’ – Il Presidente ha
presentato alla Duma emendamenti che allargano il numero dei funzionari statali a cui
viene proibito di possedere conti e attivi all’estero. Si tratta in particolare di quei funzionari
che partecipano al processo decisionale su questioni che riguardano la sovranità e la
sicurezza nazionale della Russia
Il divieto di possedere attivi all’estero, approvato nel 2013, ai sensi della parte 1 dell'art.
7.1 legge "Sulla lotta alla corruzione", viene applicato ora solo nei confronti di coloro che
rivestono incarichi dirigenziali negli organi dell’esecutivo, alla Procura, alla Banca
Centrale, in imprese di proprietà statale, nei comuni, e anche i deputati. Gli emendamenti
sono atti a estendere le restrizioni alle persone che hanno “incarichi di servizio statale,
incarichi presso la Banca Centrale, in imprese di proprietà statale, in fondazioni e altre
organizzazioni, istituite nella Federazione Russa in base alle leggi federali russe", così
come incarichi che "prevedono la partecipazione alla preparazione di decisioni che
riguardano questioni di sovranità e sicurezza nazionale della Federazione russa". La lista
di tali incarichi sarà determinata dalle decisioni degli organi statali, dei soggetti della
Federazione Russa, dalla Banca Centrale, dalle imprese di proprietà statale, ecc. Come
ha spiegato Dmitry Vyatkin, "nel disegno di legge si parla di organizzazioni che svolgono
compiti specifici legati alla sicurezza e alla sovranità del Paese." Il deputato ha rifiutato di
portare esempi di tali organizzazioni, dicendo che saranno comunicate più tardi, in un atto
normativo separato dopo l'adozione della legge.
In che modo le banche estere possono perdere clienti, quali aziende pubbliche e
strategiche.
Secondo i dati di Kommersant, il 23 giugno il governo potrebbe vietare alle aziende
pubbliche e a molte aziende private di avere conti in banche estere e in piccole banche
russe. I rispettivi rigorosi emendamenti alle leggi sono stati preparati dal Ministero delle
Finanze.
Nel documento si precisano inoltre le eventuali sanzioni per reati di corruzione nei
confronti di collaboratori del Ministero degli interni. In caso di “violazione di poca
importanza” sarà applicata una sanzione in forma di nota o richiamo. Gli emendamenti
specificano inoltre che, se nel corso di un anno dalla sanzione, per esempio un
collaboratore del Ministero degli Interni non avrà ricevuto sanzioni disciplinari, sarà
considerato privo di sanzioni. Inoltre, per i collaboratori del Ministero degli interni è previsto
anche il licenziamento "causa perdita di fiducia" - per la mancata risoluzione dei conflitti di
interessi, la mancata presentazione, o presentazione incompleta di informazioni nella
dichiarazione dei redditi, partecipazione nella gestione di una struttura commerciale,
partecipazione negli organi dell’amministrazione di ONG straniere operanti in Russia e loro
filiali, per la violazione del divieto di possedere conti all’estero. Il licenziamento spetterà
anche al capo, che sia a conoscenza del conflitto di interessi di un suo subordinato.
Per quanto riguarda l'introduzione della perdita di fiducia come motivo per il licenziamento
di collaboratori del Ministero degli interni, in questo caso la legge è conformata alla
legislazione anti-corruzione, ha detto il vice presidente della commissione anticorruzione
della Duma, Alexander Hinstein ("Russia Unita"): "E’ giusto, perché’ i collaboratori del
ministero dell'Interno sono tenuti a dichiarare le loro proprietà, ma il meccanismo della
responsabilità non è ben regolato". Secondo Hinstein, la nuova regola non spinge alla
corruzione e a sbarazzarsi di persone “indesiderate” nella polizia, in quanto la perdita di
fiducia in questa legge "non è una cosa ampia, ma è ben definita". "Era ora!", dice il
membro della Commissione sulla sicurezza e lotta alla corruzione, Boris Reznik ("Russia
Unita"). L’incarico obbliga queste persone a non avvicinarsi a situazioni in cui essi
possono essere sospettati di corruzione. E’ difficile immaginare una situazione in cui un
poliziotto inglese possiede conti in banche russe, anche se in Russia ci sono tutte le
possibilità per avere tali conti e vivere bene".
Gli emendamenti prevedono anche che il pubblico ministero si rivolga al tribunale arbitrale
rivendicando la "proprietà comunale e statale da un possesso illegale". Anche in
precedenza i pubblici ministeri potevano rivolgersi ai tribunali ordinari per questioni di lotta
alla corruzione, come, ad esempio, l’arricchimento illecito di funzionari e deputati, spiega
Alexander Hinstein. Tuttavia, "si è discusso a lungo sulla necessità di dare al pubblico
ministero il diritto di rivolgersi anche ai tribunali arbitrali". Questo diritto è necessario,
soprattutto se stiamo parlando della necessità di confiscare i beni di persone giuridiche (se
sono ad esempio registrate a loro proprietà statali o municipali). In questo caso però il
pubblico ministero deve provare alla corte "il fatto del possesso illegale: per esempio,
richiedere la cancellazione della transazione con cui la proprietà è stata passata di
proprietà, o provare l'illegittimità della privatizzazione della proprietà statale," spiega il copresidente dell'associazione di imprese "Business Russia" Andrei Nazarov.