La pesca in bergamasca

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La pesca in bergamasca
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L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 12 OTTOBRE 2014
Provincia
«Punto nascita da salvare»
Ma la protesta non decolla
San Giovanni Bianco: sindaci e Comunità montana ribadiscono il no alla chiusura, ma la protesta
forte non c’è. Il convegno finisce con un brindisi
A pagina 41
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«La pesca muore
nel lago dei divieti»
Sul Sebino la fame
unisce i «pescadùr»
Gli ultimi professionisti lanciano insieme l’allarme
Inquinamento, bracconaggio e calendari ridotti
«E adesso fan saltare anche la nostra tredicesima»
Sebino
CLAUDIA MANGILI
In un mare di divieti muore la pesca sul Sebino. Muore perché il
lago è inquinato, perché i bracconieri se ne fregano dei divieti e fan
man bassa lasciando gli altri a reti
vuote. Muore perché ci sono troppi divieti, muore perché ogni volta
che le Province decidono un nuovo calendario c’è da mettersi le
mani nei capelli. E muore perché
adesso le Asl di Bergamo e Brescia
hanno deciso che è tempo di recepire una normativa calata da Roma. Da anni stabilisce che per questioni di salute, di igiene e di qualcos’altro che fa scuotere la testa ai
pescatori, non si possono «seminare» in un lago i pesci nati in un
altro. Da anni si deroga, che vuol
dire si chiude un occhio e anche
l’altro. Ma adesso è finita e su un
pezzo di storia millenaria del Sebino è calata un’altra scure: non si
potranno più prendere le uova dei
pesci del lago d’Iseo e portarli a
schiudere nell’incubatoio di Desenzano sul Garda per poi riportare i piccolini «a casa» e farli crescere qui. E siccome la «culla» che
dovrebbe nascere sul lago d’Iseo
- a Clusane - è impantanata nelle
secche dei Tar e degli uffici legali,
quest’anno salta anche quello che
i pescatori chiamano «il panettone di Natale»: sette giorni più o
meno in cui loro - e solo loro - pos-
sono andare a caccia di coregoni
- uno dei pesci più prelibati e dunque ricercati - durante il periodo
di divieto di pesca in corrispondenza della «frega», quando i lavarelli salgono dagli alti fondali per
andare a riva a deporre le uova. È
in quei pochi giorni che si fa bottino, perché i pescatori sono autorizzati a catturare i coregoni,
Vietato portare le
uova dei coregoni sul
Garda: così il nostro
lago si svuoterà
Lettera alle
istituzioni per dire
basta ai divieti
di pesca
«spremerli» per raccogliere le uova da consegnare alle guardie dirette sul Garda, ma poi tenersi il
pesce. Quest’anno quei pochi giorninoncisaranno.Diconseguenza,
niente «panettone», la tredicesima dei pescatori. Di conseguenza,
probabilmente per la prima volta
nella millenaria storia della pesca
sul Sebino, gli ultimi sopravvissuti, quelli che lo stipendio per man-
tenere la famiglia l’hanno sempre
cercato ogni giorno dentro le reti,
si sono radunati a Clusane per decidere come affrontare il futuro,
come cercare di resistere e cosa
fare per far capire negli uffici dove
si decide che qui si rischia la fame.
«Si rischia di andare tutti a casa»
dice Natale Marini, 76 anni. Qualche settimana fa in Regione - dov’è
rappresentante dei sebini nella
Consultadellapesca-l’hannopremiato con un attestato per «la lunga e straordinaria attività di pescatore da 62 anni. Nonostante questo, fagliela capire tu che legiferare
da lontano non salverà né i pesci
né tantomeno i pescatori...
«All’inizio di quest’anno – racconta – il nuovo calendario ittico
ha allungato di parecchio i periodi
in cui è vietato pescare alcune specie: il luccio da uno a due mesi, il
persico da uno a uno e mezzo,
idem la tinca. Le alborelle non si
può fino al 2017 e fa niente se c’è
pieno di bracconieri... Così si ammazza la pesca. Perché allungando i divieti si “accavallano” le reti
e non possiamo gettarle nemmeno per prendere altre specie perché si rischia che ci finiscano dentro anche quelle vietate in quel
periodo.Noncisicapiscepiùniente. E adesso ci fanno saltare anche
il “panettone”. Noi nei giorni di
deroga al divieto di pesca del coregone, qui a dicembre quando li
possiamo prendere per mandare
Dall’Europa al lago d’Endine
per la Maratona della carpa
Endine
Il lago d’Endine, ogni anno meta di
tantissimi appassionati che arrivano
per pescare le carpe accampandosi
nelle postazioni sparse sul litorale
lacustre, si conferma uno degli specchi d’acqua più quotati per questo
particolare tipo di pesca sportiva.
Sono arrivati infatti da tutta
Italia – ma anche da Belgio e
Olanda – i pescatori che stanno
partecipando questo fine setti-
In gara 32 coppie,
ma per partecipare
sono piovute
1.200 domande
mana alla 18a Maratona internazionale benefica di carp
fishing, manifestazione non
competitiva, organizzata dal
Team Carp fishing Rudiano 55
e dal Carp fishing Endine 139,
sedi periferiche di Carp fishing
Italia.
Ammesse alla sfida 32 coppie di pescatori (a fronte di
oltre 1.200 domande di partecipazione arrivate via sms agli
organizzatori) che giovedì si
Il gruppo dei pescatori professionisti
del lago d’Iseo che si sono riuniti per
protestare contro gli ultimi divieti
le uova sul Garda, facciamo un bel
bottino. Ma da quest’anno non si
potrà più. E cosa succederà? Che
noi rimarremo senza “tredicesima” e che il lago pian piano si spopolerà anche di coregoni. Perché
ormai non basta certo la riproduzione naturale: senza le semine di
avannotti nel Sebino resterà poco
o niente. E noi? E le nostre famiglie? E i giovani che si stanno affacciando a questa professione antica, faticosa, bellissima?».
Così i pescatori uniti hanno cominciato la riscossa. Prima cosa,
dopo la riunione, una lettera alle
istituzioni per dire che nelle reti
vuote annega la pesca, annega il
lago e muore una tradizione che
è una delle identità di un paese, di
un territorio, di un mondo. 1
Natale Marini su un naèt nel porticciolo di Clusane d’Iseo
sono date appuntamento alla
Casa del pescatore di Monasterolo del Castello, cuore della
manifestazione che si concluderà oggi a mezzogiorno con le
autorità locali. A vincere la
Maratona sarà la coppia che
catturerà la carpa di maggior
peso (big fish).
Una ventina di postazioni
Anno dopo anno il lago d’Endine è diventato sempre più attraente per i pescatori di carpe
italiani e anche stranieri. Oltre
all’appuntamento con la Maratona, infatti, il lago ha progressivamente migliorato le attrezzature e i servizi per accogliere
gli appassionati: ci sono una
ventina di postazioni fisse dove
i pescatori possono accamparsi
Pescatori a Monasterolo
©RIPRODUZIONE RISERVATA
tutto l’anno (eccetto nei periodi di stop alla pesca) per pescare le carpe, prenotando al Punto unico attendamento (Puca)
allestito alla Casa del pescatore di Monasterolo, ristorantearea pic nic della Provincia
gestito dalla cooperativa
«L’Innesto» di Gaverina.
Il Punto unico attendamento è nato nel 2012, quando i
quattro comuni che si affacciano sullo specchio d’acqua (Endine Gaiano, Monasterolo del
Castello, Ranzanico e Spinone
al Lago) hanno adottato un
regolamento unico per l'attendamento su tutto il litorale con
l’obiettivo di fornire regole
uniformi e semplici per tutti gli
appassionati che frequentano
il lago. 1
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L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 12 OTTOBRE 2014
Dalmine, parcheggio a rischio
Sale la paura tra i pendolari
Anziana travolta da un’auto
«Quella strada è pericolosa»
Sotto accusa l’area di sosta vicino all’autostrada.
La denuncia di un lettore: sporcizia e poca illuminazione, serve un intervento contro il degrado
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Ricoverata con fratture la donna di 78 anni investita
venerdì a Canonica d’Adda. I residenti protestano:
«Servono subito misure contro la velocità»
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A Endine la culla delle alborelle
E dei lucci per annientare i siluri
L’incubatoio ittico ripopolerà il lago d’Iseo delle «òe» ora vietate
Ma ai pescatori professionisti non basta: ne serve uno sul Sebino
Endine
GIUSEPPE ARRIGHETTI
Danilo Baiguini
E la lenza bergamasca
«Tanta preoccupazione»
Quest’anno dunque la semina nel
Sebino dei coregoni allevati a Desenzano non si può più fare: la notizia ha stoppato tutte le fasi preparatorie alla semina vera e propria,
normalmente in programma nel
mese di febbraio. I riproduttori
venivano invece catturati nella
prima parte del mese di dicembre,
le loro uova portate nell’incubatoio dove rimanevano per 30/45
giorni. «Quest’anno tutto questo
non accadrà – commenta mesto
Danilo Baiguini, uno degli ultimi
pescatori professionisti della provincia di Bergamo – e sinceramente sono molto preoccupato. Già il
maltempo ha segnato la nostra attività quest’estate, l’annata è stata
decisamente negativa, ma ora si
mettono di mezzo anche le normative e i regolamenti... Se si smette
di seminare i coregoni, nel giro di
due o tre anni al massimo la loro
popolazione diminuirà drasticamente».
«Ma la Provincia di Bergamo anziché investire 100 mila euro per
l’incubatoio ittico in costruzione
a Endine Gaiano non poteva fare
qualcosa di più per il Sebino?». È
questa la domanda che guizza come un’anguilla fra i pescatori del
lago d’Iseo. Ma l’ufficio Pesca dell’ente provinciale invita tutti a superare la delusione del momento,
provocata dalle brutte notizie arrivate da Clusane di Iseo e da Desenzano e a considerare la questione in maniera più globale.
Anzitutto, a Endine Gaiano,
nei pressi del campo sportivo comunale sta sorgendo il primo incubatoio ittico bergamasco dedicato all’allevamento del luccio,
pesce che nel lago di Endine da
anni è in sofferenza per l’ingombrante presenza del siluro. Ma il
luccio è un anello determinante
nella catena alimentare dei pesci:
è un predatore ed è l’unico naturale antagonista del siluro.
«Per eliminare questa specie
dannosa per l’ecosistema – spiegano i tecnici di Via Tasso – negli
ultimi due anni abbiamo prelevato 35 quintali di siluri, ma questo
non basta. Ecco perché si è deciso
di costruire una struttura per l’allevamento dei lucci: dall’incubatoio ne usciranno, ogni anno, 50
mila giovani esemplari pronti per
essere rilasciati nel lago di Endine, dove andranno a mangiare lo
stesso cibo del siluro e quindi ci
aiuteranno a contenerlo».
Il luccio, al pari dei coregoni di
Desenzano, non potrà essere rilasciato nel Sebino. «E questo non
dipende da noi – aggiungono i
tecnici della Provincia – ma da
una disposizione comunitaria
emanata per prevenire due patologie dei pesci: necrosi ematopoietica infettiva e setticemia emor-
In arrivo nel lago d’Endine il primo incubatoio ittico bergamasco
Fermo per ricorsi
al Tar l’impianto
previsto
a Clusane d’Iseo
I predatori «buoni»
sono gli unici in grado
di contrastare
quelli «cattivi»
ragica virale. Un decreto legislativo del 2008 ha recepito questa
direttiva comunitaria e fino a quest’anno erano state concesse delle
deroghe, ma ora non è più possibile. Se un lago non è riconosciuto
indenne, il pesce oggetto di riproduzione artificiale deve essere
prodotto in aziende all’interno
del bacino e deve essere reimmesso nello stesso. Per ottenere la
possibilità di “esportare” il coregone da Desenzano o il luccio da
Endine anche sul Sebino bisogna
ottenere l’indennità sanitaria dei
due incubatoi e soprattutto dei
laghi di Garda e di Endine: sono
passaggi lunghi, che necessitano
di periodici prelievi e campionamenti di materiale al fine di verificare l’assenza delle due malattie».
Diversa è invece la situazione
Cattura da record per Lorenzo e papà
All’amo due lucci di oltre un metro
Endine
Lucci così non se ne vedevano da tempo
sul lago di Endine: nei giorni scorsi Gerardo Frigerio e il figlio Lorenzo, 10 anni appena, di Sovere, sono stati protagonisti
di una cattura eccezionale.
Un esemplare catturato ieri, la manifestazione chiude oggi FOTO TARZIA
Abituati a pescare nello specchio
d’acqua della Val Cavallina, non
credevano ai loro occhi quando
alle loro lenze hanno abboccato
due esemplari di luccio davvero
notevoli. Il più grande era lungo
135 centimetri e pesava quasi dieci
chili (per la precisione: 9,250 chi-
Gerardo Frigerio
Lorenzo Frigerio, 10 anni
per le specie allevate in aree o
aziende riconosciute indenni (è
il caso degli allevamenti di trota
che forniscono materiale per semine o gare di pesca): queste ultime possono essere immesse in
tutte le acque senza problemi.
Per quanto riguarda l’aspetto
economico («Non poteva la Provincia di Bergamo mettere una
parte di quei centomila euro anche per il Sebino?») occorre chiarire due altri aspetti. Il primo è
che chi finanzia l’opera non è la
Provincia, che è solo uno degli
enti coinvolti dalla Comunità
montana dei laghi (capofila dell’intervento) la quale ha ottenuto
finanziamenti anche dalla Fondazione Cariplo, dall’Autorità di Bacino e dalla Fondazione istituti
educativi. La Provincia, per parte
sua, ha invece sottoscritto il protocollo di intesa che la porterà a
cofinanziare il nuovo incubatoio
di Clusane di Iseo, ma sull’altra
sponda del Sebino ci sono due
problemi che frenano questa opera: il ricorso al Tar dei residenti
che confinano con l’area verde
destinata ad accogliere l’incubatoio e la richiesta di approfondimenti tecnici sul progetto da parte della Sovrintendenza ai beni
archeologici di Milano che vuole
essere sicura che là sotto non ci
siano palafitte o altri insediamenti preistorici.
Insomma, la Provincia di Bergamo investendo a Endine non ha
tolto nulla al Sebino. E anzi, un
elemento da non dimenticare, riguarda l’altra specie che verrà allevata nell’incubatoio della Val
Cavallina: oltre al luccio saranno
allevate uova di alborelle. Essendo queste della famiglia dei ciprinidi, potranno essere portate anche nel Sebino. E forse il divieto
di pescarle (valido fino al 2017)
non verrà più rinnovato. 1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
li), mentre quello «piccolo» era
lungo 101 centimetri e pesava 3,9
chilogrammi.
«Entrambi i pesci – spiega Gerardo Frigerio – sono stati catturati con esche artificiali e immediatamente rilasciati vivi, dopo la foto
di rito, secondo lo spirito della pesca “catch and release”». La doppia cattura di lucci così grandi nel
lago di Endine non è una novità
assoluta, ma rappresenta certamente un fatto inconsueto: esemplari di dieci chili sono sempre più
rari perché il luccio patisce la presenza del pesce siluro. Per tutelarli, la Provincia di Bergamo, nelle
regole del calendario ittico del
2014, aveva modificato la misura
minima per la cattura da 60 a 70
centimetri. 1
G. Ar.