La diagnosi energetica nella normativa e nella pratica
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La diagnosi energetica nella normativa e nella pratica
Da: articolo per News di Upgrading Services - 7 settembre 2011 Autore: Francesco Marghella La diagnosi energetica nella normativa e nella pratica Esiste un mercato, quello dell’efficienza energetica, che riscuote un interesse crescente da parte delle istituzioni e degli operatori e che attira su di sé fondate speranze di novità per il futuro energetico mondiale. Su di esso si è 1 puntato, a livello di Unione Europea, come obiettivo per lo sviluppo sostenibile al 2020 . In Italia, per favorirne la vitalità, è attivo dal 2005 il sistema dei Certificati bianchi (o Titoli di Efficienza Energetica), che attestano i risparmi energetici ottenuti tramite misure di varia natura. Tali interventi sono verificati dall’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, che assegna un numero di titoli proporzionale ai risultati di risparmio ottenuti. I certificati sono negoziabili. Il Governo fissa, allora, la quantità annuale di energia primaria da risparmiare, che 2 costituisce l’obiettivo di efficientamento da conseguire. Tale obiettivo è noto fino all’anno 2012 , dopodiché, per conoscere le quantità di risparmio obbligatorie per gli anni successivi, occorre attendere relativa decretazione. Ciò che si sa è che l’Europa ha stabilito essere il 9% la quota minima di risparmio, rispetto alla media dei consumi energetici 2002-06, da raggiungere entro il 2016, e che quindi gli obiettivi non possono che essere, annualmente, sempre più ambiziosi. La possibilità per le ESCo 3 di accreditarsi per partecipare al mercato come fornitrici di servizi energetici e ottenere l’emissione dei Titoli di Efficienza Energetica ha creato ex novo un settore destinato per volontà di legge ad espandersi. Esso è formato da aziende specializzate nella riqualificazione energetica, capaci di individuare le inefficienze e proporre interventi correttivi in tutti i rami di attività, dall’edificio residenziale al grande stabilimento industriale. La diagnosi energetica, o audit energetico, è il passaggio iniziale ed essenziale per arrivare a migliorare la prestazione energetica di una struttura complessa. Un’indagine su processi, impianti e comportamenti, sulla base della quale è possibile definire lo stato di fatto e pianificare gli interventi. La diagnosi può essere svolta direttamente dalla ESCo incaricata dell’esecuzione dei lavori di efficientamento o da un soggetto terzo. Gli attori, i ruoli e gli strumenti del mercato dell’efficienza energetica appena descritti sono stati istituzionalizzati 4 5 attraverso il D. Lgs. 115/2008 , di recepimento della Direttiva 2006/32/CE . Secondo il loro dettato normativo, le ESCo forniscono servizi energetici 1 6 o altre misure di miglioramento dell’efficienza energetica, accettando un certo Obiettivo non vincolante del pacchetto di misure per l’energia e il clima varato dalla Commissione Europea. È previsto un risparmio di energia primaria del 20% rispetto alla proiezione tendenziale al 2020. 2 Si veda il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 21 Dicembre 2007. 3 Energy Service Companies. 4 Modificato dal Decreto Legislativo 29 marzo 2010, n.56. 5 Direttiva 2006/32/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 aprile 2006 concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva 93/76/CEE del Consiglio. 6 Art. 2, c. 1, lett. e del Decreto Legislativo del 30 maggio 2008, n. 115. «Servizio energetico»: la prestazione materiale, l'utilità o il vantaggio derivante dalla combinazione di energia con tecnologie ovvero con operazioni che utilizzano efficacemente l'energia, che possono includere le attività di gestione, di manutenzione e di controllo necessarie alla prestazione del servizio, la cui fornitura e' effettuata sulla base di un contratto e 1 25 luglio 2012 rischio finanziario, poiché il pagamento della prestazione offerta si basa, almeno parzialmente, sui risparmi energetici effettivamente conseguiti. La «diagnosi energetica» viene definita come la procedura sistematica volta a fornire un'adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività o impianto industriale o di servizi pubblici o privati, ad individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e riferire 7 in merito ai risultati. Ma il testo del decreto aggiunge ulteriori informazioni sull’uso della diagnosi energetica. Innanzitutto incarica l’Unità Tecnica Efficienza Energetica dell’ENEA (vedi scheda alla fine del documento) di assicurare la disponibilità di sistemi di diagnosi a tutti i consumatori finali, anche se tale prescrizione non sembra essere stata rispettata, almeno cercando traccia di questi sistemi nel sito internet dell’istituto. Di fatto, un riferimento riconosciuto, di fonte istituzionale e autorevole, che delinei almeno gli aspetti generali della diagnosi energetica, ancora non è stato diffuso. Si ricordi anche che essa è stata resa obbligatoria per le 8 amministrazioni pubbliche nel caso di interventi di ristrutturazione degli impianti termici o di ristrutturazioni edilizie su edifici pubblici o ad uso pubblico. D’altra parte, alcune organizzazioni hanno già definito delle linee guida di condotta per svolgere attività di auditing energetico. Che, del resto, non nasce oggi. Esiste già una folta letteratura, di origine perlopiù anglosassone, che, dalla fine degli anni novanta, ha iniziato ad affrontare il tema, ponendo le basi per garantire organicità e indipendenza al settore. Il manuale GREEN ENERGY AUDIT di 9 Giuliano Dall’Ò , professore di Fisica Tecnica Ambientale al Politecnico di Milano, nonché coordinatore del Gruppo di lavoro sull’efficienza energetica del Kyoto Club, si pone come obiettivo proprio quello di trasferire alla realtà italiana i frutti delle ricerche e delle applicazioni avviate in ambito internazionale: quali siano le metodologie da seguire, gli strumenti da utilizzare, le pratiche da svolgere per ottenere da un audit, in modo efficace ed efficiente, le informazioni necessarie al raggiungimento del suo scopo, ovvero l’individuazione delle misure di riqualificazione energetica e la loro applicazione. Dedicato specificamente al contesto civile, per edifici residenziali o destinati ad attività commerciali e nel terziario, il manuale amplia il concetto di audit energetico, arricchendone il significato attraverso la parola “green”, che attesta come, in un senso di sostenibilità ambientale avanzato e completo, l’oggetto dello studio non sia solo l’energia, ma tutte le risorse che vengono utilizzate dal sistema, a partire dall’acqua, o che possono essere usate, come il sole, il vento, il terreno, le piante. In tal senso si arriva a due opzioni per attenuare l’impronta ecologica dell’edificio. Da una parte, la riduzione del consumo di risorse; dall’altra, la loro sostituzione con le risorse rinnovabili. Lo schema proposto non ha la pretesa di assurgere a punto di riferimento unico, né gli si poteva attribuire un tale ruolo. La raccolta di informazioni tecniche e pratiche e l’ordine metodologico seguito, tuttavia, ne fanno certamente una guida utile nella preparazione ed espletamento dell’attività di diagnosi. Con il vantaggio di due importanti addizioni. Un’attenzione particolare riservata all’uso di strumenti informatici e della risorsa web ed una parte dedicata alle certificazioni ambientali, che rappresentano il coronamento ideale per un intervento di riqualificazione ben riuscito, anche in termini di valore reale dell’edificio. che in circostanze normali ha dimostrato di portare a miglioramenti dell'efficienza energetica e a risparmi energetici primari verificabili e misurabili o stimabili. 7 Art. 2, c. 1, lett. n del Decreto Legislativo del 30 maggio 2008, n. 115. 8 Che riguardino almeno il 15% della superficie esterna dell'involucro edilizio racchiudente il volume lordo riscaldato (art. 13, c. 1, lett. b del Decreto Legislativo del 30 maggio 2008, n. 115). Gli obblighi ricadono sull’amministrazione pubblica proprietaria o utilizzatrice dell’immobile (art. 12, c. 2). 9 G. DALL’Ò, Green Energy Audit. Manuale operativo per la diagnosi energetica e ambientale degli edifici, collana “Manuali di progettazione sostenibile” diretta da F.M. Butera, Milano, Edizioni Ambiente, 2011, pp. 639. 2 25 luglio 2012 Per restare in argomento certificazioni e standard internazionali, la stessa Direttiva 2006/32/CE ha sollecitato la creazione di una normativa tecnica al fine di elevare la competenza, l’obiettività e l’attendibilità sia dei fornitori di servizi energetici sia degli auditor. Il Governo Italiano, con il D. Lgs. 115/2008, ha fatto propria l’idea richiedendo che con decreto ministeriale possano essere approvate le norme tecniche per la certificazione volontaria delle ESCo e la certificazione per i sistemi di gestione energia e le diagnosi energetiche. Queste norme sono, in parte, già state emanate e inserite nel Gruppo Gestione Energia UNI-CEI, di cui si ha un quadro nella successiva tabella. Manca 10 all’appello proprio lo standard per le diagnosi energetiche, su cui il CENELEC sta ancora lavorando. Nel momento in cui sarà attivato, gli auditor avranno a disposizione uno strumento in più, con il quale confrontare il proprio operato ed assicurare l’utente della sua qualità. Tabella 1. NORMATIVA TECNICA UNI-CEI - Gruppo Gestione Energia Norma numero Titolo Entrata in vigore UNI-CEI EN 16001:2009 Sistemi di gestione dell’energia 08/06/2009 UNI CEI 11339:2009 Esperti in gestione dell’energia 10/12/2009 UNI-CEI 11352:2010 Società che forniscono servizi energetici (ESCO) 08/04/2010 ? Diagnosi energetiche ? Il Green Energy Audit L’adozione di una prassi riconosciuta a livello di mercato ha una grande valenza, che emerge dall’esigenza degli operatori di potersi poggiare su di una base di conoscenze ed esperienze fruibili da tutti. Grazie ad essa la soddisfazione globale, tanto dal lato dell’offerta, tanto da quello della domanda, si eleva. Del resto, il massimo merito di chi ha concepito il sistema del Green Energy Audit come metodologia di lavoro, dotandolo anche di strumenti semplici ed efficaci, risiede, in fondo, nel successo con cui ha condotto il lavoro di collazione di conoscenze ed esperienze pregresse. Dal punto di vista strutturale, alla base del GEA c’è, sempre, l’obiettivo di ridurre il consumo di risorse ed il contemporaneo innalzamento del benessere percepito dagli utenti. Sulla base delle caratteristiche dell’edificio, della complessità dei sistemi, dell’entità dei consumi e della ricettività del committente, vengono, comunque, riconosciuti differenti livelli operativi di audit, su una scala di affinamento e, dunque, di costi e tempi crescente. Le tipologie 11 individuate dal manuale sono tre : 1. Diagnosi Semplice 2. Diagnosi Ordinaria 3. Diagnosi Simulativa 10 11 European Committee for Electrotechnical Standardization. Nel manuale G. DALL’Ò, op. cit,. conservano denominazione di origine anglosassone: Walkthrough Audit, Standard Audit, Simulation Audit. 3 25 luglio 2012 Non sono categorie a comparti stagni, nel senso che ogni livello superiore contiene le medesime caratteristiche del livello subito inferiore, aggiungendovi però una o più caratteristiche distintive. La Diagnosi Ordinaria, ad esempio, prevede l’utilizzo di sistemi di monitoraggio per la raccolta di dati in continuo, cosa che si evita nella Diagnosi Semplice, per renderla più immediata. Ciò va, ovviamente, a scapito del rigore di dettaglio nella rappresentazione della performance dell’edificio, sul quale non vengono effettuate le misurazioni di grandezze che risulterebbero troppo specifiche rispetto agli scopi dell’audit. Nella Diagnosi Simulativa, invece, oltre al compimento di una campagna di misurazioni dirette completa, si procede alla costruzione di modelli dell’edificio attraverso appositi software di simulazione dinamica, che permettono di sfruttare informazioni più precise rispetto ai modelli semplificati della Diagnosi Ordinaria. Per la scelta del livello operativo di audit da utilizzare, è l’auditor che, fin dal primo momento, deve saper discernere i mezzi più idonei per espletare il suo incarico, senza, da una parte, incorrere in margini troppi ampi di incertezza nella costruzione della baseline e nella simulazione del comportamento dell’edificio, che potrebbe poi risultare dannosa ai fini della riqualificazione, e senza aggravio di costi inutili, dall’altra. In ogni caso, l’organizzazione del lavoro, diviso per fasi (vedi Tabella 2), rimane identica. Ciò deriva dall’impostazione metodologica seguita. L’audit viene a ricoprire un ruolo definito all’interno della strategia operativa per il miglioramento delle prestazioni dell’edificio, di cui costituisce la parte preliminare, di preparazione alle successive attività. Che sono, nell’ordine: la definizione degli interventi da implementare, la progettazione ed esecuzione degli stessi e, da ultimo, la certificazione dell’edificio a interventi implementati. Tabella 2. PROCESSO DI GREEN ENERGY AUDITING 1 Definizione del contratto Soggetti coinvolti: committente e green energy auditor 2 Acquisizione della documentazione Documentazione di tipo tecnico e gestionale 3 Piano delle attività Definizione del programma delle attività di audit 4 Definizione degli indicatori di consumo e prestazionali Scelta degli indicatori più idonei a rappresentare la prestazione energeticoambientale dell’edificio e al confronto con benchmark 5 Rilievi in campo Campagna di indagine per l’acquisizione diretta di informazioni riguardanti l’edificio, gli impianti e le modalità di gestione degli stessi 6 Verifica delle condizioni ambientali Campagna di indagine per l’acquisizione diretta di informazioni riguardanti le modalità di gestione degli impianti di climatizzazione, ventilazione e illuminazione 7 Monitoraggio dei consumi energetici e dei parametri climatici Misurazione in continuo delle grandezze oggetto di indagine 8 Definizione della baseline Descrizione dello stato di fatto 9 Definizione del Green Energy Plan Descrizione degli interventi proposti e valutazione dei relativi costi e benefici Fonte: G. DALL’Ò, Green Energy Audit. Manuale operativo per la diagnosi energetica e ambientale degli edifici, 2011. 4 25 luglio 2012 In questo quadro il GEA è formalmente destinato a fornire degli strumenti che possono essere usati tanto del committente, tanto del soggetto che verrà incaricato della progettazione e realizzazione degli interventi, che, come detto, non necessariamente coincide con la figura dell’auditor. Il risultato cui deve pervenire, quindi, è la produzione di un documento in cui siano descritte e valutate le misure di efficientamento che si ritengono fattibili dal punto di vista tecnico-economico. Una serie di proposte da cui emergano con chiarezza i benefici associati a ciascun intervento o insieme di interventi, che metta il committente nelle condizioni di poter decidere con consapevolezza quali soluzioni adottare. COS’È L’UTEE L'Unità Tecnica Efficienza Energetica (UTEE) nasce all’interno di ENEA, per far fronte in modo organico e sistematico ai compiti assegnati dalla normativa sull’efficienza energetica (D. Lgs. 115/2008). La struttura opera in complementarità con le attività di ricerca e sviluppo energetico-ambientale che si svolgono nell'Agenzia e in collaborazione con l'Ufficio Studi, che elabora scenari tecnico-economici. Organizzazione Sezione Supporto Attività Programmatiche Sezione Edilizia Residenziale-Terziario Sezione Industria Sezione Mobilità Sostenibile Sezione Agricoltura Sezione Generazione Distribuita Sezione Servizi Energetici Sezione Gestione Rete Territoriale Obiettivi contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali di risparmio energetico accelerare il processo di adozione di tecnologie-chiave per un uso più efficiente dell'energia rafforzare le capacità di innovazione e la competitività delle imprese creare condizioni per lo sviluppo del mercato interno dell'efficienza e dei servizi energetici. Destinatari governo e istituzioni pubbliche centrali e locali sistema produttivo imprese produttrici di componenti e sistemi per l'EE società di servizi energetici (ESCo, Energy Service Companies) cittadini Strategie di intervento promuovere la domanda di maggiore efficienza da parte dei consumatori finali favorire lo sviluppo e la diffusione di tecnologie alto potenziale applicativo ed innovativo facilitare la cooperazione tra autorità pubbliche, sistema economico e finanziario, organismi di ricerca agevolare la circolazione delle idee e delle possibili sorgenti di innovazione attraverso la promozione delle BAT (Best Available Technique) e dei casi esemplari sviluppare prototipi e impianti dimostrativi, trasferire tecniche e metodologie, fornire servizi avanzati ad elevato contenuto tecnologico e innovativo e/o di sistema 5 25 luglio 2012