19 luglio Stilo e Riace

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19 luglio Stilo e Riace
Campo estivo Aifo 2016 – Gasperina (CZ)
19 luglio 2016 - Stilo e Riace
di Susanna Bernoldi
Dopo una mattinata godendo del mare splendido di Montepaone Lido nel pomeriggio visita alla stupenda
Cattolica dei monaci basiliani a Stilo (RC).
E dopo una fantastica esperienza di speranza, di fiducia in un mondo diverso che è veramente possibile
costruire, se solo lo si vuole e se ci si crede... l’incontro con il sindaco di Riace (RC), Domenico Lucano e del
vice sindaco Maurizio Cimino in una sala che fu mattatoio  e ora centro di cultura.
“La vera utopia non è la caduta del muro di Berlino, ma ciò che sta accadendo in Calabria e soprattutto a
Riace” queste le parole del regista Wim Wenders in un incontro dei Premi Nobel a Berlino. Wim Wenders, che
ha realizzato nel 2009 il corto di 35 minuti “Il volo” per dimostrare come veramente un altro mondo sia
possibile quando si realizza l’accoglienza.
L’assessore alla Cultura e vice sindaco Maurizio Cimino ha iniziato a darci alcune informazioni, in attesa del
Sindaco Domenico Lucano che ci ha colpito per la sua assoluta semplicità di politico che cerca di fare
l’interesse della popolazione e l’ha fatto e lo fa accogliendo i profughi che sono giunti a Riace rendendoli
risorsa e non problema. Le sue parole:
“Riace conta 1800 abitanti tra Riace Marina e il Centro storico divisi da 7 km. La prima è più nuova, è nata da
50 anni, ai tempi della Riforma agraria che assegnò nuove terre per la coltivazione più vicine al mare. Prima le
terre erano tutte nelle mani di tre soli proprietari terrieri. Dopo la seconda Guerra mondiale, per la grande
povertà, si organizzavano i pullman che portavano i migranti anche oltreoceano, soprattutto in Argentina a
Buenos Aires e anche in Australia, nonché a Torino: questi i tre poli più importanti. Un sacerdote organizzava
anche i matrimoni per procura. A Buenos Aires la comunità era divenuta talmente importante da celebrare la
festa dei Santi Cosma e Damiano, protettori di Riace, santi medici siriani. Altra meta, New York fino al grande
esodo verso Torino all’apertura di Mirafiori che ha portato al declino della popolazione e ha rafforzato l’idea
che “tanto.. la gente doveva andarsene.”
Lui stesso proviene da una famiglia di emigranti ed è cresciuto con le immagini delle cartoline che giungevano
dai familiari emigrati.
Ma nel 1998 ecco un veliero con 300 curdi che giunge in un centro svuotato della sua popolazione. È da allora
che lui si impegna a favore dell’accoglienza dei migranti.
Di Riace si parla in tutto il mondo: ne trattano libri, documentari, tesi di laurea, vi è ora una casa discografica
interessata.
“Mimmo” è stupito di tutto questo clamore attorno ad una storia che a lui pare tanto logica e normale. Per lui
è fondamentale “non avere pregiudizi verso gli altri, essere fieri nell’incontrare gli altri. Anno dopo anno Riace
si è confermata terra di accoglienza, perché non abbiamo posto limiti. Come l’altro giorno, in cui è arrivata una
intera famiglia dell’Irlanda del Nord decisa a stabilirsi a Riace. Che cos’è l’accoglienza se non il contatto con
l’essere umano, che senso ha la vita se dobbiamo vivere nella paura, nel sospetto. Nel mondo c’è bisogno di
credere che non è tutto odio e violenza.
Su questo abbiamo costruito qualcosa che ci ha dato ragione: il veliero ha portato energia nuova, ci ha
convinto che non dobbiamo rassegnarci. Abbiamo semplicemente CREATO UNA SPERANZA. Chiaramente
occorre tempo per strutturarla, perché la criminalità sul territorio spinge la gente ad andarsene.
Ho pensato fosse giusto mettermi in gioco, perché Riace incontra i drammi del mondo e dà la sua risposta.
L’accoglienza ha ridato energia, sono nati posti di lavoro e la scuola è stata riaperta.
Dobbiamo imparare a coesistere, a far posto agli altri magari facendo un piccolo passo indietro.”
Ha poi ricordato i vari momenti della storia di Riace: dopo la grande emigrazione al Nord negli anni ’60, vi è
stato un certo ritorno di migranti e hanno iniziato a giungere turisti romani, sono poi stati scoperti i Bronzi di
Riace che però sono rimasti a Reggio Calabria. Era necessario amministrare i beni comuni, i beni confiscati e
dimostrare trasparenza in ogni azione.
Ha ribadito come sia necessario far comprendere che l’Accoglienza è l’incontro che è per tutti la possibilità di
conoscere i problemi del mondo da vicino senza fare il viaggio e ricordato come nella Festa che si avvicina e
alla quale parteciperanno non solo la gente dei paesi, ma tutti i Rom del territorio, tutta la gente di Riace apre
le porte ed accoglie.
La sua politica contrasta quindi con quella delle mafie che demoliscono il territorio per appropriarsi di tutti i
settori dell’economia.
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Come si è svolta l’accoglienza?
Nel 1996, con un amico, avevano raccontato, in un lavoro teatrale, proprio lo sbarco di migranti… poi le parole
di Mons. Bregantini che aveva raccomandato alla gente di non dire mai: “Ormai…” e di non rassegnarsi.
Arrivano i 300 Curdi. Domenico ha pensato che doveva impegnarsi in politica e adoperarsi per trovare loro
delle case e trova ospitalità nelle case di chi era emigrato. Nel 1999 è Consigliere di minoranza; nel 2001
l’accoglienza ai migranti rientra nel progetto istituzionale e ottengono il sostegno economico. Questa sua
azione contamina positivamente anche i paesi vicini per accogliere coloro che sono le vittime di secolari
saccheggi coloniali e post coloniali, della vendita di armi e quindi guerre e violenze.
Accogliere non basta se non si dà la possibilità di un lavoro. Che cosa ha fatto Riace?
Si è favorita la nascita di laboratori artigiani di ceramica, tessitura, lavorazione del legno, ecc. che sono visitati
da tantissimi studenti che arrivano in gita scolastica da tante parti di Italia e dall’estero. Altri immigrati
lavorano nella raccolta differenziata che viene fatta “porta a porta” con gli asini, altri sono impegnati nella
coltivazione dei fiori. E’ stata inoltre creata una moneta locale che è spendibile solo nel paese.
I Bronzi di Riace hanno aiutato lo sviluppo di Riace?
Vi era un’attesa enorme che è stata però disattesa in quanto i Bronzi sono a Reggio Calabria (e d’altra parte
Riace non sarebbe stata in grado di sostenere l’afflusso di turisti che ne sarebbe derivato). Purtroppo Riace,
vetrina della Calabria, non è inserita nelle politiche regionali.
Per concludere, le parole che Domenico Lucano ha detto ad un turista romano che si lamentava della
presenza degli immigrati:
“Prova a sentire l’odore (della cipolla da loro cucinata che lo infastidiva) come profumo
e i rumori come musica che viene dall’Oriente”.
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Io ci proverò ogni volta che qualcuno o qualcosa accanto a me mi infastidirà.