Scarica il comunicato stampa - No a una nuova tassa che colpisce i
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Comitato „Contro la tassa sui posteggi a carico dei ticinesi“ Casella postale 5607 6901 Lugano [email protected] www.bastatasse.ch Tel: 0919731397 *Ai media della Svizzera italiana Lugano, 10 maggio 2016 Comunicato stampa NO a una nuova e inefficace tassa che colpisce direttamente i ticinesi Il 5 giugno prossimo il popolo ticinese si esprimerà sulla modifica della legge sui trasporti pubblici, che introduce la tassa di collegamento. Si tratta di un nuova imposta che ha il chiaro obiettivo di rimpolpare le precarie finanze cantonali, ma colpisce direttamente i lavoratori, consumatori e i residenti ticinesi. L’effetto sul traffico sarà praticamente nullo poiché per molti ticinesi l’utilizzo dell’autovettura per recarsi al lavoro o spostarsi nel tempo libero è l’unica opzione. Le tesi contro questa ennesima tassa sono state presentate questa mattina dal Comitato “contro la tassa sui posteggi a carico dei ticinesi” che può contare esponenti di UDC, PLR, PPD, PS, Montagna Viva e Area Liberale. Non colpisce 200 imprese, ma tutti i cittadini I favorevoli alla tassa di collegamento sostengono che l’imposta sarà pagata da 200 imprese e al contempo la indicano come soluzione per chiamare alla cassa l’84% dei frontalieri che dispone di un posteggio gratuito presso il datore di lavoro. Le tesi sono in contraddizione ed entrambe sbagliate: dalle indicazioni emerse in Parlamento la nuova imposta colpirà direttamente il cittadino-automobilista ticinese. Gli utenti dei circa 14 mila posteggi per clienti e visitatori sono esclusivamente indigeni, come pure una buona parte degli automobilisti che occupano i 15 mila stalli per i dipendenti di aziende. Solo una minima parte dei 62’000 frontalieri contribuirà dunque ai 18 milioni di franchi che il cantone si aspetta da questa nuova tassa. Secondo Piero Marchesi, Presidente dell’UDC Ticino, “con la tassa di collegamento i lavoratori d’oltreconfine continueranno a giungere in Svizzera uno per macchina e il traffico non diminuirà; intanto il ticinese si sobbarcherà i 2/3 della tassa. Le imprese riverseranno sicuramente la tassa sul cittadinoautomobilista, non da ultimo poiché oggi questa tassa viene venduta con lo scopo, anche se irraggiungibile, di ridurre il traffico. 1'000 franchi all’anno per il ticinese è molto, soprattutto dopo le prospettate manovre di rientro presentate dal Governo che colpiranno in modo importante ancora una volta i ticinesi. Alla cassa i frontalieri non vengono quasi mai chiamati, certamente nemmeno nel caso della tassa di collegamento”. Non l’ambiente, l’obiettivo sono le finanze cantonali Concepita per far quadrare i conti dello Stato, la nuova tassa non raggiunge assolutamente gli obiettivi per la quale viene promossa e anzi, rischia di ritardare soluzioni reali per il tema prioritario del traffico in Ticino. La nuova imposta non ridurrà né il numero di utenti della strada, né gli ingorghi, né l’inquinamento. Che questi ultimi non siano i veri obiettivi della tassa lo ammette il cantone stesso che a preventivo ha iscritto 18 milioni di franchi. Se il traffico si riducesse – purtroppo un’illusione sotto tutti gli aspetti – anche i proventi di questa nuova imposta diminuirebbero e con essi le risorse e il finanziamento per il trasporto pubblico. Tuttavia la realtà è un'altra. Infatti, almeno per ora, il ticinese dipende per molte sue attività dalla macchina. Dal momento che questa tassa esenta circa il 90% dei frontalieri, la riduzione del traffico è semplicemente impossibile. Il Governo sottolinea ad ogni occasione, in modo più o meno diretto, che la tassa di collegamento è uno strumento per finanziare il trasporto pubblico, che negli altri cantoni viene finanziato dalle imposte ordinarie. Secondo Sergio Morisoli, Presidente di Area Liberale e Granconsigliere, il problema è alla base: “il cittadino è chiamato a pronunciarsi su una nuova imposta poiché il Governo e il Parlamento hanno già speso tutte le risorse disponibili. Vogliono fare cassa, punto. Diciamo NO a questo modo di far quadrare i conti, diciamo basta a nuove tasse e balzelli che irresponsabilmente spingono il Ticino verso il declino. Invece di nuove tasse e balzelli per i contribuenti, che lo Stato inizi a spendere meglio quello che già incamera”. Non equa: la tassa è ingiusta e colpisce famiglie, lavoratori e residenti nelle regioni periferiche La tassa colpirà tutti, ma in modo arbitrario e discriminatorio. Vi saranno cittadini che non potranno evitare di pagare fino a 1000 franchi all’anno, perché hanno la “sfortuna” di lavorare in un’impresa con più di 50 posteggi, o poiché l’impresa semplicemente non è raccordata ai trasporti pubblici. Secondo Gabriele Gendotti, già Consigliere di Stato PLR, una cosa è certa: ““la tassa non è equa, colpirà a macchia di leopardo famiglie e lavoratori e chi fa la spesa in Ticino. In particolare penalizzerà le fasce di reddito più basse in modo del tutto sproporzionato per rapporto al loro reddito. Qualcuno che già paga il posteggio dovrà pagare in più anche la tassa”. La tassa infatti si aggiunge al costo del posteggio, ragione per la quale le disparità tra chi oggi è già chiamato a versare un affitto per il posteggio e chi no non diminuiranno. Particolarmente penalizzati sono gli abitanti delle regioni periferiche. Infatti, la rete di trasporti pubblici in Ticino è – non da ultimo per motivi topografici – meno capillare rispetto a quella di altri cantoni. Secondo Germano Mattei, Coordinatore di Montagna Viva e Granconsigliere, “abitare in valle ha molti aspetti positivi, ma da un punto di vista finanziario la politica ce la sta mettendo tutta a penalizzare i cittadini nelle regioni periferiche: dall’anno prossimo non si potranno più dedurre le spese di viaggio effettivo dalle imposte federali, il cantone nell’ambito della manovra ha ridotto la deduzione al chilometro e ora propone una tassa che colpisce in pieno gli abitanti delle regioni periferiche delle valli, la cui mobilità dipende praticamente al 100% dall’autovettura”. Si parla di “tassa per finanziare i trasporti pubblici” e in molte zone periferiche il trasporto pubblico negli ultimi anni è stato smantellato, altre misure seguiranno. Il tutto in completa contraddizione con gli obiettivi con cui si vuole vendere la tassa, utile solo per fare cassetta. L’imposta, unica in Svizzera, rappresenta un segnale pessimo nei confronti del ticinese, alle prese con premi delle casse malati e prezzi degli affitti in crescita costante. Nelle prossime settimane il Comitato “contro la tassa sui posteggi a carico dei ticinesi” si impegnerà affinché i ticinesi votino NO alla modifica della legge sui trasporti pubblici il prossimo 5 giugno. Per domande: Angelo Geninazzi Coordinatore del Comitato contro la tassa sui posteggi a carico dei ticinesi e-mail: [email protected] telefono: 0793837913