Rassegna degli effetti derivanti dall`esposizione ai
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Rassegna degli effetti derivanti dall`esposizione ai
ANPA SISTEMA NAZIONALE CONOSCITIVO E DEI CONTROLLI IN CAMPO AMBIENTALE Centro Tematico Nazionale Agenti Fisici Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione AGF-T-RAP-99-17 OBIETTIVO INTERMEDIO: OB06 TASK: TSK25-27 TEMI: T22, T23, T24 STATO: (1) Definitivo REDATTO DA: (2) RIVISTO DA: (3) APPROVATO PER IL RILASCIO DA: (4) VERSIONE: 1 G. Licitra F. Trotti E. Volpi A. Poggi S. Fabbri P. Mozzo DATA: 31/12/99 DATA: 31/12/99 DATA DI RILASCIO: 31/12/99 (1) bozza, definitivo. Il passaggio di stato del documento da “bozza” a “definitivo” è determinato dalla approvazione da parte del CTN Leader. (2) Autore/autori del documento. (3) Responsabile della task. (4) CTN Leader. Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 2 di 39 INDICE 1. GENERALITA’ .........................................................................................................................................................................2 ALLEGATO.....................................................................................................................................................................2 Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 3 di 39 1. GENERALITA’ Nel piano di attività del CTN-AGF relativo al primo periodo sono state inserite tre task finalizzate alla rassegna dei “protocolli di controllo sulle fonti di pressione” per gli agenti fisici. Come “protocollo di controllo sulle fonti di pressione” si deve intendere l’insieme di indicazioni, la strategia od una metodologia complessiva, aventi per scopo l’accertamento della corretta operatività di una specifica fonte di pressione nel suo complesso. La struttura di un protocollo prevede tipicamente una fase analitica o strumentale, accompagnata eventualmente da adempimenti di tipo formale, da valutazioni modellistiche preventive, ecc. In questo senso, i provvedimenti autorizzativi da parte delle autorità competenti per installazioni o attività, possono configurare dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione. Per i tre temi di competenza del CTN-AGF, l’individuazione dei protocolli di controllo esistenti è assai difficoltosa. Sono in effetti, per lo più, assenti specifiche procedure operative standardizzate che gestiscono complessivamente il controllo sulla data fonte di pressione. Si ha a che fare con un’evidente frammentazione nel territorio e nel quadro delle competenze degli approcci in materia. Sullo stesso concetto di controllo possono essere documentate accezioni abbastanza diverse. Vi sono, è vero, esempi di linee guida o guid e tecniche relative alle metodologie analitiche e di monitoraggio che si avvicinano alla sostanza dei protocolli di controllo, ovvero di normative (locali o nazionali) che come tali si configurano, quando definiscono specifiche metodologie operative. Nel corso del primo periodo di attività del CTN-AGF in più occasioni si è discusso e si sono elaborate le proposte preliminari circa i caratteri propri di una rassegna sui protocolli di controllo delle fonti di pressione, in relazione alla specificità del proge tto CTN, a finalità e limiti della sua azione. Da ipotesi più tese ad enucleare elementi finalizzati a comporre di fatto dei protocolli di controllo ad orientamenti circa raccolte sintetiche delle procedure attuate localmente sulle singole problematiche ambientali. In realtà, l’obiettivo di fondo del progetto CTN è quello di consentire l’attuazione sul territorio di raccolte di dati standardizzati per il popolamento del sistema informativo ambientale nazionale e di operare per adeguare gli strumenti che concorrono alla realizzazione di questo processo. In tale prospettiva, si è stentato a trovare una collocazione organica delle analisi sui protocolli di controllo delle fonti di pressione entro il dominio del CTN; queste, in effetti, attengono più alle politiche di governo del territorio che alle metodologie per la realizzazione del sistema informativo ambientale. L’attività del CTN-AGF sugli argomenti di queste task si è attestata al livello dell’elaborazione preliminare e propedeutica, salvo ad avere reperito, per il tema T23, alcuni protocolli di controllo di fonti di pressione rivolti alle stazioni radio base per telefonia cellulare. In tale ambito, come evidenziato dal lavoro svolto su iniziativa dell’ARPA Toscana e riportato in allegato, esistono delle procedure strutturate che gestiscono la fase preliminare all’installazione degli impianti per telefonia, le quali si configurano come dei veri e propri protocolli di controllo preventivo sulle fonti di pressione. Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 4 di 39 ALLEGATO RAPPORTO FINALE TSK 26: RICOGNIZIONE DEI PROTOCOLLI DI CONTROLLO SULLE FONTI DI PRESSIONE PER I TEMI DI COMPETENZA DEL CTN_AGF. TEMATICA : T23 Autore: G. Licitra Dipartimento Provinciale ARPAT di Livorno – U.O. Fisica Ambientale Via Marradi, 114 – 57100 Livorno. Tel. 0586-263469 Fax 0586-263465 e-mail: [email protected] INTRODUZIONE Da un’analisi della letteratura esistente al riguardo e da un compendio dell’esperienza accumulata negli anni dagli operatori delle agenzie sono state individuate le principali fonti di pressione che insistono sul territorio. Suddivise in normate dal punto di vista legislativo, dal punto di vista tecnico oppure non normate, sono state raccolte in Tabella 1. Fonti di pressione Apparati elettronici CB (operatori in citizen band) Elettromedicali Emittenti radio AM Emittenti radio FM Emittenti TV Impianti militari Ponti radio Radar Radioamatori Radiocomandi (cancelli, antifurto, ecc.) Servizi di utilità (VVFF, CC, ecc.) Telefonia cellulare: SRB Telefonia cellulare: telefoni Trasmissioni satellitari Varchi magnetici Tabella 1: elenco delle fonti di pressione sul territorio. Normate dalla legge Normate dal punto di vista tecnico Direttiva EMC CEI D 381/98 ICNIRP, FCC - CEI D 381/98 ICNIRP, IEC D 381/98 ICNIRP, IEC D 381/98 ICNIRP, IEC D 381/98 ICNIRP, IEC D 381/98 ICNIRP, IEC - ICNIRP, IEC D 381/98 ICNIRP, FCC ICNIRP D 381/98 ICNIRP, IEC D 381/98 ICNIRP, IEC - ICNIRP D 381/98 ICNIRP, IEC - ICNIRP Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 5 di 39 ANSI: Istituto Statunitense per la Standardizzazione; CEI: Comitato Elettrotecnico Italiano; CENELEC: Comitato Europeo per la Standardizzazione Elettrotecnica; FCC: Ministero delle Comunicazioni Statunitense; ICNIRP: Comitato Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti; IEC: Comitato Elettrotecnico Internazionale. Tali fonti di pressione impattano in maniera diversa sul territorio, essenzialmente in funzione di parametri tecnici caratteristici di ogni tipologia di impianto, ma la percezione del rischio che ne consegue da parte della popolazione discende piuttosto da fattori emotivi che nulla hanno a che fare con la sostanza dalla materia. Come conseguenza, la “graduatoria” delle fonti di pressione in termini di necessità e/o priorità nei controlli non può essere stilata solt anto a partire dalla potenzialità di ogni singola categoria di impianto, ma piuttosto tenendo anche in debita considerazione il contesto sociale in cui l’impatto, in definitiva, si produce e la domanda di controllo che ne discende. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito ad un crescente interesse attorno alle questioni legate agli impianti di telefonia mobile, ed in modo particolare sono aumentate le pressioni da parte della comunità affinché si attivino procedure amministrative che da un lato impediscano una proliferazione incontrollata di tali installazioni e dall’altro permettano la verifica dell’impatto che simili infrastrutture hanno sulla salute dei cittadini. Infatti, nonostante le stazioni radio base non siano, dal punto di vista tecnico, gli impianti potenzialmente più pericolosi per l’esposizione prodotta, esse sono posizionate all’interno del tessuto urbano, spesso in corrispondenza di edifici ad uso abitativo e quindi a diretto contatto con la popolazione. Gli impianti radio e TV invece, che tipicamente utilizzano potenze di emissione centinaia o migliaia di volte superiori, risultano localizzati quasi esclusivamente in punti isolati e dominanti rispetto alle zone più densamente abitate, per cui solo in alcuni e ben noti casi assurgono agli onori della cronaca e possono determinare situazioni di rischio oggettivo. Questa diversa “visibilità” degli impianti e la mancanza di una corretta informazione ha di fatto comportato un forte aumento di sensibilità verso le problematiche connesse all’eventua le rischio derivante dall’esposizione ai campi elettromagnetici, in special modo per gli impianti posti in ambito cittadino, che come detto non determinano, in linea generale, le situazioni più a rischio. In questo contesto, sono chiamati ad intervenire sia soggetti pubblici locali, che per vari aspetti hanno competenza in questa materia, come Comuni, Agenzie Ambientali e Aziende Sanitarie, sia direttamente e soprattutto i gestori degli impianti di telefonia mobile tra i possessori di impianti per la radiocomunicazione. Oltre che l’ottemperanza delle prescrizioni dettate dalla normativa vigente, il compito di tutte le parti in causa deve essere la definizione di procedure che possano fornire garanzie alla collettività in questa materia, con un’opera di concertazione soprattutto in assenza di una normativa regionale e nazionale in tal senso. Al di là quindi di un nuovo approccio di tipo partecipativo a tali problematiche vanno comunque ricordate le procedure di controllo più fiscali, che contemplano anche la misura della grandezza fisica, ma che non si riducono solo ad essa. Non vanno neppure dimenticate le norme ed i controlli riguardanti la concessione delle frequenze (seppure di competenza governativa) e quanto discende dalle autorizzazioni all’installazione degli impianti, procedure e verifiche tipicamente di natura amministrativa. Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 6 di 39 EVOLUZIONE DELLA TELEFONIA CELLULARE Le reti di telefonia cellulare attualmente esistenti in Italia si sono sviluppate in tempi e con modalità assai diverse. I primi impiant i urbani della Tim sono sorti, generalmente, in aree di proprietà Telecom; le antenne sono state prevalentemente installate alla sommità di tralicci, costruiti in vicinanza degli edifici che ospitano le centrali della telefonia tradizionale. Con il crescere della rete Tim e all’insediamento di quella Omnitel, le antenne sono state poste sulla sommità degli edifici più elevati, in posizioni idonee a dare copertura per le celle d’interesse: si è così manifestato ed in modo sempre crescente sia il problema legato all’impatto paesaggistico per le dimensioni degli impianti nelle aree urbane interessate dai tralicci, sia il timore sentito dai residenti delle aree limitrofe alle installazioni, allarmate da un inquinante sconosciuto e su cui l’informazione non sempre è stata corretta. Le contestazioni, in particolare all’interno dei condomini degli edifici su cui sono installati gli impianti ma ancor di più da parte degli abitanti di quelli limitrofi, che non potevano nemmeno beneficiare dei vantaggi economici derivanti dall’ospitare gli impianti, sono ancor più cresciuti con il terzo gestore, il quale solo parzialmente ha potuto costruire la propria rete usufruendo delle postazioni offerte da ENEL e sta incontrando forti resistenze al suo sviluppo proprio per la necessità di occupare nuovi siti su cui insistevano già altri impianti. PIANIFICAZIONE DEI SITI Le esperienze maturate in questi ultimi tempi, con le reti di tre gestori in via di completamento e di un quarto in fase di sviluppo, consigliano di affrontare la questione della valutazione degli impianti di telefonia mobile, seguendo un approccio che privilegi la visione complessiva della situazione sul territorio, piuttosto che i casi isolati. Infatti, la mera valutazione delle singole richieste di nuova installazione, oltre che comportare problemi di gestione per il loro numero spesso assai considerevole, non consente, anche in virtù della limitata potenza impiegata su ogni impianto, di avere una visione realistica dell’impatto dovuto alla contemporanea presenza di più stazioni poste a distanze abbastanza ridotte. PROTOCOLLI DI CONTROLLO SULLE FONTI DI PRESSIONE Una interessante e forse unica rassegna degli approcci seguiti nelle varie realtà regionali si deve al lavoro svolto da Giovannazzi e Malesani dell’Azienda Sanitaria di Trento e presentata al Convegno “Radiofrequenze e microonde: La salute a rischio ?” tenuto a Cavalese (TN) nel febbraio 1998. L’articolo è riportato sinteticamente in appendice, lasciando per esteso la parte relativa ai risultati e alle schede proposte ai vari operatori dei Servizi di Igiene Pubblica, delle ARPA e dei PMP sotto la forma di un questionario con l’intento di evidenziare quale sia l’iter istruttorio, le informazioni tecniche, i criteri, le modalità operative che ogni strut tura utilizza per l’emissione del parere igienico sanitario, mettendoli successivamente a confronto Si riportano inoltre, di seguito, le esperienze maturate all’interno delle regioni che afferiscono al gruppo di lavoro ANPA-ARPA sui campi elettromagnetici e in appendice quelle di altre regioni in cui la Sanità Pubblica svolge un ruolo significativo e in alcuni casi trainante quali, Lombardia, Campania e Puglia con le relative proposte procedurali. Pur nella diversità degli approcci amministrativi, legati soprattutto alle diverse normative regionali vigenti, la prassi tecnica seguita è sostanzialmente uniforme. Differenze significative si presentano sulla reale verifica sul campo dei livelli di campo elettromagnetico: come è noto una Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 7 di 39 dicotomia tra nord e sud permane, seppure il panorama presenti un po’ dappertutto situazioni di eccellenza e di difficoltà. Quanto riportato non vuole né Prese ntazione del GESTORE progetto può essere esaustivo considerato il rapido sviluppo, non solo legislativo, Ripres entazione di tali problematiche e la crescita del progetto anche nelle regioni meridionali delle Agenzie Regionali per la Protezione sfavorevole Pare re ARPAT Ambientale. favorevole POSIZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO ANPA-ARPA Prescrizioni assenti o formali ? NO Esecuzione delle prescrizioni Pur non esistendo un documento SI che raccolga in maniera organica ed Richiesta di ufficiale la posizione del g.d.l. COMUNE autorizzazione ANPA-ARPA campi elettromagnetici, il tema dei protocolli di controllo sulle fonti di DIA: Conce ssione edilizia: impia nti pressione in tale settore è stato ope re m urarie e strutture tecnologici oggetto di confronto tra i vari Parere operatori e di messa in comune delle AUSL proprie esperienze e le posizioni Eventuali espresse possono essere ricondotte a prescrizioni del Rilasc io della Comune quanto di seguito riportato, seppure conces sione edilizia lo schema proposto non rifletta del tutto quanto poi avviene nelle singole regioni per le difformità Realizzazione comunque esistenti tra di esse. dell'impianto Opinione comune è ritenere indispensabile che i gestori delle reti Eventuali verif iche di telefonia cellulare, ARPAT ai sensi dell'alle gato B precedentemente alla richiesta di autorizzazione per i loro impianti, sottopongano ai Comuni interessati Figura 1 - Schema del processo di rilascio delle il piano di attuazione della rete in autorizzazioni per la realizzazione di modo da consentire all’Ente di vagliare, in collaborazione con le impianti fissi per la telefonia cellulare. Agenzie Ambientali e con i gestori stessi, la validità della proposta anche sul piano dell’impatto ambientale e del rispetto della normativa. L’ITER AUTORIZZATIVO La procedura attualmente seguita per il rilascio delle autorizzazioni all’installazione degli impianti fissi per la telefonia cellulare segue, a seconda del tipo di impianto e delle opere necessarie per realizzarlo, due possibili strade: la concessione edilizia o la denuncia di inizio attività (DIA). In queste fasi il Comune ha la possibilità di esaminare i dettagli dei progetti per evidenziare la loro Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 8 di 39 conformità alle normative ed all’interesse della collettività, anche dal punto di vista ambientale, o piuttosto per denunciare eventuali mancanze che ne rendano improponibile l’autorizzazione. Per esprimere una valutazione in merito alla compatibilità ambientale del progetto, il Comune trova nelle Agenzie Ambientali il collaboratore ideale che, in forza della competenza ed i mezzi a sua disposizione, è in grado di esprimere un giudizio autorevole sull’idoneità del progetto presentato. Dalla discrezionalità del Comune a richiedere tale valutazione, si sta gradualmente passando alla prassi adottata dai gestori, i quali anticipano la richiesta di valutazione da parte delle ARPA; in tal modo essi ottengono una sostanziale riduzione dei tempi necessari al perfezionamento dell’iter, con conseguenti vantaggi. Il grafico riportato in figura 1 rappresenta l’iter che la richiesta di autorizzazione segue all’interno del amministrazione Comunale e della Agenzia Ambientale. LA VALUTAZIONE ARPA Il ruolo che l’Agenzia Ambientale svolge nel processo di autorizzazione delle nuove installazioni riveste un carattere di estrema delicatezza, per le implicazioni che ne conseguono. L’Agenzia ha saputo nel Nuovo impianto tempo perfezionare le proprie capacità e acquisire la strumentazione Richiesta al gestore dei dati necessari alla necessaria per le valutazione ARPAT dell'impianto verifiche, in modo da essere capace di Valutazione Valutazione ARPAT ARPAT inin assolvere tale compito Valutazione previsionale base baseaiai dati dati presentati presentati presentata dal gestore In generale In alcuni con competenza ed in dal gestore gestore dal dipartimenti tempi compatibili con le richieste dei gestori, anche attraverso Il gestore produce 3 ARPAT produce mappe a parallelepiped fuori dai specifici protocolli varie altezze e su più quali vengono rispettati i sezioni verticali per valori di riferimento (20, 6 d’intesa con Comuni, stimare i livelli di campo e 3 V/m) Aziende U.S.L. e gestori, ponendo su ARPAT produce questi ultimi i costi dei il parere controlli. L’esperienza maturata ha suggerito di stabilire i criteri con i NO Parere Superamento favorevole valori di cautela quali stabilire se la valutazione su un impianto per la telefonia SI mobile, in ambito cittadino, possa essere NO Invio a gestore Modifica dati compiuta Prescrizioni impianto AUSL e comune nell’assunzione che l’impatto ai livelli di SI campo nelle zone potenzialmente esposte Limitazioni d'accesso, misure Riduzione dei livelli di campo sia dovuto obbligatorie dopo la messa in ottimizzando ove possibile esclusivamente alla esercizio dell'impianto ai sensi l'installazione (orientamento, dell'allegato B del D.M. 381/98 altezza, tilt e numero di portanti) nuova installazione, Figura 2 - Schema del processo di valutazione, da parte della ARPA, degli impianti fissi per la telefonia cellulare. Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 9 di 39 distanza (m) oppure possa sovrapporsi ai livelli derivanti dalla presenza di altri impianti già in esercizio. Nella pratica si considera che l’impianto sia “isolato” se dista più di 300 metri da un altro impianto GSM o almeno 500 metri da un impianto TACS. Nel caso in cui questi requisiti non siano soddisfatti, l’ARPA effettua la 100 valutazione sulla scorta sia dei dati progettuali 80 del nuovo impianto, che delle informazioni 60 disponibili in merito agli altri impianti 6.00 40 presenti nelle vicinanze. Per quanto attiene il 3.00 20 procedimento con cui la verifica si svolge, sono 0 2.50 attualmente seguiti due differenti approcci. -20 2.00 Spesso si procede alla valutazione partendo da -40 1.00 uno studio che il gestore, in proprio o -60 0.00 tramite suoi incaricati, presenta assieme al -80 N progetto dell’impianto e che presenta una -100 -100 -80 -60 -40 -20 0 20 40 60 80 100 regione dello spazio, a distanza (m) forma di Figura 3 - isolivelli dei valori di campo attesi nell’intorno di un parallelepipedo, che impianto per la telefonia mobile, lungo una sezione definisce il volume orizzontale presa a 8 metri di quota sotto le antenne di entro il quale i valori del trasmissione. Si notano i lobi delle tre antenne campo possono essere installate. In evidenza sono mostrati gli edifici per i superiori a quanto quali ci si attende un valore del campo consentito dalla elettromagnetico tale da necessitare di ulteriori normativa. Fatta salva verifiche. tale determinazione, la valutazione si riduce alla comparazione delle distanze minime indicate con i valori di progetto indicati. Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 10 di 39 In alcune sedi, quale ad esempio quelle di Ivrea o Livorno, si procede alla valutazione sulla scorta dei dati progettuali presentati dai gestori: la valutazione è effettuata mediante l’impiego di software di simulazione sviluppato in maniera originale, che tiene conto di tutti i parametri fisici che riguardano l’impianto e producono il valore del campo elettrico presente in qualunque punto dello spazio in campo lontano. Queste informazioni, unite alla cartografia del posto, che evidenzi anche l’elevazione degli edifici e la loro destinazione d’uso, permette di evidenziare se sono presenti situazioni critiche, e di rappresentarle sotto forma di mappe, corrispondenti a sezioni sia orizzontali che verticali, ove si proceduto a sovrapporre gli isolivelli di campo EM calcolato. Le figure 3 e 4 mostrano un esempio di questa valutazione. Il vantaggio che deriva da questa scelta è quello di definire in modo più preciso i volumi che possono essere interessati da valori di campo eccedente i limiti di legge, nonché di tenere di conto di situazioni complesse in cui si debba considerare non solo l’effetto del singolo impianto, ma piuttosto la contemporanea presenza di più sorgenti di radiazione elettromagnetica. Il parere tecnico previsionale prodotto dall’ARPA può definire la conformità o meno del progetto ai requisiti normativi, ma anche contenere, nei casi di difficile o dubbiosa determinazione, una formula non ostativa che sia condizionata alla verifica strumentale valori di campo EM, una volta che l’impianto è posto in opera e funzionante. Tale condizione è verificata automaticamente, e prevista dall’apparato normativo, nel caso in cui la valutazione teorica preveda casi di esposizione a livelli superiori alla meta del limite massimo. Spesso comunque tali valutazioni portano a suggerire al gestore una modifica dell’impianto, in termini di variazione del tilt delle antenne o della loro orientazione o ancora di riduzione del numero di portanti, compatibilmente con la qualità del servizio, ma con lo scopo di ottimizzare gli impianti nel senso di una riduzione dell’esposizione. 6.0 40 3.0 30 2.5 20 2.0 10 0 -40 -20 0 20 40 60 80 100 1.0 0.0 Figura 4 - Valutazione dell’emissione prodotta da una antenna per la telefonia cellulare lungo la sezione verticale di massimo irraggiamento, sovrapposta alla sezione degli edifici interessati. Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 11 di 39 La documentazione che i gestori sono tenuti a presentare unitamente alla richiesta di valutazione deve essere completa e tecnicamente esauriente; in essa vi si deve trovare infatti: − dati di tipo “anagrafico” dell’impianto, ed ad una sua localizzazione geografica; − dettagli tecnici delle antenne che verranno impiegate, corredate di schemi di emissione, della potenza radiante dell’impianto, delle frequenze di esercizio e di ogni altra informazione che permetta di effettuare una valutazione precisa e puntuale del problema. Inoltre, ai fini della valutazione dell’esposizione della popolazione, viene richiesta un supporto cartografico, preferibilmente in formato digitale, con dettaglio sufficientemente spinto da evidenziare in un raggio di 200 metri, a livello di singolo edificio, i possibili casi di esposizione indebita. La suddetta cartografia deve essere corredata anche dell’informazione della quota degli edifici in essa rappresentata e della loro destinazione d’uso, nonché la eventuale presenza di altri impianti di telecomunicazione per un raggio di 500 metri. Per maggior dettaglio si riporta in appendice l’elenco delle specifiche informazioni che vengono richieste al gestore dall’ARPA Toscana. I CONTROLLI La valutazione preventiva del piano complessivo di rete per la telefonia e la verifica previsionale delle singole SRB sono i principali strumenti di gestione dei problemi di inquinamento elettromagnetico indotto dai sistemi di telefonia mobile; il loro corretto impiego permette di ridurre, o addirittura eliminare, i possibili casi di risanamento ed i conseguenti problemi che si possono presentare con una gestione meno attenta. Tuttavia, affinché la fase preventiva possa ottenere i risultati auspicati, e perché gli stessi possano essere mantenuti nel tempo, è indispensabile affiancarvi anche un momento di controllo e di verifica strumentale della situazione presente. I controlli, a loro volta, sono suddivisi per finalità secondo lo schema seguente: Controlli preventivi - sono d’ausilio al momento previsionale, determinando il clima elettromagnetico presente sul territorio prima della realizzazione di altri impianti, permettendo una valutazione più affidabile e cautelativa dell’impatto risultante dalla presenza di nuove sorgenti. Controlli conoscitivi - integrano la valutazione previsionale fornendo informazioni ove la determinazione teorica dei valori di campo elettromagnetico non è realizzabile (per esempio in condizioni di campo vicino) o quando la essa risulta essere di dubbia interpretazione per via delle approssimazioni che inevitabilmente sono compiute. Controlli cautelativi - completano la valutazione di impatto ambientale ed ottemperano alla prescrizione di verifica dei campi presenti presso le installazione per le quali la valutazione previsionale basata sui dati progettuali ha indicato il superamento della metà dei limiti di legge. Controlli ispettivi rappresentano un momento della gestione del territorio per considerare la situazione pregressa, ove non è stata effettuata nessuna valutazione o pianificazione preventiva, ma anche per verificare il rispetto degli impianti alle direttive progettuali, sia al momento della prima attivazione che nel successivo funzionamento dell’impianto. I controlli possono essere attivati con modalità diverse: in particolare essi possono essere predisposti dalle Agenzie Ambientali sulla base di un piano di lavoro, ma potrebbero anche essere stabiliti dalla normativa regionale (come già è previsto dalla legge regionale in Lombardia e probabilmente avverrà in quella di Piemonte, Liguria e Toscana) con oneri a carico dei gestori. Un’ulteriore possibilità è l’istituzione di rapporti convenzionali con gli Enti locali; questa via consente l’ulteriore vantaggio di consentire alle Agenzie di reperire quelle risorse che sono necessarie per lo svolgimento di queste attività ed agli Enti locali di disporre dei risultati delle Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 12 di 39 verifiche così compiute ed integrare la conoscenza sul problema anche ai fini delle autorizzazioni da concedere per le nuove installazioni. Per quanto attiene le richieste effettuate dai singoli cittadini, o dalle loro associazioni, si dovrebbe tendere a ricondurle verso una delle modalità sopra descritte; questa esigenza è motivata principalmente dalla necessità di definire un insieme di controlli maggiormente mirati alle situazioni che effettivamente possono determinare situazioni di esposizione oltre i valori consentiti, e per consentire di soddisfare alle legittime richieste dei cittadini, facendovi fronte con risorse di personale e strumentazione che non trovano copertura nell’ordinario bilancio dell’Ente. Per quanto attiene il programma dei controlli delle Agenzie Ambientali questo è principalmente incentrato su due punti principali; la mappatura del livello ambientale e la verifica delle emissioni dovute agli impianti una volta installati. Per quanto attiene quest’ultimo aspetto le Agenzie si pongono l’obbiettivo di misurare il contributo dovuto alla emissione di tutti gli impianti di tipo TACS e quelli per le trasmissioni radiotelevisive, perché rappresentano gli impianti installati generalmente prima del D.M. 381/98 e con maggiore potenza emessa, nonché di verificare gli tutti impianti in cui la valutazione preventiva abbia evidenziato un superamento della metà del limite normativo. Gli impianti di tipo GSM, che tipicamente non sono causa di livelli particolarmente vicini ai limiti più restrittivi, potrebbero essere verificati sulla base di una scelta a campione che coinvolga circa un quinto dell’installato, ed analogamente si potrebbe procedere per verificare periodicamente la rispondenza degli impianti ai limiti fissati. Tale scelta peraltro, pur essendo basata su un criterio di razionale utilizzo delle risorse, non sempre incontra il favore dei cittadini e degli Enti Locali, preoccupati di fornire risposte e garanzie a tutti i cittadini. PROBLEMI APERTI Le questioni inerenti l’impatto degli impianti per la telefonia mobile si sono evolute in modo rapido e talvolta, sotto la spinta emotiva della comunità, incontrollato. Rimangono spesso aperte delle questioni di grande importanza che dovranno, nel futuro, essere affrontate e risolte. In primo luogo si dovrà procedere, dove ancora non è stato fatto, all’emanazione delle leggi regionali adeguandole a quanto previsto dal DM 381/98 che si auspica, nel rispetto delle autonomie locali, configurino percorsi comuni a livello nazionale e consentano un’applicazione uniforme del 381/98, anticipando i contenuti della legge quadro. Un secondo ordine di problemi riguarda il reperimento delle risorse che consentano alle Agenzie di svolgere in modo completo i controlli sopra esposti. Attualmente le Agenzie non hanno risorse proprie, ma spesso mutuate dal S.S.N. sempre oggetto di tagli. Sarebbe invece opportuno che il principio “chi inquina paghi” fosse applicato, garantendo i controlli e quella presenza sul territorio degli operatori che più di ogni altra cosa serve a portare tranquillità in un settore in cui spesso prevale l’emotività. Dal punto di vista meramente tecnico, va osservato che la valutazione effettuata dalle ARPA si limita a verificare il rispetto delle condizioni nella regione di campo lontano, dove l’andamento della radiazione elettromagnetica è più facilmente determinabile. In talune situazioni potrebbe essere necessario conoscere anche come si comportano le emissioni per piccole distanze dall’apparato radiante. Attualmente alcuni modelli sono in fase di studio ed in questo contesto le Agenzie Ambientali contribuiscono sia trasmettendo le proprie conoscenze, che fornendo il supporto tecnico necessario alla verifica dei modelli sviluppati. In tal senso si stanno muovendo le ARPA dell’Emilia Romagna e della Toscana; la prima, in collaborazione con l’Università di Bologna, lavora su un modello che impiega tecniche di ray-tracing per valutare la situazione nella regione di campo vicino, mentre la seconda si adopera per realizzare la verifica dei modelli sviluppati per il campo vicino in siti all’aperto, opportunamente attrezzati, effettuando verifiche in Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 13 di 39 prossimità di stazioni radio base ed antenne standard dei tre gestori, al fine di costituire così un insieme di dati sperimentali per la validazione di tali programmi di simulazione. L’apparato normativo definisce i valori di campo elettrico che non devono essere superati per garantire la salute della popolazione, ma prevede anche la definizione di obiettivi di qualità che, al momento, no n sono stati ancora emanati da parte delle Regioni; rimane poco chiaro se le Regioni possono pervenire alla loro determinazione. Inoltre è fonte di discussione anche l’opportunità stessa della loro definizione, alla luce del fatto che già il Decreto contiene la definizione di limiti cautelativi, maggiormente restrittivi dei limiti indicati dalla Comunità Europea e dai maggiori Enti internazionali a ciò preposti (CENELEC, ANSI, IRPA, OMS, ecc.). Tuttavia, il principio di limitare l’emissione di un qualsiasi inquinante connesso all’attività umana appare una strada consigliabile, se questa riduzione è conseguibile con sforzi proponibili e compatibilmente alla qualità del servizio fornito. Il decreto inoltre non definisce nuove competenze in questo settore, ment re sarebbe auspicabile cogliere l’occasione dell’emanazione delle prossime leggi regionali e nazionali per sottolineare il ruolo che le Agenzie sono chiamate per Legge a svolgere, e per ribadire le competenze assegnate ai vari Enti che, per vari aspetti, sono tenuti a svolgere un ruolo in questo settore. In particolare sarebbe opportuno evidenziare in tali norme il ruolo che le AUSL dovrebbero svolgere nell’informazione alla popolazione sui rischi delle radiazioni non ionizzanti, nella realizzazione di campagne epidemiologiche ed in generale nella valutazione degli effetti sulla salute dei livelli di esposizione loro forniti a cura delle ARPA. Infine andrebbe definito il ruolo degli Ispettorati Territoriali del Ministero delle Comunicazioni e dei Comitati Re gionali per le Comunicazioni, i quali potrebbe svolgere, rispettivamente, compiti di vigilanza sulle frequenze assegnate dalla Stato e il ruolo di indirizzo tecnico politico a livello regionale per lo sviluppo delle comunicazioni. Infine si sente la necessità della realizzazione di un catasto delle sorgenti, che realizzato secondo criteri moderni di georeferenziazione, possa costituire uno strumento concreto per i compiti di pianificazione delle infrastrutture ed esecuzione dei controlli, ma anche di ausilio allo svolgimento di ricerche epidemiologiche sull’effetto dei campi elettromagnetici. Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 14 di 39 APPENDICE A - 1. Nome e dell’impianto; Documentazione per rilascio pareri tecnico - previsionali per SRB per telefonia cellulare e ponti radio. codice identificativo 2. Luogo di installazione specificando: • Comune; • località (via, n° civico); • coordinate geografiche del punto di installazione. La posizione geografica e relative coordinate dovranno essere riportate su carta geografica 1:10000 o 1:25000 da allegare alla richiesta; la carta allegata dovrà contenere l’area compresa in un raggio di almeno 1 Km attorno al luogo previsto per l’installazione e dovrà riportare ai bordi il sistema di coordinate; 3. Caratteristiche tecniche dell’impianto indicando tipologia di impianto da installare (TACS, GSM, DCS, ponte radio, ecc.), frequenze di esercizio, numero celle previste per ogni tipologia di impianto (per i ponti radio numero di tratte previste). Per ciascuna cella andrà inoltre indicato: • orientamento antenna rispetto al Nord geografico; • altezza della base antenna rispetto al suolo e s.l.m.; • numero portanti effettivamente previste; • potenza massima al connettore d’antenna per singola portante; • modelli di antenne utilizzate; • guadagno antenna riferito all’isotropa; • diagrammi di irradiazione delle antenne impiegate (anche in formato digitale con indicazione grado per grado); • data sheet antenna, riportante le caratteristiche principali e le dimensioni; • tilt meccanico delle antenne; 4. Carta corografica in scala 1:2000 o 1:5000 con indicazione di altri impianti di radiotrasmissione (Stazioni Radio Base, impianti radiotelevisivi privati o pubblici, impianti di trasmissione di Carabinieri, VV.FF., Polizia di Stato, Enti di soccorso) nel raggio di 500 m dal punto di installazione o eventuale dichiarazione sostitutiva di assenza degli stessi; 5. Carta corografica con chiara indicazione del Nord geografico, delle direzioni di puntamento delle antenne e le caratteristiche fisiche (altezza massima, differenza di quota rispetto alle antenne da installare) e destinazione d’uso (civile abitazione, uffici, ecc.) di tutti gli edifici presenti in un raggio di 200 m se GSM e/o DCS, 300 m se GSM e/o DCS più TACS; la carta dovrà essere fornita in formato cartaceo e possibilmente in formato digitale (dwg o dxf); 6. Planimetrie e progetto architettonico (stato attuale e modificato) dell’impianto in scala 1:100 o 1:200 dove risultino chiaramente, la quota rispetto al suolo della base delle antenne, i piani calpestabili (terrazze private e/o condominiali, etc.), le antenne trasmittenti per ogni tipologia di impianto (TACS, GSM, DCS, ponte radio, ecc.) 7. se disponibile, la relazione tecnica realizzata dal gestore o da terze parti per conto dello stesso, riportante le valutazioni teoriche dei valori di campo elettrico riscontrabili nei punti di particolare interesse nei pressi dell’impianto di nuova realizzazione. Qualora tale relazione non fosse disponibile, dovrà essere esplicitamente dichiarato. Protocolli di controllo per fonti di pressione – AGF -T-RAP-99-17 Pag. 15 di 39 APPENDICE A cura di: A. Giovanazzi F. Malesani (Regione Trentino Alto Ad ige) In mancanza di una normativa nazionale che disciplini la materia, i Servizi deputati all’emissione dei pareri adottano, nella valutazione delle antenne radio base, “protocolli operativi” in base all’esperienza accumulata che spesso differiscono da provincia a provincia, da regione a regione. Si è pertanto inviato ai Servizi di Igiene Pubblica, alle ARPA ed ai PMP un questionario con l’intento di evidenziare quale sia l’iter istruttorio, le informazioni tecniche, i criteri, le modalità operative che ogni struttura utilizza per l’emissione del parere igienico sanitario, mettendoli successivamente a confronto. Nel mese di novembre 97 abbiamo inviato in tutte le regioni italiane, ai servizi interessati, il questionario sotto riportato con preghiera di compilarlo nelle voci elencate e di restituirlo al nostro Servizio. Il questionario è strutturato in 4 parti: 1- Iter istruttorio adottato nell’espressione del parere igienico sanitario per le antenne radio base Descrive il parere igienico sanitario evidenziando i punti qualificanti dello stesso. 2- Dati tecnici richiesti o comunque ritenuti necessari Elenca le informazioni prettamente tecniche che vengono richieste alle aziende telefoniche per descrivere il più compiutamente possibile la stazione radio base, il suo “supporto” e quanto la circonda 3- Criteri utilizzati per l’espressione del parere Illustra quali siano i criteri che il servizio pubblico interessato utilizza per esprimere il parere igienico sanitario, chiedendo inoltre alcuni dettali tecnici descrittivi 4- Modalità operative Mette in evidenzia gli aspetti amministrativi necessari per giungere all’espressione del parere. Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 14 di 37 Questionario stazioni radio base e pareri igienico sanitari (si barrino tutte le voci che interessano) I - Iter istruttorio adottato nell’espressione del parere igienico sanitario per le antenne radio iter istruttorio - viene comunque espresso parere positivo - viene espresso parere positivo alla sola condizione che sia resa inaccessibile la zona circostante l’antenna ove l’intensità del campo elettromagnetico supera i limiti considerati (volume di rispetto) - viene espresso parere (positivo o negativo) solo dopo aver eseguito i calcoli previsionali dell’intensità del campo elettromagnetico nei punti/luoghi ritenuti di maggior interesse ed a maggior esposizione, verificando che sia rispettato il principio di massima riduzione dell’esposizione della popolazione - vengono impartite, se necessario, alcune prescrizioni - vengono indicate delle linee guida cui uniformarsi per rispettare le norme di riferimento tacs gsm - il parere viene vincolato ad una successiva misurazione, ad impianto attivato, per la verifica dei valori di campo elettromagnetico presenti altro 2— Dati tecnici richiesti o comunque ritenuti necessari dato tecnico - tipo e modello di antenna - frequenza di emissione - dimensioni - guadagno - pattern di irradiazione orizzontale - pattern di irradiazione verticale - numero di celle e loro orientamento rispetto al Nord geografico - numero di canali per cella (portanti) - potenza al tx per canale (portante) - potenza al connettore d’antenna - tilt elettrico e/o meccanico - altezza del centro elettrico dell’antenna - altitudine e coordinate geografiche del sito di impianto - progetto della stazione radio base - piante, prospetti e sezioni dell’edificio/costruzione su cui viene posto l’impianto in scala 1:100 (se posto su edificio/costruzione) - progetto del palo/traliccio su cui viene posto l’impianto in scala 1:100 (se posto su palo/traliccio) - mappa degli edifici circostanti la stazione radio base, per un raggio di metri (indicare), con relativa quota rispetto al centro elettrico dell’antenna e destinazione d’uso in scala 1: 2000 dect Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 15 di 37 3 — Criteri utilizzati per l’espressione del parere criteri - rispetto dei limiti di esposizione ICNIRP (IRPA-INIRC) - CEI ENV 50166-2 (CENELEC) ANSI NRPB Circolare Ministero della Sanità 12.11.1982 n. 69 Legge Regionale (della Regione ) Società Internazionale Ricerca Elettrosmog - IGEF altri - l’intensità del campo elettromagnetico in un determinato punto viene calcolato con il seguente algoritmo di calcolo (trascrivere la formula) ……………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………… - l’intensità del campo elettromagnetico in un determinato punto viene calcolato utilizzando il seguente software ……………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………… (si prega comunque di trascrivere l’algoritmo di calcolo) - inibizione dell’accesso delle persone in campo vicino formula utilizzata per il calcolo dell’estensione del campo vicino: 2 - D /λ 2 - 2D / λ - 10λ - altro - principio di massima cautela volto a limitare il più possibile l’esposizione della popolazione (principio ALARA) - scelta delle antenne - eventuali modifiche da apportare all’installazione - scelta del sito come il più idoneo rispetto agli altri possibili - altro altro ……………………………………………………………………….. Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 16 di 37 4 - Modalità Operative modalità - l’azienda telefonica richiede la concessione edilizia al comune il quale richiede il parere igienico sanitario all’autorità sanitaria - l’azienda telefonica richiede il parere igienico sanitario direttamente all’autorità sanitaria e lo allega alla richiesta di licenza edilizia da inviare al comune - altre modalità (descrivere) - l’emissione del parere igienico sanitario da parte dell’autorità sanitaria non comporta alcuna spesa per comune o azienda telefonica - l’emissione del parere igienico sanitario da parte dell’autorità sanitaria comporta comunque l’esborso: - da parte del comune - lire …………………………….. - da parte dell’azienda telefonica - lire …………………………….. - in determinati casi viene inoltre accollata al comune la spesa di lire……………………... per la seguente prestazione: (descrivere la prestazione) - in determinati casi viene inoltre accollata all’azienda telefonica la spesa di lire ………………………….. per la seguente prestazione: (descrivere la prestazione) - viene eseguito, da parte dell’autorità sanitaria, un sopralluogo presso il sito di futura installazione: - per prendere visione del luogo - per verificare l’eventuale presenza di altre antenne - per accertarsi che non vi siano insediamenti abitativi particolari (asili, scuole) che rispetto all’impianto si possano trovare in posizione particolarmente sfavorevole - per misure di campo elettromagnetico - altro (descrivere) note …………………………………………………………………………… Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 17 di 37 I Risultati Sono stati restituiti al nostro Servizio 60 questionari provenienti da 12 (60%) delle regioni italiane, ed in particolare: - Piemonte - Liguria - Lombardia - Veneto - Trentino Alto Adige - Emilia Romagna - Friuli Venezia Giulia - Toscana - Marche - Lazio - Molise - Puglia Dei questionari giunti: - 34 provengono da Servizi di Igiene Pubblica - 14 da Presidi Multizonali di Prevenzione - 12 da Agenzie (ARPA) Rispondono in modo completo al questionario in 47 casi; in 13 il questionario viene restituito senza compilazione e con note di motivazioni a riguardo. Le risposte ai questionari vengono di seguito elencate: 1 - Iter istruttorio adottato nell’espressione del parere igienico sanitario per le antenne radio base. Nr. risposte 1.1 1.2 viene comunque espresso parere positivo viene espresso parere positivo alla sola condizione che sia resa inaccessibile la zona circostante l’antenna ove l’intensità del campo elettromagnetico supera i limiti considerati (volume di rispetto) 1.3 viene espresso parere (positivo o negativo) solo dopo aver eseguito i calcoli previsionali dell’intensità del campo elettromagnetico nei punti/luoghi ritenuti di maggior interesse ed a maggior esposizione. Le seguenti risposte accompagnano sempre le due risposte precedenti; solo in due casi la risposta 1.6 viene barrata singolarmente: 1.4 vengono impartite, se necessario, alcune prescrizioni 1.5 vengono indicate delle linee guida cui uniformarsi per rispettare le norme di riferimento 1.6 il parere viene vincolato ad una successiva misurazione, ad impianto attivato, per la verifica dei valori di campo elettromagnetico presenti 0 12 (20% ) 33 (55%) 26 (46%) 12 (21%) 2 (3%) +10 Totale 47 Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 18 di 37 In 10 casi viene specificato che la ASL fa proprio il parere emesso dai PMP o dalle ARPA, mentre in 3 casi i PMP o le ARPA comunicano di eseguire valutazioni tecniche per conto delle ASL. (casi compresi nelle risposte 1.2 e 1.3) motivazioni di chi restituisce il questionario senza averlo compilato: - no parere se potenza <50Kw - no parere se potenza <150Kw - mai emesso parere - la ASL fa proprio il parere emesso dall’ISPESL - il parere viene demandato all’ARPA - non è prevista l’emissione di pareri per tali installazioni 1 4 3 2 2 1 Totale 13 (22%) 2— Dati tecnici richiesti o comunque ritenuti necessari Nr risposte 2.1 tipo e modello di antenna 2.2 frequenza di emissione 2.3 dimensioni 2.4 guadagno 2.5 pattern di irradiazione orizzontale 2.6 pattern di irradiazione verticale 2.7 numero di celle e loro orientamento rispetto al Nord geografico 2.8 numero di canali per cella (portanti) 2.9 potenza al Tx per canale (portante) 2.10 potenza al connettore d’antenna 2.11 tilt elettrico e/o meccanico 2.12 altezza del centro elettrico dell’antenna 2.13 altitudine e coordinate geografiche del sito di impianto 2.14 progetto della stazione radio base 2.15 piante, prospetti e sezioni dell’edificio/costruzione su cui viene posto l’impianto in scala 1:100 (se posto su edificio o costruzione) 2.16 progetto del palo/traliccio su cui viene posto l’impianto in scala 1:100 (se posto su palo/traliccio) 2.17 mappa degli edifici circostanti la stazione radio base, per raggio di metri 130 (media) 50-1000 (range) con relativa quota rispetto al centro elettrico dell’antenna e destinazione d’uso in scala 1: 2000 42 48 43 42 43 43 41 37 35 37 37 40 40 43 46 45 40 Ulteriori parametri suggeriti - polarizzazione dell’onda I parametri richiesti variano principalmente in base alle risposte del paragrafo 1: - chi ha barrato la voce 1.3 tende a richiedere tutti i parametri proposti - chi ha barrato la voce 1 .2 chiede alcuni parametri in meno. 1 Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 19 di 37 3 - Criteri utilizzati per l’espressione del parere Nr. risposte 3.1 rispetto dei limiti di esposizione 47 (100%) 3.1.1 ICNIRP (IRPA-INIRC) - CEI ENV 501 66-2 (CENELEC) 3.1.2 ANSI 3.1.3 NRPB 3.1.4 Circolare Ministero della Sanità 12.11.1982 n. 69 3.1.5 Legge Regionale della Regione Piemonte Legge Regionale della Regione Lazio Legge Regionale della Regione Veneto 31.6 Società Internazionale Ricerca Elettrosmog IGEF 3.1.7 altri: Circolare Regione Toscana 3.1.8 l’intensità del campo elettromagnetico in un determinato punto viene calcolato con il seguente algoritmo di calcolo: E = (30•P•G)1/2/d ; S= P•G/4πr2 3.1.9 l’intensità del campo elettromagnetico in un determinato punto viene calcolato utilizzando il seguente software: 31(66%) 6(12%) 4 (9%) 1 (2%) 4 (9%) 1 (2%) Programma Ivrea 1 Aldena Anteo Realizzato in proprio 3 1 3 3.2 inibizione dell’accesso delle persone in campo vicino Formula utilizzata per il calcolo dell’estensione del campo vicino: 2 3.2.1 - D / λ 2 3.2.2 - 2D /λ 3.2.3 - 10λ 3.2.4 - 5λ 3.3 principio di massima cautela volto a limitare il più possibile l’esposizione popolazione (principio ALARA) 3.3.1 scelta delle antenne 3.3.2 eventuali modifiche da apportare all’installazione 3.3.3 scelta del sito come il più idoneo rispetto agli altri possibili 3.3.4 altro 3.4 rispetto di una distanza minima da altre antenne radio base 8 (17%) 18 12 1 1 della 9 (19%) 2 9 11 11 3 Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 20 di 37 4 - Modalità operative 4.1 l’azienda telefonica (Tim, Omnitel) richiede la concessione edilizia al comune il quale richiede il parere igienico sanitario all’autorità sanitaria 4.2 l’azienda telefonica richiede il parere igienico sanitario direttamente all’autorità sanitaria e lo allega alla richiesta di licenza edilizia da inviare al comune risposte 4.1 e 4.2 barrate contemporaneamente 4.3 altre modalità: non risponde 4.4 l’emissione del parere igienico sanitario da parte dell’autorità sanitaria non comporta alcuna spesa per comune o azienda telefonica 16 (34%) 11 (23%) 14 (30%) 0 6 (13%) 3 (6%) 4.5 l’emissione del parere igienico sanitario da parte dell’autorità sanitaria comporta comunque l’esborso 4.5.1 da parte del comune lire …………………………………….. 4.5.2 da parte dell’azienda telefonica lire 180.000 (media) 50.000-1.000.000 (ranqe) non risponde 4.6 in determinati casi viene inoltre accollata al comune la spesa di lire …………………………. Per la seguente prestazione: 4.7 in determinati casi viene inoltre accollata all’azienda telefonica la spesa di lire (500.000 - 1.800.000) range per la seguente prestazione: - misurazione campo elettromagnetico 4.8 viene eseguito, da parte delle autorità sanitaria, un sopralluogo presso il sito di futura installazione 4.8.1 per prendere visione del luogo 4.8.2 per verificare l’eventuale presenza di altre antenne 4.8.3 per accertarsi che non vi siano insediamenti abitativi particolari (asili, scuole) che rispetto all’impianto si possano trovare in posizione particolarmente sfavorevole 4.8.4 per misure di campo elettromagnetico 4.8.5 altro 0 33 (70%) 11 (24%) 0 3 20 19 23 18 Le conclusioni Relativamente all’iter istruttorio adottato, emergono due linee di tendenza principali: una, minoritaria, che considera sufficiente garantire l’inaccessibilità del cosiddetto “volume di rispetto”, ossia di quel volume virtuale che si estende attorno all’antenna ove non vengano superati i limiti presi come riferimento, ed un’altra, maggioritaria, che ritiene indispensabile valutare preventivamente l’intensità del campo elettrico nei punti ritenuti più esposti. Una terza modalità di comportamento, (misurazione ad impianto attivato) viene riportata. Vanno ricordati quei 6 casi (11%) in cui le ASL fanno propri i pareri emessi dai PMP o dalle ARPA (non vengono specificate in dettaglio tali modalità) e quei 2 casi (4%) che demanda la pratica a PMP o ARPA. Inaccessibilità volume di rispetto calcoli previsionali nei punti di maggior interesse Misurazione ad impianto attivato risposte in bianco 12 33 2 13 20% 55% 3% 22% Per quanto concerne i dati tecnici richiesti, i questionari giunti evidenziano una sostanziale omogeneità nelle richieste ai gestori degli impianti. E’ evidente che alcuni dati (mappa degli edifici Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 21 di 37 circostanti, tilt elettrico e/o meccanico, altezza del centro elettrico dell’antenna, pattern di irradiazione) sono necessari per il calcolo previsionale del campo elettrico nei punti ritenuti più esposti, mentre non sono fondamentali per il calcolo del volume dì rispetto. Relativamente ai criteri utilizzati è possibile affermare che il rispetto dei limiti di esposizione risulta quello quasi esclusivamente preso in considerazione e la preferenza viene accordata nel 65% dei casi ai limiti proposti dall’ICNIRP (CEI). Risulta invece meno considerato il rispetto del principio cautelativo (19%). Tale principio, secondo cui è necessario mantenere l’esposizione della popolazione al livello più basso ragionevolmente possibile, deve diventare riferimento per la protezione della salute in un momento in cui in molte zone del paese non esiste una normativa cui fare riferimento e nel quale persistono i dubbi circa gli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute della popolazione. Nel 17% dei casi si ritiene necessario inibire l’accesso delle persone in campo vicino. rispetto dei limiti di esposizione inibizione dell’accesso delle persone in campo vicino principio di massima cautela 47 8 9 100% 17% 19% Ed è proprio per dare applicazione omogenea in tutte le regioni italiane, specie ai criteri cautelativi, che riteniamo necessario sviluppare un’attività di coordinamento nazionale. Dando per scontata l’osservanza dei valori limite riferibili agli effetti acuti dell’esposizione, i pareri igienico sanitari, che si prefiggono obiettivi di prevenzione, debbono, a nostro parere, entrare nel merito delle misure da adottare per la riduzione dell’esposizione al più basso valore possibile tenendo conto dei fatto che risposte scientifiche definitive non esistono, ne probabilmente esisteranno per molti anni. E questa è la parte più difficile del parere igienico sanitario, che ha bisogno di confronto e di coordinamento per far assumere precise responsabilità da parte di chi tutela la salute pubblica e di chi deve rispondere, senza negligenza ne imperizia, non solo ai quesiti sanitari di quanti sono attualmente esposti al rischio ma anche di chi sarà esposto in futuro alle conseguenze dello sviluppo tecnologico attuato nei nostri tempi. Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 22 di 37 A cura di: A. Anversa P. Buonanno V. Carreri (Regione Lombardia) Nel sistema legislativo italiano gli interventi e le attività in genere che hanno, o possono avere, un effetto sulla salute o più in generale che si configurano quale trasformazione urbanistica territoriale da sempre sono sottoposti a controlli e ad «autorizzazione” preventiva da parte della pubblica amministrazione. Tali strumenti sono finalizzati alla salvaguardia dell’interesse generale e rispondono ai principi sanciti nella Costituzione. E’ altresì evidente che sempre più queste attività necessitano di essere organizzate nella consapevolezza che le stesse rispondano alle legittime esigenze di snellimento e di semplificazione procedurale e pertanto utilizzando anche i diversi e più recenti istituti nella materia, tenendo conto della diversa importanza, effetto o portata del singolo intervento. Nello specifico, la proliferazione nell’ambiente di vita di impianti per la telefonia mobile e per le trasmissioni radiotelevisive è da tempo oggetto di grande attenzione da parte del Servizio Prevenzione Sanitaria della Regione Lombardia, in relazione agli aspetti della tutela sanitaria della popolazione nei confronti della esposizione alle radiazioni non ionizzanti. Sin dal 1992 è stata costituita una commissione regionale di esperti si rischi da esposizione ai campi elettromagnetici sia negli ambienti di vita che negli ambienti di lavoro; tale commissione ha tra l’altro prodotto un progetto di legge, che però non ha potuto completare l’iter di approvazione, iniziato nel 1994, entro la scorsa legislatura. Nel ‘95 è stata per la prima volta richiamata l’attenzione di tutte le Aziende USSL sulla valutazione igienico-sanitaria dei rischi per la popolazione connessi all’installazione degli impianti per telefonia mobile, segnalando la necessità di acquisire dai gestori una serie di elementi e dati tecnici che potessero consentire l’espressione al Sindaco di un parere igienico-sanitario circostanziato. Attualmente infatti le ASL lombarde, qualora attivate dai Sindaci in relazione alla installazione di nuovi impianti, sia per telefonia mobile che per trasmissioni radiotelevisive, richiedono ai gestori numerose informazioni dettagliate sulle relative caratteristiche tecniche e sulla situazione del sito di installazione, anche in relazione alla preesistenza di altri impianti che emettano campi elettromagnetici; i pareri vengono espressi dai Dipartimenti di Prevenzione con il supporto delle Unità Operative Fisica e tutela dell’ambiente dei Presidi Multizonali di Igiene e prevenzione (PMIP). In mancanza di normativa nazionale sui limiti di esposizione alle radiofrequenze e microonde, per cui si sono più volte sollecitati i competenti Ministeri ed in particolare quello della Sanità, si ritiene di riferirsi per le valutazioni igienico-sanitarie alle raccomandazioni di organismi scientifici autorevoli in materia a livello nazionale ed internazionale: l’istituto Superiore di Sanità, l’OMS, l’ICNIRP, il CENELEC. Appare però necessario ed urgente definire una regolamentazione di tali procedure; per gli effetti che le attività in questione possono comportare sia ai fini sanitari che a quelli dello sviluppo territoriale e della tutela ambientale, le scelte della Regione Lombardia sono state impostate tenendo prioritariamente conto di due aspetti: consentire che le attività in questione si concretizzino all’interno di una specifica azione di programmazione organizzata ai vari livelli istituzionali, e verificare la compatibilità delle diverse esigenze nell’attuazione delle singole istanze. Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 23 di 37 Entrambi gli aspetti sono organizzati nella logica di consentire l’esercizio della funzione al livello territoriale elementare (Comune) sia per salvaguardare l’autonomia e la responsabilità a tale livello che per facilitare l’accesso alle istanze. Al livello regionale si ritiene di mantenere il solo ruolo di programmazione e coordinamento, che trova ulteriore concretizzazione e armonizzazione nella pianificazione urbanistica territoriale sia attraverso i Piani Territoriali Provinciali (in attuazione della legge 142/90) che i Piani Regolatori Comunali. La necessità di un intervento generale di pianificazione deve considerarsi indispensabile anche in relazione al fatto che ancora oggi si opera in un quadro di riferimento di programmazione e coordinamento, sia nazionale che regionale, assolutamente inesistente anche per le situazioni ove tale impegno e specificatamente previsto (vedasi art. 4 della legge 223/90, la cosiddetta legge Mammì, o la più recente legge n. 249 del 31luglio 1997). Per quanto concerne le competenze tecniche di verifica progettuale degli interventi, si ritiene di mantenere inalterato (almeno per il momento e fino all’istituzione dell’Arpa) il sistema della valutazione dei progetti di cui e titolare l’Azienda Sanitaria Locale per effetto della vigente normativa (ari. 220 del T.U.LL.SS., come confermato dalla normativa urbanistica edilizia ari. 31 della legge 1150/42, ecc.). Più nel dettaglio, prescindendo dagli aspetti pianificatori più generali prima richiamati, il sistema autorizzativo ipotizzato dalla Regione Lombardia può essere così riassunto. In relazione agli aspetti tecnici degli impianti in questione, cioè in base alle conoscenze sulle caratteristiche dei sistemi impiegati per le trasmissioni radiotelevisive e per la telefonia mobile, si è prevista una differenziazione dell’iter procedurale ai fini della loro installazione. Gli impianti di trasmissione radiotelevisiva comportano l’emissione di campi elettromagnetici di intensità anche elevate, in genere hanno una dimensione tale da presupporre la edificazione di un apposito traliccio di supporto, ove non già esistente, presentano caratteristiche tecniche diversificate e sono collocati in maniera irregolare sul territorio, non solo nelle aree urbane, ma, ove possibile, anche sulla sommità di alture; si deve ricordare che, secondo un censimento nazionale realizzato qualche anno fa dall’istituto Superiore di Sanità cui ha collaborato anche il PMIP di Como, in Lombardia vi sono circa seimila impianti di trasmissione radiotelevisiva, il 10% circa di quelli esistenti a livello nazionale. Gli impianti per la telefonia mobile, invece, presentano intensità di campo limitate e caratteristiche tecniche omogenee; vengono distribuiti regolarmente sul territorio, con maggior densità in area urbana, vicino cioè agli utenti del servizio di comunicazione radiomobile, e per dimensione e caratteristiche tecniche non comportano in genere opere consistenti di installazione. Per gli impianti di trasmissione radiotelevisiva, date le elevate intensità dei campi elettromagnetici generati e la consistenza delle strutture connesse, si ritiene di prevedere un vero e proprio regime autorizzativo, assoggettandoli alla concessione edilizia per la loro installazione ed al nulla osta comunale per il loro esercizio. Per quanto riguarda invece gli impianti per la telefonia mobile, si ritiene che la relativa installazione debba essere soggetta alla denuncia di inizio attività di cui all’art. 2, comma 60, punto 7, della I. 662/96. In entrambe le procedure è prevista la valutazione degli aspetti igienico-sanitari da parte della competente ASL: nel primo caso sotto forma di parere al Sindaco sia in sede di rilascio di concessione edilizia sia in sede di rilascio del nulla osta all’esercizio, nel secondo caso sotto forma di nulla osta igienico-sanitario. Per consentire la valutazione igienico-sanitaria di cui sopra agli organi tecnici della ASL, Dipartimento di Prevenzione e Unità Operativa Fisica e tutela dell’ambiente del PMIP, il titolare degli impianti in questione dovrà corredare le proprie richieste di una serie di informazioni tecniche e della cartografia della zona circostante l’impianto, del raggio di almeno 300 metri nel caso degli impianti di trasmissione radiotelevisiva e di almeno 100 metri nel caso degli impianti per la telefonia mobile, con le indicazioni della valutazione preventiva dei campi elettroma gnetici generati. - Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 24 di 37 Le procedure amministrative sopra descritte sono state inserite: • nella proposta di aggiornamento del Regolamento locale di igiene tipo, precisamente nel capitolo 19 del Titolo III (all.), relativo all’igiene edilizia e degli ambienti confinati, che sta per essere approvata dalla Giunta Regionale della Lombardia; • nella riedizione del progetto di legge regionale a suo tempo presentato, che è ora intitolato “Disciplina della protezione della popolazione e dei lavoratori esposti a campi elettromagnetici a radiofrequenze e a microonde”, è stato approvato dalla Giunta regionale della Lombardia il 17/10/97 ed è attualmente all’esame del Consiglio regionale. La scelta di inserirle in due strumenti diversi è dettata da una doppia esigenza: • la prima è relativa alla “urgenza” di disporre di un quadro di riferimento programmatorio, tecnico- normativo e procedurale; nella materia della protezione della popolazione, ai fini della tutela ambientale, della salvaguardia del patrimonio paesaggistico, architettonico, ecc., la esigenza di una preliminare valutazione di compatibilità dei diversi interventi anche e soprattutto sotto il profilo della tutela sanitaria appare non solo necessaria ma imprescindibile; • la seconda, di conseguenza, per rispondere al disorganico o parziale quadro di riferimento normativo nazionale, che ha fatto sì che nelle singole regioni si adottassero iniziative diversificate e procedimenti fortemente disomogenei, che se da una parte hanno avuto l’effetto apparente di creare problemi agli interessati alle iniziative, di fatto e spesso si sono tradotti in situazioni alquanto permissive con non poche situazioni di scarsa valutazione delle problematiche connesse agli interventi, con conseguenti e successivi problemi sollevati dalla popolazione nelle fasi di funzionamento o di realizzazione delle infrastrutture. Più in particolare si è ritenuto di utilizzare anche lo strumento del Regolamento locale di igiene tipo perché può rappresentare, per il coinvolgimento diretto e per la agevole procedura di approvazione, un importante anticipazione e recupero del ritardo accumulato nel settore. Non sono poi da sottovalutare i rilevanti riflessi che tale strumento può indurre sotto il profilo della informazione e della educazione sanitaria. E’ altresì evidente, e a nostro avviso condivisibile, che con tale scelta non si vogliono sottacere gli altrettanto evidenti limiti di questa situazione, sia per la importanza gerarchica della fonte normativa sia per il fatto che essa quindi non solo può, ad esempio, porre problemi nella applicazione delle sanzioni, ma anche trovare diversificata applicazione sul territorio regionale. Come si ricorderà il Regolamento locale di igiene tipo è approvato ai sensi dell’art. 345 del T.U.LL.SS. dai Consigli comunali, che con tale atto esercitano la più alta funzione tra quelle loro attribuite, quella di concorrere all’esercizio del potere legislativo. Si tratta quindi di una procedura molto snella che vede solo l’esercizio del controllo di merito, da parte delle ASL che svolgono le funzioni già dei Consigli Provinciali di Sanità, e di quello di legittimità. Risulta quindi evidente che la Lombardia, in relazione alla particolarità della materia trattata, ha ritenuto di utilizzare ogni strumento che consentisse, con i limiti dei provvedimenti, di affrontare al più presto la questione, avviando contemporaneamente il normale iter legislativo, che per ovvi motivi non sarà sicuramente breve. Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 25 di 37 A cura del Servizio Prevenzione Sanitaria Estratto della proposta di 20 aggiornamento del Titolo III del Regolamento locale di igiene “tipo” regionale “Igiene edilizia e degli ambienti confinati” Capitolo 19 Impianti di trasmissione radiotelevisiva e sistemi radiomobili di comunicazione 3.19.1 Campo di applicazione Le norme di cui al presente capitolo si applicano agli impianti di trasmissione radiotelevisiva e ai sistemi radiomobili di comunicazione. Nelle more della emanazione della specifica normativa di tutela della popolazione, per quanto concerne i limiti di esposizione, si fa riferimento alla norma sperimentale europea CEI-ENV 501662 pubblicata dal CEI nel maggio 1995. Sono escluse dal campo di applicazione delle presenti norme regolamentari le apparecchiature per usi amatoriali e comunque non legate all’esercizio di attività lavorative. A) Impianti di trasmissione radio tele visiva 3.19.2 Individuazione delle aree di installazione In assenza del piano territoriale di coordinamento regionale specifico per il sistema di impianti di trasmissione radiotelevisiva, al quale si conforma il piano di coordinamento provinciale di cui al secondo comma dell’art. 15 della legge 8 giugno 1990, n. 142, gli strumenti urbanistici comunali individuano le zone ove è consentita, per compatibilità con la tutela sanitaria e con la tutela dell’ambie nte e del paesaggio l’installazione degli impianti di cui al presente capitolo. 3.19.3 Procedure autorizzative Gli impianti di trasmissione radiotelevisiva ed ogni loro modifica sono soggetti: a) alla concessione edilizia per la loro installazione; b) al nulla osta comunale di cui all’art. 3.1.6 del capitolo 1 del presente Titolo, per il loro esercizio; c) a comunicazione, entro 30 giorni, al Sindaco e alla Azienda Sanitaria Locale (ASL) competente per territorio, nei casi di trasferimento a soggetti diversi dall’originario titolare o utilizzatore. L’installazione degli impianti di cui al presente titolo è consentita nell’ambito delle zone individuate dagli strumenti urbanistici generali del comune. E’ in ogni caso vietata l’installazione sugli edifici destinati a: a) abitazioni; b) uffici; c) attività diverse da quelle specificamente connesse all’esercizio degli impianti di cui al presente capitolo. 3.19.4 Concessione edilizia La domanda di concessione edilizia può essere prodotta dai soggetti aventi titolo ai sensi dell’art. 4 della legge 28 gennaio 1977, n.10 e deve essere corredata dei seguenti documenti: a) copia della concessione ministeriale per i casi previsti; b) relazione descrittiva del tipo di intervento relativa alle caratteristiche edilizie e alle componenti Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 26 di 37 impiantistiche e di esercizio; c) cartografia elaborata su base catastale in scala 1:2000, con indicazione della altimetria, rappresentata con curve di livello, della zona circostante l’impianto per un raggio di almeno 300 metri; in tale rappresentazione devono essere indicati sia l’impianto oggetto della domanda che gli edifici e i manufatti esistenti, qualificati per destinazione d’uso effettiva e con stima delle presenze umane stabili e temporanee. Gli edifici e i manufatti rappresentati devono essere corredati dalle indicazioni delle quote fuori terra; d) progetto dell’impianto con relativi elaborati grafici; e) e) descrizione dell’utilizzo previsto per l’impianto; f) dati tecnici dell’impianto secondo lo schema di cui all’allegato A) al presente capitolo; g) l’indicazione di massima, in mappa, della estensione delle zone di accesso interdetto completa di una descrizione del tipo di delimitazione che si adotterà; h) eventuali pareri e/o autorizzazioni previsti dalla normativa statale e regionale per interventi in aree o immobili soggetti a vincoli; i) atto di impegno relativo alla buona manutenzione dell’impianto, anche dopo la sua disattivazione e fino alla demolizione. Il Sindaco rilascia la concessione edilizia dopo aver acquisito il parere della competente struttura tecnica dell’ASL territorialmente competente. 3.19.5 Nulla osta all’esercizio La richiesta di nulla osta di cui alla lettera b) del precedente ari. 3.19.3 deve essere inoltrata al Sindaco del comune territorialmente interessato, con firma autenticata del titolare dell’impianto o del legale rappresentante, completa dei riferimenti della concessione edilizia di cui al precedente articolo e della concessione ministeriale ove prevista. Alla richiesta di nulla osta devono inoltre essere allegati: a) i risultati dell’indagine strumentale effettuata, sull’installazione funzionante, da parte di professionisti esperti nella materia, per l’esecuzione della quale si intende autorizzato, previa comunicazione al Sindaco ed alla ASL, un uso provvisorio degli impianti per un periodo massimo di 8 ore; b) la determinazione e descrizione in mappa delle zone ad accesso interdetto intendendosi per esse i luoghi in cui i valori di campo elettromagnetico superano i livelli di esposizione. Il Sindaco, entro 90 giorni, rilascia il nulla osta all’esercizio su parere conforme della struttura tecnica della ASL competente per territorio; dell’avvenuto rilascio il Sindaco dà comunicazione alla stessa ASL. Ogni variazione relativa alle caratteristiche tecniche dei sistemi radianti deve essere comunicata al Sindaco ed alla ASL competente. 3.19.6 Impianti esistenti Gli impianti esistenti alla data di entrata in vigore del presente regolamento sono tenuti a richiedere entro 180 giorni il nulla osta all’esercizio, die tro presentazione della concessione ministeriale ove prevista e della documentazione di cui alle lettere b), c) e f) del precedente art. 3.19.4. Il nulla osta comunale viene rilasciato dal Sindaco entro 90 giorni dalla richiesta ed è subordinato all’accertamento del rispetto dei livelli massimi di esposizione di cui al precedente art. 3.19.1. Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 27 di 37 Per gli impianti che abbiano ottenuto il nulla osta di cui al precedente primo comma installati in zone non compatibili con le previsioni dello strumento urbanistico vigente il comune adotta le relative varianti, limitate alle aree sulle quali esistono i suddetti impianti, da sottoporre alla approvazione della Giunta Regionale. 3.19.7 Disattivazione di impianti I titolari di impianti all’atto della loro disattivazione devono darne comunicazione al Sindaco e all’ASL competente per territorio. B) Sistemi radiomobili di comunicazioni 3.19.8 Norme di installazione L’installazione di sistemi radiomobili di comunicazione è soggetta alla denuncia di inizio attività di cui all’art. 2, comma 60, punto 7, della legge 23.12.1996, n.662 da inoltrare, a firma del legale rappresentante, al Sindaco del Comune interessato. La denuncia di inizio attività di cui al precedente comma deve essere corredata dal nullaosta igienico-sanitario rilasciato dalla competente struttura tecnica dell’ASL, a cui l’interessato inoltra apposita richiesta corredata dalla documentazione di cui all’allegato B). La competente struttura tecnica dell’ASL rilascia il nullaosta igienico-sanitario entro 30 giorni dalla data di ricevimento della richiesta. Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 28 di 37 Allegato A) di cui alla lettera f) dell’articolo 3.19.4 DATI ANAGRAFICI Nome dell’emittente1 commerciale Indirizzo sede legale: via ______________________________________________________________________________________________________________________________________ N.___________ CAP ____________________________________ Provincia Località______________________ Comune_________________ ________________ Telefono n. _____________________________ N. Fax ______________ rappresentante/Titolare2 Legale Indirizzo Legale rappresentante/Titolare: via ______________________________________________________________________________________________________________________________________ N._________________________ CAP __________________ Provincia Località_________________________ Comune________________ ________________ Tecnico3 Responsabile Indirizzo Responsabile Tecnico: via ___________________________________________________ N. _______ _____ CAP ___________ Località_________________________ Comune________________ Provincia N. Telefono ________________ Data __________________________________________ _________ ____________________________ N. Fax _________________________________ Il Legale Rappresentante ___________________ Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 29 di 37 Faccia del Traliccio AZIMUT FACCIA TRALICCIO (gradi Nord)10 _____ _____ _____ _____ AZIMUT ANTENNAICORTINA (gradi Nord)11 _____ _____ _____ _____ NUMERO ANTENNE12 _____ _____ _____ _____ POTENZA INGRESSO (KW)13 _____ _____ _____ _____ GUADAGNO (dB)14 _____ _____ _____ _____ E.R.P. (Potenza Equivalente Irradiata)15 _____ _____ _____ _____ INCLINAZIONE ELETTRICA (gradi) 16 _____ _____ _____ _____ Nota: L’emittente presenterà una sola scheda con i dati anagrafici e tante schede tecniche quanti sono i sistemi radianti utilizzati Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 30 di 37 Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 31 di 37 Allegato B) all’articolo 3.19.8 documentazione tecnica di interesse igienico sanitario per sistemi radiomobili di comunicazione. A) dati anagrafici Indirizzo della postazione Via ______________________________ n. ____________ CAP __________ Località______________________ Comune ________________ Provincia _________________ Telefono n. ____________________________ N . Fax______________ Legale rappresentante/Titolare2 Indirizzo Legale rappresentante/Titolare: Via ______________________________ n. ____________ CAP __________ Località______________________ Comune ________________ Provincia _________________ B) descrizione dell’impianto • tecnica di comunicazione e sintetica descrizione del sistema; • tipologia, descrizione fisica, diagramma di irradiazione dei pannelli antenna secondo il piano orizzontale e il piano verticale; • numero dei pannelli antenna ed eventuale ripartizione in settori; • orientamento dei settori; • inclinazione elettrica; • frequenza di trasmissione e ricezione; • numero di canali attivabili per ogni settore; • potenza impegnata per canale e potenza totale erogabile contemporaneamente in ogni singolo settore; • fattore di utilizzo previsto, per settore; • altezza da terra del centro elettrico del sistema radiante; • guadagno dell’antenna. C) punto di installazione • ubicazione • tipologia della struttura di supporto (traliccio, costruzione, ecc. nel caso di traliccio sovrapposto ad altra ostruzione descrivere entrambi); • piante e prospetti della struttura di supporto; • nel caso che il sistema di antenne sia collocato su una costruzione, descrivere le modalità d’uso della stessa; Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 32 di 37 • • nel caso che il sistema di antenne sia collocato sulla sommità di una costruzione, descrivere l’accessibilità degli eventuali lastrici e superfici calpestabili della stessa e indicare la presenza su di essi di qualsiasi altro tipo di impianto (antenne riceventi o trasmittenti, gruppi di condizionamento, ecc.); nel caso che il sistema di antenne sia collocato in facciata di una costruzione, descrivere la destinazione d’uso dei locali corrispondenti. C) descrizione dell’area • planimetria in scala 1:2000 dell’area di almeno 100 m di raggio dai pannelli radianti, con l’indicazione delle altimetrie degli edifici presenti; • risultati della misura a larga banda dell’intensità di CEM di fondo, nel range di frequenza che comprende l’intervallo 1-1000 MHz, in prossimità del sito previsto per l’installazione dell’impianto. D) valutazioni e misure preventive • valutazione preventiva delle intensità di CEM dovute agli impianti in oggetto in posizioni significative e/o cautelative nel raggio di 100 m dai pannelli radianti; • descrizione delle misure previste per la limitazione degli accessi di persone in prossimità delle antenne; • descrizione del complesso delle procedure e delle azioni previste per la limitazione della esposizione degli operatori addetti ai sistemi di antenna e descrizioni delle eventuali valutazioni preventive di tipo medico a cui gli operatori fossero sottoposti ai sensi del D. Lgs. 626/94. Note esplicative per la compilazione 1. Denominazione emittente Riportare il nome di identificazione dell’emittente. 2. Titolare emittente Se il titolare è una Società, indicare la ragione sociale e la sede legale. Se il titolare è una persona fisica, indicare generalità e indirizzo. 3. Responsabile tecnico Anche nel caso in cui tale mansione non esista, indicare il nominativo della persona a cui rivolgersi per avere chiarimenti di carattere tecnico. 4. Indirizzo postazione Nel caso in cui l’impianto trasmittente sia ubicato in una località abitata, indicare l’indirizzo; altrimenti indicare il nome della località (per esempio Monte Goi). 5. Località Nome della località secondo la denominazione ufficiale ISTAT, nel quale e installato l’impianto trasmittente. 6. Coordinate geografiche In gradi, primi e secondi, riferite al meridiano di Greenwich, del punto in cui e situata l’antenna, da rilevare su carte dell’istituto Geografico Militare (scala 1:25.000). 7. Tipologia dell’ubicazione dell’impianto Contrassegnare sul quadratino corrispondente la situazione che più si avvicina alla ubicazione dell’impianto. 8. Marca antenne Indicare la marca (eventualmente abbreviata) dei pannelli costituenti il sistema di antenna e la sigla di identificazione commerciale del prodotto; con la dizione pannelli si intendono sia i pannelli televisivi che le antenne base (dipoli, yagi, ecc...) per la composizione dei sistemi di antenne radio. 9. Centro sistema radiante Come centro del sistema radiante indicare il centro della striscia di pannelli più lunga. 10. Azimut faccia traliccio Indicare gli azimut delle normali alle singole facce. 11. Azimut antenna/cortina Indicare gli azimut delle normali alle antenne. 12. Numero antenne Indicare per ciascuna faccia il numero totale delle antenne sovrapposte che la compongono. 13. Potenza ingresso Indicare la potenza complessiva sulla faccia, la somma delle potenze che appartengono alla faccia, indipendentemente da come sia ripartita tra le antenne che compongono la faccia. - - - - - - - - - - - - - Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 33 di 37 14. Guadagno E’ il guadagno dell’antenna sulla faccia nell’azimut di massima irradiazione. Il guadagno è espresso in decibel (dB). 15. E.R.P. Indicare la potenza totale irradiata dalle antenne che compongono la faccia. 16. Inclinazione Elettrica Indicare l’inclinazione elettrica del fascio rispetto all’orizzonte. - - - Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 34 di 37 A cura di: R. Pennarola A Stanga E. Pennarola M. De Sio (Regione Campania) Per il rilascio del parere igienico sanitario sulla installazione di Stazioni Radio Base, la prassi vigente nella Regione Campania prevede l’effettuazio ne di misure di intensità del campo elettrico per valutare il rientro nei limiti attualmente riportati da leggi regionali italiane in genere più restrittive (Regione Piemonte, Lazio, Abruzzo) rispetto ad altre normative internazionali meno rigide. Il limite viene in pratica fissato a 20 volt/metro. Tali misure di verifica strumentale di rientro nei riferiti limiti vengono effettuate dai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica delle ASL cui vengono chiesti i pareri sulla tutela sanitaria della popolazione esposta, da parte dei sindaci dei comuni interessati con l’occasionale supporto dell’ISPESL ovvero con il supporto strumentale dei gestori con utilizzo di personale ASL. Questo ultimo aspetto è in analogia a quanto previsto dall’art.32 dell’Atto di Convenzione stipulato tra il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni e i Gestori del Servizio pubblico radiomobile di comunicazione con il sistema in tecnica numerica denominato GSM (Suppl. Ordinario alla Gazz. Ufficiale N° 13 del 31.1.95). In pratica si misura il valore efficace del campo elettrico (V/m) del fondo elettromagnetico a radiobase spenta e di quello riscontrabile in presenza di emissione alla massima potenza in trasmissione dell’intera radiobase o di un settore di essa, verificando preventivamente le caratteristiche dei segnali presenti con l’analizzatore di spettro, in assenza di un protocollo definito. Si scelgono i siti normalmente accessibili alla popolazione o di residenza (spazi pubblici o privati) più prossimi all’elemento radiante e per ogni punto geografico scelto, la misura del valore efficace del campo elettrico viene effettuata per intervalli di tempo predeterminati di alcuni minuti. Nell’esprimere un parere igienico-sanitario vengono controllate le caratteristiche dell’impianto e l’inserimento nel contesto geografico e abitativo dell’installazione. Per impianti già esistenti si eseguono le misurazioni di campo elettrico anche per verificare la costanza nel tempo dei valori rilevati. Per impianti non ancora esistenti di cui si richiede un nulla osta preventivo vengono valutate le dichiarazioni del gestore relative al rispetto dei limiti nonché le caratteristiche ambientali e abitative. La Regione si propone di sviluppare indagini epidemiologiche su vasta scala di orientamento medico-sanitario per le popolazioni e le attività lavorative a rischio, con riferimento a moderni aspetti di monitoraggio utilizzando le strutture universitarie del territorio che hanno già avviato indagini in tal senso. Per l’inquadramento del problema come è stato sviluppato in ambito regionale si riporta la nota del 7.1.97 (circolare prot.045), inviata dall’assessorato alla Sanità ai Prefetti delle Provincie e ai Direttori Generali delle ASL e Aziende Ospedaliere, avente per oggetto “Installazione di impianti elettromagnetici ad alta frequenza per sistemi telefonici cellulari”. In questa nota si segnalava l’importanza del volume di rispetto che corrisponde al volume intorno all’elemento radiante entro cui non deve essere consentito l’accesso della popolazione residente. I limiti di 20 V/m e 0,05 A/m in pratica applicati nella regione sono tra i più restrittivi e ciò in analogia con gli orientamenti più rigidi espressi da altre Regioni come ad esempio Piemonte, Abruzzo e Lazio. Attualmente tale risulta l’indirizzo regionale e la esigenza di ulteriore sviluppo di studio, ricerca epidemiologica e di monitoraggio sanitario. Inoltre la Regione attraverso la citata nota Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 35 di 37 dell’Assessorato alla Sanità del 7.1.97, relativa all’installazione di impianti elettromagnetici ad alta frequenza per sistemi telefonici cellulari, ha fatto suo il parere espresso dal Ministero della Sanità Dipartimento della Prevenzione e dei Farmaci (nota prot. n° 400.7/3.21/896 del sett. 96) in cui si concludeva per una assenza di effetti sulla salute da parte sia dei telefoni cellulari, sia delle antenne radio base. Tale orientamento rassicurante ha avuto rilievo ai fini dell’opinione pubblica che anche nella Regione Campania è particolarmente sensibile alta tematica relativa a potenziali inquinamenti elettromagnetici ed eventuali ripercussioni sulla salute e igiene ambientale. Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 36 di 37 A cura di: N. L’Abbate (Regione Puglia) In assenza di una normativa regionale, si faceva riferimento a un articolo dello schema di regolamento di igiene e sanità pubblica dei comuni riportato nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 55 dell’1.4.1994: Art. 174 1. Limiti e protezione della popolazione 2. I valori massimi della densità di potenza, in attesa di una normativa nazionale, possono essere quelli riportati nella seguente tabella: Limiti di frequenza Da 300 KHz a 3 MHz Da 3 MHz a 300 GHz Densità di Limiti Limiti potenza media Campo Elettrico Campo Magnetico (W/m2) (A/m) (V/m) 5 45 0.11 1 20 0.05 Sostanzialmente veniva data la possibilità di applicare i livelli più restrittivi fra quelli indicati dai regolamenti regionali già in vigore. Una successiva circolare dell’Assessorato alla Sanità aveva ripreso l’argomento e, dopo una disamina della materia, concludeva: “Sulla base delle risultanze sopra esposte, si ritiene che le amministrazioni comunali, cui sia rivolta istanza di autorizzazione alla installazione delle antenne radiodiffusive di cui trattasi, possano rilasciare il richiesto provvedimento autorizzativo senza dover richiedere di volta in volta il parere dei competenti servizi delle Aziende USL, per la valutazione dei connessi aspetti di carattere igienico-sanitario, ciò che si risolverebbe in un inutile appesantimento burocratico, stante la sostanziale sovrapponibilità delle situazioni fattuali in cui tale problematica generalmente viene a collocarsi. Quanto sopra, ovviamente, sempre che: - non ricorrano nelle singole fattispecie motivi ostativi di diversa natura; - eventuali innovazioni tecnologiche o diverse esigenze dell’utenza non comportino l’impiego di impianti di potenza più elevata, con conseguente innalzamento del livello di rischio per la popolazione esposta; - la zona prescelta non sia caratterizzata dalla presenza nelle vicinanze di altri sistemi radiodiffusivi, per cui si renda necessario, in relazione ad una ipotizzabile sommazione di effetti dei diversi contributi inquinanti, procedere ad accertamenti più approfonditi e a più puntuali valutazioni di impatto delle nuove installazioni, da eseguirsi eventualmente anche a cura e sotto la responsabilità dello stesso soggetto richiedente”. Nella pratica, si è potuto constatare che il sistema autorizzativo nella regione segue un iter che è sintetizzabile nella seguente maniera: 1. Richiesta del Gestore al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica del Comune ...AUSL.. del “parere sulla compatibilità ambientale della realizzanda stazione radio base, al fine di allegarlo alla domanda da presentare al Sindaco di... per l’ottenimento delle relative autorizzazioni comunali”, con vari allegati pertinenti; 2. Richiesta del parere per la predetta realizzazione del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica al P.M.P. - Settore Fisico-Ambientale, previa effettuazione di rilievi relativi alla richiesta del Ricognizione dei protocolli di controllo sulle fonti di pressione - AGF -T-RAP-99-17 Pag. 37 di 37 3. 4. 5. 6. Gestore; Comunicazione dei Gestore al P.M.P. incaricato della compatibilità dei propri siti con le normative nazionali e internazionali di protezione sanitaria all’esposizione a campi elettromagnetici, riportante la rispondenza alle normative esistenti e le caratteristiche trasmissive della propria stazione radio base; Trasmissione della Relazione tecnica effettuata nel sito in oggetto dal P.M.P. incaricato al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica competente, riportante i risultati del sopralluogo effettuato, l’esame della relazione tecnica presentata dal Gestore con previsione, in genere, che la stazione radio base in oggetto non possa comportare esposizione ai campi elettrici superiori ai 20 V/m e conclusioni di assenza di rischio per la popolazione di esposizione ai campi elettrici generati dall’antenna che si prevede di installare nella località in oggetto; Parere Sanitario del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della AUSL competente, in generale favorevole, con riserva, comunque, di “esprimere parere definitivo a seguito dei rilievi da effettuarsi da parte dello stesso P.M.P. durante il funzionamento delle antenne per la verifica dell’esatta corrispondenza tra valori teorici di campo magnetico ed elettrico riscontrati e quelli da rilevarsi a funzionamento avvenuto”; Parere ultimo e definitivo del Sindaco del Comune, alle vo lte anche difforme da quello sanitario, sulla base di specifiche motivazioni. Purtroppo, pur essendo stati espressi numerosi pareri favorevoli con altrettante realizzazioni di stazioni radio base, non pare che la verifica a posteriori prospettata e prescritta dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica del Comune interessato sia stata mai effettuata.