Letteratura Italiana Moderna - Facoltà di Lettere e Filosofia

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Letteratura Italiana Moderna - Facoltà di Lettere e Filosofia
Letteratura moderna: Barocco, Illuminismo e Romanticismo
Il XVII secolo fu un periodo ricco di spinte innovative, un periodo segnato dalla volontà di
distinguersi dal secolo precedente e dalla consapevolezza che una nuova epoca, quella moderna, era
iniziata. Gli intellettuali del secolo successivo criticarono aspramente l’età barocca e questa
denigrazione durò per molti secoli; solo recentemente gli studiosi hanno rivalutato profondamente il
Seicento, oggi considerato come una delle epoche più interessanti della nostra storia, regalandoci
l’immagine di un secolo dalle molteplici sfaccettature, un’età che ha profondamente riflettuto
sull’uomo e sulle sue contraddizioni, sulla cultura e sulla sua diffusione, sulla società e sulle
inquietudini provocate da un rilevante aumento della conoscenza. Il Seicento fu senza alcun dubbio
un momento di crisi, dovuto in gran parte alle numerose guerre che devastarono e stravolsero la
nostra penisola e alle dilaganti epidemie, conseguenza inevitabile della lunga catena di guerre e
della crisi economica che perdurò per tutto il secolo segnando profondamente la civiltà italiana.
Il seicento fu un secolo ricco di trasformazioni. Dal punto di vista storico si assiste alla ripartizione
dei territori italiani fra la varie potenze europee. Dopo la pace di Cateau-Cambrésis (1559), che
sanciva il predominio spagnolo sui territori italiani, seguiranno varie guerre che solo dopo la pace
dei Pirenei (1659) porteranno al declino della potenza spagnola a tutto vantaggio della Francia,
dell’Olanda ed dell’Inghilterra, sorrette da solide monarchie nazionali. Sarà proprio la grande
potenza acquisita da questi nuovi stati a determinare una serie di trasformazioni ideologiche e
sociali che modificheranno fortemente il nostro continente. Il rinnovamento delle istituzioni
politiche ed al contempo della società europea portò inevitabilmente alla crisi degli antichi modelli,
la cui discussione fu condizione necessaria per la proposta di originali ed innovative concezioni. La
sfiducia negli esempi del passato si deve soprattutto al disorientamento che produssero le nuove
scoperte scientifiche e geografiche. La scoperta di un universo eliocentrico ebbe come conseguenza
il diffondersi tra gli uomini di una sensazione di smarrimento profondo che si tradusse in una
continua e vorticosa ricerca verso nuove certezze.
Nella storia letteraria e artistica questo periodo di crisi produsse per opera degli intellettuali e degli
artisti risultati notevoli, soprattutto per quanto riguarda l’arte, con la costruzione di magnifiche
chiese, fontane o palazzi caratterizzati tutti da una diversa concezione dell’arte che si preoccupa ora
di stupire, commuovere e persuadere stravolgendo l’equilibrio, la proporzione ed il gusto
rinascimentali. Allo stesso modo nella letteratura si assiste ad una ricerca costante da parte degli
intellettuali di nuovi modelli e nuove forme con cui in cui esprimere la propria arte.
Nel corso del secolo si registrano due tendenze contrastanti, l’una rivolta all’accentuazione del
manierismo rinascimentale, l’altra diretta alla ricerca di nuovi modi e generi adatti a stupire il
pubblico cui si rivolge
Con l’inizio del secolo si ebbe una fissazione delle regole sempre più accentuata ed articolata, con
la quale i diversi ambiti del sapere vennero distinti con cura. L’esigenza di uniformità e di rigore
della Controriforma accentuarono questa tendenza con il moltiplicarsi della precettistica.
L’esasperazione del manierismo post-rinascimentale produsse il moltiplicarsi, sorretto da un’attenta
riflessione critica sull’arte e sulla letteratura, di una fittissima produzione di tipo manieristico sulla
poetica, la retorica e l’arte con le quali si cerca di saldare strettamente poetica e retorica e di definire
le forme dei singoli generi letterari.
Contemporaneamente la perdita di certezze, dovute alle nuove scoperte geografiche e scientifiche,
comporta la crisi dell’intero sistema conoscitivo. Gli intellettuali si cimentano nell’osservazione di
una realtà in continua evoluzione. Importanza primaria assume la ricerca di analogie, di somiglianze
nascoste che gli intellettuali si divertono a ricercare tra ambiti e settori lontani della realtà. Queste
analogie vengono espresse tramite l’uso della metafora e dell’allegoria.
L’ordine e la misura rinascimentali lasciano il posto alla ricerca esasperata dell’inedito e del
bizzarro. Si cercano generi e forme nuove con l’obbiettivo di cercare la novità: tutto viene accettato
purché conduca allo stupore e alla meraviglia.
Con il passare dei decenni l’eccesso di sottigliezza e di astrattezza portarono ad un’esagerazione
del concettismo che poi determinò il ripudio della poetica barocca da parte delle generazioni
successive di letterati. Moltissimi furono gli intellettuali che produssero opere di grande valore, tra
i quali spiccano i nomi di Galilei, che rivoluzionò il metodo scientifico aprendo la strada ad una
scienza basata sull’osservazione diretta dei fenomeni naturali, Tassoni, che con la celebre opera La
secchia rapita stravolse il genere del poema eroico, i poeti Marino, Chiabrera, Testi, che
sperimentarono una lirica tesa all’effetto e alla meraviglia, senza dimenticare l’importante
contributo di Bartoli, Basile e molti altri.
Il Settecento è il cosiddetto secolo dei lumi. L’Illuminismo, temine usato dagli scrittori del
diciottesimo secolo, fu un movimento culturale e filosofico, nato in Inghilterra e poi sviluppatosi
appieno in Francia, che interessò tutto il continente europeo con il fine ben preciso di illuminare con
l’ausilio della ragione la civiltà imprigionata nelle tenebre dell’ignoranza e di dirigerla verso un’età
nuova, segnata dall’emancipazione e dai progressi della scienza.
Nel periodo segnato dall’Illuminismo l’Europa fu testimone di notevoli cambiamenti socio-culturali
così importanti da rendere il Settecento un secolo di radicali trasformazioni. Dal punto di vista
politico è la Francia la grande protagonista della storia: ad inizio secolo troneggia la figura del re
Sole, mentre dopo il periodo rivoluzionario il secolo si chiude con la breve parabola napoleonica.
Anche l’Inghilterra, dopo i tumulti rivoluzionari del Seicento, è interessata da un periodo di
benessere che grazie ad alcune migliorie provenienti dal mondo tecnico e scientifico la porterà al
centro di quel grande fenomeno noto come Rivoluzione industriale, destinato a mutare per sempre
la nostra società. Le nazioni europee dopo il tramonto della potenza spagnola sono interessate da
continue guerre, soprattutto tra Francia ed Inghilterra, per il predominio delle coste americane e per
il controllo delle rotte oceaniche che permettono il dominio del commercio internazionale e dei
paesi produttori di materie prime.
A sconvolgere il mondo culturale, già scosso precedentemente dalla numerose scoperte geografiche,
contribuirono le numerosissime scoperte scientifiche che rivoluzionano completamente la società
del Settecento. Ogni aspetto della realtà è ora scandagliato attraverso un metodo d’indagine
scientifico-matematico derivato dalle scienze naturali. Tutto lo scibile passa attraverso il vaglio
critico della ragione, considerata l’unica, vera ed imprescindibile guida dell’uomo. Il Settecento è
anche il secolo che analizza le varie strutture statali, studiando le diverse legislazioni europee con il
fine ben preciso di tendere all’individuazione dei bisogni e dei diritti fondamentali di ogni uomo,
considerato non in base al ceto o alla nazione di appartenenza, ma solo ed esclusivamente nelle sue
prerogative di essere umano, cittadino di uno stato, come la stessa Dichiarazione d’indipendenza
americana dimostrerà nell’ultimo trentennio del secolo.
Mentre in Francia l’Illuminismo non trova accoglienza nell’ambito del potere politico e si svolgerà
in senso rivoluzionario, in altre nazioni europee i regnanti collaborarono attivamente con gli
intellettuali dando vita all’assolutismo illuminato; scienziati, economisti, giuristi e letterati
cooperarono nell’ideazione e attuazione di riforme legislative ed amministrative. La funzione attiva
dell’intellettuale si esplica anche nella promozione di iniziative culturali tendenti a divulgare i nuovi
principi, come per esempio le pubblicazioni periodiche, con le quali nasceva il giornalismo.
In Italia l’illuminismo interessò soprattutto due grandi centri della penisola. Milano e un po’ tutta la
Lombardia giovarono di una ventata riformatrice operata dal governo illuminato di Maria Teresa
d’Austria
e del figlio Giuseppe II. Gli intellettuali lombardi trovarono accoglienza non solo
nell’ambito della corte, ma anche e soprattutto nel salotto del conte Carlo Imbonati, dove ebbe
luogo la vivace Accademia dei Trasformati rivolta ai più diversi ambiti del sapere. Altra accademia
importante fu l’Accademia dei Pugni, che trovò accoglienza in casa Verri, dalla quale nacque un
importante periodico,
Caffè
, pubblicato dal 1764 al 1766.
Altro centro importante della cultura italiana fu Napoli, che intorno alla metà del XVII vide
collaborare attivamente intellettuali e Borboni, portando la città a riacquisire importanza europea.
Intellettuali di spicco furono Antonio Genovesi, Ferdinando Galiani e Gaetano Filangieri, tutti
impegnati, dopo l’esempio del Vico, in indagini storiche e sociali.
Anche il teatro nel corso del secolo fu profondamente riformato. A farsene promotori furono il
Goldoni e l’Alfieri, riformatore il primo della commedia, ridotta nel Settecento a puro gioco di
maschere, e della tragedia il secondo, che con i suoi testi diventerà nel secolo successivo modello
incontrastato del genere tragico.
I drammatici avvenimenti che sconvolsero tutto il continente europeo e conclusero il Settecento
ebbero notevoli ripercussioni sull’arte e sulla poesia, nonché su tutta la società e la vita culturale di
quel tempo. Con la conclusione del ventennio napoleonico maturano anche quelle teorie estetiche e
filosofiche, che sorte nella seconda metà del XVIII secolo e sviluppatesi negli anni della
Rivoluzione, portarono all’inizio del nuovo secolo alla nascita di una innovativa corrente estetica,
indicata con il nome di Romanticismo.
Affermatosi dapprima in Germania verso la fine del XVIII secolo in concomitanza con la
progettazione della nuova rivista ideata da Schlegel “Athenäum”, vero e proprio manifesto della
corrente romantica, il Romanticismo arrivò in Italia con notevole ritardo ed in modo davvero
singolare; tutto va ricondotto alla pubblicazione dell’articolo, nel 1816, in cui l’autrice Madame de
Staël sosteneva la necessità per gli italiani di venire a conoscenza delle grandi letterature moderne
europee. Seguirono alla pubblicazione del testo, come ho già spiegato nel capitolo precedente,
numerose critiche da parte degli intellettuali italiani che difendevano e proclamavano la piena
autonomia della nostra letteratura. L’articolo della Staël può essere considerato la miccia che fece
esplodere la polemica romantica in Italia. La disputa fra classici e romantici fu importante perché
attraverso un serrato scambio di idee sui giornali più importanti si venne definendo il nuovo
movimento romantico. Va però detto che tra le due correnti culturali i confini non sono così tanto
marcati, al contrario l’una sfocia nell’altra. Momento intermediario tra l’Illuminismo ed il
Romanticismo fu il Neoclassicismo, che sviluppatosi nel ventennio napoleonico fece quasi da
cerniera tra le due. Per questo motivo è difficile definire il pensiero e classificare le opere degli
intellettuali che operarono in questo tempo, perché gli stessi, ponendosi dall’una o dall’altra parte,
non si resero conto di essere partecipi di ambedue.
Rendendo sempre più sottile la separazione tra letteratura e società, in una parola tra letteratura e
vita, la nuova corrente culturale opponendosi al culto della razionalità e della bellezza classica
propose un nuovo modo di concepire il mondo guardato attraverso il filtro della fantasia e
dell’immaginazione, prerogativa unica dell’artista identificato nella categoria del genio, unico
uomo, dotato di capacità superiori, in grado di creare dal nulla e di esprimere attraverso l’opera il
suo pensiero.
Il programma romantico si articolava in una serie di punti cardine:
-
il rifiuto dell’idea illuministica della ragione, cui seguì uno studio approfondito
dell’irrazionale dove il sogno, i sentimenti e la follia assunsero un ruolo molto importante;
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l’esasperata fuga dalla realtà portò gli artisti romantici alla ricerca di mete lontane, quindi
esotiche o temporalmente distanti, collocate in un tempo lontano, quale appunto il Medioevo,
periodo decisamente riabilitato dagli artisti romantici, che non guardarono più ad esso come un
periodo di decadenza, ma come un momento fortemente mistico e religioso che sancì la nascita
delle nazioni moderne. Non solo il Medioevo venne rivalutato, ma tutta la storia fu studiata nel suo
perenne e dialettico divenire;
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all’individualismo esasperato dell’uomo, considerato prodotto unico ed irripetibile della
natura, corrispose a livello sociale un forte nazionalismo, che si tradusse in un notevole interesse
per le origini e per la ricerca dei miti e del folclore, nell’esaltazione quindi delle antiche fiabe,
leggende e saghe popolari;
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l’uomo romantico, persa ogni fede nel potere della ragione, ritorna a ricercare se stesso nel
rapporto con Dio e nella costante tensione verso l’infinito. Questo porta ad una rivalutazione delle
religioni tradizionali e soprattutto ad una riscoperta del cristianesimo.
Molto importante fu il contributo del Foscolo, baluardo del classicismo di fine Settecento. L’autore
rifiutando sempre l’idea di appartenere al circolo dei romantici propose un tipo di letteratura
orientata al classicismo ma con forti slanci sentimentali, patriottici e problematici propri del
Romanticismo. Altrettanto importante fu l’apporto del Leopardi, anche lui strenuo difensore dei
classici, che giunse con le sue canzoni allo stravolgimento della lirica classica, fondata
essenzialmente sulla metrica, aprendo in tal modo la strada a quella grande rivoluzione che il
Novecento apporterà alla poesia. Doveroso anche il riconoscimento a Manzoni, vero e proprio
fondatore del romanzo storico italiano. Il Letterato con il suo celebre romanzo tornerà a riflettere
nuovamente sulla questione della lingua italiana, questione da sempre così presente nella nostra
letteratura, arrivando nell’ultima edizione nota come Quarantana a proporre un italiano modellato
sul toscano a lui contemporaneo, nel quale riecheggiavano al contempo tutti gli apporti tratti dalle
opere di quei nomi che fecero grande la nostra letteratura.