L`Illuminismo Per Illuminismo si intende quel profondo movimento di

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L`Illuminismo Per Illuminismo si intende quel profondo movimento di
Appunti di storia dell’arte
Prof.ssa Giordana Kusturin
APPUNTI A INTEGRAZIONE E COMPLETAMENTO DEL LIBRO DI TESTO
L’Illuminismo
Per Illuminismo si intende quel profondo movimento di trasformazione della
cultura occidentale nel Settecento che trovò la sua espressione simbolica nella
metafora della “luce” dell’intelletto trionfante sulle tenebre dell’ignoranza, della
superstizione, della cieca fede nel principio di autorità. La ragione afferma
l’autonomia
del
sapere
scientifico
dal
predominio
della
trascendenza,
l’autonomia della politica e della morale dai principi dell’assolutismo e della
religione, l’individualismo
Possiamo riassumere i tratti caratteristici di questo movimento intellettuale,
pur vario e articolato, come di seguito: esaltazione della ragione dell’uomo,
quale fattore dominatore del mondo; interpretazione razionale dell’universo
fisico; ricerca della felicità sia individuale che pubblica attraverso lo studio
dell’uomo e della società insieme a una grande fiducia nella scienza e nelle
tecniche; disinteresse per la trascendenza (il divino) e critica della tradizione e
dei dogmi.
È in questo clima culturale che viene concepita l’Encyclpédie ou Dictionnaire
raisonné des sciences, des arts et des métiers. In quest’opera monumentale
(iniziata nel 1751 con il primo volume e terminata nel 1772 con il 28° volume)
si intese riorganizzare l’intero patrimonio culturale della civiltà occidentale in
“voci” affidate ai più impegnati intellettuali del tempo sotto la direzione di
Diderot e D’Alembert. Nell’Encyclpédie viene sottolineato il valore sociale delle
arti, considerate un prezioso strumento di educazione morale e civile, quindi
con una funzione politica di primaria importanza. Sono temi che preannunciano
l’uso e la teorizzazione dell’arte nella Rivoluzione francese.
L’arte conquista la sua autonomia accanto agli altri rami delle scienze umane:
Diderot dà inizio alla critica d’arte in senso moderno, come intervento
nell’attualità; nell’opera di J.J. Winckelmann e di L. Lanzi prende forma la
storia dell’arte in senso proprio come un ramo delle scienze storiche.
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IL Neoclassicismo
L’esigenza di rinnovamento di ogni aspetto della cultura che animava il
pensiero illuminista non poteva non influenzare anche l’espressione artistica.
Mentre erano ancora diffuse e apprezzate le forme tardo-barocche e rococò, si
impose il nuovo indirizzo: il Neoclassicismo. Questo termine non fu mai
adoperato dai protagonisti di queste vicende artistiche, che si riferirono alle
loro esperienze come a un risorgimento delle arti. Il termine «neoclassico»
venne coniato solo alla fine dell’Ottocento con significato spregiativo e
riduttivo in quanto dopo il Romanticismo la cultura dell’Ottocento ha posto
l’originalità come primo criterio di giudizio per l’opera d’arte e ha individuato
nell’immediatezza
ingenua
del
sentimento
la
fonte
prima
e
unica
dell’espressione artistica).
Il Neoclassicismo intende rifarsi al mondo greco-romano non solo
come repertorio di forme ma anche e soprattutto con riferimento ai
contenuti ideali di quella fase storica che rispondono alle istanze
morali ed estetiche del presente. Le forme del barocco e del rococò
vengono
associate
alla
società
dell’ancient
régime
di
cui
esse
erano
espressione e, per questo, rifiutate.
La diffusione del linguaggio classicista fu molto vasta: i modelli della Grecia e
di Roma repubblicana vengono assunti come espressioni visibili degli ideali
della Rivoluzione francese e delle repubbliche europee nate dalla rivoluzione e,
poi, dall’impero napoleonico; con lo stesso valore di simboli di libertà e
democrazia vengono assunti dai nuovi stati dell’America del Nord; si diffuse
ancora nel resto d’Europa dall’Inghilterra agli stati tedeschi, alla Russia (grazie
anche al successo dell’architettura di Andrea Palladio).
Per il Neoclassicismo si può dunque parlare di uno “stile” internazionale che ha
investito tutti i campi della produzione artistica, dall’architettura monumentale
all’edilizia minore, dall’arredo degli interni all’effimero della moda.
Ad incrementare la passione per l’antico contribuirono gli scavi archeologici di
Ercolano e Pompei e la febbre antiquaria che in seguito si diffuse nel secondo
Settecento: Roma è il luogo privilegiato delle campagne archeologiche ma si
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scava dovunque e si riscoprono testimonianze da sempre note e visibili, quali i
templi di Paestum.
Il Romanticismo
Il Romanticismo non nasce in contrapposizione al classicismo: classico e
romantico sono concetti e atteggiamenti che hanno origine nello stesso
crogiuolo di cultura della seconda metà del Settecento.
L’esaltazione illuminista della ragione e dell’intelletto, per il fatto stesso che
dava umanisticamente all’individuo un ruolo centrale, comprendeva anche i
valori soggettivi e sentimentali dell’individualità.
Il termine inglese romantic nasce alla metà del Settecento per indicare il tipo di
natura del giardino detto «all’inglese» con valore analogo a quello del termine
«pittoresco» (giardini in cui viene dato il bando a forme geometriche e alla
linea retta e, per contro, si cerca di dare l’aspetto della varietà, irregolarità e
disordine della natura. Questi giardini vengono arricchiti con ruderi artificiali,
rupi,
cascate).
Tuttavia
mentre
«pittoresco»
si
attribuiva
all’aspetto
particolarmente attraente e suggestivo di certi scenari naturali, «romantico»
sottolineava
l’effetto
di
coinvolgimento
emotivo,
di
immedesimazione
dell’individuo nella natura1.
Il costituirsi del Romanticismo come fenomeno dominante nella cultura
europea avviene con il graduale imporsi di questi valori di soggettività e di
esaltazione delle facoltà del sentimento. E questo avviene, tra i motivi
principali, a causa della fine delle grandi utopie rivoluzionarie, della caduta
dell’impero napoleonico, del clima pesante della Restaurazione che provocano
la fine delle certezze e dell’ottimismo della cultura neoclassica e che portano a
fare dell’ambito interiore l’unico spazio praticabile della ricerca dell’artista.
L’individualismo ha una doppia declinazione: da un lato la concezione
dell’individuo come soggetto con l’esaltazione dei valori della singolarità,
dell’interiorità,
dello
slancio eroico;
dall’altro l’individualità
dello
spirito
collettivo che si esprime nei valori di popolo, di nazione. Da questo discende il
recupero delle origini storiche delle singole nazionalità e, di conseguenza del
Medioevo, periodo in cui si sono formate.
Nota 1
La natura può suggerire anche il brivido dell’incommensurabile, il senso di impotenza dell’uomo di fronte
all’infinito e a ciò che inconoscibile: in questi casi si parla di «sublime».
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Il tema della patria è una delle grandi passioni dello spirito romantico, quella
che esprime l’aspetto più eroico del coinvolgimento del singolo nella collettività
e nella storia.
Hegel afferma: “nulla di ciò che nell’animo umano è potenzialmente vitale è
estraneo all’arte romantica”. Che vuol dire una estrema varietà di contenuti e
di espressioni. In conclusione non si può parlare di uno stile romantico ma di
un modo di sentire e di molti atteggiamenti romantici.
I temi storici e la natura sono al centro dell’interesse dell’artista romantico.
Non solo la predilezione per i soggetti medievali ma anche i fatti della storia
contemporanea. Dal paesaggio pittoresco del secondo Settecento, si passa al
paesaggio visto attraverso il filtro degli stati d’animo fino a studiare la natura
nella sua realtà oggettiva. Da qui scaturiranno le espressioni artistiche che
vanno sotto il nome di Realismo.
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