APPROVARE SUBITO LA LEGGE SUL CONSUMO DI SUOLO E
Transcript
APPROVARE SUBITO LA LEGGE SUL CONSUMO DI SUOLO E
Appello a Matteo Renzi, Segretario Nazionale PD APPROVARE SUBITO LA LEGGE SUL CONSUMO DI SUOLO E PROMUOVERE INIZIATIVE EU SU TERRITORIO Bruxelles, 5 maggio 2015. L'EXPO 2015 appena aperta a Milano è una formidabile occasione per parlare di cibo di qualità e delle eccellenze agroalimentari dell'Italia. Ma non c'è cibo senza suolo – risorsa finita e non rinnovabile. Secondo gli ultimi dati Ispra, in Italia il consumo di suolo è una vera emergenza: vengono persi 55 ettari ogni giorno. E la perdita di suolo agricolo tocca anche tutta l'Europa. Per questo, il Circolo di Bruxelles del PD chiede al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di adoperarsi per l'approvazione in tempi rapidi della proposta di legge sul consumo del suolo. Inoltre, il Governo promuova in Europa un'iniziativa politica per proteggere il territorio. Caro Matteo, All'indomani della pubblicazione di dati allarmanti sul consumo di suolo in Italia, e in un momento in cui l'attenzione verso il tema della produzione alimentare sostenibile è massima grazie all'Expo di Milano, il Circolo di Bruxelles del Partito Democratico richiede di approvare in tempi rapidi del Disegno di Legge (DDL) relativo al Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato (del 3 febbraio 2014), attualmente in discussione in Parlamento. Il Circolo propone inoltre di inserire i seguenti emendamenti migliorativi al testo del DDL: Un richiamo agli obiettivi europei introducendo la parola "netto" nella frase "in coerenza con gli obiettivi stabiliti dall’Unione europea " riportata nell'art.3 comma 1; Un chiaro riferimento alla necessità di privilegiare la limitazione dell’impermeabilizzazione dei suoli, prioritaria rispetto alla mitigazione e compensazione degli impatti sul consumo di suolo. Un preciso richiamo all’importanza della riqualificazione edilizia e della pianificazione territoriale che prediliga il contenimento del consumo di suolo, che può avere una portata più generale rispetto all’art. 5 del DDL relativo al recupero degli insediamenti rurali dismessi, per il quale si potrebbe ricorrere a una norma appositamente dedicata al recupero dell’edilizia rurale a livello di legge regionale. Verso un consumo zero di suolo Il DDL sul consumo di suolo riconosce per la prima volta il suolo come è una risorsa strategica ed essenziale per il nostro Paese, risorsa che va tutelata sul piano qualitativo e quantitativo. All’art. 3 comma 1, il DDL richiama l'obiettivo europeo del consumo di suolo zero entro il 2050 contenuto nella “Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell'impiego delle risorse” presentata dalla Commissione europea nel settembre del 2011, e riprende i contenuti del 7° Programma generale di azione dell’Unione in materia di ambiente fino al 2020, intitolato “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”. Tali documenti fanno riferimento però a un consumo di suolo netto pari a zero entro il 2050 (in inglese: no net land take). Nel testo base del DDL (art. 3, comma 1) manca questo esplicito riferimento all’aggettivo “netto”, che è invece inserito volutamente nell’obiettivo dell’Unione Europea. Il consumo netto di suolo zero consente l’occupazione di spazi liberi purché questo avvenga a saldo zero, de-sigillando o ripristinando ad usi agricoli o semi-naturali aree di pari superficie in precedenza urbanizzate e impermeabilizzate. Questa specificazione è fondamentale perché introduce anche nella pianificazione urbanistica e territoriale il principio del riciclo e dell’economia circolare, già espresso nella strategia Europa 2020, con l’obiettivo finale di disaccoppiare lo sviluppo urbano dal consumo della risorsa suolo. Sottolineammo inoltre che per raggiungere l'obiettivo di una decisa riduzione dell'impermeabilizzazione del suolo, è necessario fissare obiettivi quantitativi chiari, accompagnati da adeguate misure di monitoraggio e controllo, come approfondito nel documento di lavoro dei servizi della Commissione europea del 2012 “Orientamenti in materia di buone pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo”. Promuovere la riqualificazione edilizia Quest'obiettivo s'interseca con un altro pilastro della strategia europea di crescita e sviluppo: la decarbonizzazione dell’economia e la transizione energetica verso più efficienza e fonti rinnovabili. Un terzo dei consumi energetici, a livello nazionale come comunitario, proviene dal settore domestico e abitativo. La maggior parte degli immobili sono stati costruiti prima degli anni `90 e presentano pessime prestazioni energetiche (in molti casi consumi superiori di 10 volte alla classe A), bassa qualità abitativa, inadeguati accorgimenti antisismici. Se vogliono ridurre il consumo dei combustibili fossili e le relative emissioni climalteranti, bisogna lanciare un grande piano di efficientamento e di riqualificazione edilizia, che promuova il riciclo delle aree e dei materiali di costruzione, e l`uso di tecniche di bio-edilizia che valorizzino le filiere produttive locali. Occorre anche puntare sull'obiettivo di creare delle città "dense", sviluppate verticalmente in modo tale da aumentare la cubatura degli spazi abitativi a parità di superficie consumata, limitando le spese per la costruzione d'infrastrutture e garantendo la presenza di spazi verdi sufficienti per l'aumentata popolazione cittadina. Per fare questo occorre prevedere adeguate politiche regolative, fiscali e di facilitazione al credito per rendere più conveniente il recupero dell’esistente piuttosto che la costruzione del nuovo e orientare di conseguenza il mercato immobiliare. Proteggere il territorio Non bisogna dimenticare inoltre che un'accorta politica di contenimento del consumo di suolo e di valorizzazione delle aree agricole permetterebbe all'Italia di preservare il terreno fertile di cui dispone (irrimediabilmente compromesso se impermeabilizzato) e di incrementare le aree potenzialmente volte a una produzione agricola sostenibile e di qualità, bandiera del made in Italy nel mondo ma ancora poco presente nei mercati internazionali. Ecco quindi che l’obiettivo comunitario del consumo netto di suolo zero va inteso non solo come emblema di una politica ambientale tesa a tutelare una risorsa strategica e vitale come il suolo, ma anche come stimolo ed elemento propulsore per avviare una grande riqualificazione del riassetto urbano per rendere più sostenibili e vivibili le nostre città e per promuovere una produzione alimentare sostenibile. Insieme all'approvazione rapida della proposta di legge sul consumo di suolo, il Governo italiano si deve attivare in sede comunitaria per ottenere una Direttiva europea per proteggere il territorio.