ANTIDEPRESSIVI IN GRAVIDANZA E SINDROME

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ANTIDEPRESSIVI IN GRAVIDANZA E SINDROME
ANTIDEPRESSIVI IN GRAVIDANZA E SINDROME COMPORTAMENTALE NEONATALE
Una varietà di sintomi comportamentali e neurologici, tra cui irritabilità, pianto persistente, brividi,
tremore, irrequietezza, difficoltà di alimentazione, disturbi del sonno e convulsioni, si sono
manifestati in alcuni neonati nati da donne che avevano utilizzato farmaci SSRI durante la
gravidanza. Lievi alterazioni del sistema nervoso centrale (SNC), respiratorie, gastrointestinali e
segni di disfunzione metabolica, sono di solito presenti, ma scompaiono durante la seconda
settimana dopo la nascita. Questo quadro clinico è stato interpretato come una sindrome neonatale
che rappresenta un effetto tossico diretto degli antidepressivi sul neonato. Questa sindrome prende il
nome di sindrome comportamentale neonatale. Il trattamento medico consiste principalmente in una
terapia di supporto effettuata da uno speciale asilo nido. Questa sindrome può essere grave, con
sintomi che vanno da convulsioni alla disidratazione, perdita di peso eccessiva, iperpiressia e anche
necessità d’intubazione.
Per quanto riguarda gli SSRI e gli SNRI, sono stati individuati 18 case reports che descrivevano 25
casi di comportamento anomalo neonatale. L'analisi delle segnalazioni spontanee di anomalie
comportamentali neonatali associate agli SSRI, nel database delle reazioni avverse ai farmaci
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, fino al secondo trimestre del 2003, ha individuato
novantatré casi, di undici paesi, che riguardavano l'uso materno di SSRI associato a convulsioni
neonatali o alterazioni comportamentali. La paroxetina era coinvolta in quasi i due terzi dei casi
sospetti, e i restanti casi si sono verificati in associazione con l'esposizione alla fluoxetina, sertralina
o citalopram.
Il potenziale impatto dei disturbi psichiatrici materni, sulla presenza di alterazioni comportamentali
neonatali, è stato oggetto di molte discussioni, e le madri con depressione non trattata sono state
occasionalmente arruolate in studi per individuare probabili errori
(1)
. Pertanto, Oberlander et al(2)
hanno confrontato i risultati ottenuti da neonati nati da madri depresse trattate con SSRI durante la
gravidanza e quelli le cui madri non avevano ricevuto SSRI per la depressione, verificando così i
potenziali fattori di rischio di errore, quali la gravità della malattia, uso materno di farmaci
psicotropi e concomitanti malattie. L’incidenza di sintomi della sindrome comportamentale, nei
neonati nati da madri depresse e non esposte a SSRI, era simile a quella dei neonati nati da madri
depresse esposte a SSRI, con l'eccezione dello stress respiratorio. Pertanto, è risultato che studi
precedenti non avevano controllato la gravità della depressione e che l'uso di SSRI durante la
gravidanza non può essere associato a un aumentato rischio di sindrome comportamentale
neonatale.
In uno studio successivo, Oberlander et al(3) hanno evidenziato che l’esposizione tardiva rispetto
all'esposizione precoce, durante la gestazione, può essere maggiormente associata a rischi
significativi di peso ridotto alla nascita e di stress respiratorio. Tuttavia, dopo aggiustamento dei
dati per la gravità della malattia, solo il rischio di basso peso alla nascita è rimasto statisticamente
significativo. Sia l'umore materno sia il trattamento con SSRI durante la gravidanza, possono essere
associati ad alterazioni biochimiche legate allo sviluppo post-natale di alterazioni nel
comportamento e stress respiratorio. Il ruolo neurochimico della 5-HT è fondamentale per
comprendere il meccanismo di un possibile effetto, dell'esposizione SSRI, sul comportamento
neonatale. Malgrado le differenze tra farmaci SSRI nella loro capacità di inibire la ricaptazione
della 5-HT in siti presinaptici, tutti gli aumenti sinaptici a livello centrale delle concentrazioni di 5HT possono determinare attraversamento della placenta e potenzialmente inibizione della
ricaptazione della serotonina 5-HT nel feto in via di sviluppo. Durante la gestazione, la 5-HT regola
la funzione cardiovascolare e respiratoria, il ritmo circadiano, e agisce come un segnale trofico nella
regolazione e nello sviluppo di percorsi mono-aminergici, serotoninergici e altri nel cervello.
Inoltre, è stato visto in modelli animali che, la 5-HT gioca un ruolo diretto nello sviluppo della
muscolatura liscia arteriosa polmonare nel polmone fetale e nella patogenesi di ipertensione
polmonare. Così, alterazioni dei livelli di 5-HT durante i periodi cruciali dello sviluppo potrebbero
compromettere la maturazione delle vie respiratorie o l'adattamento all'ambiente extrauterino,
portando ad alterazioni comportamentali neonatali da stress respiratorio. Le evidenze disponibili
supportano quindi un'associazione tra l'uso di diversi antidepressivi, durante il terzo trimestre di
gravidanza, e sintomi di sindrome comportamentale neonatale. Tuttavia, la maggior parte delle
prove, riguardava SSRI e, in misura minore la venlafaxina. Vi è la necessità di ulteriori studi per la
valutazione del rischio di associazione tra questa sindrome e farmaci come duloxetina, reboxetina e
mirtazapina (1).
BIBLIOGRAFIA
1. Marco T et al. Safety Concerns Associated With the Use of Serotonin Reuptake Inhibitors
and Other Serotonergic/Noradrenergic Antidepressants During Pregnancy: A Review.
Clinical Therapeutics/Volume 31, Theme Issue, 2009.
2. Oberlander TF, Warburton W, Misri S, et al. Neonatal outcomes after prenatal exposure to
selective serotonin reuptake inhibitor antidepressants and maternal depression using
population-based linked health data. Arch Gen Psychiatry. 2006; 63: 898-906.
3. Oberlander TF, Warburton W, Misri S, et al. Effects of timing and duration of gestational
exposure to serotonin reuptake inhibitor antidepressants: Population-based study. Br J
Psychiatry. 2008; 192: 338-343.