stro di stato civile di Torino. Questi due sedi- li

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stro di stato civile di Torino. Questi due sedi- li
stro di stato civile di Torino. Questi due sedili sono assemblati come una specie di naos
e si ispirano al gruppo divino Osiride-Horus
con il figlio, Qaha, posto alla sinistra del padre.
Anche la casa N ha restituito una coppia di
sedili, di proprietà di padre e figlio: Kenna
ed Horynefer. La qualifica è, come per quelli
provenienti dalla capanna E, semplicemente
sDmaS. Come i precedenti anch’essi sono assemblati a formare un naos, ma in questo
caso, contrariamente al rituale, è il padre ad
essere alla sinistra del figlio. Troviamo questi
due personaggi citati nel papiro dello stato civile di Torino, in una sorta di ex-voto dedicato
alla dea Mert-Seger ed in due ostraca custoditi
nel museo del Cairo . Inoltre Kenna è menzionato nella tomba TT359. Sempre dalla capanna
foto 9 / La stele di Nefersesenet / Da “Le village, les décharges, le station de repos du col de la
R proviene una bellissima stele in calcare, pur‑
Vallée des Rois”. B. Bruyère in FIFAO 16, 1939.
troppo mutila, alta 40 centimetri e larga 30.
E’ databile al regno di Ramesse IV, con il nome di questo faraone racchiuso entro cartigli con due babbuini adoranti ai lati. Nel registro inferiore sono rappresentati a destra un uomo in ginocchio con indosso un
lungo abito ed al collo una collana usekh, nel costume tipico della ventesima dinastia; a destra è raffigurata
in piedi una divinità femminile a testa di serpente. Nelle righe di testo ancora leggibili compare il nome ed
il titolo di uno scriba del tesoro chiamato Montuemtui , non facente parte del personale di Deir el-Medina.
Questa stele fu quasi sicuramente commissionata a Kenherkhepeshef dallo scriba del tesoro stesso.
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Un’altra stele proviene dalla casa H del settore ovest é quella di Nefersesenet. Il materiale utilizzato è il calcare,
è alta 28 centimetri e larga 33. E’ in buono stato di conservazione e consta di 5 linee orizzontali ed 11 verticali
: giustificato eternamente.
ricoperte di geroglifici. In alcuni dei reperti trovati, accanto al mAa-xrw si legge
Non è molto comune questo tipo di epiteto: generalmente la formula termina con la parola “giustificato” o
“giusto di voce”. Altro particolare interessante è la presenza di quelli che possiamo definire “sigilli di proprietà”.
In molti oggetti infatti è presente un geroglifico ad attestare il nome del proprietario: ad esempio nel sedile di Baki, rinvenuto nella capanna
J del settore orientale, è presente il
che identifica il titolare del
sigillo
manufatto. Recentemente, dal 2008,
sono ripresi gli scavi al villaggio
da parte di una missione dell’Aca‑
demy of Finland and University of
Helsinki” diretti dall’egittologa Jaana
Toivari-Viitala : si tratta di lavori di conservazione, consolidamento, pulizia e
documentazione. Con le nuove tecnologie si è mappato con più accuratezza il sito correggendo alcune imprecisioni delle precedenti rilevazioni.
Sostanzialmente però i dati ricavati
dalla precedente missione, quella francese del secolo scorso, sono stati confermati. Nella missione della stagione
2011-2012, iniziata il 10 ottobre 2011 e
terminata il 20 marzo del 2012, venne
foto 10 / I lavori della missione finlandese: operai egiziani / ph Jaana Toivari-Viitala
approfondito lo studio della cappella
dedicata ad Amon del “buon incon7
6 N° 25634 e 25659.
7 Ringrazio il dottor Francesco Tiradritti, direttore della missione ad Harwa, per avermi fornito questa notizia
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