31/01/2008 La felicità è vivere in Dio
Transcript
31/01/2008 La felicità è vivere in Dio
Incontro Giovani 31 Gennaio 2008. LA FELICITA’ E’ VIVERE IN DIO Povertà, umiltà, mitezza. Queste virtù oggi sono tenute in poco conto, mentre dilaga la violenza, la sopraffazione, la prepotenza, l’arroganza. Le letture della liturgia sottolineano la necessità e la realtà della nostra modestia di fronte a Dio. Paolo ne parla come di un fatto che dobbiamo ricordare. Il profeta Sofonia descrive il povero come colui che cerca Dio e che tenta di vivere secondo la sua giustizia. Gesù, nel vangelo di Matteo, descrive il povero ed il mite come la persona veramente fortunata e benedetta da Dio e dagli uomini. Siamo, forse, abituati ad un´interpretazione strana della mitezza e della umiltà. La Sacra Scrittura parla del riconoscimento di Dio e della sua sapienza. Quel che ne consegue non è la rassegnazione alla sventura, alla miseria, ma il desiderio attivo di vivere secondo Dio e la sua sapienza. Ci vuole molta forza di carattere per vivere nel concreto le conseguenze pratiche in un mondo ben lontano da essere di mente e di cuore aperto verso le necessità degli altri. Non è debolezza o paura; non comporta fallimento o frustrazione. Vivere secondo le Beatitudini è andare contro corrente. Ascoltiamo le parole di Gesù che traccia un programma di vita per ogni suo seguace. Leggiamo il brano delle Beatitudini (Matteo 5, 1-12): Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Meditiamo per qualche minuto davanti a Gesù nel Sacramento dell’Eucarestia queste nove strade per raggiungere la felicità “beati”: i poveri in spirito – chi piange – i miti – chi ha fame e sete di giustizia – i misericordiosi – i puri di cuore – gli operatori di pace – i perseguitati – gli insultati e i perseguitati per Gesù… Di qui si capisce che la vera felicità è Gesù Cristo stesso, se siamo uniti a Lui. S. Francesco d’Assisi diceva: Dio onnipotente, eterno, giusto e misericordioso, concedi a me misero di fare sempre, per grazia tua, quello che Tu vuoi,e di volere sempre quel che a Te piace. Purifica l'anima mia perché, illuminato dalla luce dello Spirito Santo e acceso dal suo fuoco, possa seguire l'esempio del Figlio tuo e nostro Signore Gesù Cristo. Donami di giungere, per tua sola grazia, a te, altissimo e onnipotente Dio che vivi e regni nella gloria, in perfetta trinità e in semplice unità, per i secoli eterni. AMEN. Canto: ……………………………………………. Meditando dalla saggezza umana: Un marito (Bruno Ferrero) Un marito alla moglie, qualunque fosse il motivo, ripeteva: «Tu non capisci proprio niente!». Effettivamente lei non aveva studiato oltre la quinta elementare, non si interessava di politica, non leggeva giornali; si occupava soltanto dei figli, della casa, del bucato, della cucina, del pollaio, del lavoro al calzaturificio. Quando si accendeva una discussione in famiglia, il marito, rifiutando per principio ogni dialogo assennato, pregiudizialmente concludeva: «Tu non capisci proprio niente!». Quando la moglie tentava di coinvolgerlo in qualche problema serio per valutare l'opportunità di una spesa o la scelta del luogo di villeggiatura o i risultati scolastici dei ragazzi o il bilancio familiare... la sua risposta era sempre la stessa; pronta, secca, definitiva: «Tu non capisci proprio niente!». Una sera, in casa, mentre la TV trasmetteva una partita della nazionale, venne a mancare improvvisamente la corrente elettrica. Il marito, brontolando con l'abituale presuntuosa sicumera, si avviò a scendere nel buio dello scantinato per controllare e sostituire la valvola fusibile nel quadro di distribuzione. «Accendi una candela!», gli suggerì la moglie. Al solito il marito rispose: «Tu non capisci proprio niente! Conosco il posto a memoria!». Ma quella sera, evidentemente, qualcosa non funzionò a dovere. Perché il povero uomo, scivolò su un gradino, dopo aver lanciato un urlo disumano, picchiò una testata tremenda e- finì al suolo tramortito, sanguinante e con rotture varie. Il caso era molto grave ma i medici dell'ospedale, dopo giorni e giorni di cure intensive, riuscirono a salvare la vita al poveretto. Quando infine l'infortunato si risvegliò, dopo quattro giorni, vide la moglie accanto al letto, china su di lui con gli occhi pieni di lacrime, amorosa e trepidante. La povera donna non l'aveva abbandonato un solo istante: giorno e notte, sempre vicina a lui, con mille attenzioni e con infinite preghiere. Dopo due settimane di degenza, quando finalmente l'uomo potè mormorare le prime parole, farfugliando penosamente sussurrò, mentre due grosse lacrime gli brillavano negli occhi: «Sono proprio un animale. Non avrei mai creduto che hi mi volessi tanto bene!». E lei, col suo sorriso di sempre, amabile e luminoso, gli bisbigliò sottovoce: «Tu non capisci proprio niente!.». Una donna di 74 anni racconta che ha ricevuto una sola ed unica lettera d'amore da suo marito all'età di 65 anni. «Era la prima volta che mi lasciava per più di una giornata, per una faccenda amministrativa; fino a quel momento l'avevo sempre seguito nei suoi spostamenti. Si è fermato in un caffè e mi ha scritto una lettera che cominciava così: Siamo sposati da trent’anni e mi accorgo oggi di non averti mai parlato del mio amore per te...». S. Paolo ci insegna che Dio ha scelto ciò che è stolto gli occhi della gente per fare opere grandi: Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto: chi si vanta si vanti nel Signore. Il laghetto gelato (Bruno Ferrero) Una volta, due piccoli amici si divertivano a pattinare su un laghetto gelato. Era una sera nuvolosa e fredda, i due bambini giocavano senza timore; improvvisamente il ghiaccio si spaccò e si aprì inghiottendo uno dei bambini. Lo stagno non era profondo, ma il ghiaccio cominciò quasi subito a richiudersi. L'altro bambino corse alla riva, afferrò la più grossa pietra che riuscì a trovare e si precipitò dove il suo piccolo compagno era sparito. Cominciò a colpire il ghiaccio con tutte le sue forze, picchiò e picchiò finché riuscì a rompere il ghiaccio, afferrare la mano del suo piccolo amico e aiutarlo a uscire dall'acqua... Quando arrivarono i pompieri e videro quanto era accaduto si chiesero sbalorditi: «Ma come ha fatto? Questo ghiaccio è pesante e solido, come ha potuto spaccarlo con questa pietra e quelle manine minuscole?". In quel momento comparve un anziano che disse: «Io so come ha fatto». «Come?» chiesero. Il vecchietto rispose: «Non aveva nessuno dietro di lui a dirgli che non poteva farcela...». Ci sono forze sbalorditive dentro di noi, ma basta così poco a farcele dimenticare. Il conto (Bruno Ferrero) Preoccupato del senso della vita e dell'ultimo giorno, e soprattutto del Giudizio Finale a cui prima o poi certamente sarebbe andato incontro, un uomo fece un sogno. Dopo la morte, si avvicinò titubante alla grande porta della casa di Dio. Bussò e un angelo sorridente venne ad aprire. Lo fece accomodare nella sala d'aspetto del Paradiso. L'ambiente era molto severo. Aveva il vago aspetto di un'aula di tribunale. L'uomo aspettava, sempre più intimorito. L'angelo tornò dopo un po' con un foglio in mano su cui, in alto, campeggiava la parola “conto”. L'uomo lo prese e lesse: «Luce del sole e stormire delle fronde, neve e vento, volo degli uccelli e erba. Per l'aria che abbiamo respirato e lo sguardo alle stelle, le sere e le notti...». La lista era lunghissima. «...il sorriso dei bambini, gli occhi delle ragazze, l'acqua fresca, le mani e i piedi, il rosso dei pomodori, le carezze, la sabbia delle spiagge, la prima parola del tuo bambino, una merenda in riva ad un lago di montagna, il bacio di un nipotino, le onde del mare...». Man mano che proseguiva nella lettura, l'uomo era sempre più preoccupato. Quale sarebbe stato il totale? Come e con avrebbe mai potuto pagare tutte quelle cose che aveva avuto? Mentre leggeva con il batticuore, arrivò Dio. Gli battè una mano sulla spalla. «Ho offerto io» disse ridendo, «fino alla fine del mondo. È stato un vero piacere!». Dio conosce solo la parola «gratis». Riflettiamo per qualche tempo Interveniamo con preghiere spontanee Padre nostro Benedizione Giaculatorie per riparare la bestemmia Canto: ………………………………………………………