Le Beatitudini - San Josemaria Escrivá

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Le Beatitudini - San Josemaria Escrivá
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Le Beatitudini
24.5.2003
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si
avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
“Beati i poveri in spirito… (Mt 5, 1ss.).
Ecco ora raccolti alcuni insegnamenti di san Josemaría Escrivá intorno alle
beatitudini. Com’è logico, la sua predicazione si nutriva della parola di Gesù e, di
questa, il discorso della montagna è parte principale. Cercava di aiutare le anime
a rendere operativa la Parola di Dio, a trasformarla in propositi di vita. Le
beatitudini diventano, nei suoi insegnamenti, un programma da praticare senza
tentennamenti. I testi che seguono sono stati scelti da varie sue opere.
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
«Se vuoi raggiungere questo spirito, ti consiglio di essere parco con te stesso e
molto generoso con gli altri; evita le spese superflue per lusso, per capriccio, per
vanità, per comodità...; non crearti esigenze. In una parola, impara con S. Paolo
ad essere povero e ad essere ricco, ad essere sazio e ad aver fame, ad essere
nell’abbondanza e nell’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà forza. E, come
l’Apostolo, anche noi risulteremo vincitori nel combattimento spirituale, se
manteniamo il cuore distaccato, libero da legami».
Amici di Dio, 123
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
«Godi di una allegria interiore e di una pace che non cambieresti con nulla. Dio è
qui: non c’è cosa migliore che raccontare a lui i dispiaceri, perché cessino di
essere dispiaceri».
Forgia, 54
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
«Mi ha fatto pensare la frase dura, ma esatta, di quell’uomo di Dio, nell’osservare
l’alterigia di quella persona: “Si veste della stessa pelle del diavolo, la superbia”.
E, per contrasto, mi sorse nell’anima il desiderio di rivestirmi della virtù predicata
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da Gesù, quia mitis sum et humilis corde, – sono mite e umile di cuore –; e che ha
attratto lo sguardo della Trinità Beatissima sulla Madre sua e Madre nostra:
l’umiltà, il saperci e sentirci nulla».
Solco, 726
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
«Incidiamolo bene nella nostra anima, perché lo si noti nel nostro comportamento:
in primo luogo, la giustizia verso Dio. Questa è la pietra di paragone della vera
fame e sete di giustizia, che si distingue dal vociare degli invidiosi, dei
malcontenti, degli egoisti e degli avari... Il rifiutare al nostro Creatore e Redentore
il riconoscimento dei beni innumerevoli e ineffabili che ci concede, è infatti
l’ingiustizia più ingrata e tremenda. Voi, se davvero vi sforzate di essere giusti,
considererete spesso la vostra dipendenza da Dio – Che cosa mai possiedi che tu
non abbia ricevuto? –, per riempirvi di gratitudine e di desideri di corrispondenza
verso un Padre che ci ama fino alla follia».
Amici di Dio, 167
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
«Gesù completa e ricapitola tutta la storia della misericordia divina: Beati i
misericordiosi, perché troveranno misericordia; e ancora: Siate misericordiosi,
come è misericordioso il vostro Padre Celeste. D’altronde, sono rimaste ben
impresse nella nostra mente, tra molte altre scene del Vangelo, la clemenza verso
la donna adultera, la parabola del figliol prodigo, quella della pecorella smarrita,
quella del debitore perdonato, e la risurrezione del figlio della vedova di Nain […].
Quanta sicurezza ci deve ispirare la misericordia del Signore!».
È Gesù che passa, 7
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
«A seconda della loro vocazione divina, alcuni dovranno vivere la purezza nel
matrimonio; altri, rinunciando all’amore umano, la vivranno corrispondendo
unicamente e appassionatamente all’amore di Dio. Né gli uni né gli altri saranno
schiavi della sensualità, ma padroni del proprio corpo e del proprio cuore, per
offrirli agli altri in spirito di sacrificio. […] La santa purezza non è l’unica né la
principale virtù cristiana: è tuttavia indispensabile per perseverare nello sforzo
quotidiano di santificazione, al punto che senza di essa è impossibile dedicarsi
all’apostolato. La purezza è conseguenza dell’amore con il quale abbiamo offerto
al Signore l’anima e il corpo, le facoltà e i sensi. Non è negazione, ma lieta
affermazione».
È Gesù che passa, 5
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
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«Compito del cristiano: annegare il male nella sovrabbondanza del bene. Non si
tratta di far campagne negative, né di essere antiqualcosa. Al contrario: si tratta di
vivere di affermazioni, piene di ottimismo, con gioventù, allegria e pace; di
guardare tutti con comprensione: quelli che seguono Cristo e quelli che lo
abbandonano o non lo conoscono.
Ma comprensione non significa astensionismo, né indifferenza, bensì azione».
Solco, 864
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
«Il disprezzo e la persecuzione sono prove benedette della predilezione divina,
ma non c’è prova né segno di predilezione più bello di questo: passare
inosservati».
Cammino, 959
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni
sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande
è la vostra ricompensa nei cieli.
«Di fronte alle accuse che riteniamo ingiuste, esaminiamo la nostra condotta, di
fronte a Dio, cum gaudio et pace – con allegra serenità, e rettifichiamo, anche se
si tratta di cose innocenti, se la carità ce lo consiglia. – Lottiamo per essere santi,
ogni giorno di più e, poi, “parlino pure”, purché a quelle parole si possa applicare
la beatitudine beati estis cum... dixerint omne malum adversus vos mentientes
propter me – beati quando vi calunnieranno per causa mia».
Forgia, 795
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