La donna, strumento d`amore e di crescita
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La donna, strumento d`amore e di crescita
5 marzo 2008 La donna, strumento d’amore e di crescita La donna, riesce a vedere oltre; riesce a scrutare ciò che è impalpabile; a percepire ciò che non si vede; riesce ad sprigionare una forza e una vitalità talvolta innaturali nell’uomo. C ari Genitori, siamo ormai alla vigilia della “festa della donna ”. Non voglio entrare in merito alle motivazioni di questa festività1 , ma vorrei che fosse l’occasione per esprimere alcuni pensieri. Penso che la donna sia l’Essere più bello della nostra Terra. E’ vero che maschio e femmina sono due entità simili, speculari e complementari - l’uomo avverte la sua mascolinità dall’incontro e dal confronto con la donna e viceversa -, ma è anche vero che la donna è e rimane, per me, un essere misterioso, affascinante, pieno di risorse e munito di una forza interiore che umilmente la contraddistingue e la conserva. Può darsi che dica sciocchezze, ma parlerò alla luce della mia storia e delle esperienze che ho vissuto in questi diciassette anni di padre e di marito, di cui quindici di professione medica nel contatto quotidiano con le mamme. Intanto, posso affermare che la mia storia, il mio essere, il mio sentirmi uomo oggi, la mia progressione umana è legata intimamente a quella grande donna che è la mia sposa. Immagino tutti quei momenti più difficili, soprattutto con i figli, quando cercavo di “sgattaiolare” dinanzi ai problemi, alle difficoltà, alle frustrazioni, mentre la mia donna era sempre lì, pronta a rispondere anche per me. Come padre e come pediatra, come uomo, credo di aver imparato tante cose da lei! La donna, riesce a vedere oltre; riesce a scrutare ciò che è impalpabile; a percepire ciò che non si vede; riesce ad sprigionare una forza e una vitalità talvolta innaturali nell’uomo. La donna fa crescere l’uomo! Oh, sì, certo anche l’uomo fa crescere la donna, ma credo che non sia allo stesso livello il grado di crescita. Penso che l’uomo cresca con una Donna al fianco, mentre la donna matura e si esprime con un Uomo al fianco, il che non è proprio la stessa cosa. Ho visto l’altro giorno una giovane mamma, venire al mio studio con i suoi due bambini, uno di due anni e l’altro di pochi mesi. Dopo la visita mi sono per caso affacciato alla finestra e l’ho vista da sola districarsi tra l’auto da aprire, il piccolo da sistemare sul sediolino mentre faceva i capricci e il lattante poggiato nel suo portanfa’ sul cofano dell’auto. Sembra una sciocchezza, ma ho dovuto costatare, ancora una volta, con quale forza e spirito di sacrificio le mamme lottano e corrono tutto il giorno per i loro figli, con un occhio sempre vigile e disponibile anche verso il loro sposo. Lo scorso anno, una mamma che mi era apparsa sempre troppo ansiosa, giunse al mio studio trafelata, ormai oltre il termine dell’orario di ricevimento, senza appuntamento. L’accolsi, ma 1 La Giornata Internazionale della Donna http://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_Internazionale_della_Donna stanco e prevenuto. Mi parlò della tosse della ragazza, ma si intuiva subito che non era nulla di importante. La visitai. Avrei capito solo dopo pochi minuti cosa si celava dietro quella visita “inutile”. Col mio permesso ella invitò i due figli ad uscire e si mise a piangere, chiedendomi di ascoltarla. Lo feci volentieri. Mi raccontò, allora, tutta la sua lunga storia con un uomo che aveva amato e che amava ancora tanto, ma prigioniero della droga. Mi raccontò di quanto avesse lottato con i denti e tutte le sue forze, per aiutare il marito e mantenere nei figli la più bella immagine possibile di quell’uomo. Una lotta dura, contro l’ignoranza della gente, i pregiudizi dei parenti e degli amici, ma lei sempre sulla breccia. Alla fine, mi disse con forza che era certa che il marito ce l’avrebbe fatta. Seppi solo dopo alcuni mesi che la famiglia, dopo anni, si era ricostituita. Il padre era tornato finalmente a casa! Tutto sembrava nuovamente bello! Me lo raccontò un pomeriggio, alternando le lacrime al sorriso. Ce l’aveva fatta! Aveva lottato da sola. Portato avanti due figli. Seguito il marito che entrava e usciva in un centro di recupero. Fatto da madre, da padre, da infermiera. La domenica portava anche i figli al Centro, perché stessero tutti assieme. Ma alla fine ce l’ha fatta! Ebbi a riflettere, così, non solo sulla forza che hanno le donne, ma, leggendo questa storia, anche su com’è sempre troppo facile farci un’idea sbagliata delle persone . L’avevo giudicata troppo ansiosa. Pensavo che si poggiasse su di me per sciocchezze - ed era apparentemente vero -, ma lei cercava un sostegno, un conforto ed io, nella mia “sensibilità maschile”, non l’avevo percepito. In questi anni, ho conosciuto anche molte donne con figli malati gravi, abbandonate dai mariti, portare avanti le loro storie e lottare per il benessere di questi figli. Ho visto coppie adottare figli che “non arrivavano” e poi donne abbandonate dai mariti continuare sole il cammino col figlio adottivo. Un giorno ho visto anche un bellissimo film, con Russell Crowe, A Beautiful Mind 2 . La storia vera del matematico John Forbes Nash, un uomo schizofrenico che diventerà un grande scienziato, grazie alla grande donna che ebbe al suo fianco. Il sipario si chiude su questo film con la commovente immagine di Nash che, nel dicembre 1994, dopo alterne e gravi storie, salendo sul palco per ritirare il premio Nobel, ringrazierà pubblicamente la moglie presente in sala dicendo: «Tu sei tutte le mie ragioni». Dr. Raffaele D’Errico SE VUOI RILEGGERLA CHIEDI UNA COPIA IN SEGRETERIA OPPURE SCARICALA DAL SITO www.pediatric.it/parliamo_di.htm 2 A beautiful mind http://www.acec.glauco.it/pls/acec/cn2_acec.c_vedi_film?c_doc=3589&origine=0