Recensione del film - Filosofia dell`Eros

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Recensione del film - Filosofia dell`Eros
Recensione del film Ferro 3, la casa vuota
Trama
Il protagonista, Tae-suk, è un giovane uomo che entra di nascosto in case temporaneamente vuote
per trascorrerci del tempo. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, egli non ruba niente:
con naturalità, infatti, esegue le azioni che si possono definire “comuni”. Egli lava i suoi panni,
pranza, aggiusta gli oggetti rotti, guarda la televisione, dorme. L’unico elemento bizzarro che si
individua nel suo comportamento è il fatto che usa fotografare se stesso con i quadri o le fotografie
dei proprietari delle case. In una di queste, egli fa l’incontro casuale che cambierà il suo viaggio
solitario: egli infatti non si accorge della presenza di una ragazza, Sun-hwa, che è in una situazione
di profonda sofferenza. Quest’ultima, nello scoprire l’intruso, non ha alcuna reazione esagerata;
anzi, sembra gradire la sua presenza. Tae-suk, venuto a sapere che la ragazza veniva maltrattata dal
marito, le permette di seguirlo e di scappare con lui sulla sua moto, dopo aver “punito” il marito
ferendolo con delle palline da golf (l’estrema bravura nel giocare a golf è una peculiarità del
protagonista).
Entrambi condividono la stessa modalità di vita che il ragazzo adottava precedentemente: la loro
amicizia taciturna si trasforma in amore profondo, soprattutto spirituale. Una svolta avviene quando
i due trovano in una delle case il cadavere di un anziano morto per cause naturali. All’arrivo dei
figli del defunto, questi, fraintendendo la situazione, li denunciano con l’accusa di omicidio e
occupazione di proprietà privata. I due vengono separati: lei, dopo essere stata riconsegnata al
marito, ritorna al mondo degli abitudinari maltrattamenti e dell’indifferenza; lui, invece, dopo varie
umiliazioni e vendette da parte del marito della ragazza, viene mandato in prigione, dove impara a
rendersi “invisibile”: tramite un costante allenamento, infatti, apprende un metodo per rimanere
fuori dal raggio visivo delle persone. Una volta rilasciato, si riunisce all’amata vivendo nella stessa
casa del marito, il quale però resta completamente ignaro della situazione.
Musica:
la musica è pressoché assente e non appare sempre conseguente all’azione filmica. L’assenza pesa
negativamente sulla scorrevolezza del film, che si ritrova spesso “bloccato” in lunghi silenzi che si
sarebbe potuto riempire tramite la colonna sonora.
Sceneggiatura:
il regista ci porta in una Corea del Sud onirica e a tratti caotica. Per quanto il film ne benefici a
livello di atmosfera, la trama risulta di difficile comprensione e pecca di eccessivo simbolismo.
Commento:
pur partendo da degli ottimi presupposti il film non sviluppa appieno le sue potenzialità. Il
protagonista appare come un personaggio enigmatico e stravagante e la sua storia d’amore con la
coprotagonista potrebbe aprire degli spiragli interessanti; tuttavia la trama risulta appesantita dai
lunghi silenzi dei personaggi e dalla ripetitività di molte scene: si passa così gran parte del film a
guardare la coppia entrare in una casa, essere scoperti, per poi fuggire. Il messaggio che il regista
vuole trasmettere non appare chiaro in sé ed è affidato a mezzi comunicativi di difficile
interpretazione. In particolare l’assenza quasi totale di dialoghi rende la narrazione lenta e poco
appetibile al pubblico.
Un altro esempio è la relazione d’amore tra i due personaggi, la cui sostanza necessita di una
interpretazione da parte dello spettatore, non solo difficile, ma talora impossibile.
Manca inoltre un’accurata interpretazione psicologica dei protagonisti, che si ritrovano così relegati
rispettivamente al cliché di “genio ribelle” autoesclusosi dalla società odierna e al classico ruolo
della donna invaghita dei particolari atteggiamenti del personaggio maschile. In definitiva il film,
pur partendo da delle buone premesse, appare mediocre o addirittura deludente.
Righetto Tommaso, Salvato Cristian, Trevisan Giacomo