Relazioni. Differenza sessuale e fenomenologia

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Relazioni. Differenza sessuale e fenomenologia
Relazioni. Differenza sessuale e fenomenologia
Autore: Federica Giardini
Editore: Sossella, Roma
Tipo: Saggio
Anno: 2004
Data inserimento: 01/12/2008
Gruppo: Aggiornamenti 2008
Essere e avere un sesso fa differenza? Dalla seconda metà del Novecento molte donne e alcuni uomini hanno
risposto di si.
In questo libro scrivere e pensare diventano effettivamente quella differenza. Trovarsi in una concreta e precisa
situazione, dipanare i fili dei problemi e delle questioni che si pongono, cercare soluzioni, ha a che fare con le
relazioni che ci capitano, che scegliamo, che abbandoniamo.
La differenza sessuale sta nel quotidiano e nel più vicino e pure riserva sorprese, dischiude orizzonti.
Di questo dice il gioco del quindici, elementare e promettente gioco d'infanzia, che restituisce piacere e movimento
al pensare.
(dalla quarta di copertina)
A frequentare le autrici della differenza sessuale si diventa esigenti. Né dato né teoria, la differenza tra i sessi è
pensata, da Irigaray a Diotima, come un fatto simbolico che insiste su relazioni, azioni e sul linguaggio che le
esprime. Questa differenza non è riducibile alle sue determinazioni biologiche, a un'attività di interpretazione che
porti alla luce presenze e istanze femminili dimenticate dalla tradizione occidentale, e nemmeno ad un sistema
conchiuso e ripartito per principi, temi e discipline. Piuttosto è il farsi stesso del vivente in un divenire del tempo e
della storia che dispone di volta in volta soggetti, agenti, questioni e le relazioni tra loro.
Pensare vivendo è un tratto di questa differenza che, messa a tema per parte di donne nel Novecento, non ha mai
cessato di muoversi ed esprimersi nel corso dei secoli.
Prendere posizione a partire dalla differenza sessuale conduce così a una felice complicazione che mette in gioco
e in movimento non solo l'argomento trattato ma anche chi lo tratta, come anche le pratiche di quella relazione che
è il comunicare. Detto con altre parole, pensare a partire dalla differenza sessuale è un'ontologia pratica che, nel
produrre figure, non espunge la presa singolare dell'esperienza.
Pensare in pratica. Pensare la differenza tra i sessi è tenere insieme conoscenza e politica. […] Per parte loro, le
autrici del pensiero della differenza sessuale sono ricorse ad altre pratiche: tra Speculum di Irigaray e i testi delle
filosofe di “Diotima”, si va da una scrittura associativa, che unisce l'andamento soggettivo della riflessione all'uso
di strumenti teorici, a uno stile metonimico che riprende quel che accade nell'esperienza e nello scambio in
presenza. Pratiche che, col linguaggio, hanno rivoluzionato l'ordine costituito, restituendo consistenza fisica al
pensare e rompendo schemi e codici dati. Pratiche che, nate negli anni Settanta, hanno unito per tralasciare la
questione dell'ordine e della forma a favore di una meccanica dei fluidi, di volumi senza contorno, di uno stile che
rompesse con le rigidità e le alienazioni dell'ordine del discorso.
Ma a prendere sul serio la differenza sessuale, come andamento che continuamente e storicamente modifica e
ricolloca relazioni e disposizioni, si fa strada la constatazione che mettere ordine è atto che accresce anziché
ridurre la consistenza, che l'intensità va insieme alla precisione. Dare una precisa consistenza, restituendo corpo e
tempo alla mise à plat della comunicazione scritta, come può avvenire praticamente?
http://www.bnnonline.it/index.php?it/136/teca-tematica/show/9/42
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Un'idea tattile. Queste considerazioni si dispongono nella figura del gioco del quindici: gioco di combinazioni e
ricombinazioni che hanno luogo in virtù di uno spazio vuoto. Trovato per via d'esperienza, questo gioco è figura
che vale solo per quel che del movimento della differenza sessuale rende percepibile con precisione tattile, non è
la sua metafora, non la sostituisce, non la costringe entro un modello. Una figura, nulla più ma anche nulla meno,
che dà corpo e contorni a ciò che più importa: mettere e rimettere in movimento il desiderio di lavoro, ricerca,
politica, rispetto alle combinazioni già date, alle disposizioni previste nella relazione tra i sessi, e questo a partire
dall'esperienza singolare. Nel farsi gioco il movimento della differenza sessuale diventa così letteralmente
palpabile, a portata di mano, anche nel leggere e ragionare su un testo, attività che comporta gesti a rischio di
diventare impercettibili, indistinti e rarefatti, perché solo mentali. Un fare che ha una sua consistenza, che implica
dei gesti e richiede tempo, un'attività dotata di forme che, nel loro svolgersi, orientano: la solitudine tesa alla e dalla
relazione, l'assorbimento concentrato, piacevole ma anche spiacevole per la perdita della scansione tra ciò che si
fa e ciò che si è, per la vertigine del mettere fine a un ordine dato e per l'abbandono all'incognita di questo
affaccendarsi, come anche una certa cura del pensare che evoca una più generale capacità di cura, di messa in
ordine. Attività ordinaria non più relegata al privato, da quando le opere di donne non sono più divise tra il pensare
e il vivere, il produrre e il riprodurre.
Pensare in pratica la differenza sessuale non è però un generico giocare, è un gioco in cui tutto è in gioco, a
cominciare da sé e dall'ordine in cui si dispongono i singoli tratti ed elementi delle questioni che si impongono
nell'esperienza. Il gioco del quindici si fa in una serie di mosse che accostano e allontanano le tessere tra loro e
che sono possibili solo perché ne manca una: lo spazio lasciato libero è l'intervallo della differenza tra i sessi, che
si dà per relazioni, per separazioni e unioni, e genera nuove disposizioni. (da: Disposizioni pp.11-3)
A partire dall’intervallo della differenza sessuale si va esperendo come il movimento fa ed è fatto dalla relazione,
nella consistenza delle posizioni soggettive […]. Vivere, praticare e pensare la differenza sessuale come una
dinamica. Sto tornando alla matrice della trovata del gioco del quindici. Un gioco di combinazioni e ricombinazioni
che si fa in virtù di uno spazio vuoto. Questa dinamica richiede almeno tre elementi: spazio, movimento, e
tensione. (da: Dinamica. La forza di fare vuoto di Annarosa Buttarelli, pp. 185-86)
Dall’indice:
1. Disposizione;
2. Mossa;
3. Gioco;
4. Intervallo;
5. Posizione;
6. Corpo;
7. Relazione;
8. Esperienza;
9. Permutazioni;
10. Immaginaria;
11. Empatica;
12. Estranea;
13. Spaziature;
14. Norma;
15. Animale; Dinamica; Bibliografia
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