Le droghe vegetali

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Le droghe vegetali
Le droghe vegetali
di don Chino Pezzoli*
Il fenomeno delle cosiddette <<droghe vegetali>> comincia alla fine degli anni Novanta, con le campagne
mediche e pubblicitarie contro il boom di ecstasy e droghe sintetiche da discoteca. La diffusione delle
informazioni colpisce anche quella parte di pubblico che non intende rinunciare ad uno stato alterato della
coscienza ma che vorrebbe cercare una via <<naturale>> per raggiungerlo. Si presentano così sul mercato
europeo un ventaglio di sostanze di origine vegetale che promettono gli stessi effetti <<da sballo>> delle
pasticche, ma senza danni collaterali. Si scoprirà poi che non è esattamente così e che, in molti casi,
naturale non è che sia sinonimo di sano. Per niente scoraggiati dalle ricerche mediche e dai primi
provvedimenti giuridici, i consumatori di pasticche <<tradizionali>>, stanchi di vedere compagni di serata
crollare sulla pista da ballo per una cocktail di alcool e anfetamine di troppo, si rivolgono a prodotti che
vengono subito etichettati come smart: aggettivo che, in quel periodo, nei paesi anglosassoni si
accompagnava ad una serie di prodotti per dimagrire. Le smart drugs, dette anche ecodrugs, ricevono la
loro approvazione. In questi anni ci si interroga sul continuo spostamento della frontiera tra legale e illegale
in un campo difficilissimo da controllare perché potenzialmente inesauribile come la natura.
All’inizio del nuovo millennio
Con il nuovo millennio aprono in Italia i veri e propri smart shop, ispirati nel nome ai famosi coffee shopn
olandesi, ma con una sostanziale differenza: in Olanda la vendita di hashish e marijuana è tollerata, in Italia
no. Questi negozi nutrono una sconfinata fede nelle possibilità della chimica applicata alla natura e fanno
un cieco affidamento sulla capacità umana di trovare sempre nuove sostanze con cui <<sballarsi>> senza
infrangere la legge: sulla base di questo assunto, questi negozi hanno proliferato situandosi proprio sul
mutevole confine tra ciò che è legale e ciò che non lo è. Un discutibile approccio è quello di presentarsi al
pubblico dei più giovani con lo scopo di educare e informare i clienti sui rischi derivanti dall’uso di droghe
sintetiche per convertirli alle sostanze naturali, trascurando però di segnalare che anche queste ultime non
sono immuni da effetti collaterali di varia natura.
Prodotti per tutte le esigenze
All’interno del circuito degli smart shop e delle ecodrugs di distinguono comunemente due categorie di
prodotti: energizzanti/afrodisiaci d un lato e allucinogeni/rilassanti dall’altro. Possono essere messi sul
mercato sotto forma di compresse, bevande, erba essiccata da fumare o da consumare in infuso. In
corrispondenza di questa divisione possiamo grossomodo suddividere anche il popolo dei consumatori di
sostanze stupefacenti in due ipotetiche macrocategorie: i <<mistici>> e i <<profani>>
- I mistici sono coloro che si rivolgono alle sostanze psicoattive perché sono alla ricerca di un
percorso evolutivo interiore anche all’interno del consumo. Preferiscono le sostanze naturali poco
o affatto trattate chimicamente perché attribuiscono un senso mistico alla loro esperienza che, in
genere, fanno risalire a una presunta naturalità del consumo di droghe nell’essere umano.
- I profani, invece, tendono a non fare distinzioni tra chimico e naturale, purché la sostanza in
questione sia efficace. Dirigono i loro consumi sulla base degli effetti ricercati: riuscire a ballare e a
divertirsi tutta la notte, <<sballare>> più o meno lucidamente, risvegliare la propria energia
sessuale, ma anche , più banalmente, dimagrire senza necessariamente mettersi a dieta, oppure
concentrarsi sullo studio dopo una serata tirata fino a tardi.
Introduzione alle sostanze psicoattive
Anche se esistono moltissime piante che contengono sostanze chimiche che possono alterare i sensi e lo
stato mentale, i cosiddetti <<principi attivi>>, il campo dei veri e propri allucinogeni è limitato a un piccolo
numero di composti chimici, non sempre considerati illeciti dagli ordinamenti giuridici. La maggior parte di
queste sostanze sono note da migliaia di anni in diverse civiltà e vengono comunemente definite <<droghe
etniche>> perché il loro uso fa ormai parte del patrimonio culturale e delle usanze, anche religiose, dei
numerosi popoli sparsi in ogni angolo del mondo. Infatti, piante e funghi psicoattivi sono considerati,
all’interno di molte tradizioni, come un dono lasciato agli uomini dalle divinità e il loro consumo è una
componente basilare di diversi riti religiosi, iniziatici, terapeutici e divinatori.
Composizione delle sostanze psicoattive
Le sostanze psicoattive di origine naturale, cioè derivate dalle piante, sono a base di carbonio, elemento
che si ricollega direttamente al processo vitale della pianta stessa. Questi composti possono essere
suddivisi in due macrocategorie: quelli che contengono azoto nella loro struttura macromolecolare, detti
anche alcaloidi, e quelli che non lo contengono, come ad esempio i cosiddetti <<cannabinoli>> cioè i
principi attivi della marijuana. Gli allucinogeni appartenenti al primo gruppo sono i più comuni e i più
conosciuti: ne fanno parte la caffeina, la nicotina, la morfina e la cocaina: tra alcaloidi puri, relative basi e
composti con strutture molecolari complesse se ne contano circa 5 mila, tutti di origine organica
(contengono, infatti, anche ossigeno, azoto, idrogeno e carbonio).
L’effetto sul sistema nervoso
Tutte le droghe, e in particolare gli allucinogeni, hanno effetto sul sistema nervoso centrale, ma possono
influire anche su altri distretti del corpo con implicazioni sia fisiche sia psichiche. Tenendo presente che
quasi tutte le sostanze psicoattive sono biodinamiche, cioè influenzano il metabolismo animale, è la
Psicofarmacologia a studiarne gli effetti sul corpo e sulla mente: effetti che, generalmente, sono di breve
durata e persistono fino a quando i principi attivi restano nell’organismo. È bene inoltre ricordare che,
quando una pianta contiene una sostanza attiva, il primo campo ad essere indagato è quello delle sue
potenziali applicazioni in ambito medico e farmacologico, e molti composti che presentano effetti
allucinogeni possono trovare applicazione anche in settori diversi da quelli in cui la loro psicoattività è
rilevante. È noto l’esempio della Scopolamina, un alcaloide estraibile da piante appartenenti alla famiglia
della belladonna che, se assunto in determinati dosaggi, comporta allucinazioni e uno stato di ebbrezza, tra
il sonno e la veglia, non provo di effetti collaterali: ciò non toglie che negli Stati Uniti sia usato a basso
dosaggio in diversi farmaci antistaminici contro il mal di mare.
Coltivazioni in casa e in giardino
La maggior parte delle sostanze allucinogene attualmente reperibili sul mercato provengono dall’altro
emisfero del mondo o d paesi lontanissimi. Ma a ben guardare perfino la nostra cucina, per non parlare del
prato sotto casa, possono rivelarsi posti molto pericolosi. Negli Stati Uniti, con il termine drugs si indicano
non solo le droghe e le medicine, ma anche le spezie. Tra queste ultime ve ne sono alcune, talvolta di uso
comune, che potrebbero rendere ancora più spinosa la questione del confine tra legale e illegale. Le
marijuana spesso viene coltivata in giardino e persino in una stanza in casa. Bastano alcuni accorgimenti: il
seme selezionato, la temperatura, l’umidità per ottenere un prodotto con un principio attivo (thc) elevato e
quindi ricercato dal consumatore.
Droga in cucina: noce moscata
La noce moscata è il frutto della myristica fragrans, pianta appartenente alla famiglia delle myristicaceae,
originaria delle isole Molucche ma molto diffusa praticamente ovunque. La noce in sé ha una forma
allungata che ricorda un piccolo siluro, è composta da un mallo esterno che, quando la noce è matura, si
apre in due gusci morbidi che contengono una noce vera e propria. Gli usi culinari di questa spezia sono
molto diffuso, soprattutto per la preparazione di dolci, mentre i suo effetti allucinogeni sono sconosciuti ai
più. In realtà, la noce moscata produce effetti più vicini a quelli del’Lsd che a quelli dell’anfetamina, effetti
prevalentemente allucinogeni.
*Fondatore della Comunità Promozione Umana e Articolista del Portale S.O.S. Servizi Sociali On Line –
www.servizisocialionline.it